Anno III - Numero Giovedì 16 ottobre 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 COMPAGNO CHE SBAGLIA

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1 Anno III - Numero Giovedì 16 ottobre 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Il Def Renzi vara la manovra ma attenti alle tasse Vignola a pag. 2 Esteri Ebola dilaga, è panico negli Usa Musumeci a pag. 5 Napoli Precipitò dal palazzo: era vittima di abusi Capasso a pag. 9 NETTA PRESA DI POSIZIONE DEL NUMERO DUE DI ZINGARETTI SUL PROCESSO DI MARTEDÌ PROSSIMO Massimiliano Smeriglio di Francesco Storace COMPAGNO CHE SBAGLIA A colloquio con Massimiliano Smeriglio, vicepresidente del Lazio, sul caso Napolitano Una volta c erano i compagni che sbagliano. Erano terroristi. Oggi ci sono quelli che hanno coraggio e magari sbagliano quando parlano controcorrente. Parlo del processo Napolitano con Massimiliano Smeriglio, sette anni meno di me, col quale ci saremo sfidati chissà quante volte nelle piazze di Roma, ognuno dalla parte contrapposta all altro. Smeriglio, vicepresidente di Zingaretti, esponente nazionale del partito di Vendola, già dirigente di rifondazione comunista, non ha peli sulla lingua nella vicenda Napolitano e mi difende a tutto tondo. Se gli chiedo come gli è venuto in mente mi risponde seraficamente che le parole fanno paura ai potenti. Ne deduco che il potente non sono io. Sta dall altra parte ed ovviamente difende a spada tratta la Costituzione, immancabilmente nata dalla Resistenza. Bontà sua, lo fa per sventolare l articolo 21, che tutela la libertà di pensiero. Smeriglio conosce la storia e ci tiene a ricordare il caso più famoso di vilipendio al capo dello Stato, che riguardò lo scrittore Giovannino Guareschi: nel 1950 fu condannato con la condizionale a otto mesi di carcere nel processo per vilipendio al presidente Einaudi, in quanto direttore del Candido. Gli chiedo come giudica il reato, punito dall art. 278 del codice penale da uno a cinque anni di reclusione, e sbotta: A me pare cosa d altri tempi, una sorta di istituto medievale per preservare il sovrano da qualsiasi critica e non ledere la sua maestà. E poi attacca, ricordando una sentenza della Corte costituzionale del 1974, la numero 20, riferita alle forze armate offese per la quale, aldilà della pronuncia del Collegio il vilipendio si configura non con la mera critica, ma con l additare le istituzioni, i simboli o le persone al pubblico disprezzo, inducendo i cittadini a disobbedirvi. Mi sa che devo allargare il collegio di difesa... Chiedo al vicepresidente della regione Lazio se non gli abbiano imputato la parte di Voltaire, nel suo Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo. Non so se sono coraggioso come lui - risponde Smeriglio - so però che ognuno di noi può compiere piccoli gesti di coraggio, esponendosi, prendendo parola. In questo caso, pare di capire, senza lasciare solo me... Certo, sei un avversario tosto, insidioso, preparato, capace di metterci in difficoltà, conoscitore delle tecniche d aula. Un oppositore vero. La democrazia vive di questa dialettica. La chiudo qui, sennò mi commuovo, perché parole del genere le cerco altrove ma non le trovo. Spero che non le rimproveri nessuno a Smeriglio, ma se la politica ritrovasse questo tratto d umanità forse staremmo tutti meglio. Magari qualcuno lo spiegherà anche al ministro Orlando... NELL'ITALIA CHE AFFONDA LA RICOSTRUZIONE NON PARTE MAI. IL CASO CARTOCETO Prima con l acqua alla gola. Poi a secco L ALLARME DEL CONSIGLIO SUPERIORE DI DIFESA Nell Italia in ginocchio per il maltempo non sorprende quanto sta accadendo a Cartoceto. Nel Comune marchigiano, a due anni dall alluvione, i lavori di ricostruzione non sono ancora cominciati, il borgo medievale rischia il crollo e il sindaco neo eletto Enrico Rossi, stanco dell immobilismo delle istituzioni, annuncia che oggi inizierà lo sciopero della fame e della sete, aspettando una risposta da chi di dovere, seduto sul braccio meccanico di un mezzo autogru calato nel vuoto lungo via del Santuario. Proprio lì infatti ci fu il primo crollo. Cartoceto, paese di abitanti, è stato pesantemente danneggiato dall ondata di maltempo dell novembre del 2012: una porzione delle mura antiche venne inghiottita da una voragine, costringendo ad evacuare alcune famiglie. Il presidente della Regione Marche ha firmato nel febbraio scorso un decreto che concede al comune poco meno di 1,2 milioni di euro per la ristrutturazione delle mura, ma spiega Rossi, vincoli e labirinti burocratici, ricorsi al Tar, Patto di stabilità ed esiguità delle risorse stanno impedendo l inizio dei lavori. Inevitabile il paragone con le tragedie che si sono susseguite nella città ligure. Un altro caso in Italia purtroppo simile a quello che sta segnando Genova afferma il primo cittadino Siamo schiavi di una condizione che ha già portato all evacuazione di civili abitazioni: e impotenti dinnanzi ad un incontrollabile ammaloramento del quadro, che di qui a breve potrebbe determinare l intero crollo delle mura urbiche. L amministrazione comunale non è di certo rimasta a guardare fino ad oggi, impegnando risorse importanti. Ma Rossi non vuole più continuare ad affrontare da solo il rischio di mettere a repentaglio l incolumità pubblica e la vita dei miei concittadini. In questo contesto si inserisce la manifestazione pubblica di protesta proprio oggi. Un occasione - conclude in cui desidero illustrare ogni passaggio che ci ha portati a questa situazione e, in ultimo, dare avvio ad uno sciopero personale della fame e della sete fino a quando gli organi preposti non vorranno fornire univocamente indicazioni in merito. Risposte che i cittadini si aspettano a Cartoceto, come a Genova o in Maremma Altri servizi a pag 8 LIBIA, BEL SUOL DI TERRORE La crisi ucraina, ebola che dilaga. E soprattutto quell Isis che si sta spingendo in Libia, e quindi praticamente ai nostri confini, con il canale aperto da Mare Nostrum a fare da convitato di pietra ad ogni preoccupazione. Il Consiglio superiore di difesa non ha insomma fatto mistero che la pressione militare dell Isis in Siria e in Iraq implica rischi rilevanti per l Europa e per l Italia, anche per la forza attrattiva che il movimento sembra poter esercitare. Di qui l invito a considerare con estrema attenzione gli eventi in corso ed eserciti ogni possibile sforzo per prevenire, in particolare, l ulteriore destabilizzazione della Libia. La minaccia costituita dai cosiddetti foreign fighters rende evidente l esigenza di uno sforzo integrato e senza soluzione di continuità, sia sul fronte informativo sia su quello esecutivo, da parte dei dispositivi di sicurezza esterna e interna nazionali e internazionali. Ce l avranno coi barconi? Chissà Altro servizio a pag. 3

2 2 Attualità IERI UNA LUNGA GIORNATA DEDICATA ALLA MANOVRA: LA FINANZIARIA PARTE TRA LUCI E OMBRE Chi vuol essere miliardario? Renzi dà i numeri, promette tagli all Irap ma permangono i forti dubbi sulle coperture. E se i conti non tornano, scatta la clausola di salvaguardia: più Iva e altre imposte di Robert Vignola Un pomeriggio scandito dai tweet di Renzi e dai grattacapi dei tecnici. Ha cominciato di bella mattina a cinguettare, ignaro di quanto il pomeriggio sarebbe stato foriero di limature, aggiornamenti, ricalcoli e controlli. La differenza tra la finanziaria 2014 e quella del 2015 è che ci sono 18 miliardi di tasse in meno. Tutto qui, annunciava alle La giornata invece era ancora lunga e sarà infatti scandita dai rinvii. Dal primo pomeriggio alle 18, poi fin quasi alle 20 quando le porte del consiglio dei ministri di aprono. L ordine è uno, tassativo: sfoderare numeri che possano far tirare ancora un po il fiato, con la sola speranza, ad un sistema produttivo in agonia. Ma il premier ancora cinguettava: No articolo 18, no contributi per chi assume a tempo indeterminato, no Irap su costo del lavoro. Tolti gli ostacoli per assumere. Una riedizione del non avete più alibi : evidentemente quello non era poi andato troppo bene Poi i numeri: 36 miliardi di manovra, cin un taglio delle tasse di 18 miliardi, dei quali sei e mezzo per l Irap. Coperture? I tagli, of course, l ordine è tassativo. E se non funziona c è la clausola di salvaguardia (leggi sotto ). E il Tfr in busta paga? Da giugno, tanto per indorare la pillola per le imprese, che giudicano malissimo (e a ragione) questa scelta talmente demagogica da far impallidire gli 80 euro. Ma l ordine è tassativo, e lo capiranno anche in commissione europea, dice Renzi. La sostanza però non cambia ed è quella che già ieri mattina prefigurava La Stampa, peraltro un giornale tutt altro che antigovernativo, in un articolo firmato a Paolo Baroni. Eccone un passaggio: Il governo vuole provarci e ci auguriamo tutti che riesca nel proprio intento e che riesca a tagliare la spesa più improduttiva sia quest anno e ancor di più nei prossimi anni. Anche perché il Def, in Documento economico finanziario appena approvato dal Parlamento, è vero che sposta al 2017 il pareggio di bilancio, ma ha già al suo interno quello che potremmo chiamare una poison pills, una vera e propria pillola avvelenata. I tecnici la chiamano clausola di salvaguardia, e negli ultimi anni non c è manovra che non ne preveda una tanto era certa la solidità dei piani che venivano varati. In questo caso, ahinoi, si calca davvero la mano prevedendo aumenti automatici dell Iva e delle altre imposte indirette per 12,4 miliardi di euro nel 2016, 17,8 nel 2017 e ben 21,4 nel 2018 nel caso non venissero rispettati gli obiettivi di medio termine. Per cui auguriamo che i conti del governo non siano sbagliati, e che la nostra economia riparta davvero, altrimenti saranno veri dolori. Ecco appunto: tassativo, tassista o tartassino, fate voi: è quello che ci aspetta. IL COMMISSARIO IN AUDIZIONE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI L avviso di Cottarelli: Troppi 8mila comuni Mentre Matteo Renzi annuncia la manovra da 30 miliardi di euro senza però dire dove intenda trovare i soldi per finanziarla, il commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli, approfitta di un audizione alla Camera dei deputati per porre l attenzione su un ulteriore dispersione di denaro pubblico. In particolare, l economista punta l indice contro i troppi comuni italiani (8 mila), evidenziando come sarebbe necessaria una loro riduzione. Per Cottarelli, infatti, bisognerebbe pensare anche a meccanismi premiali a favore di coloro che si mettono insieme, chiarendo come nei lavori sulle partecipate locali abbiamo previsto meccanismi di questo tipo per ridurne il numero. Oltre ad una chiara riduzione della spesa, la riduzione dei comuni, a parere del commissario, renderebbe anche più facile il coordinamento tra gli enti locali. A dire il vero, il tema di un taglio del numero delle amministrazioni locali era già stato trattato nelle fasi iniziali della valutazione sulla spending review con Palazzo Chigi, tuttavia, come chiarito dallo stesso Cottarelli non si è più tornati sull argomento. I Comuni ha aggiunto - per poter risparmiare devono investire, occorre dare priorità a degli investimenti che consentano il risparmio da parte delle pubbliche amministrazioni. Abbiamo lavorato con il Mise sull efficientamento dell illuminazione delle strade: il rendimento è tale che nel giro di un paio di anni si ripagherà l investimento. Parlando poi della legge di stabilità, mister mani di forbice ha annunciato come questa dovrebbe dare il via al sistema di fabbisogni standard per i comuni. Penso - ha aggiunto il commissario - che già nel 2015 sarà possibile usare i fabbisogni standard per la ripartizione di almeno una parte del fondo di solidarietà dei comuni e credo che la legge di stabilità dirà qualcosa in questo senso. Parallelamente, per le capacità fiscali standard, il lavoro tecnico è stato completato in modo da poter utilizzare anche questo strumento nel Giuseppe Giuffrida di Valter Brogino Il territorio è pronto a combattere la sua battaglia. In difesa del leader del partito, certo, ma anche e soprattutto della libertà di opinione, messa a repentaglio dal processo di martedì prossimo come da altri disegni di legge. Fatto sta che agli squilli provenienti dalla Sardegna e dal Lazio, altri squilli rispondono dall Umbria. E ANCHE IN UMBRIA I MILITANTI DE LA DESTRA SI MOBILITANO CONTRO L IPOTESI DEL CARCERE PER STORACE La protesta delle tessere sbarca a Terni dicono chiaro che, se Storace finisce in galera per aver criticato una decisione del capo dello Stato, allora tanto vale fare a meno della tessera elettorale. A dare l annuncio in tal senso è stata Daniela Cirillo, segreteria provinciale di Terni de La Destra: I nostri iscritti e simpatizzanti dice sono pronti a compiere questo gesto clamoroso, per una doppia protesta, a Terni, Narni e Orvieto. La prima protesta è quella relativa al fatto che il 21 ottobre prossimo il segretario del nostro partito, Francesco Storace spiega Daniela Cirillo subirà un processo e rischia una condanna da uno a cinque anni di reclusione; così come previsto dall articolo 278 del codice penale, che disciplina il reato di vilipendio al Capo dello Stato; per una parola indegno che ha usato nei confronti di Giorgio Napolitano. E questo, dice, in base ad una norma di legge iniqua, fuori dal tempo e non degna di uno Stato