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1 FATTO & DIRITTO La cronaca giudiziaria secondo gli esperti La pratica rubrica in versione sfogliabile, consultabile, condivisibile, scaricabile e stampabile per avere ogni mese tutti i nostri articoli e focus gia' raccolti in ordine cronologico e di pubblicazione. In questo numero... Furto in villa a Recanati Il proprietario spara e uccide un albanese Anno 2011,Dicembre,Numero 5 Protesi al silicone l' Interpol chiede l'arresto del fondatore della PIP Strage di Firenze, l'italia antirazzista riempe le piazze di memoria e colori L'ultimo Boss di Gomorra Giornata Mondiale per la lotta AIDS Sfoglialo, e scopri all'interno tanti altri articoli interessanti...

2 Dicembre In questo numero... ITALIA Giornata Mondiale per la lotta all Aids Il nemico di sempre Omicidio Federica Squarise Sentenza-choc, El Gordo condannato a 17 anni Usa: 13 enne non ammesso a scuola perchè sieropositivo Intentata causa. Omicidio Federica Squarise Sentenza-choc, El Gordo condannato a 17 anni Cesare Battisi Mafia, Camorra e Co. Oltre Gomorra, l'italia E' più facile chiedere che chiedere perdono. ESTERO Processi, pensieri e azioni: riflessione sui reati associativi da fine 800 a oggi Il processo per la morte di Lea Garofalo sciolta nell acido deve ricominciare. Arrestato nel bunker Michele Zagaria L ultimo boss di Gomorra. Morte Pablo Neruda Il Pcc chiede la riesumazione, si parla di veleno inettato Mafia, Camorra e Co. Oltre Gomorra, l'italia La Crescina non fa ricrescere i capelli La Procura apre un inchiesta Ex dittatore Manuel Noriega Estradizione dalla Francia a Panama Mike Bongiorno Ritrovata la salma vicino a una chiesa Strage di Lockerbie e omicidio Fletcher Tripoli dà l'ok alla Gran Bretagna per l'ingresso in Libia REGIONE Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo e social Network Strage di Lockerbie e omicidio Fletcher Tripoli dà l'ok alla Gran Bretagna per l'ingresso in Libia Mosca Prevista per oggi la grande manifestazione anti-putin Morta Angela Casella La mamma coraggio che 1989 si incatenò per il figlio rapito. Incidente al PalaTrieste Crolla il palco di Jovanotti,muore operaio Firenze-choc: strage di senegalesi Trovato morto il killer Gianluca Casseri. Crac San Raffaele Arrestato ex direttore finanziario Mario Valsecchi Attenti a quei clic! Allarme Unicef sulla pedopornografia nel web Medico rifiuta la morfina Paziente muore tra atroci sofferenze Approvato ieri dal Governo il pacchetto "svuotacarceri" Processi, pensieri e azioni riflessione sui reati associativi da fine 800 a oggi Diritto alla Salute Giornata Mondiale per la lotta all Aids IIl nemico di sempre FOCUS L'Italia antirazzista riempie le piazze di memoria e colori L'Italia antirazzista riempie le piazze di memoria e colori

3 ITALIA Dicembre In questo numero... Calcioscommesse: ondata di arresti In manette anche Cristiano Doni Disabile muore di freddo al Santo Stefano di Potenza Picena Bugiardini pericolosi Ex direttore Aifa Martini a giudizio per disastro colposo Australia: riaperto il caso di Azaria Chamberlain La neonata rapita trent'anni fa dal dingo Forum neonazista pubblica lista nera di personalità italiane Calcioscommesse: ondata di arresti In manette anche Cristiano Doni ESTERO Protesi al silicone L Interpol chiede l arresto del fondatore della PIP Australia: riaperto il caso di Azaria Chamberlain Furto in villa a Recanati La neonata rapita trent'anni fa dal dingo Il proprietario spara e uccide un albanese REGIONE Scommesse: escono i nomi Citati Buffon, Gattuso e Cannavaro e c è chi parla di una Calciopoli bis Niente botti la notte di San Silvestro Divieto in molte città italiane Il J'accuse di Zola Grido d'amore per una democrazia in pericolo Disabile muore di freddo al Santo Stefano di Potenza Picena FOCUS Il J'accuse di Zola Grido d'amore per una democrazia in pericolo La Cronaca giudiziaria Secondo gli Esperti

4 La Redazione Avv. Tommaso Rossi Fondatore - Capo Editore Commentatore, Moderatore Talita Frezzi Co-Fondatore - Direttore Capo Redattore, Moderatore Avv. Valentina Copparoni Commentatore Andrea Dattilo Redattore Cronaca Dott. Giorgio Rossi Commentatore Medico Federica Fiordelmondo Redattore Cronaca Eleonora Dottori Redattore Cronaca Avv. Sabrina Salmeri Collaboratrice Lorenzo Berti Web Strategist & Analist Giorgio Di Prossimo Webmaster, Webdesign, Developing Graphics & Almanacco Desing

5 Giornata Mondiale per la lotta all Aids Il nemico di sempre ANCONA, 1 DICEMBRE 11 Si alzano di nuovo le barricate per difendersi da quella guerra subdola e che sembra essere stata dimenticata dalle istituzioni: la guerra contro il nemico di sempre, l Aids. Secondo solo al cancro, ogni anno si registrano nuovi casi in Italia, precisamente 4,5 nuovi casi ogni residenti italiani e 22,2 ogni stranieri residenti. Quasi il 60% dei nuovi infetti scopre di esserlo durante la fase conclamata: un sieropositivo su 4 non sa di esserlo. Dati che segnalano un allarmante disinformazione e una sottovalutazione della malattia. Non se ne parla quasi più, sparite anche le campagne tv informative. Ma questo non significa che il nemico sia stato debellato, anzi. E subdolo e continua a mietere vittime prima dell ignoranza, poi della malattia stessa. Oggi nel mondo si celebra la ventiquattresima giornata per la lotta all Aids. Sono state messe in campo iniziative e campagne di informazione e sensibilizzazione, tipo quelle che in Italia si facevano anni addietro, quelle in cui venivano forniti i dati dell Istituto superiore di sanità, i risultati del monitoraggio e i nuovi casi di infezione. Quelli delle campagne spot con la sigla riconoscibile ovunque. Eppure le campagne più forti, dall impatto più incisivo risalgono agli anni 90. Ora la lotta all hiv è in mano per lo più alle associazioni. Lo denuncia l operatore Andrea Berardicurti del Circolo Mario Mieli. Da 10 anni si è abbassata la guardia dice eppure in realtà la diffusione dell hiv aumenta in maniera preoccupante. Ci si illude che il nemico sia debellato per la diminuzione dei casi di decesso, da imputare alle nuove terapie introdotte in Italia dal 1996 che prolungano la sopravvivenza e riducono la mortalità dei sieropositivi. I cosiddetti farmaci salvavita, che rassicurano ma non bastano. Meno morti ma più rischi, anche dovuti alla disinformazione. Nelle scuole e nelle famiglie si parla poco o raramente dell uso del preservativo. Specie nelle famiglie, il dialogo tra genitori e figli su un argomento come il sesso, la contraccezione, la difesa da malattie sessualmente trasmissibili tra cui l Aids è ancora tabù. Per molti ragazzi anche solo l acquisto del preservativo è un problema di finanze : costano troppo, sostengono alcuni. Per venire incontro a questa problematica comune a molti giovanissimi, ContestaRockHair, saloni di bellezza ad alto tasso di giovani, a Roma, lancia l iniziativa Aids is not Dead, una campagna di sensibilizzazione con la distribuzione di condom per tutto il mese di dicembre. Ogni profilattico sarà venduto simbolicamente a 1 euro. Il ricavato sarà destinato all'associazione onlus Sieropositivo.it. Oltre ai preservativi saranno anche vendute spillette per sostenere la campagna informativa. Mentre il Circolo Mario Mieli, attraverso la notte Muccassassina, che riunisce migliaia di giovani gay e non, il 2 dicembre devolve parte dell incasso alla Cooperativa sociale Gaia, che assiste a domicilio le persone in Aids non autosufficienti. E sul sito safesexdu.com si possono fare domande sulla malattia, il test, le vie di contagio e ricevere risposte anche sul proprio cellulare. TALITA FREZZI

