PROVINCIA DI FERRARA Atto del dirigente

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1 Atto monocratico Copertina 1 di 1 26/03/ PROVINCIA DI FERRARA Atto del dirigente DIRIGENTE (O U.O.P.C.) DI: AMBIENTE E AGRICOLTURA - MAGRI PAOLA P.G /2012 Data firma: 23/03/2012 Data esecutività: 23/03/2012 Oggetto: DLgs 152/06 - LR 21/04. Società Niagara Srl. Prima modifica non sostanziale AIA PG 94090/2011 per l impianto di smaltimento chimico-fisico (D9) e biologico (D8) di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi in Comune di Poggio Renatico. Destinatario: NIAGARA Data stampa copia: 26/03/2012 Copia cartacea di atto redatto in forma digitale e sottoscritto digitalmente Rilasciata da: Lorenzo Farne

2 PROVINCIA DI FERRARA Settore Ambiente e Agricoltura - P.O. Sviluppo Sostenibile U.O.S. V.I.A. e A.I.A. FASCICOLO 18/2012 AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE Società: NIAGARA S.R.L. Oggetto: PRIMA MODIFICA NON SOSTANZIALE DELL AIA P.G. N DEL 21/11/2011 Ubicazione: Via Amendola 12 Comune di Poggio Renatico (FE) C. Isonzo, 105/A FERRARA - Tel. 0532/ Fax 0532/ PEC: provincia.ferrara@cert.provincia.fe.it - Codice Fiscale e Partita IVA

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4 Oggetto: D.Lgs. 152/06 e s.m.i. - L.R. 21/04. Società Niagara S.r.l. di Poggio Renatico (FE). Prima modifica non sostanziale dell AIA P.G. n del 21/11/2011 per l impianto di smaltimento chimico-fisico (D9) e biologico (D8) di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi (Punti 5.1 e 5.3 dell Allegato VIII alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.) in Comune di Poggio Renatico (FE), via Amendola 12. I L D I R I G E N T E Visto il Decreto Legislativo n. 152/2006 e s.m.i. Norme in materia ambientale e in particolare il Titolo III-Bis della Parte Seconda del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. L Autorizzazione Integrata Ambientale ; Vista la Legge Regionale n. 21/2004 Disciplina della prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento, che attribuisce alle Province le funzioni amministrative relative al rilascio di AIA; Vista la D.G.R. n. 1991/2003 e s.m.i., Direttiva per la determinazione e la prestazione delle garanzie finanziarie previste per il rilascio delle autorizzazioni all esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti ai sensi dell artt. 28 e 29 del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 ; Visto il Decreto Ministeriale 24/04/2008 Modalità, anche contabili, e tariffe da applicare in relazione alle istruttorie e ai controlli previsti dal D.Lgs. 59/05 ; Assunto che per l individuazione dei criteri generali per uno svolgimento omogeneo della procedura di AIA degli impianti esistono le Linee guida recanti i criteri per l individuazione e l utilizzazione delle migliori tecniche disponibili - Linee guida generali emanate in Allegato I al Decreto del Ministero dell ambiente del 31/01/2005; Assunto che per la determinazione del Piano di Monitoraggio e Controllo degli impianti sottoposti ad AIA esistono le Linee guida recanti i criteri per l individuazione e l utilizzazione delle migliori tecniche disponibili - Linee guida in materia di sistemi di monitoraggio emanate in Allegato II al Decreto del Ministero dell ambiente del 31/01/2005; Assunto che per gli impianti sottoposti ad AIA, inerenti la gestione dei rifiuti, esistono: pag 3 di 27

5 le Linee guida per l individuazione e l utilizzo delle migliori tecniche disponibili Linee guida relative ad impianti esistenti per le attività rientranti nelle categorie IPPC: 5 Gestione dei rifiuti (Impianti di trattamento chimico-fisico e biologico dei rifiuti liquidi) emanate in Allegato al Decreto del Ministero dell ambiente e della tutela del territorio del 29/01/2007, le Linee guida per l individuazione e l utilizzo delle migliori tecniche disponibili Linee guida relative ad impianti esistenti per le attività rientranti nelle categorie IPPC: 5 Gestione dei rifiuti (Trattamento dei PCB, degli apparati e dei rifiuti contenenti PCB e per gli impianti di stoccaggio) emanate in Allegato al Decreto del Ministero dell ambiente e della tutela del territorio del 29/01/2007, Richiamato l atto P.G. n del 21/11/2011 di modifica sostanziale dell Autorizzazione Integrata Ambientale per l impianto in oggetto; Vista la nota del 23/12/2011, P.G. n , di questa Amministrazione con la quale ha accettato la appendice 1 alla polizza fideiussoria n del 01/12/2011 a favore della Provincia di Ferrara, come prescritto dall AIA P.G. n del 21/11/2011, inviata dalla Società Niagara S.r.l. in data 21/12/2011 e assunta agli atti di questa Amministrazione con P.G. n del 21/12/2011. Vista la nota della Società Niagara S.r.l. del 30/11/2012, assunta agli atti di questa Amministrazione con P.G. n. 18 del 02/01/2012, con la quale ha inviato gli indicatori di performance dell impianto secondo quanto disposto dall AIA P.G. n del 21/11/2011; Vista la richiesta di modifica non sostanziale della Società Niagara S.r.l. in qualità di Gestore dell impianto di smaltimento chimico-fisico (D9) e biologico (D8) di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi (Punti 5.1 e 5.3 dell Allegato VIII alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.) in Comune di Poggio Renatico, via Amendola 12, trasmessa in data 06/02/2012, Prot. n. 1144, dallo Sportello Unico delle Attività Produttive del Comune di Poggio Renatico, assunta agli atti di questa Amministrazione con P.G. n del 10/02/2012, intesa ad ottenere l utilizzo di un impianto sperimentale pilota di ultrafiltrazione per il ricircolo dei fanghi biologici e la proroga al 30/04/2012 per la realizzazione della raccolta delle acque meteoriche dei pluviali del capannone; Valutato di poter accogliere la richiesta di modifica come non sostanziale e di recepirla nel presente atto; pag 4 di 27

