Apertura dei lavori. Roberto Cecchi Segretario Generale Ministero per i beni e le attività culturali
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- Ambrogio Montanari
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1 Apertura dei lavori Roberto Cecchi Segretario Generale Ministero per i beni e le attività culturali Ringrazio Mario Resca per avermi invitato a questo Primo colloquio sulla valorizzazione del patrimonio culturale; una iniziativa importante, visto che la materia necessita ancora oggi di una riflessione intersettoriale, che vada oltre quella specifica della valorizzazione, aprendo un confronto con il più ampio settore dell amministrazione dei beni culturali che si occupa di tutela. Era necessario incontrarsi almeno in una giornata di studi come questa, perché sul tema della valorizzazione nel 2008 l amministrazione dei beni culturali ha impresso un accelerazione bruciante, che ha determinato la modifica della stessa struttura organizzativa del MiBAC, con la creazione di una Direzione Generale che non esisteva e che ha prodotto riflessioni non sempre positive. Qui, adesso, non intendo parlare di questo argomento nel suo complesso. Mi soffermo soltanto su un punto. E cioè, sul fatto che dopo due anni di dibattito anche aspro sulla valorizzazione, la centralità della tutela del patrimonio culturale rimane il baricentro del sistema e non c è nemmeno la più pallida traccia di una qualche forma di stravolgimento di questa visione; anzi, in questi due anni il sistema della tutela del nostro Paese si è rafforzato, diversamente da quel che qualcuno temeva. Personalmente, ho considerato la nascita di questa Direzione Generale come un opportunità; non l ho mai percepita come un vulnus, e non ho mai creduto che la nascita di questa struttura potesse essere una diminutio o comunque potesse generare uno stravolgimento dell assetto dell amministrazione dei beni culturali. Consideravo e considero positivamente il fatto che questa Direzione Generale sia diretta da un soggetto esterno all amministrazione dei beni culturali, che è portatore di un esperienza che viene dal mondo dell imprenditoria. Ritengo che il confronto con un esperienza tanto diversa, possa costituire per noi un occasione di crescita, un opportunità d imparare e, per converso, al contempo il mondo dell imprenditoria potrà avere la percezione di quello che è davvero questo settore strategico per il Paese, attraverso la testimonianza di un loro autorevole rappresentante. 11
2 Nel dibattito maturato all interno dell amministrazione dei Beni Culturali che ha portato alla stesura del Codice dei beni culturali, la valorizzazione di cui si parla all art. 6 è intesa come un complesso di azioni tese a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale. Un concetto che potrebbe essere visto come una sorta di contraltare all articolo 111 e ai seguenti articoli del Codice che disciplinano le attività di valorizzazione. I principi fondanti contenuti nei primi articoli del codice ci ricordano che la valorizzazione del patrimonio, prima di essere un fattore di natura economica, ha un carattere squisitamente culturale e cioè di rendere disponibile la conoscenza. Quel che il Codice indica è che va perseguita la coerenza tra i due ambiti, coniugando la severità della tutela con la possibilità d uso del patrimonio. La valorizzazione sottostà alla tutela, attraverso l esercizio della verifica di compatibilità; non ci può essere alcuna forma di valorizzazione se questa non è compatibile con la tutela. Quindi la tutela rimane il fondamento, il terreno su cui tutto si deve confrontare. Anche chi è portatore di novità in termini di fruibilità ha l obbligo di comprendere che se l unitarietà della tutela dovesse essere messa in discussione, se la materialità del patrimonio culturale dovesse essere compromessa, venisse lesa, emendata non avrebbe più senso parlare di valorizzazione, perché verrebbe a mancare l oggetto stesso della nostra attenzione. Il patrimonio culturale italiano è una sorta di matrice, è un tessuto che caratterizza l intero territorio nazionale. Tutto questo nel dibattito sulla valorizzazione non è stato messo in discussione, anzi è stato confermato. E si percepisce sempre più distintamente che il valore è qualcosa che va oltre quell hic et nunc di cui parla Walter Benjamin; il