6 Omicidio Federica Squarise Sentenza-choc, El Gordo condannato a 17 anni PADOVA, 2 DICEMBRE 11 - Diciassette anni di carcere per aver stuprato e ucciso Federica Squarise. E la sentenza-choc pronunciata dal Tribunale spagnolo nei confronti di Victor Diaz Silva Santiago (detto El Gordo ), che violentò e uccise la turista italiana 21enne Federica Squarise nel 2008 a Lloret De Mar (rileggi la notizia e l approfondimento su ). I legali della famiglia Squarise - Agnese Usai e Massimiliano Stiz - hanno già annunciato il ricorso in Cassazione per questa che definiscono una sentenza scandalo, anzi uno schifo. El Gordo si sarebbe reso collaborativo nel corso del dibattimento e questo avrebbe attenuato la sua condanna. Dovrà scontare un anno e sei mesi di carcere per il reato sessuale e 16 anni e tre mesi per l omicidio della giovane padovana. Da questa pena dovrà essere decurtato il tempo già trascorso in carcere dall uruguaiano, che dovrà anche corrispondere ai genitori di Federica un indennizzo (provvisionale) di euro. I legali della parte civile hanno anche avviato la richiesta di indennizzo allo Stato e auspichiamo l adozione di una legge italiana che possa favorire una normativa conforme a quella europea, hanno reso noto con l annuncio del ricorso in Cassazione per impugnare la sentenza. Il governatore del Veneto Luca Zaia, che già aveva commentato amaramente la richiesta del pm di 30 anni di carcere per Victor Silva, ora definisce scandalosa questa sentenza e invoca l intervento del ministro Terzi. TALITA FREZZI D: L atteggiamento collaborativo di un imputato per omicidio, nel nostro ordinamento costituisce attenuante ai fini della pena? R: Dipende dal libero apprezzamento del Giudice, che può valutare l'atteggiamento dell'imputato in senso negativo e positivo, concedendo magari le attenuanti generiche (art.62-bis del Codice Penale) e commisurando la pena, in relazione ad eventuali dimostrazioni di pentimento del reo. Ad esempio, nell'esperienza concreta, la semplice confessione a fronte di prove già schiaccianti non sortisce l'effetto di cui sopra, mentre invece la negazione della responsabilità di fronte a prova certa provoca l'effetto contrario, in quanto il giudice valuta in maniera negativa la sfrontatezza dell'imputato, ritenendola dimostrativa della mancanza di ogni rimorso per il reato commesso! Comunque, nulla di predeterminato è previsto dalla legge, a differenza di alcuni reati particolari, quali lo spaccio di stupefacenti ovvero l'associazione di tipo mafioso oppure i reati commessi con finalità di terrorismo, dove la collaborazione (soprattutto in fase d'indagine) è prevista come circostanza specifica che riduce la pena. E' prevista però una diminuzione di pena a fronte di un risarcimento integrale e spontaneo dei danni, avvenuto prima che si avvii il processo, ovvero in presenza di un comportamento teso a ridurre gli effetti dannosi del crimine (art.62 n.6 Codice Penale), comportamenti considerati sintomi di concreto pentimento. D: La pena, in Italia, sarebbe stata maggiore? La richiesta di 30 anni, fatta dall'accusa, è eccessivamente mite? R: Per l'omicidio è prevista la pena minima di anni 21, a meno che qualche attenuante non contribuisca a ridurla. In presenza di aggravanti essa sale fino all'ergastolo. Qui, oltre all'omicidio va tenuto conto della violenza sessuale, reato già, di per se, molto grave. Calcolando che ricorrono almeno 2 aggravanti, costituite dall'aver agito per motivi abietti (cioè per pura libidine) e dell'aver commesso l'omicidio per occultare il reato di violenza sessuale, si poteva ben ipotizzare l'erogazione di una pena severa. La pena richiesta dal Procuratore spagnolo non sembra poi così mite, calcolando che anche nel nostro ordinamento, con la scelta del rito abbreviato, sarebbe il massimo erogabile. Per la legge Italiana infatti, oltre i 30 anni di carcere può erogarsi solo l'ergastolo, cioè il carcere a vita; il massimo assoluto di pena è costituito dall'ergastolo con isolamento diurno. D: La famiglia Squarise può chiedere un indennizzo alla Spagna? Il nostro Ordinamento prevede una legge che sia conforme a quella europea per casi come questo? R: Sinceramente non sono in grado di dare una risposta precisa...attraverso le mie ricerche

7 non è emersa alcuna norma di salvaguardia che consenta di ritenere responsabile civilmente lo stato nazionale per i reati commessi sul suo territorio, a titolo di responsabilità oggettiva, cioè esistente a prescindere da qualsiasi comportamento anche solo omissivo dell'ente Pubblico. L'unico tipo di risarcimento che mi sembra configurabile è quello che potrebbe derivare da un errore del Giudice, che in Italia sarebbe ipotizzabile solo nel caso in cui egli abbia, per dolo o colpa grave, gravemente violato una legge ovvero negato od affermato l'esistenza di un fatto inequivocabilmente provato, più altri limitatissimi casi (Legge n.117 del 1988). Un altro tipo di indennizzo, previsto a livello europeo, è quello che deriva dall'eccessiva durata del processo. La richiesta è consentita, in Italia, dalla cosiddetta Legge Pinto, ma non mi sembra questo il caso, poichè la condanna è arrivata con discreta celerità. Attendo smentite... AVV. DAVIDE TOCCACELI Usa: 13 enne non ammesso a scuola perchè sieropositivo Intentata causa. NEW YORK, 3 DICEMBRE '11 - A ridosso della giornata mondiale contro l'aids (1 dicembre) dagli Stati Uniti arriva una scioccante storia di arretratezza culturale e discriminazione. Una scuola privata della Pennsylvania, la Milton Hershey School di Hershey, ha negato l'ammissione ad uno studente di 13 anni perchè sieropositivo. La scuola, fondata nel 1909 dal cioccolatiere Milton Hershey, ha sempre educato gratuitamente studenti con un basso reddito e persone socialmente svantaggiate. Il ragazzo respinto, il cui nome rimane riservato, aveva presentato una regolare domanda di ammissione a febbraio scorso e dopo essere stato rifiutato dalla scuola ha accettato che "AIDS Law Project" (uno studio legale che si occupa gratuitamente della difesa degli interessi dei malati di Hiv e Aids) intentasse causa per lui. Secondo Ronda B. Goldfein, attivista della lotta contro l'aids in Pennsylvania e avvocato del ragazzo, la scuola "ha violato diverse leggi anti-discriminazione e per la protezione dei diritti di persone affette da Hiv". Nei documenti presentati per l'azione legale si legge che il 13enne è un ragazzo che si impegna ed è anche sportivo. Assume ogni giorno cinque pillole e delle vitamine che però non hanno alcun impatto sul suo rendimento scolastico. "Questo giovane è motivato, è un ragazzo intelligente che non pone alcun rischio per la salute di altri studenti, ma gli viene negata un'opportunità educativa a causa dell'ignoranza e della paura verso HIV e AIDS" ha detto il legale del giovane. Dal canto suo Connie McNamara, portavoce della scuola, in un comunicato ha affermato che la scuola ha preso "la giusta decisione, in base alla legge" e ha precisato che gli studenti della Milton Hershey School rimangono tutto il giorno a scuola, trascorrendo nella struttura anche la notte. "La decisione di negare l'iscrizione è stata una sfida per noi. Come in ogni altra decisione sulle iscrizioni, dobbiamo mediare tra il nostro desiderio di accogliere ogni bimbo che cerca di essere ammesso e il nostro dovere di proteggere la salute e la sicurezza di tutti i ragazzi già affidati alle nostre cure", ha detto la portavoce. L'avvocato Goldfein parlando ai microfoni della Cnn si è invece detta "attonita per il fatto che nella terza decade dell'aids (la scuola Milton Hershey) ancora crede che sia troppo pericoloso ammettere uno studente sieropositivo. Dimostra davvero quanta poca strada abbiamo fatto". FEDERICA FIORDELMONDO Non ci sono domande perché non ci sono parole per commentare questa notizia. Con il dovuto beneficio di inventario e diritto di replica circa la ricostruzione della notizia, in casi come questi, occorre anche chiedersi: quanto arretratezza culturale esiste ancora in un mondo che vuole definirsi civilizzato? Come cantava Bob Dylan nella mitica Blowin' in the wind: quanta strada deve ancora percorrere un uomo prima di essere chiamato Uomo?. Quando si apprendono di notizie come questa la risposta che mi viene, da persona e non da avvocato è: molta, davvero molta. In America, come in Italia, esistono norme di rango costituzionale che