che si definisce democratico. Ma c è dell altro, perché Daniela Cirillo sottolinea anche la necessità di manifestare il proprio dissenso contro un Stato che, mentre si accanisce contro un politico solo per le sue idee, non trova il tempo per affrontare in maniera seria e definitiva una questione di cruciale importanza, non solo per la città di Terni, come quella delle acciaierie e decide di delegare ad una potenza straniera la sua gestione. Dopo il segretario regionale sardo Antonio Piu, che si è detto pronto a bruciare la tessera elettorale, e il segretario cittadino di Montelibretti che ha guidato la rivolta delle tessere nel centro del Lazio, la Cirillo si dice sicura che la protesta non si fermerà all Umbria: Credo proprio che fin dai prossimi giorni ha concluso registreremo molte altre iniziative analoghe alla nostra. di Bruno Rossi Italia Lavoro, un nome altisonante per una realtà ben diversa da quella che vorrebbe richiamare. E non è un caso se per mercoledì prossimo i sindacati hanno proclamato quattro ore di sciopero dei suoi dipendenti, con tanto di presidio (a partire dalle 9) sotto la sede del ministero del Lavoro in via Veneto. La decisione è giunta ieri al termine di un assemblea indetta dalle categorie dei dipendenti e degli atipici di Cgil, Cisl, Uil e dalla Fabi per protestare contro la totale mancanza di risposte sul destino dei 1300 dipendenti dell agenzia pubblica, I DIPENDENTI IN SCADENZA DELL AGENZIA PUBBLICA PRONTI A PROTESTARE CONTRO IL MINISTERO Italia (non) Lavoro: 800 posti a rischio gran parte dei quali (circa 800) con il contratto in scadenza entro la fine dell anno. Ad oggi- si legge nella nota di Nidil- il ministero non ha infatti dato alcuna indicazione ai vertici aziendali su come comportarsi in merito al futuro dei lavoratori e, più in generale, dell azienda. Italia Lavoro è una società strumentale del ministero del Lavoro, che oltre a gestire gran parte della programmazione europea relativa alle politiche attive del lavoro ha anche funzione di supporto alle Regioni per quanto riguarda il funzionamento dei centri per l impiego. Ed è proprio nei centri per l impiego che vengono utilizzati gran parte dei collaboratori a progetto in forza a Italia Lavoro. Vale a dire che il Ministero del Lavoro di una Repubblica fondata sul lavoro utilizza nei centri per l impiego dei lavoratori precari, col contratto ormai in scadenza. Al di là delle rivendicazioni sindacali, una situazione talmente paradossale da non poter che essere urlata ad ogni angolo di strada, in un Paese normale. Ma in un Paese normale non siamo, e infatti la notizia passa sostanzialmente sotto silenzio, o quanto meno la sua importanza sfuma nel mare magnum, agitatissimo, delle crisi che ormai quotidianamente interessano decine di casi, ognuno con centinaia di posti in gioco. Vale la pena riportare, sempre dalla Nidil, che i sindacati hanno più volte chiesto un incontro al ministero per affrontare i problemi, senza tuttavia ricevere alcuna risposta. Un silenzio preoccupante da parte del ministro Poletti, che mentre dichiara seccato che ''le imprese in Italia non sfruttano i lavoratori'', pare non accorgersi di avere dentro casa una delle aziende che dello sfruttamento ha fatto la sua policy principale. Via Giovanni Paisiello n Roma Tel Fax redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d Italia Sito web Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel mail: daniele.belli@hotmail.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n 286 del

3 3 Attualità LA VISITA DI FEDERICA MOGHERINI A TRIPOLI SOTTO L EGIDA DELL ONU NON HA RISOLTO Barconi, gas e Isis: la Libia preoccupa Battaglie nella capitale e a Bengasi, mentre dal terminal dell Eni il carburante arriva a singhiozzo E ora c è pure chi vuole organizzare i mondiali di calcio dei seguaci del Califfo sulla costa di Robert Vignola Nostro serbatoio di gas e punto di partenza dei barconi. Sede dei prossimi mondiali di calcio dell Isis e quarta sponda fino a meno di cent anni fa. Occhio alla Libia, insomma. Un paese in fiamme, dal quale all Italia stanno arrivando soltanto cattive notizie. Rapporti che arrivano al tavolo di Federica Mogherini, ministro degli Esteri designata lady Pecs, una contro la quale sono già puntati i fucili di mezza Europa e che pertanto dovrà fare una fatica bestiale per far sì che gli interessi dell Italia siano adeguatamente rappresentati in seno a quelli dell Europa. Sempre che alla Mogherini interessi, s intende, ma esercizi di malafede non è il caso di farli prima ancora che il gran ballo cominci. Anche perché lei, in Libia, ci è andata, non più tardi di qualche giorno fa, insieme al segretario generale dell Onu Ban Ki-Moon. Di persona, atto simbolico e insieme di coraggio. E anche perché l Italia, comunque sia, è l unica nazione del mondo ad aver lasciata aperta la propria ambasciata in una Tripoli in fiamme. Cattive notizie, però, si diceva. A leggerle distrattamente sembrano solo gli echi di un mondo sull orlo di cento abissi, a metterle insieme sono tasselli che formano invece un mosaico inquietante. Innanzitutto per l Italia. La fresca cronaca internazionale, quella fatta di sangue e polvere da sparo, ci dice che il fronte libico della guerra che i seguaci del Califfato stanno seminando in varie zone del Mediterraneo ha fatto registrare ieri una recrudescenza preoccupante. Il fuoco è tornato ad avvolgere Bengasi, seconda città del paese, capitale di quella Cirenaica le cui spinte autonomiste si miscelano con il sogno jihadista delle milizie islamiche. Secondo alcune ricostruzioni, non suffragate da alcuna fonte ufficiale, queste ultime avrebbero attaccato un campo militare, ne sarebbe venuto fuori uno scontro con colpi di artiglieria e poi l intervento di caccia a coadiuvare la controffensiva delle forze armate regolari, riunite attorno a Khalifa Aftar, un generale in pensione. Ma l assedio islamico cinge anche Tripoli, mentre è lecito chiedersi chi controlli il territorio attorno a Mellita, qualche chilometro a ovest, dove ha sede il terminale del gasdotto che va verso l Italia sotto l egida Eni. Un terminale che comincia a singhiozzare, ad inviare ad intermittenza il carburante che manda avanti le cucine, gli impianti di riscaldamento e le nostre centrali termoelettriche. Si dice siano piccoli guasti, ma l attenzione deve restare alta. Anche perché dalla Russia, grazie alla democratica svolta ucraina, di gas rischia di non arrivarne. Intanto l Isis sulla Libia ha atteggiamenti spavaldi: vuole organizzarvi un torneo di calcio, una specie di mondiali dei suoi seguaci provenienti da Afghanistan, Iraq, Egitto e Siria. Una notizia lanciata L idea da diversi media e siti online, tra cui l emittente Alfajer, che cita come sede dei mondiali una città costiera. Si tratta forse di una boutade: intanto però, dalle città costiere libiche, quelli che continuano a partire sono i barconi. E chi cerca una via di accesso all Europa dopo aver deposto (magari solo per qualche tempo) il kalashnikov e il coltello taglia-gole, la troverà immancabilmente spalancata. Verso l Italia. di Valter Brogino Voci italiane dal fronte. Sono comparse in un video che ricordava la figura della combattente curda caduta nella difesa di Kobane. Ed hanno acceso i riflettori su una realtà che, a detta dei curdi che risiedono in Italia (e che la scorsa settimana hanno pure inscenato una manifestazione fin dentro Montecitorio) non deve stupire. "E' certo ed è naturale" che un gran numero di curdi-turchi emigrati in Italia stiano partendo per la Siria, per difendere la città assediata dai jihadisti dello Stato UN REPORTAGE DI ADNKRONOS CONFERMA: IMMIGRATI (E NON SOLO) PARTITI DA QUI PER COMBATTERE Dall Italia al fronte per difendere Kobane islamico. Non ha dubbi il giovane curdo M., che è a Roma dal 2006 per gestire un chiosco di kebab. "Se qui non avessi moglie e figli da mantenere - dice in una conversazione con Aki-Adnkronos International - anche io sarei già partito". Il sito curdo Rudaw ha scritto ieri di centinaia di persone emigrate in Europa che nelle ultime settimane si sono unite ai peshmerga del Kurdistan iracheno e ai miliziani siriani dell'ypg, le Unità per la protezione del popolo, nella lotta contro i jihadisti dell'isis. Il reportage parla soprattutto di curdi partiti dal nord dell'europa, ma "è naturale - dice M., originario di Urfa, provincia turca sul confine con la Siria - che anche dell'italia siano partiti in tanti". Ed è allo stesso modo "naturale" che la comunità curda in Italia "raccolga fondi per i nostri fratelli di Kobane. Se il vostro paese fosse in pericolo, non lo fareste anche voi italiani?". "D'altronde - dice - è stato proprio l'is a dare l'esempio", attirando migliaia di jihadisti europei. Il giovane spiega che, per chi vuole unirsi alla lotta per Kobane, il passaggio della Turchia è obbligatorio. "Il sud-est della Turchia è curdo - spiega - e lì i militari turchi sono stranieri, non conoscono bene il territorio e non sono in grado di pattugliare l'intera frontiera. Solo i curdi conoscono quella zona e sanno come entrare in Siria senza essere fermati dai soldati di Ankara". Anche per far fronte a questa situazione, dice M., "l'esercito di Ankara ha schierato sul confine con la Siria soprattutto giovani curdi che prestano il servizio di leva". "L'altra ragione - dice - è che al governo turco non importa se un soldato curdo perde la vita". "Sono molto preoccupato - spiega - perché ho sentito al telefono i miei genitori e mi hanno detto che anche mio fratello, che presta il servizio di leva, è stato mandato a pattugliare il confine a Urfa". Un altro curdo in Italia, A. parla del video postato di recente sul Web, nel quale si sentono le voci di due italiani tra i combattenti curdi di Kobane. "Forse sono volontari italiani, ma non saprei - dice - Certo non sono curdi che vivevano in Italia, perché qui non ci sono ancora immigrati curdi di seconda generazione, che tra di loro parlino in italiano". Un ultima battuta nel reportage di Adnkronos è dedicata alla Turchia, che "non interviene a Kobane perché spera che i curdi vengano massacrati". "Ma Ankara deve capire - dice A. - che se continua così si ritroverà con una guerra civile dentro i FA DISCUTERE LA CAMPAGNA PUBBLICITARIA CONTRO GLI SBARCHI PROMOSSA DAL GOVERNO DI CANBERRA No way : la risposta australiana all immigrazione clandestina Rigidità e controlli contro le maglie larghe dell operazione Mare Nostrum: chi ha ragione? di Cristina Di Giorgi L Australia non sarà mai la vostra casa. E questa la frase con cui il Governo ha deciso di accogliere gli immigrati clandestini diretti verso le coste dell isola. La campagna contro gli sbarchi illegali, articolata in manifesti e spot video, avvisa direttamente ed espressamente che se viaggi su un barcone senza permesso di soggiorno, non entrerai. E c è di più: secondo una legge locale (approvata già nel 1992) per tutti i non cittadini senza documenti in regola è prevista la detenzione. Senza alcuna eccezione, nemmeno per donne e bambini. La nostra guardia costiera e i nostri aerei di sorveglianza dice ancora il video diffuso dalle autorità di Canberra - sono in servizio ogni giorno dell anno. Ripensaci prima di buttare i tuoi soldi. Non ascoltare le chiacchiere e le bugie dei trafficanti di esseri umani. L Australia proteggerà sempre i suoi confini. Un atteggiamento molto rigido quindi e nello stesso tempo estremamente chiaro, che avvisa chiunque abbia intenzione di raggiungere illegalmente il Paese che non ha nessuna possibilità di riuscirci. Senza voler entrare nel merito della sostanza e dell efficacia delle rispettive politiche si tratta infatti di un tema caldissimo, che comunque la si pensi tocca svariati aspetti ed è spesso fonte di accese discussioni va detto che anche l Australia, per quanto in misura minore rispetto all Italia, ha avuto problemi di immigrazione (alcune fonti hanno indicato, per il 2012, l arrivo di 12mila clandestini; e quest anno, stando alle prime rilevazioni, potrebbero essere ancora di più), morti in mare e polemiche sull accoglienza. Niente a che vedere comunque, in termini numerici, con i flussi migratori che hanno investito il nostro Paese. Quel che però ed è di tutta evidenza differenzia in maniera netta i due Paesi è l approccio con cui la questione viene affrontata: rigidità, protezione dei confini, controlli e programmi di rimpatri forzati per il governo di Canberra; operazione Mare Nostrum (con tutti i problemi e le conseguenze che, sotto gli occhi di tutti, ne stanno derivando) per l Italia. Che allo spot australiano risponde con un video ironico e provocatorio diffuso da Tele Padania, intitolato Sbarcare informati e incentrato sulla critica alla politica anti-immigrazione del nostro governo. Se la campagna del governo australiano può sembrare eccessiva così come l ironia della Lega Nord scrive Matteo Vincenzoni su Il Tempo basterà tentare di attraversare il Mediterraneo, destinazione Spagna, per trovare uno Stato europeo che ha adottato misure ferree per arginare quella che Frontex (l agenzia europea per la cooperazione alle frontiere degli Statu Ue) definisce un emergenza senza fine. Un emergenza che, al di là di spot, slogan ed eccessi di vario tipo in un senso e nell altro, va affrontata urgentemente, usando buon senso e lungimiranza.