valore sta proprio in quell aura che avvolge il patrimonio; un aura generata da ciò che il patrimonio è, dal modo in cui si rappresenta e da come ci è stato tramandato dal passato. La mia recente esperienza di Commissario per l area archeologica di Roma mi ha confermato in questa consapevolezza; e cioè che questo patrimonio, con tutte le sue lacune, vale per quel che è. Vale fintanto che quell aura vale. Quando quell atmosfera dovesse venir meno, verrebbe meno l interesse e anche il valore che ha, cadrebbe immediatamente e irrimediabilmente, più rapidamente dei bond di cui tanto si parla in questi giorni. Per concludere, questi due anni di esperienza mi hanno convinto che, in tema di valorizzazione, la barra del timone conservazione/tutela del patrimonio culturale è rimasta ben salda a dritta. 12 Primo colloquio sulla valorizzazione
3 Mario Caligiuri Coordinatore della Commissione Beni e Attività culturali della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Gentili signori e cari signori, Segretario Generale Roberto Cecchi, Direttore Generale Mario Resca, Direttore Generale Antonia Pasqua Recchia, sono molto contento di essere insieme con voi in questa giornata particolare. Il 12 ottobre, com è noto è stata scoperta l America da Cristoforo Colombo, che era un personaggio particolare. Infatti, partì senza sapere dove andava, arrivò senza sapere dov era e soprattutto viaggiò a spese dello Stato. Ma non mi sembrano questi i tempi per cui possiamo viaggiare a spese dello Stato. Credo che bisogna certamente puntare sulla tutela dei beni culturali che è la madre di tutte le valorizzazioni, però è indiscutibile che occorre valorizzare e in modo convinto quello che abbiamo. La disattenzione del nostro Paese verso il settore è dimostrata da un dato essenziale: il Ministero è stato costituito solo nel 1974; uno dei paesi, alcuni dicono il paese che ha i beni culturali più estesi e più importanti del mondo, solo 40 anni fa ha istituito un Ministero apposito. Quando parliamo di tutela e anche di valorizzazione, occorre però, uscire dalle dichiarazioni di principio che sono sempre estese e uscire dai luoghi comuni che, come sempre, sono i più affollati. Il convegno di oggi va chiaramente in questa direzione. L istituzione di un apposita struttura, all interno del Ministero, che punta alla indispensabile valorizzazione dei beni culturali, risale soltanto al 2009 ed è stata affidata al Cavaliere del Lavoro Mario Resca, che nella promozione ha competenze specifiche e profonde. Questa struttura, di valorizzazione, per certi versi avulsa dal contesto, vista la storia del nostro paese è probabilmente indispensabile al contesto, perché se noi intendiamo mettere la cultura al centro della vita degli italiani dobbiamo valorizzare quello che abbiamo, non tanto il consumo culturale, quanto il godimento culturale, perché la cultura deve essere non un bene a disposizione dell élite ma a disposizione di tutti. Certamente noi possiamo essere la sesta, la settima potenza industriale del mondo dal punto di vista economico, anche se rischiamo il default, però per quanto riguarda la cultura siamo certamente la prima potenza mondiale. E puntare sulla cultura non è una scelta illuminata, non è un vezzo intellettuale, non è una brillante intuizione politica: è semplicemente una necessità. Perché noi non possiamo assolutamente competere con i sistemi nazionali come quello tedesco sulla siderurgia, con gli Stati Uniti sulle nuove tecnologie; con la Cina sul manifatturiero, ma sulla cultura no, sulla cultura siamo i primi nel mondo, grazie anche al lavoro fatto quotidianamente dagli operatori del settore. Allora non dobbiamo inventarci nulla, e dobbiamo valorizzare solo quello che abbiamo e sarebbe già tanto. Dobbiamo smetterla di fare i vandali; ci sono tante licenze edilizie rilasciate dai comuni che gridano vendetta, tante ristrutturazioni autorizzate anche dalle Soprintendenze che sono francamente imbarazzanti. Occorrono scelte precise e quindi occorre ottimizzare le risorse. Certo di fronte alla vastità dei beni di cui dispone il nostro Paese ovviamente questo compito è complesso, però si può e si deve fare perché abbiamo risorse umane e finanziarie spesso utilizzate malissimo. Bisognerebbe fare dei raffronti per come tanti siti culturali vengono gestiti, quanti dipendenti hanno e quanto incassi riescono a produrre, quanti visitatori riescono ad attirare. Sono dati con i quali dobbiamo fare i conti, perché su questo argomento i conti li fanno in tutto il mondo. Allora diventa una sfida per tutto il sistema Paese valorizzare il patrimonio culturale. Prima di tutto occorre un grande confronto tra le istituzioni, tra Stato da una parte e Regioni, ma anche 13
