NEGOZI APERTI LA DOMENICA. GLI ITALIANI CHIEDONO IL DOPPIO DELLE APERTURE DOMENICALI ATTUALMENTE CONCESSE

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1 Comunicato stampa NEGOZI APERTI LA DOMENICA. GLI ITALIANI CHIEDONO IL DOPPIO DELLE APERTURE DOMENICALI ATTUALMENTE CONCESSE Con la sicurezza dei negozi aperti, il 19% degli Italiani per la spesa alimentare e il 25,9% per quella non alimentare sposterebbe il proprio giorno abituale di spesa la domenica. Con il raddoppio dell attuale numero medio di aperture domenicali sul territorio nazionale (da 14 a 28 annue) si stima una crescita dell 1,96% dei consumi commercializzabili di prodotti alimentari e non alimentari (corrispondente ad uno sviluppo del PIL dello 0,29%) e la creazione di nuovi posti di lavoro nella Moderna Distribuzione e potenziali posizioni nella distribuzione tradizionale. Milano, 23 ottobre 2006 Le aperture domenicali sono percepite come un servizio per il consumatore, poiché consentono una migliore gestione del proprio tempo e permettono un acquisto più ragionato e consapevole. Ma sono anche un volano per l economia, creando ricchezza e incentivando consumi che altrimenti non si farebbero. Sono queste alcune delle evidenze che emergono da una ricerca CERMES-Bocconi commissionata da Federdistribuzione, l organismo di rappresentanza della Distribuzione Moderna Organizzata in Italia, presentata oggi a Milano nel corso di un dibattito a cui hanno partecipato Paolo Barberini, Presidente di Federdistribuzione, Daniele Capezzone, Presidente della X Commissione della Camera dei Deputati (Attività Produttive, Commercio e Industria), Lorenzo Miozzi, Presidente di Consumer s Forum e del Movimento Consumatori, Roberto Ravazzoni, economista d impresa CERMES-Bocconi, Giorgio Triani, sociologo, Università di Verona. Agli italiani piace fare shopping la domenica. Nell ultimo anno, il 64,5% degli italiani ha fatto acquisti domenicali nei supermercati, il 56,8% nei centri commerciali, il 54,7% nel centro città, il 39,8% nei mercati ambulanti e il 37,8% nei negozi sottocasa. Si acquistano soprattutto abbigliament e calzature (69,1%), prodotti di elettronica ed elettrodomestici (30,3%), articoli per la casa (24,1%) ma anche, in misura estremamente rilevante, prodotti alimentari (63,5%) a testimonianza di quanto le aperture domenicali siano percepite dal cittadino come un vero e proprio servizio. Ciononostante, quasi l 80% degli italiani è insoddisfatto dell attuale situazione delle aperture domenicali e richiede interventi migliorativi in termini di comunicazione (il 66,6% degli intervistati vorrebbe avere maggiori informazioni) e minore occasionalità. Se le aperture domenicali fossero meglio programmate e comunicate dando sicurezza di calendario al consumatore, circa il 19% degli Italiani sposterebbe il proprio giorno abituale per la spesa alimentare alla domenica. Tale percentuale sale al 25,9% per i beni non alimentari.

