RASSEGNA STAMPA. 13 ottobre Sommario: Rassegna Associativa. Rassegna Sangue e Emoderivati

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1 RASSEGNA STAMPA Sommario: 13 ottobre 2014 Rassegna Associativa 2 Rassegna Sangue e Emoderivati 9 Rassegna Medico-scientifica, politica sanitaria e terzo settore 12 Prime Pagine 17

2 Rassegna associativa FIDAS

3 IL GIORNALE DI VICENZA ASSOCIAZIONI. All incontro di Fidas Nord Est Donatori a raccolta. Tra le priorità coinvolgere i giovani Sarà possibile sottoporsi a prelievi di plasma ogni quindici giorni lunedì 13 ottobre 2014 CRONACA, pagina 10 Si è parlato di giovani e prevenzione al convegno Fidas Nordest La possibilità di donare il plasma ogni 15 giorni e la necessità di coinvolgere nuovi giovani. Si è parlato anche di questo all incontro interregionale Fidas Nord Est, alla presenza del presidente del Nord Est Giuseppe Munaretto e del presidente nazionale Fidas Aldo Ozino Caligaris. «La presenza di molti giovani ci fa ben sperare», ha commentato il presidente di Fidas Vicenza, Mariano Morbin. Alberta Alghisi, direttore del dipartimento di Medicina trasfusionale di Vicenza, ha poi comunicato il ripristino quindicinale delle donazioni di plasma. «Grazie all importante lavoro di Fidas Vicenza - ha spiegato - con la prenotazione delle donazioni i tempi d attesa si sono azzerati e il lavoro nei Centri trasfusionali è più organizzato. La crisi, però, non ci aiuta, in quanto molti donatori stentano a chiedere la giornata per donare il sangue. Dobbiamo poi ricordare che ci sono ancora molti ragazzi che andrebbero educati al volontariato. Tra le novità più importanti, il fatto che si potrà ancora donare il plasma ogni 15 giorni, con un numero massimo di 20 donazioni l anno». «Più donatori e meno donazioni. Dovrà essere questo il nostro principio ispiratore - ha concluso Renzo Peressoni, presidente dell Afds - impariamo a donare quello che serve e quando serve, ricordando che siamo persone, non personaggi, quindi il nostro atto di donare deve essere visto come un gesto di nobiltà ed altruismo, non d immagine».

4 L ARENA DONATORI. Domenica alla chiesa parrocchiale Fidas San Massimo e Croce Bianca, festa per i 50 anni L'anno scorso i 135 soci hanno collezionato 283 donazioni. lunedì 13 ottobre 2014 CRONACA, pagina 16 Domenica 19 ottobre, il Gruppo Fidas San Massimo e Croce Bianca festeggia il cinquantesimo anniversario di fondazione della sezione, chiamando a raccolta donatori e donatrici. Il programma prevede, alle 10, il ritrovo davanti alla chiesa parrocchiale di San Massimo, alle la messa per i donatori defunti, alle il pranzo sociale dei donatori benemeriti al ristorante Villa Vento di Custoza. Era il 1964 quando un gruppo di cittadini di San Massimo pensava di formare un gruppo di donatori di sangue, visto che nella zona non c'era. Fu interessato il Centro trasfusionale di Verona e così ebbe inizio il lungo viaggio dei Donatori di sangue San Camillo de Lellis, nome dato all'inizio. Nel 1997, unendo i tre gruppi provinciali, San Camillo, Francescani, Samaritani, è nata l'attuale Fidas Verona che, attualmente, conta ben 77 sezioni nella provincia di Verona. Nell'occasione, la sezione intende ringraziare chi si è adoperato affinché il gruppo continuasse a crescere, il primo presidente Alfredo Venturini e poi, di seguito, Paolo Righettini, Marcellino Bertajola, Loris Pasquetto e, da poco tempo, Vincenzo Ronca che ha ricevuto in eredità la Sezione. Nel corso del 2013, la sezione Fidas di San Massimo e Croce Bianca si è avvalsa dell'opera di 135 donatori attivi, per un totale di 283 donazioni. Da diversi anni, Fidas San Massimo e Croce Bianca è presente nei momenti di aggregazione del quartiere ed alle feste patronali con lo scopo di sensibilizzare le persone alla donazione del sangue, affinché non manchi mai il sangue nei nostri ospedali. La sezione è presente anche con magliette e altri gadget, al Grest parrocchiale, alle iniziative del gruppo Marciatori e della squadra di pallavolo e fa opera di sensibilizzazione andando nelle scuole, sia medie che elementari per spiegare cosa significhi diventare donatore di sangue.

