D. STRANGIO, Turismo e sviluppo economico. Latina e il suo territorio, Casa Editrice Università La Sapienza, Roma, 2008.

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1 D. STRANGIO, Turismo e sviluppo economico. Latina e il suo territorio, Casa Editrice Università La Sapienza, Roma, Sul rapporto fra Turismo e sviluppo economico si è sviluppato, negli ultimi decenni, un ampio dibattito che ha visto il coinvolgimento di economisti, policy makers a livello locale, nazionale e sovranazionale (UE, ONU, WTO, OECD), operatori del settore e comunità locali. Del turismo, come fenomeno economico, è stata messa in luce la natura complessa per la sua stretta interrelazione con le risorse ambientali, sia naturali sia umane, e per la sua conseguente interdipendenza con gli altri settori economici che interagiscono sul territorio. Il turismo, dunque, può divenire un importante motore di crescita locale soltanto se valorizza il territorio nel suo insieme, permettendone una competitività di lunga durata sul mercato. È essenziale pertanto che la politica di settore venga integrata nel contesto di una più ampia politica territoriale, che da un lato sviluppi una preziosa sinergia tra politiche relative ad ambiti diversi (ambiente, cultura, agricoltura, industria, trasporti, ecc.) e che nello stesso tempo, oltre alle interconnessioni interne, tenga conto e curi anche quelle verso l esterno, promuovendo e tutelando la specificità locale nel contesto ormai globale del mercato. Al dibattito sul tema non hanno mancato di interessarsi e di partecipare gli storici che si sono dedicati allo studio dell evoluzione del fenomeno turistico nel tempo e nello spazio. Nell ambito della storiografia italiana, che ha prodotto nell ultimo decennio numerosi lavori sull argomento, Donatella Strangio, docente di Storia Economica dell Università la Sapienza di Roma, torna con questo volume su un tema di ricerca cui ha dedicato negli ultimi anni altre pubblicazioni. Tra queste una raccolta di saggi da lei curata insieme a Patrizia Battilani (Università di Bologna), Il turismo e le città tra XVIII e XXI secolo. Italia e Spagna a confronto, Milano, F. Angeli 2007, è seguita al convegno internazionale sulla storia del turismo tenutosi a La Sapienza nel 2006, mentre un suo contributo specifico sul legame tra turismo e sviluppo economico, dal titolo Tourism as a resource of Economic Development. Legislative Measures, Local Situations, Accomodation capacity and Tourist Flows in Italy in the inter-war years, è contenuto nel volume curato da Attilio Celant, preside della facoltà di Economia de La Sapienza, su Global Tourism and Regional Competitiveness, Bologna, Patron All interno di questa tematica l analisi che l autrice conduce su Latina e il 151

