1. Leghe a memoria di forma (SMA)

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "1. Leghe a memoria di forma (SMA)"

Transcript

1 1. Leghe a memoria di forma (S) Vanno sotto il nome di leghe a memoria di forma (shape memory alloys o S) un gruppo di particolari composti metallici di varia composizione chimica (NiTi, CuZnl, CulNi) che presentano proprietà uniche, quali la capacità di subire elevate deformazioni (fino al 10%), per poi riassumere la forma geometrica iniziale una volta rimossa la sollecitazione, senza evidenziare fenomeni di plasticizzazione. La proprietà manifestata da tali materiali di poter esibire deformazioni anche di notevole entità, quando vengono sollecitati, per poi riassumere la forma iniziale qualora la sollecitazione venga rimossa, è nota come pseudoelasticità o superelasticità e si manifesta a temperature sufficientemente elevate. Se invece il materiale viene sollecitato a basse temperature, gran parte della deformazione prodottasi permane nell oggetto anche in seguito alla completa rimozione della sollecitazione. Tuttavia, se poi viene riscaldato al di sopra di una determinata temperatura l oggetto riacquista la forma che possedeva inizialmente. Questa proprietà viene definita memoria di forma ed è la proprietà di principale interesse applicativo. Per le loro particolari proprietà, le leghe a memoria trovano applicazione in diversi settori tecnologici che vanno dal campo aereonautico, al campo medico fino alle recenti applicazioni ad oggetti quotidiani (occhiali, cellulari, termostati). In particolare, nel settore della meccanica e della termotecnica sono impiegate per la realizzazione di dispositivi in grado di integrare le funzioni di sensori ed attuatori (attuatori lineari, valvole, termostati) e per la realizzazione di manicotti per accoppiamento di tubi; nel settore biomedicale le leghe S sono impiegate per la produzione di filo ortodontico, stents coronarici, per la realizzazione di dispositivi per osteosintesi e di attrezzature per impieghi in campo endoscopico e chirurgico. Il fenomeno fisico che presiede a tali proprietà è una trasformazione di fase allo stato solido fra austenite e martensite, ovvero fra le due fasi cristallografiche stabili presenti nelle S. Tale trasformazione corrisponde ad un riassetto della struttura cristallina del materiale indotto da variazioni di temperatura e da sollecitazioni meccaniche e risulta del tutto reversibile.

2 Figura 1. spetti macroscopici e microscopici della trasformazione di fase tra austenite e martensite L austenite () è la fase stabile ad elevata temperatura ed è caratterizzata da un elevato valore del modulo elastico E, ossia da una bassa deformabilità. La martensite () è la fase stabile a bassa temperatura, caratterizzata da un valore del modulo elastico E inferiore ad E, e quindi da maggiore deformabilità. La martensite si può presentare sia nella forma deformata d, in cui tutti i cristalli sono orientati nella stessa direzione, in genere in seguito alla sollecitazione, che nella forma accoppiata t (t = twinned), in assenza di sollecitazione. Il cambiamento di forma macroscopica si verifica nel passaggio dalla fase martensitica deformata d alla fase austenitica o alla fase martensitica accoppiata t, e viceversa (Fig. 1). Per effetto della sollecitazione, la microstruttura del materiale si dispone secondo una variante preferenziale, quella la cui orientazione è più favorevole nei confronti dello sforzo applicato. Come riportato nella Fig. 2, l applicazione di uno sforzo produce la coalescenza delle diverse varianti in una singola variante, e il fenomeno prende il nome di detwinning: il risultato è un cambiamento di forma macroscopico. Figura 2. L applicazione di una sollecitazione provoca l orientazione della martensite

3 1.1. Temperature caratteristiche di trasformazione di fase Le temperature alla quale hanno luogo i fenomeni delineati sono definite dalla composizione chimica del materiale e possono variare in modo significativo variandone la composizione. Nella Fig. 3 sono indicati gli intervalli di temperatura a cui avvengono le trasformazioni di fase tra austenite e martensite a sforzo nullo. Si possono individuare le temperature caratteristiche che determinano l inizio e la fine della trasformazione martensitica ( s, f ) e della trasformazione austenitica ( s, f ): - s è la temperatura cui ha inizio in riscaldamento la trasformazione. - f, è la temperatura cui ha termine in riscaldamento la trasformazione. - s, è la temperatura cui ha inizio in raffreddamento la trasformazione. - f, è la temperatura cui ha termine in raffreddamento la trasformazione. ε d /E + ε L ε L /E T d â á f s s f T Fig. 3. Trasformazioni di fase a tensione costante al variare della temperatura T

4 ξ = 1 0 ξ 1 ξ = 0 Fig. 4. Domini di esistenza di austenite e martensite I pedici s ed f indicano rispettivamente le temperature di inizio (start) e fine (finish) trasformazione. I valori delle temperature caratteristiche possono variare entro intervalli più o meno ampi a seconda del materiale e della percentuale dei componenti. Il loro valore aumenta (linearmente) all aumentare dello stato di sollecitazione. Nelle Fig. 3-4 sono rappresentati i domini di esistenza di austenite e martensite al variare della temperatura T e dello stato di sollecitazione (monoassiale) cui è soggetto il materiale. In assenza di sollecitazione, cioè per = 0 le temperature s e f, s e f segnano l inizio e la fine delle trasformazioni di fase (da austenite a martensite) e (da martensite a austenite). I valori delle temperature caratteristiche si innalzano se il materiale è soggetto ad uno stato di sollecitazione che induce una tensione nel materiale. Come osservabile in Fig. 3, tali temperature assumono valori diversi nel caso di trasformazione diretta e inversa. Esiste quindi un isteresi fra le temperature di trasformazione che risulta alla base delle proprietà macroscopiche caratterizzanti le leghe a memoria di forma Comportamento pseudoelastico del materiale Come si può osservare dai diagrammi -T e -ε riportati nella Fig. 5, se il materiale in fase austenitica viene sottoposto ad una sollecitazione meccanica esterna a

