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1 D.M. 10 agosto 2012 n. 161 Regolamento recante la disciplina dell utilizzo delle terre e rocce da scavo 2012 GEOlogica Via Ambrogio da Bollate, Bollate (MI) Tel. E fax (r.a.) logica.com

2 D.Lgs. 152/2006 art. 179 : LA GESTIONE DEI RIFIUTI AVVIENE NEL RISPETTO DELLA SEGUENTE GERARCHIA: a) prevenzione; b) preparazione per il riutilizzo; c) riciclaggio; d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; e) smaltimento. D.M. 10 agosto 2012 n. 161 FINALITA Consentire il rispetto dell art. 179 del D.Lgs. 152/06 mediante l opportunità di classificare le TERRE E ROCCE DA SCAVO COME SOTTOPRODOTTI E NON RIFIUTI, quindi riutilizzabili (art. 2) in conformità alle previsioni della CE art. 181 comma 1 lettera b) D. Lgs. 152/2006

3 D.Lgs. 152/2006 art. 186: D.L. 24 gennaio 2012 n. 1 convertito in legge 24 marzo 2012 n. 27 Art. 49 comma 1) l utilizzo delle terre e rocce da scavo è regolamentato con Decreto del Ministero Ambiente Art. 49 comma 1bis) il decreto di cui al comma precedente...omissis stabilisce le condizioni alle quali le terre e rocce da scavo sono considerate sottoprodotti ai sensi dell art. 184 bis del D. Lgs. 152/2006 Art. 49 comma 1 ter)...omissis dalla data di entrata in vigore del D.M. è abrogato l articolo 186 del D. Lgs. 152/2006

4 D.Lgs. 152/2006 art. 186: D.L. 24 gennaio 2012 n. 1 convertito in legge 24 marzo 2012 n. 27 D.L. 25 gennaio 2012 n. 2 convertito in legge 24 marzo 2012 n. 28 Art. 3 comma 1) Ferma restando la disciplina in materia di bonifica dei suoli contaminati i riferimenti al «suolo» contenuti nell art. 185, comma 1, lettere b) e c), e 4, del D. Lgs. 152/2006 si interpretano come riferiti anche alle matrici materiali di riporto di cui all allegato 2 alla parte IV del medesimo D. Lgs. Art. 3 comma 2) Ai fini dell applicazione del presente articolo, per matrici materiali di riporto si intendono i materiali eterogenei, omissis, utilizzati per la realizzazione di riempimenti e rilevati, non assimilabili per caratteristiche geologiche e stratigrafiche al terreno in situ, all interno dei quali possono trovarsi materiali estranei

5 D.Lgs. 152/2006 art. 186: Art. 185 comma 1) Non rientrano nel campo di applicazione della Parte quarta del presente decreto: b) il terreno (in situ), incluso il suolo (materiali di riporto) contaminato non scavato e gli edifici collegati permanentemente al terreno, fermo restando quanto previsto dagli art. 239 e seguenti c) il suolo (materiali di riporto) non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di attività di costruzione, ove sia certo che esso verrà riutilizzato ai fini di costruzione allo stato naturale nello stesso sito in cui è stato scavato Art. 185 comma 4) il suolo (materiali di riporto) escavato non contaminato e altro materiale allo stato naturale, utilizzati in siti diversi da quelli in cui sono stati escavati, devono essere valutati ai sensi, nell ordine, degli artt. 183 comma 1 lettera a), 184 bis e 184 ter.

6 D.M. 10 agosto 2012 n. 161 Art. 1) Definizioni Art. 2) Finalità Art. 3) Ambiti di applicazione ed esclusione Art. 4) Disposizioni generali Art. 5) Piano di Utilizzo Art. 6) Situazioni di emergenza Art. 7) Obblighi generali Art. 8) Modifica del Piano di Utilizzo Art. 9) Realizzazione del Piano di Utilizzo Art. 10) Deposito in attesa di utilizzo Art. 11) Trasporto Art. 12) Dichiarazione di avvenuto utilizzo DAU Art. 13) Gestione dei dati Art. 14) Controlli e ispezioni Art. 15) Disposizioni finali e transitorie Art. 16) Clausola di riconoscimento reciproco

7 D.M. 10 agosto 2012 n. 161 art. 4, comma 1 : È un sottoprodotto il materiale da scavo che: a) è generato durante la realizzazione di un'opera, di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale materiale; b) è utilizzato in conformità al Piano di Utilizzo [...] c) è idoneo ad essere utilizzato direttamente, ossia senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale secondo i criteri di cui all allegato 3; d) per le modalità di utilizzo specifico di cui alla precedente lettera b), soddisfa i requisiti di qualità ambientale di cui all allegato 4.