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6 LA VALLÉE NOTIZIE (11 ottobre) AOSTA Pace e dono nel nome della Fidas ad Aosta «Sono orgoglioso di appartenere a una grande famiglia che, attraverso un'azione iniziata nel 2006, ha premesso di conseguire risultati importanti: il migliaio di iscritti, di cui circa seicento donatori effettivi, è la testimonianza, di un valore aggiunto che assicura alla Valle d'aosta un'autosufficienza a livello regionale in termini di raccolta di sangue». Firmato Rosario Mele, presidente della Fidas - Federazione italiana associazioni donatori sangue. Parole pronunciate domenica scorsa, 5 ottobre, in occasione della quinta Giornata Nazionale Fidas, «celebrata» anche ad Aosta. Un'iniziativa, organizzata con il patrocinio morale gratuito del Comune di Aosta che ha permesso al Direttivo regionale della Valle d'aosta della Federazione Italiana Associazioni Donatori Sangue di promuovere un confronto sulla promozione della donazione del sangue, vista nell'ottica del multiculturalismo e della tolleranza tra popoli. L'argomento prescelto dalla Presidenza FIDAS per la Giornata Nazionale, su proposta del Coordinamento Nazionale Giovani, era infatti «Peace in the air». La Giornata ha visto una conferenza dibattito alle 10 all'hostellerie du Cheval Blanc e una manifestazione in piazza Chanoux in collaborazione con l'associazione?arte in testa? di Aosta e che ha avuto come momento clou il lancio di palloncini colorati a cui erano legati messaggi di pace e solidarietà.dopo la proiezione di un videoclip, elaborato e prodotto gratuitamente da Roberto Gianusso, in cui alcuni cittadini lanciano un messaggio rivolto a chi non è ancora associato e donatore di sangue, l'assessore alla Politiche sociali del Comune di Aosta, Marco Sorbara ha sottolineato l'importanza «di valorizzare e riconoscere il valore culturale di un gesto come quello della donazione».l'assessore regionale alla Sanità Antonio Fosson ha affermato che la Valle d'aosta ha il pregio «di essere tra le poche Regioni italiane ad aver portato a termine l'iter della certificazione dal punto di vista trasfusionale».diversi rappresentanti regionali dell'associazione erano presenti all'incontro Nord Ovest che si era svolto il giorno precedente, sabato 4 ottobre, sempre ad Aosta. «Occorre coinvolgere - ha affermato Aldo Ozino Caligaris presidente nazionale Fidas - le donne, i giovani e i nuovi cittadini affinché siano sempre di più soggetti partecipi di comportamenti sanitari corretti e sensibili al tema della donazione». In tal senso il Presidente nazionale Fidas ha citato dati significativi, quali una partecipazione femminile attestata attualmente ad un terzo del parco donatori, la proposta di un innalzamento dell'età massima della donazione da 65 a 70 anni e la percentuale del solo 1 per cento di donatori nati all'estero in un panorama complessivo di 1 milione e 700mila donatori in Italia, associati nelle varie organizzazioni (oltre alla Fidas, Avis, Frates e Croce Rossa) che si occupano di donazione di sangue.

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9 Rassegna sangue e emoderivati