2 I dati di questa ricerca evidenziano come il tema delle aperture domenicali rappresenti una grande opportunità per i cittadini, le imprese e il sistema economico nazionale e locale ha affermato Paolo Barberini, Presidente di Federdistribuzione. Istituzioni locali e nazionali, parti sociali, rappresentanze del mondo dei consumatori e imprese devono lavorare insieme per trasformare questa opportunità in soluzioni concrete, avviando un cammino di progressivo aumento delle aperture domenicali. Questo darebbe agli Italiani più libertà di scegliere come impiegare il proprio tempo, la domenica come negli altri giorni. Nella società moderna il fattore tempo è un elemento che condiziona moltissimo i comportamenti degli individui e le dinamiche di mercato, sia dal lato dei consumi che dal lato degli acquisti. Liberare tempo e facilitare gli spostamenti rappresentano due interventi-chiave per semplificare la vita quotidiana dei cittadini e sostenere i consumi di chi, con il tempo liberato, vorrà dedicarsi con maggior intensità allo shopping ha dichiarato Roberto Ravazzoni, economista d impresa e coordinatore della ricerca eseguita da CERMES-Bocconi. Per sviluppare comportamenti sempre più consapevoli e razionali il cittadino-consumatore deve essere da un lato sempre più informato e, dall altro, sempre più libero di poter scegliere. E questo il ruolo fondamentale del policy-maker che, se desidera stimolare la produzione di effetti di benessere per il consumatore, dovrà non solo impegnarsi per garantire questa condizione di partenza, ma in seguito proteggerla dagli attacchi corporativi, dagli interessi particolari Negli ultimi 15 anni la quantità di tempo libero degli Italiani (budget time) è cresciuta pochissimo: solo 2 minuti rispetto al 1988, a differenza di Germania e Inghilterra, che hanno registrato il maggiore incremento di tempo libero, grazie anche al telelavoro ha detto Giorgio Triani, sociologo dell Università di Verona. - Da noi gli orari di fabbriche e uffici sono rimasti quelli di quarant anni fa: bloccati fra le 8 del mattino e le 6 del pomeriggio. Con effetti che, ad esempio per le coppie lavoratrici (25-44 anni) con figli, a causa dell aumento dei tempi di percorrenza casa-lavoro, ha significato la perdita di 27 minuti di vita in famiglia rispetto a quindici anni fa. La ricerca CERMES-Bocconi/Federdistribuzione ha raccolto anche il contributo delle Associazioni Consumatori appartenenti a Consumers Forum, che hanno evidenziato come sia necessario affrontare il tema delle aperture domenicali garantendo un approccio di sistema, che coinvolga il mondo del commercio nella sua globalità e tutte le sue formule. Occorre inoltre ragionare sui tempi della città, pensando agli orari di apertura dell intero settore dei servizi (banche, ecc) e la loro sincronizzazione con i tempi del lavoro. In questo quadro è rilevante il coordinamento delle aperture con l adeguamento dei servizi di mobilità urbana ed extra urbana e/o con una tariffazione conveniente dei parcheggi pubblici. La ricerca di Federdistribuzione rappresenta un contributo importante sia dal punto di vista quantitativo in quando monitora in modo attento il mondo dei consumatori, sia dal punto di vista qualitativo poiché evidenzia le reali aspettative e i problemi di comunicazione esistenti dichiara Lorenzo Miozzi Presidente di Consumer s Forum e del Movimento Consumatori. E tuttavia importante rilevare che l apertura domenicale dei negozi, per quanto si possa auspicare più estesa, non deve creare meccanismi di sviluppo disordinato del settore commerciale specie in relazione alla crescita e alla qualità della vita dei centri urbani. Solo una crescita armonica del tessuto sociale, commerciale e dei servizi, può garantire un miglioramento della qualità della vita dei consumatori e in

3 questo senso, i dati della ricerca devono indurre a proposte articolate cogliendo davvero l esigenza dei cittadini. Dalla ricerca CERMES-Bocconi/Federdistribuzione emerge anche come le aperture domenicali non rappresentino soltanto un efficace modalità per consentire una più razionale gestione del tempo degli individui ma consentano anche di sostenere i consumi delle famiglie, con benefici per l intero sistema economico: per il 54,8% degli Italiani le aperture domenicali sono utili per fare acquisti che altrimenti non potrebbero effettuare. Se, infatti, il numero medio delle aperture domenicali annuali sul territorio nazionale venisse raddoppiato, passando dalle attuali 14 a 28, i consumi commercializzabili alimentari e non alimentari crescerebbero di 4,16 miliardi di euro, pari ad un incremento dell 1,96%, che equivale ad un incidenza sul PIL 2005 dello 0,29%. Anche sul fronte occupazionale, il raddoppio delle domeniche di apertura offrirebbe nuove opportunità di lavoro nella grande distribuzione e circa nuove potenziali posizioni nella distribuzione tradizionale. Nota agli editori La normativa in materia di aperture domenicali è stata regolata dal decreto Bersani del 1998, che prevedeva la chiusura domenicale degli esercizi con deroghe per le domeniche di dicembre e per altre otto festività all anno. Facevano eccezione i Comuni turistici o d arte, che avevano la possibilità di stare aperti fino a tutto l anno. Le Regioni dovevano stabilire i criteri per definire turistico o città d arte un Comune e le amministrazioni locali, nell ambito degli schemi regionali, ne determinavano l ambito applicativo. Nel 2001 è poi intervenuta la modifica del Titolo V della Costituzione, che ha delegato la competenza sul commercio alle Regioni, e quindi anche la possibilità di decidere su orari e giorni di apertura. Federdistribuzione è l organismo di coordinamento e di rappresentanza della distribuzione commerciale moderna: riunisce e rappresenta, nelle sedi istituzionali, sindacali e comunitarie la maggioranza delle imprese distributive operanti nei settori alimentare e non alimentare che svolgono la propria attività attraverso le più innovative formule del commercio moderno. Federdistribuzione, che aderisce a Confcommercio, si compone di dieci associazioni nazionali che rappresentano un universo articolato di imprese e di multicanalità che si differenziano per dimensioni, forme distributive e merceologie trattate. Le aziende aderenti alle dieci Associazioni di Federdistribuzione hanno realizzato nel 2005 un giro d'affari di 76,5 miliardi di euro, con una quota pari al 71,5% del totale fatturato della Distribuzione Moderna Organizzata; hanno una rete distributiva di punti vendita e danno occupazione a circa addetti. Rappresentano, infine, il 33,7% del valore dei consumi commercializzabili. Per ulteriori informazioni: Stefano Crippa - Relazioni Esterne Federdistribuzione Tel Cell comunicazione@federdistribuzione.it Valeria Montesoro - Weber Shandwick Tel cell vmontesoro@webershandwick.com Luciano Crobu Weber Shandwick Tel Cell lcrobu@webershandwick.com