6 Vista la nota in data 05/03/2012, Prot. n. 2190, dell Area Gestione del Territorio del Comune di Poggio Renatico, assunta al P.G. della Provincia di Ferrara in data 08/03/2012 con n , in cui esprime parere tecnico favorevole alle modifiche richieste; Vista la nota in data 16/03/2012, PGFE/2012/2007, dell ARPA - Sezione di Ferrara, assunta al P.G. della Provincia di Ferrara in data 19/03/2012 con n , in cui esprime parere tecnico ambientale favorevole con prescrizioni alle modifiche richieste; Ritenuto, sulla base dell istruttoria tecnica effettuata da questa Amministrazione e sulla base dei succitati pareri di ARPA - Sezione di Ferrara e del Comune di Poggio Renatico, di poter accogliere le richieste di modifica proposte dal Gestore; Ritenuto pertanto che sia necessario modificare l atto di AIA al fine di aggiornarne il ciclo produttivo, con le relative prescrizioni e planimetrie, e il Piano di Adeguamento e la sua Cronologia e di inserirne gli indicatori di performance dell impianto proposti dal Gestore; Visto che la Società Niagara S.r.l. ha provveduto al versamento delle spese istruttorie come richiesto dal D.M. 24/04/08 Modalità, anche contabili, e tariffe da applicare in relazione alle istruttorie e ai controlli previsti dal D.Lgs. 59/05, e dalle D.G.R. n. 1913/2008, n. 155/2009 e n. 812/2009 di integrazione, adeguamento e modifica ai sensi dell art. 9 dello stesso D.M.; Richiamata la delibera G.P. nn. 208/54832 del 29/06/2010, esecutiva ai sensi di legge, di definizione dei procedimenti amministrativi di competenza dell'ente, ai sensi dell art. 7 della legge n. 69/2009; Richiamato l atto del presidente P.G /2011 avente ad oggetto: revisione incarico dirigenziale di struttura denominata Settore Ambiente e Agricoltura, che era stato conferito con atto P.G. 9744/2010, integrato con atto P.G /2010, alla Dott.ssa Paola Magri, che comprende la responsabilità diretta del rilascio atti autorizzativi in materia di autorizzazione integrata ambientale (AIA); Richiamato l art. 34, del Regolamento per la disciplina dell accesso, della pubblicità degli atti e della partecipazione al procedimento amministrativo ai sensi della legge n. 241/90, di cui alla D.C.P. nn., 55/42502 del 09/06/2010, così come modificato dalla D.C.P. nn. 49/35582 del 25/05/2011; pag 5 di 27

7 Richiamato l atto P.G. n del 10/02/2012 con la quale il Dirigente del Settore Ambiente e Agricoltura incarica, quale responsabile del procedimento amministrativo in materia di AIA, la Responsabile della P.O. Sviluppo Sostenibile, dott.ssa Gabriella Dugoni. D I S P O N E di modificare l'autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) P.G. n del 21/11/2011, rilasciata ai sensi dell art 10 della L.R. 21/04 alla Società Niagara S.r.l., C.F e P.I , con sede legale in Comune di Poggio Renatico via Amendola 12, in qualità di Gestore per l esercizio dell impianto di smaltimento chimico-fisico (D9) e biologico (D8) di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi (Punti 5.1 e 5.3 dell Allegato VIII al Titolo III-Bis della Parte Seconda del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.) in Comune di Poggio Renatico via Amendola 12, come sotto indicato: a) di sostituire il Paragrafo A.2 dell allegato tecnico dell atto di AIA P.G. n del 21/11/2011 con il seguente Paragrafo A.2: A.2 INFORMAZIONI SULL IMPIANTO L impianto della Società Niagara S.r.l., in attività dal 1998, è situato in Comune di Poggio Renatico (FE), via Amendola 12. Lo stabilimento è posto in un area pianeggiante all interno di un area industriale (zona industriale SIPRO), a nord del fiume Reno, ed ha una superficie complessiva pari a circa m 2, di cui circa m 2 sono coperti (3.200 m 2 del capannone e 400 m 2 della palazzina servizi e dei locali tecnici), circa m 2 sono impermeabilizzati (4.000 m 2 dei piazzali del capannone e m 2 del parcheggio auto e degli ingressi) e circa m 2 sono aree verdi piantumate. Lo stabilimento si configura quale impianto di depurazione del tipo chimico-fisico e biologico, per il trattamento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi (Attività IPPC ai punti 5.1 e 5.3 dell Allegato VIII al Titolo III-Bis della Parte Seconda del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.). L impianto, ai sensi del DM 05/09/94, è stato classificato, dall Azienda USL di Ferrara, come industria insalubre di I classe, lettera B, nn. 100 e 101. pag 6 di 27

8 La Società Niagara S.r.l. ha ottenuto la certificazione del proprio Sistema di Gestione Integrato Qualità-Ambiente in conformità alla UNI EN ISO 9001:2001 e UNI EN ISO 14001:2004. All interno dell impianto, oltre al gruppo elettrogeno, è presente un impianto fotovoltaico di potenza pari a 380 kwp, che è collocato sulla copertura del capannone industriale, mantenendo la stessa inclinazione e lo stesso orientamento delle falde esistenti. Lo stabilimento è dato da un capannone industriale, da una palazzina servizi, da un area utenze, da un area esterna adibita a deposito temporaneo dei rifiuti prodotti e da un area per il transito degli automezzi, come riportato nella planimetria dell Allegato 2 - Planimetria generale - aree depositi e stoccaggi materiali e rifiuti. L impianto di trattamento dei rifiuti è collocato all'interno di un capannone industriale in calcestruzzo di m 2, dotato di porte e portoni di accesso e finestre che consentono il ricambio d aria. Il capannone è dotato di cordolo, che funge da barriera di contenimento per eventuali sversamenti accidentali, ed ha al suo interno una rete di canalette grigliate che raccolgono i colaticci e gli spanti e li incanalano alla vasca di omogeneizzazione. Le linee di trattamento rifiuti sono vasche in calcestruzzo armato, impermeabilizzato mediante verniciatura interna con resina epossidica, la maggior parte delle apparecchiature sono in acciaio inossidabile, e tutte le vasche, gli apparecchi e i collegamenti idraulici sono fuori terra, ad eccezione delle vasche di ricezione e di equalizzazione, che sono parzialmente interrate e in cui è vi è una doppia impermeabilizzazione. L impianto di trattamento dei rifiuti è composto di più sezioni interconnesse tra loro, capaci di lavorare sequenzialmente e/o parallelamente al fine di dare la maggiore flessibilità impiantistica: - aree stoccaggio rifiuti in ingresso (D15): sono aree in cui i rifiuti, se necessario, sono stoccati in attesa di essere inviati a trattamento. Lo stoccaggio avviene tramite: 9 serbatoi esterni fuori terra in acciaio inox, con capacità complessiva pari a 307 m 3, sono collettati al sistema centralizzato di aspirazione e sono raggruppati in 2 aree distinte dotate di bacino di contenimento con pompe di rilancio delle acque piovane verso la testa dell impianto, 80 cisternette (non sempre presenti) in plastica con una gabbia di protezione esterna in ferro con capacità di 1 m 3, per un volume massimo complessivo pari a 80 m 3 e stoccate nel capannone, pag 7 di 27