8 vietano discriminazioni basate su razza, religione, sesso, cultura, e motivi di salute, in ossequio alla Dichiarazione universale dei diritti umani, firmata a Parigi nel 1948 tra Cesare Battisi E' più facile chiedere che chiedere perdono. CANANEIA (Brasile), 4 DICEMBRE '11 Torna a parlare Cesare Battisti e, come sempre, lascia sgomenti. «Cosa vorrei? Una riconciliazione con il popolo italiano. Ci vuole un'amnistia, altri Paesi ci sono riusciti». In un'intervista rilasciata al quotidiano francese Le Monde, Battisti afferma che il suo unico desiderio è «girare quella maledetta pagina» del terrorismo politico. «Mi assumo le mie responsabilità politiche e militari ma, attenzione, non ho ucciso nessuno insiste Battisti, che ha sempre ribadito la sua innocenza per i quattro omicidi a lui attribuiti - ero solo una ruota del carro in una delle innumerevoli organizzazioni di estrema sinistra allora in guerra con lo Stato». Battisti prosegue la sua intervista puntando il dito contro le autorità statali italiane, che accusa di «voler far espiare i sogni» ai militanti degli anni Settanta: «Sono stati fatti errori, è evidente - ammette - pretendere di cambiare la società con le armi è una cavolata. Ma in fondo, all'epoca tutti avevano delle pistole! C'erano guerriglieri nel mondo intero. L'Italia viveva una situazione prerivoluzionaria... è facile oggi criticare e fare di tutta l'erba un fascio». Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso dai Pac nel 1979, commenta con amarezza le parole gli Stati membri dell'onu. Ma la realtà spesso è cosa assai più amare. Prima o poi ce la faremo a sconfiggere il grande male che del latitante: «L'unica cosa che Battisti può fare è chiedere perdono e scontare la sua pena», e definisce la sua richiesta di una riconciliazione e dell'amnistia «cose assurde e di poco gusto». L'orgoglio di quest'uomo supera la dignità, ammettere le colpe è segno di un coraggio verso la storia che Cesare Battisti non ha e non ha mai avuto. L'amnistia passa attraverso la riconciliazione con il passato, e la riconciliazione passa attraverso una presa di coscenza. Cesare Battisti non ha mai voloto prendere coscenza del suo passato. Ci dice oggi che, all'epoca, tutti giravano con le pistole. Non tutti. E non tutti le usavano, o le facevano usare quelle pistole. Poco cambia, è scorso sangue anche per colpa di quell'uomo. E questo non può non fare la differenza. (T.R.) Ma chi è Cesare Battisti? Proviamo a ripercorrere brevemente i passaggi salienti della sua vicenda: Dopo un paio di arresti da minorenne, per rapine, Battisti fu arrestato nel 1977 e rinchiuso nel carcere di Udine dove entrò in contatto con Arrigo Cavallina, ideologo dei Proletari Armati per il Comunismo, che lo accolse nell organizzazione. Una volta libero, si trasferì a Milano e iniziò a partecipare alle azioni del affligge l'umanità, peggiore dell'aids o di qualsiasi altra malattia: l'ignoranza. TOMMASO ROSSI gruppo, che si caratterizzarono prima per una serie di rapine a banche e supermercati in nome dei cosiddetti espropri proletari, e successivamente anche di alcuni omicidi di commercianti e appartenenti alle forze di polizia, omicidi rispetto ai quali Battisti ha sempre proclamato la sua estraneità. Battisti venne arrestato nel 1979 e condannato a 13 anni e 5 mesi di reclusione per l omicidio del gioielliere Pierluigi Torregiani e al ferimento del figlio, nel febbraio 1979 Il 4 ottobre1981 Battisti riuscì ad evadere dal carcere di Frosinone e a rifugiarsi in Francia dove per circa un anno visse da clandestino a Parigi. In quel periodo conobbe la sua compagna e futura moglie, con la quale poi si trasferì in Messico, dove nacque la sua prima figlia. Lì iniziò a scrivere e fondò la rivista Via Libre. Nel periodo della latitanza messicana intervengono le condanne italiane in contumacia. Con sentenza della Corte d assise d appello di Milano nel 1988 (sentenza divenuta definitiva in Cassazione nel 1993), fu infatti condannato all ergastolo per omicidio plurimo, oltre che per i reati di banda armata, rapina e detenzione di armi. In totale in Italia Cesare Battisti è

9 stato dichiarato reponsabile di quattro omicidi: in tre è stato ritenuto concorrente nell esecuzione mentre in uno come ideatore e mandante: 1) Il 6 giugno 1978 a Udine, omicidio di Antonio Santoro, maresciallo della polizia penitenziaria accusato dai PAC di maltrattamenti ai danni di detenuti; il delitto viene rivendicato il giorno dopo dai PAC con una telefonata al Messaggero Veneto. 2) Il 16 febbraio 1979 a Milano, omicidio di Pierluigi Torregiani, gioielliere, reo di aver ucciso mesi prima un rapiuatore durante un tentata rapina e ferimento del figlio. Il delitto fu rivendicato dai Nuclei Comunisti per la Guerriglia Proletaria. Battisti fu condannato come co-ideatore e organizzatore. 3) Il 16 febbraio 1979, dopo alcune ore dal precedente, a Santa Maria di Sala, viene ucciso durante un tentativo di rapina Lino Sabbadin, che svolgeva attività di macellaio a Mestre; Battisti fu dichiarato colpevole come complice nell omicidio facendo da copertura all esecutore Diego Giacomin. 4) Il 19 aprile 1979 a Milano, omicidio di Andrea Campagna, agente della Digos che aveva compiuto alcuni arresti legati al delitto Torregiani. Il delitto fu subito rivendicato dai PAC.Battisti fu riconosciuto esecutore materiale. Successivamente alle condanne italiane, Battisti dal Messico fece ritorno a Parigi, dove poteva contare su una rete di appoggi e conoscenza con altri terroristi latitanti italiani, che lì trovavano un porto sufficientemente sicuro grazie alla cosiddetta dottrina Mitterrand. Intanto scrisse un altro romanzo e si guadagnava da vivere traducendo in italiano racconti di autori noir francesi. Poco tempo dopo, però, venne arrestato a seguito di una richiesta di estradizione del governo italiano. Nell aprile 1991, dopo circa quattro mesi di detenzione, la Chambre d accusation di Parigi lo dichiarò non estradabile. Nel 2002 i ministri della giustizia italiano e francese, Castelli e Perbén firmarono un patto che limitava l estradabilità per i reati anteriori al 1982 ai soli casi di eccezionale gravità. Battisti fu nuovamente arrestato a Parigi nel La magistratura italiana richiese nuovamente la sua estradizione, che il 30 giugno fu concessa dalle autorità francesi, dove nel frattempo si era insediato alla presidenza Jacques Chirac, che, contrariamente al suo predecessore Mitterandt, si disse favorevole all estradizione di Battisti in caso di esito negativo del ricorso in Cassazione. Il Consiglio di Stato francese e la Corte di Cassazione, con due distinte deliberazioni sulla richiesta di estradizione, autorizzarono la consegna di Battisti alle autorità italiane, segnando la fine della cosiddetta dottrina Mitterrand. Battisti, da vera primula rossa, riuscì nuovamente a rendersi latitante e a far perdere le sue tracce dalla Francia. I suoi legali presentarono un ulteriore ricorso alla Corte Europea dei diritti dell uomo che fu respinto nel dicembre del 2006 in quanto manifestamente infondato. Cesare Battisti arriva in Brasile nel 2004 e viene poi arrestato, a Rio de Janeiro, il 18 marzo del Il 3 aprile 2008 la procura generale di Rio de Janeiro concede l estradizione richiesta dall Italia, a condizione che Roma commuti l ergastolo in una pena di 30 anni. Poco dopo viene respinta la richiesta di Battisti di ottenere lo status di rifugiato politico. I legali dell ex terrorista presentano ricorso al ministro della Giustizia, Tarso Genro. Nel gennaio 2009, contrariamente alla decisione del Conare, Genro concede l asilo politico. L ultima parola passa all STF (supremo tribunale federale). Dopo due rinvii, il 18 novembre 2009 l STF da il via definitivo, 5 voti a 4, all estradizione. Poco dopo, in un secondo dibattimento, gli stessi giudici stabiliscono, anche questa volta per 5 a 4, che sia il presidente Lula ad avere l ultima parola sulla decisione finale. Il 31 dicembre 2010, nell ultimo giorno della sua presidenza, Lula annuncia di non concedere l estradizione, sulla scia di quanto scritto dall Avvocatura generale dello stato, che si è a sua volta basato sulle clausole del trattato di estradizione in vigore fra Brasile e Italia. Dopo vari ricorsi dell Stato italiano, tutti considerati inammissibili, la difesa di Battisti chiede all Stf la scarcerazione dell ex terrorista e il 9 giugno scorso, la Corte Suprema brasiliana, per 6 voti a 3, vota contro l estradizione di Battisti in Italia e ne dispone la definitiva scarcerazione. Proviamo ora a capire cosa significano alcune figure giuridiche che, purtroppo, sono state piuttosto ricorrenti nella storia di Battisti: D: cosa si intende per evasione? R: Il reato di evasione c.d. generica -art. 385 codice penale- consiste nel

