1. CENNI SUI PROCESSI DI LAVORAZIONE PER DEFORMAZIONE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "1. CENNI SUI PROCESSI DI LAVORAZIONE PER DEFORMAZIONE"

Transcript

1 . LAVORAZIONE PER DEORMAZIONE.. INTRODUZIONE ra i processi di produzione industriale, oggigiorno i processi di deformazioni plastica hanno un importanza maggiore e il loro campo di applicazione continua ad estendersi anche se nel frattempo vengono sviluppati anche processi non convenzionali di produzione. E possibile ormai produrre a freddo pezzi con precisione dimensionale paragonabile a quella ottenibile con macchine utensili ad asportazione di truciolo. Ciò consente, evidentemente, risparmi di materiale e di tempo di lavorazione i quali, specie nella produzione in serie, rendono economicamente convenienti tali tecnologie. Il gran vantaggio dei processi di lavorazione plastica dei metalli è quello di consentire la produzione delle forme e dimensioni desiderate assieme ad un miglioramento delle caratteristiche meccaniche del materiale. Questo caratteristica di processo per i materiali metallici è bene evidenziato dal seguente diagramma, che riporta l interdipendenza fra la deformazione e le caratteristiche meccaniche (R m, A 5 ), fig.. R m A 5 L T ε ig.. Influenza della deformazione sulle proprietà meccaniche Si noti l incremento delle caratteristiche meccaniche (resistenza di rottura e l allungamento) con l aumento della deformazione che viene espressa attraverso il grado di deformazione. Le due curve dalla fig., L e T, si riferiscono alle direzioni longitudinale e trasversale per i provini sottoposti alle prove di trazione oppure compressione. La differenza del comportamento del materiale lungo queste direzioni è sempre funzione del grado di anisotropia. Questo fenomeno di Politecnico di Torino Pagina di 35 Data ultima revisione 02/04/0

2 anisotropia è stato ampiamente analizzato e descritto da alcuni modelli, come e quello generalmente conosciuto come metodo di Hill, per la resistenza di deformazione. I principali procedimenti di deformazione plastica dei metalli si realizzano mediante azioni che possono essere prevalentemente di compressione, di trazione, ovvero risultare da una combinazione di esse, secondo la schema presentato nella fig. 2. In esso non sono compressi due procedimenti: la tranciatura di bare o lamiere e l asportazione di truciolo mediante utensile che pur realizzandosi mediante una deformazione plastica producono la separazione delle parti. ig. 2. Processi di deformazione Le tecnologie di deformazione plastica possono anche suddividersi a seconda della temperatura alla quale ha inizio il procedimento, ed anche a seconda il tipo di semilavorato su cui si opera, ad es. su lamiere. Politecnico di Torino Pagina 2 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

3 .2. UCINATURA LIBERA Con la fucinatura il materiale viene plasmato fino a ottenere la forma desiderata o una prossima ad essa. Specialmente usando materiale ottenuto per fusione, con la deformazione della struttura di fusione, nonché attraverso la chiusura e la saldatura delle cavità, si vogliono creare le premesse per ottenere le proprietà richieste del materiale. La fucinatura, secondo la definizione, avviene per mezzo d utensili che si muovono in senso tra loro opposto. La formatura libera spesso definita semplicemente fucinatura a differenza dello stampaggio (fucinatura su stampa) avviene con utensili che non contengono, o contengono solo parzialmente, la forma del pezzo da ottenere. Nelle fucine accanto alla fucinatura libera, per la deformazione di pezzi anulari, si esegue frequentemente, su laminatoi speciali, anche la laminazione d anelli e la laminazione di ruote a disco e di pulegge. La gamma dei materiali lavorabili per fucinatura va dall acciaio al carbonio agli acciai a basso, medio ed alto contenuto di elementi in lega, come i materiali austenitici, fino ai materiali non ferrosi, come il titanio, l alluminio, il rame e loro leghe. Come già detto in precedenza, la fucinatura impartisce al materiale una maggior resistenza meccanica alle sollecitazioni dinamiche, in quanto la struttura del materiale viene affinata. Qui possono essere individuate diverse operazioni semplici di formatura: a) Ricalcatura b) Stiratura c) oratura d) Troncatura Tutte queste lavorazioni, nonché le deformazioni per taglio e per torsione, si eseguono prevalentemente dopo un riscaldamento del materiale a temperatura superiore a quella di ricristalizzazione. Ciò è necessario sia per ridurre la forza e il lavoro necessari alla deformazione, sia per migliorare la deformabilità del materiale. Materiali poco deformabili, specialmente allo stato di getto, a causa delle loro tensioni interne, possono essere lavorati soltanto per fucinatura. La fabbricazione di pezzi fucinati (senza stampi) avviene in più stadi. Questi comprendono la preparazione del materiale di partenza, la deformazione vera e propria, il raffreddamento ed il trattamento termico, nonché la lavorazione per asportazione di truciolo. Per la fucinatura libera s impiegano prevalentemente magli, presse idrauliche e meccaniche e macchine fucinatrici. Negli impianti di fucinatura sono utilizzate presse idrauliche che possono sviluppare una forza di 20MN. Secondo il processo e le dimensioni del pezzo, con esse si possono fucinare pezzi fino a t di peso. Di solito i sovrametalli di lavorazione e le tolleranze ammesse per pezzi non lavorati e barre di acciaio, che vengono spesso forniti al cliente allo stato grezzo, sono stabiliti nelle norme. Per i pezzi fucinati di forma complessa, i cui sovrametalli di lavorazione e le tolleranze ammesse, non sono stabilite nelle norme, devono essere presi adeguati accordi tra committente e produttore. In fig. 3 sono rappresentati alcuni importanti gruppi di prodotti realizzabili con la fucinatura. Politecnico di Torino Pagina 3 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

4 ig. 3. A- disco; B- disco forato; C- anello; D- cilindro; E- barra; - albero per turbina; G- albero a flangia; H- albero a gomiti; J- lingotiera per colata centrifuga; K- bussola; L- carter Le dimensioni dei pezzi producibili vanno da pochi centimetri a molti metri. Oltre alle costruzioni meccaniche, che richiedono circa la metà dei pezzi fucinati, bisogna menzionare l elettrotecnica, il settore energetico, la cantieristica, le costruzioni di veicoli, l industria mineraria, l edilizia in acciaio, l industria chimica e quelle per le lavorazioni delle pietre e delle terre. Con una giusta scelta del grado e della velocità di deformazione, della temperatura di fucinatura e di un opportuno andamento delle fibre, è possibile raggiungere significativi miglioramenti delle proprietà esistenti nel materiale dopo la fusione..2.. Stiratura Con quest operazione si può allungare ed assottigliare una barra cilindrica lavorandola fra mazzette piane, oppure si può eseguire una serie di ricalcature perpendicolarmente alla direzione di stiratura sopra elementi di barra prossimi l uno all altro. Dopo l allungamento lungo l asse del pezzo, esso è ruotato di 90 intorno all asse di caduta della mazza, in modo da costipare verso l interno il materiale defluito ai lati della mazza. In fig. 4 viene illustrato l abbinamento di utensili per la stiratura e il loro campo di impiego. Come forme finali della sezione trasversale, le più frequenti sono la sezione tonda, quadrata o quella piana. I pezzi con queste sezioni sono prodotti a forma di barra o semilavorati e ricevono la loro forma definitiva in successive lavorazioni (lavorazione meccanica, la laminazione, lo stampaggio, oppure successiva fucinatura libera). La stiratura fino ad una determinata forma della sezione trasversale definitiva non è necessariamente abbinata alla geometria del lingotto. Politecnico di Torino Pagina 4 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

5 La stiratura può essere considerata semplicemente come una serie consecutiva di singole parziali operazioni di ricalcatura, poiché ogni volta viene deformata sempre una zona ridotta del pezzo. ig. 4. Tipi di utensili per la stiratura In fig. 5 viene riportata la stiratura in piano con mazze a raggio con rotazione del pezzo. ig. 5. Esempio di stiratura in piano Politecnico di Torino Pagina 5 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

6 .2.2. Ricalcatura Ricalcatura è il procedimento più semplice tra i processi compresi nella fucinatura libera. Le superfici della mazza e dell incudine sono di solito piani, il pezzo, compresso, si dilata, ostacolato solo dall attrito con le superfici dei due utensili, fig. 6. ig. 6. Il processo di ricalcatura A differenza della stiratura, nella quale il pezzo viene ogni volta deformato solo parzialmente, nella ricalcatura si deforma prevalentemente il pezzo intero. Nel caso di forza di pressione insufficiente s impiega spesso una ricalcatura parziale. L asse longitudinale del pezzo nella ricalcatura è disposto nella direzione della forza. Per la fabbricazione di pezzi fucinati liberamente la ricalcatura costituisce spesso soltanto un operazione del ciclo di lavorazione. La ricalcatura si effettua per tutte le sezioni prese in considerazione per la stiratura (tondo, quadro, ottagono, poligonale). A causa della deformazione geometrica del pezzo ricalcato, rispetto allo stiramento, si realizzano qui riduzioni di altezza percentualmente molto superiori. Il volume rimosso dall altezza provoca un aumento delle dimensioni trasversali del pezzo. A causa dell attrito tra pezzo ed utensile, il pezzo si spancia in modo più o meno accentuato in funzione del rapporto altezza/diametro iniziale. Mentre nei corpi inizialmente tozzi (h/d<), si forma una semplice forma a botte, nei corpi più sottili si può inizialmente constatare una forma a doppia botte, che si trasforma nella più semplice forma a botte solo a più elevate riduzioni, fig. 6. Politecnico di Torino Pagina 6 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

7 Per influenzare questo rigonfiamento, descritto dal rapporto tra il diametro frontale ed il diametro a ventre d min /d max, si possono impiegare stampi di ricalcatura sagomati. Nel caso di forme tropo snelle, esiste il pericolo di flessione (carico di punta), sicché non bisognerebbe superare il grado di snellezza h 0 /d 0 <2,5, fig. 7. ig. 7. Evoluzione delle dimensioni del pezzo Per lingotti con sezione trasversale tonda si utilizza spesso la condizione di costanza del volume. π 2 π 2 h 0 d 0 h d V ct. 4 4 () Per caratterizzare la riduzione di altezza si usa la variazione percentuale di altezza: h h0 ε h 00 [%] (2) h 0 Il valore della deformazione che si utilizza nelle applicazioni di ricalcatura si esprime con la seguente relazione: h ε ln (3) h 0 Si possono definire anche le variazioni di dimensione in direzione radiale e assiale, ma non sono tuttavia necessarie per la descrizione del processo di ricalcatura. Accanto alla indicazione della variazione ε h, si definisce un grado di ricalcatura λ s, detto anche grado di deformazione su fucinatura. Esso può essere calcolato per la costanza del volume, o mediante le altezze del pezzo, oppure mediante le superfici della sezione trasversale prima e dopo la deformazione. Con le superfici vale: A λ s (4) A0 Politecnico di Torino Pagina 7 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

