UNA SCUOLA PER TUTTI. L esperienza dei laboratori di integrazione alunni disabili - ID a cura di Licia Martini
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1 Assessorato Servizi Educativi, Istruzione, Formazione e Università UNA SCUOLA PER TUTTI L esperienza dei laboratori di integrazione alunni disabili - ID a cura di Licia Martini
2 Assessorato Servizi Educativi, Istruzione, Formazione e Università UNA SCUOLA PER TUTTI L esperienza dei laboratori di integrazione alunni disabili - ID A cura di Licia Martini Comune di Imola Settore Scuole Servizio Diritto allo Studio
3 > INDICE > presentazione PAG. 3 Fabrizio Castellari e Licia Martini Comune di Imola > premessa PAG. 6 Donata Chiarini Servizio di Neuropsichiatria dell età evolutiva dell AUSL di Imola > laboratorio di abilità sociali PAG. 9 Maria Nitti Cooperativa Seacoop > laboratorio di cucina PAG. 13 Silvia Ravanelli Cooperativa Grilloparlante > laboratorio ludico-comunicativo PAG. 17 Daniele Trombetti Cooperativa Seacoop > laboratorio di psicomotricità PAG. 21 Alessandra Ronchi Cooperativa Grilloparlante > laboratorio andiamo a cavallo PAG. 25 Romina Dal Pane Centro Ippico Sportivo Imolese 2
4 PRESENTAZIONE < > l idea e gli organizzatori Il progetto Integrazione alunni disabili (in breve ID) prende avvio nel 1998 grazie al Dipartimento di Neuropsichiatria dell Età evolutiva dell Azienda Sanitaria Locale. Collaborano all iniziativa il Comune di Imola, il Distretto scolastico n. 33, gli Istituti Scolastici e le Cooperative Sociali Grilloparlante e Seacoop. Il progetto nasce come proposta di integrazione per gli alunni con bisogni educativi speciali, in situazione di disabilità, ma nel tempo si conferma occasione per tutti coloro che vi partecipano di fare esperienze ed attività piacevoli ed utili a rafforzare in modo positivo la propria identità, a scoprire le risorse e le capacità di ognuno, a ricevere un aiuto nel proprio percorso di crescita. > i laboratori del progetto Il progetto si articola, oggi, in cinque laboratori: > abilità sociali > cucina > ludico-comunicativo > psicomotricità > andiamo a cavallo. I laboratori sono situazioni in cui ogni bambino può esplorare le proprie risorse, maturare, acquisire competenze attraverso linguaggi diversi (il movimento, la rappresentazione con materiali, la narrazione, il segno grafico), il contatto con la natura e gli animali, la realizzazione di esperienze pratiche. Il progetto dei laboratori propone spazi ed attività che rispecchiano le differenze dei partecipanti, ma nel contempo crea- 3
5 no delle aree di esperienza condivise in cui ognuno può contribuire alla realizzazione di un obiettivo comune: per tutti è possibile partecipare con motivazione, con interesse e senza eccessive angosce, sentendo accolti i propri bisogni. > il metodo di lavoro L attenzione al fare, che dà una forte impronta ai laboratori, consente a chi partecipa di sperimentare e scoprire in sé e nei propri compagni capacità che a volte rimangono in ombra nell esperienza scolastica e in tal modo permette di rafforzare le capacità individuali e di gruppo: cosa so fare ed esprimere, che contributo posso dare al lavoro comune. Il collegamento dei laboratori con la programmazione dell attività scolastica crea poi un utile legame tra il fare e la didattica, rafforzando ulteriormente il percorso di inclusione. La classe o il piccolo gruppo acquistano forza e fiducia nelle proprie risorse relazionali e conoscenza delle differenze individuali che vengono esplorate, valorizzate ed utilizzate in un contesto di reciprocità: i compagni diventano così la prima risorsa per l integrazione e per stare bene nel gruppo. > l impegno del Comune Il Comune di Imola, condividendo la finalità e la proposta operativa dei laboratori di Integrazione alunni disabili -ID, attraverso il Servizio Diritto allo Studio, ha deciso di finanziare in modo continuativo queste attività. Da iniziativa sperimentale il progetto è entrato nella normalità del fare scuola, è diventato parte rilevante di quelle risorse aggiuntive che servono per rispondere ai bisogni educativi di tutti, anche dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze con maggiori difficoltà. > come sono gestiti i laboratori Attualmente, i cinque laboratori, coordinati dal Servizio Diritto allo Studio, sono condotti da operatori specializzati provenienti dalle cooperative Grilloparlante e Seacoop e dal C.I.S.I.- Centro Ippico Sportivo 4