4 Comuni e Provincie dall altro, e poi l altro filone riguarda il rapporto tra pubblico e privato. Qualche settimana fa qui a Roma c è stata un importante manifestazione di Federcultura che ha cercato di spingere in questa direzione. Ma prima di tutto ritengo che occorra una volontà politica chiara che a volte è più importante delle risorse. I tempi richiedono accelerazioni non pause: non ci possiamo permettere di procedere in maniera lenta aspettando che vengano esaudite le esigenze interne degli organismi e delle corporazioni: questo vale per la gestione dei beni culturali, come per l università, per la scuola come per tutti i settori. I tempi richiedono velocità e decisioni puntuali. Le regioni in questo quadro potrebbero avere un ruolo importante, non solo in tempi di federalismo fiscale, ma soprattutto in tempi di federalismo culturale. Ci stiamo muovendo come Commissione Cultura della Conferenza delle Regioni in perfetta sinergia con il Ministero, perché siamo consapevoli che tutti i beni culturali rappresentino un patrimonio nazionale e bisogna ragionare in un ottica di sistema nazionale, con un brand unico pur nelle sue ovvie specificità. Immaginate, per esempio, che ci sono comunità montane che vanno a fare la promozione turistica dei beni culturali in Cina, dove magari hanno difficoltà ad identificare dov è l Italia e noi andiamo a promuovere invece un fazzoletto insignificante di territorio. In questi 18 mesi in Commissione abbiamo cercato di fare un lavoro concreto. Le iniziative più rilevanti che abbiamo realizzato sono rappresentate dall accordo con la Direzione Generale della Valorizzazione, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni che si sta declinando attraverso accordi regionali. Uno dei primi è quello che avverrà con la mia regione, la Calabria. Il secondo punto di attenzione sono state le Fondazioni Lirico Sinfoniche dando la possibilità alla Scala di Milano e all Accademia Santa Cecilia di Roma di poter sviluppare le proprie attività, istituendo contemporaneamente un tavolo per la rivisitazione complessiva del settore. Infatti anche qua occorre ottimizzare e valorizzare le risorse, evitare sprechi, evitare discrezionalità ministeriali. Tra l altro la Commissione Regionale dei Beni Culturali sta proponendo all Unesco l opera lirica come patrimonio mondiale dell Umanità. Un altro tema su cui ci siamo impegnati è stata la Biennale di Venezia: per la prima volta con lo Stato e per la prima volta le regioni tra loro hanno avviato una iniziativa comune. Grazie al genio di Vittorio Sgarbi, in ogni regione abbiamo avuto un padiglione che ha messo in mostra centinaia e centinaia di artisti delle varie regioni che meritano di essere conosciuti e in un certo senso risarciti. E stata un operazione culturale importantissima perché abbiamo liberato energie, creato movimento e intendiamo proseguire in questa direzione. La Commissione si è anche interessata di altre attività, per esempio la lettura, rapportandoci con il Centro per il Libro. Quando parliamo di cultura dobbiamo necessariamente partire dalla lettura, perché, diceva Don Lorenzo Milani agli scolari di Barbiana, una parola che non capite oggi è un calcio nel sedere che prenderete domani, solo che Don Lorenzo era molto più colorito. Un altro aspetto su cui ci siamo soffermati è quello della creatività, certamente dobbiamo occuparci di fondazione di lirico sinfoniche, di musei, di biblioteche, di teatri, ma la cultura è anche cultura alternativa, cultura giovanile, cultura digitale e quindi crescita. L Unione Europea rivolge un attenzione importante alle industrie creative. Un altro tema di attenzione è stato quello delle Film Commission che in tutte le regioni si stanno sviluppando: quella della Puglia ha fatto un attività straordinaria, in un anno hanno girato circa 100 film. Pensate, quindi, all indotto che è stato creato. Non solo come Commissione abbiamo cercato di svolgere un lavoro necessario, minuzioso, di dettaglio, di regole, di commi pure importanti, ma anche un ruolo innovativo, senza trascurare i provvedimenti attesi che in parte sono stati già citati. Per esempio abbiamo istituito un tavolo per identificare i livelli uniformi di qualità della valorizzazione e ab- 14 Primo colloquio sulla valorizzazione