8 Il grado di ricalcatura calcolato per mezzo delle superfici delle sezioni trasversale, coincide con quello calcolato per mezzo delle superfici delle sezioni trasversali solo nel caso che il processo di ricalcatura avvenga omogeneamente. A causa della presenza dell attrito tra l utensile e il pezzo durante la deformazione, nel pezzo ricalcato si ottiene una distribuzione della deformazione disomogenea; per il calcolo è importante sapere che i gradi di deformazioni derivati dalla geometria esterna non possono descrivere la deformazione locale. La fig 8 mostra, per due differenti variazioni di altezza, le zone di deformazione che si verificano. ig. 8. La zona I, in corrispondenza delle superfici di contatto, e la zona III, presentano, rispetto alla zona II, deformazioni considerevolmente più ridotte. Con l aumento della velocità dell utensile e della variazione del ε h, la distribuzione della deformazione diventa più uniforme. Una informazione molto importante per trovare la forza di ricalcatura si riferisce alla distribuzione della pressione sulla interfaccia di contatto materiale - punzone. Una possibilità per l andamento delle sollecitazioni normali sulle superfici di corpi assial simmetrici ricalcati con attrito, in conformità con la teoria della plasticità, ha una forma presentata in fig. 9. ig. 9. Politecnico di Torino Pagina 8 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

9 Ricorrendo al metodo del elemento sottile di Siebel, la pressione media di contatto pezzopunzone ha la seguente formulazione: p k f µ d + (5) 3 h dove k f è la sollecitazione di riferimento (tensione di plasticizzazione corrispondente al momento di calcolo). Diventa immediato il calcolo della forza di ricalcatura utilizzando la pressione media e la superficie di contatto istantanea. p (6) A.2.3. Troncatura Nella fabbricazione di pezzi ottenuti per fucinatura libera, accanto alle operazioni di deformazione, nella maggior parte dei casi, è anche necessaria un operazione di separazione (troncatura). Nella fucinatura libera si eseguano operazioni di separazioni normalmente a caldo. Si separano le parti del materiale superflue o quelle destinate a rottame, oppure i diversi pezzi fucinati tra loro. Nella pratica sono comuni i processi come: suddivisione, tranciatura, intaglio, strozzatura, recisione, separazione, spuntatura, taglio ossiacetilenico, foratura ecc.. Le operazioni di troncatura possono aver luogo prima, durante e dopo fucinatura. Le operazioni di separazione prima della fucinatura: nella troncatura a caldo, la cosiddetta testa del lingotto ed il fondo vengono separati dalla parte intermedia da fucinare. Per quest operazione s impiegano in misura crescente cannello ossiacetilenico e lancia al ossigeno. E possibile tagliare diametri fino a 3000mm. Nella troncatura a freddo l operazione avviene su billette semplicemente solidificate o prelaminate, mediante asportazione di truciolo, per es. per mezzo di sega, con distacco mediante mola, esecuzione di gole e rottura. Nelle operazioni di troncatura durante la fucinatura la separazione dei pezzi fucinati può avvenire mediante tranciatura con cuneo, per mezzo di utensili speciali, durante oppure dopo la fucinatura. In quest ultimo caso si sfruttano il calore di fucinatura e la forza esercitata dalle stesse macchine, per es. dalle presse o dai magli. Per la determinazione del peso del pezzo da fucinare è necessario stabilire i sovrammetali di lavorazione. Con l aumento delle dimensioni del pezzo e quindi del loro peso, si aumentano le aggiunte di sicurezza (sovrammetali) per la lavorazione con asportazione di truciolo. Se si formano più pezzi fucinati da un solo sbozzato o da un lingotto, bisogna anche considerare un adeguata aggiunta di materiale per l operazione di separazione. Politecnico di Torino Pagina 9 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

10 In fig. 0 è rappresentato come esempio il principio di una operazione di taglio con cuneo. ig oratura Nella produzione di anelli, cilindri e altre forme di corpi cavi, il materiale da asportare viene tolto mediante foratura assiale o più di rado eccentrica, dal pezzo precedentemente ricalcato. Nel caso di forme speciali si usa occasionalmente la tecnologia della foratura parziale, che si distingue in foratura libera e foratura con estrusione inversa. Nel primo processo il flusso del materiale in direzione radiale ed assiale non viene impedito dagli utensili, mentre nel secondo avviene una estrusione inversa fra il mandrino e il recipiente il cui diametro è appena superiore a quello del pezzo introdotto. La fig. presenta un disco, un mandrino pieno ed un mandrino cavo (anello di taglio), che rappresentano tipici utensili di foratura. Per la foratura con estrusione s impiegano principalmente mandrini pieni. ig.. Politecnico di Torino Pagina 0 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

11 Un esempio di foratura parziale libera (incisione) e propriamente della zona esterna di un disco, è rappresentato in fig. 2. In essa un utensile a forma di anello viene impresso nel materiale e la zona così delimitata viene poi ulteriormente deformata, in modo che ne derivi un disco con mozzo. ig. 2. La fig. 3a mostra la foratura libera con un mandrino massiccio e con un disco per forare. Con questa operazione, facendo penetrare il mandrino, la maggior parte del materiale della zona del nucleo viene spostata e soltanto una piccola percentuale di essa viene tolta mediante foratura. ig. 3. a- mandrino; b- pezzo ricalcato; c- disco di taglio La foratura con anello o mandrino cavo è rappresentata in fig. 3b. Questo metodo viene impiegato prevalentemente per i pezzi più grandi. La foratura con il mandrino cavo serve ad asportare la maggior parte delle disomogeneità metallurgiche in corrispondenza dell asse del lingotto. Il materiale del nucleo viene asportato dall utensile per forare per il 50% circa del volume del foro e il restante 50% viene spinto nel pezzo fucinato Applicazione ricalcatura libera di rame ricotto Descrizione del problema: Si vuole realizzare una ricalcatura libera di un cilindro di rame ricotto di altezza e diametro pari a 0 millimetri, fino ad un'altezza di 7 millimetri. Calcolare la forza e il lavoro necessari per eseguire l'operazione, sapendo che: Politecnico di Torino Pagina di 35 Data ultima revisione 02/04/0

12 ! il materiale in questione presenta una caratteristica tensione - deformazione approssimabile con una legge del tipo: n σ Kε (fig. 4) in cui: K460 N/mm 2, n0.54 σ σkε n ig. 4. Dipendenmza σ-ε! il coefficiente di attrito tra il pezzo e le pareti degli stampi è stimabile ad un valore di 0.! il rendimento dell'operazione può essere ritenuto pari a 0.7 ε Risoluzione: Viste le dimensioni del pezzo risulta impossibile l'eventualità di inflessione laterale dello stesso, non bisogna verificare il rapporto di ricalcatura. Tenendo conto della conservazione del volume, tipica dello stato plastico, è immediato ricavare il diametro del pezzo al termine dell'operazione di ricalcatura; nell'ipotesi che il pezzo rimanga cilindrico il suo diametro varrà quindi: π 2 π 2 h 0 d 0 h d V ct d h d, 95mm h 7 La deformazione del materiale a fine operazione avrà raggiunto il valore: Politecnico di Torino Pagina 2 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

13 ε h ln h 0 7 ln 0 0,356 Come è noto questo valore di deformazione corrisponde, a meno del segno, alla deformazione equivalente: * ε ε A tale valore di deformazione corrisponde un carico di plasticizzazione, ricavabile dalla caratteristica del materiale σ-εdi: σ * n σ K ε 460 0, ,6 N / mm Diventa quindi immediato ricorrendo alla relazione di Siebel per il calcolo della pressione media di contatto, al termine dell'operazione (valore massimo): µ d 0,,95 278,6 N / mm _ p σ + 263,6 + 3 h 3 7 La forza di ricalcatura nel medesimo istante sarà: _ π 2 π 2 p d 278,6,95 3, 25 kn 4 4 Il lavoro di deformazione ideale per eseguire l'operazione può essere facilmente calcolato integrando l'espressione della caratteristica tensione-deformazione del materiale. Il lavoro di deformazione ideale per unità di volume vale: 2 ε * l ID σ dε (fig. 5.) ε I σ σkε n l ID ig. 5. Il lavoro di deformazione ideale per unità di volume Politecnico di Torino Pagina 3 di 35 Data ultima revisione 02/04/0 ε

14 Nel caso particolare della legge costitutiva considerata l'espressione del lavoro di deformazione diventa: L ID ε ε I K ε * n dε * V PEZZO * K ε n + n+ π d 4 2 h 460 0,356 0, π, Nmm 47,7 J Il lavoro reale si ottiene da quello ideale dividendo per l'opportuno rendimento dell'operazione: LREALE LID / η 68, 25 J Politecnico di Torino Pagina 4 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