4 4 Attualità SECONDO UN INDAGINE IPSOS, OLTRE LA METÀ ACQUISTA IN RELAZIONE AL PREZZO E ALLA SALUTE. AUMENTA ANCHE L ATTENZIONE ALLO SPRECO L occhio alla spesa degli italiani di Giuseppe Giuffrida Che la devastante crisi economica avesse lentamente cambiato le abitudini degli italiani, si sapeva già. Tuttavia, secondo quanto emerso da un indagine condotta da Ipsos per Actionaid sugli sprechi alimentari, buona parte della popolazione (il 51% che diventa il 59% nelle regioni del Sud) ha letteralmente cambiato il proprio approccio col cibo, consapevole dell importanza di non sprecarlo e soprattutto di sceglierlo tenendo conto al portafogli, alla salute e all ambiente. Nello specifico, dalla Giornata Mondiale dell Alimentazione emerge come la scelta di acquistare un prodotto piuttosto che un altro è generata per il 73% da un attenzione verso la propria salute, dal 14% verso l ambiente, e per il 29% degli interrogati dagli impatti che il proprio consumo incontrollato può avere sul resto del mondo. Rispetto a due anni fa, il campione di 1000 persone tra i 18 e i 60 anni preso in esame da Ipsos mette dunque in evidenza come per oltre la metà degli italiani siano sensibilmente diminuiti gli alimenti che finiscono in pattumiera senza essere consumati, e che è sensibilmente aumentata l attenzione del consumatore verso il prodotto acquistato: l origine locale, quindi la filiera corta (50%), il rispetto della stagionalità a favore della qualità (48%) e un attenta valutazione delle modalità di acquisto, sfuso e a peso, con punte altissime nella fascia d età (94%) ma altrettanto significative nella fascia (84%). A tal riguardo, lo studio dichiara che un italiano su 2 preferisce rifornirsi presso piccoli produttori locali e a km 0, tenendo conto sì della qualità, ma anche del costo. Dunque, il 29% privilegia soprattutto un alimento in promozione o comunque che abbia un prezzo più basso rispetto ad altri cibi (24%). È inoltre interessante notare come nella fascia anni, lo spreco di alimenti scaduti o andati a male non capita quasi mai per oltre la metà del campione (56%), dato che prevedibilmente si dimezza per la fascia (27%) tra i quali il 6% butta cibi deteriorati o scaduti tutti i giorni, a fronte della metà sprecata dai 55-65enni. Altro elemento importante emerso dall indagine è che, pur essendo la crisi il principale fattore che ha indotto gli italiani ad una maggiore attenzione al proprio stile di consumo alimentare, non è l unico. Una buona parte degli interpellati (il 64%), è fortemente condizionata nelle scelte dalla sensazione di disagio e fastidio che procura lo spreco; percentuale, questa, che lievita al Nord arrivando al 75% e cala al Sud con il 55%. Rilevante (circa il 29%) anche la porzione di coloro che nutrono una certa dose di senso di colpa nei confronti di quelle persone che, anche nel nostro Paese ormai, non hanno di che alimentarsi. Un italiano su 4, infatti, è consapevole che il 13% delle famiglie dichiara di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni, che 1/3 della produzione mondiale di cibo viene sprecato (47%) e che per ogni persona che non ha da mangiare al mondo ce ne sono due obese o in sovrappeso (26%). NUOVO AGGIORNAMENTO ISTAT Crescita ancora al palo: il Pil non sale dal 2011 Èun bollettino di guerra quello che quasi quotidianamente rende noto l Istat. L ultimo aggiornamento sui conti nazionali conferma che il Paese è in piena stagnazione, praticamente fermo dal Nel secondo trimestre, infatti, il Prodotto interno lordo è diminuito dello 0,2% sul trimestre precedente e dello 0,3% su base annua. Dallo studio condotto dall Istituto secondo i principi statistici del Sec2010 emerge come dal secondo trimestre di tre anni fa il Pil non è più cresciuto in termini congiunturali. Anche nel quarto trimestre del 2013, infatti, il Prodotto interno lordo ha registrato un -0,1%, contrariamente alle aspettative che lo indicavano a +0,1%. Peggiora anche la variazione acquisita per il 2014 che è pari a -0,3%. Nell ultima stima diffusa lo scorso 29 agosto era invece al -0,2%. Non meno drammatici sono i numeri relativi l andamento del rapporto deficit/pil. Nei primi due trimestri del 2014 questi è stato pari a 3,8%, con un peggioramento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell anno prima. È andata ulteriormente peggio nel secondo trimestre, con un indebitamento pari all 1,1%, superiore di 0,4 punti percentuali nel confronto con lo stesso trimestre del E se verrebbe da tirare un sospiro di sollievo guardando ai dati inerenti la pressione fiscale, che nei primi sei mesi dell anno è stata pari al 40,7%, in calo di 0,5 punti percentuali su base annua, ogni buon presentimento sul futuro si dissipa analizzando come il secondo trimestre abbia registrato un aumento di 0,1 punti, con la pressione al 43,2%. G.G. LA GIORNATA DELLA DONNA RURALE La protesta dai campi: tutte a braccia incrociate La Giornata internazionale della donna rurale, celebrata ieri, ha visto le imprenditrici agricole italiane impegnate in una singolare protesta mediatica: per denunciare il problema dell emarginazione femminile nell ambito di attività di loro competenza, hanno simbolicamente incrociato le braccia, pubblicando loro fotografie in questa posa in rete. Nonostante tutti concordino sulla necessità di una sempre più consistente presenza femminile nell economia ha dichiarato Marina Di Muzio, presidente di Confagricoltura donna l apporto delle donne al mondo produttivo e non solo continua a essere sottovalutato. Ed invece è proprio quel che pare stia succedendo: ci sono infatti ancora difficoltà nell accesso alle risorse disponibili, diritto all istruzione e questioni di disparità che limitano l attività delle coltivatrici. Più di un quarto ella popolazione mondiale è costituito dalle donne rurali prosegue Di Muzio e grazie al loro impegno l agricoltura ha contribuito in modo significativo alla crescita economica, sociale e culturale delle aree rurali. Senza contare che la Fao (l organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa della fame nel mondo) ha diffuso alcuni dati secondo i quali più di 100 milioni di persone potrebbero uscire dalla povertà se le donne avessero le stesse opportunità di accesso alle risorse produttive degli uomini. Ci impegniamo e continueremo a farlo conclude Di Muzio perché ci sia un sempre più consistente presenza femminile a partire proprio dal mondo agricolo italiano, dove un azienda su tre è condotta da una donna. Per questo abbiamo incrociato le braccia: occorre pensare ed agire in modo nuovo e le donne di Confagricoltura lo fanno da tempo. Le donne istruite, capaci di rappresentarsi a tutti i livelli, sono una necessità oltre che un opportunità per l intera società. Cristina Di Giorgi

5 5 Esteri TEXAS IN FERMENTO, IGNORATO IL PROTOCOLLO CON IL PAZIENTE ZERO - FALSO ALLARME SUL VOLO ISTAMBUL-PISA Nuovo contagio a Dallas: Ebola a rischio diffusione globale Banbury: Tutti i nostri sforzi messi assieme non sono neanche lontanamente sufficienti a fermare il virus di Emma Moriconi Un nuovo caso di contagio di Ebola nella giornata di ieri: un aiuto-infermiere, entrato in contatto con il paziente zero morto qualche giorno fa è stato colpito dal virus. Si parla di mancata adozione del protocollo nell ospedale di Dallas dove il soggetto era ricoverato ed è deceduto: nella struttura dicono diverse infermiere regnava uno stato di confusione tale che la situazione è diventata a rischio per chiunque sia venuto a contatto con il paziente. Non c è stata una preparazione su cosa fare con il paziente, non c è stato nessun protocollo, non c era sistema hanno detto, a quanto riferisce l Ansa. I protocolli che avrebbero dovuto essere adottati a Dallas sono stati ignorati e, per quanto ne sappiamo, la cosa riguarda diversi ospedali in Usa. La situazione è allarmante, ha detto il direttore esecutivo della Nationale Nurses United RoseAnn DeMoro. Nel frattempo un altro falso allarme ha fatto tremare l Italia: due passeggeri del volo Istambul-Pisa della Turkish Airlines sono stati colti da malore durante il viaggio, l aereo ha dovuto effettuare un atterraggio di emergenza a Fiumicino per consentire ai due di essere trasportati all ospedale Grassi di Ostia. Sono scattate immediatamente le procedure di emergenza, è intervenuta la squadra composta da personale dell Usmaf, gli uffici di sanità aerea e di frontiera, il personale della Sanità aerea e del Pronto soccorso dello scalo, i due passeggeri sono stati posizionati su automezzi della Croce Rossa per la corsa verso l ospedale: si tratta di una donna e della sua figlioletta di quattro anni, alle quali non sarebbero stati riscontrati sintomi riconducibili al virus. Le due sono comunque state portate in ospedale mentre per gli altri passeggeri non è scattata la quarantena: essi sono stati invitati a compilare dei moduli con le proprie generalità. Intanto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha convocato una riunione di emergenza per discutere sulla strategia da mettere in atto nei confronti del dilagare della malattia, il rischio che dall Africa essa si diffonda a livello globale non è certo da escludere, infatti. Le parole del capo della missione Onu per l epidemia Anthony Banbury sono state lapidarie: Sono grato per gli impegni assunti dagli Stati membri, per il personale civile e militare, per i materiali forniti e per l impegno economico, ma sono profondamente preoccupato perché tutti questi sforzi messi assieme non sono nemmeno lontanamente sufficienti a fermare l Ebola. PUNTO E A CAPO Palestina riconosciuta: altro schiaffo agli Usa Dopo la Svezia, anche l'inghilterra ha riconosciuto con un voto del parlamento lo Stato della Palestina. Come da anni, e almeno dagli accordi di pace di Oslo, le massime organizzazioni internazionali, prima fra tutte l Onu, avevano deliberato. Anche l'italia, in passato, aveva deciso in tal senso. Primo fra tutti Bettino Craxi con i suoi governi, ultimo Enrico Letta quando ha votato per la Palestina con uno status speciale all'onu. Il governo Renzi per ora tace. Sta di fatto che ormai quasi tutto il mondo vuole lo Stato di Palestina. Rimangono isolati Israele e Usa. Infatti la politica espansionista di Nethanyau mira a frantumare la continuità territoriale delle comunità palestinesi con continui insediamenti di coloni, fatti affluire, grazie alla politica del 'ritorno', in particolare dall'europa dell'est, a condizioni estremamente vantaggiose. Basti pensare che negli insediamenti i coloni non pagano tasse, né alcun tipo di servizio. E' così che un milione e trecentomila russi, a cui si è trovato un ascendente ebraico, oggi sono stanziati in Israele, in grossa parte in territori palestinesi. In questo modo il governo più estremista della storia israeliana, quello di Netanyau e Liebermann, spera di far trovare di fronte al fatto compiuto la comunità internazionale. Con terre espropriate brutalmente, fellah palestinesi scacciati con forza dalle loro case di campagna, ruspe che spianano intere zone, donne, vecchi e bambini fatti oggetti di violenza quotidianamente. Per non parlare delle migliaia di detenuti palestinesi della West Bank, si badi non di Gaza, segregati nelle prigioni israeliane senza nessuna accusa specifica, con tanti saluti allo stato di diritto che ancora qualche filosionista nostrano millanta al mondo. Una situazione insostenibile denunciata anche da grandi scrittori e intellettuali ebrei come David Grossman e Amos Oz, che non accettano un paese brutale e estremista come l'israele attuale. Ecco perché il riconoscimento dello Stato di Palestina è un forte segno alla comunità internazionale, primi fra tutti gli Stati Uniti. Biagio Cacciola NUOVI SVILUPPI NEGLI ACCORDI COMMERCIALI MOSCA-PECHINO, ALTRO RISULTATO DELLE SANZIONI Russia e Cina alleati. Alla faccia dell Europa Tutti i timori di una frattura tra Europa e Mosca e uno spostamento del Cremlino verso l'asia stanno diventando realtà. Quattro decine di accordi stipulati. Questo è il risultato della crisi ucraina e delle sanzioni