5 biamo concluso i lavori di un tavolo tecnico sulle linee guida della gestione dei parchi archeologici e attendiamo il regolamento da parte del Ministero. Lo stesso vale per quanto riguarda le fondazioni lirico-sinfoniche. Inoltre con il Direttore Generale Pasqua Recchia abbiamo lavorato sulla qualità architettonica degli edifici pubblici. Infatti, ogni anno investiamo somme rilevanti in questo settore, costruendo a volte degli edifici brutti e basterebbe veramente poco per farli meglio in modo che arricchiscano l ambiente urbano. Il regolamento edilizio di Milano agli inizi del Novecento consentiva l edificazione soltanto a condizione che l edificio edificato contribuisse al miglioramento della qualità urbana. Tanta strada possiamo e dobbiamo fare insieme, perché la cultura dovrebbe essere così: non è né di destra, né di sinistra, ma, in alto. E tanta strada possiamo fare insieme tra Stato e Regioni, tra Nord e Sud del Paese e dirlo nei 150 anni dell Unità, in questo paese che è diviso di fatto, è particolarmente importante. Infatti, l Italia è divisa di fatto perché, una cosa è visitare un museo al Sud ed una cosa è visitarlo al Nord; una cosa attraversare un autostrada al Sud è una cosa è attraversare un autostrada al Nord; una cosa è andare in un ospedale al Sud e una cosa andare in ospedale al Nord; una cosa assicurare un auto al Nord e una cosa assicurarla al Sud. Allora, in questo Piano per il Sud sono previste opere importanti per quanto riguarda i beni culturali. Per esempio in Calabria sono stati previsti 100 milioni di euro per recuperare l antica Kroton che ha un valore di un grandissimo significato simbolico, perché si tratta di recuperare un area inquinata nel corso degli anni dalla Montedison, che va recuperata per la fruizione degli italiani. Concludo: bisogna fare sistema. La cultura è qualcosa di talmente importante che non si può lasciare l incombenza ai soli addetti ai lavori e questa è una materia trasversale e multidisciplinare per vocazione che si incrocia col turismo, la ricerca, l università, la scuola. Allora, occorre un dialogo costante tra Regione e Stato e soprattutto su due temi che riguardano anche in questo caso il Sud: sui Fondi Europei ci sono risorse importanti per le regioni meridionali, anche risorse stellari, come quelle per la ricerca, sono somme gigantesche che in parte nelle regioni del Sud potrebbero essere curvate sulla valorizzazione dei beni culturali. Anche su questo, allora, occorre veramente, un dialogo costante e fecondo, perché la possibilità c è e si possono realizzare risultati veramente importanti. Per fare questo, però, bisogna capire da che parte stare. Infatti, c è bisogno di una classe dirigente che abbia chiaro, sia a livello politico che gestionale, cosa fare e da che parte stare. A questo riguardo ricordo il personaggio del Principe di Talleyrand, che era un marchese, un Vescovo, un diplomatico, che era stato con Luigi XVI e contro Luigi XVI, era con Robespierre e contro Robespierre, con Napoleone e contro Napoleone, con la Reazione e contro la Reazione. Nel 1830 mentre c era a Parigi una rivolta di piazza, lui osservava gli scontri dall alto del suo palazzo. Alla fine del terzo giorno disse al suo domestico: i nostri stanno vincendo. E il domestico ma i nostri chi sono?, questo te lo dico domani. Noi, invece, lo diciamo oggi da quale parte stare: dalla parte della valorizzazione della cultura, dalla parte dell Italia. 15