15 .3. STAMPAGGIO.3.. Elementi generali Lo stampaggio viene definito come formatura a compressione con utensili caratterizzati da cavità gli stampi che si muovono in senso opposto. Il pezzo si deforma in direzioni definite e non più liberamente come durante la fucinatura. Gli utensili circondano il pezzo completamente o quasi e ne contengono la sua forma. Solitamente la deformazione avviene entro campi di temperatura, per i quali si possono sviluppare processi di ricristallizzazione. Alte temperature servono a migliorare la deformabilità del materiale, nonché a ridurre le forze necessarie alla deformazione e le sollecitazioni. Il processo di deformazione eseguito a temperatura ambiente, si definisce stampaggio a freddo. Ad eccezione di alcuni acciai, si deformano a freddo principalmente i materiali metallici non ferrosi. Lo stampaggio si presenta generalmente assieme ad altri processi di formatura: accanto alla troncatura ed alla saldatura, troviamo altri processi di deformazione, quali la laminazione e la fucinatura libera. Lo stampaggio costituisce un importante settore dei processi di lavorazione dei materiali metallici. I pezzi stampati trovano impiego in molti campi e vanno dal semplice organo di collegamento (viti, dadi, bulloni ecc.) fino a componenti per l industria automobilistica ed aeronautica (bielle, ruote dentate ecc.). Le quantità prodotte vanno da piccoli quantitativi a serie di milioni. Secondo valutazioni effettuate, esistono oltre tipi di pezzi ottenuti per stampaggio e il loro peso può variare da alcuni grammi ad una tonnellata. La gamma degli stampati abbraccia sia pezzi semplici, per quali è prevista una successiva lavorazione ad asportazione del truciolo, sia pezzi di elevata precisione, come per esempio le pale di turbine, che devono essere successivamente lavorate solo in corrispondenza dell attacco. Proprio nelle costruzioni dei veicoli, dove sono richieste resistenze e gradi di sicurezza elevati per le parti dinamicamente sollecitate, il pezzo stampato svolge il suo compito in modo eccellente. L acciaio fucinato sopporta elevate sollecitazioni statiche e dinamiche; grazie all assenza di difetti interni assenza di cavità, struttura compatta e omogenea un pezzo stampato può essere facilmente controllato. Inoltre, a causa della sua duttilità, può sopportare anche sovraccarichi. La gamma dei materiali che ben si prestano allo stampaggio è molto estesa (dagli acciai ai materiali metallici non ferrosi); una loro corretta scelta nonché un appropriato trattamento termico successivo, permette di realizzare un pezzo con caratteristiche idonee a soddisfare la maggior parte delle esigenze qualitative e funzionali. Politecnico di Torino Pagina 5 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

16 In questi processi il pezzo è completamente racchiuso fra gli stampi. anno parte di questo gruppo di processi: - stampaggio di sbozzatura: sul pezzo si verificano locali aumenti di sezione, senza formazione di bava; - stampaggio con bava: il pezzo viene deformato con compressione fra due utensili, e il materiale eccedente fluisce verso la camera scartabava; - stampaggio senza bava: il materiale in questo processo non può fluire all esterno della cavità dello stampo; - coniatura con stampo: sotto l azione degli utensili il pezzo subisce solo piccole riduzioni di altezza o di spessore. In fig. 6. È illustrata l evoluzione del processo e della forza di stampaggio, funzione delle fasi distinte dell operazione, per ottenere un pezzo cilindrico semplice. Stampo superiore a- Ricalcatura libera fino al contatto con i pareti laterali dello stampo Materiale da stampare Stampo inferiore b- Deformazione nella cavità dello stampo del materiale fino alla uscita di esso nel canale di bava Canale di bava c- Riempimento totale della cavità e uscita del sovrametallo nel canale di bava ig. 6. Politecnico di Torino Pagina 6 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

17 La deformazione della belletta può avvenire attraverso una ricalcatura, una estrusione oppure tutte due, funzione della differenza di configurazione tra la belletta e la cavità dello stampo. In fig. 7. sono presentati due tipi di stampaggio, con ricalcatura (a) e con estrusione (b), per lo stesso pezzo finale. ig. 7. a- stampaggio con ricalcatura; b- stampaggio con estrusione Politecnico di Torino Pagina 7 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

18 Per ottenere il pezzo stampato a caldo, dal disegno del pezzo finito, è necessario prevedere alcune tappe, e dimensionare i sovrametalli richiesti dalle esigenze tecnologiche del processo. ig. 8 presenta questo percorso per una ruota dentata. A- pezzo finale e scelta del piano di divisione B- sovrametalli previsti nella zona dei denti e dal canale laterale C- sovrametalli previsti per la successiva lavorazione ad asportazione di truciolo D- sovrametalli previsti per l angolo di sformo e per la foratura parziale E- pezzo stampato ig. 8. Politecnico di Torino Pagina 8 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

19 Il canale di bava presenta in pratica diverse forme costruttive, fig.9. ig. 9. Il dimensionamento del canale di bava si fa attraverso relazioni empiriche e tabelle. Il ciclo di lavorazione completo di un operazione di stampaggio per un pezzo complesso comprende: -una lavorazione intermedia con cui si ottengono una disposizione più conveniente delle masse di materiale, l eventuale piegamento dell asse del pezzo, sezioni prossime a quelle definitive; -lo stampaggio finale con il raggiungimento delle quote previste, la formazione del cordone di sbavatura. -la sbavatura Applicazione Stampaggio a caldo di una billetta cilindrica Descrizione del problema: Si vuole stampare a caldo (20 C) il pezzo illustrato in fig. 20. Partendo da una billetta cilindrica di acciaio ( ρ7850kg/m 3 ) ig. 20. Calcolare la billetta di partenza (corrispondente allo stampaggio con ricalcatura e con estrusione) e la forza necessaria ad ottenere il pezzo conoscendo:! il diametro del pezzo in piano di divisione e di 66mm! il peso del pezzo stampato e sbavato e pari a,24 kg! il materiale stampato ha una limite di snervamento nelle condizioni di deformazione di: σ 20 N/mm 2 Politecnico di Torino Pagina 9 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

20 Risoluzione Occorre innanzi tutto calcolare il pezzo del massello grezzo, necessario per ottenere il pezzo stampato. Se indichiamo con M il peso del massello, questi varrà: M ( m + m ) A P B con:! m P peso del pezzo finito! m B peso del materiale destinato al canale scartabava! A coefficiente che tiene conto delle perdite per ossidazione In funzione della complessità del pezzo il peso del materiale destinato al canale di bava si trova in un intervallo di circa 5%-5% rispetto al peso del pezzo stampato. Il peso del cordone di bava può essere calcolato partendo anche dalle dimensioni del canale scartabava, utilizzando un coefficiente di riempimento di esso. Dal momento che la complessità del pezzo in discussione è abbastanza bassa, si considera in questo caso un valore medio per il materiale nel canale di bava del 7% m p. mb 0,07 m p 0,07,24 0, 08 Kg È possibile perciò calcolare il peso del massello grezzo, considerando che le perdite per ossidazione nel processo di riscaldamento sono di circa 3-5% dal peso del materiale riscaldato. M ( m + m ) A (,24 + 0,08),05, kg P B 26 E possibile ora calcolare il volume della billetta da utilizzare per lo stampaggio. M,26 V ρ 7850 mm 3 Per effettuare uno stampaggio con ricalcatura, il diametro della belletta deve corrispondere ad un valore che è minore dal diametro della cavità inferiore (45 mm) π 2 V Db H 4 4 V H r 2 π D b π 45 mm Quando si fa uno stampaggio con estrusione il diametro del massello deve essere maggiore dal diametro della cavità piccola e minore del diametro del pezzo in piano di divisione: D b 0,8 0,9 D 0, mm Politecnico di Torino Pagina 20 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

21 Risulta in questo caso come lunghezza del massello: 4 V H e π D π 60 b mm La forza di stampaggio può essere trovata con una relazione semplice empirica: K p σ S p In cui: K p è un coefficiente di complessità che dipendente dalla configurazione del pezzo: 3-5 per lo stampaggio di pezzi semplici senza canale di bava; 5-8 per pezzi semplici con canale di bava; 8-2 per pezzi complessi con canale di bava; σ è il limite di snervamento del materiale nelle condizioni di processo; S p è la superficie del pezzo nel piano di divisione, incluso canale di bava. Risulta perciò necessario determinare le dimensioni del cordone di bavatura. Lo spessore del canale di bava è dato dalla relazione empirica (Vieregge): s 0.07 D + D + 5 D e il diametro nel piano di divisione del pezzo s 0, , 25mm A tale valore corrisponde uno spessore del canale scartabava data della relazione: b 62, 5 s D b s 62,5 66 7,07 b 8,8mm Noto lo spessore del canale scartabava, è immediato il dimensionamento dell'intero canale utilizzando le tabelle disponibili nei libri di testo. La forza di stampaggio è: K p σ π π 6 20 ( D + 2 b) 4 ( ,8) KN Politecnico di Torino Pagina 2 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

22 .4. ESTRUSIONE.4.. Considerazioni generali L estrusione è un procedimento di deformazione che consiste nel disporre una belletta ottenuta per fusione od uno spezzone di barra entro una matrice e nel sottoporli, tramite uno spintore, ad una pressione così elevata da costringere il materiale ad uscire attraverso un apertura praticata o nella matrice (estrusione diretta) o nello spintore (estrusione inversa) od in entrambi (estrusione mista). Questo processo è economicamente conveniente quando i profili da ottenere sono tanto complessi da non consentire la laminazione e la lavorazione ad asportazione di truciolo non è economica. Si potrebbe distinguere due processi diversi di estrusione: il primo è quello di estrusione continua di manufatti di lunghezza variabile e sezione generalmente costante; il secondo è quello di estrusione per pezzi singoli che opera sui semilavorati. L estrusione continua si fa solitamente a caldo ed a velocità relativamente basse, per le billette di fusione per i metalli non ferrosi oppure di laminazione di acciaio. Per l estrusione continua si usano presse orizzontali capaci di esercitare forze rilevanti. In fig. 2 sono indicati vari procedimenti di estrusione continua: a- estrusione diretta di barre; b- estrusione diretta di tubi; c- estrusione inversa di barre; d- estrusione inversa di tubi. ig. 2. -spintore; 2-matrice; 3-cilindro contenitore; 4-massello Politecnico di Torino Pagina 22 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

23 L estrusione permette di ottenere sezioni particolarmente complesse che non possono essere prodotte con nessun altro processo per deformazione plastica. Inoltre la qualità delle superfici ottenute nel processo di estrusione è molto alta (rugosità bassa). In fig. 22 vengono illustrati diversi tipi di profilati estrusi in alluminio debolmente legato per l industria edilizia ed elettrica. ig. 22. Tipi di profili ottenuti per estrusione.4.2. lusso di materiale e le deformazioni locali nel processo di estrusione La complessità dei processi di lavorazione plastica necessita di analisi e studio con metodi e tecniche diverse. ra questi metodi e tecniche si possono distinguere: metodi sperimentali; metodi sperimental - teorici e metodi teorici. Nel caso dei metodi sperimentali si realizza una simulazione fisica dei processi di lavorazione plastica. Un materiale che viene spesso utilizzato per la simulazione fisica dei processi di lavorazione plastiche a caldo è il piombo. La ragione per quale il piombo può essere usato per la simulazione fisica, dei processi di lavorazione plastica a caldo, deriva dal fatto che il piombo è un metallo con struttura cristallina che ha la temperatura di ricristallizzazione a ca C. Per questa, il piombo deformato alla temperatura di 20 C si deforma a caldo è nel processo sono presenti tutti due fenomeni dalla deformazione plastica a caldo: incrudimento e ricristallizzazione della struttura nello stesso tempo. Politecnico di Torino Pagina 23 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