occidentali. In questi giorni sia a Mosca che a Pechino viene rilevato che i rapporti tra i due paesi sono entrati in una nuova fase di sviluppo. Uno dei principali documenti firmati dà il via alla realizzazione del contratto a lungo termine per la fornitura alla Cina del gas naturale. La Russia e la Cina sono partner strategici di vecchia data, ma ultimamente i loro rapporti hanno raggiunto un livello particolarmente alto. Lo ha anche fatto notare, all apertura dell incontro con il premier del Consiglio di Stato della Cina, il primo ministro russo Dmitrij Medvedev: "Abbiamo veramente conseguito un livello molto alto dei nostri rapporti che caratterizziamo come partnership strategica. La Cina è il nostro primo partner in commercio estero. Solo negli ultimi sei anni il volume del nostro interscambio è più che raddoppiato salendo da 40 a 90 miliardi di dollari. Ed abbiamo in vista obiettivi ancor più rilevanti". Uno dei quaranta documenti firmati è l accordo nella sfera delle fornitura del gas naturale per la rotta orientale. Si tratta di fatto dell approvazione governativa del contratto firmato in maggio dalla compagnia russa Gazprom e dalla Corporation nazionale del petrolio e del gas della Cina (Cnpc). Il gas naturale verrà fornito dalla Russia verso la Cina per il gasdotto La Forza della Siberia, la cui costruzione è stata avviata in settembre. Il volume annuale delle forniture programmate è pari a 38 miliardi di metri cubi del valore complessivo di 400 miliardi di dollari. L accordo intergovernativo è stato firmato per il periodo di 40 anni con il prolungamento automatico alla scadenza di questo periodo. Viene preparato anche il contratto di fornitura del gas per la rotta occidentale, ossia mediante il gasdotto Altaj. Questo progetto prevede la consegna di 30 miliardi di metri cubi di gas all anno. Già durante la preparazione della visita di Li Keqiang a Mosca, Pechino aveva dichiarato: "L'incontro dei due premier deve dare un impulso per un balzo rivoluionario nella cooperazione bilaterale. Le maggiori compagnie statali del petrolio Rosneft e Cnpc hanno firmato il documento sull approfondimento dell interazione strategica". Roskosmos si è accordato con la Cina anche sulla cooperazione nella sfera dei sistemi globali di navigazione. E non è rimasta senza attenzione neanche la sfera finanziaria. Mosca e Pechino hanno raggiungo l accordo contro la doppia tassazione. Non solo, ma la Banca della Russia e la Banca Popolare della Cina hanno stipulato l accordo sugli swop valutari. Ciò consentirà ai paesi di aumentare l incidenza dei pagamenti in valute nazionali, ossia in rubli e yuan. Ma i due paesi hanno posizioni vicine negli affari internazionali. Nell arena mondiale, oggi, la Russia e la Cina diventano di fatto un serio contrappeso agli USA e ai loro satelliti, ha rilevato durante l incontro con il premier del Consiglio di Stato lo speaker della Duma di Stato dela Russia Serghej Naryškin: "Lo stretto coordinamento delle posizioni della Russia e della Cina negli affari internazionali rappesenta attualmente un fattore di contenimento nei confronti della politica di una serie di stati occidentali. Innazitutto degli USA, la cui politica in diverse parti del mondo apporta talvolta la destabilizzazione e il caos e causa, putroppo, numerose vittime umane". Serghej Naryškin ha ringraziato Pechino per la comprensione della presa di posizione di Mosca sulla crisi ucraina ed anche per il fatto che i dirigenti cinesi si sono rifiutati di sostenere le sanzioni antirusse. A sua vola Li Keiang ha dichiarato che la Russia e la Cina si trattano con rispetto, come partner paritetici. Ha confermato che Pechino è pronta a portare i rapporti con Mosca ad un nuovo livello. E proorio ieri Dmitrij Medvedev e Li Keqiang hanno partecipato al lavoro del III Forum internazionale di Mosca Innovazioni aperte. Quest anno il paese-partner del Forum è la Cina. Sempre ieri, il premier del Consiglio di Stato cinese si è incontrato con il presidente russo Vladimir Putin. Insomma, giorno dopo giorno sembra rafforzarsi l'alleanza russo-cinese, alla faccia di questa Unione europea, sempre più serva di Washington e sempre meno europea. Giuliano Castellino

6 86 Storia DA PISANÒ A PANSA, I TENTATIVI DI RACCONTARE LA STORIA SENZA PREGIUDIZI: MA LA NEBBIA È ANCORA FITTA Tasselli di verità: piccoli spiragli di luce sugli ultimi giorni di Mussolini /1 Lo speciale de Il Giornale della scorsa estate riporta l attenzione sulle drammatiche ore della primavera del 1945 di Emma Moriconi Ci sono vicende della storia che restano, seppure dopo molto tempo, avvolte dal mistero. Una nebbia fitta che sembra non si possa riuscire a dipanare in nessun modo. Poi, qualche volta, affiora qua e là qualche momento di luce: ma si tratta di piccoli varchi nell oscurità. La verità, la luce piena, forse non arriverà mai. Nel corso di questi lunghi mesi abbiamo tentato di eviscerare molti aspetti delle vicende patrie che non hanno, nel tempo, trovato la giusta collocazione o che, quando sono stati chiariti ed è riuscita ad emergere la verità, si è cercato di inscatolare a dovere affinché non avessero la giusta risonanza. L editoria, sia scolastica che non, viaggia a compartimenti stagni: è quasi impossibile reperire certi testi, per esempio. Ce ne accorgiamo quando andiamo alla loro ricerca e ci rendiamo conto che spesso si deve sapere con una certa sicurezza cosa si sta cercando, e nemmeno così è facile trovarli. In compenso, gli scaffali sono pieni di altra roba, quella si che è facile da reperire Per sollevare un po di polverone sui temi scottanti della nostra storia è dovuto arrivare Giampaolo Pansa: il suo egregio lavoro di ricomposizione delle sorti di questo popolo è diventato in breve un varco nel muro del silenzio e della menzogna. Lo ha potuto fare, lui, che nasce di sinistra. Si, perché prima di lui c è stato un altro giornalista-scrittore che ne ha dette e ne ha scritte di ogni sorta, ma i suoi volumi sono un po più difficili da trovare e da diffondere: si chiamava Giorgio Pisanò, ma era un fascista. E, siccome quando a scrivere è un fascista, si può serenamente far finta di nulla, quasi come se non esistesse, se a scrivere è invece uno che nasce e cresce a sinistra e ad un certo punto della sua vita decide di aprire la sua mente e di guardare oltre gli steccati imposti da decenni di demagogia, quello diventa il nemico da colpire, il bersaglio perfetto. Pansa non se ne cura, naturalmente, e continua nel suo lavoro di analisi di un epoca la cui immagine storica esce distorta rispetto alla realtà: il suo recente Eja Eja Alalà sarà presto oggetto di un approfondimento su queste pagine. Raccontare la storia, insomma, da fascista è difficile, perché c è questa tendenza diffusa ad ignorare questo tipo di voce, anche quando vengono raccontate verità eclatanti. Quando invece a parlare di verità nascoste sono personaggi appartenenti alla sinistra, essi vengono attaccati, additati, apostrofati in ogni modo, ma di certo sulle loro parole non cala il silenzio: di questi si deve per forza parlare, e meno male. La scorsa estate il quotidiano Il Giornale ha pubblicato una serie di articoli a firma di Roberto Festorazzi che fanno il punto su alcune novità emerse da documenti e testimonianze recenti: il tema è, ancora una volta, gli ultimi giorni di Mussolini e la sorte delle carte che il Duce portava con sé. Anche su questo spicchio di storia aleggia un alone di mistero, e la ragione è del tutto evidente: tutto ciò che poteva chiarire certi aspetti, e che poteva in qualche modo riabilitare la figura di Mussolini e del Fascismo andava fatto sparire. Abbiamo parlato a lungo (e ancora non abbastanza, però) della morte del Duce, delle ore che precedettero quell evento, di chi orbitava intorno a lui in quei giorni e dei tanti stravolgimenti operati contro la verità di quelle ore. Un argomento sul quale torneremo a tempo debito, facendo un passo alla volta nel tentativo di ricostruire quegli strani meccanismi che andarono ad incastrarsi in quei giorni di primavera del Eppure le due vicende la morte di Mussolini e le borse scomparse sono indissolubilmente legate. Questa premessa è necessaria per il lavoro che ci attende nei prossimi giorni, durante i quali riepilogheremo ai nostri lettori le esclusive informazioni di cui Festorazzi è venuto in possesso. Incontreremo, nel piccolo speciale che seguirà, una serie di personaggi che, a vario titolo, sono stati attori di quel dramma: parleremo del famoso carteggio Mussolini Churchill, dei documenti relativi alla famiglia Savoia, di misteriosi viaggi e di carte scomparse. Si tratta di un piccolo tassello che va a comporre l intricato puzzle di quei giorni, un mosaico che, però, probabilmente resterà incompiuto. ( continua ) emoriconi@ilgiornaleditalia.org

7 7 Da Roma e dal Lazio MOBILITÀ Un Tridente di dubbi Da lunedì parte la nuova mini ztl in centro, che lascerà fuori anche moto e motorini. Dal Comune: I parcheggi verranno triplicati Pedonalizzazione sì, pedonalizzazione no. Sono in molti a chiederselo. Pedonalizzare il Tridente potrebbe creare forti disagi al traffico della Capitale. Da lunedì, infatti, parte la nuova mini ztl in centro, chiamata ztl A1, e lascerà fuori dal Tridente mediceo anche moto e motorini. Un provvedimento non gradito agli amanti delle due ruote. Tanto che i social network sono stati invasi dalle lamentele dei romani, costretti a dotarsi delle due ruote per non finire imbottigliati nel traffico. La ztl A1 avrà gli orari degli altri varchi romani, dalle 6.30 alle 19 dal lunedì al venerdì e dalle 10 alle 19 il sabato. Ma niente paura. I parcheggi per i ciclomotori nelle zone limitrofe verranno triplicati. Parola di Guido Improta e Maurizio Pucci, rispettivamente assessore alla Mobilità di Roma Capitale e responsabile Progetti speciali del Gabinetto del sindaco, i quali hanno riportato alcuni esempi: Con la precedente disciplina i posti auto regolari su via del Babuino erano 50, e parliamo della parte a destra partendo da piazza di Spagna, mentre la parte sinistra era irregolare anche se mai sanzionata: sommandoli erano circa posti. E tranquillizzano i residenti: Si passa a 545 posti complessivi, molto più di prima. Basteranno? Per quanto riguarda i controllo dei varchi, invece, avverrà attraverso cinque nuovi accessi posizionati in via Ripetta, via Capo le Case, via Condotti, via dei Pontifici e la salita di San Sebastianello; i quali saranno presidiati dagli agenti della polizia municipale fino al 7 gennaio, giorno in cui entreranno in funzione i nuovi varchi automatizzati. Ovviamente l accesso e la sosta saranno consentiti ai titolari di permesso/autorizzazione della nuova zt e a tutte le categorie spieciali: auto a servizio di portatori di handicap, taxi, bus, ncc, lavoratori notturni, forze dell ordine, Dal Campidoglio, comunque, fanno sapere che un gazebo fisso a piazza di Spagna da oggi al 30 ottobre, dalle ore 10 alle 18, sarà a disposizione dei residenti, commercianti, lavoratori e cittadini per fornire tutte le informazioni sull attivazione del nuovo servizio, oltre alla distribuzione dei nuovi permessi agli aventi diritto. Giuseppe Sarra LA PROTESTA Ambulanti in rivolta: Stop agli abusivi Non ce la fanno più. La crisi morde anche sugli ambulanti, costretti a cercare di far quadrare i conti in un momento economicamente difficile ed a combattere la concorrenza sleale degli abusivi. Il degrado di Roma non sono gli operatori regolari, ma i 30-40mila abusivi, lamentano. E iniziata così la protesta dei commercianti ambulanti di Roma in piazza Bocca della Verità, tra bandiere e trombette e decine di furgoni parcheggiati nell area di sosta in prossimità di via Petroselli. Una manifestazione che ieri mattina ha mandato il traffico in tilt, con forti ripercussioni nella zona intorno al Circo Massimo, Porta Capena e Lungotevere Aventino. Rivalutare il commercio su aree pubbliche, non allontanare dal centro storico le postazioni regolari, fermare l abusivismo, rilanciare i mercati rionali e tutelare quelli settimanali. Sono