4 SINTESI DELLA RICERCA Ente di ricerca Cermes Università Bocconi Metodologia La ricerca è articolata in più fasi. 1. Indagine sui cittadini. Somministrazione telefonica di un questionario strutturato Periodo: 4-10 maggio 2006 Campione: 1008 unità, rappresentativo della popolazione di età compresa tra i 15 e i 70 anni residente in tutti i capoluoghi di provincia italiani. 2. Colloquio con le Associazioni Consumatori Riunione con 6 Associazioni appartenenti a Consumers Forum e raccolta delle loro posizioni. 3. Valutazione dell impatto economico Utilizzando le informazioni raccolte dalle aziende e altre fonti informative, il Cermes Bocconi ha elaborato alcune ipotesi di impatto sul sistema economico di un numero maggiore di aperture domenicali/festive. Risultati Indagine sui cittadini Il primo dato rilevante che emerge dalla ricerca è il bisogno di informazioni sul tema delle aperture domenicali: il 66,6% degli intervistati valuta che dovrebbero essere meglio pubblicizzate. Gli strumenti attraverso i quali si viene a conoscenza delle aperture domenicali sono i manifesti, nei negozi o in giro nelle città (50,5%), il passaparola (47%), i quotidiani (37,3) e radio e TV (14,8%). La frequentazione dei negozi durante i giorni festivi è già buona e consolidata: il 42,9% degli Italiani visita con regolarità i supermercati la domenica quando sono aperti (il 14,1% li frequenta molto spesso ) e il 38,3% si reca con costanza nei Centri Commerciali. Per quanto riguarda il centro città, la sua frequentazione avviene, a negozi chiusi, da parte del 44% degli intervistati. Questa percentuale sale invece al 55,9% quando i negozi sono aperti. La vivacità commerciale si dimostra quindi un forte elemento di attrattività. Inoltre, se quando i negozi sono chiusi ci si reca in centro per passeggiare e vedere gli amici, con i negozi aperti la motivazione prevalente diventa