24 Un esempio di metodo sperimental- teorico, è quella della visioplasticità mediante reticolo per l analisi del flusso di materiale e della deformazione locale durante l estrusione. In questo caso si usa una prova di piombo composta da due semicilindri. Sulla faccia interiore di uno dei due semicilindri, viene serigrafata (tracciata) un reticolo equidistante ad un intervallo uguale con l 0, fig.23. D) ig. 23. A- billetta intera; B- billetta sezionata con reticolo C- billetta sezionata e ricomposta; D- dim. reticolo Il provino viene estruso inverso o diretto, in funzione del tipo di processo che si desidera analizzare, e successivamente si possono misurare le deformazioni della retta iniziale per trovare le deformazioni locali nel prodotto estruso. Per il caso di un estrusione diretta la forma finale della retta è illustrata in fig. 24. ig. 24. orma del reticolo dopo l estrusione Certamente che le dimensioni e la forma del reticolo dopo l estrusione dipendono dai parametri utilizzati nel processo d estrusione: angolo della matrice, coefficiente di attrito, forma del punzone, dimensioni iniziale del provino, etc. In fig. 25 sono presentati diverse forme ottenibili per il reticolo nel massello che viene deformato. Politecnico di Torino Pagina 24 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

25 ig. 25. La deformazione locale può essere trovata usando la prossima relazione: l l l n 0 n (7) l0 Dove l n e la lunghezza delle celle dopo l estrusione. La non uniformità della deformazione può essere calcolata con la seguente relazione: ε (8) n l n l min L andamento della non uniformità di deformazione nell asse longitudinale del prodotto estruso ha una forma che viene riportata in fig.26. Curva torica Curva ig. 26. Politecnico di Torino Pagina 25 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

26 Alla fine si osserva una differenza tra la curva teorica e quella che si ottiene sperimentalmente. Questa differenza è dovuta al fatto che, sempre nei processi di estrusione, rimane alla fine una parte di billetta non estrusa e quindi le ultime celle del reticolo non sono deformate completamente. Un aspetto molto importante che bisogna prendere in considerazione nella simulazione fisica dei processi di lavorazione plastica, è quello che è descritto dalla legge di similitudine. Questa legge e stata formulata in 885 dal tedesco. Kick come una legge della proporzionalità delle resistenze, verificandola alla deformazione per trazione. Per applicare questa legge ai materiali metallici le prove devono essere simili dal punto di vista geometrico, ed avere la stessa composizione chimica e struttura, essere deformati nelle stesse condizioni di temperatura, grado di deformazione, velocità di deformazione e condizioni di attrito sulla superficie di contatto. La legge della similitudine ha una grande importanza pratica, perché su questa base possono essere simulate in condizioni di laboratorio diversi processi di lavorazioni plastiche industriali, oppure possono essere estrapolati risultati ottenuti in sperimenti di laboratorio per condizioni industriali. Politecnico di Torino Pagina 26 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

27 .5. LAMINAZIONE.5.. Elementi teorici Con la laminazione si riduce la sezione trasversale del pezzo esercitando contro di esso un azione di schiacciamento accompagnata da allungamento e sovente da allargamento. La deformazione è imposta generalmente attraverso due rulli che si ruotano in senso opposto, fig. 27. H I H ig. 27. Il processo di laminazione piana Per laminazione si produce una vasta gamma di prodotti industriali, fra cui barre, profilati, lamiere, rotaie, tubi. L operazione avviene di solito al disopra della temperatura di ricristallizzazione, cioè a caldo, quando le riduzioni di sezione sono molto forti (laminazione di lingotti e billette), oppure al disotto della suddetta temperatura, cioè a freddo allorché la sezione del pezzo da laminare è prossima a quella del pezzo finito, con i vantaggi di attribuire migliori proprietà meccaniche al pezzo e più elevata precisione. Per questo processo si ricordano i termini seguenti: -rapporto di riduzione : Politecnico di Torino Pagina 27 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

28 l l l n 0 n (9) l0 oppure: h h h h o ; ln h h h ε ε (0) pressione di laminazione: pressione esistente alla superficie di contatto fra cilindri e il materiale; la pressione di laminazione è normale alla superficie di contatto e si fa sovente coincidere con la propria componente verticale, data l esiguità dell angolo di contatto fra cilindro e materiale; - forza di laminazione: forza verticale complessiva (per cilindri orizzontali) interagente fra ciascun cilindro ed il laminato. - lunghezza del arco di contatto fra rullo e lamiera determinata da considerazioni geometriche: l c R h () - coppia di laminazione necessario per trovare il momento motore applicato ai rulli. Il momento motore comprende la coppia di laminazione per deformazione, il momento per vincere diversi attriti ed il momento equilibratore delle forze di inerzia. Trascurando le ultime, il rendimento di un laminatoio è dipendente in larga misura dalle perdite per attrito nei supporti dei rulli e può oscillare fra 0,3 e 0,9 Quando si conosce l entità della forza trasmessa dai rulli al semilavorato, il calcolo della coppia di laminazione viene a dipendere dalla direzione e posizione di essa. Nel caso normale di laminazione, le forze esercitate dai due rulli sono dirette perpendicolarmente alla superficie del laminato. Il punto di applicazione di queste forze, si individua, sul arco di contatto, mediante l angolo α corrispondente al punto neutro, fig. 28. Punto neutro L D b α O R H I /2 H /2 ig. 28. Il punto neutro Politecnico di Torino Pagina 28 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

29 Rispetto all angolo α del arco di contatto si trova: α a 0,5 per laminazione a caldo α α a 0,35...0,45 per laminazione a freddo α Il braccio di leva rispetto all asse di rotazione dei cilindri si ottiene con la seguente relazione: α b α R h In conseguenza la coppia (il momento) di laminazione si ricava dalla seguente equazione: α C 2 R h (2) α.5.2. Applicazione laminazione a freddo di una lamiera di alluminio Descrizione del problema Si vuole laminare a freddo una lamiera di alluminio (ρ2700 kg/m 3 ) di spessore pari a 6 millimetri e larghezza 600 millimetri, fino a portarla ad uno spessore di 3 millimetri. Calcolare la coppia necessaria per eseguire l'operazione, la forza agente sui rulli e la produzione oraria di materiale sapendo che:! il materiale laminato presenta una caratteristica tensione - deformazione descritta con una legge del tipo: n σ Kε in cui: K60 N/mm 2, n0.6! i rulli del laminatoio hanno un diametro di 400 millimetri e presentano una velocità periferica di 20 m/min Politecnico di Torino Pagina 29 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

30 Risoluzione La deformazione lungo lo spessore della lamiera a fine operazione raggiunge il valore: ε A ln A 0 h ln h 0 6 ln A tale valore di deformazione corrisponde una tensione media durante il processo, fig. 29, che si può ricavare partendo dalla considerazione che il lavoro di deformazione nei due casi deve essere uguale: ε ε I K ε * n dε * σ ε K ε n + n+ σ ε E quindi la tensione media durante il processo sarà: σ K ε n + n ,69 0, N / mm 2 σ σkε n σ ε ig. 29. Il valore della tensione media ε La lunghezza dell'arco di contatto rullo materiale si ricava da considerazioni geometriche, ovvero: l c R h mm La forza verticale risultante su di un rullo vale: Politecnico di Torino Pagina 30 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

31 p A c La pressione media di contatto in questo caso si considera pari alla tensione media. L area di contatto rullo materiale A c si determina dalla lunghezza dell arco di contatto e la larghezza della lamiera b. σ lc b 30 24, N La coppia necessaria ai fini dell'operazione risulta: C 2 ( a ) l c Si considera il coefficiente a al valore massima di 0,45 dell intervallo per la laminazione a freddo. ( ,45 24,49) 2 C N m 2, KNm La portata in massa di materiale prodotta dal laminatoio si esprime nella forma: m ρ h b v! ρ densità del materiale laminato ( 2700 kg/m 3 )! v velocità della lamiera in uscita dal rullo, che vale: v v h R N h! v R velocità tangenziale del rullo! h N altezza della lamiera in corrispondenza del punto neutro. L altezza della lamiera nel punto neutro si trova con la seguente relazione: h N h + 2( R R cos α ) con: lc sinα 2 R Politecnico di Torino Pagina 3 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

32 con i dati del problema in oggetto si ottiene: α lc arcsin 2 R 24,49 arcsin ,062 rad h N h + ( R R cosα ) h + 2( R R 0,998) 3, 75 2 mm vr hn ,75 v 2500 h 60 3 mm s 2700 m ρ h b v t / h 9 0 Politecnico di Torino Pagina 32 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

33 .6. TRAILATURA.6.. Generalità La trafilatura consiste nel far passare attraverso un utensile (filiera o matrice) il materiale da deformare riducendone la sezione. La forza di trafilatura viene applicata mediante un organo di pressa sul lato di uscita del pezzo. In questo modo nella zona di deformazione si instaura uno stato di sollecitazione sia di trazione sia di compressione. La deformazione viene eseguita solitamente a temperatura ambiente. In fig. 30 è illustrato lo schema del processo per barre e tubi. ig. 30. a- filiera o matrice; b- direzione di trafilatura; c- pezzo La trafilatura può avvenire a secco, usando lubrificanti in polvere con grassi o ad umido, mediante lubrificanti liquidi in cui il materiale viene completamente immerso. Nel caso della produzione di filo di acciaio si trafila a freddo un filo proveniente dalla laminazione, di diametro non inferiore a 5mm, e non superiore a 6mm, oppure fili a sezione quadra di lato compreso fra 5 e 5 mm. A secondo degli scopi cui viene destinato si usa acciaio con contenuto in carbonio variabile in percentuale da pochi decimi ad,6. L utilizzazione del filo trafilato d acciaio può dipendere dalla sua elevata temprabilità (filo per aghi) oppure dalla possibilità di ottenere, mediante patentamento e trafilatura, buone resistenze combinate con caratteristiche di tenacità (filo per funi, molle, corde per pianoforti). Prima di essere introdotta in filiera la vergella viene disossidata e appuntita. Dopo la trafilatura i fili di acciaio sono ancora sottoposti a trattamenti termici onde accrescerne la duttilità o la durezza. Attualmente i processi di trafilatura non trovano solo applicazioni nella fabbricazione di fili e barre o tubi a sezione assialsimmetrica, ma anche nella fabbricazione dei profilati. Si lavorano materiali metallici di tutti i tipi, cioè acciai e materiali non ferrosi. I materiali di alta resistenza vengono lavorati a caldo. Politecnico di Torino Pagina 33 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