9 40 fusti e latte (non sempre tutti presenti) in metallo o plastica, con capacità variabile tra 20 e 200 l, per un volume massimo complessivo pari a circa 3 m 3 e stoccati all interno del capannone; - aree deposito temporaneo rifiuti prodotti: all interno del capannone sono dislocati in più punti cisternette, fusti e latte atte a contenere parte dei rifiuti prodotti dall impianto; - area stoccaggio e dosaggio reagenti: è composta da 8 contenitori plastici da 5 m 3, con bacino di contenimento dove sono stoccati i reagenti chimici liquidi, e da 1 sistema di pompe dosatrici a membrana, poste su una platea con zoccolo di contenimento. Inoltre sono presenti 2 sili verticali da 10 tonnellate per reagenti in polvere (p.e. calce) con sistema di dissoluzione acquosa, 2 stazioni in acciaio inossidabile per la dissoluzione di polielettroliti e di dosaggio della soluzione acquosa, 2 serbatoi in vetroresina di 30 m 3 ognuno per lo stoccaggio di coagulanti (p.e. FeCl 2 ) e 1 serbatoio a doppia parete di 5 m 3, per lo stoccaggio di NaOH; - area stoccaggio affiorati oleosi: è composta da 4 serbatoi all esterni da 30 m 3, atti allo stoccaggio dei reflui pretrattati quali emulsioni oleose concentrate; - linea di pretrattamenti chimico-fisici in discontinuo: è composta da 6 reattori circolari di 13 m 3, in acciaio inossidabile e dotati di singoli agitatori e sistemi di caricamento, che funzionano in batch e in cui avvengono reazioni chimico-fisiche dei reflui non compatibili con quelli nella vasca di accumulo; - area di trattamento emulsioni oleose: è costituita da una vasca a sezione rettangolare, a tenuta idraulica, in cemento armato verniciato internamente e del volume di 70 m 3 dove avviene la separazione degli oli per affioramento; - area trattamento concentratori (TC-RW): impianto in cui per evaporazione si concentrano le sostanze inquinanti presenti nei rifiuti. Esso è costituito da un concentratore TC (a ricompressione meccanica del vapore) e da un superconcentratore RW (con camera di evaporazione e raschiatore meccanico), con annessa centrale di controllo automatizzata. Sono inoltre presenti 3 serbatoi da 32 m 3 e 2 serbatoi da 15 m 3 di alimentazione dei concentratori, con sistema di ricircolo (3 per il TC e 2 per il RW). L impianto TC-RW utilizza alcuni dei 10 serbatoi esterni per il deposito preliminare dei rifiuti in ingresso da trattare (D15), la griglia a coclea, con pag 8 di 27

10 annessi serbatoi di rilancio, la caldaia per la produzione di acqua calda e vapore industriale, che presenta l emissione E3, e lo scambiatore di calore per il RW; - piazzola di scarico: area coperta in cui avviene lo svuotamento dei rifiuti dalle autobotti attraverso un tubo di scarico flessibile o uno scivolo di scarico. Nella piazzola di scarico vi è un sistema di raccolta degli eventuali spanti, i quali sono collettati alle vasche di omogeneizzazione. In tale area sono anche depositati temporaneamente i big-bags contenenti i rifiuti derivati dalla sgrigliatura; - area di sgrigliatura e separazione dei solidi grossolani: è costituita da una griglia a pettine grossolane, con sistema meccanico a pulitura automatica, e da una griglia a tappeto fine; - area di dissabbiatura e prima fangatura: è costituita da 2 vasche rettangolari, del volume complessivo di 190 m 3 e in cui avviene la sedimentazione di solidi grossolani quali ghiaia fine e sabbie; - area di accumulo e omogeneizzazione: è data da 2 vasche rettangolari, del volume complessivo di circa 800 m 3, nelle quali i rifiuti, dopo la sgrigliatura o dopo i pretrattamenti in discontinuo o di disoleazione, sono accumulati ed equalizzati, mediante miscelatori; - primo sedimentatore chimico-fisico: è un sedimentatore circolare in acciaio inossidabile (Ø 9 m), con fondo tronco conico, braccio rotante, raschiatore di fondo e raccoglitore schiume, che opera la prima sfangatura del fango derivato dalle reazioni che avvengono nel bacino di equalizzazione; - area di trattamento chimico-fisico automatico: è composto da 4 reattori in acciaio inox, di 10 m 3 cadauno, autonomamente agitati. Sono collegati in serie, ricevono per caduta dal 1 sedimentatore il liquame prechiarificato e in essi sono dosati automaticamente uno o più reagenti chimici; - secondo sedimentatore chimico-fisico: è un sedimentatore circolare in acciaio inossidabile (Ø 9 m), con fondo tronco conico, braccio rotante, raschiatore di fondo e raccoglitore schiume, che opera la sfangatura del fango derivato dalle reazioni di trattamento chimico-fisico automatico; - area di neutralizzazione: è data da un reattore del volume di 10 m 3 nel quale, se necessario, avviene il dosaggio di un acidificante sotto controllo automatico di una sonda di ph; pag 9 di 27

11 - area di accumulo e omogeneizzazione al trattamento biologico: è data da un serbatoio cilindrico chiuso di 550 m 3, in acciaio inox e dotato di 2 agitatori meccanici e di 2 pompe per l alimentazione al reattore biologico; - area primo stadio biologico di denitrificazione-ossidazione: è costituito da 4 vasche uguali (volume totale di 540 m 3 ) un cui su fondo sono posizionati diffusori di aria a bolle. Nelle prime 2 vasche è possibile montare miscelatori, in modo da essere usate sia per l ossidazione sia per la denitrificazione; - primo sedimentatore biologico: è un sedimentatore circolare in acciaio inossidabile (Ø 6 m), con fondo tronco conico, braccio rotante, raschiatore di fondo e raccoglitore schiume, che opera la sfangatura del fango derivato dalle reazioni del primo stadio biologico; - area secondo stadio biologico di denitrificazione: è costituito da 2 vasche uguali del volume di 250 m 3 complessivi, a sezione rettangolare e un cui su fondo sono posizionati diffusori di aria a bolle; - area secondo stadio biologico di ossidazione: è composto da una vasca a sezione rettangolare di 270 m 3, alimentata dalle precedenti vasche di denitrificazione. L ossigeno è insufflato da un sistema di diffusione a eiettore e il suo dosaggio è controllato in modo automatico; - secondo sedimentatore biologico: è un sedimentatore circolare in acciaio inossidabile (Ø 6 m), con fondo tronco conico, braccio rotante, raschiatore di fondo e raccoglitore schiume, che opera la sfangatura del fango derivato dalle reazioni del secondo stadio biologico; - area disinfezione: è costituita da un reattore miscelato, a sezione circolare di 10 m 3 in acciaio inox, dove è dosato un reagente disinfettante da un sistema automatico di controllo con idonea sonda; - area terzo stadio biologico di denitrificazione-ossidazione: è costituito da 2 vasche identiche, poste in serie e del volume di 270 m 3 complessivi: tale comparto può essere attivato o meno in funzione delle necessità di processo. La vasca di denitrificazione è senza aerazione ma con miscelazione meccanica, mentre la vasca di ossidazione presenta i diffusori di aria a bolle fini dal fondo vasca; pag 10 di 27