5 l acquisto (80,9% dei casi), programmato o d impulso. Un centro città vivo dal punto di vista del commercio avvia quindi un volano positivo per l economia, sostenendo i consumi e favorendo la creazione di ricchezza per la comunità. Complessivamente, nell ultimo anno, il 65,4% degli Italiani ha fatto acquisti domenicali nei supermercati, il 56,8% nei Centri Commerciali, il 54,7% nel centro città, il 39,8% nei mercati ambulanti e il 37,8% nei negozi sottocasa. Si acquistano abbigliamento e calzature (69,1%), prodotti di elettronica ed elettrodomestici (30,3%), articoli per la casa (24,1%) ma anche, in misura rilevantissima, prodotti alimentari (63,5%), a testimonianza di quanto le aperture domenicali siano viste come un servizio importante da parte del cittadino. L opportunità di poter fare acquisti durante la domenica consente una ottimizzazione del tempo dei cittadini, inserendo una componente di piacevolezza e razionalità nella spesa. Per il 60,7% degli Italiani gli acquisti domenicali sono fatti con più tranquillità e permettono di vedere più alternative, riuscendo così a spendere meglio i propri soldi. Per l 81% andare in centro con i negozi aperti è più piacevole. Inoltre, per il 77,7% degli intervistati le aperture domenicali sono un servizio. Infine offrono opportunità di acquisto altrimenti perse, soddisfacendo bisogni forse meno essenziali, ma importanti per il benessere complessivo del consumatore. Si alimenta in questo modo l intero sistema economico: per il 54,8% le aperture domenicali sono utili per fare acquisti che in altro modo non si effettuerebbero. Il 79,7% dei cittadini è insoddisfatto dell attuale organizzazione delle aperture domenicali e richiede interventi. Il maggiore accordo sui tipi di intervento riguarda, in primo luogo, la richiesta di disponibilità di negozi aperti la domenica: il 79,5% concorda sul fatto che si debba trovare aperta la metà dei negozi della Grande Distribuzione ogni domenica dell anno. Molto alti anche i livelli di accordo sulla programmazione delle aperture domenicali: il 78,1% ritiene una buona idea l apertura di alcune domeniche al mese, tenendole poi fisse; il 65,8%% ritiene che tutti i negozi dovrebbero aprire in modo coordinato le stesse domeniche. Anche la possibilità che ogni negozio scelga se rimanere aperto o chiuso tutte le domeniche e poi mantenga ferma questa decisione raccoglie il consenso della maggioranza (61,0%). Per quanto riguarda la richiesta del numero di aperture domenicali, NON VALUTANDO IL MESE DI DICEMBRE, il 19,5% degli Italiani vorrebbe tutte le domeniche aperte e il 40,3% due aperture domenicali al mese. Attribuendo i pesi alle risposte a proposito delle richieste del numero aperture domenicali, risulta che al momento gli Italiani vogliano, mediamente sul territorio nazionale, oltre 21 domeniche, più del doppio di quelle attualmente concesse. Considerando le 4 aperture di dicembre come previste dalla normativa, il numero medio nazionale di aperture domenicali nell arco dell anno indicato dai cittadini potrebbe essere di 25/26 giorni, cioè la metà delle domeniche in calendario. Infine un ultimo dato: a fronte di aperture domenicali certe per tutte le domeniche dell anno, circa il 19% dei cittadini sposterebbe il proprio giorno abituale per la spesa alimentare alla domenica. La stessa percentuale diventa ben il 25,9% nel caso dei beni non alimentari. In conclusione:

6 La frequentazione regolare dei supermercati e dei centri commerciali quando sono aperti la domenica è alta e la maggioranza degli Italiani ha già effettuato acquisti domenicali. La vivacità commerciale dei centri città durante la domenica è un forte elemento di attrazione, porta a frequentare molto di più il centro. Le aperture domenicali hanno una decisa componente di servizio per il consumatore, consentono una migliore allocazione del tempo, sono piacevoli e permettono un acquisto più ragionato e consapevole. Ma sono anche un volano per l economia, incentivando consumi che altrimenti non si farebbero e creando ricchezza. Il 19% degli Italiani per la spesa alimentare e il 25,9% per quella non alimentare, a fronte di certezza di aperture nelle domeniche, sposterebbe il proprio giorno abituale di spesa alla domenica. Quasi l 80% dei cittadini è insoddisfatto dell attuale situazione delle aperture domenicali: vorrebbero più comunicazione, più certezza e meno occasionalità, per una migliore gestione del proprio tempo complessivo, e specificamente per quello destinato agli acquisti. Richiedono, infine, più domeniche di apertura: escludendo il mese di dicembre ne richiedono, mediamente a livello nazionale, oltre 21, più del doppio di quelle attualmente concesse. Aggiungendo le domeniche di dicembre, l indicazione degli Italiani, come media nazionale, è per 25/26 aperture domenicali annue. Colloquio con le Associazioni Consumatori E stato organizzato a Roma, il 19 maggio 2006, un incontro con le Associazioni Consumatori ed è stata raccolta la loro posizione. Associazioni intervenute: Assortenti Confconsumatori Movimento Difesa del Cittadino Movimento Consumatori ADOC Federconsumatori Il tema è ritenuto di significativa rilevanza perché incide sul livello di servizio ai Consumatori/Cittadini. E ancora più importante se inquadrato nel più complessivo tema del coordinamento degli orari della Città, su cui si stanno adesso sviluppando modelli operativi di intervento ed avviando prime sperimentazioni. Le indicazioni chiave espresse dalle Associazioni dei Consumatori sono: le aperture domenicali/festive sono un maggiore servizio ai cittadini e come tali senz altro utili; l incremento del loro numero e una loro più efficace programmazione e gestione sono da valutarsi favorevolmente; una più chiara e semplice programmazione delle aperture (ad esempio, sempre due domeniche al mese), e/o il coordinamento degli operatori (tutti aperti o tutti chiusi) costituiscono per i Cittadini informazioni caratterizzate da certezza, consentendo una buona organizzazione del tempo della famiglia, da cui scaturisce, in molti casi, la reale possibilità di utilizzare concretamente le aperture; le informazioni sulle aperture