34 .6.2. Applicazione - Trafilatura di una barra di acciaio Descrizione del problema Si vuole trafilare una barra di acciaio di diametro pari a 0 millimetri, fino a portarla ad un diametro di 8 millimetri, fig. 3. v I v D D I ILIERA ig. 3 Calcolare la forza e la potenza necessaria per eseguire l'operazione, nonché la pressione all'uscita della filiera, sapendo che:! il materiale in questione presenta una caratteristica tensione deformazione ben approssimabile con una legge del tipo: n σ Kε in cui: K300 N/mm 2, n0,3! la velocità del materiale all'ingresso della filiera vale m/s! il rendimento dell'operazione può essere ritenuto pari a 0.7 Risoluzione del problema La deformazione del materiale a fine operazione avrà raggiunto il valore: ε AI DI 0 ln 2ln 2ln 0,45 A D 8 Politecnico di Torino Pagina 34 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

35 e coincide con la deformazione equivalente. A questo valore di deformazione corrisponde una tensione media durante il processo che si può ricavare dalla caratteristica del materiale di: σ K ε n + n ,45 0, N / mm 2 σ σkε n σ ε ig. 32. ε La forza ideale di trafilatura è data dalla seguente equazione: A0 A ln A TR ID σ e quindi: π 2 π 2 TR ID σ ε D 785 0,45 8 7, 5 kn 4 4 Introducendo il rendimento della lavorazione si ottiene la forza reale di trafilatura: TR ID 7,5 TR 25 kn η 0.7 Ai fini del calcolo della potenza necessaria per l'operazione è necessario calcolare la velocità del materiale all'uscita della filiera; applichiamo la conservazione della portata volumica ( siamo in campo plastico) : v I A I v A per cui: 2 AI 0 v vi,55 m / s 2 A 8 ne deriva una potenza di trafilatura pari a: PTR TR v 25,55 37 kw Politecnico di Torino Pagina 35 di 35 Data ultima revisione 02/04/0

RESISTENZA DEI MATERIALI TEST

RESISTENZA DEI MATERIALI TEST RESISTENZA DEI MATERIALI TEST 1. Nello studio della resistenza dei materiali, i corpi: a) sono tali per cui esiste sempre una proporzionalità diretta tra sollecitazione e deformazione b) sono considerati

Dettagli

IL PROBLEMA DEL PRODURRE

IL PROBLEMA DEL PRODURRE IL PROBLEMA DEL PRODURRE IL CICLO TECNOLOGICO E I PROCESSI PRIMARI E SECONDARI Ing. Produzione Industriale - Tecnologia Meccanica Processi primari e secondari - 1 IL CICLO TECNOLOGICO Il ciclo tecnologico

Dettagli

CLASSIFICAZIONE DELLE LAVORAZIONI MECCANICHE

CLASSIFICAZIONE DELLE LAVORAZIONI MECCANICHE CLASSIFICAZIONE DELLE LAVORAZIONI MECCANICHE Le lavorazioni meccaniche possono essere classificate secondo diversi criteri. Il criterio che si è dimostrato più utile, in quanto ha permesso di considerare

Dettagli

--- durezza --- trazione -- resilienza

--- durezza --- trazione -- resilienza Proprietà meccaniche Necessità di conoscere il comportamento meccanico di un certo componente di una certa forma in una certa applicazione prove di laboratorio analisi del comportamento del componente

Dettagli

I METALLI. I metalli sono materiali strutturali costituiti ciascuno da un singolo elemento. Hanno tra loro proprietà molto simili.

I METALLI. I metalli sono materiali strutturali costituiti ciascuno da un singolo elemento. Hanno tra loro proprietà molto simili. M et 1 all I METALLI I metalli sono materiali strutturali costituiti ciascuno da un singolo elemento. Hanno tra loro proprietà molto simili. Proprietà Le principali proprietà dei metalli sono le seguenti:

Dettagli

La deformazione plastica. La deformazione plastica. Lavorazioni per deformazione. Il processo di laminazione Estrusione e trafilatura La forgiatura

La deformazione plastica. La deformazione plastica. Lavorazioni per deformazione. Il processo di laminazione Estrusione e trafilatura La forgiatura La deformazione plastica La deformazione plastica Lavorazioni per deformazione Il processo di laminazione Estrusione e trafilatura La forgiatura 2 2006 Politecnico di Torino 1 Obiettivi della lezione Valutare

Dettagli

tecnologia PROPRIETÀ DEI METALLI Scuola secondaria primo grado. classi prime Autore: Giuseppe FRANZÈ

tecnologia PROPRIETÀ DEI METALLI Scuola secondaria primo grado. classi prime Autore: Giuseppe FRANZÈ tecnologia PROPRIETÀ DEI METALLI Scuola secondaria primo grado. classi prime Autore: Giuseppe FRANZÈ LE PROPRIETÀ DEI MATERIALI DA COSTRUZIONE Si possono considerare come l'insieme delle caratteristiche

Dettagli

I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo

I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo diverse metodologie. 1 La tempra termica (o fisica) si basa

Dettagli

il materiale in questione presenta una caratteristica tensione deformazione ben approssimabile con una legge del tipo σ = c ε n in cui:

il materiale in questione presenta una caratteristica tensione deformazione ben approssimabile con una legge del tipo σ = c ε n in cui: Esercizio C. Ricalcatura libera di rame ricotto Si vuole eseguire la ricalcatura libera di un cilindro di rame ricotto di altezza e diametro pari a millimetri, ino a portarlo ad un'altezza di 7 millimetri.

Dettagli

Dimensionamento delle strutture

Dimensionamento delle strutture Dimensionamento delle strutture Prof. Fabio Fossati Department of Mechanics Politecnico di Milano Lo stato di tensione o di sforzo Allo scopo di caratterizzare in maniera puntuale la distribuzione delle

Dettagli

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro.

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. PREMESSA: Anche intuitivamente dovrebbe a questo punto essere ormai chiaro

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BRESCIA

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BRESCIA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BRESCIA ESAME DI STATO DI ABILITAZIONE ALL'ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI INGEGNERE (Lauree di primo livello D.M. 509/99 e D.M. 270/04 e Diploma Universitario) SEZIONE B - Prima

Dettagli

www.rodacciai.it PROVA DI TRAZIONE L 0 = 5.65 S 0 PROVE MECCANICHE

www.rodacciai.it PROVA DI TRAZIONE L 0 = 5.65 S 0 PROVE MECCANICHE PROVA DI TRAZIONE La prova, eseguita a temperatura ambiente o più raramente a temperature superiori o inferiori, consiste nel sottoporre una provetta a rottura per mezzo di uno sforzo di trazione generato

Dettagli

Forza. Forza. Esempi di forze. Caratteristiche della forza. Forze fondamentali CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA

Forza. Forza. Esempi di forze. Caratteristiche della forza. Forze fondamentali CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA Forza CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA Cos è una forza? la forza è una grandezza che agisce su un corpo cambiando la sua velocità e provocando una deformazione sul corpo 2 Esempi

Dettagli

LEZIONI N 24 E 25 UNIONI SALDATE

LEZIONI N 24 E 25 UNIONI SALDATE LEZIONI N 24 E 25 UNIONI SALDATE Le saldature si realizzano prevalentemente con il metodo dell arco elettrico, utilizzando elettrodi rivestiti, che forniscono il materiale di apporto. Il collegamento è

Dettagli

RAPPORTO DI PROVA Venezia,. Foglio n. 1 di 7. Protocollo: Luogo e Data della prova: Richiedente: Materiale testato:

RAPPORTO DI PROVA Venezia,. Foglio n. 1 di 7. Protocollo: Luogo e Data della prova: Richiedente: Materiale testato: Foglio n. 1 di 7 Protocollo: Luogo e Data della prova: Mestre, Richiedente: Materiale testato: Prova eseguita: Conducibilità termica Riferimento Normativo: UNI EN 12667 DESCRIZIONE DEL CAMPIONE SOTTOPOSTO

Dettagli

METALLI FERROSI GHISA ACCIAIO

METALLI FERROSI GHISA ACCIAIO METALLI FERROSI I metalli ferrosi sono i metalli e le leghe metalliche che contengono ferro. Le leghe ferrose più importanti sono l acciaio e la ghisa. ACCIAIO: lega metallica costituita da ferro e carbonio,

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA

LA CORRENTE ELETTRICA L CORRENTE ELETTRIC H P h Prima che si raggiunga l equilibrio c è un intervallo di tempo dove il livello del fluido non è uguale. Il verso del movimento del fluido va dal vaso a livello maggiore () verso

Dettagli

Politecnico di Bari I Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Meccanica ENERGIA EOLICA

Politecnico di Bari I Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Meccanica ENERGIA EOLICA Politecnico di Bari I Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Meccanica ENERGIA EOLICA turbine eoliche ad asse verticale VAWT A.A. 2008/09 Energie Alternative Prof.B.Fortunato

Dettagli

Trasportatori a nastro

Trasportatori a nastro Trasportatori a nastro Realizzano un trasporto di tipo continuo, in orizzontale o in pendenza, di materiali alla rinfusa e di carichi concentrati leggeri. incastellatura di sostegno Trasporti interni 1

Dettagli

M296 ESAME DI STATO DI ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE CORSO DI ORDINAMENTO

M296 ESAME DI STATO DI ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE CORSO DI ORDINAMENTO M29 ESME DI STTO DI ISTITUTO TECNICO INDUSTRILE CORSO DI ORDINMENTO Indirizzo: MECCNIC Tema di: DISEGNO, PROGETTZIONE ED ORGNIZZZIONE INDUSTRILE Nel disegno allegato è rappresentato un albero che trasmette