6 Imolese e prevedono, per le situazioni più complesse, un confronto e la possibilità di una supervisione da parte del Dipartimento di Neuropsichiatria dell Età evolutiva dell Azienda Sanitaria Locale di Imola. > i risultati Ogni anno, mediamente, oltre 70 bambini e ragazzi in situazione di disabilità, frequentanti le scuole primarie e secondarie di 1 grado, partecipano con i propri compagni di classe ai laboratori, che si svolgono presso spazi appositamente allestiti, all interno delle scuole di provenienza, oppure in sedi dedicate. Il presente opuscolo vuole essere una sintetica illustrazione dei laboratori, così come si sono definiti ed articolati in questi anni, rivolto alle famiglie, ai docenti, agli educatori e a quanti operano nell ambito della disabilità. Fabrizio Castellari Vicesindaco Assessore ai Servizi Educativi, Istruzione, Formazione e Università Licia Martini Responsabile Servizio Diritto allo Studio 5
7 > PREMESSA I bambini disabili protagonisti di una parte di vita scolastica programmata per loro, i compagni presenti, ma ospiti, invitati a turno a collaborare coi bambini disabili e ad assistere alle loro realizzazioni: questo lo scenario che immaginammo, come Servizio di Neuropsichiatria Infantile nel 1998, scenario ardito, quasi una fantasia. E stato merito delle Scuole e del Comune di Imola, realizzare questa fantasia. Dalla collaborazione di operatori scolastici, delle cooperative sociali, dell AU- SL e dell Amministrazione Comunale sono nati i laboratori ID, laboratori per l integrazione scolastica degli alunni disabili. Gli attori dei laboratori ID sono in gran parte cambiati, ma i laboratori continuano ad esistere per intrinseca vitalità, perché trovano una profonda ragione nell esistenza della scuola e nell obiettivo dell integrazione. Il principio alla base dei laboratori fu prendere come punto di riferimento le esperienze concrete: > il movimento del corpo per apprenderne il significato simbolico e comunicativo e il suo uso per realizzazioni fantastiche nel laboratorio di psicomotricità; > l uso degli ingredienti e della loro miscelazione per apprendere le trasformazioni, i rapporti di causalità, le misure, nel laboratorio di cucina; > la drammatizzazione delle situazioni di un testo, per poterle poi disegnare, realizzare con i pupazzi, cogliere, alla fine, il significato delle parole che lo esprimono, nel laboratorio ludico-comunicativo. Un secondo principio è stato quello del piccolo gruppo come sede possibile di una socializzazione reale, perchè solo nel piccolo gruppo il bambino può sentirsi celebrato come individuo e gli altri sono percepiti come sostegno e non minaccia all identità. IL terzo elemento caratterizzante mirava alla ripetizione delle attività, per consolidare e verificare le acquisizioni raggiunte, così che i tempi della proposta educativa fossero commisurati al progresso degli allievi. L ultimo significativo elemento era l enfasi sull osservazione e l ado- 6
8 zione di sistemi specifici di valutazione per i diversi laboratori, al fine di monitorare i progressi conseguiti. C è stata una formazione iniziale per gli educatori e gli insegnanti coinvolti sui contenuti dei laboratori e sulla disabilità in generale da parte del servizio di neuropsichiatria dell età evolutiva; ci sono stati incontri di programmazione e verifica in itinere del funzionamento dei laboratori. Molte le difficoltà incontrate e superate. Altri laboratori si sono aggiunti nel corso del tempo (quello di fattoria, con l esperienza diretta dell accudimento degli animali; quello delle abilità sociali, con l insegnamento esplicito delle modalità dell interazione sociale). Il Servizio di Neuropsichiatria dell età evolutiva col tempo si è ritirato: la scuola ha gestito senza più intermediazioni le attività dei laboratori, programmando con gli stessi conduttori dei laboratori le attività; le cooperative sociali che mettono a disposizione i conduttori dei laboratori hanno fatto proprio il significato dell esperienza, garantendo continuità agli interventi. I