queste le richieste dei commercianti. Non solo: denunciano anche gli aumenti dei canoni di concessione. Successivamente una delegazione di ambulanti sono stati ricevuti dall assessore al Commercio, Marta Leonori, e dal Gabinetto del sindaco. Oggi invece, alle 16 in via delle Vergini, approfondiranno le loro richieste ai capigruppo di maggioranza, mentre domani sarà la volta di un confronto anche con quelli di minoranza. Pagare le tasse che pagano tutti i cittadini va bene, ma non si può aumentare nel bilancio del Comune il 40% del canone di occupazione del suolo pubblico - attacca Franco Gioacchini, presidente dell Unione provinciale venditori al dettaglio -. Siamo disponibili al banco tipo per essere identificati rispetto agli abusivi, ma occorre trovare soluzioni concordate. Non accettiamo provvedimenti, come quelli del Centro storico, presi senza sentire le associazioni sindacali. G.S UN AUTO DI TROPPO I privilegi del sindaco chirurgo senatore del Pd, oggi sindaco di Roma, Ignazio Marino continua L ex a parcheggiare la propria auto nell area riservata alla sosta auto delle auto dei senatori in carica. Un privilegio acquisito? Se lo sono chiesti una trentina di senatori appartenenti ai gruppi parlamentari di Forza Italia, Lega Nord, Nuovo centrodestra, Movimento cinque stelle, Sinistra ecologia e libertà, Popolari per l Italia. Tant è che hanno firmato una lettera inviata al presidente del Senato, Piero Grasso. Oggetto della missiva: riconsiderare l autorizzazione concessa al sindaco di Roma, Ignazio Marino, a parcheggiare la propria autovettura nell area riservata alla sosta delle auto dei senatori in carica. Il permesso è stato concesso per favorire il parcheggio in un area sorvegliata, dopo che la vettura di primo cittadino aveva subito per mano di ignoti danneggiamenti. Ma gli ex colleghi del chirurgo non ci stanno. La concessione di un privilegio risulta incomprensibile ed impopolare, in una città - attaccano - in cui sono appena state abolite molte agevolazioni sulla sosta tariffaria con un inevitabile aggravio degli oneri a carico dei cittadini. Ma i firmatari fanno notare al presidente del Senato che il regolamento consente agli stessi senatori - si legge nella lettera - di usufruire del parcheggio soltanto negli orari di apertura degli uffici, al di fuori dei quali non è concesso prolungare la sosta. Ma non era quello che andava in bicicletta? M.C. IL CASO Matrimoni gay, Marino si è esposto troppo Almeno a Roma, il centrodestra si compatta e dice no alle trascrizioni dei matrimoni gay. Anzi, le forze politiche hanno dato seguito a quanto annunciato martedì, presentando un esposto al prefetto Giuseppe Pecoraro chiedendo di inibire al sindaco di Roma Ignazio Marino di trascrivere, arbitrariamente e in contrasto a ogni normativa vigente, i matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all estero, non conformi all ordinamento italiano, nei registri di Roma Capitale. Non si è fatta attendere, quindi, la risposta dei gruppi di centrodestra in Assemblea capitolina contro le trascrizioni dei matrimoni gay annunciate per dopodomani dal primo cittadino. A presentare l atto in Prefettura, l ex sindaco Gianni Alemanno, il vicepresidente dell Assemblea e capogruppo del PdL Giordano Tredicine, i presidenti dei gruppi consiliari di Forza Italia, Giovanni Quarzo, e di FdI, Fabrizio Ghera, e il consigliere di Ncd, Lavinia Mennuni. Nell esposto i consiglieri comunali hanno anche ricordato la circolare del 7 ottobre scorso del ministero dell Interno Angelino Alfano, che aveva invitato i prefetti, nei confronti dei sindaci che intendono registrare le unioni gay contratte all estero, a far ritirare tali disposizioni e a cancellare le trascrizioni effettuate, prevedendo in caso d inerzia, l annullamento d ufficio degli atti illegittimamente adottati. L atteggiamento di Marino - denunciano i firmatari rappresenta un pericolo per il rispetto dell ordine costituzionale, degli organi istituzionali e della legge dello Stato, con effetto grave di disorientamento dei residenti non solo di Roma Capitale ma di tutta la nazione che essa stessa rappresenta. Marco Compagnoni DALLA CORTE DI GIUSTIZIA DELL UNIONE EUROPEA Rifiuti, a Roma e Latina violate le norme Altolà della Corte di giustizia dell Unione europea in materia di rifiuti. L Italia ha violato le norme relativamente al loro conferimento in cinque discariche del subato (sub-ambito territoriale ottimale, ndr) di Roma. Parliamo di Malagrotta, Colle Fagiolara, Cupinore, Montecelio-Inviolata e Fosso Crepacuore, mentre due siti del subato di Latina ubicati a Borgo Montello. Ma ricostruiamo quanto accaduto. Nel 2009, la Commissione ha avviato un indagine sulla violazione dell obbligo di trattamento dei rifiuti riguardante la discarica di Malagrotta. Le autorità italiane - si legge nella nota - hanno riconosciuto che il ministero dell Ambiente aveva autorizzato la Regione Lazio a collocare, fino al 31 dicembre 2009, rifiuti tal quali in detta discarica. Nel marzo prosegue la nota - le stesse autorità hanno informato la Commissione che tutti i rifiuti conferiti in discarica a Malagrotta dovevano essere considerati come rifiuti trattati. La Corte ha confermato i dubbi anche sulla tritovagliatura. Secondo la Commissione la mera triturazione e/o compressione dei rifiuti indifferenziati, senza un adeguata selezione e una qualche forma di stabilizzazione delle diverse frazioni dei rifiuti, non risponde agli obiettivi della direttiva. All Italia è stato inoltre contestato il deficit di capacità di trattamento meccanico-biologico che risulterebbe dal piano regionale di gestione dei rifiuti, tanto nel subato di Roma, in cui si trova la discarica di Malagrotta, quanto nel subato di Latina. Antonio Testa ALATRI Si dà fuoco, muore dopo due giorni Alessia Pacitto non ce l ha fatta. E morta ieri notte al Sant Eugenio di Roma, la mamma di 38 anni, originaria di Alatri, che lunedì pomeriggio si è procurata ustioni sul 97% del corpo in preda di una crisi post parto. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, sembra che la 38enne diventata madre del suo secondo figlio tre mesi fa, lunedì si sia recata con l auto in una località collinare: lì si è cosparsa di benzina e si è data fuoco. Ferita, ma non morta, ha avuto la forza di risalire in auto e tornare a casa percorrendo una strada tortuosa di circa 4 chilometri. Arrivata a casa ha iniziato a suonare il clacson per attirare l attenzione del marito, che, a sua volta, ha dato l allarme. Quindi l arrivo dell ambulanza e il trasporto al Sant Eugenio, dove è morta due giorni dopo. A.T.

8 8 Dall Italia IL MALTEMPO TRA VITTIME E DANNI Piove sul bagnato Sempre le stesse zone colpite da violenti nubifragi. Nel triestino un anziana è stata travolta dalle macerie della sua abitazione colpita da una frana. Due vittime anche in Maremma Il maltempo continua a flagellale l Italia e a pagane le spese sono sempre le stesse zone. Dopo l esondazione del torrente Bisagno a Genova, le alluvione nell Alessandrino, a Parma e in Maremma, dove martedì hanno perso la vita due donne, la perturbazione h colpito il Friuli Venezia Giulia. A Muggia, in provincia di Trieste, una donna, Loretta Querel, 73 anni è morta dopo che la sua casa, in località Lazzaretto, è stata travolta da una frana a causa delle ingenti piogge: ad estrarre il corpo ormai senza vita sono stati i vigili del fuoco. L anziana, vedova, viveva da sola con il suo cane, sopravvissuto alla tragedia. Sempre a Muggia, sono affondate due barche a causa del violento scirocco. Il violento nubifragio ha colpito l intero triestino a partire dalle 3 del mattino: diverse strade sono state chiuse mentre allagamenti si sono registrati in abitazioni ed esercizi commerciali. Ora la situazione sta rientrando, ma i danni sono ingenti. Una morte, quella nel triestino, che si aggiunge alle donne vittime di martedì a Manciano, in Maremma: Marisa e Graziella Carletti, sorelle di 65 e 69 anni, e sono rimaste travolte dalla piena di del torrente Elsa mentre erano in auto. Il mezzo è stato trascinato per oltre un chilometro. Da una prima ricostruzione sembra che l auto si trovasse sulla carreggiata: l autista dell ambulanza rimasta bloccata ha raccontato d aver poi visto un auto scura sollevata da terra dalla piena e trascinata via. Testimoni raccontano di aver visto e sentito le due sorelle, Graziella e Marisa Carletti sbracciarsi e chiedere aiuto prima di essere foto Ansa sommerse dall acqua. Per recuperare i loro corpi i vigili del fuoco hanno impiegato diverse ore. La procura di Grosseto ha aperto un inchiesta per omicidio colposo. Stiamo lavorando a 360 gradi - ha detto il procuratore Francesco Verusio - per capire bene le responsabilità su cosa non è stato fatto. Il riferimento sarebbe in particolare ai lavori e alle opere previste per la sicurezza del territorio dal punto di visto idrogeologico e all impiego dei fondi stanziati per gli interventi. L altra notte vigili del fuoco e protezione civile hanno continuato a cercare eventuali altri dispersi: che pare non ci siano. In volo anche un elicottero dell Aeronautica militare dotato di visori notturni. Rimangono evacuate le famiglie, circa 40 persone, sfollate nel pomeriggio di martedì. Numerosi i casolari isolati e le fattorie risultano ancora sott acqua, mentre alcune strade sono state riaperte. Intanto il comune di Orbetello ha deciso di sospendere il pagamento delle imposte locali alle persone colpite dal nubifragio mentre il sindaco Monica Paffetti ha inoltre chiesto alla Regione Toscana la proclamazione dello stato di emergenza e di calamità naturale. Al momento non è ancora possibile procedere con una stima dei danni, ma l acqua ha colpito famiglie e aziende già duramente colpite dagli eventi del 2012 ha spiegato il primo cittadino A distanza di due anni da quel tragico evento i lavori di messa in sicurezza del territorio procedono a rilento e ciò è inaccettabile. Si continua a spalare il fango e ad asciugare con le idrovore case e scantinati ad Alessandria, duramente colpita negli scorsi giorni dal maltempo. La prima stima parla di 50 milioni di euro di danni, soltanto per strade (dove continuano ad aprirsi nuove voragini) e reti idriche. Il presidente della Regione Piemonte, ha firmato lo stato di calamità. Torna il sereno a Parma, anche se si registrano ancora molti disagi. L'esondazione del torrente Baganza a Parma ha inondato palazzi per un migliaio di numeri civici, coinvolgendo novemila cittadini: nessuno è rimasto ferito e sono 17 le persone che hanno chiesto e ottenuto di essere assistite. È tornata in funzionalità dopo 36 ore la centrale Telecom Italia che era stata gravemente danneggiata: i danni stimati ammontano a oltre 1 milione di euro. Si continua a spalare il fango anche a Genova dove la procura intanto ha ampliato il fascicolo d indagine sulla morte dell ex infermiere ipotizzando il disastro colposo. Disastri che forse si potrebbero evitare. Scenari già visti e rivisti quelli che si sono verificati in questi giorni. Vittime in maremma, proprio come nel Vittime a Genova, proprio come nel A pagare le spese di questa ondata di maltempo sono infatti gli stessi territori che in passato hanno già subito catastrofi praticamente identiche. E il tempo non è servito a prevenire. Barbara Fruch Coldiretti, aziende in ginocchio Il conto dei danni causati dall ondata di maltempo che si è abbattuta su territori fragili si annuncia salato. Un bilancio gravissimo che in molte aziende agricole ha provocato la perdita dei risultati di un intero anno di lavoro mentre in alcuni casi l''effetto dei danni si protrarrà per anni. Lo fa sapere Coldiretti, segnalando che in Piemonte è andato distrutto oltre il 10% dei vigneti Docg delle colline di Gavi. Ed è pesante la situazione pure in Emilia Romagna dove pioggia e vento hanno colpito soprattutto nelle province di Piacenza e di Parma. Nel Piacentino si segnalano stalle allagate e raccolta del mais e della soia bloccata, mentre sono a rischio le semine autunnali. Ancora, trentamila prosciutti sono finiti sott