Dettagli

Sistemi di bloccaggio idraulici -- Mandrini idraulici

Sistemi di bloccaggio idraulici -- Mandrini idraulici Sistemi di bloccaggio idraulici -- Mandrini idraulici La tecnologia del serraggio idraulico ad espansione si è evoluto fino a raggiungere livelli di precisione e di affidabilità tali da poter soddisfare

Dettagli

Corso di Componenti e Impianti Termotecnici LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE

Corso di Componenti e Impianti Termotecnici LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE 1 PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE Sono le perdite di carico (o di pressione) che un fluido, in moto attraverso un condotto, subisce a causa delle resistenze

Dettagli

TRATTAMENTI TERMICI IMPORTANZA DI ESEGUIRE IL TRATTAMENTO TERMICO NEL MOMENTO OPPORTUNO DEL PROCESSO DI REALIZZAZIONE DEL PEZZO

TRATTAMENTI TERMICI IMPORTANZA DI ESEGUIRE IL TRATTAMENTO TERMICO NEL MOMENTO OPPORTUNO DEL PROCESSO DI REALIZZAZIONE DEL PEZZO TRATTAMENTI TERMICI IL TRATTAMENTO TERMICO CONSISTE IN UN CICLO TERMICO CHE SERVE A MODIFICARE LA STRUTTURA DEL MATERIALE PER LA VARIAZIONE DELLE SUE CARATTERISTICHE MECCANICHE: RESISTENZA DEFORMABILITA

Dettagli

Proprietà elastiche dei corpi

Proprietà elastiche dei corpi Proprietà elastiche dei corpi I corpi solidi di norma hanno una forma ed un volume non facilmente modificabili, da qui deriva la nozioni di corpo rigido come corpo ideale non deformabile. In realtà tutti

Dettagli

Per prima cosa si determinano le caratteristiche geometriche e meccaniche della sezione del profilo, nel nostro caso sono le seguenti;

Per prima cosa si determinano le caratteristiche geometriche e meccaniche della sezione del profilo, nel nostro caso sono le seguenti; !""##"!$%&'((""!" )**&)+,)-./0)*$1110,)-./0)*!""##"!$%&'((""!" *&)23+-0-$4--56%--0.),0-,-%323 -&3%/ La presente relazione ha lo scopo di illustrare il meccanismo di calcolo che sta alla base del dimensionamento

Dettagli

Indice Prefazione XIII 1 Introduzione alle tecnologie di fabbricazione 2 Principi fondamentali della produzione per fonderia

Indice Prefazione XIII 1 Introduzione alle tecnologie di fabbricazione 2 Principi fondamentali della produzione per fonderia Indice Prefazione XIII 1 Introduzione alle tecnologie di fabbricazione 1 Introduzione 1 1.1 Processi tecnologici di trasformazione 2 1.1.1 Precisione nelle trasformazioni 5 1.2 Attributi geometrici dei

Dettagli

Idrostatica Correnti a pelo libero (o a superficie libera) Correnti in pressione. Foronomia

Idrostatica Correnti a pelo libero (o a superficie libera) Correnti in pressione. Foronomia Idrostatica Correnti a pelo libero (o a superficie libera) Correnti in pressione Foronomia In idrostatica era lecito trascurare l attrito interno o viscosità e i risultati ottenuti valevano sia per i liquidi

Dettagli

1 A DISEGNO PROGETTAZIONE ORGANIZZAZIONE INDUSTRIALE. T n. =C, con C = 366 ed n = 0.25, Motore

1 A DISEGNO PROGETTAZIONE ORGANIZZAZIONE INDUSTRIALE. T n. =C, con C = 366 ed n = 0.25, Motore Disegno, Progettazione ed rganizzazione Industriale esame 03 DISEGN PRGETTZINE RGNIZZZINE INDUSTRILE Sessione ordinaria 03 L albero di trasmissione rappresentato in figura trasmette una potenza P = 5 kw

Dettagli

MATRICE DELLE COMPETENZE DI SCIENZE E TECNOLIE APPLICATE INDIRIZZO DI MECCANICA, MECCATRONICA ED ENERGIA

MATRICE DELLE COMPETENZE DI SCIENZE E TECNOLIE APPLICATE INDIRIZZO DI MECCANICA, MECCATRONICA ED ENERGIA MATRICE DELLE COMPETENZE DI SCIENZE E TECNOLIE APPLICATE INDIRIZZO DI MECCANICA, MECCATRONICA ED ENERGIA Competenze in esito al quinquennio (dall Allegato C del Regolamento) 1. Individuare le proprietà

Dettagli

Usando il pendolo reversibile di Kater

Usando il pendolo reversibile di Kater Usando il pendolo reversibile di Kater Scopo dell esperienza è la misurazione dell accelerazione di gravità g attraverso il periodo di oscillazione di un pendolo reversibile L accelerazione di gravità

Dettagli

Minicorso Regole di Disegno Meccanico

Minicorso Regole di Disegno Meccanico Parte 3 Minicorso Regole di Disegno Meccanico di Andrea Saviano Tolleranze dimensionali di lavorazione Accoppiamenti mobili, stabili e incerti Giochi e interferenze Posizione della zona di tolleranza e

Dettagli

Esercizio 20 - tema di meccanica applicata e macchine a fluido- 2002

Esercizio 20 - tema di meccanica applicata e macchine a fluido- 2002 Esercizio 0 - tema di meccanica applicata e macchine a fluido- 00 er regolare il regime di rotazione di un gruppo elettrogeno, viene calettato sull albero di trasmissione del motore un volano in ghisa.

Dettagli

DINAMICA. 1. La macchina di Atwood è composta da due masse m

DINAMICA. 1. La macchina di Atwood è composta da due masse m DINAMICA. La macchina di Atwood è composta da due masse m e m sospese verticalmente su di una puleggia liscia e di massa trascurabile. i calcolino: a. l accelerazione del sistema; b. la tensione della

Dettagli

ESTRATTO ATTUATORE CON VITE SENZA FINE PER TRAIETTORIE NON LINEARI E ALZACRISTALLI REALIZZATO CON IL MEDESIMO

ESTRATTO ATTUATORE CON VITE SENZA FINE PER TRAIETTORIE NON LINEARI E ALZACRISTALLI REALIZZATO CON IL MEDESIMO ESTRATTO ATTUATORE CON VITE SENZA FINE PER TRAIETTORIE NON LINEARI E ALZACRISTALLI REALIZZATO CON IL MEDESIMO vittorio.scialla@strumentiperleaziende.com Attuatore per traiettorie non lineari dotato di

Dettagli

DIMENSIONAMENTO DEL MARTINETTO PER RICIRCOLO DI SFERE

DIMENSIONAMENTO DEL MARTINETTO PER RICIRCOLO DI SFERE DIMENSIONAMENTO DEL MARTINETTO PER RICIRCOLO DI SFERE Per un corretto dimensionamento del martinetto a ricircolo di sfere è necessario operare come segue: definizione dei dati del dell applicazione (A)

Dettagli

Forze come grandezze vettoriali

Forze come grandezze vettoriali Forze come grandezze vettoriali L. Paolucci 23 novembre 2010 Sommario Esercizi e problemi risolti. Per la classe prima. Anno Scolastico 2010/11 Parte 1 / versione 2 Si ricordi che la risultante di due

Dettagli

Disegno di Macchine. corso per I anno della laurea in ing. meccanica Docente: ing. Francesca Campana

Disegno di Macchine. corso per I anno della laurea in ing. meccanica Docente: ing. Francesca Campana Disegno di Macchine corso per I anno della laurea in ing. meccanica Docente: ing. Francesca Campana Lezione n 4 Componentistica di base: alberi, trasmissione per cinghie e catene, giunti Alberi Appunti

Dettagli

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω GIROSCOPIO Scopo dell esperienza: Verificare la relazione: ω p = bmg/iω dove ω p è la velocità angolare di precessione, ω è la velocità angolare di rotazione, I il momento principale d inerzia assiale,

Dettagli

Calcola l allungamento che subisce un tirante di acciaio lungo l=2,5m (a sez.circolare) con φ =20mm sottoposto ad un carico (in trazione) F=40.000N.

Calcola l allungamento che subisce un tirante di acciaio lungo l=2,5m (a sez.circolare) con φ =20mm sottoposto ad un carico (in trazione) F=40.000N. Edutecnica.it Azioni interne esercizi risolti 1 razione Esercizio no.1 soluzione a pag.7 Determina il diametro di un tirante (a sezione circolare in acciaio Fe0 da sottoporre ad una forza F10.000N di lunghezza

Dettagli

Analisi e consolidamento di colonne e pilastri in muratura

Analisi e consolidamento di colonne e pilastri in muratura CORSO DI RECUPERO E CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI A.A. 2010-2011 Analisi e consolidamento di colonne e pilastri in muratura Resistenza a compressione (1) I materiali lapidei naturali ed artificiali raggiungono

Dettagli

LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante

LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante IDRAULICA LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante 2 LEGGE DI STEVIN Z = ALTEZZA GEODETICA ENERGIA POTENZIALE PER UNITA DI PESO p /

Dettagli

Lavorazione delle lamiere

Lavorazione delle lamiere Lavorazione delle lamiere Lamiere Utilizzate nella produzione di carrozzerie automobilistiche, elettrodomestici, mobili metallici, organi per la meccanica fine. Le lamiere presentano una notevole versatilità

Dettagli

Lezione. Tecnica delle Costruzioni

Lezione. Tecnica delle Costruzioni Lezione Tecnica delle Costruzioni Collegamenti saldati Procedimenti di saldatura Sorgente termica che produce alta temperatura in modo localizzato Fusione del materiale base più il materiale di apporto

Dettagli

ESERCITAZIONE Scrittura di un programma CNC per la fresatura di un componente dato

ESERCITAZIONE Scrittura di un programma CNC per la fresatura di un componente dato ESERCITAZIONE Scrittura di un programma CNC per la fresatura di un componente dato Nella presente esercitazione si redige il programma CNC per la fresatura del pezzo illustrato nelle Figure 1 e 2. Figura

Dettagli

13. Campi vettoriali

13. Campi vettoriali 13. Campi vettoriali 1 Il campo di velocità di un fluido Il concetto di campo in fisica non è limitato ai fenomeni elettrici. In generale il valore di una grandezza fisica assegnato per ogni punto dello