5 temperature T superiori ad f, esso manifesta una deformazione ε proporzionale allo sforzo applicato, corrispondente al comportamento elastico dell austenite definito dal modulo elastico E. Quando la tensione supera il valore s richiesto per attivare la trasformazione martensitica, la struttura cristallina del materiale comincia a riorganizzarsi in fase martensitica. Di conseguenza, il materiale manifesta una deformazione macroscopica dovuta alla trasformazione di fase d, che continua fino al raggiungimento della tensione f, in corrispondenza della quale tutto il materiale è stato trasformato in martensite deformata d. Per livelli di tensione superiori a f, la trasformazione di fase può dirsi esaurita e il materiale è completamente in fase martensitica. Pertanto, ad un ulteriore incremento di sollecitazione corrisponde un proporzionale incremento di deformazione, come previsto dal comportamento elastico della martensite definito dal modulo elastico E, fino al raggiungimento della tensione di snervamento del materiale y. Se lo sforzo viene rimosso prima del raggiungimento di y, si verifica uno scarico elastico con pendenza E fino al raggiungimento della tensione s di inizio trasformazione (inversa) austenitica d. Un ulteriore diminuzione della tensione provoca la graduale trasformazione d, fino al raggiungimento della tensione f di fine trasformazione austenitica, quando tutto il materiale è stato trasformato in ustenite. f f s s d â á s s E d E f f f s s f T ε Fig. 5. Fasi della trasformazione pseudoelastica

6 Per valori di tensione inferiori a f, il materiale è ritornato completamente in fase austenitica. Continuando a scaricare la deformazione regredisce nuovamente con pendenza E, finché il materiale non ritorna al suo stato indeformato iniziale (ε = 0) una volta rimossa completamente la sollecitazione (cioè per = 0). Tale proprietà corrisponde al comportamento pseudoelastico del materiale emoria di forma del materiale Se la prova di carico viene effettuata a temperatura costante compresa tra s ed f, come in Fig. 6, il materiale inizialmente in fase austenitica si trasforma in fase martensitica (come nel caso precedente). Tuttavia, una volta rimossa completamente la sollecitazione (cioè per = 0), il materiale rimane in fase martensitica deformata, non potendo trasformarsi in austenite a causa dell isteresi presente fra le temperature di trasformazione austenitica e martensitica. Dopo aver rimosso completamente la sollecitazione, nel materiale permane quindi una deformazione residua dovuta alla trasformazione di fase verificatasi in precedenza, che può essere recuperata solo riscaldando la lega al di sopra della temperatura f, in modo da trasformare di nuovo il materiale in fase austenitica. In seguito al riscaldamento, l oggetto riassumerà la sua dimensione iniziale, manifestando così l effetto memoria di forma. f s d â á f s d E E f s s f T f s ε T Fig. 6. Effetto memoria di forma

7 Il riscaldamento del materiale si può effettuare anche sfruttando l effetto Joule, facendo attraversare l oggetto da una corrente elettrica. 2. Comportamento termomeccanico delle S nel caso monoassiale. l fine di descrivere il comportamento termomeccanico delle leghe a memoria di forma sono stati proposti numerosi modelli costitutivi. Fra questi, i modelli monoassiali di tipo fenomenologico (Tanaka, 1986; Liang e Rogers, 1990, Brinson, 1993; Ivshin e Pence, 1994; uricchio e Lubliner, 1997) sono quelli più facilmente applicabili, in quanto fanno uso di quantità misurabili e sono relativamente più semplici. Tali modelli descrivono il comportamento del materiale nel caso di sollecitazione monoassiale, considerando come variabili indipendenti, la deformazione ε, la frazione (o percentuale) di martensite ξ, compresa fra 0 e 1, e la temperatura T. Si assume che la tensione nel materiale dipenda solo dai valori di ε, ξ e T, cioè = (ε, ξ, T). Pertanto, il generico incremento di tensione può scriversi come dove le quantità: d = dε + dξ + dt (2.1) ε ξ T E = Ω = Θ = (2.2) ε ξ T possono risultare funzioni di ε, ξ e T. In generale, il modulo elastico E dipende da ξ ed assume valori compresi fra il modulo elastico dell austenite E e quello della martensite E E /3, per ξ che varia fra 0 e 1. In particolare, si può assumere che il modulo elastico vari in proporzione al rapporto tra martensite ed austenite: E(ξ) = ξ E + (1 ξ) E (2.3) mentre il modulo Θ può assumersi costante. Integrando la (2.2) 1, si ottiene: = E(ξ) ε + ψ 1 (ξ, T) (2.4) dove ψ 1 (ξ, T) è una funzione di ξ e T, che non dipende da ε. Introducendo

8 l espressione (2.4) di nella definizione di Θ si ha: Θ = ψ1( ξ, T ) (2.5) T ssumendo che il modulo Θ sia indipendente dalla temperatura, integrando la (2.5) si ottiene: ψ 1 (ξ, T) = Θ T + ψ 2 (ξ) (2.6) dove ψ 2 è una funzione di ξ. Introducendo la (2.6) nella (2.4) la tensione diventa: = E(ξ) ε + ψ 2 (ξ) Θ T (2.7) La funzione ψ 2 (ξ) si può ricavare considerando un tipico caso di deformazione residua, riportato in Fig. 7, in cui lo stato finale della trasformazione è definito dai seguenti valori: = 0 ε = ξ ε L, 0 ξ 1, T = T 0 (2.8) Inserendo la condizione (2.8) nella (2.9) si ottiene: ψ 2 (ξ) = E(ξ) ξ ε L + ψ 2 (0) (2.9) introducendo poi la (2.9) nella (2.7) segue = E(ξ) (ε ξ ε L ) Θ (T T 0 ) (2.10) dividendo la (2.10) per E(ξ) e risolvendo per ε si ottiene: ε = E(ξ) + ξ ε L + Θ E(ξ) (T T 0 ) = ε el + ε tr + ε T (2.11) f s E E ξ ε L ε L ε Fig. 7. Trasformazione parziale e scarico con deformazione residua ξ ε L

9 dove ε el, ε tr e ε T sono rispettivamente la deformazione elastica, la deformazione dovuta alla trasformazione di fase e la deformazione termica. Quest'ultimo contributo è generalmente molto inferiore agli altri e può essere trascurato Leggi di trasformazione per ξ La temperatura ha comunque una notevole influenza sulla legge di trasformazione per la frazione di martensite ξ. In via semplificata si può assumere che, durante le trasformazioni di fase austenitica e martensitica, la frazione di martensite ξ vari secondo una legge di tipo lineare in funzione della temperatura e della tensione, cioè ξ = a ( c T) + b (2.12) dove a e b sono parametri da determinare, c = c per la trasformazione martensitica e c = c per la trasformazione austenitica Legge di trasformazione di fase martensitica Indicando con ξ 0 la frazione di martensite presente all inizio della trasformazione, per la trasformazione di fase martensitica si ha: ξ = ξ 0 per = c (T s ) = s (T) 1 ξ ξ = 1 per = c (T f ) = f (T) imponendo tali condizioni sulla funzione (2.12) si determinano le costanti a e b e quindi la seguente legge di trasformazione martensitica ξ = 1 (1 ξ 0 ) s f f La legge di trasformazione martensitica nella forma (2.14) è direttamente utilizza f s ξ 0 (2.13) valida nel dominio di trasformazione martensitica per s f.