12 - terzo sedimentatore biologico: è un sedimentatore circolare in acciaio inossidabile (Ø 6 m), con fondo tronco conico, braccio rotante, raschiatore di fondo e raccoglitore schiume, che opera la sfangatura del fango derivato dalle reazioni del terzo stadio biologico; - impianto sperimentale di ultrafiltrazione (di progetto): è un impianto pilota di ultrafiltrazione a membrane posto in uscita dal terzo stadio biologico, come sistema alternativo al terzo sedimentatore biologico e con portata di trattamento di circa 1 m 3 /h; - impianto trattamento con ozono: è composto da un generatore di ozono, costituito da elettrodi di acciaio tipo tubo nel tubo, da un sistema di contatto ozono-acqua, formato da 2 colonne di reazione, e da un distruttore di ozono residuo, basato sulla decomposizione termica ad alta temperatura; - area accumulo acqua da filtrare: è una vasca a sezione rettangolare a perfetta tenuta idraulica, dal volume di 320 m 3, che funge da polmone di accumulo; - impianto di filtrazione: è costituito 1 filtro a sabbia (quarzite) e da 4 filtri a carboni attivi, posti in serie; - area accumulo acque depurate: è data da 2 coppie di vasche (26 e 26/1) in calcestruzzo (volume totale di 440 m 3 ) che accumulano il refluo depurato: le vasche 26/1 accumulano le acque destinate alla pubblica fognatura, mentre le vasche 26 accumulano le acque destinate allo scolo Canali; - stazione di pompaggio dell aria per i reattori biologici: è costituita da 3 soffianti volumetriche per il soffiaggio dell aria nelle vasche di ossidazione-nitrificazione: la prima funziona in continuo a regime costante, la seconda ha una portata variabile controllata automaticamente, mentre la terza è di riserva. Le soffianti sono alloggiate in un locale in calcestruzzo isolato con pannelli fonoassorbenti; - area accumulo fanghi liquidi: è una vasca in cemento armato rettangolare del volume utile di 220 m 3, dove sono accumulati i fanghi dei 2 sedimentatori primari (in uscita dalla vasca di omogeneizzazione e in uscita del chimico-fisico) e i fanghi di supero della linea biologica; - linea trattamento fanghi liquidi: è costituita da 3 reattori circolari in serie, in acciaio (Ø 10 m 3 ), per il condizionamento chimico dei fanghi, 1 ispessitore circolare, in acciaio (Ø 3 m 3 ), e 2 filtropresse; - linea trattamento emissioni gassose: è costituita da un impianto di aspirazione dell aria, che mantiene in leggera depressione l intero capannone ed è formato da una rete di aspirazione pag 11 di 27

13 dell aria collegata a soffianti indipendenti, che convoglia l aria aspirata a un sistema di lavaggio (scrubber) ed abbattimento biologico (biofiltro) degli odori, prima dell emissione in atmosfera (camino E1). Lo scrubber è una colonna di lavaggio a umido di 32 m 3, al cui interno è posizionato un letto di anelli plastici rasching e un pacco lamellare. Il biofiltro è costituito da 3 stadi in parallelo, composti da torba attivata. - sistema di telecontrollo ed allarme: è installato un sistema di telecontrollo su computer che, attraverso un PLC, comanda automaticamente i vari attuatori che variano le portate dei reagenti. La palazzina servizi ospita gli uffici tecnici, l amministrazione, il laboratorio chimico dell impianto, in cui è presente l emissione EL, e i servizi per il personale dipendente. A fianco della palazzina è presente il parcheggio auto, in cui è sistemato il gruppo elettrogeno cui fa capo l emissione EG. A lato del parcheggio auto sono presenti locali tecnici in cui sono collocati la cabina elettrica, il pozzo artesiano e l area compressori e serbatoio dell ossigeno liquido per l impianto di ozonizzazione. All esterno del capannone sono presenti più aree dedicate al deposito temporaneo dei rifiuti prodotti dall impianto: i dumper e i cassoni scarrabili (drenanti e a tenuta), che raccolgono gli sgrigliati e i fanghi filtropressati e/o concentrati, sfusi o in big-bags, sono disposti attorno al capannone, nell area di transito automezzi, mentre i rifiuti contenuti in big-bags, i rifiuti pericolosi, i fusti e le cisterne non riutilizzabili e i rifiuti plastici, metallici e da bancali in legno sono depositati in un area pavimentata che ha una cordolatura atta a contenere eventuali sversamenti e le acque meteoriche di dilavamento. Sul lato ovest della proprietà sono previsti 2 serbatoi fuori terra di gasolio mezzi: 1 per i mezzi della Società Carpispurgo S.r.l. e 1 per i mezzi non targati dalla Società Niagara S.r.l. (di progetto). Infine è presente l area di transito automezzi, asfaltata, con cordolatura perimetrale e con una rete fognaria interna per la raccolta delle acque meteoriche di dilavamento e degli eventuali sversamenti. b) di sostituire il Paragrafo C.1.3 dell allegato tecnico dell atto di AIA P.G. n del 21/11/2011 con il seguente Paragrafo C.1.3: C.1.3 PROCESSO PRODUTTIVO pag 12 di 27