Dettagli

IL TRASFORMATORE Prof. S. Giannitto Il trasformatore è una macchina in grado di operare solo in corrente alternata, perché sfrutta i principi dell'elettromagnetismo legati ai flussi variabili. Il trasformatore

Dettagli

TECNICA DELLE COSTRUZIONI: PROGETTO DI STRUTTURE LE FONDAZIONI

TECNICA DELLE COSTRUZIONI: PROGETTO DI STRUTTURE LE FONDAZIONI LE FONDAZIONI Generalità sulle fondazioni Fondazioni dirette Plinti isolati Trave rovescia Esecutivi di strutture di fondazione Generalità Le opere di fondazione hanno il compito di trasferire le sollecitazioni

Dettagli

ESAME DI STATO 2009/10 INDIRIZZO MECCANICA TEMA DI : MECCANICA APPLICATA E MACCHINE A FLUIDO

ESAME DI STATO 2009/10 INDIRIZZO MECCANICA TEMA DI : MECCANICA APPLICATA E MACCHINE A FLUIDO ESAME DI STATO 2009/10 INDIRIZZO MECCANICA TEMA DI : MECCANICA APPLICATA E MACCHINE A FLUIDO Lo studio delle frizioni coniche si effettua distinguendo il caso in cui le manovre di innesto e disinnesto

Dettagli

Appunti sulle funi. Le Funi Carmine Napoli

Appunti sulle funi. Le Funi Carmine Napoli Appunti sulle funi DEFINIZIONE Fune: è un organo flessibile formato da un insieme di fili di acciaio, di forma e dimensioni appropriate, avvolti elicoidalmente in uno o più gruppi concentrici attorno ad

Dettagli

Compressori volumetrici a) Compressori alternativi

Compressori volumetrici a) Compressori alternativi Compressori volumetrici a) Compressori alternativi Il parametro fondamentale per la valutazione di un compressore alternativo è l efficienza volumetrica: η v = (Portata volumetrica effettiva) / (Volume

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

Prova scritta di Fisica Generale I Corso di studio in Astronomia 22 giugno 2012

Prova scritta di Fisica Generale I Corso di studio in Astronomia 22 giugno 2012 Prova scritta di Fisica Generale I Corso di studio in Astronomia 22 giugno 2012 Problema 1 Due carrelli A e B, di massa m A = 104 kg e m B = 128 kg, collegati da una molla di costante elastica k = 3100

Dettagli

PROVE SULLA MACCHINA A CORRENTE CONTINUA

PROVE SULLA MACCHINA A CORRENTE CONTINUA LABORATORIO DI MACCHINE ELETTRICHE PROVE SULLA MACCHINA A CORRENTE CONTINUA PROVE SULLA MACCHINA A C. C. Contenuti Le prove di laboratorio che verranno prese in esame riguardano: la misura a freddo, in

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza A.A. 2007/08

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza A.A. 2007/08 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza Corso di Disegno Tecnico Industriale per il Corso di Laurea triennale in Ingegneria Meccanica e in Ingegneria Meccatronica Tolleranze

Dettagli

TECNICHE DI SIMULAZIONE

TECNICHE DI SIMULAZIONE TECNICHE DI SIMULAZIONE INTRODUZIONE Francesca Mazzia Dipartimento di Matematica Università di Bari a.a. 2004/2005 TECNICHE DI SIMULAZIONE p. 1 Introduzione alla simulazione Una simulazione è l imitazione

Dettagli

I MATERIALI SCELTA DEL MATERIALE SCELTA DEL MATERIALE FUNZIONALITÀ

I MATERIALI SCELTA DEL MATERIALE SCELTA DEL MATERIALE FUNZIONALITÀ SCELTA DEL MATERIALE I MATERIALI LA SCELTA DEL MATERIALE PER LA COSTRUZIONE DI UN PARTICOLARE MECCANICO RICHIEDE: LA CONOSCENZA DELLA FORMA E DELLE DIMEN- SIONI DELL OGGETTO LA CONOSCENZA DEL CICLO DI

Dettagli

Grazie ai mezzi maneggevoli, si possono produrre pali inclinati in quasi ogni inclinazione e direzione.

Grazie ai mezzi maneggevoli, si possono produrre pali inclinati in quasi ogni inclinazione e direzione. Battitura di pali duttili Generalità: Grazie agli escavatori idraulici leggeri e maneggevoli, i lavori per fondazioni di pali possono essere eseguiti anche in condizioni difficili oppure quando lo spazio

Dettagli

Un po di statistica. Christian Ferrari. Laboratorio di Matematica

Un po di statistica. Christian Ferrari. Laboratorio di Matematica Un po di statistica Christian Ferrari Laboratorio di Matematica 1 Introduzione La statistica è una parte della matematica applicata che si occupa della raccolta, dell analisi e dell interpretazione di

Dettagli

Classificazione delle pompe. Pompe rotative volumetriche POMPE ROTATIVE. POMPE VOLUMETRICHE si dividono in... VOLUMETRICHE

Classificazione delle pompe. Pompe rotative volumetriche POMPE ROTATIVE. POMPE VOLUMETRICHE si dividono in... VOLUMETRICHE Classificazione delle pompe Pompe rotative volumetriche POMPE VOLUMETRICHE si dividono in... POMPE ROTATIVE VOLUMETRICHE Pompe rotative volumetriche Principio di funzionamento Le pompe rotative sono caratterizzate

Dettagli

IMPIANTO AUTOMATICO PER LA SALDATURA DI ESTRUSI DI ALLUMINIO PER APPLICAZIONI NAVALI.

IMPIANTO AUTOMATICO PER LA SALDATURA DI ESTRUSI DI ALLUMINIO PER APPLICAZIONI NAVALI. IMPIANTO AUTOMATICO PER LA SALDATURA DI ESTRUSI DI ALLUMINIO PER APPLICAZIONI NAVALI. Tube Tech Machinery Marcello Filippini Il settore dei trasporti, specialmente i trasporti passeggeri con treni e navi,

Dettagli

Sistema di diagnosi CAR TEST

Sistema di diagnosi CAR TEST Data: 30/09/09 1 di 7 Sistema di diagnosi CAR TEST Il sistema di diagnosi CAR TEST venne convenientemente utilizzato per: - verificare che la scocca di un veicolo sia dimensionalmente conforme ai disegni

Dettagli

Sez. J.1 Sistemi e tecnologie ad aria compressa, di ausilio alla produzione SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO TUBI VORTEX FRIGID-X TM VORTEX TUBE

Sez. J.1 Sistemi e tecnologie ad aria compressa, di ausilio alla produzione SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO TUBI VORTEX FRIGID-X TM VORTEX TUBE Sez. J.1 Sistemi e tecnologie ad aria compressa, di ausilio alla produzione SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO DC COOLING TUBI VORTEX FRIGID-X TM VORTEX TUBE Documentazione non registrata, soggetta a modifiche

Dettagli

Corso di tecnologia Scuola media a.s. 2010-2011 PROF. NICOLA CARIDI

Corso di tecnologia Scuola media a.s. 2010-2011 PROF. NICOLA CARIDI Corso di tecnologia Scuola media a.s. 2010-2011 PROF. NICOLA CARIDI ARGOMENTI TRATTATI: Oggetti materiali e tecnologie Classificazione dei materiali Proprietà dei materiali Proprietà chimico/fisico Proprietà

Dettagli

Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro)

Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro) Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro) E dipendente dalla temperatura:capacità di riposizionamento di difetti ed atomi (diffusione

Dettagli

Aprile (recupero) tra una variazione di velocità e l intervallo di tempo in cui ha luogo.

Aprile (recupero) tra una variazione di velocità e l intervallo di tempo in cui ha luogo. Febbraio 1. Un aereo in volo orizzontale, alla velocità costante di 360 km/h, lascia cadere delle provviste per un accampamento da un altezza di 200 metri. Determina a quale distanza dall accampamento

Dettagli

Strutture in acciaio. Unioni

Strutture in acciaio. Unioni Strutture in acciaio Unioni Tipologie di unioni Chiodi o bulloni Sono puntuali Indeboliscono le sezioni Ripristinano solo parzialmente la continuità Si eseguono in opera con relativa facilità Saldatura

Dettagli

CAPITOLO 5 IDRAULICA

CAPITOLO 5 IDRAULICA CAPITOLO 5 IDRAULICA Cap. 5 1 FLUIDODINAMICA STUDIA I FLUIDI, IL LORO EQUILIBRIO E IL LORO MOVIMENTO FLUIDO CORPO MATERIALE CHE, A CAUSA DELLA ELEVATA MOBILITA' DELLE PARTICELLE CHE LO COMPONGONO, PUO'

Dettagli

Lezione. Tecnica delle Costruzioni

Lezione. Tecnica delle Costruzioni Lezione Tecnica delle Costruzioni 1 Materiali Caratteristiche dell acciaio Acciaio = lega ferro-carbonio Caratteristiche importanti: resistenza duttilità = capacità di deformarsi plasticamente senza rompersi

Dettagli

RUOTE DENTATE. Introduzione

RUOTE DENTATE. Introduzione RUOTE DENTATE 362 Introduzione Le ruote dentate costituiscono un sistema affidabile per la trasmissione del moto tra assi paralleli, incidenti e sghembi. La trasmissione avviene per spinta dei denti della

Dettagli

SCHEDA 69: TELAIO POSTERIORE ABBATTIBILE PIEGATO PER TRATTORI A CINGOLI CON MASSA MAGGIORE DI 1500 kg E FINO A 3000 kg

SCHEDA 69: TELAIO POSTERIORE ABBATTIBILE PIEGATO PER TRATTORI A CINGOLI CON MASSA MAGGIORE DI 1500 kg E FINO A 3000 kg SCHEDA 69: TELAIO POSTERIORE ABBATTIBILE PIEGATO PER TRATTORI A CINGOLI CON MASSA MAGGIORE DI 1500 kg E FINO A 3000 kg SPECIFICHE DEL TELAIO DI PROTEZIONE. : il testo compreso fra i precedenti simboli

Dettagli

Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale

Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale Problema 1 Un corpo puntiforme di massa m = 1.0 kg viene lanciato lungo la superficie di un cuneo avente un inclinazione θ = 40 rispetto all orizzontale e altezza h = 80 cm. Il corpo viene lanciato dal

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it L INTENSITÀ DELLA CORRENTE ELETTRICA Consideriamo una lampadina inserita in un circuito elettrico costituito da fili metallici ed un interruttore.