8 GESTIONE DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO D.M. 1008/2012 n. 161 Scavi per fondazioni Sbancamenti di livello Tracciatura fognaria Terre e rocce da scavo TERRENO DA ASPORTARE Applicazione D.Lgs. 152/06 D.M. 161/2012 CARATTERIZZAZIONE Altri scavi EVENTUALE RIUTILIZZO IN CANTIERE (cfr. D.Lgs.152, art. 185, p.to 1 comma c) PIANO DI UTILIZZO NON CONFORMITA GESTIONE IN CONFORMITA AL P.U. Smaltimento come RIFIUTO DICHIARAZIONE DI AVVENUTO UTILIZZO Conferimento ad altri siti e/o a recupero

9 GESTIONE DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO PIANO UTILIZZO D.M.161/12 Il Piano di Utilizzo deve essere valutato dagli Enti, la cui risposta deve essere data entro 90 giorni dalla consegna del P.U. Il Piano di Utilizzo deve contenere: Descrizione delle opere di scavo Descrizione dei siti di produzione Descrizione siti e processi industriali di utilizzo Eventuali pratiche industriali di miglioramento Indicazione dei percorsi di trasporto Dati dei siti di produzione, destinazione ed eventuali depositi intermedi: inquadramento territoriale denominazione dei siti, desunta dalla toponomastica del luogo; ubicazione dei siti (comune, via, numero civico se presente); estremi cartografici da Carta tecnica regionale (Ctr); corografia (preferibilmente scala l:5.000); planimetrie con impianti, sottoservizi sia presenti che smantellati e da realizzare (preferibilmente scala l:5.000); inquadramento urbanistico Inquadramento geologico ed idrogeologico descrizione delle attività svolte sul sito Individuazione della destinazione d'uso urbanistica attuale e futura, con allegata cartografia da strumento urbanistico vigente; descrizione del contesto geologico della zona, anche mediante l'utilizzo di informazioni derivanti da pregresse relazioni geologiche e geotecniche; ricostruzione stratigrafica del suolo/sottosuolo, mediante l'utilizzo dei risultati di eventuali indagini geognostiche e geofisiche già attuate. I riporti se presenti dovranno essere evidenziati nella ricostruzione stratigrafica del suolo/sottosuolo; descrizione del contesto idrogeologico della zona (presenza o meno di acquiferi e loro tipologia) anche mediante indagini pregresse; livelli piezometrici degli acquiferi principali, direzione di flusso, con eventuale ubicazione dei pozzi e piezometri se presenti (cartografia preferibilmente a scala 1:5.000); uso pregresso del sito e cronistoria delle attività antropiche svolte sul sito; definizione delle aree a maggiore possibilità di inquinamento e dei possibili percorsi di migrazione; identificazione delle possibili sostanze presenti; risultati di eventuali pregresse indagini ambientali e relative analisi chimiche fisiche; PIANIFICAZIONE DELLA CARATTERIZZAZIONE DA CONDURSI IN CORSO D OPERA Caratterizzazione propedeutica descrizione delle indagini svolte e delle modalità di esecuzione; localizzazione dei punti mediante planimetrie; elenco delle sostanze da ricercare come dettagliato nell'allegato 4; descrizione delle metodiche analitiche e dei relativi limiti di quantificazione. caratterizzazione propedeutica non attuata per impossibilità oggettiva

10 cfr definizioni art. 1 ALLEGATO 1: La caratterizzazione deve essere svolta e presentata prima dell inizio dello scavo Approfondimenti conoscitivi di dettaglio progettuale funzionali all approntamento del PIANO DI UTILIZZO NO metodologie di scavo in grado di determinare contaminazioni ambientali SI Prevista necessità di caratterizzazione in corso d opera NO SI Nel P.U. indicare le modalità di esecuzione Ripetizione caratterizzazione in fase d opera ATTUAZIONE CARATTERIZZAZIONE PROPEDEUTICA CARATTERIZZAZIONE IN CORSO D OPERA

11 d.m. 161/12 art. 1, comma 1, Lettera b) Allegato 4 PROTOCOLLI ANALITICI PROTOCOLLO ORDINARIO As Ni Zn Cr tot Cd Pb Hg Cr VI Co Cu Amianto Idrocarburi C>12 Aree a distanza < 20 m da infrastrutture viarie di grande comunicazione Aree a sede di insediamenti impattanti Destinazioni in prossimità di falda Aree oggetto di interventi di bonifica Valutazioni ARPA APPA BTEX IPA Tab. 1, all.5 al titolo V parte IV completa LIMITI DI RIFERIMENTO D.LG. 152/06 CSC tab. 1, all.5 al titolo V parte IV

12 Esiti analitici CONFRONTO CON LE CSC stabilite per la destinazione d uso in esame (D.Lgs. 152/06, tab.1, all. 5 al titolo V parte IV) CSC superate CSC non superate Avvio procedure di bonifica Possibile campagna per individuare i valori di fondo, da effettuare e concordare con Enti (D.M.161, p.to 4, art.5) Redazione P.U. Valori di fondo superati Valori di fondo non superati

13 FLUSSO DEL PIANO DI UTILIZZO PRESENTAZIONE PIANO DI UTILIZZO Consegna integrazioni entro 30 gg Richiesta motivata di verifica ad ARPA APPA Richiesta integrazioni Eventuale richiesta di ARPA APPA di approfondimenti in contraddittorio entro 45 gg Rigetto del piano difformità Comunicazione esiti delle verifiche di ARPA APPA all Autorità competente conformità APPROVAZIONE P.U. Presentazione di un nuovo Piano di Utilizzo Gestione del materiale come rifiuto. INIZIO SCAVI in conformità al P.U. (entro 2 anni dall approvazione e con termine dato dal P.U. stesso) Azioni del Proponente Azioni dell Autorità Competente entro 90 gg azioni di ARPA / APPA Eventuali proroghe per ultimare i lavori (max 1 anno) possono essere richieste entro 2 mesi dalla data di fine lavori indicata nel P.U.

14 GEOlogica Studio professionale associato di Geologia Via Ambrogio da Bollate, Bollate (MI Tel e fax (r.a.): 02/ logica.com

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