10 sottrarsi all arresto o detenzione ed è punito con la reclusione da 6 mesi ad 1 anno. Sono previste due aggravanti speciali qualora il fatto venga commesso con violenza o minaccia verso persone o mediante effrazione (reclusione da 1 a tre anni) e qualora la violenza e minaccia sia commessa con armi o da più persone riunite (reclusione da 3 a 5 anni). E altresì prevista una circostanza attenuante speciale qualora l evaso si costituisca in carcere prima della condanna. Esistono altre due ipotesi di evasione (c.d. impropria): la prima (art. 385, comma 3 c.p.) consiste nel fatto di colui che, trovandosi agli arresti domiciliari presso la propria abitazione o in altro luogo (es. luogo di cura o assistenza), se ne allontana senza autorizzazione o in ogni caso non rispetta le prescrizione impostegli. La seconda (art. 385, comma 3, seconda parte) si verifica qualora il condannato, ammesso a lavorare fuori dal carcere, si allontana dal luogo di lavoro designato dal Giudice. D: Cosa significa invece essere latitante? R: Il soggetto che si sottrae ad un mandato di cattura per una pena definitiva o ad una ordinanza applicativa di misura cautelare custodiale si dice latitante. La latitanza è una aggravante laddove nel periodo di latitanza si commettano altri reati ma non costituisce autonomo reato. La differenza con l evasione, autonomo reato, consiste nel fatto che in quest ultima la restrizione della libertà personale (carcere o arresti domiciliari) è già avvenuta ed il soggetto si sottrae ad essa. D: Cos è il reato di banda armata? R:E un reato che consiste nel formare o partecipare ad una particolare associazione a delinquere con lo scopo di commettere uno o più tra i più gravi dei delitti contro la personalità dello Stato (art. 306 c.p.). Rispetto all associazione a delinquere si differenzia per il diverso fine (la commissione di reati contro la personalità dello stato) e per la presenza di armi che, a differenza della circostanza aggravante di scorrere in armi le campagne o le pubbliche vie prevista dall art. 416 c.p., nel delitto di banda armata è elemento costitutivo del reato. Per la costituzione di una banda armata la pena è della reclusione da 5 a 15 anni. Per la partecipazione la pena è della reclusione da 3 a 9 anni. D: In cosa consiste l estradizione? R: E la consegna, da parte dello Stato cui perviene la richiesta allo Stato richiedente, di una persona ricercata o perché oggetto di una sentenza di condanna definitiva ad una pena detentiva o ad una misura di sicurezza (estradizione esecutiva) o perchè oggetto di una ordinanza di custodia cautelare (estradizione processuale). L estradizione è normata, nell ordinamento italiano, dalla Costituzione (artt. 10 e 26), dall art. 13 c.p. e dagli artt c.p.p., dalle Convenzioni internazionali e dalle norme di Diritto internazionale. L estradizione può essere passiva: consegna dall Italia ad uno Stato estero e attiva: consegna da uno Stato estero all Italia. D: Che cosa è l amnistia e quando può essere concessa nel nostro Paese? R: L amnistia è una causa di estinzione del reato: è un provvedimento generale di clemenza, ispirato in teoria a ragioni di opportunità politica e pacificazione sociale, in pratica spesso solo a motivi di sovraffollamento delle carceri.può estinguere il reato mentre il procedimento è in corso (amnistia propria) o intervenire dopo che è stata pronunciata una sentenza definitiva di condanna (amnistia impropria). Prevista dall art. 79 della Costituzione, l amnistia si applica ai reati commessi anteriormente alla data di presentazione del disegno di legge in Parlamento. A partire dal 1992 l amnistia viene disposta con Legge dello Stato, votata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, mentre in passato era un atto che promanava dal Presidente della Repubblica. I reati oggetto dall amnistia vengono di regola individuati con riferimento al massimo edittale della pena ma possono essere utilizzate altre modalità: possono essere previste preclusioni oggettive per tipo di reato. L amnistia non si applica ai recidivi aggravati o reiterati, ai delinquenti abituali, professionali o per tendenza.l indulto invece estingue solo la pena. AVV.TOMMASO ROSSI

11 Processi, pensieri e azioni: riflessione sui reati associativi da fine 800 a oggi JESI, 4 DICEMBRE 11 - Una lunga che ha tracciato i confini temporali e riflessione sui reati associativi geografici di una rivoluzione di dall 800 ad oggi. La storia, nelle sue pensiero ancor prima che politica e pieghe sociali, politiche, storiche e giuridica, dell Italia di fine giuridiche, al microscopio di Ottocento. magistrati, giuristi, saggisti. TALITA FREZZI Processi, pensieri e azioni - il convegno promosso dal Centro Studi Piero Calamandrei di Jesi e tenutosi ieri mattina al Teatro Studio Valeria Moriconi in piazza Federico II - ha visto confrontarsi sul tema dei reati associativi, partendo dalle requisitorie di Antonio Coppola, procuratore del Re ad Ancona, illustri personaggi del panorama giuridico italiano. Dal magistrato e saggista Paolo Borgna, al docente di Storia del pensiero politico presso l Università di Torino Angelo D Orsi, dall avvocato, già Csm e fondatore di giustiziagiusta Mauro Mellini, al magistrato a Torino e già procuratore alla Corte di giustizia dell Aja Alberto Ernesto Perduca. Grande assente, l attesissimo Procuratore generale di Torino Marcello Maddalena. L evento, cui hanno conferito una nota di musica e di memoria gli Onafifetti con la canzone Badoglieide (la preferita del giurista Alessandro Galante Garrone e inno del centro studi Calamandrei di Jesi) è stato salutato con favore dal senatore Carlo Azeglio Ciampi in una lettera in cui definisce l iniziativa di spessore per il suo valor di pedagogia civile. Non a caso, la mattinata si rivolgeva agli studenti maturandi del Liceo scientifico. Particolarmente interessante la ricostruzione storicopolitica del magistrato Paolo Borgna, Ma cosa è cambiato nel corso degli anni nella struttura dei reati associativi? Nel periodo immediatamente successivo all'unità d'italia, tra la fine dell'800 e gli inizi del '900, il reato associativo era essenzialmente reato d'opinione politica. Era l'alba del socialismo reale in Italia e ad Ancona in particolare aveva attecchito con forza quello che agli occhi del procuratore del Re Antonio Coppola poteva definirsi sovversivismo, dapprima di stampo repubblicano, poi socialista e libertario. Gli imputati, anarchici e socialisti della provincia di Ancona, erano perlopiù operai, calzolai, manovali, commessi di bottega, barbieri. Erano le classi umili che, al grido di Proletari di tutto il mondo, unitevi!, sfidavano il potere costituito del Re con la forza delle parole e delle idee. E questo metteva paura. E in nome di questo si istruivano processi dove sotto accusa erano azioni idonee ad eccitare la disobbedienza delle leggi e l'odio contro la borghesia. E il 25 febbraio 1898 la requisitoria per quello che all'epoca fu un Maxi processo marchigiano:109 imputati arrestati tra le migliaia di partecipanti all'assalto ai forni e granai, passato alla storia nelle Marche come i moti del pane. Il generale Bava Beccaris ( il feroce monarchico Bava ) si scagliò con ferocia e colpi di cannone contro il popolo insorto all'aumento del prezzo del pane imposto dal governo Di Rudinì, e fu sangue e scompiglio. 80 morti e 450 feriti. E tanti processati. E un bambino, che tornava da scuola, fu testimone con i suoi occhi di quei fatti orribili: Pietro Nenni, che nel 1914 sarà- assieme ad Enrico Malatesta- a capo delle barricate della settimana rossa ad Ancona. Il reato associativo era, dunque, all'epoca, un mezzo di controllo da parte del potere delle idee. I delitti di istigazione a delinquere, di apologia di reato introdotti dal Codice Zanardelli del 1890 (di impostazione tutto sommato liberale), tutelavano l'ordine pubblico e la civile convivenza sociale da opinioni e non da fatti, prescindendo dall'accertamento oggettivo di un fatto-reato così come oggi inteso. Era l'anticipazione della soglia delittuosa alla messa in pericolo del bene giuridico, oggi ritenuta ormai inaccettabile dalla cultura giuridica contemporanea. Anche se a volte non mancando di queste derive. Oggi il reato associativo- superata la fase di conflitto politico degli anni '60-'70- ha assunto una connotazione diversa ed è diventato un utile strumento di repressione di associazioni criminali organizzate.a volte ne viene fatto un abuso da parte dei Pubblici Ministeri, a volte viene utilizzato come collante per tenere insieme singoli reati fine che