bambini con disabilità hanno così trovato degli ambienti dove imparare è piacevole e il rapporto coi normodotati più facile; i bambini normodotati da parte loro desiderano partecipare alle attività dei laboratori, perchè tutti i bambini hanno in fondo bisogno di essere creativi col corpo ed apprendere dall esperienza vissuta, tutti i bambini vivono l emozione e la facilitazione di un racconto agito, piuttosto che soltanto ascoltato, tutti i bambini imparano quando giocano a fare i cuochi sul serio. Come servizio che si occupa di infanzia, di tutta l infanzia e non solo dell handicap, vorremmo che quelli che organizzano e fanno, o beneficiano, direttamente o indirettamente, dei laboratori ID fossero consapevoli del piccolo tesoro che questa comunità ha saputo costruire e mantenere, di quanto sia originale, fecondo e utile a tutti. Donata Chiarini Servizio di Neuropsichiatria dell età evolutiva dell AUSL di Imola 7
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10 laboratorio di ABILITÀ SOCIALI < Maria Nitti Cooperativa Seacoop Il laboratorio di abilità sociali è un insieme di esperienze ed attività che favoriscono nei partecipanti l acquisizione delle abilità necessarie per adattarsi al mondo, per intraprendere e sostenere in modo significativo interazioni sociali con i coetanei e con gli adulti. Le abilità sociali sono fondamentali per lo sviluppo della personalità e della capacità di instaurare relazioni interpersonali soddisfacenti e significative. Sono il saper essere che consente di lavorare in gruppo, comunicare, ascoltare, interagire nelle differenze, saper gestire i conflitti. Uno dei principi fondamentali del laboratorio è che le competenze sociali e le abilità di base possano essere insegnate attraverso interventi specifici ed adeguati, anche ai bambini che spontaneamente non presentano tali competenze. 9
11 > come L attività viene svolta in un aula all interno della scuola, alla presenza di un operatore esperto che si occupa dell accoglienza del bambino e dei compagni, della predisposizione dei materiali e della conduzione e supervisione dell attività stessa. L attività è rivolta a tutti i bambini della classe in cui sia presente un compagno in situazione di disabilità. Gli alunni sono divisi in gruppi composti ciascuno da 4-5 bambini, i quali si alternano a seconda della programmazione prevista e concordata con gli insegnanti di classe. Il bambino in situazione di disabilità è presente per tutta la durata dell attività ed ha la possibilità di condividere l esperienza con i propri compagni. L operatore seleziona le situazioni che realmente e concretamente appartengono alla vita quotidiana, al fine di favorire nel bambino l utilizzo delle competenze apprese in modo spontaneo ed autonomo, in risposta alle richieste del suo ambiente. Lo strumento didattico utilizzato è il gioco di gruppo, durante il quale i partecipanti mettono in pratica, apprendono ed utilizzano diverse abilità sociali, quali partecipare correttamente, condividere, rispettare i turni, comunicare con modalità appropriate. L esperienza del laboratorio consente di riconoscere le emozioni in sé e negli altri, diventare consapevoli di come le emozioni influenzano il comportamento e riuscire a gestirle in modo appropriato. 10
12 > obiettivi Il laboratorio consente di: > facilitare l apprendimento di quelle abilità necessarie per intraprendere e sostenere in modo significativo interazioni sociali con i pari e con gli adulti; > aumentare l autonomia personale; > acquisire la capacità di lavorare in piccolo gruppo; > potenziare la capacità di ascolto, rispettando l alternanza dei turni; > saper stare con gli altri attraverso la partecipazione ad attività comuni. > per chi Il laboratorio offre ai bambini con difficoltà relazionali e cognitive, ma più in generale a tutti coloro che vi partecipano, l opportunità di realizzare esperienze significative per sviluppare e rafforzare comportamenti sociali autonomi, adeguati ai diversi contesti di relazione e di attività. 11