6 Antonia Pasqua Recchia Direttore Generale per il paesaggio, le belle arti, l architettura e l arte contemporanee - MiBAC Esprimo nella mia veste di Direttore Generale per il paesaggio, le belle arti, l architettura e l arte contemporanee, un vivo apprezzamento per questa iniziativa che intende approfondire un aspetto fondamentale delle attività del Ministero per i beni e le attività culturali: la valorizzazione. E stato già brillantemente ricordato e ribadito dal Segretario Generale, arch. Roberto Cecchi, come la valorizzazione non sia in contrasto, ma bensì strettamente connessa alla tutela: noi ci occupiamo di tutela e di conservazione del patrimonio, facendo in modo che venga trasmesso alle generazioni future in tutta la sua complessità, con tutta la sua aura che ne connota la consistenza di patrimonio culturale. Non si tratta, infatti, solo di consistenza fisica che pure è fondamentale, ma di consistenza fisica con l aggiunta dell aura. Anche se la Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale è stata istituita due anni fa con l ultima riforma del Ministero per i beni e le attività culturali, si parla di valorizzazione da molto tempo, anche prima che ne fosse introdotto il concetto stesso nell articolo 6 del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Già l articolo 9 della Costituzione (La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione) individua la finalità dell attività di tutela del patrimonio culturale con la promozione dello sviluppo della cultura. Il tema, tuttavia, è molto complesso perché gli aspetti che riguardano le attività di valorizzazione nel corso della tavola rotonda avrò modo di articolare meglio questo argomento - impattano con tanti altre attività: quelle relative alla conservazione e alla tutela, quest ultima anche in relazione sicuramente all aspetto della tutela dell integrità di fruizione dei vari luoghi della cultura. La Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l architettura e l arte contemporanee autorizza la movimentazione non è un bel termine, ma esprime bene il concetto - di oltre opere d arte per mostre in Italia ed all estero. Questa movimentazione porta con sé anche una componente economica importante, quella relativa alla filiera produttiva legata all organizzazione di mostre e che include un ampio insieme di imprese, di attività, di persone e di economia. Non bisogna, però, dimenticare che il Ministero deve contestualmente garantire anche la consistenza dell offerta culturale e la fruibilità di musei, siti e luoghi da cui poi queste opere partono per le diverse mostre ed esposizioni; un tema rilevante, quest ultimo, che sarà sicuramente affrontato. Sono convinta che questo incontro - il primo di questa serie anche se non rappresenta lo start up della tematica, ma sicuramente un momento di riflessione ulteriore - sia finalizzato all emanazione delle linee guida della valorizzazione che pure sono previste nel Codice, e all avvio di una profonda riflessione al nostro interno. In questo senso daremo la massima collaborazione alla Direzione Generale per la valorizzazione, diretta da Mario Resca, anche ampliando 16 Primo colloquio sulla valorizzazione
7 il dibattito interno con la partecipazione dei direttori dei Poli museali, i conservatori e gestori del patrimonio nei maggiori complessi museali, ma anche di tutti gli altri soprintendenti che si occupano di patrimonio culturale mobile e di patrimonio culturale monumentale. Ho ascoltato con grande interesse l intervento di Mario Caligiuri, non soltanto per la citazione dell accordo stipulato dalla Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l architettura e l arte contemporanee con la Regione Calabria per lo sviluppo della qualità dell architettura contemporanea, ma per aver messo in luce gli aspetti economici legati alla gestione del patrimonio culturale. La gestione del patrimonio culturale si colloca all interno di un sistema economico generale e non è possibile considerarla avulsa da esso. La manutenzione di questo patrimonio richiede grandi risorse e finanziamenti continuativi. Seppure si riuscisse per un miracolo ad attivare subito la manutenzione programmata, in modo da evitare in futuro interventi straordinari di restauro, di consolidamento e così via, la gestione del patrimonio richiederebbe, comunque, finanziamenti continui e costanti. E necessario, dunque, che entrino in gioco tutte le forze, tutti i portatori di interesse, tutti coloro che hanno qualcosa da dire e da dare nel merito, non esclusivamente lo Stato. Si è, infatti, in una fase in cui lo Stato arretra sempre di più, non soltanto nel nostro paese, ma in tutte le democrazie occidentali. A fronte di questo arretramento, però, deve affiancarsi una maggiore consapevolezza e assunzione di responsabilità da parte della società civile e il rafforzamento della rete interistituzionale: quella che abbiamo iniziato a costruire e che stiamo ancora costruendo con le Regioni - in particolare con Mario Caligiuri, Presidente Rappresentante delle Regioni nella Conferenza Stato-Regione, per quello che attiene alla cultura - e quella con tutti gli altri soggetti, anche privati, che abbiano a cuore il Patrimonio culturale e decidano di mettere le loro forze intellettuali, ma anche finanziarie, al servizio di un importante obiettivo comune: la conservazione del patrimonio culturale e di conseguenza la conservazione della nostra identità di Paese. Grazie molte. 17