acqua nella zona di Corniglio a Parma evidenzia la Coldiretti mentre a Calestano si registrano problemi di allagamenti per stalle e capannoni; in Val Taro, le zone con maggiori frane sono Bedonia e Compiano. Nella bassa, in particolare nella zona di Colorno sono state allagate diverse stalle assieme a campi allagati, coltivazioni distrutte, stalle e stabilimenti agroindustriali inagibili, serre divelte, aziende agricole isolate. In Veneto colpite in particolare il Padovano la zona di Este con alberi divelti e strade interrotte anche a Battaglia Terme e a Maserà lungo la statale. Numerose poi le serre atterrate; degli ortaggi di stagione, in particolare insalate fresche che erano pronte per essere raccolte e vendute, resta ben poco. Da quantificare - segnala la Coldiretti - sono i danni alle strutture aziendali e alle colture a pieno campo, come i radicchi, in particolare nella zona di Maserà e Due Carrare. Ad essere colpite nel Veneto anche alcune aziende agricole già vittima della disastrosa alluvione del 2010 avverte Coldiretti degli allagamenti della scorsa primavera e di molte altre calamita fra Montagnana, Saletto, Carceri, Vighizzolo, Sant Elena Monselice e Santa Margherita d Adige dove sono state scoperchiate serre su una superficie di ben metri quadrati. In Liguria gli effetti delle bombe d acqua si sentono sull economia agricola della Riviera con il dimezzamento della produzione di pregiato olio d oliva extravergine, mentre in Piemonte, nell Alessandrino, i viticoltori di Gavi lamentano pesanti perdite di uva da vino destinata alla Docg. In Lombardia, afferma la Coldiretti, la situazione è pesante nel Mantovano soprattutto a causa della tromba d aria che ha scoperchiato capannoni e fienili nella zona di Ostiglia, ma anche nell''oltrepo pavese dove si fanno i conti con la bomba d acqua che ha colpito soprattutto le zone di alta collina tra Varzi e Cecima con grandine e vento forte abbattendo numerosi frutteti delle varietà più tardive di mele e pere pronte per essere colte. Agenzia Dire Fango e Bufale Avoler essere buoni si potrebbe ipotizzare un errore tecnico nel caricamento delle immagini. A pensare male invece che come saggezza popolare vuole, si fa peccato ma ci si indovina la composizione fotografica pubblicata sulla pagina facebook di Sinistra e Libertà puzza un po (tanto) di strumentalizzazione. Alla posa inoperosa di un immigrato che guarda altri spalare il fango a Genova è stato affiancato uno scatto di tutt altro tipo, che inquadra una squadra di gente di colore tutta impegnata nella pulizia delle strade. L idea era quella di mettere un altro mattone alla costruzione del castello immigrato = risorsa. Peccato che il mattone sembra essersi trasformato in un boomerang per gli incauti internauti arcobaleno: l edificante fotografia riporta infatti, ben in evidenza in basso a destra, l indicazione di quando è stata scattata. Ovvero ben prima del disastro meteorologico che ha colpito la città ligure negli ultimi giorni. Ai solerti sostenitori del siamo tutti uguali a prescindere dal colore della pelle consigliamo, prima di lanciarsi in una nuova operazione di marketing, di controllare bene come e cosa pubblicano. Eviterebbero così senz altro un ennesima figuraccia! CdG

9 9 Dall Italia CHIUPPANO (VICENZA) Crisi, una donna si taglia la gola In un biglietto le ragioni del gesto, legate a problemi economici e lavorativi Si è tagliata la gola con un taglierino all interno della propria auto nella piazza del municipio di Chiuppano, nel Vicentino. È l ennesima vittima della crisi la donna di 57 anni che ieri ha messo in atto la tragica protesta. La donna, occupata in un impresa di pulizie, ha infatti lasciato un biglietto nel quale motiva il gesto con gravi problemi economici e lavorativi. La 57enne, di origini serbe, dal 2012 non riusciva a trovare un lavoro, ad avere cioè un appalto per la sua ditta di pulizie e questo l aveva portata ad un situazione di indigenza economica all origine di un fortissimo disagio psicologico. Non ce la faccio più, non posso più vivere così, non ce la faccio con i soldi, ha scritto in un biglietto prima di togliersi la vita. Dentro l auto gli attrezzi di lavoro (secchi, detersivi e stracci) che la serba, che viveva da sola nel comune vicentino, si portava appresso nella speranza di firmare un contratto. A dare l allarme, verso le 9, un passante. Quando i Carabinieri sono intervenuti trovandola riversa sul sedile, in piazza San Daniele, per lei ormai non c era più nulla fare. Del fatto è stata informata l autorità giudiziaria, mentre il medico legale ha confermato la tesi del suicidio. Barbara Fruch NAPOLI - SVOLTA SULLA MORTE DELLA BAMBINA CHE PRECIPITÒ DAL BALCONE Autopsia choc: Fortuna era vittima di abusi La caduta dal sesto piano non sarebbe stata accidentale: la procura indaga per violenza sessuale e omicidio volontario Una triste svolta sulla morte della piccola Fortuna Loffredo, trovata agonizzante nel cortile di casa a Caivano il 24 giugno scorso. L ipotesi di reato sulla quale indaga la procura di Napoli non è più per caduta accidentale, ma in quella più grave per omicidio volontario e violenza sessuale aggravata dall età della bimba, sei anni. Giorni fa il perito incaricato di eseguire l autopsia ha consegnato al pm titolare dell inchiesta i risultati dell esame, che hanno evidenziato le violenze sessuali subite dalla piccola Fortuna. L arco temporale in cui si sono verificate è quello che va da due settimane fino a due mesi prima della morte. Per cui la bambina apparentemente caduta dal balcone, mesi prima era stata vittima di abusi sessuali. Si ipotizza inoltre, che la piccola non sia caduta incidentalmente, ma sia stata gettata dalla finestra. E la stessa sorte potrebbe essere toccata al piccolo Antonio. Intorno alle cause della morte della bambina ci sono stati da subito forti dubbi e strane similitudini con la morte di un altro bambino, Antonio, avvenuta nello stesso edificio. Ad entrambi mancava una scarpina. Quella serie di elementi anomali come il mancato ritrovamento, sul corpo della piccola, della scarpina destra, aveva insospettito anche il prete locale. Si tratta di un caso molto strano, nel quale tante cose non tornano. Chi sa, deve parlare. Davanti a Dio e agli uomini, disse il parroco Maurizio Patriciello celebrando i funerali della bambina. Da quel momento gli investigatori focalizzarono la loro attenzione sul fatto che dallo stesso edificio, nel parco Verde di Caivano, era morto, anche in questo caso, apparentemente per una caduta accidentale, un bimbo di tre anni, Antonio Giglio, che Fortuna conosceva. Il 24 giugno, giorno della sua morte, la piccola Fortuna era andata a giocare proprio a casa della sorellina del bimbo deceduto un anno prima. Poi è sparita ed è stata trovata in fin di vita sul pavimento del cortile, con lesioni che non lasciano dubbi sul fatto che sia precipitata da una finestra. I primi sospetti sono emersi subito perché, per esempio, non è stata trovata la sua scarpina destra. Gli inquirenti della procura di Napoli Nord ed i carabinieri non hanno mai smesso valutare tutte le possibili piste. Ad agosto l appello di Domenica Guardato, la madre di Fortuna: Trovate il mostro che ha ucciso la mia Angela. Aiutatemi a sapere. Tuttavia a fine luglio, alcuni esami svolti dal Ris sugli abiti che la piccola indossava al momento del tragico volo dall edificio del Parco Verde di Caivano, avevano rivelato tracce di sangue e un pelo sul vestitino e su un altro indumento intimo. Chantal Capasso SVENTATO UN SISTEMA TRUFFALDINO CONSOLIDATO NELL UFFICIO TECNICO DEL COMUNE Appalti truccati, arresti a Misilmeri L operazione dei carabinieri avrebbe accertato presunti interessi mafiosi in una serie di gare pubbliche con la complicità di funzionari e professionisti TREVISO Soprusi in classe: maestro sospeso Calci, orecchie tirate e ceffoni ad alunni Docente incastrato dalle telecamere Un'operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, coordinati dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese, ha portato agli arresti dieci persone, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip. Le accuse sono, a vario titolo: associazione per delinquere, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici; truffa. Le manette sono scattate per Irene Gullo, capo ufficio tecnico dei Comuni di Misilmeri e Altavilla Milicia, e l'ingegnere Paolino Ricciolo, libero professionista ed ex presidente di un consorzio che raggruppa tredici Comuni della provincia palermitana. A Misilmeri da almeno tre anni nell'ufficio tecnico del Comune c era un organizzazione consolidata per pilotare gli appalti pubblici. Il capoufficio tecnico Irene Gullo e Paolino Rizzolo, ingegnere, dal 2011 avevano trovato un valido stratagemma per aggiudicarsi gli incarichi di progettazione e affidarli a professionisti compiacenti. Per evitare l asta pubblica tenevano al di sotto dei 100 mila euro il compenso dei professionisti che vi dovevano partecipare. In cinque occasioni a quelle gare hanno partecipato i loro complici nella truffa al Comune che, regolarmente, si aggiudicavano l'incarico. Ma il giochetto è stato scoperto dai carabinieri del nucleo investigativo di Palermo, guidati da colonnello Salvatore Altavilla. Il gip della procura di Termini Imerese ha disposto gli arresti domiciliari per il funzionario e l'ingegnere, mentre per gli altri otto è stato emesso il divieto di esercitare la professione. L'indagine, denominata "Monopolium", è stata condotta dalla procura di Termini Imerese. Le attività investigative che hanno portato all'emissione di 10 misure cautelari per presunti illeciti su appalti pubblici, derivano l'operazione "Sisma" del 2012, con cui era stato tratto in arresto, tra gli altri, l'allora reggente del mandamento mafioso di Misilmeri, Antonino Messicati Vitale. Sempre nel 2012 gli inquirenti avevano scoperto infiltrazioni mafiose all'interno del comune di Misilmeri, che comportò lo scioglimento della giunta. Le gare d'appalto oggetto dell indagine sono cinque e riguardano le opere di regimazione idraulica in Contrada Piano Stoppa di Misilmeri; la progettazione dei lavori di restauro del "Castello dell'emiro" di Misilmeri; la progettazione per la realizzazione di un impianto sportivo su un terreno confiscato alla mafia presso il Comune di Misilmeri; la gara per l'affidamento del servizio di consulenza nel procedimento amministrativo di revisione del P.R.G di Misilmeri; l'affidamento del servizio di progettazione definitiva ed esecutiva per la realizzazione di un'infrastruttura eliportuale di Godrano. Ch.C. Un altra storia di maltrattamenti ai danni dei minori. Questa volta è successo a Treviso. Un maestro delle elementari è stato sospeso dall insegnamento con l accusa di violenza sugli alunni dai 6 e 7 anni. La squadra mobile di Treviso gli ha notificato il provvedimento di sospensione dell attività di insegnamento per le continue violenze cui sottoponeva i suoi scolari di età tra i sei e i sette anni. Sono stati determinanti per incastrare l educatore i filmati registrati dalle micro telecamere nascoste introdotte dalla Polizia di Stato. Le immagini, purtroppo, non lasciano posto all immaginazione e confermano il regime di terrorismo in cui si trovava l aula gestita dal maestro. I video mostrano l insegnante prendere a calci, tirare le orecchie e dare ceffoni ai ragazzini creando una situazione di timore nella classe. Le indagini sono partite più di un anno fa, nell aprile 2013, in seguito alla segnalazione di un dirigente di una scuola di Treviso, ma per problemi burocratici della magistratura locale il provvedimento di misura cautelare, voluto a tutti costi dal pm Massimo De Bortoli, è stato emesso solo a fine dello scorso settembre. In attesa dell emissione dei provvedimenti cautelari, il maestro ha comunque esercitato la professione in altri tre istituti in cui altrettanti dirigenti scolastici hanno evidenziato i metodi violenti dell insegnante che era già stato denunciato in passato da un genitore per lesioni colpose ai danni del figlio. Ch.C.