10 bile nel caso in cui la trasformazione sia innescata da una sollecitazione meccanica a temperatura costante, in tal caso infatti la variabile di controllo diventa la sola tensione. Se durante la trasformazione variano contemporaneamente sia la tensione che la temperatura, utilizzando le definizioni delle tensioni di inizio e fine trasformazione martensitica s e f la legge di trasformazione martensitica (2.13) può scriversi nella forma generale ξ = 1 (1 ξ 0 ) c c ( ( T f s f ) ) (2.14) valida nel dominio di trasformazione martensitica per c (T s ) c (T f ). Se inizialmente tutto il materiale è in fase austenitica, ovvero se ξ 0 = 0, allora la legge di trasformazione (2.13)-(2.14) diventa ξ = s s f = c ( T s ) c ( ) s f (2.15) Legge di trasformazione di fase austenitica Per la trasformazione di fase austenitica si ha: ξ = ξ 0 per = c (T s ) = s (T) ξ 0 ξ ξ = 0 per = c (T f ) = f (T) imponendo tali condizioni sulla funzione (2.12) si determinano le costanti a e b e quindi la seguente legge di s f 0 trasformazione austenitica ξ = ξ 0 s f f (2.16) valida nel dominio di trasformazione austenitica per f s. Se durante la trasformazione variano contemporaneamente sia la tensione che la temperatura, utilizzando le definizioni delle tensioni di inizio e fine trasformazione austenitica s e f la legge di trasformazione martensitica (2.16) può scriversi nella

11 forma generale ξ = ξ 0 c c ( ( T f s f ) ) (2.17) valida nel dominio di trasformazione austenitica per c (T f ) c (T s ). Se inizialmente tutto il materiale è in fase martensitica, ovvero se ξ 0 = 1, allora la legge di trasformazione (2.17) diventa ξ = s f f = c c ( ( T f s f ) ) (2.18) Ossevazione Il modello presentato non considera la fase accoppiata t della martensite, ma si limita a supporre che tutta la percentuale ξ di martensite sia nella forma deformata d, che si presenta solo per elevati valori della sollecitazione. In realtà occorre suddividere tra le due varianti considerando ξ = ξ d + ξ t In questo caso i diagrammi di trasformazione assumono l andamento riportato in Fig. 8. crf crs d t z d t t w d â á f s s f T Fig. 8. Fasi della trasformazione martensitica

12 Legge di Liang e Rogers I legami lineari sopra esposti sono più semplici, ma meno attendibili per ciò che riguarda l evoluzione effettiva della frazione di martensite ξ. Una migliore approssimazione si ottiene utilizzando le leggi di evoluzione introdotte da Liang e Rogers: - trasformazione di fase martensitica ξ = + ξ ξ T f / c cos π (2.19) 2 2 s f 1 0 per T s /c T f. - trasformazione di fase austenitica ξ = ξ 0 T s / c 1 + cos π 2 f (2.20) s per T f /c T s. 2.2 Parametri costitutivi per NiTinol oduli elastici: E = Pa E = Pa Θ = 0.55 Pa/ C Temperature di trasformazione: f = 9 C s = 18.4 C s = 34.5 C f = 49 C Costanti di trasformazione: c = 8 Pa/ C crf = 170 Pa c = 13.8 Pa/ C crs = 100 Pa Deformazione massima residua ε L = 0.067

13 3. odulo elastico della miscela di fasi Per il calcolo del modulo elastico della miscela delle due componenti si possono considerare due situazioni limite, corrispondenti rispettivamente alle ipotesi di Voigt e di Reuss. Secondo l ipotesi di Voigt (Fig. 7a) si assume la compatibilità delle deformazioni tra i due materiali ovvero: ε = ε = ε (3.1) per cui = E(ξ) ε = E ε = E ε (3.2) considerando che = 1, = ξ e = 1 ξ, il modulo elastico della miscela diventa: F E(ξ) = = + F ε ε 1 = [ξ + (1 ξ) ] = ξ E + (1 ξ) E ε (3.3) Secondo l ipotesi di Reuss (Fig. 7b) si assume invece l uguaglianza della tensione nei due materiali ovvero: = = = F/ (3.4) per cui ε = /E * (ξ) ε = /E ε = /E (3.5) allora il modulo elastico E * (ξ) della miscela diventa: 1 ε ε ξ + ε E * = = (1 ξ) ( ξ) = ξ E 1 ξ + E da cui E * (ξ) = ξ E EE + ( 1 ξ) E (3.6) a) 1 b) 1 ξ F F = ξ 1 F F = 1 ξ F F =(1 ξ) 1 ε 1 ξ ξ ε Fig. 7. Situazioni limite corrispondenti alle ipotesi di Voigt (a) e di Reuss (b)

14 Come si può osservare dalla figure 8, le formule di Voigt (3.3) e di Reuss (3.6) forniscono rispettivamente un limite superiore ed uno inferiore al valore effettivo del modulo elastico della miscela. Per materiali compositi a due componenti, Hill ha proposto la media tra i due valori limite ovvero E H = 2 1 (E + E*) (3.7) Nella Fig. 8 sono riportati gli andamenti dei moduli elastici ottenuti dalle ipotesi di Voigt, di Reuss e di Hill, in funzione della frazione di artensite ξ, per E = 3 E 3 E /E = E/E E H /E E * /E ξ Figura 8. Variazione dei moduli elastici ottenuti dalle ipotesi di Voigt, di Reuss e di Hill in funzione della frazione di artensite ξ

Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro)

Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro) Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro) E dipendente dalla temperatura:capacità di riposizionamento di difetti ed atomi (diffusione

Dettagli

LEGHE A MEMORIA DI FORMA e principali applicazioni. Ludovica Rovatti

LEGHE A MEMORIA DI FORMA e principali applicazioni. Ludovica Rovatti LEGHE A MEMORIA DI FORMA e principali applicazioni Ludovica Rovatti LEGHE A MEMORIA DI FORMA NEI METALLI Shape Memory Alloys o SMAs sono leghe metalliche che godono della proprietà di memorizzare una certa

Dettagli

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro.