2 suo territorio costituisce un interessante caso di studio condotto su una specifica area locale. Si parte qui dalla ricostruzione della storia dell organizzazione del territorio, oggi appartenente alla provincia di Latina, dal 1870 fino ai nostri giorni, per seguire poi l evoluzione delle linee guida della politica italiana nel settore turistico dal primo dopoguerra fino alle riforme degli ultimi anni, che recepiscono gli esiti del lungo dibattito cui si è accennato, e ritornare infine al territorio per analizzarne le risorse ambientali, per ricostruire l evoluzione del fenomeno turistico al suo interno e suggerire, sulla base dell analisi del passato, possibili percorsi futuri per uno sviluppo sostenibile e competitivo del settore. I primi due capitoli del volume ripercorrono la storia del territorio pontino, seguendo la progressiva costruzione della sua struttura economica e dei suoi confini amministrativi, dall annessione al Regno d Italia fino ad oggi. Tappa fondamentale, sia dal punto di vista amministrativo, sia da quello economico, fu la bonifica dell agro pontino ( ), la vasta opera di ingegneria territoriale voluta dal regime fascista, che oltre ad intervenire in maniera artificiale sui preesistenti sistemi locali, tracciando nuovi confini per le province tra Lazio e Campania, avviò una profondo mutamento nelle forme di utilizzazione del territorio. All «invenzione geografica» della provincia di Latina, avvenuta, nel 1934, con l aggregazione intorno alla «città nuova» di Littoria (Latina dal 1945) del territorio da Cisterna al Garigliano, sottratto alla provincia di Roma, e delle isole ponziane, staccate dalla provincia di Napoli (la provincia di Caserta era stata già abolita nel 1927), si accompagnò una vera e propria opera di «trasformazione agraria». Questa condusse la povera economia preesistente, al cui interno avevano un peso notevole le attività silvopastorali e di palude, all incremento dell agricoltura rivolta al mercato e dell allevamento stabulare, e ad un primo sviluppo di attività di trasformazione di prodotti agro-alimentari. Il 1950 segnò poi un nuovo punto di svolta: l inserimento della provincia nel programma della Cassa per il Mezzogiorno aprì una fase di intenso sviluppo economico caratterizzato da una consistente espansione industriale, per la quale la vicinanza alla capitale costituì un importante vantaggio, che spinse il reddito e gli altri parametri socio-economici della provincia ai livelli delle province più avanzate del paese. Dalla metà degli anni Ottanta, in seguito al processo di ristrutturazione industriale e alla fine dell intervento straordinario, si è aperta poi una nuova fase caratterizzata dalla progressiva 152

3 crescita del terziario. Dai dati economici del 2005 il sistema economico pontino appare un sistema integrato, in cui la forte diversificazione tra settori produttivi costituisce un importante fattore di solidità, e all interno del quale lo sviluppo del turismo può costituire un importante fattore di ulteriore crescita e integrazione, nel rispetto delle nuove linee guida che hanno ispirato negli ultimi anni la riforma della legislazione italiana del settore. All evoluzione della politica turistica italiana è dedicato il capitolo centrale del volume, che percorre le tappe del passaggio da una gestione inizialmente centralizzata - dalla fondazione dell Enit (1919) alla pianificazione economica (anni 50-60) - ad un progressivo decentramento, cominciato con il passaggio delle competenze in materia dallo stato alle regioni, dopo la loro istituzione, e culminato nella legge n. 135 del 29/03/2001, che ha introdotto i sistemi turistici locali, la cui individuazione deve partire dal basso, da enti locali e soggetti privati espressione delle comunità locali. Facendo proprio il concetto di sistema nella denominazione di questi «contesti turistici omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali appartenenti anche a regioni diverse, caratterizzati dall offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell agricoltura e dell artigianato locale, o dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate», la legge ha inoltre espressamente puntato l attenzione sulle interconnessioni interne all «ambiente» turistico, considerato nel suo complesso, e dunque sulla necessità di una politica di programmazione, che conduca alla valorizzazione delle sue risorse e delle sue potenzialità. E nelle interrelazioni tra risorse, ambiente e struttura dell offerta che l autrice individua la chiave dello sviluppo turistico e passa quindi ad analizzare sotto questo aspetto le caratteristiche della provincia di Latina, cui dedica il capitolo successivo; dell andamento nel tempo della domanda e dell offerta ricettiva si tratta, infine, nel quinto ed ultimo capitolo. Dal lato della domanda l analisi storica evidenzia il passaggio dal turismo di massa, sia di transito, sia di soggiorno, allo sviluppo di nuove tendenze. Il turismo di massa era stato incentivato, negli anni Cinquanta e Sessanta, dagli interventi di programmazione economica centralizzata, dall introduzione delle ferie garantite e dalla diffusione dell utilitaria; mentre le nuove tendenze sono collegate negli ultimi decenni alla brevità dei periodi di soggiorno, alla maggiore distribuzione nel tempo, all attenzione al rapporto qualità-prezzo, alla ricerca delle tipicità eno-gastronomiche. A ciò si 153