7 domenicali/festive e la certezza delle stesse svolgono un ruolo molto importante nell agevolare i cittadini nell organizzarsi e programmare al meglio il proprio tempo, soprattutto ad alcune fasce della popolazione per le quali il tempo è una risorsa scarsa; le aperture domenicali/festive sono una componente del più ampio ragionamento sui tempi della città : coordinamento degli orari di apertura dei servizi e loro sincronizzazione con i tempi del lavoro, valutando anche le nuove opportunità occupazionali: part-time, lavoro a domicilio, lavori in orari particolari; in questo quadro è rilevante il coordinamento delle aperture, con l adeguamento dei servizi di mobilità urbana ed extra urbana e/o con una tariffazione conveniente dei parcheggi pubblici. Questo agevolerebbe la frequentazione del centro città anche da parte degli abitanti delle periferie o dei comuni limitrofi, a costi di mobilità accessibili e mantenendo un basso livello di congestionamento del traffico; agevolerebbe inoltre il raggiungimento dei Centri Commerciali periferici da parte di fasce della popolazione a bassa mobilità (anziani, giovani) o sensibili al fattore economico. un approccio graduale al cambiamento verso un numero maggiore di aperture appare la via migliore: bisogna procedere per gradi. Le abitudini della gente cambiano lentamente e, se è necessario saperle anticipare, diviene fondamentale riuscire ad accompagnarle; il ruolo dell offerta è quello di dare delle opportunità di cambiamento: se queste coincidono con gli effettivi bisogni dei cittadini, progressivamente la domanda finirà per cogliere al meglio le opportunità create; le aperture domenicali/festive sono interessanti per tutti gli acquisti delle famiglie, ma in particolare per quelli non alimentari, soprattutto se implicano processi d acquisto condivisi a livello di nucleo familiare; forniscono ulteriori occasioni e tempi più ampi per confrontare i prezzi e le alternative di prodotto (assortimenti) in un maggior numero di negozi; per molte fasce della popolazione, nell attuale contesto di ridotto reddito disponibile, questo costituisce un elemento di particolare rilevanza; le aperture domenicali/festive sono una delle scelte che stimola la rivitalizzazione dei centri storici e ne favorisce la riappropriazione da parte dei cittadini. Analisi dei principali impatti economici Le aperture domenicali/festive possono rappresentare un efficace modalità per sostenere i consumi delle famiglie e consentire una più razionale gestione del tempo degli individui. I principali benefici per il sistema connessi ad aumenti e migliore regolazione delle aperture domenicali/festive sono: aumento dei consumi, contenuto per gli alimentari e più significativo per i non alimentari, crescita occupazionale o maggiore retribuzione per gli addetti già in forza, valorizzazione dei centri città, decongestionamento del traffico e dei parcheggi nei giorni feriali. Ipotesi di lavoro:

8 1. raddoppio delle aperture domenicali/festive: da 14 (dato medio attuale) a 28 nell anno; 2. coinvolgimento nel calcolo dell intero settore del commercio: grande e piccola distribuzione. I loro pesi sono quelli stimati da Federdistribuzione, con valutazioni differenti per alimentare e non alimentare. Risultati Complessivamente i consumi commercializzabili non food e food crescerebbero di 4,16 miliardi di Euro, pari ad un incremento dell 1,96%, che equivale ad un incidenza sul PIL 2005 dello 0,29%. Ciò senza valutare effetti indotti su altri consumi che potrebbero realizzarsi nel caso in cui le aperture domenicali/festive dovessero estendersi ad altre aree (agenzie di viaggio, concessionari di auto, ecc). Considerando infine i dati di produttività media per addetto, il raddoppio delle domeniche di apertura offrirebbe nuove opportunità di lavoro nella Grande distribuzione e circa nuove potenziali posizioni nella distribuzione tradizionale.

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