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. PREMESSA: Anche intuitivamente dovrebbe a questo punto essere ormai chiaro

Dettagli

Termologia. Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti

Termologia. Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti Termologia Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti Trasmissione del calore Legge di Wien Legge di Stefan-Boltzmann Gas

Dettagli

RESISTENZA DEI MATERIALI TEST

RESISTENZA DEI MATERIALI TEST RESISTENZA DEI MATERIALI TEST 1. Nello studio della resistenza dei materiali, i corpi: a) sono tali per cui esiste sempre una proporzionalità diretta tra sollecitazione e deformazione b) sono considerati

Dettagli

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms adacher@dia.uniroma3.it Introduzione Sistemi e Modelli Lo studio e l analisi di sistemi tramite una rappresentazione astratta o una sua formalizzazione

Dettagli

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1)

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1) Transitori Analisi nel dominio del tempo Ricordiamo che si definisce transitorio il periodo di tempo che intercorre nel passaggio, di un sistema, da uno stato energetico ad un altro, non è comunque sempre

Dettagli

I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo

I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo diverse metodologie. 1 La tempra termica (o fisica) si basa

Dettagli

Transitori del primo ordine

Transitori del primo ordine Università di Ferrara Corso di Elettrotecnica Transitori del primo ordine Si consideri il circuito in figura, composto da un generatore ideale di tensione, una resistenza ed una capacità. I tre bipoli

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA

LA CORRENTE ELETTRICA L CORRENTE ELETTRIC H P h Prima che si raggiunga l equilibrio c è un intervallo di tempo dove il livello del fluido non è uguale. Il verso del movimento del fluido va dal vaso a livello maggiore () verso

Dettagli

Complementi di Termologia. I parte

Complementi di Termologia. I parte Prof. Michele Giugliano (Dicembre 2) Complementi di Termologia. I parte N.. - Calorimetria. Il calore è una forma di energia, quindi la sua unità di misura, nel sistema SI, è il joule (J), tuttavia si

Dettagli

Termodinamica: legge zero e temperatura

Termodinamica: legge zero e temperatura Termodinamica: legge zero e temperatura Affrontiamo ora lo studio della termodinamica che prende in esame l analisi dell energia termica dei sistemi e di come tale energia possa essere scambiata, assorbita

Dettagli

Visione d insieme DOMANDE E RISPOSTE SULL UNITÀ

Visione d insieme DOMANDE E RISPOSTE SULL UNITÀ Visione d insieme DOMANDE E RISPOSTE SULL UNITÀ Che cos è la corrente elettrica? Nei conduttori metallici la corrente è un flusso di elettroni. L intensità della corrente è il rapporto tra la quantità

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti Energia nelle reazioni chimiche Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti VIDEO Introduzione (I) L energia chimica è dovuta al particolare arrangiamento degli atomi nei composti chimici e le varie forme di

Dettagli

Esercizi e considerazioni pratiche sulla legge di ohm e la potenza

Esercizi e considerazioni pratiche sulla legge di ohm e la potenza Esercizi e considerazioni pratiche sulla legge di ohm e la potenza Come detto precedentemente la legge di ohm lega la tensione e la corrente con un altro parametro detto "resistenza". Di seguito sono presenti

Dettagli

1996: il prezzo salì a $5.00 per bushel con contestazioni sui vecchi contratti

1996: il prezzo salì a $5.00 per bushel con contestazioni sui vecchi contratti MICRO ECONOMIA Analisi della Domanda e dell Offerta 1. Motivazioni 2. Definizione di Mercati Competitivi 3. La Funzione di Domanda di Mercato 4. La Funzione di Offerta di Mercato 5. Equilibrio e sue caratteristiche

Dettagli

(liberamente interpretato da http://www2.unipr.it/~bottarel/epi/homepage.html) SCHEDA ALUNNI. Descrizione dell attività:

(liberamente interpretato da http://www2.unipr.it/~bottarel/epi/homepage.html) SCHEDA ALUNNI. Descrizione dell attività: Pagina 1 di 11 (liberamente interpretato da http://www2.unipr.it/~bottarel/epi/homepage.html) SCHEDA ALUNNI Descrizione dell attività: Problema 1. Siamo nel 2060 ed ormai gli umani hanno colonizzato Marte.

Dettagli

TRASDUTTORI di FORZA E PRESSIONE

TRASDUTTORI di FORZA E PRESSIONE Fra i trasduttori di forza, gli estensimetri, o stain gage, si basano sull aumento di resistenza che si produce in un filo metallico sottoposto a trazione a causa dell aumento di lunghezza e della contemporanea

Dettagli

2. Leggi finanziarie di capitalizzazione

2. Leggi finanziarie di capitalizzazione 2. Leggi finanziarie di capitalizzazione Si chiama legge finanziaria di capitalizzazione una funzione atta a definire il montante M(t accumulato al tempo generico t da un capitale C: M(t = F(C, t C t M

Dettagli

Esercitazione N. 1 Misurazione di resistenza con metodo volt-amperometrico

Esercitazione N. 1 Misurazione di resistenza con metodo volt-amperometrico Esercitazione N. 1 Misurazione di resistenza con metodo volt-amperometrico 1.1 Lo schema di misurazione Le principali grandezze elettriche che caratterizzano un bipolo in corrente continua, quali per esempio

Dettagli

CORRENTE ELETTRICA Intensità e densità di corrente sistema formato da due conduttori carichi a potenziali V 1 e V 2 isolati tra loro V 2 > V 1 V 2

CORRENTE ELETTRICA Intensità e densità di corrente sistema formato da due conduttori carichi a potenziali V 1 e V 2 isolati tra loro V 2 > V 1 V 2 COENTE ELETTICA Intensità e densità di corrente sistema formato da due conduttori carichi a potenziali V 1 e V isolati tra loro V > V 1 V V 1 Li colleghiamo mediante un conduttore Fase transitoria: sotto

Dettagli

1. Introduzione. 2. Simulazioni elettromagnetiche per la misura del SAR

1. Introduzione. 2. Simulazioni elettromagnetiche per la misura del SAR Relazione Tecnica Analisi simulative e misure con termocamera relative al confronto tra l utilizzo di un telefono smartphone in assenza e in presenza di dispositivo distanziatore EWAD Annamaria Cucinotta

Dettagli

La corrente elettrica La resistenza elettrica La seconda legge di Ohm Resistività e temperatura L effetto termico della corrente

La corrente elettrica La resistenza elettrica La seconda legge di Ohm Resistività e temperatura L effetto termico della corrente Unità G16 - La corrente elettrica continua La corrente elettrica La resistenza elettrica La seconda legge di Ohm Resistività e temperatura L effetto termico della corrente 1 Lezione 1 - La corrente elettrica

Dettagli

Dimensionamento delle strutture

Dimensionamento delle strutture Dimensionamento delle strutture Prof. Fabio Fossati Department of Mechanics Politecnico di Milano Lo stato di tensione o di sforzo Allo scopo di caratterizzare in maniera puntuale la distribuzione delle

Dettagli

--- durezza --- trazione -- resilienza

--- durezza --- trazione -- resilienza Proprietà meccaniche Necessità di conoscere il comportamento meccanico di un certo componente di una certa forma in una certa applicazione prove di laboratorio analisi del comportamento del componente

Dettagli

L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO

L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO È noto che la gestione del magazzino è uno dei costi nascosti più difficili da analizzare e, soprattutto, da contenere. Le nuove tecniche hanno, però, permesso

Dettagli

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali Equazioni irrazionali Definizione: si definisce equazione irrazionale un equazione in cui compaiono uno o più radicali contenenti l incognita. Esempio 7 Ricordiamo quanto visto sulle condizioni di esistenza

Dettagli

INTEGRALI DEFINITI. Tale superficie viene detta trapezoide e la misura della sua area si ottiene utilizzando il calcolo di un integrale definito.