12 mancherebbero di materiale probatorio per essere dimostrati e che necessitano di un qualcosa che ne definisca i contorni. Spetta a noi avvocati tenere alta l'attenzione contro questi tentativi, e farli emergere nel corso del processo per garantire in maniera effettiva all'imputato il rispetto dei principi costituzionali e di civiltà giuridica che ormai consideriamo imprescindibili. A mio avviso resta un'altra gravissima anomalia nel sistema giuridico italiano, retaggio di un sistema repressivo e di polizia che rispecchia il periodo storico in cui è entrato in vigore il Codice Rocco (1930, in piena epoca fascista) e l'idea di un controllo sociale per tipologia di persone. Sono le misure di prevenzione, disciplinate da una legge del 1956, che, prescindendo dall'accertamento del reato e di fatti specifici, impongono gravi limitazioni della libertà personale (sorveglianza speciale, foglio di via obbligatorio, obbligo di soggiorno, divieto di soggiorno) in nome della tutela di polizia avverso persone considerate pericolose per l'ordine pubblico. Ogni anno, all'inaugurazione dell'anno giudiziario, le Forze di Polizia declamano con orgoglio il raggiungimento di record di misure di prevenzione applicate. Credo che un sistema penale che si basi sull'anticipazione della soglia di punibilità inflittiva al solo sospetto o pericolo non debba fare alcun orgoglio, ad entrambe le parti della barricata, ma vada visto come un gravissimo vulnus alla cultura giuridica di un popolo che dice di rifarsi a princìpi costituzionali e internazionali garantisti. AVV.TOMMASO ROSSI Il processo per la morte di Lea Garofalo sciolta nell acido deve ricominciare. MILANO, 24 NOVEMBRE 11 La macchina della giustizia si inceppa. Un giudice manca e uno dei processi che maggiormente destò scalpore a Milano rischia di essere azzerato permettendo quindi ai suoi imputati di tornare in libertà. Ci riferiamo al processo che si sta svolgendo da qualche mese in corte d Assise contro i presunti assassini di Lea Garofalo, la collaboratrice di giustizia fatta sparire il 24 novembre 2009 esattamente due anni fa e sciolta nell acido. Lea Garofalo (35 anni) era l ex convivente di Carlo Cosco, un esponente del clan calabrese di Petilia Policastro, e nel 2002 diventa collaboratrice di giustizia. I due avevano avuto una figlia di 17 anni, Denise, che vive da tempo sotto protezione e in questo processo si è costituita parte civile contro il padre e gli zii, indagati per l omicidio di sua madre. Sei persone furono arrestate per questo cruento omicidio: Carlo Cosco, ex convivente ed ultima persona ad averla vista viva quel 24 novembre di due anni fa, i fratelli del padre Vito Cosco (autore della strage di Rozzano) e Giuseppe Smith Cosco, Massimo Sabatino (37enne spacciatore di Quarto Oggiaro), Carmine Venturino e Rosarcio Curcio. Sono imputati di aver rapito, torturato, ucciso e sciolto in 50 chili di acido Lea Garofano su un terreno di San Fruttuoso. Il processo, che stava andando avanti da alcuni mesi, ora si è interrotto e forse dovrà ripartire da zero a causa della nomina del presidente della Corte d Assise Filippo Grisolia a capo di gabinetto del neo ministro di giustizia Paola Severino. In vista del cambiamento della composizione della corte, le difese non hanno acconsentito a mantenere valide le prove finora agli atti e raccolte nel corso del dibattimento. Verrà quindi annullata anche la testimonianza di Denise, ora diciannovenne e parte civile. Il prossimo luglio 2012 scadranno i termini di custodia cautelare per gli imputati (che si trovano tutti in carcere dall arresto, avvenuto nell ottobre 2010, in attesa di giudizio) e se entro quella data non si arriverà ad un processo di primo grado, potrebbero tutti tornare a piede libero. E la ndrangheda avrebbe vinto. TALITA FREZZI D: Quali le accuse per l omicidio di Lea Garofano? R: Omicidio premeditato aggravato dalle sevizie e crudeltà e dai rapporti parentali tra gli autori e la vittima. Pena prevista, dato che si procede con il dibattimento ordinario, l'ergastolo. D: Quando scadono i termini di custodia cautelare in carcere che succede? R: Che gli imputati sono immediatamente rimessi in libertà. I termini di durata di ogni misura si devono intendere in relazione ad

13 ogni fase del procedimento (ad ogni cambio di fase ricomincia a decorrere), secondo un complicato meccanismo differenziato per tipologia di reato e per fasi appunto. Nel complesso però l applicazione di misure cautelari non può superare i due anni per i reati per i quali la legge prevede una detenzione nel massimo di sei anni, i quattro anni per reati con pena non superiore a venti anni, e i sei anni per reati che comportano la pena dell ergastolo o la reclusione superiore a venti anni. Per la fase che va dall inizio della custodia fino al rinvio a giudizio la durata non può suoperare 1 anno, prorogabile di altri sei mesi in presenza di gravissime esigenze cautelari in relazione ad accertamenti di indagine particolarmente complessi. Il Pm, nel tal caso, deve chiedere ed il Giudice decide se concedere la proroga. D: Come vengono protetti i collaboratori di giustizia? Quali i loro diritti e quali i doveri? R: Nel 2001 è stata approvata la legge sui c.d. collaboratori di giustizia che è andata a modificare la precedente normativa risalente a 10 anni prima; la testimonianza di tali soggetti, imputati a loro volta, comporta per gli stessi sconti di pena, misure di protezioni ad hoc ed anche misure di assistenza economica ed anche legale a condizione però che il collaboratore riferisca ciò che sa entro un tempo limitato (6 mesi) da quando si dichiara disponibile a collaborare (pena l inutilizzabilità), sconti almeno ¼ di pena per avere benefici penitenziari legati allo status di collaboratore di giustizia. Inoltre è prevista la revoca delle misure tutorie e assistenziali accordate quando il collaboratore non rispetta gli impegni assunto al momento dell inserimento nel programma di protezione ed anche la revisione dei processi nei quali siano state concesse riduzioni di pena conseguenti ad una falsa, incompleta o reticente collaborazione. In ogni caso le dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia necessitano, per assumere valore di piena prova, di un riscontro sia sull attendibilità soggettiva del dichiarante sia sull attendibilità estrinseca della dichiarazione resa ossia la sussistenza di riscontri oggettivi. In questo caso, invece, si tratta di "testimoni di giustizia", cioè persone in grado di riferire circostanze utili su gravi fatti di reato. In relazione alle determinate circostanze concrete posso essere ammesse ad un programma di protezione stilato dallo Stato, che può constare di cambiamento di residenza, di identità, aiuti economici e protezione di polizia. D: Come è possibile che il processo debba ricominciare? R: Nel nostro sistema processuale è previsto che il dibattimento si svolga nell'oralità e immediatezza avanti ad un giudice terzo ed imparziale che forma il suo convincimento sulla base di quello che ascolta in udienza. Quando cambia la composizione della Corte o cambia il singolo giudice è previsto che o le parti danno il consenso all'acquisizione degli atti processuali assunti avanti al precedente giudice, oppure si deve riiniziare il dibattimento daccapo con la nuova composizione giudiziale. AVV.TOMMASO ROSSI