8 Mario Resca Direttore Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale - MiBAC Vi ringrazio per la vostra partecipazione, così numerosa, a quello che abbiamo chiamato Primo Colloquio sulla Valorizzazione. Vi porto i saluti del Ministro Giancarlo Galan e del sottosegretario Riccardo Villari, che si scusano per non essere presenti per via di impegni istituzionali, ma vi mandano i loro saluti e gli auguri per una giornata proficua e di successo. L incontro di oggi nasce come occasione per condividere le nostre esperienze e migliorare la conoscenza reciproca, rinnovando un piacere che è rimasto sempre vivo per me durante questi tre anni di esperienza in questo Ministero. Devo ringraziare, quindi, i miei colleghi e collaboratori che hanno lavorato molto per portare oggi alla vostra attenzione il risultato di ormai due anni di lavoro. Sono, infatti, trascorsi dall istituzione della Direzione per la Valorizzazione del nostro Patrimonio Culturale, due anni molto intensi, di grande entusiasmo ma anche difficili, che stanno producendo risultati che incoraggiano tutti noi, tutto il nostro Ministero ad andare avanti. Devo ringraziare, quindi, tutti coloro che hanno collaborato con noi, perché il lavoro che abbiamo sviluppato è il frutto di un confronto quotidiano, che ci ha portato a condividere obiettivi e azioni, perché nessuno di noi è meglio di tutti noi messi insieme ma è attraverso l integrazione e la collaborazione che possiamo raggiungere risultati concreti in un settore complesso come quello in cui operiamo. Ricorderete che, al momento della sua istituzione, la Direzione Generale della Valorizzazione generò molti interrogativi, e anche qualche ansia, sul significato della valorizzazione, in particolare in relazione alla tutela. Come avete potuto constatare la nostra azione si è basata su quello che l articolo 9 della Costituzione ci dice, e sulla consapevolezza che questo paese ha una responsabilità nei confronti del mondo intero rispetto alla qualità e quantità del suo patrimonio culturale, non solo nel contesto della civiltà occidentale, ma anche per il suo ruolo di cerniera, di scambio e di dialogo fra le diverse culture dell Asia e del Mediterraneo con l Europa. Come forse sapete, uno dei risultati che abbiamo ottenuto in questi due anni è di aver concretizzato un partenariato con le autorità cinesi nel settore culturale che mira ad aprire l anno prossimo uno spazio museale italiano all interno dell unico museo nazionale cinese, a Pechino, in piazza Tienanmen. Si tratta di un grandissimo privilegio, perché siamo l unico Stato ammesso in un luogo importante e simbolico quale è piazza Tienanmen. Il confronto con le autorità cinesi, che conduciamo grazie a questo protocollo di cooperazione, ci conferma che siamo considerati una potenza culturale loro pari. Ciò è notevole tenuto conto che la Cina, che ha generato cultura nel corso di 5000 anni di storia, considera sé stessa come la potenza culturale più importante a livello mondiale. La Cina non ci considera una potenza economica, né una potenza militare ma una potenza culturale, e si aspetta da noi quei livelli di qualità che ci si aspetta dai numeri uno. Quando fu istituita la Direzione generale, insieme ai colleghi, al Segretario Generale, ai Ministri che nel frattempo si sono succeduti, ci siamo dati l obiettivo di promuovere e valorizzare il nostro patrimonio culturale, sempre tenendo presente che la tutela, la conservazione, la manutenzione del nostro patrimonio culturale è senza dubbio la priorità più importante. Non possiamo valorizzare, non possiamo promuovere, non possiamo mostrare e condividere il 18 Primo colloquio sulla valorizzazione