INTEGRALI DEFINITI. Tale superficie viene detta trapezoide e la misura della sua area si ottiene utilizzando il calcolo di un integrale definito. INTEGRALI DEFINITI Sia nel campo scientifico che in quello tecnico si presentano spesso situazioni per affrontare le quali è necessario ricorrere al calcolo dell integrale definito. Vi sono infatti svariati

Dettagli

Basi di matematica per il corso di micro

Basi di matematica per il corso di micro Basi di matematica per il corso di micro Microeconomia (anno accademico 2006-2007) Lezione del 21 Marzo 2007 Marianna Belloc 1 Le funzioni 1.1 Definizione Una funzione è una regola che descrive una relazione

Dettagli

Le macchine elettriche

Le macchine elettriche Le macchine elettriche Cosa sono le macchine elettriche? Le macchine elettriche sono dispositivi atti a: convertire energia elettrica in energia meccanica; convertire energia meccanica in energia elettrica;

Dettagli

Circuito di pilotaggio ON OFF con operazionale

Circuito di pilotaggio ON OFF con operazionale PREMESSA Circuito di pilotaggio ON OFF con operazionale A cura del Prof. Marco Chirizzi www.marcochirizzi.it Si supponga di dovere progettare un circuito di pilotaggio ON OFF in grado di mantenere un fluido

Dettagli

NOTA TECNICA : Metallurgia di base degli acciai speciali da costruzione

NOTA TECNICA : Metallurgia di base degli acciai speciali da costruzione NOTA TECNICA : Metallurgia di base degli acciai speciali da costruzione Indice : 1. INTRODUZIONE p. 1 2. FASI e COSTITUENTI STRUTTURALI p. 3 3. PUNTI CRITICI p. 4 4. TRATTAMENTI TERMICI MASSIVI p. 5 0

Dettagli

9. Urti e conservazione della quantità di moto.

9. Urti e conservazione della quantità di moto. 9. Urti e conservazione della quantità di moto. 1 Conservazione dell impulso m1 v1 v2 m2 Prima Consideriamo due punti materiali di massa m 1 e m 2 che si muovono in una dimensione. Supponiamo che i due

Dettagli

Teoria in sintesi 10. Attività di sportello 1, 24 - Attività di sportello 2, 24 - Verifica conclusiva, 25. Teoria in sintesi 26

Teoria in sintesi 10. Attività di sportello 1, 24 - Attività di sportello 2, 24 - Verifica conclusiva, 25. Teoria in sintesi 26 Indice L attività di recupero 6 Funzioni Teoria in sintesi 0 Obiettivo Ricerca del dominio e del codominio di funzioni note Obiettivo Ricerca del dominio di funzioni algebriche; scrittura del dominio Obiettivo

Dettagli

IL PROBLEMA DELLE SCORTE

IL PROBLEMA DELLE SCORTE IL PROBLEMA DELLE SCORTE Un problema di Ricerca Operativa, di notevole interesse pratico, è il problema della gestione delle scorte, detto anche di controllo delle giacenze di magazzino. Esso riguarda

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA (Fenomeno, indipendente dal tempo, che si osserva nei corpi conduttori quando le cariche elettriche fluiscono in essi.) Un conduttore metallico è in equilibrio elettrostatico

Dettagli

L idea alla base del PID èdi avere un architettura standard per il controllo di processo

L idea alla base del PID èdi avere un architettura standard per il controllo di processo CONTROLLORI PID PID L idea alla base del PID èdi avere un architettura standard per il controllo di processo Può essere applicato ai più svariati ambiti, dal controllo di una portata di fluido alla regolazione

Dettagli

APPUNTI DEL CORSO DI SISTEMI IMPIANTISTICI E SICUREZZA INTRODUZIONE AGLI IMPIANTI ELETTRICI: FONDAMENTI DI ELETTROTECNICA

APPUNTI DEL CORSO DI SISTEMI IMPIANTISTICI E SICUREZZA INTRODUZIONE AGLI IMPIANTI ELETTRICI: FONDAMENTI DI ELETTROTECNICA APPUNTI DEL CORSO DI SISTEMI IMPIANTISTICI E SICUREZZA INTRODUZIONE AGLI IMPIANTI ELETTRICI: FONDAMENTI DI ELETTROTECNICA Concetti e grandezze fondamentali CAMPO ELETTRICO: è un campo vettoriale di forze,

Dettagli

Reti sequenziali. Esempio di rete sequenziale: distributore automatico.

Reti sequenziali. Esempio di rete sequenziale: distributore automatico. Reti sequenziali 1 Reti sequenziali Nelle RETI COMBINATORIE il valore logico delle variabili di uscita, in un dato istante, è funzione solo dei valori delle variabili di ingresso in quello stesso istante.