14 Lo stabilimento è un impianto di smaltimento (D8 e D9) di rifiuti pericolosi e non pericolosi mediante trattamenti di tipo chimico-fisico e biologico. Le fasi di trattamento operano, pur nella loro indipendenza, con successione e gestite al fine di ottenere il risultato voluto: l impianto è stato progettato in modo che possa dare una buona flessibilità, in quanto essendoci una alimentazione estremamente variabile in qualità e quantità, il Gestore deve poter variare i parametri di gestione e la sequenza delle fasi. I rifiuti in ingresso all impianto devono preliminarmente essere: Accettati: i campioni dei rifiuti sono preventivamente analizzati dal laboratorio che ne rileva le caratteristiche chimico-fisiche, ne valuta la compatibilità con l'impianto e ne stabilisce l'accettabilità. Il laboratorio inoltre controlla pesi e documenti di trasporto, accetta il carico da smaltire e li invia, in funzione delle loro caratteristiche e tipologia, a diversi tipi di pretrattamento, se necessari, o alla sgrigliatura, per poi essere convogliati nel bacino di accumulo ed equalizzazione. Lo svuotamento dall autobotte avviene nella piazzola di scarico per mezzo di scivolo di scarico che consente lo scarico del rifiuto al dessabbiatore, il quale passa poi alla griglia a tappeto fine e il sottogrigliato è inviato alle vasche di omogeneizzazione. Nel caso in cui i carichi di autobotti derivati da emergenze ambientali, le cisternette, i fusti o le latte entrino direttamente nel capannone, il campionamento e l analisi avvengono successivamente allo stoccaggio preliminare (D15), prima del loro svuotamento. Stoccati in serbatoi, cisternette, fusti e/o latte: i rifiuti in ingresso, se necessario, sono stoccati in deposito preliminare (D15) nell impianto mediante serbatoi e/o cisternette, fusti o latte. Nel caso in cui siano presenti sedimenti sul fondo dei contenitori dei rifiuti in ingresso, si provvede a una loro bonifica all interno del capannone e i rifiuti prodotti sono inviati a sgrigliatura e dissabbiatura. Successivamente avviene il trattamento dei rifiuti, riportato schematicamente nell Allegato 1 - Schemi a blocchi del ciclo produttivo, che si compone delle seguenti linee: linea trattamento chimico-fisico, linea trattamento evaporazione-concentrazione, pag 13 di 27

15 linea trattamento biologico, linea trattamento fanghi. La linea trattamento chimico-fisico è monitorata in continuo ed è data dalle seguenti fasi: 1) Pretrattamenti chimico-fisici discontinui, i rifiuti che necessitano di un pretrattamento chimicofisico, passano attraverso i reattori batch, in cui avvengono le reazioni di neutralizzazione, riduzione, degradazione e rottura delle emulsioni. 2) Trattamento emulsioni oleose, in tale vasca avviene, per affioramento, la separazione delle sostanze oleose dalle emulsioni e gli oli affiorati sono depositati temporaneamente in attesa di smaltimento a impianti terzi, mentre il liquame chiarificato sfiora nella vasca di equalizzazione. 3) Sgrigliatura, le griglie servono per la separazione dal rifiuto dei solidi grossolani, i quali sono accumulati in big-bags depositati temporaneamente all interno del capannone prima del loro smaltimento in discarica con rinvio del colaticcio a valle della griglia. 4) Dessabbiatura e sfangatura, in essa avviene la sedimentazione di solidi grossolani non trattenuti dalle griglie, i quali sono periodicamente estratti dal dissabbiatore e sono convogliati alla linea fanghi oppure smaltiti direttamente in impianti autorizzati. 5) Accumulo e omogeneizzazione, fase che ha l obiettivo di realizzare un accumulo omogeneo per poter alimentare in modo uniforme le altre linee di trattamento. La miscelazione, oltre a mantenere in sospensione i solidi fini e omogeneizzare i rifiuti, ha anche la funzione di far interagire di parti ancora debolmente attive presenti nei rifiuti, limitando così l uso di reagenti. 6) Prima sedimentazione (chimico-fisico), attraverso il sedimentatore primario chimico-fisico si ha la prima sfangatura, in modo tale che il liquame avviato al successivo trattamento abbia un carico di solidi sospesi ridotto. I solidi prelevati dal fondo sono inviati alla linea di trattamento fanghi, mentre il liquame chiarificato è convogliato ai reattori per il successivo trattamento chimico-fisico. 7) Trattamento chimico-fisico automatizzato, il trattamento consta di 4 fasi sequenziali automatizzate: nel 1 reattore si ha un acidificazi one controllata e il dosaggio di coagulanti e, se pag 14 di 27

16 necessario, di solfuro, nel 2 reattore si aggiunge un riducente per i cromati, se necessario, e un coagulante, nel 3 reattore si dosa il latte di cal ce per favorire la flocculazione e la precipitazione dei metalli pesanti e nel 4 reattore si aggiunge u n flocculante, per favorire la separazione del fiocco di fango dall acqua chiarificata. 8) Seconda sedimentazione (chimico-fisico), con essa avviene la separazione per sedimentazione dei solidi sospesi, formatisi dalle precedenti reazioni chimiche, dall acqua chiarificata. Il fango sedimentato è prelevato dal fondo e avviato alla linea di trattamento fanghi, mentre il chiarificato, è inviato alla successiva fase. 9) Neutralizzazione, in tale fase avviene la neutralizzazione della basicità data dal dosaggio della calce. La linea trattamento evaporazione-concentrazione (TC-RW) è un trattamento alternativo al chimicofisico che consente di concentrare le sostanze inquinanti presenti. Il rifiuto è scaricato nella griglia a coclea: il filtrato andrà nel serbatoio di rilancio mentre la frazione grossolana sarà accumulata direttamente in big-bags posti sulla piazzola di scarico. Gli eventuali colaticci sono inviati alla vasca di omogeneizzazione tramite la canaletta grigliata. Dal serbatoio di rilancio i rifiuti sono accumulati nei serbatoi di stoccaggio prima del loro trattamento dato delle seguenti fasi, sequenziali o alternative, in funzione del rifiuto: 1) Concentrazione nel TC, tale trattamento batch consente di concentrare le sostanze inquinanti presenti nei rifiuti da trattare tramite evaporazione e condensazione della parte acquosa contenuta nei rifiuti. Dai serbatoi di stoccaggio (D15) i rifiuti passano ai serbatoi di alimentazione e poi al TC, dove avviene la concentrazione: le acque dell evaporato ricondensato sono inviate al serbatoio di rilancio e da esso alla vasca di accumulo e omogeneizzazione del biologico mentre i concentrati sono smaltiti. 2) Superconcentrazione nel RW, tale trattamento batch consente di concentrare le sostanze inquinanti presenti nei rifiuti da trattare tramite evaporazione e raschiamento meccanico del condensato dalle pareti, con eliminazione della parte acquosa. Dai serbatoi di stoccaggio (D15) i rifiuti passano al serbatoio di alimentazione e poi al RW, dove avviene la superconcentrazione: le acque pag 15 di 27