14 Arrestato nel bunker Michele Zagaria L ultimo boss di Gomorra. CASERTA, 7 DICEMBRE 11 - L ultimo boss di Gomorra, Michele Zagaria, 53 anni e latitante dal 1995, è stato arrestato dalla polizia nascosto in un bunker all interno di un abitazione di Casapesenna, nel Casertano. L operazione, condotta dalla squadra mobile di Napoli e Caserta, con il Servizio centrale operativo della polizia, è stata particolarmente complessa per via del nascondiglio, ricavato sottoterra e sotto cinque metri di cemento armato che dividevano il rifugio di Zagaria dal pavimento dell abitazione. Avete vinto voi, ha vinto lo Stato, sono state le prime parole di amara ironia pronunciate dal superboss quando i magistrati della Dda hanno fatto irruzione nel suo bunker, ammanettandolo. Zagaria, soprannominato Capastorta, l'ultimo grande latitante dei Casalesi, era ricercato dal 1995 per associazione mafiosa, omicidio, estorsione e altri reati. Nel febbraio 2000 erano state diramate le sue ricerche in campo internazionale per arresto ai fini estradizionali. Michele Zagaria era specializzato nel settore edile e aveva grande capacità manageriale. Le sue imprese a Caserta si sono imposte sul mercato nazionale per i prezzi concorrenziali ma anche per la garanzia di uomini e mezzi nei cantieri in tempi ridotti. Il boss è proprietario di un impero di milioni di euro tra Casapesenna, San Cipriano d Aversa e Casal di Principe, triangolo di potere accumulato con droga, estorsioni e controllo degli appalti. Zagaria aveva messo in piedi un impero di stampo feudale, basato sul controllo assoluto di tutto ciò che accadeva nei suoi territori, come emerso nelle dichiarazioni del pentito dei Casalesi, Emilio di Caterino: A partire dal 2001 e fino a poco prima del mio arresto, per le grosse estorsioni, qualunque fosse il territorio in cui esse avvenivano e qualunque fosse la fazione dei Casalesi che aveva il controllo di quel territorio, il denaro comunque arrivava a Michele Zagaria, il quale provvedeva a distribuirlo fra tutti. TALITA FREZZI D: Quali i reati contestati a Michele Zagaria? R: Di associazione a delinquere di tipo mafioso e di tutta una serie di altri reati attraverso i quali si esplicava l'attività dell'associazione, tra cui estorsioni, omicidi e altri reati. L associazione si considera di tipo mafioso quando chi ne fa parte si avvale della particolare forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo e di quelle particolari condizioni di assoggettamento ed omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire direttamente o indirettamente la gestione o il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o anche per realizzare profitti e vantaggi ingiusti per sé o altri oppure allo scopo di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o procurare voti a sé o ad in altri in occasione di consultazioni elettorali. D: Quanto peso hanno le dichiarazioni dei pentiti nelle indagini? R: Hanno certamente un peso di prova dichiarativa, come quelle dei testimoni, rispetto ai quali però debbono essere confortate da riscontri esterni che ne certifichino la credibilità e veridicità. D: Come funziona il sistema di collaborazione tra il pentito e i magistrati? Quali garanzie per il pentito? E per i magistrati? R: Nel 2001 è stata approvata la legge sui c.d. collaboratori di giustizia che è andata a modificare la precedente normativa risalente a 10 anni prima; la testimonianza di tali soggetti, imputati a loro volta, comporta per gli stessi sconti di pena, misure di protezioni ad hoc ed anche misure di assistenza economica ed anche legale a condizione però che il collaboratore riferisca ciò che sa entro un tempo limitato (6 mesi) da quando si dichiara disponibile a collaborare (pena l inutilizzabilità), sconti almeno ¼ di pena per avere benefici penitenziari legati allo status di collaboratore di giustizia. Diversa cosa rispetto ai collaboratori di giustizia, sono i testimoni di giustizia, cioè persone in grado di riferire circostanze utili su gravi fatti di reato. In relazione alle determinate circostanze concrete posso essere ammesse ad un programma di protezione stilato dallo Stato, che può constare di cambiamento di residenza, di identità, aiuti economici e protezione di polizia. D: E se il pentito, sotto illecito compenso, dichiara alla magistratura false piste e informazioni filtrate dalla malavita? Chi garantisce che le informazioni rilasciate non siano

15 solo strumento per alleggerire la sua posizione o ottenere benefici che altrimenti non avrebbe? R: Il sistema dei riscontri e della verifiche da parte della magistratura dovrebbe garantire da questo rischio. Purtroppo nella realtà dei fatti sappiamo che non sempre è così, spesso i pentiti vengono considerati credibili quasi a priori, poiché rappresentano una sorta di passepartout per chiudere a doppia mandata indagini che non troverebbero sbocchi.inoltre dovrebbe rappresentare un'altra garanzia la previsione dell'eventuale revoca delle misure tutorie e assistenziali accordate quando il collaboratore non rispetta gli impegni assunto al momento dell inserimento nel programma di protezione ed anche la revisione dei processi nei quali siano state concesse riduzioni di pena conseguenti ad una falsa, incompleta o reticente collaborazione. AVV.TOMMASO ROSSI Morte Pablo Neruda Il Pcc chiede la riesumazione, si parla di veleno inettato. Il Partito comunista cileno (Pcc) ha chiesto alla magistratura di riesumare le spoglie di Pablo Neruda, il cileno premio Nobel per la letteratura ed esponente del Pcc, morto quasi 40 anni fa. Neruda, al secolo Neftali Ricardo Reyes Basoalto, si spense il 23 settembre 1973 nella clininca di Santa Maria, a Santiago del Cile, appena 12 giorni dopo il colpo di Stato guidato dal generale Pinochet. Oggi, i mai sopiti sospetti sulle reali cause della sua morte stanno prendendo sempre più forma e, sulla scia di una indagine aperta nel giugno scorso da Manuel Carroza, il Pcc ha chiesto la riesumazione del corpo del poeta per stabilire quale sostanza gli sia stata iniettata all'interno della clinica. Un antidolorifico per alleviare la sofferenza dovuta al cancro alla prostata o un potente veleno? Se verrà accolta la richiesta di riesumazione, occorrerà verificare con una serie di perizie scientifiche come sono andate realmente le cose. Intanto, a disposizione degli inquirenti c'è la testimoninanza dell'autista del premio Nobel, Manuel Araya, secondo cui proprio lo stesso Neruda gli avrebbe riferito di aver subito un'iniezione all'interno della clinica Santa Maria. A parlare per conto del Partito comunista cileno è l'avvocato Eduardo Contreras, che ha dichiarato: "Il vero dubbio è se gli fu iniettato Dipirone per calmare il dolore, come dice il dottor Sergio Drapper della clinica Santa Maria, o del veleno". Contreras ha inoltre spiegato che il certificato di morte di Neruda non parla di cancro, ma di "cachessia, uno stato di deperimento generale dell'organismo che si produce dopo vari mesi di malattia". Alla richiesta di riesumazione l'avvocato Contreras ha inoltre allegato la dichiarazione notarile dell'ex ambasciatore del Messico in Cile, Gonzalo Martinez, che ha affermato di trovarsi in compagnia dell'autore prima della sua morte, assieme a diverse altre persone. "Con questo si dimostra che nelle sue ultime ore di vita il vate parlava e camminava normalmente: non era nello stato di totale disfunzione descritto nel certificato. La stampa dell'epoca racconta che Neruda fu stroncato da un infarto provocato da uno shock. Noi riteniamo che lo shock fu indotto da un'iniezione che gli venne praticata il 23 settembre, nello stomaco" ha precisato Contreras. FEDERICA FIORDELMONDO D: E' possibile, molti anni dopo, riesumare una salma ed eseguire degli esami ancora veritieri? Chi lo dispone in Italia? R: In Italia dovrebbe essere un magistrato, in presenza di nuovi indizi in ordine ad un reato o ad un evento che, come in questo caso, si sospetta anni dopo potrebbe essere frutto di un reato, a disporre la riapertura di una indagine. A tal fine potrebbe, se lo ritenesse opportuno, far esumare una salma e disporre accertamenti medico legali che- pur a distanza di anni- sono comunque in grado di offrire elementi utili al fine di ricostruire i fatti. AVV.TOMMASO ROSSI

16 Mafia, Camorra e Co. Oltre Gomorra, l'italia ITALIA, 8 DICEMBRE '11 Negli ultimi giorni si avverte nell'aria una strana sensazione di cambiamento, di passaggio epocale, di rottura. O almeno questo è il brivido di speranza che ci attraversa. L'Italia rischia di affondare e, forse, da questo momento in poi non sarà più la stessa. In un senso o nell'altro. C'è anche una strana sensazione di sgretolamento in questi giorni difficili. Sgretolamento di un sistema, un sistema che per troppi anni è diventato norma, abitudine. Un sistema che ci ha condotto al confine del baratro, e forse oltre. Arresti eccellenti, maxi inchieste, lente di ingrandimento su fatti del passato ancora ricoperti dalla polvere dell'insabbiamento. E' di ieri la notizia dell'arresto del boss dei Casalesi Michele Zagaria, ricercato dal '95. "Avete vinto voi, ha vinto lo Stato"- queste le sue parole al momento di farsi cingere dalle manette. Speriamo. Il giorno prima la notizia della richiesta di arresto per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Nicola Cosentino, coordinatore regionale del PDL in Campania. I segni evidenti di un sistema che sta implodendo nelle sue stesse viscere. Speriamo. Marcello Dell'Utri ascoltato dalla Procura di Palermo per far luce sulle morti di Enrico Mattei, Mauro De Mauro e Pierpaolo Pasolini. Già, far luce. Attività non troppo amata nel nostro amato, e bel Paese. Speriamo. Gli arresti a Reggio Calabria della scorsa settimana: manette per giudici, avvocati, uomini della guardia di finanza e politici. Una tempesta.speriamo. Fatto & Diritto sta seguendo questi fatti con attenzione, puntualità e con un impegno della redazione senza precedenti. La rubrica "Mafia, mafie: voci nel silenzio" cerca di scavare dentro la realtà calabrese cogliendo ogni afflato di ciò che sta accadendo e delle speranze di chi ancora ha voglia di sperare. Le crepe di un sistema si avvertono, proprio mentre l'italia annusa l'aria del precipizio. La politica legata a stretto filo con le realtà mafiose -e non intendo riferirmi all'ultimo ventennio, ma ad almeno un secolomostra i segni del tempo e, forse, più di ogni altro annusa l'aria del precipizio. "La mafia non è affatto invincibile; è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine". Così diceva Giovanni Falcone, che non a caso accoglie con il suo volto fermo ma rassicurante il lettore di Fatto & Diritto accanto al titolo, per prenderlo per mano e condurlo al cambiamento. La mafia, son dalle sue origini storiche, trae la sua forza e si alimenta di ignoranza, subcultura, disoccupazione. La gravissima crisi economica e culturale degli ultimi anni, la totale perdita della meritocrazia, sono benzina sul fuoco delle mafie e delle loro tante connivenze. Ma, al contempo, il fuoco troppo alto sta forse bruciando chi lo ha alimentato con la sua dissennatezza e connivenza. Si vede, nel buio, che ricomincia a prendere forma il fuoco della consapevolezza e della passione civile. Tutti noi dobbiamo avere il coraggio di alimentarlo, ognuno con le proprie forze e possibilità. Non dobbiamo mai aver voglia di tornare indietro. Un'Italia diversa, forse, è possibile. Speriamo. AVV.TOMMASO ROSSI