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

LABORATORIO DI CHIMICA GENERALE E INORGANICA

LABORATORIO DI CHIMICA GENERALE E INORGANICA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea Triennale in Chimica CORSO DI: LABORATORIO DI CHIMICA GENERALE E INORGANICA Docente: Dr. Alessandro Caselli

Dettagli

Relazioni statistiche: regressione e correlazione

Relazioni statistiche: regressione e correlazione Relazioni statistiche: regressione e correlazione È detto studio della connessione lo studio si occupa della ricerca di relazioni fra due variabili statistiche o fra una mutabile e una variabile statistica

Dettagli

ENERGIA. Energia e Lavoro Potenza Energia cinetica Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica

ENERGIA. Energia e Lavoro Potenza Energia cinetica Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica 1 ENERGIA Energia e Lavoro Potenza Energia cinetica Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica 2 Energia L energia è ciò che ci permette all uomo di compiere uno sforzo o meglio

Dettagli

Elettrostatica dei mezzi materiali

Elettrostatica dei mezzi materiali Elettrostatica dei mezzi materiali Nel caso dei conduttori si è visto che: Il campo elettrico farà muovere le cariche all interno del conduttore in modo tale che: Tutte le cariche sono sulla superficie

Dettagli

tecnologia PROPRIETÀ DEI METALLI Scuola secondaria primo grado. classi prime Autore: Giuseppe FRANZÈ

tecnologia PROPRIETÀ DEI METALLI Scuola secondaria primo grado. classi prime Autore: Giuseppe FRANZÈ tecnologia PROPRIETÀ DEI METALLI Scuola secondaria primo grado. classi prime Autore: Giuseppe FRANZÈ LE PROPRIETÀ DEI MATERIALI DA COSTRUZIONE Si possono considerare come l'insieme delle caratteristiche

Dettagli

LE FINESTRE E L ISOLAMENTO ACUSTICO

LE FINESTRE E L ISOLAMENTO ACUSTICO LE FINESTRE E L ISOLAMENTO ACUSTICO Roberto Malatesta. William Marcone Ufficio Tecnico (giugno 2008) LA PROTEZIONE DAL RUMORE DEGLI EDIFICI, LA NORMATIVA NAZIONALE La maggior sensibilità delle persone

Dettagli

Termodinamica. Sistema termodinamico. Piano di Clapeyron. Sistema termodinamico. Esempio. Cosa è la termodinamica? TERMODINAMICA

Termodinamica. Sistema termodinamico. Piano di Clapeyron. Sistema termodinamico. Esempio. Cosa è la termodinamica? TERMODINAMICA Termodinamica TERMODINAMICA Cosa è la termodinamica? La termodinamica studia la conversione del calore in lavoro meccanico Prof Crosetto Silvio 2 Prof Crosetto Silvio Il motore dell automobile trasforma

Dettagli

CRITERI DI RESISTENZA DEI MATERIALI

CRITERI DI RESISTENZA DEI MATERIALI CRITERI DI RESISTENZA DEI MATERIALI Tutti i materiali da costruzione rimangono in campo elastico sino ad una certa entità delle sollecitazioni su di essi agenti. Successivamente, all incrementare dei carichi,

Dettagli

1. Distribuzioni campionarie

1. Distribuzioni campionarie Università degli Studi di Basilicata Facoltà di Economia Corso di Laurea in Economia Aziendale - a.a. 2012/2013 lezioni di statistica del 3 e 6 giugno 2013 - di Massimo Cristallo - 1. Distribuzioni campionarie

Dettagli

CONVENZIONE UNIVERSITÀ DI PERUGIA DELTATECH. Rapporto Attività di Ricerca. Prove ad impatto su laminati compositi con.

CONVENZIONE UNIVERSITÀ DI PERUGIA DELTATECH. Rapporto Attività di Ricerca. Prove ad impatto su laminati compositi con. CONVENZIONE UNIVERSITÀ DI PERUGIA DELTATECH Rapporto Attività di Ricerca Prove ad impatto su laminati compositi con Ball Drop Tester Prof. L. Torre Fase 1: Terni 18/6/214 METODI Sono stati effettuati test

Dettagli

23 CAPITOLO 2: RELAZIONI TRA LE DIVERSE FASI DI UN CAMPIONE DI TERRENO

23 CAPITOLO 2: RELAZIONI TRA LE DIVERSE FASI DI UN CAMPIONE DI TERRENO v 23 CAPITOLO 2: RELAZIONI TRA LE DIERSE FASI DI UN CAMPIONE DI TERRENO CAPITOLO 2: RELAZIONI TRA LE DIERSE FASI DI UN CAMPIONE DI TERRENO Un campione di terreno viene considerato come un sistema multifase,

Dettagli

APPLICAZIONI LINEARI

APPLICAZIONI LINEARI APPLICAZIONI LINEARI 1. Esercizi Esercizio 1. Date le seguenti applicazioni lineari (1) f : R 2 R 3 definita da f(x, y) = (x 2y, x + y, x + y); (2) g : R 3 R 2 definita da g(x, y, z) = (x + y, x y); (3)

Dettagli

Effetto reddito ed effetto sostituzione.

Effetto reddito ed effetto sostituzione. . Indice.. 1 1. Effetto sostituzione di Slutsky. 3 2. Effetto reddito. 6 3. Effetto complessivo. 7 II . Si consideri un consumatore che può scegliere panieri (x 1 ; ) composti da due soli beni (il bene

Dettagli

Gas perfetti e sue variabili

Gas perfetti e sue variabili Gas perfetti e sue variabili Un gas è detto perfetto quando: 1. è lontano dal punto di condensazione, e quindi è molto rarefatto 2. su di esso non agiscono forze esterne 3. gli urti tra le molecole del

Dettagli

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI Indice 1 Le frazioni algebriche 1.1 Il minimo comune multiplo e il Massimo Comun Divisore fra polinomi........ 1. Le frazioni algebriche....................................

Dettagli

IL TRASFORMATORE Prof. S. Giannitto Il trasformatore è una macchina in grado di operare solo in corrente alternata, perché sfrutta i principi dell'elettromagnetismo legati ai flussi variabili. Il trasformatore

Dettagli

Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo

Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo Prima di organizzare un programma di allenamento al fine di elevare il livello di prestazione, è necessario valutare le capacità

Dettagli

FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI

FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI 1) Determinare il dominio delle seguenti funzioni di variabile reale: (a) f(x) = x 4 (c) f(x) = 4 x x + (b) f(x) = log( x + x) (d) f(x) = 1 4 x 5 x + 6 ) Data la funzione

Dettagli

4 3 4 = 4 x 10 2 + 3 x 10 1 + 4 x 10 0 aaa 10 2 10 1 10 0

4 3 4 = 4 x 10 2 + 3 x 10 1 + 4 x 10 0 aaa 10 2 10 1 10 0 Rappresentazione dei numeri I numeri che siamo abituati ad utilizzare sono espressi utilizzando il sistema di numerazione decimale, che si chiama così perché utilizza 0 cifre (0,,2,3,4,5,6,7,8,9). Si dice

Dettagli

Definizione di mutua induzione

Definizione di mutua induzione Mutua induzione Definizione di mutua induzione Una induttanza produce un campo magnetico proporzionale alla corrente che vi scorre. Se le linee di forza di questo campo magnetico intersecano una seconda

Dettagli

Circuiti amplificatori

Circuiti amplificatori Circuiti amplificatori G. Traversi Strumentazione e Misure Elettroniche Corso Integrato di Elettrotecnica e Strumentazione e Misure Elettroniche 1 Amplificatori 2 Amplificatori Se A V è negativo, l amplificatore