17 dell evaporato ricondensato sono inviate al serbatoio di rilancio e da esso alla vasca di accumulo e omogeneizzazione del biologico mentre i concentrati sono smaltiti. La linea trattamento biologico è monitorata settimanalmente ed è data dalle seguenti fasi: 1) Accumulo e omogeneizzazione al biologico, la linea di trattamento chimico-fisico ha potenzialità e tempi di funzionamento diversi da quella del biologico per cui è presente un serbatoio di accumulo e omogeneizzazione che ha lo scopo di renderle indipendenti. Tale serbatoio non è mai svuotato completamente, tranne che per manutenzioni straordinarie, per ottenere sempre un equalizzazione del liquame in ingresso e minimizzare le variazioni di portata e di concentrazione di inquinanti. 2) Primo stadio biologico (denitrificazione-ossidazione), il liquame da depurare transita in sequenza nelle 4 vasche e subisce la depurazione dalle sostanze organiche per effetto dell azione della flora batterica presente. Le prime 2 vasche possono essere impiegate sia per l ossidazione (con dosaggio di aria) sia per la denitrificazione (senza aria) mentre le altre 2 vasche sono impiegate solo per l ossidazione (con dosaggio di aria), consentendo una buona flessibilità in fase di gestione. 3) Prima sedimentazione (biologico), in essa avviene la separazione tra i solidi sospesi e l acqua chiarificata. Il fango sul fondo è rilanciato (fango di ricircolo) alla prima vasca di ossidazione biologica, mentre il chiarificato prosegue verso gli stadi successivi. Periodicamente il fango prodotto è avviato alla linea di trattamento fanghi liquidi per mantenere costante la massa batterica. 4) Secondo stadio biologico (denitrificazione), il liquame proveniente dal sedimentatore primario biologico transita in sequenza nelle 2 vasche dove subisce la depurazione dalle sostanze organiche, ad opera della flora batterica denitrificante presente, e la riduzione della concentrazione dell azoto nitrico, utilizzato dagli stessi batteri come ossidante per le sostanze organiche da degradare. 5) Secondo stadio biologico (ossidazione con ossigeno tecnico), in esso avviene la degradazione aerobica spinta delle sostanze organiche a lenta degradazione grazie ai batteri presenti, che aumentano le rese depurative per effetto dell uso di ossigeno tecnico regolato automaticamente. pag 16 di 27

18 6) Secondo sedimentatore (biologico), esso riceve il refluo uscente dal secondo stadio biologico per separare i solidi sospesi (massa batterica) dal refluo depurato. La biomassa è riciclata in testa alla denitrificazione, mentre il refluo chiarificato passa alla fase successiva. Periodicamente il fango prodotto è avviato alla linea di trattamento fanghi liquidi per mantenere costante la massa batterica. 7) Disinfezione (eventuale), al refluo derivante dal trattamento biologico è aggiunto automaticamente un disinfettante (ipoclorito di sodio, acqua ossigenata o acido peracetico) che ha la funzione di inattivare la flora batterica. Tale impianto funziona solo quando non è funzionante il terzo stadio biologico. 8) Terzo stadio biologico (denitrificazione/ossidazione), in caso sia necessaria una ulteriore depurazione è inserito un altro stadio di denitrificazione/ossidazione, identico al precedente, e con la possibilità di poter dosare un integratore per alimentare per i batteri, in caso di carenza di fonti di carbonio. 9) Terzo sedimentatore (biologico), esso riceve una parte del refluo uscente dal terzo stadio biologico per separare i solidi sospesi (massa batterica) dal refluo depurato: la biomassa è riciclata in testa alla denitrificazione, mentre il refluo chiarificato passa alla fase successiva. Periodicamente il fango prodotto è avviato alla linea di trattamento fanghi liquidi per mantenere costante la massa batterica. 10) Ultrafiltrazione (di progetto), esso riceve una parte del refluo uscente dal terzo stadio biologico per separare i solidi sospesi (massa batterica) dal refluo depurato: la massa batterica (concentrato) è ricircolato nel terzo stadio biologico, mentre il refluo chiarificato (permeato) passa alla fase successiva. 11) Trattamento con ozono, questa fase consente di ottenere un ossidazione spinta degli inquinanti residui dopo l ultimo stadio di ossidazione biologica, attuando anche la disinfezione del refluo stesso. 12) Accumulo acqua da filtrare, fase che funge da polmonazione per la successiva fase di filtrazione e da bacino d accumulo in caso di manutenzione e rigenerazione dei filtri a carbone. 13) Filtrazione, la prima filtrazione avviene su un filtro a sabbia, il quale ha il compito di trattenere eventuali particelle solide e fiocchi di fango biologico, e successivamente si ha una seconda filtrazione su almeno 3 dei 4 filtri a carboni attivi sequenziali presenti. Nel momento in cui il pag 17 di 27

19 controllo dei parametri segnala l esaurimento di 1 o più filtri, si arresta la filtrazione per provvedere alla sostituzione dei filtri esauriti. Giornalmente sono effettuate operazioni di lavaggio del materiale filtrante in controcorrente, con acqua o aria, per evitare impaccamenti e formazioni di percorsi preferenziali. 14) Accumulo e scarico acque depurate, è data da 2 coppie di vasche (26 e 26/1, di progetto) per l accumulo di acqua depurata: la prima coppia di vasche consente di effettuare i controlli analitici sull acqua depurata mentre la seconda coppia permette l accumulo di altra acqua in attesa che la prima coppia, se conforme ai limiti agli scarichi in corpo idrico superficiale, per la 26, e in fognatura, per la 26/1, sia vuotata in modo tale da far funzionare l impianto in continuo, indipendentemente dallo scarico discontinuo delle acque depurate. Le vasche 26/1 (di progetto) accumulano le acque prelevate da una posizione intermedia della filtrazione a carboni attivi mentre le vasche 26 raccolgono le acque alla fine della filtrazione a carboni attivi. Se i controlli analitici dell acqua depurata evidenziano un superamento dei rispettivi limiti allo scarico, s invierà nella vasca di accumulo acqua da filtrare. La linea trattamento fanghi è data dalle seguenti fasi: 1) Stoccaggio fanghi liquidi, i fanghi liquidi prodotti dall impianto sono stoccati in idonea vasca di accumulo, prima dei successivi trattamenti. 2) Condizionamento chimico, i fanghi sono sottoposti a stabilizzazione chimica in reattori dedicati. 3) Ispessimento e filtropressione, i fanghi condizionati raggiungono concentrazioni di secco del 45-55%. 4) Accumulo, i fanghi pressati sono accumulati in cassoni e in dumper, in attesa di essere conferiti a impianti autorizzati allo smaltimento e le acque derivanti dal trattamento sono convogliate alla vasca di omogeneizzazione o alla linea trattamento chimico-fisico. A completamento del processo di trattamento dei rifiuti nell impianto sono svolti: Trattamento emissioni gassose: le emissioni provenienti dall impianto di aspirazione sono trattati: nello scrubber avviene il lavaggio in controcorrente con acqua, ricircolata in continuo e reintegrata pag 18 di 27