10 LA REPUBBLICA.IT "Siete gay non potete donare", coppia chiama i carabinieri. La Asl si scusa, ma è giallo sul sangue buttato E' accaduto in un ospedale del Salento, dove ai donatori è stato anche detto: "I vostri prelievi sono stati già gettati via in passato" 12 ottobre 2014 "Siete omosessuali, non potete donare il sangue". Momenti di tensione nell'ospedale Santa Caterina Novella di Galatina, nel leccese, dove sono dovuti intervenire i carabinieri dopo che era stato impedito a una coppia di ragazzi di donare sangue, come abitualmente fanno da tempo. I due uomini si sono presentati nel reparto immunotrasfusionale ma si sono sentiti rispondere dai responsabili del centro che non era possibile. "Siete omosessuali, non potete donare". Il personale che ha svolto il colloquio pre-prelievo ha invitato i due uomini, donatori da anni, a tornare a casa ritenendo che fossero soggetti a rischio. "Un'infermiera ha provato anche a dissuaderci dicendo che già in passato il nostro sangue era stato buttato", spiega Salvatore Antonio Schimera Ceci che ha denunciato i fatti, insieme al compagno Beniamino Sabetta. Il responsabile del centro si è difeso dicendo che non si trattava di pregiudizio, ma aveva applicato soltanto la legge. Una spiegazione che la coppia non ha accettato. I due hanno chiamato i militari in ospedale e anche il loro avvocato. Solo alla fine è stato possibile fare il prelievo. L'addetto al prelievo stesso ha fatto un passo indietro, invitandoli poi a donare il sangue perché - avrebbe detto - non esiste alcuna norma che vieta agli omosessuali di donare il sangue. Sulla vicenda è intervenuto anche il direttore generale della Asl Lecce, Valdo Mellone: "Si tratta di un ingiustificato e grossolano errore - si è difeso - che ha i connotati di una discriminazione espressamente vietata anche dalla nostra Costituzione, ma immagino che il medico abbia agito in buona fede". Il manager si è scusato con gli interessati e li ha invitati a tornare in ospedale, tra tre mesi, per donare ancora. Mellone ha avviato accertamenti, anche sulla questione del sangue buttato.

11 CORRIERE.IT (11 ottobre) Ebola, contagio da sangue e organi prima che il virus si manifesti Vietata la donazione a chi è stato nei Paesi a rischio Ebola negli ultimi due mesi e a chi ha avuto contatti con malati di Redazione Salute Online Il sangue e gli organi di un paziente infetto possono trasmettere il virus Ebola sin dall inizio della malattia, prima della comparsa dei sintomi. È quanto sottolinea il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (Ecdc) agli stati membri Ue. Un paziente si considera infettivo dopo la comparsa dei sintomi e una incubazione valutata in 21 giorni. Il documento dell Ecdc (il centro europeo per il controllo delle malattie), ha spiegato il direttore del centro Nazionale Trapianti Nanni Costa, evidenzia come Ebola sia un problema di sanità pubblica ma avverte anche che «un rischio contagio attraverso gli organi ed il sangue non è escluso». Per questo, ha rilevato Costa, «l Ecdc evidenzia la necessità di prendere precauzioni nei settori trapianti e sangue». Questo perché, ha chiarito, «la trasmissione del virus attraverso un eventuale organo trapiantato è più diretta e immediata rispetto alla trasmissione del virus attraverso i fluidi corporei». Dunque, ha esemplificato il direttore del Cnt, «ciò significa che se una persona sospettata di essersi contagiata arriva dall Africa senza alcun sintomo, questa persona non è contagiosa ma dovrà attendere 21 giorni per l eventuale comparsa dei sintomi, ed è proprio dalla comparsa dei sintomi che diventerà infettiva per le altre persone. La stessa persona, se infettata, potrebbe però trasmettere il virus attraverso i suoi organi, in caso di donazione, o attraverso il sangue con le trasfusioni, ancora prima della comparsa dei sintomi». Allerta per la donazione di organi e sangue Per questo motivo sono esclusi dalla donazione di sangue, organi, cellule e tessuti tutti coloro che sono stati in paesi a rischio Ebola, ovvero in Africa, negli ultimi giorni. La decisione preventiva è stata presa dal Centro nazionale trapianti sentito il ministero della Salute e si basa su un documento appena emanato dai Centri europei per il controllo delle malattie Ecdc. A titolo precauzionale sarà vietato donare il sangue anche a coloro che avessero eventualmente avuto contatti con persone a rischio Ebola provenienti dai paesi africani colpiti dall epidemia. Lunedì sarà inviata una circolare in merito a tutti servizi trasfusionali sul territorio. Il direttore del Centro Nazionale Sangue rassicura che «si tratta solo di una misura a fini precauzionali. In Europa,i servizi di prevenzione ed i sistemi di controllo stanno funzionando, dunque bisogna lanciare un messaggio tranquillizzante». Riferendosi quindi al documento del Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (Ecdc), che evidenzia come il virus sia trasmissibile attraverso sangue ed organi sin dall inizio della malattia e prima della comparsa dei sintomi, Grazzini invita comunque ad evitare gli allarmismi: «un eventuale trasmissione resta comunque difficile dal momento che, presumibilmente, il virus inizia a divenire più virulento a partire dalla fase in cui si ha la comparsa dei sintomi della patologia».

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