9 nostro patrimonio culturale con i nostri concittadini, con i nostri connazionali, con il mondo intero se questo non viene ben tutelato, se non viene mantenuto. L obiettivo che ci siamo posti è stato innanzitutto quello di capire come il nostro patrimonio culturale veniva recepito, condiviso dai fruitori, sia essi connazionali che turisti. I dati sulla fruizione dei nostri luoghi della cultura, musei, siti, biblioteche e archivi di Stato, rivelavano un calo di fruitori negli anni dal 2005 al 2008, paganti o meno. Quanto abbiamo detto prima, che siamo una potenza culturale, non è quindi confermato né dai nostri connazionali, né dai turisti. Se è vero che ci sentiamo leader in questo settore, dobbiamo agire come leader, competere con tutto il mondo per attrarre i visitatori, perché la cultura è strettamente connessa all identità di ogni paese e se noi perdiamo visitatori, perdiamo la possibilità di promuovere la nostra cultura, perdiamo la consapevolezza della nostra identità. Per questo abbiamo buttato il cuore oltre l ostacolo, condividendo con tutti voi degli obiettivi semplici e chiari: riportare all interno dei nostri siti i nostri connazionali, condividere la nostra conoscenza con i cittadini, attirare i giovani, la gente che magari nei musei non è mai venuta. A prescindere dall età, perché è sempre il momento per iniziare un viaggio culturale. A prescindere dalla preparazione, perché la conoscenza, la bellezza, l arte espressa dai grandi artisti, dai grandi architetti, dai grandi creatori, emoziona chiunque. Abbiamo perciò progettato e condiviso con voi un piano triennale mirato ad invertire questo andamento negativo, e ci siamo dati obiettivi misurabili che all epoca sembravano temerari, considerando che il calo dei nostri fruitori, dei nostri visitatori, era a meno 2%, meno 3%, meno 5%, abbiamo puntato ad invertire questa tendenza: +3 %, +5%, +10%. I nostri obiettivi prescindono dai paganti o meno, perché il nostro obiettivo istituzionale è quello promuovere il nostro patrimonio, portare più gente all interno dei musei, creare le condizioni per un esperienza di visita interessante, non certo portare a casa dei soldi. Nel 2010, prima annualità del nostro piano triennale, se teniamo conto debitamente del cambiamento del sistema di misurazione dei visitatori del Pantheon abbiamo raggiunto +6%, molto di più del 3% che ci eravamo posti come obiettivo, e che a quel tempo consideravamo temerario. I primi sei mesi del 2011, sempre a parità di metodo di contabilità SISTAN, registrano più del 9% di aumento di visitatori, un trend positivo che si aggiunge a quello dell anno precedente, e che ci conferma che stiamo finalmente aprendo a tutti i nostri luoghi della cultura. Tra l altro sono aumentati anche gli incassi della bigliettazione, con grande preoccupazione iniziale dei servizi aggiuntivi e di chi si occupa della gestione dei nostri musei, anziché caffetteria, bookshop e quant altro. Per raggiungere questi obiettivi abbiamo realizzato numerose azioni di promozione, dalla pubblicità che voi avete visto, realizzata con le scarsissime risorse a disposizione, e per questo devo ringraziare ancora una volta chi ci ha dato una grande mano concedendoci spazi spesso gratuiti, all uso dei nuovi media che sono maggiormente familiari ai giovani: facebook, twitter, youtube, google e quant altro, iniziative che hanno avuto anche effetto sugli incassi. Abbiamo 19
10 inoltre realizzato molte promozioni gratuite che hanno generato un esperienza positiva nel fruitore, che quindi si sentirà stimolato a tornare: grazie alle aperture serali un nuovo tipo di pubblico; giovani e famiglie, è venuto a visitare, spesso per la prima volta, i musei della propria città, perché se i siti chiudono alle cinque possono essere visitati solo da chi è in vacanza, da chi è in viaggio di nozze o chi ha la possibilità di andarci durante le ore di lavoro. Le aperture serali, che hanno reso più facile la condivisione del nostro patrimonio, ci hanno restituito tanta gratitudine da parte dei visitatori, un risultato che dobbiamo condividere con tutti voi. Devo ringraziare chiaramente tutto il team, tutto il gruppo di lavoro che ha investito su questa scommessa, facendo comprendere non solo all esterno ma all interno del Ministero gli obiettivi e il senso di questa azione. Questo è un elemento importante per la nostra crescita, se noi continueremo