20 automaticamente con acqua di rete, mentre nel avviene Il trattamento biologico, in cui la massa microbica, adesa su letti di torba, degrada in modo aerobico le sostanze inquinanti presenti. Periodicamente lo scrubber è fermato, lavato e l acqua sostituita: le acque di ricircolo e di lavaggio dello scrubber sono inviate alle vasche di omogeneizzazione dell impianto. Nel biofiltro letti di torba sono controllati dal sistema di controllo e periodicamente si movimentano e/o di rigenerano, potendo escludere una delle 3 sezioni alla volta mantenendone sempre in funzione 2. Bonifica di cisternette, i fusti e le latte: tali contenitori sono adeguatamente bonificati, mediante lavaggio con acqua fredda o calda e eventualmente additivi vari, all interno del capannone, in modo tale da raccogliere le acque di lavaggio e rilanciarle nella vasca di equalizzazione: nel caso in cui non sia possibile un loro riutilizzo, sono collocati nell area di deposito temporaneo. Stoccaggio rifiuti prodotti: i rifiuti prodotti direttamente dal processo sono gestiti in regime di deposito temporaneo sia all interno, in cisternette da 1 m 3, che all esterno del capannone. Tali rifiuti sono poi recuperati e/o smaltiti presso idonei impianti autorizzati. Oltre ai rifiuti prodotti direttamente dal processo se ne originano anche dalle attività di manutenzione e di stoccaggio. Svuotamento dei colaticci: il percolato trattenuto dal fondo dei cassoni scarrabili drenanti contenenti gli sgrigliati è aspirato e rilanciato in testa impianto. c) di sostituire il Paragrafo C.2.2. dell allegato tecnico dell atto di AIA P.G. n del 21/11/2011 con il seguente Paragrafo C.2.2: C.2.2 PROPOSTE DEL GESTORE Il Gestore dell impianto, a seguito della valutazione d inquadramento ambientale e territoriale e degli impatti esaminati conferma la situazioni impiantistica dichiarando che: - l impianto in esame è in linea con i livelli di prestazione associati alle BAT e alle MTD, - i limiti di legge applicabili sono affidabilmente rispettati. pag 19 di 27

21 Il Gestore, inoltre, propone le seguenti modifiche e adeguamenti: a) Il collegamento del nuovo scarico industriale (scarico S4) alla fognatura in pressione di Via Amendola nella zona industriale SIPRO. b) La realizzazione della Rete delle acque meteoriche tetto, così come descritta nelle integrazioni volontarie della Società Niagara S.r.l. del 07/07/2011, per separare le acque dei pluviali del capannone da quelle dei piazzali esterni al capannone e poterle così recuperare per usi industriali. c) L installazione di un nuovo serbatoio fuori terra per il gasolio per il rifornimento dei mezzi non targati. d) L installazione di un impianto sperimentale pilota di ultrafiltrazione a membrana per il ricircolo dei fanghi biologici, così come descritto nella documentazione tecnica della Società Niagara S.r.l. depositata presso il SUAP del Comune di Poggio Renatico in data 03/02/2012 (Prot. 1099). d) di sostituire il Paragrafo C.3 dell allegato tecnico dell atto di AIA P.G. n del 21/11/2011 con il seguente Paragrafo C.3: C.3 VALUTAZIONE DELLE OPZIONI E DELL ASSETTO IMPIANTISTICO PROPOSTI CON IDENTIFICAZIONE DELL ASSETTO IMPIANTISTICO RISPONDENTE ALLA NORMATIVA VIGENTE E AI REQUISITI IPPC Vista la documentazione presentata dal Gestore. Visti i documenti di riferimento sull individuazione BAT di cui al Paragrafo C Visto il Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia Romagna (approvato il 21/12/05). Visto il Piano di Tutela e Risanamento della qualità dell aria della Provincia di Ferrara adottato il 23/05/07. Considerate le valutazioni effettuate dal Gestore riguardanti le criticità ambientali e territoriali dell Impianto IPPC, la valutazione integrata degli impatti e il posizionamento delle BAT. Considerata la D.G.P. nn. 215/53697 del 20/06/2006 relativa ai criteri-indicazioni sui quali l attività amministrativa della Provincia di Ferrara si regola in materia di IPCC. pag 20 di 27

22 Considerate le prescrizioni riportate del verbale della Conferenza di Servizi del 05/08/2011, P.G. n , Considerate le indicazioni riportate nella bozza di AIA inviate alla Niagara S.r.l. in data 03/10/2011 e delle successive osservazioni scritte inviate dalla Società medesima alla Provincia, Il Settore Ambiente e Agricoltura approva l assetto impiantistico e autorizza la gestione dell impianto trattamento chimico-fisico (D9) e biologico (D8) per l eliminazione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, alle condizioni riportate nel presente atto e con le seguenti prescrizioni: 1. Il Gestore dovrà convogliare e raccogliere le acque meteoriche dei pluviali del capannone nei 3 serbatoi dedicati (2 da 50 m 3 e 1 da 30 m 3 ) per riutilizzarle, così come da progetto presentato nelle integrazioni volontarie della Società Niagara S.r.l. del 07/07/2011 in cui dovrà essere installato uno scarico di emergenza di troppo pieno con interblocco, le cui modalità tecniche e operative dovranno essere concordate con ARPA e il gestore di pubblica fognatura. 2. Il Gestore dovrà collegare il nuovo scarico industriale (scarico S4) alla fognatura in pressione di Via Amendola, secondo le modalità operative concordate con il gestore di pubblica fognatura. 3. Il Gestore dovrà installare il nuovo serbatoio fuori terra per il gasolio per il rifornimento dei mezzi non targati dalla Società Niagara S.r.l. 4. Il Gestore dovrà presentare a Provincia, ARPA e Comune: a) indicatori di performance (quantomeno uno per ogni linea di trattamento) da utilizzare per la comparazione tra gli assetti a t/anno e t/anno, in linea con le MTD, b) un progetto per lo spostamento del silos calce, ora all interno del capannone, o in alternativa un progetto di convogliamento all impianto di trattamento emissioni gassose dello sfiato del silos calce, indicando il cronoprogramma d intervento, c) un progetto di potenziamento della captazione delle esalazioni dalle vasche di scarico rifiuti, i cui lavori dovranno finire entro il 30/06/2012, pag 21 di 27