10 10 Dall Italia PORDENONE CRIMINALE AMMESSO A LAVORARE NELLE AREE APERTE AL CARCERE Evade mentre fa giardinaggio: ricercato Il tunisino ha colpito l agente alla testa, tramortendolo, prima di fuggire e far perdere le proprie tracce. Si tratta di una pluripregiudicato, con reati per sequestro di persona, rapina aggravata e violenza sessuale Ha aggredito una guardia in portineria, picchiandola, per poi scappare. È successo nel carcere di Castello, a Pordenone, dove un detenuto di 28 anni, Swilah Tawfyk, è evaso ieri mattina, attorno alle 7.30, mentre faceva giardinaggio. L uomo, che è ora ricercato in tutto il nordest, si trovava rinchiuso per un reato sessuale. Il Sappe, che ne da la notizia, precisa che si tratterebbe di un pluripregiudicato, con una serie infinita di reati quali sequestro di persona, rapina aggravata e violenza sessuale, e che nonostante questo profilo criminale è stato ammesso a lavorare nelle aree aperte del carcere. Sempre secondo quanto riferisce il Sappe, l'agente ferito è stato colpito con un violento colpo in testa che ne ha provocato lo stordimento e in quel momento in carcere c erano solamente tre poliziotti penitenziari di servizio, uno dei quali è quello ferito e aggredito. Secondo quanto riportato dal Sito PrdenoneOggi nel momento dell aggressione nella stanza c erano soltanto il detenuto e l agente addetto all apertura delle porte che è stato colpito alla nuca dal tunisino, forse inferto con un oggetto contundente, facendogli perdere lucidità per qualche secondo. Il detenuto aveva probabilmente studiato il piano di evasione nei dettagli, perché tra i vari pulsanti che aprono le porte automatiche di numerose sezioni, lo straniero ha individuato i due che potevano permettere di raggiungere l esterno: si tratta dell automatismo che spalanca il pesante portone di ingresso della Casa Circondariale e di quello che dà l'impulso di apertura all inferriata esterna, verso il centro storico di Pordenone. Nonostante l allarme sia scattato pochi secondi dopo, del fuggitivo non c era più traccia, ma sono al vaglio le telecamere di videosorveglianza all interno della struttura carceraria e anche di quelle comunali. Il detenuto era in attesa di giudizio per una lunga serie di reati tra cui violenza sessuale: per questo motivo era ospite della speciale sezione della Casa Circondariale destinata a sex offender e collaboratori di giustizia, unica nel suo genere nel Nordest. Critico sull accaduto il segretario generale del Sappe, Donato Capece. Viene da chiedersi - afferma il sindacalista - come si sia potuto ammettere a lavorare quel detenuto in quello specifico incarico di addetto alle pulizie, che gli ha dato possibilità di muoversi liberamente nel penitenziario e, quindi, di fare quel che ha fatto: un errore gravissimo, ad avviso nostro. Per Capece, che auspica una sinergia ed una collaborazione interforze per catturare presto l evaso, è del tutto evidente che fallimentare è anche l organizzazione del lavoro e la predisposizione delle adeguate misure di sicurezza della struttura. Duro anche il commento del segretario regionale della Fns Cisl, Delfio Martin: Il carcere, oggi ospitato al Castello di Pordenone, mostra tutti i propri limiti, di dotazioni e pericolosità per la comunità e per il personale, costretto a procedure e a spazi assolutamente inadeguati. Un episodio ha aggiunto che non può che allarmarci e obbligare tutti a far presto con la costruzione del nuovo carcere a San Vito, il quale, dopo una diatriba lunga 20 anni, non vede ancora un cartello che annuncia il cantiere. Inevitabile poi la polemica del sovraffollamento. Proprio il segretario ha infatti ricordato come la Casa Circondariale ospita più detenuti di quelli che dovrebbe accogliere: Sono al posto dei 45 previsti e con meno agenti di quelli che servirebbero, cioè una cinquantina con un difetto di almeno dieci unità, ma al di là della carenza e dell eccesso, quello che ormai è al limite è la stessa destinazione di una struttura - ha concluso - che, nata per scopi militari nel tredicesimo secolo, ha seguito le sorti e le vicende della Repubblica di Venezia, dell Impero Austro-Ungarico e dell Italia. Miriana Markovic MILANO Denuncia i rom abusivi e la casa va in fiamme TRAPANI Cadono in mare: tre immigrati dispersi MESTRE Faceva la bella vita a spese dell azienda a favore della legalità può costare decisamente caro. Quel che L impegno è accaduto nei giorni scorsi ad una donna residente nel complesso di alloggi popolari di via degli Etruschi a Milano dimostra che si è giunti veramente al limite: la signora che per paura ha chiesto ai giornalisti di non pubblicare il suo nome ha segnalato all Aler che alcuni appartamenti sono stati occupati abusivamente dai rom. Come conseguenza di tale più che giusta iniziativa, la sua casa è stata data alle fiamme. La vittima era al lavoro ed è stata avvisata dal custode che la porta del suo appartamento stava andando in fumo. Che colpa ne ho? ha dichiarato Solo quella di essere onesta, di denunciare le persone che occupano. Me l hanno fatta pagare e adesso ho paura, perché prima o poi verranno a prendermi. Oppure entreranno ad abitarci e nessuno li manderà via. Nessuno. Non avete idea in quale inferno stiamo vivendo. Via degli Etruschi si legge sul Corriere della sera - è una delle zone che, nella spartizione delle occupazioni abusive, vede un ruolo dominante dei clan romeni. E le vendette contro gli abitanti sono frequenti. Ai tentativi di difendere le regole, troppo spesso inutili, li abusivi rispondono gettando escrementi sui balconi degli inquilini regolari o bloccando con la colla le serrature delle loro porte, magari per duplicare le chiavi. Oppure, nei casi più gravi, con atti di vandalismo e minacce come quello subito dalla signora che li ha denunciati. Mi stanno addosso, mi tolgono il respiro dice ancora la vittima, che vive sola. E nel terrore. Cristina Di Giorgi Continuano gli sbarchi e i salvataggi. Talvolta però, non tutte le persone soccorse riescono a salvarsi. Sarebbero tre (ma sul numero non vi è certezza) gli immigrati caduti in acqua durante il trasbordo da un gommone alla nave porta container Sestristar, battente bandiera maltese. L incidente è avvenuto martedì a 60 miglia dalla costa libica ma la notizia è stata diffusa solamente ieri. Nell area sono immediatamente partite le ricerche dei tre dispersi. Tratte in salvo dalla stessa nave, circa cento persone sono sbarcate questa mattina al molo Isolella del porto di Trapani. Tra loro, 86 donne, 14 donne e alcuni minori non accompagnati. Provengono da Etiopia, Eritrea e Somalia. A lavoro il personale medico, infermieristico e di supporto psicologico dell Azienda sanitaria provinciale, coordinato dal primario del Pronto soccorso del nosocomio trapanese, Massimo Di Martino, che ha effettuato i controlli sanitari agli stranieri. Due donne, al sesto e all ottavo mese di gravidanza, sono state trasferite all ospedale Sant Antonio Abate di Trapani. Mentre alcuni casi di febbre riscontrati sono stati posti sotto osservazione dallo stesso personale medico. Monitoriamo con attenzione - ha spiegato il direttore generale dell ASP Fabrizio De Nicola - tutti i migranti che sbarcano a Trapani per scongiurare ogni eventuale allarme, al momento assai remoto, con il nostro personale che ha grande esperienza e professionalità nella gestione delle emergenze sanitarie. Era abituata alla bella vita ma non di certo grazie al suo stipendio. Nei guai è finita un impiegata di Mestre che avrebbe sottratto all azienda per la quale lavorava oltre un milione e mezzo di euro, con prelievi e appropriazioni dai conti correnti: soldi che le servivano per acquistare capi d alta moda, pagarsi gite in barca, ristoranti di lusso, e soggiorni a New York, Cannes, Londra, Parigi, Cortina d'ampezzo. Non contenta, con i soldi accumulati illecitamente consentiva di fare altrettanto al marito, appassionato dei casinò. Ma ad accorgersi dell imbroglio è stata la Guardia di Finanza e i militari del Nucleo Polizia Tributaria di Venezia. L operazione è partita grazie ad una verifica fiscale nei confronti di una società veneziana del settore demolizioni e bonifiche ambientali. Le Fiamme Gialle hanno rilevato numerosi buchi nei conti correnti e nel bilancio dell impresa, che presentava libri e registri con annotazioni di pura fantasia contabile. Indagando hanno così scoperto che l impiegata, responsabile amministrativo dal 2010 al 2013 della società, approfittava del ruolo rivestito e della piena fiducia accordatale dai titolari per appropriarsi di risorse finanziarie dell impresa sulle quale aveva piena disponibilità, con continui prelevamenti per migliaia di euro. La donna aveva escogitato anche il modo per non farsi beccare: le transazioni venivano infatti occultate con documentazione fittizia, attraverso la falsificazione delle firme su assegni bancari e con false scritture nella contabilità aziendale. I due sono stati denunciati per appropriazione indebita e ricettazione.

11 11 Società LA BRAVA VANESSA SBANCA L AUDITEL SU RAI UNO CON LA FICTION A PUNTATE UN ALTRA VITA La Tv ha Incontrada una star Una bella rivincita per quella che in tanti ricordano solo come spalla lentigginosa di Zelig di Igor Traboni Qualcuno adesso dovrà chiedere scusa a Vanessa, la ragazzina nel frattempo cresciuta come donna, 36 anni, un marito e un figlio nata a Barcellona ma cresciuta nella toscana Follonica. Qualcuno dovrà darle conto di quelle accuse tutte lentiggini e spalla, intesa come partner di Claudio Bisio nelle serie più fortunate di Zelig (anche se poi in realtà era lei a portare avanti i siparietti, anche per sfuggire alla ripetitività del caratterista lombardo). E più di qualcuno dovrà anche recitare il mea culpa per non essersi accorto che in realtà la bella Vanessa recitò già alla grande ne Il cuore altrove e La cena per farli conoscere, tra i film migliori di Pupi Avati, non certo l ultimo arrivato. Facendosi largo tra cinema, teatro e televisione, in vent anni di carriera (iniziò come indossatrice a 17 anni) la Incontrada è stata più snobbata e sopportata che altro, almeno fino a queste ultime settimane di tv: l auditel lo ha sbancato solo lei, con il film-tv in una sola puntata Angeli, diretto da Stefano Reali, e con la fiction di sei puntate Un altra vita, su Rai Uno. L altro ieri sera, questa fiction diretta da Cinzia Th. Torrini, ha fatto saltare ogni previsione: oltre 8 milioni e mezzo di spettatori davanti alla tv, con punte di 9 milioni, per uno dei risultati migliori di tutti i tempi, e non solo della stagione in corso. E dire che l impresa non era facile per Vanessa, protagonista della serie: certo, la regia oramai specializzata della Torrini ha fatto il suo, come la sceneggiatura di Ivan Cotroneo, oramai un mago del settore, l ambientazione dell isola di Ponza è stata straordinaria (complimenti al sindaco Piero Vigorelli che ha visto lungo e ha investito sul prodotto-tv). Ma, almeno sulla carta, la fiction presentava alcuni deboli, ad iniziare dalla storia un po melensa: la dottoressa Emma (la Incontrada) che si rifugia a Ponza con le tre figlie, dopo che il marito finisce in carcere per tangenti e scopre che l ha tradito a lungo; qui si innamora del bello dell isola che però è sposato con una donna che a sua volta soffre di turbe mentali dopo che la figlioletta è morta ancora infante; la secondogenita sedicenne che resta incinta di un militare mascalzone; la suocera che piomba in quel paradiso tra mare e cielo per difendere il figlio-marito. Gli altri interpreti, poi, non sono sembrati così all altezza: Loretta Goggi nei panni della suocera, ha spiccato il volo solo all ultima puntata; Cesare Bocci (il marito) ha perso l accento siciliano del Montalbano ma non certe fave in bocca ; Daniele Liotti (il bell Antonio di cui la dottoressa si innamora) è messo lì proprio in quanto fusto; Ludovico Fremont (fidanzato della prima figlia della dottoressa) è più simpatico che belloccio, eppure in tutte le fiction continua a far strage di cuori. Insomma: anche come interpretazione, Un altra vita deve molto del suo successo proprio al ruolo che Vanessa Incontrada ha saputo cogliere e raccogliere, non certo facile nelle sfumature di madre, nuora, moglie (nel processo finale testimonierà contro il marito), amante. E soprattutto dottoressa e donna, capace di entrare per la sua professionalità e la sua umanità nel cuore degli isolani. E di tanti telespettatori. CAMBIO DI TESTIMONIAL PER IL MARCHIO Giselle come Marilyn: è lei la nuova icona di Chanel Il N.5 più famoso del mondo verrà promosso dalla bellissima top model brasiliana La fragranza più ambita dalle donne di tutto il mondo, simbolo di eleganza e charme per eccellenza: si parla di Chanel N.5, il profumo con cui la divina Marilyn Monroe, per sua stessa ammissione, scivolava tra le lenzuola e si abbandonava al sonno. Oggi il noto marchio ha scelto un nuovo sex symbol per la sua campagna pubblicitaria, la top model più adorata e pagata al mondo, l angelo di Victoria s Secrets, Gisele Bundchen. A dirigere la 34enne brasiliana nel film che lancia il nuovo spot, intitolato The One That I Want, è il regista Baz Luhrmann, che oltre ad aver firmato pellicole cult come Moulin Rouge e Il grande Gatsby ha diretto Nicole Kidman nel precedente spot che la storica maison francese aveva dedicato al suo profumo: nel teaser del cortometraggio, che ha debuttato sul piccolo schermo il 15 ottobre. La splendida modella passa agilmente dal surfare tra le onde su una tavola nera che porta il celebre logo, al correre in un vicolo illuminato solo da un gigantesco numero 5, alla fine del quale la attende un aitante sconosciuto. Il breve film è stato presentato in anteprima durante un esclusivo party newyorchese cui, oltre a una strepitosa Bundchen fasciata in un luminoso abito stile Charleston, hanno preso parte anche Karl Lagerfeld e lo stesso Luhrmann, come testimoniano gli scatti che la modella ha condiviso su Instagram: Sono onorata di essere il volto di Chanel n. 5. Lavorare con Baz e con il team Chanel è stata un esperienza straordinaria. F.Ce. ALLA CONQUISTA DEL REGNO UNITO Se l X Factor è tricolore Andrea Faustini strega il talent british Piccoli talenti crescono: è italiano il personaggio che ha conquistato i giurati del talent show britannico X Factor. Si chiama Andrea Faustini la nuova star del piccolo schermo inglese, un nome già noto ai riflettori italiani: il giovane infatti ha preso parte al programma condotto da Antonella Clerici, Ti Lascio Una Canzone, nel Oggi ha 20 anni e si è presentato alle selezioni per la versione britannica di X Factor. Mentre in Italia stiamo vedendo la fase di selezione dell ottava edizione, Andrea Faustini ha combattuto per il suo posto nello stesso programma, ma ha varcato i confini nazionali alla volta della stessa trasmissione nel Regno Unito. L Italia ha perso un altra grande occasione, o almeno così pare. Un altro artista italiano riesce farsi notare all estero mentre in Italia in pochi si sono accorti del suo talento. Sarà la presenza di Simon Cowell, noto per aver portato i One Direction al successo, o forse il primo tentativo in Italia gli è già bastato e ha deciso di tentare la carriera internazionale. Andrea Faustini si è presentato ai provini di X Factor UK e ha conquistato sin dal primo istante la giuria. Ora ha un suo posto nell accademia di X Factor e fa parte della squadra dell ex Spice Girls, Mel B, rimasta colpita dalla sua voce al pari degli altri tre giudici: Simon Cowell, Cheryl Cole e Louis Walsh. Andrea Faustini è l unico straniero in gara ed è proprio italiano. Per il nostro Paese è dunque un motivo di vanto e di orgoglio, tutto condito da un pizzico di amarezza per aver perso l opportunità di veder nascere un nuovo talento. F.Ce. LA QUALITÀ NOSTRANA PRIMA CLASSIFICATA AL LUXURY PACKAGING AWARDS La shopper più in è made in Italy Il Rosé Demi Sec de La Montina ha sbaragliato gli avversari inglesi Il Rosé Semi Sec de La Montina, è una tipologia di vino che nella Franciacorta detiene il 95% dell'intera produzione. Ad aprile di quest'anno, durante l'ultima manifestazione del Vinitaly, l'azienda vitivinicola aveva presentato in anteprima la completa ristilizzazione della sua veste (dall'etichetta, alla capsula fino al packaging), riscuotendo, da subito, un riscontro di pubblico entusiasmante. La virtuosità del nuovo look ha avuto l'apice a Londra, dove il progetto (e nella fattispecie la shopping bag) è stato insignito dell'ambito premio migliore packaging di lusso nella categoria shoppers al Luxury Packaging Awards. Una squadra di eccellenze tutta italiana per uno dei migliori franciacorta italiani, non potevano che riunirsi professionisti ed aziende, tutti rigorosamente born in italy. A capitanare la squadra Susanna Bonati, nota per la sua creatività dirompente e innovativa, nonché Direttore della rivista di comunicazione leader in Italia Comunicando, chiamata dalla direzione de La Montina espressamente per rivitalizzare uno dei loro prodotti di punta che necessitava di un tocco charmant femminile e per impostare le linee guida comunicative dell'azienda. Susanna Bonati ha ideato, progettato e diretto artisticamente il restyling del look del franciacorta Rosé Demi Sec della stessa La Montina, tracciando le coordinate di una totale rivoluzione di stile, femminilizzando e dando forme suadenti a un vino di chiaro fascino per il pubblico delle donne. La prima novità assoluta in una shopping bag da vino è lo sviluppo dato allo stesso packaging: orizzontale anziché il classico verticale, steso, invece, sdraiato, per disegnare immediatamente il senso di una vera e propria borsa che fin dal principio del pensiero creativo è stata ispiratrice. Siamo molto orgogliosi e decisamente soddisfatti per il premio che il packaging del nostro Rosé Demi Sec ha ricevuto, ha dichiarato Michele Bozza, Marketing Manager de La Montina. Considerata soprattutto la città in cui la manifestazione si è tenuta: Londra, capitale del design internazionale. Occasioni e progetti così speciali rendono unico ciò che facciamo. Ringrazio Susanna Bonati per avere concepito un'idea così innovativa e apprezzata non solo dal pubblico italiano ma anche da quello internazionale. I nostri distributori e contatti all'estero andavano già pazzi per il nuovo look del Rosé Demi Sec; ora faremo fatica a tenerli!.