Dettagli

FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE

FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE Funzione: legge che ad ogni elemento di un insieme D (Dominio) tale che D R, fa corrispondere un elemento y R ( R = Codominio ). f : D R : f () = y ; La funzione f(): A

Dettagli

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati

Dettagli

Estensimetri o Strain Gauges

Estensimetri o Strain Gauges Estensimetri o Strain Gauges Sforzi e deformazioni in un corpo elastico Consideriamo un parallelepipedo di materiale W H F dove è la lunghezza e S = W H è la sezione. Definiamo sforzo (stress) il rapporto

Dettagli

b. Che cosa succede alla frazione di reddito nazionale che viene risparmiata?

b. Che cosa succede alla frazione di reddito nazionale che viene risparmiata? Esercitazione 7 Domande 1. L investimento programmato è pari a 100. Le famiglie decidono di risparmiare una frazione maggiore del proprio reddito e la funzione del consumo passa da C = 0,8Y a C = 0,5Y.

Dettagli

CALCOLO ELETTRICO DELLE LINEE ELETTRICHE

CALCOLO ELETTRICO DELLE LINEE ELETTRICHE CALCOLO ELETTRICO DELLE LINEE ELETTRICHE Appunti a cura dell Ing. Stefano Usai Tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici A. A. 2001/ 2002 e 2002/2003 Calcolo elettrico delle linee elettriche

Dettagli

bipolari, quando essi, al variare del tempo, assumono valori sia positivi che negativi unipolari, quando essi non cambiano mai segno

bipolari, quando essi, al variare del tempo, assumono valori sia positivi che negativi unipolari, quando essi non cambiano mai segno Parametri dei segnali periodici I segnali, periodici e non periodici, si suddividono in: bipolari, quando essi, al variare del tempo, assumono valori sia positivi che negativi unipolari, quando essi non

Dettagli

Proprietà meccaniche. Prove meccaniche. prova di trazione prova di compressione prova di piegamento prova di durezza prova di fatica prova di creep

Proprietà meccaniche. Prove meccaniche. prova di trazione prova di compressione prova di piegamento prova di durezza prova di fatica prova di creep Proprietà meccaniche Prove meccaniche prova di trazione prova di compressione prova di piegamento prova di durezza prova di fatica prova di creep Prova di trazione provini di dimensione standard deformazione

Dettagli

COS'E' UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO E COME FUNZIONA

COS'E' UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO E COME FUNZIONA COS'E' UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO E COME FUNZIONA Il principio di funzionamento: la cella fotovoltaica Le celle fotovoltaiche consentono di trasformare direttamente la radiazione solare in energia elettrica,

Dettagli

La scala musicale e le alterazioni

La scala musicale e le alterazioni La scala musicale e le alterazioni Unità didattica di Educazione Musicale classe seconda Obiettivi del nostro lavoro Acquisire il concetto di scala musicale e di intervallo. Conoscere la struttura della

Dettagli

03. Il Modello Gestionale per Processi

03. Il Modello Gestionale per Processi 03. Il Modello Gestionale per Processi Gli aspetti strutturali (vale a dire l organigramma e la descrizione delle funzioni, ruoli e responsabilità) da soli non bastano per gestire la performance; l organigramma

Dettagli

Interruttore automatico

Interruttore automatico Interruttore automatico Dimensionamento degli interruttori automatici adeguati per inverter soggetti ai fattori di influenza specifici degli impianti FV Contenuto La scelta dell interruttore automatico

Dettagli

Matematica generale CTF

Matematica generale CTF Successioni numeriche 19 agosto 2015 Definizione di successione Monotonìa e limitatezza Forme indeterminate Successioni infinitesime Comportamento asintotico Criterio del rapporto per le successioni Definizione

Dettagli

SENSORI E TRASDUTTORI

SENSORI E TRASDUTTORI SENSORI E TRASDUTTORI Il controllo di processo moderno utilizza tecnologie sempre più sofisticate, per minimizzare i costi e contenere le dimensioni dei dispositivi utilizzati. Qualsiasi controllo di processo

Dettagli

Corso di Componenti e Impianti Termotecnici LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE

Corso di Componenti e Impianti Termotecnici LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE 1 PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE Sono le perdite di carico (o di pressione) che un fluido, in moto attraverso un condotto, subisce a causa delle resistenze

Dettagli

Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC.

Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC. Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC. Nelle automazioni e nell industria di processo si presenta spesso il problema di gestire segnali analogici come temperature,

Dettagli

Potenza elettrica nei circuiti in regime sinusoidale

Potenza elettrica nei circuiti in regime sinusoidale Per gli Istituti Tecnici Industriali e Professionali Potenza elettrica nei circuiti in regime sinusoidale A cura del Prof. Chirizzi Marco www.elettrone.altervista.org 2010/2011 POTENZA ELETTRICA NEI CIRCUITI

Dettagli

Gli attuatori. Breve rassegna di alcuni modelli o dispositivi di attuatori nel processo di controllo

Gli attuatori. Breve rassegna di alcuni modelli o dispositivi di attuatori nel processo di controllo Gli attuatori Breve rassegna di alcuni modelli o dispositivi di attuatori nel processo di controllo ATTUATORI Definizione: in una catena di controllo automatico l attuatore è il dispositivo che riceve

Dettagli

RETI DI TELECOMUNICAZIONE

RETI DI TELECOMUNICAZIONE RETI DI TELECOMUNICAZIONE SISTEMI M/G/1 e M/D/1 Sistemi M/G/1 Nei sistemi M/G/1: i clienti arrivano secondo un processo di Poisson con parametro λ i tempi di servizio hanno una distribuzione generale della

Dettagli

Operazioni sulla Retta Algebrica e riflessione sulla loro definizione nell insieme dei Naturali

Operazioni sulla Retta Algebrica e riflessione sulla loro definizione nell insieme dei Naturali Operazioni sulla Retta Algebrica e riflessione sulla loro definizione nell insieme dei Naturali Attraverso i comandi dell interfaccia della Retta Algebrica di AlNuSet è possibile accedere a tre modelli

Dettagli

ESTRATTO ATTUATORE CON VITE SENZA FINE PER TRAIETTORIE NON LINEARI E ALZACRISTALLI REALIZZATO CON IL MEDESIMO

ESTRATTO ATTUATORE CON VITE SENZA FINE PER TRAIETTORIE NON LINEARI E ALZACRISTALLI REALIZZATO CON IL MEDESIMO ESTRATTO ATTUATORE CON VITE SENZA FINE PER TRAIETTORIE NON LINEARI E ALZACRISTALLI REALIZZATO CON IL MEDESIMO vittorio.scialla@strumentiperleaziende.com Attuatore per traiettorie non lineari dotato di