Dettagli

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms adacher@dia.uniroma3.it Introduzione Sistemi e Modelli Lo studio e l analisi di sistemi tramite una rappresentazione astratta o una sua formalizzazione

Dettagli

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R Studio di funzione Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R : allo scopo di determinarne le caratteristiche principali.

Dettagli

Trattamenti termici degli acciai al carbonio

Trattamenti termici degli acciai al carbonio Trattamenti termici Il trattamento termico è una lavorazione attuata mediante un ciclo termico, su un metallo o una sua lega, allo stato solido, al fine di variarne le proprietà e renderle adatte alla

Dettagli

Introduzione all analisi dei segnali digitali.

Introduzione all analisi dei segnali digitali. Introduzione all analisi dei segnali digitali. Lezioni per il corso di Laboratorio di Fisica IV Isidoro Ferrante A.A. 2001/2002 1 Segnali analogici Si dice segnale la variazione di una qualsiasi grandezza

Dettagli

1 PREMESSE E SCOPI... 3 2 DESCRIZIONE DEI SUPPORTI SOTTOPOSTI A PROVA... 3 3 PROGRAMMA DELLE PROVE SPERIMENTALI... 5

1 PREMESSE E SCOPI... 3 2 DESCRIZIONE DEI SUPPORTI SOTTOPOSTI A PROVA... 3 3 PROGRAMMA DELLE PROVE SPERIMENTALI... 5 DI UN SISTEMA DI FISSAGGIO PER FACCIATE CONTINUE 2 INDICE 1 PREMESSE E SCOPI... 3 2 DESCRIZIONE DEI SUPPORTI SOTTOPOSTI A PROVA... 3 3 PROGRAMMA DELLE PROVE SPERIMENTALI... 5 3.1 STRUMENTAZIONE UTILIZZATA...

Dettagli

DINAMICA DEL PUNTO MATERIALE E CONCETTO DI FORZA. Dinamica: studio delle forze che causano il moto dei corpi

DINAMICA DEL PUNTO MATERIALE E CONCETTO DI FORZA. Dinamica: studio delle forze che causano il moto dei corpi DINAMICA DEL PUNTO MATERIALE E CONCETTO DI FORZA Dinamica: studio delle forze che causano il moto dei corpi 1 Forza Si definisce forza una qualunque causa esterna che produce una variazione dello stato

Dettagli

SETTORI DI APPLICAZIONE

SETTORI DI APPLICAZIONE SETTORI DI APPLICAZIONE TECNOLOGIA DI FUSIONE Le richieste che arrivano dal settore della pressofusione sono sempre più esigenti in termini di assenza di porosità, riduzione del peso, alta resistenza e

Dettagli

Schema generale laminazioni

Schema generale laminazioni Laminazione Processo di riduzione dell altezza o cambio di sezione di un pezzo attraverso la pressione applicata tramite due rulli rotanti. La laminazione rappresenta il 90% dei processi di lavorazione

Dettagli

FISICA DELLA BICICLETTA

FISICA DELLA BICICLETTA FISICA DELLA BICICLETTA Con immagini scelte dalla 3 SB PREMESSA: LEGGI FISICHE Velocità periferica (tangenziale) del moto circolare uniforme : v = 2πr / T = 2πrf Velocità angolare: ω = θ / t ; per un giro

Dettagli

CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY)

CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY) CICLO DI LEZIONI per Progetto e Gestione della Qualità Facoltà di Ingegneria CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY) Carlo Noè Università Carlo Cattaneo e-mail: cnoe@liuc.it 1 CAPACITÀ DI PROCESSO Il

Dettagli

Prodotti. Chi siamo. Qualità. Cosa facciamo. Contatti Tel. Fax e-mail. Aviometal fornisce dal pronto

Prodotti. Chi siamo. Qualità. Cosa facciamo. Contatti Tel. Fax e-mail. Aviometal fornisce dal pronto Prodotti Chi siamo Fondata nel 1952, Aviometal ha iniziato la propria attività come azienda di supporto ai principali costruttori aeronautici nazionali, che a quell epoca gravitavano principalmente nelle

Dettagli

Acciaio per lavorazioni a caldo

Acciaio per lavorazioni a caldo Acciaio per lavorazioni a caldo Generalità BeyLos 2329 è un acciaio legato progettato per la realizzazione di matrici, stampi o punzoni o altri particolari che devono lavorare a temperature elevate. I

Dettagli

CHE COSA CAMBIA CON LA NUOVA NORMA EUROPEA PER PROFILI IN PVC UNI EN 12608

CHE COSA CAMBIA CON LA NUOVA NORMA EUROPEA PER PROFILI IN PVC UNI EN 12608 COSTRUIRE SERRAMENTI IN PVC CHE COSA CAMBIA CON LA NUOVA NORMA EUROPEA PER PROFILI IN PVC UNI EN 12608 1 La norma europea rivolta alla definizione delle caratteristiche dei profili in PVC per finestre

Dettagli

PROPRIETÀ DEI MATERIALI

PROPRIETÀ DEI MATERIALI ESERCITAZIONE 1 PROPRIETÀ DEI MATERIALI SONO LE GRANDEZZE IL CUI VALORE DESCRIVE IL COMPORTAMENTO DEL MATERIALE IN PRESENZA DELLE DIVERSE SOLLECITAZIONI E CONDIZIONI DI SERVIZIO COSTITUISCONO L ELEMENTO

Dettagli

Materiali, Sviluppo, Soluzioni. Prodotti di Molibdeno per la industria del vetro

Materiali, Sviluppo, Soluzioni. Prodotti di Molibdeno per la industria del vetro Materiali, Sviluppo, Soluzioni Prodotti di Molibdeno per la industria del vetro H.C. Starck, Molibdeno Materiali come il molibdeno e il tungsteno, sono vitali per le applicazioni di fusione, omogeneizzazione

Dettagli

Termodinamica. Sistema termodinamico. Piano di Clapeyron. Sistema termodinamico. Esempio. Cosa è la termodinamica? TERMODINAMICA

Termodinamica. Sistema termodinamico. Piano di Clapeyron. Sistema termodinamico. Esempio. Cosa è la termodinamica? TERMODINAMICA Termodinamica TERMODINAMICA Cosa è la termodinamica? La termodinamica studia la conversione del calore in lavoro meccanico Prof Crosetto Silvio 2 Prof Crosetto Silvio Il motore dell automobile trasforma

Dettagli

Termodinamica: legge zero e temperatura

Termodinamica: legge zero e temperatura Termodinamica: legge zero e temperatura Affrontiamo ora lo studio della termodinamica che prende in esame l analisi dell energia termica dei sistemi e di come tale energia possa essere scambiata, assorbita

Dettagli

F S V F? Soluzione. Durante la spinta, F S =ma (I legge di Newton) con m=40 Kg.

F S V F? Soluzione. Durante la spinta, F S =ma (I legge di Newton) con m=40 Kg. Spingete per 4 secondi una slitta dove si trova seduta la vostra sorellina. Il peso di slitta+sorella è di 40 kg. La spinta che applicate F S è in modulo pari a 60 Newton. La slitta inizialmente è ferma,

Dettagli

Relazione ed elaborati di progetto per il solaio

Relazione ed elaborati di progetto per il solaio LABORATORIO DI COSTRUZIONE DELL ARCHITETTURA 2A prof. Renato Giannini Relazione ed elaborati di progetto per il solaio (arch. Lorena Sguerri) Relazione di calcolo Predimensionamento e analisi dei carichi

Dettagli

Fondazioni a platea e su cordolo

Fondazioni a platea e su cordolo Fondazioni a platea e su cordolo Fondazione a platea massiccia Una volta normalmente impiegata per svariate tipologie di edifici, oggi la fondazione a platea massiccia viene quasi esclusivamente adottata

Dettagli

RUGOSITÀ. Introduzione

RUGOSITÀ. Introduzione RUGOSITÀ 299 Introduzione Le superfici degli oggetti reali sono di solito affette da irregolarità microgeometriche. Tali irregolarità possono essere casuali (tipico nei pezzi prodotti per fusione), ovvero

Dettagli

Permettono di marcare in macchina con notevole risparmio di tempo e con questi vantaggi:

Permettono di marcare in macchina con notevole risparmio di tempo e con questi vantaggi: APPARECCHI DI MARCATURA DA APPLICARE A MACCHINE UTENSILI CNC Permettono di marcare in macchina con notevole risparmio di tempo e con questi vantaggi: - AUTOMAZIONE DEL PROCESSO DI MARCATURA - SICUREZZA

Dettagli

Estensimetro. in variazioni di resistenza.

Estensimetro. in variazioni di resistenza. Estensimetro La misura di una forza incidente su di un oggetto può essere ottenuta misurando la deformazione o la variazione di geometria che l oggetto in questione subisce. L estensimetro estensimetro,

Dettagli

GEOMETRIA DELLE MASSE

GEOMETRIA DELLE MASSE 1 DISPENSA N 2 GEOMETRIA DELLE MASSE Si prende in considerazione un sistema piano, ossia giacente nel pian x-y. Un insieme di masse posizionato nel piano X-Y, rappresentato da punti individuati dalle loro

Dettagli

STRUTTURE MISTE ACCIAIO-CLS Lezione 2

STRUTTURE MISTE ACCIAIO-CLS Lezione 2 STRUTTURE MISTE ACCIAIO-CLS Lezione 2 I SISTEMI DI CONNESSIONE Tipologie di connettori Calcolo della sollecitazione nei connettori Connettori a totale ripristino di resistenza Connettori a parziale ripristino

Dettagli

Anche nel caso che ci si muova e si regga una valigia il lavoro compiuto è nullo: la forza è verticale e lo spostamento orizzontale quindi F s =0 J.

Anche nel caso che ci si muova e si regga una valigia il lavoro compiuto è nullo: la forza è verticale e lo spostamento orizzontale quindi F s =0 J. Lavoro Un concetto molto importante è quello di lavoro (di una forza) La definizione di tale quantità scalare è L= F dl (unità di misura joule J) Il concetto di lavoro richiede che ci sia uno spostamento,

Dettagli

Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC.

Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC. Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC. Nelle automazioni e nell industria di processo si presenta spesso il problema di gestire segnali analogici come temperature,

Dettagli