17 La Crescina non fa ricrescere i capelli La Procura apre un inchiesta TORINO, 8 DICEMBRE '11 Chi ci aveva sperato, probabilmente dovrà rimettersi il cuore (e anche la testa) in pace: dopo prolungate analisi scientifiche, l Istituto Superiore di Sanità ha certificato che Crescina, il prodotto per la ricrescita dei capelli, non avrebbe in realtà alcun effetto benefico contro le calvizie più o meno precoci o per lo meno non vi sarebbe alcuna evidenza scientifica di tali effetti. E stata la Procura di Torino a commissionare la ricerca sul prodotto e dopo tale risultati ha indagato per frode in commercio per la Labo Europa Srl, casa produttrice di Crescina. Tutti ricordano gli spot, fra cui anche uno trasmesso anni fa con Ronaldo ( che perciò prese anche una multa salata dall Authority), che promettevano in tempi brevi ottimi risultati contro la caduta dei capelli ed effetti permanenti. Proprio su queste promesse benefiche ha deciso d indagare il pm Raffaele Guariniello che si è rivolto direttamente al Ministero della Salute per ottenere riscontri in merito. Come detto, però, la sostanza non favorirebbe alcun risveglio delle cellule staminali del cuoio capelluto ne rivitalizza il follicolo pilifero. In realtà da tempo diversi esperti di tricologia avevano espresso forti dubbi sull efficacia di Crescina. Inoltre, L ISS nella relazione inviata alla Procura ha specificato che laddove gli effetti pubblicizzati fossero stati confermati, la Crescina dovrebbe essere qualificata come farmaco e non come cosmetico e ciò comporterebbe ulteriori controlli per commercializzare il prodotto. Il titolare della Labo Europa si è detto sorpreso ma sereno: l azienda svizzera ha anche evidenziato i vari riconoscimenti internazionali ricevuti per il proprio prodotto fra cui 3 brevetti ( svizzero, europeo e statunitense ), oltre a numerose altre attestazioni di efficacia che confermerebbero la bontà di Crescina. Mentre l indagine prosegue, in molti forse dovranno rivalutare l indubbio fascino del tenente Kojak. ANDREA DATTILO D: Cosa prevede il reato di frode in commercio e come è sanzionata? R: Il reato di frode nel commercio tutela il bene giuridico della correttezza degli scambi commerciali, è procedibile d ufficio ed è previsto dall art. 515 del nostro codice penale che punisce chiunque, nell esercizio di un attività commerciale, ovvero in uno spaccio aperto al pubblico, consegna all acquirente una cosa mobile per un altra, ovvero una cosa mobile, per origine, provenienza, qualità o quantità, diversa da quella dichiarata o pattuita. La pena, se il fatto non costituisce più grave reato, è punito con la reclusione fino a 2 anni o la multa fino a 2065 euro. Qualora poi si tratti di oggetti preziosi, la pena è aumentata (fino a 3 anni o multa non inferiore a 103 euro). D: Il prodotto potrebbe essere ritirato dal mercato? R: Certamente sì, qualora venisse accertata la totale inefficacia dello stesso. Nel frattempo che le analisi verifichino questo, potrebbe esserne disposto il sequestro. D: E minimamente pensabile che, ove la tesi dell accusa sia confermata, qualche consumatore di Crescina richieda un risarcimento? R: Certo che sì, anche se il reato di frode in commercio non tutela in via diretta il singolo utilizzatore del prodotto, ma lo Stato inteso come garante della correttezza degli scambi commerciali, i singoli consumatori sono certamente soggetti danneggiati dal reato e potrebbero sia costituirsi parte civile che esercitare autonoma e separata azione civile per richiedere il danno patrimoniale della spesa infruttuosa, E, perché no, previa dimostrazione dello stesso (psicologo?!) anche il danno morale nascente dall'aver riposto delle false speranze verso un prodotto spacciato per miracoloso per un problema così delicato come la calvizie... AVV.TOMMASO ROSSI

18 Ex dittatore Manuel Noriega Estradizione dalla Francia a Panama PARIGI, 8 DICEMBRE '11 Dal carcere parigino alla sua abitazione a Panama per saldare un vecchio debito con la giustizia. L'ex dittatore Manuel Noriega, ex capo della polizia segreta panamense e pagato dalla Cia per oltre trent'anni, ora ha 77 anni e si trova in carcere in Francia dal 2010 dopo la condanna per il reato di riciclaggio. E' stato estradato e lunedì tornerà nella sua Panama, da cui manca da almeno vent'anni. Nella sua terra natale finirà di scontare la pena. La notizia, che ha destato vasta eco ed è stata riportata anche dalla CNN, è stata annunciata dal Ministro degli Esteri di Panama Roberto Henriquez. La Corte d'appello di Parigi ha autorizzato l'estradizione nel Paese centroamericano dell'ex dittatore panamense Manuel Noriega, ora un antico signore di 77 anni. Lo scorso anno Noriega era già stato estradato dagli Stati Uniti alla Francia, per scontare un'altra condanna (10 anni di detenzione) inflittagli nel 1999, sempre da contumace, per riciclaggio. Su Manuel Noriega, a Panama, pende un'altra sentenza di sessant'anni di prigione che dovrà scontare appena rientrato a Panama. La pena gli è stata inflitta nel 1995, in contumacia, per tre omicidi di cui è ritenuto responsabile. TALITA FREZZI D: Che significa condanna in contumacia? R: Significa che l imputato, pur regolarmente informato della celebrazione di un processo a proprio carico, decide di non parteciparvi. Tale possibilità è espressamente prevista dal nostro ordinamento e non comporta alcuna incidenza sulla celebrazione del processo e tantomeno sulla determinazione dell eventuale pena. D: Quando si può chiedere l'estradizione? Questo cosa stabilisce per il detenuto? R: L estradizione, disciplinata dalla nostra Costituzione (artt. 10 e 26), dall art. 13 c.p. e dagli artt c.p.p., dalle Convenzioni internazionali e dalle norme di diritto internazionale, è la consegna da parte dello Stato cui perviene la richiesta allo Stato richiedente, di una persona ricercata o nei cui confronti deve essere eseguita una sentenza di condanna definitiva ad una pena detentiva o ad una misura di sicurezza (c.d. estradizione esecutiva) o perchè deve essere eseguita una ordinanza di custodia cautelare (c.d. estradizione processuale). Inoltre può essere passiva (consegna dall Italia ad uno Stato estero) oppure attiva (consegna da uno Stato estero all Italia). Uno Stato può anche opporsi all estrazione di un criminale che si trova sul proprio territorio quando per il reato per il quale l estradizione è stata domandata, la persona è stata o sarà sottoposta a un procedimento che non assicura il rispetto dei diritti fondamentali; quando vi è ragione di ritenere che l imputato o il condannato verrà sottoposto a pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti o comunque ad atti che configurano violazione di uno dei diritti fondamentali della persona. D: Quando si hanno diverse condanne per reati di diversa natura (contro il patrimonio, contro la persona, contro lo Stato etc.), il detenuto viene condannato a una pena cumulativa? R: Sul punto la disciplina è articolata e prevista dagli artt. 72 e ss del codice penale. In particolare al colpevole di più delitti ciascuno dei quali comporta l ergastolo, si applica la pena dell ergastolo con isolamento diurno da 6 mesi a 3 anni. Inoltre se più reati comportano pene detentive della stessa specie si applica una pena unica per un tempo pari alla durata complessiva delle pene che si dovrebbero infliggere per i singoli reati (seppur con dei limiti ossia la pena non può superare 30 anni di reclusione e 6 di arresto e comunque il quintuplo di quella più grave); se invece si tratta di pene detentive di specie diverse (es. reclusione, arresto) si applicano tutte in modo distinto e per intero ma quella dell arresto è eseguita per ultima. Le pene pecuniarie diversamente si applicano tutte per intero. Il discorso è più semplice e diverso qualora si ravvisi tra i plurimi reati un concorso formale (con una sola azione o omissione si violano diverse disposizioni di legge o più violazioni della stessa disposizione) oppure la c.d. continuazione (con più azioni o omissioni, esecutive di un medesimo disegno criminoso, si commettono anche in tempi diversi più violazioni della stessa o di diverse disposizioni di legge), In entrambi i casi si applica la pena prevista per il reato più grave aumentata fino al triplo. La continuazione può essere richiesta anche dopo le condanne, in fase di esecuzione. AVV.VALENTINA COPPARONI