4 aggiungano nuove forme di turismo: escursionistico, d affari, culturale, sportivo. Dal lato dell offerta l analisi storica segue il progressivo sviluppo delle strutture appartenenti sia al settore alberghiero sia a quello extraalberghiero: alloggi privati, campeggi e villaggi turistici, dapprima, poi anche agriturismo, B&B, affittacamere. Alla luce dell analisi compiuta, la provincia appare all autrice dotata di una notevole vocazione turistica, soprattutto per la diversificazione delle risorse ambientali e storico-culturali. Queste andrebbero tuttavia adeguatamente valorizzate attraverso una razionale pianificazione che possa condurre alla ricostruzione dell «immagine turistica» della provincia: l assenza di una programmazione adeguata è stata infatti il principale fattore di debolezza dello sviluppo turistico provinciale tradizionalmente caratterizzato da sottoutilizzazione delle risorse (beni storico-culturali, aree protette, sistema collina-montagna e aree termali), spontaneità e mancanza di coordinamento delle iniziative imprenditoriali, limitata consistenza delle strutture dedite all ospitalità, sia ricettive sia di servizio (ristorazione, collegamenti ), rigidità dell offerta. Perché il turismo possa portare risultati maggiormente positivi alla crescita economica del sistema territoriale pontino è necessario innanzitutto favorire il coordinamento interno tra le attività del settore e con gli altri settori produttivi: va dunque promosso lo sviluppo, già cominciato negli ultimi anni, di percorsi turistici integrati che valorizzino la produzione locale, tra cui le tipicità enogastronomiche, anche in collaborazione con le province limitrofe. Essenziale ancora la diversificazione dell offerta per adeguarla alle nuove esigenze della domanda e alle nuove tipologie di clientela, e il miglioramento della qualità, sia nelle località balneari sia nelle aree ancora poco valorizzate. In questo modo si otterrebbe il risultato di ridurre la stagionalità e la «provincializzazione» caratteristiche del movimento turistico nell area pontina. Questo appare infatti in buona parte concentrato nell alta stagione e caratterizzato dalla prevalenza del flusso proveniente dalle province limitrofe, che, rivolto in gran parte verso gli alloggi privati, esprime scarsi bisogni e limita lo sviluppo delle attività di contorno. La progressiva ottimizzazione dei flussi turistici metterebbe inoltre in moto dinamiche positive anche sui due fattori produttivi del lavoro, di cui verrebbero limitati i movimenti migratori, e del capitale, che sarebbe attratto dalle possibilità di investimento sul territorio. Con queste indicazioni per il futuro si chiude questa attenta analisi di lungo periodo del fenomeno turistico nella provincia di Latina, condotta, 154

5 nel quadro di un saldo fondamento teorico, su una solida base di dati statistici: nutrite appendici di tabelle arricchiscono il volume, illustrando e chiarendo la ricostruzione storica, sia della struttura socio-economica della provincia, con dati su popolazione, reddito provinciale e occupazione, sia dell andamento specifico del settore turistico, con dati sul movimento - per località, tipologia di strutture ricettive, stagioni e provenienza - sulla consistenza delle strutture ricettive, sulla spesa media per turista e sull occupazione nel settore. Fondamento di questo esame dettagliato sono serie storiche complete di dati che l autrice ricava per il periodo tra 1966 e 2005 dalle rilevazioni effettuate e pubblicate prima dall EPT (Ente provinciale per il Turismo) e poi dall APT (Azienda provinciale per il Turismo) di Latina, mentre, per il periodo precedente, la fonte principale è costituita dalle relazioni annuali della filiale locale della Banca d Italia, una fonte preziosa e ricca di informazioni sulla storia del territorio nel suo complesso. E dalla conoscenza storica, infatti, questo è il monito dell autrice, che bisogna partire per promuovere la valorizzazione delle sue specificità: un indicazione di metodo che sarebbe auspicabile vedere applicata ad altri studi sulle economie locali. F. CAIAZZO 155

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