Dettagli

DI D AGRA R MM M I M A BLOCC C H C I TEORI R A E D D E SERC R I C ZI 1 1

DI D AGRA R MM M I M A BLOCC C H C I TEORI R A E D D E SERC R I C ZI 1 1 DIAGRAMMI A BLOCCHI TEORIA ED ESERCIZI 1 1 Il linguaggio dei diagrammi a blocchi è un possibile formalismo per la descrizione di algoritmi Il diagramma a blocchi, o flowchart, è una rappresentazione grafica

Dettagli

Archivi e database. Prof. Michele Batocchi A.S. 2013/2014

Archivi e database. Prof. Michele Batocchi A.S. 2013/2014 Archivi e database Prof. Michele Batocchi A.S. 2013/2014 Introduzione L esigenza di archiviare (conservare documenti, immagini, ricordi, ecc.) è un attività senza tempo che è insita nell animo umano Primi

Dettagli

RISONANZA. Introduzione. Risonanza Serie.

RISONANZA. Introduzione. Risonanza Serie. RISONANZA Introduzione. Sia data una rete elettrica passiva, con elementi resistivi e reattivi, alimentata con un generatore di tensione sinusoidale a frequenza variabile. La tensione di alimentazione

Dettagli

Materiali per alte temperature

Materiali per alte temperature Materiali per alte temperature Prof. Barbara Rivolta Dipartimento di Meccanica Politecnico di Milano 14 Novembre 2013, Lecco Fenomeni metallurgici ad alta temperatura 2 Fenomeni meccanici: sovrasollecitazioni

Dettagli

Calcolatori Elettronici A a.a. 2008/2009

Calcolatori Elettronici A a.a. 2008/2009 Calcolatori Elettronici A a.a. 2008/2009 PRESTAZIONI DEL CALCOLATORE Massimiliano Giacomin Due dimensioni Tempo di risposta (o tempo di esecuzione): il tempo totale impiegato per eseguire un task (include

Dettagli

Capitolo 10 Z Elasticità della domanda

Capitolo 10 Z Elasticità della domanda Capitolo 10 Z Elasticità della domanda Sommario Z 1. L elasticità della domanda rispetto al prezzo. - 2. La misura dell elasticità. - 3. I fattori determinanti l elasticità. - 4. L elasticità rispetto

Dettagli

I NUMERI DECIMALI. che cosa sono, come si rappresentano

I NUMERI DECIMALI. che cosa sono, come si rappresentano I NUMERI DECIMALI che cosa sono, come si rappresentano NUMERI NATURALI per contare bastano i numeri naturali N i numeri naturali cominciano con il numero uno e vanno avanti con la regola del +1 fino all

Dettagli

Usando il pendolo reversibile di Kater

Usando il pendolo reversibile di Kater Usando il pendolo reversibile di Kater Scopo dell esperienza è la misurazione dell accelerazione di gravità g attraverso il periodo di oscillazione di un pendolo reversibile L accelerazione di gravità

Dettagli

Esercitazione di Laboratorio - Leve di 1-2 - 3 genere TITOLO ESERCITAZIONE: VERIFICA DELLE LEGGI DELLE LEVE

Esercitazione di Laboratorio - Leve di 1-2 - 3 genere TITOLO ESERCITAZIONE: VERIFICA DELLE LEGGI DELLE LEVE TITOLO ESERCITAZIONE: VERIFICA DELLE LEGGI DELLE LEVE PREREQUISITI RICHIESTI PER LO SVOLGIMENTO DELL ATTIVITÀ DI LABORATORIO L alunno deve conoscere la definizione di forza, la definizione di momento.

Dettagli

Studio dei trattamenti termici per acciai speciali

Studio dei trattamenti termici per acciai speciali Università degli Studi di Brescia Facoltà di Ingegneria Corso di laurea in ingegneria dei materiali Studio dei trattamenti termici per acciai speciali Relatore: Ing. Marcello Gelfi Correlatore: Ing. Annalisa

Dettagli

Si classifica come una grandezza intensiva

Si classifica come una grandezza intensiva CAP 13: MISURE DI TEMPERATURA La temperatura È osservata attraverso gli effetti che provoca nelle sostanze e negli oggetti Si classifica come una grandezza intensiva Può essere considerata una stima del

Dettagli

3 PROVE MECCANICHE DEI MATERIALI METALLICI

3 PROVE MECCANICHE DEI MATERIALI METALLICI 3 PROVE MECCANICHE DEI MATERIALI METALLICI 3.1 Prova di trazione 3.1.3 Estensimetri La precisione e la sensibilità dello strumento variano a seconda dello scopo cui esso è destinato. Nella prova di trazione

Dettagli

Matematica generale CTF

Matematica generale CTF Equazioni differenziali 9 dicembre 2015 Si chiamano equazioni differenziali quelle equazioni le cui incognite non sono variabili reali ma funzioni di una o più variabili. Le equazioni differenziali possono

Dettagli

Soluzione di equazioni quadratiche

Soluzione di equazioni quadratiche Soluzione di equazioni quadratiche Soluzione sulla Retta Algebrica Inseriamo sulla Retta Algebrica le seguenti espressioni polinomiali x e x 3 e cerchiamo di individuare i valori di x per i quali i punti

Dettagli

Sistemi di Protezione e Coordinamento. Impianti Elettrici in BT. Qualunque linea elettrica è caratterizzata da tre caratteristiche principali:

Sistemi di Protezione e Coordinamento. Impianti Elettrici in BT. Qualunque linea elettrica è caratterizzata da tre caratteristiche principali: Sistemi di Protezione e Coordinamento Impianti Elettrici in BT Qualunque linea elettrica è caratterizzata da tre caratteristiche principali: 1. carico elettrico da alimentare; 2. protezione (interruttore

Dettagli

CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY)

CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY) CICLO DI LEZIONI per Progetto e Gestione della Qualità Facoltà di Ingegneria CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY) Carlo Noè Università Carlo Cattaneo e-mail: cnoe@liuc.it 1 CAPACITÀ DI PROCESSO Il

Dettagli

Introduzione all analisi dei segnali digitali.

Introduzione all analisi dei segnali digitali. Introduzione all analisi dei segnali digitali. Lezioni per il corso di Laboratorio di Fisica IV Isidoro Ferrante A.A. 2001/2002 1 Segnali analogici Si dice segnale la variazione di una qualsiasi grandezza

Dettagli