12 12 Sport NON SOLO CALCIO, DALLE CARTE DELLA PROCURA DI CREMONA EMERGE UN NUOVO FILONE CHE GETTA OMBRE SULLE RACCHETTE AZZURRE E SUL BASKET Sport italiano malato, anche il tennis finisce nella rete delle scommesse Indagato Bracciali, ma spuntano pure i nomi di Starace, Volandri, Bolelli e Seppi. I manovratori di tutta la vicenda sarebbero i commercialisti bolognesi di Signori e il ds del Perugia Goretti di Federico Colosimo Sport malato. C è del marcio ovunque. Non solo nel ciclismo e nel calcio. Adesso pure nel tennis. Dove dilaga lo scandalo delle scommesse. Le indagini del filone di Cremona sulla brutta vicenda delle combine nel football stanno prendendo una piega tanto brutta quanto inaspettata. Sono proprio le conversazioni in chat, considerate erroneamente al riparo da ogni controllo, a scoperchiare un enorme vaso di Pandora pieno di presunte truffe e puntate illegali. Dove emergono elementi preoccupanti. I soliti noti - Si tratta di un pozzo senza fine. Dove gli illeciti emergono praticamente in ogni angolo. Con calcio e tennis pesantemente chiamati in causa. Ci sono i soliti protagonisti: quello che è stato bollato come il clan dei bolognesi, composto da Francesco Giannone e Manlio Bruni, commercialisti di Giuseppe Signori. Tutti e 3 arrestati nel Poi c è Francesco Bazzani, il cui nome d arte è il Civ, uno degli ultimi ad essere fermato (2013). Le new entry - E arriviamo alle novità, persone che non sono mai finite nel registro degli indagati, ma che ora sono nel mirino degli inquirenti per alcune conversazioni con Bruni. Tra queste Roberto Goretti, direttore sportivo del Perugia ed ex calciatore proprio di Grifone, Napoli, Bologna, Bari, Como e Arezzo. E ancora: uno dei pezzi da novanta del tennis italiano, Daniele Bracciali, più volte convocato in Coppa Davis. Al quale vengono offerti dei soldi in cambio di un match truccato e aggiustato nei dettagli anche per quanto riguardasse il punteggio. Conversazioni inquietanti tra gli attori principali dove emergono pure alcune chiamate indirette. In cui si fanno i nomi di Filippo Volandri, Potito Starace e del compianto Federico Luzzi. Gli scommettitori vogliono acquistare perfino Simone Bolelli. Tutti i protagonisti del tennis italiano tirati in mezzo - I nomi coinvolti sono davvero tanti. Troppi. Starace e Bracciali erano facilmente contattabili da Goretti in quanto compagni d allenamento ad Arezzo. Ma nemmeno Volandri, di Livorno, era tanto lontano da lì. E per quanto riguarda Bolelli, da altre conversazioni sembrerebbe che all idea di truccare i match di tennis fosse gasatissimo. Bracciali nomina spesso, nelle sue chiacchierate, perfino Andreas Seppi, rendendo il tennis italiano sempre meno credibile. Come funziona? - Dai colloqui via Skype si capisce anche il meccanismo: 50 mila euro di offerta per perdere, possibilmente con un numero esatto di game. In quel caso, potrebbe rendersi necessario un accordo pure con l avversario, che a questo punto diventa a tutti gli effetti complice dell illecito. Rendendo la lista delle persone coinvolte, o quantomeno a conoscenza dei fatti, molto più lunga dell immaginabile. Motivo per il quale il tutto potrebbe far scattare un campanello d allarme non solo in Italia, ma anche e soprattutto a livello di ATP e ITF. Millanterie e responsabilità - La crema come si evince dall indagine - c è anche nel tennis. E quando il calcio latita, i maghi delle combine si rivolgono altrove. Trovando, a quanto pare, la stessa disponibilità che hanno sperimentato nel mondo del pallone. Le solite millanterie non mancano neanche questa volta, con le responsabilità penali tutte da provare. Ma il quadro che emerge è sconvolgente. Pure il basket - Cremona cercava conferme sulle combine nel soccer, ma non pensava di certo ad altri sport (ci sarebbero riferimenti pure sul basket). E invece Serie A, B e Lega Pro ancora nel mirino - Il materiale sul calcio comunque non manca, anzi: Goretti - secondo la Gazzetta dello Sport, che ha dato lo scoop - sfornerebbe partite di A, B e Lega Pro sulle quali scommettere a colpo sicuro. Nuovi arresti in arrivo? - E adesso potrebbero scattare nuovamente le manette. Nel mirino non solo il direttore sportivo del Perugia (la sua posizione si fa delicata) e il clan dei bolognesi. Ma giocatori di calcio e soprattutto di tennis. Giustizia sportiva da riformare - Scommesse e imbrogli. Lo sport italiano è sempre più malato. Se queste nuove accuse si rivelassero vere, bisognerà cambiare registro. Aumentare le pene e punire pesantemente chi imbroglia. Servono sanzioni severe, esemplari. E pulizia, totale. Di personaggi che con subdoli comportamenti illudono tifosi e amanti dello sport. Quello sano, vero. Giusto. LA TRATTATIVA HA SUBITO UNA BRUSCA FRENATA. IN BALLO SOLDI E INTERESSI ECONOMICI, COME LO STADIO Il Napoli agli emiri: troppi intoppi Negoziazioni che non decollano anche per il caos che regna in Comune, con il sindaco sospeso. De Laurentiis vuole cedere, ma la famiglia Al-Thani punta più al business che al football Dici Napoli e pensi agli sceicchi. Prosegue a rilento, nonostante i soliti rumors, la trattativa tra gli intermediari di Aurelio De Laurentiis e quelli della famiglia Al-Thani per la cessione del pacchetto di maggioranza del club partenopeo. Una negoziazione che, secondo le indiscrezioni raccolte in esclusiva, ha subito negli ultimi giorni una brusca frenata. Altro che conclusa. Per portarla in porto ci vorrà tempo. E non è detto che il tutto possa concretizzarsi. I motivi sono diversi e non di poco conto. Per fare un investimento simile, occorre innanzitutto avere delle garanzie. Non dal singolo imprenditore, ma dal fondo, in questo caso arabo, chiamato a investire cifre importanti. Comprare il Napoli significa dover sborsare una cifra vicina ai 300 milioni di euro. Ma questo potrebbe essere il problema minore. Chi acquista pretende giustamente di avere la possibilità di costruire lo stadio, come è accaduto alla Roma con Pallotta. Per questo motivo la trattativa viaggia su più tavoli. E rischia di finire presto in Comune. Dove la situazione è paralizzata. Il sindaco è sospeso e a regnare è il caos. In tutto questo ambaradan, non aiuta nemmeno la posizione geografica. Al Sud c è deflazione e l investimento, così facendo, sarebbe a perdere. Gli ostacoli sono molti, forse troppi. Con la trattativa che resta comunque intrigante. Al-Thani, un nome che fa pensare subito ai petrodollari. La mente porta immediatamente al Paris Saint Germain e al Fair play finanziario di cui gli arabi si fanno beffe a colpi milionari sul mercato. Basti pensare all ultimissimo di una lunga serie: David Luiz dal Chelsea per 50 milioni di euro. Ma anche al Malaga. La famiglia al-thani è immensa. Quello che è stato accostato agli azzurri, Hamid bin Khalifa, è il 7 emiro della storia del Qatar dal 2005 al E capeggia una stirpe formata da 3 mogli e 24 figli, di cui 11 maschi e 13 femmine. Passiamo ora ad Abdullah bin Nasser Al Ahmed al-thani, un emiro certamente meno autorevole. Almeno per quel che ha dimostrato fino ad oggi. Che s è buttato nel calcio prima fallendo nell acquisto dei Rangers di Glasgow salvo poi ripiegare sul Malaga. Con il quale ha riscosso bassi successi senza riuscire a scalare le gerarchie del calcio spagnolo. Ma alcune voci maligne dicono che il suo unico interesse fosse quello di acquistare il porto della città andalusa. E la compravendita della società di calcio nacque solo in vista di quella enorme operazione. A Napoli c è chi sogna e chi nicchia. La sensazione è che il rapporto tra il presidente De Laurentiis e i tifosi sia deteriorato. Gli sceicchi per il momento rappresentano solo poco più di un sogno. E forse è meglio così. Perché l obiettivo della maggior parte degli emiri è il business, non il calcio. Considerato dai più come un giocattolo. F.Col. IN LIZZA ROSSI, LORENZO E PEDROSA MotoGp, scatta la corsa per il secondo posto Il cappello sul mondiale della MotoGp l ha già messo, per la seconda volta di fila, il giovanissimo Marc Marquez a bordo della sua Honda. Tuttavia, all appello restano tre gare e la corsa per il secondo posto nella classifica generale è tutt altro che chiusa. Il lizza per la corona d argento ci sono ben tre piloti: Valentino Rossi, Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo. Visti i personaggi, è difficile che uno dei tre getti la spugna prima dell ultimo traguardo, quello di Valencia nel prossimo 9 novembre. Ecco, dunque, che per gli ultimi appuntamenti della classe regina si profila una sorta di secondo mondiale, utile a dare al vincitore una boccata di ottimismo in vista del nuovo campionato. Dal canto suo, Rossi è carico come una mina. Del resto, nonostante la pesante caduta ad Aragon, lo scorso week-end ha dato grande prova di sé giocandosi, per un po, anche il gradino più alto del podio, salvo poi arrendersi a Lorenzo. Amo Phillip Island e Sepang, ma tre gare di fila sono sempre difficili e un buon inizio è molto importante ha dichiarato il pilota pesarese-. Mi piace molto il Gp d Australia e voglio fare una buona gara qui, anche perché la maggior parte del mio team è australiano. Voglio tornare sul podio e provare a vincere di nuovo. Stiamo lavorando bene, mi piace il circuito e la Yamaha sta andando forte, quindi penso che ce la possiamo fare. Sono in buona forma, quindi sarà una battaglia divertente. Non meno determinato è il compagno di squadra Jorge Lorenzo, staccato in classifica da soli 3 punti. Speriamo di poter vivere un altro grande weekend e di lottare ancora per la vittoria ha affermato lo spagnolo-, che è così importante per quanto riguarda la lotta per il secondo posto nel campionato. Leggermente più cauto è invece il pilota della Honda Dani Pedrosa, reduce da un brutto week end in Giappone: Abbiamo provato lì (Phillip Island) all inizio dell anno, ma dovremo vedere come saranno le condizioni ad oggi, qualche mese più tardi. L obiettivo è ovviamente quello di arrivare secondi in campionato e spingerò al 100% per raggiungere questo obiettivo. La battaglia, dunque, è appena iniziata. Giorgio Musumeci

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