ad essere coerenti e consistenti, e a dare la giusta considerazione a tutto personale che lavora con noi, anche ai custodi, porteremo sempre di più persone all interno dei nostri musei. Come sapete io vengo dalla cultura d azienda, che è nobile, è nobilissima ci consente di stare meglio, di progredire. Attraverso questa cultura abbiamo acceso i riflettori sul nostro patrimonio culturale, per dire alla politica, a chi ha responsabilità di governo, quanto sia importante aumentare la consapevolezza che è un grande strumento di crescita anche economica, e che genera ricchezza. La vecchia Europa sta investendo molto in questo settore considerando che il turismo culturale, cioè la domanda di conoscenza è in aumento in tutto il mondo. Siamo in competizione con i nostri colleghi, Francesi, Inglesi, Europei, che stanno investendo in modo aggressivo per attrarre visitatori e per migliorare l esperienza totale del visitatore. Ed ecco perché abbiamo lanciato una seconda grande sfida, difficilissima, contrastata, spesso ostacolata: le linee guida per il rinnovo, per altro scaduto da anni, delle concessioni all interno dei nostri musei e nei nostri siti archeologici. Quando vado all estero vedo musei che hanno un patrimonio culturale minore rispetto al nostro, ma che riescono ad attrarre più visitatori grazie ad un offerta completa, consentendo, ad esempio, di usare la carta di credito, mentre purtroppo molti dei nostri concessionari non le accettano per risparmiare le commissioni dell agenzia; accogliendo il visitatore in un luogo pulito, dove il personale ha l abbigliamento curato, dove trovo bookshop, bar, caffè, ristoranti con una buona profondità di gamma di prodotti. Non sono problemi, sono opportunità, sono grandi opportunità, perché migliorando questi aspetti le persone vengono di più, vengono più spesso e spendono anche più soldi all interno dei nostri musei, soldi da reinvestire nella tutela del nostro patrimonio. Mi auguro che le linee guida, che molti di voi stanno usando per le gare in corso, diano i frutti sperati. Certamente i messaggi che abbiamo lanciato hanno destabilizzato, sollevato alcune polemiche, che sono normali per chi lavora, ma anche stimolato gli attuali concessionari, pur sotto rinnovo, ad attrezzarsi, a migliorare, ad essere più attenti. La sfida che portiamo avanti è una sfida che ci vede molto motivati e debbo ringraziare ancora il gruppo di lavoro che lavora con me, in modo veramente valoroso, con orgoglio, con spirito di rilancio. Come sapete il mio arrivo ha generato qualche polemica che non mi ha spaventato, anzi mi ha motivato ulteriormente, mi ha spinto a contribuire e condividere con voi tutti la mia esperienza. Apprezzo molto l entusiasmante esperienza che ho fatto, l opportunità unica di conoscere da vicino questo enorme patrimonio e condividerlo con voi, è stato un privilegio raro, per questo vorrei che tutti potessero fare l esperienza di venire a visitarvi ed essere da voi guidati, voi che siete i maggiori esperti, che tutto il mondo ci invidia. Per questo 20 Primo colloquio sulla valorizzazione
11 abbiamo lanciato moltissimi nuovi accordi di collaborazione culturale, con chi ci considera leader, rispondendo a grandi aspettative, non solo della Cina, ma di tutti i paesi Europei, del Sud America, del Centro America, del Nord America e dell Estremo Oriente. L esperienza ci ha insegnato che non dobbiamo puntare solo sulle eccellenze, su Caravaggio o Raffaello, ma anche su quello che per noi è normale, come il Trittico di Beffi, un trittico ligneo del 400, di autore sconosciuto di scuola Senese, che abbiamo portato negli Stati Uniti e ha riscosso un successo eccezionale. Ho aperto questo mio saluto con un concetto sui cui mi preme ritornare: nessuno di noi è meglio di tutti noi messi insieme. È un principio fondamentale, che condivido con tutta la nostra Direzione e con i colleghi di tutto il Ministero, dal Collegio Romano, al San Michele a tutti gli istituti del territorio, e lascio spazio ai colleghi perché abbia inizio questa giornata da condividere insieme, che mi auguro sia anche divertente, perché il lavoro deve essere gratificante e contenere in se il piacere di stare insieme. Ringrazio quindi tutti voi e vi auguro una buona giornata e buon lavoro. Grazie. 21
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