19 Mike Bongiorno Ritrovata la salma vicino a una chiesa MILANO, 8 DICEMBRE '11 Se fosse ancora tra noi, adesso direbbe solo "allegria!". Con questo motto, il presentatore Mike Bongiorno era entrato nelle case di milioni di italiani, ma anche nei loro cuori. E oggi che la bara e la sua salma sono state ritrovate dopo mesi di angoscia dopo la sparizione dal cimitero di Dagnente di Arona (nella notte tra il 24 e il 25 gennaio scorso), non sono solo la vedova Daniela e i figli Nicolò, Michele e Leolino a gioirne. Tutto il mondo dello spettacolo e della musica, della tv ma anche la gente semplice affezionata al Mike nazionale, oggi ha tirato un sospiro di sollievo. C'è ancora prudenza da parte delle autorità nel confermare al 100% questa notizia, prima servono riscontri oggettivi che si avranno solo con le analisi scientifiche e tecniche dei carabinieri dei Ris di Parma. Ma i familiari, in cuor loro, sanno che quella tomba ancora sigillata, con la targhetta recante il nome, la data di nascita e di morte del presentatore, è proprio quella del compianto Mike, rubata in Piemonte a gennaio. La bara e la salma sono state ritrovate vicino Milano, in località Vittuone, abbandonate nei pressi della piccola chiesa di Santa Maria del Lazzaretto, dietro una ditta di ceramiche all'inizio delle campagne del Parco Sud. Settanta chilometri circa dal cimitero di Dagnete a Novara da cui la bara era stata portata via. Oggi il ritrovamento. Stando alle primissime notizie diffuse, sembra che sia ancora intatta. Ancora sigillata. Esattamente come la notte in cui era stata trafugata. E' stato un passante a notarla, riconoscerla e ad avvertire subito i carabinieri che si sono portati immediatamente sul posto. Sono intervenuti anche un addetto del servizio necroscopico con il carro funebre, il sindaco Ezio Tenti. Da Parma, sono arrivati anche i carabinieri del reparto scientifico dei Ris, per gli accertamenti. La bara, sequestrata dal Pm Tiziana Siciliano, nel pomeriggio è stata traslata all'istituto di medicina legale di Milano. Ci sono ancora accertamenti da fare, riscontri scientifici ed esami necroscopici prima di poter dire che ora Mike potrà finalmente riposare in pace. Nicolò, uno dei figli di Mike e Daniela, ha detto "spero sia vero, credo di sì", mentre il fratello Michele gli ha fatto eco "Adesso stiamo decisamente meglio, siamo felicissimi che sia stato ritrovato il corpo". Intanto, la notizia del ritrovamento è rimbalzata veloce sul web, condivisa con gioia, twittata e ritwittata da centinaia di persona, tra cui tanti personaggi del mondo dello spettacolo e della tv vicini alla famiglia Bongiorno. Lorenzo Jovanotti ha twittato un abbraccio virtuale alla famiglia, mentre lo showman Fiorello ha commentato: "Allegria! Mike è stato trovato". TALITA FREZZI D: Di che potrebbe essere accusato il trafugatore della tomba di Mike se venisse rintracciato? R: In questo caso, concorrerebbero più reati tra loro. Anzitutto la violazione di sepolcro, in quanto la tomba è stata prima profanata: il reato è punito con la reclusione da 1 a 5 anni. Poi vi è la sottrazione di cadavere (sono puniti anche la distruzione o soppressione e la sottrazione o dispersione delle ceneri): il reato è punito con la reclusione da 2 a 7 anni e la pena è aumentata se il fatto è commesso in cimiteri o in altri luoghi di sepoltura. Inoltre, laddove questa sottrazione di salma si fosse tradotta in richiesta di denaro (come in effetti c'è stata, ma da due persone che non c'entravano con il sequestro e che volevano approfittarsi della situazione, poi arrestate) si sarebbe realizzata l'ipotesi dell'estorsione, laddove vi fosse la minaccia di non ridare altrimenti indietro la salma o di distruggerla. Il reato di estorsione, infatti, punisce con la reclusione da 5 a 10 anni chi, mediante violenza o minaccia, costringe qualcuno a fare o ad omettere qualcosa, procurando a sé un ingiusto profitto con danno per l altro. Per tutti questi reati è possibile l arresto in flagranza e l applicazione di misure cautelari. D: Il reato di sequestro di persona può essere esteso anche a una salma? R: No, il sequestro di persona si riferisce, ovviamente, solo a persona vivente, in quanto tutela la privazione della libertà personale, che si manifesta anzitutto in libertà di locomozione. D: La famiglia Bongiorno potrebbe avere rivalse nei confronti del comune/cimitero di Dagnete da cui è stata trafugata la salma del congiunto? R: No, direi di no. Non vi è un

20 obbligo di custodia, a mio parere, che si estende fino all'impedire il compimento di reati da parte di terze persone. AVV.TOMMASO ROSSI Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo e social Network USA, 10 DICEMBRE '11- Il 10 dicembre del 1948 l Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava la Dichiarazione universale dei Diritti dell'uomo. Per la prima volta veniva messo su carta che tutti gli esseri umani del mondo, senza alcuna distinzione di razza, sesso, religione, posizione sociale, hanno dei diritti e spetta agli Stati rimuovere ogni ostacolo per far sì che possano essere effettivamente goduti. Anche la nostra Costituzione repubblicana si rifà interamente ad essa nella parte introduttiva, quella dei diritti fondamentali. Purtroppo la realtà è una cosa ben diversa dalle dichiarazioni di (buoni) princìpi, e le immagini che ogni giorno provengono da ogni angolo di mondo ci ricordano impietosamente che la realizzazione di quelle straordinarie intenzioni è ancora molto, troppo lontana. Le Nazioni Unite, in una dichiarazione di ieri che sembra la realizzazione delle idee visionarie di Steve jobs, ha definito l'anno che sta per terminare "straordinario" poichè, con "l'ascesa dinamica e incontrollabile dei social media" i diritti umani sono "divenuti contagiosi". E' straordinariamento densa di significati questa definizioni: i diritti umani che diventano contagiosi, e si propagano come un virus benefico inarrestabile. Facebook e Twitter sono ormai divenuti pane quotidiano per tutti i navigatori della rete e, superato l'utilizzo iniziale meramente a scopo relazionale/personale, fungono spesso da strumento di diffusione di idee, opinioni, proteste, rivendicazioni. Insomma di propagazione dei diritti umani. Si pensi per esempio alla primavera araba in cui milioni di persone hanno utilizzato la Rete come straordinario mezzo di diffusione delle immagini delle proteste. Il segretario generale dell Onu Ban Ki-Moon ha inteso rimarcare il ruolo chiave dei social network per le popolazioni nella «ricerca di legittimazione per le loro aspirazioni». Sempre a detta di Ban Ki-Moon, «sono passati i tempi nei quali i governi dispotici potevano controllare interamente il flusso di informazioni. Oggi i governi non possono soffocare il dibattito pubblico ed eventuali critiche bloccando l accesso a internet e ai vari social media». Una riflessione sull'eccezionale ruolo svolto dal web per garantire i diritti umani nel mondo è stata fatta anche dall Alto commissario dell Onu per i diritti umani Navi Pillay, che ha stigmatizzato «i risultati impressionanti» in Paesi come la Tunisia e l Egitto. Ma oggi sarà un giorno speciale anche per Amnesty International, che compie 50 anni di attività e celebrerà l'occasione con un evento straordinario: le Cascate del Niagara s illumineranno di giallo, il colore dell organizzazione per i diritti umani nata nel 1961 e che ad oggi ha nelle sue fila 3,2 milioni di soci. AVV.TOMMASO ROSSI

Legge 5 dicembre 2005, n. 251

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