23 d) uno studio di fattibilità per l adeguamento impiantistico/gestionale tale per cui lo Scarico S3 possa rispettare il limite di 1 mg/l per il parametro fosforo totale (media annuale campionamenti ARPA) e il limite di 10 mg/l per il parametro azoto totale (media annuale campionamenti ARPA), finalizzato alla riduzione del carico inquinante nel corpo idrico recettore. 5. Il Gestore dovrà richiedere al Servizio Tecnico di Bacino Po di Volano e della Costa una variante alla richiesta di rinnovo dell autorizzazione all emungimento da pozzo per limitarne il prelievo massimo a m 3 /anno. 6. Il Gestore dovrà presentare a Provincia, ARPA, Comune e Gestore di Pubblica Fognatura uno studio di fattibilità per un recapito alternativo del troppo pieno della Rete delle acque meteoriche tetto che scarica in pubblica fognatura mediante lo Scarico S2. 7. Per eventi meteorici particolarmente intensi il troppo pieno dei 2 serbatoi di accumulo delle acque meteoriche dei tetti da 50 m 3, dovrà scaricare mediante lo scarico S2 in pubblica fognatura. 8. La portata massima annua complessiva degli scarichi industriali (S3+S4) è pari a m La portata massima giornaliera dello scarico S3 è pari a 600 m Il prelievo massimo annuo di acque da pozzo è pari a m Il traffico dei mezzi pesanti, per quanto possibile e gestibile, dovrà essere distribuito quantomeno durante tutto l arco delle 13 ore di accettazione dei rifiuti e per raggiungere l impianto dovrà essere utilizzata la viabilità principale, con l esclusione quindi della viabilità secondaria. 12. Il Gestore potrà installare e gestire l impianto sperimentale pilota di ultrafiltrazione a membrana per il ricircolo dei fanghi biologici, così come descritto nella documentazione tecnica della Società Niagara S.r.l. depositata presso il SUAP del Comune di Poggio Renatico in data 03/02/2012 (Prot. 1099): tale impianto potrà funzionare esclusivamente nel solo periodo di sperimentazione (anno 2012) e dal 01/01/2013 l impianto sperimentale pilota di ultrafiltrazione per il ricircolo dei fanghi biologici dovrà risultare fisicamente disconnesso dal resto dell impianto. pag 22 di 27

24 e) di sostituire il Paragrafo D.1 dell allegato tecnico dell atto di AIA P.G. n del 21/11/2011 con il seguente Paragrafo D.1: D.1 PIANO DI ADEGUAMENTO E SUA CRONOLOGIA L assetto dell impianto, pur essendo allineato alle BAT e rispettando i requisiti minimi della Direttiva IPPC, richiede adeguamenti tecnico-gestionali. Il Gestore dovrà rispettare le prescrizioni e le condizioni di esercizio del presente documento e, per le prescrizioni contenute nel Paragrafo C.3, il seguente cronoprogramma, rispettando per il resto quanto riportato nella documentazione presentata: Attività Riferimento Scadenza Raccogliere acque meteoriche pluviali capannone Punto 1 Paragrafo C.3 30/04/2012 Collegare nuovo scarico S4 alla fognatura Punto 2 Paragrafo C.3 30/11/2012 Nuovo serbatoio gasolio mezzi non targati Punto 3 Paragrafo C.3 30/06/2012 Indicatori di performance Punto 4a) Paragrafo C.3 31/12/2011 Progetto spostamento/convogliamento sfiato silos calce Punto 4b) Paragrafo C.3 31/03/2012 Progetto potenziamento captazione esalazioni vasche Punto 4c) Paragrafo C.3 31/03/2012 Studio di fattibilità adeguamento limiti dello Scarico S3 Punto 4d) Paragrafo C.3 30/06/2012 Variante rinnovo autorizzazione emungimento Punto 5 Paragrafo C.3 31/12/2011 Studio di fattibilità recapito alternativo troppo pieno S2 Punto 6 Paragrafo C.3 31/03/2012 f) di sostituire il Paragrafo D.2.2 dell allegato tecnico dell atto di AIA P.G. n del 21/11/2011 con il seguente Paragrafo D.2.2: D.2.2. CONDIZIONI RELATIVE ALL ESERCIZIO DELL IMPIANTO a) Il Gestore dovrà adottare gli opportuni accorgimenti tecnici per ottemperare alle seguenti prescrizioni: 1. Il perimetro aziendale deve essere completamente recintato e con relativo accesso controllato, 2. L impianto (con particolare riferimento a emissioni, scarichi, rumore e gestione dei rifiuti) deve essere condotto con modalità e mezzi tecnici tali da evitare inconvenienti ambientali e/o igienico sanitari, ristagni idrici a cielo aperto, proliferazioni di insetti, colorazione delle acque, danni o altro che possa arrecare nocumento per l ambiente e la popolazione, pag 23 di 27

25 3. Gli impianti e le strutture devono essere regolarmente sottoposti a manutenzione e conservati in perfetta efficienza, secondo le prescrizioni dei Vigili del Fuoco, SPSAL, ISPESL e degli altri organi di controllo, al fine di garantire la sicurezza per il personale addetto e la popolazione residente, 4. Nell esercizio dell impianto dovranno essere prese tutte le misure necessarie affinché le attrezzature, gli stoccaggi e la movimentazione delle materie prime e ausiliarie e dei rifiuti in ingresso, e la movimentazione e stoccaggio dei rifiuti derivanti dall impianto, siano gestite in modo da ridurre le emissioni di sostanze organiche volatili e odori, in linea con le MTD, 5. Il traffico dei mezzi pesanti dovrà essere distribuito quantomeno durante tutto l arco delle 13 ore di accettazione dei rifiuti e per raggiungere l impianto dovrà essere utilizzata la viabilità principale, con l esclusione quindi della viabilità secondaria, per quanto possibile e gestibile, 6. Il prelievo massimo annuo di acque da pozzo è pari a m 3, 7. Attraverso strumenti gestionali, il Gestore dovrà utilizzare in modo ottimale l energia e l acqua, 8. Il Gestore è tenuto a eseguire gli autocontrolli inerenti alle materie prime e di servizio/ausiliarie e inerenti ai bilanci energetici e idrici con le frequenze e le modalità stabilite nel Piano di Monitoraggio (Paragrafo D.3). b) Il Gestore potrà installare e gestire l impianto sperimentale pilota di ultrafiltrazione per il ricircolo dei fanghi biologici, così come descritto nella documentazione tecnica della Società Niagara S.r.l. depositata presso il SUAP del Comune di Poggio Renatico in data 03/02/2012 (Prot. 1099). c) L impianto pilota, di cui alla precedente lettera b), potrà funzionare esclusivamente nel solo periodo di sperimentazione (anno 2012) e pertanto dal 01/01/2013 tale impianto pilota dovrà risultare fisicamente disconnesso dal resto dell impianto. d) Il Gestore deve mantenere e gestire l impianto secondo quanto descritto ai Paragrafi A.2, C.1.3 e C.3. pag 24 di 27

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