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14 laboratorio di CUCINA < Silvia Ravanelli Cooperativa Grilloparlante Le esperienze di cucina fanno parte della quotidianità e da sempre la cucina è uno spazio ricco di implicazioni emotivo/affettive radicate nel vissuto di ciascun bambino e di relazioni interpersonali che innescano dinamiche psichiche importanti. Per fare in modo che queste attività diventino esperienze didatticamente e culturalmente utili, nella realizzazione del laboratorio l attenzione è posta in particolare alla cooperazione e collaborazione tra i tutti i bambini, anche in situazione di difficoltà e disabilità, allo scambio continuo di aiuto finalizzato a realizzare un prodotto frutto del lavoro di ciascuno e di tutti insieme. Attraverso il laboratorio di cucina si cerca di rafforzare il senso di responsabilità e di condivisione, le abilità diverse e specifiche di ognuno, il rispetto di tempi, di regole e delle consegne date. 13
15 > come Il laboratorio si svolge in un aula mensa attrezzata in modo da consentire il più possibile a tutti i partecipanti un utilizzo autonomo degli spazi dedicati alle diverse attività (cucinare, mangiare, lavare). Si seguono alcune procedure, annotate anche in un cartellone, come: > lavarsi le mani > mettersi il grembiule > leggere la ricetta alla lavagna > reperire gli ingredienti e gli strumenti > pesare, mescolare > infornare > apparecchiare > disegnare e > degustare il proprio lavoro tutte azioni che includono competenze pratiche, motorie e cognitive. La ricetta scritta alla lavagna prevede anche il supporto grafico di alcuni disegni, per facilitare la comprensione dei bambini che non leggono. Ogni compito viene di norma suddiviso tra gli alunni, tenendo in considerazione le varie abilità e/o difficoltà. Il prodotto, quando possibile, viene portato anche nella classe dei bambini per trasportare un po del risultato del laboratorio in aula, valorizzando così il lavoro svolto e stimolando anche la curiosità. Il laboratorio permette quindi di trattare tematiche proprie a discipline diverse quali l educazione all immagine, la scrittura e la lettura, le misure di peso e capacità, l educazione alimentare, fornendo interessanti spunti per un successivo approfondimento in classe. 14
16 > obiettivi Tra gli obiettivi specifici e formativi del laboratorio si ricordano: > stimolare la relazione, attivare l interazione e favorire l integrazione > esprimersi e comunicare attraverso linguaggi non verbali > ascoltare, leggere e comprendere le fasi del procedimento > rispettare i tempi e le modalità di lavoro degli altri > interagire e cooperare con i compagni > percepire le diverse parti del corpo e usarle nel modo corretto > sviluppare abilità motorie, di motricità fine, di coordinazione oculomanuale > accrescere le capacità di attenzione e concentrazione > favorire la socializzazione > avvicinare alla conoscenza di testi diversi come i testi regolativi delle ricette > comprendere l uso degli strumenti e gestirli. > per chi Il laboratorio è rivolto agli alunni delle scuole primarie e secondarie di 1 grado. All attività partecipano i bambini in situazione di disabilità con i propri compagni di classe, realizzando in questo modo un esperienza di lavoro comune, di partecipazione e reale integrazione. 15
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18 laboratorio LUDICO-COMUNICATIVO < Daniele Trombetti Cooperativa Seacoop Il laboratorio ludico-comunicativo si presenta come un contesto nel quale è possibile realizzare esperienze diverse di carattere ludico, espressivo e comunicativo. Si basa sulla rappresentazione di fiabe/racconti, integrata da attività manuali (costruzione dei costumi per la rappresentazione, ecc.), grafico-pittoriche e di drammatizzazione. Il conduttore, per mezzo di supporti visivi o di produzione delle sequenze narrative e di un copione, coinvolge i partecipanti in una drammatizzazione (rappresentazione), dove ciascuno ha un proprio ruolo. L utilizzo di canali comunicativi diversi permette a tutti i partecipanti di trovare uno spazio adeguato alle proprie capacità, di condividere un esperienza positiva d integrazione. 17
19 > come Il laboratorio è un progetto che coinvolge gli insegnanti di classe, di sostegno e il dipartimento di neuropsichiatria dell età evolutiva, che concordano con il conduttore: chi partecipa, i tempi e i contenuti. L attività si svolge all interno delle scuole del comune di Imola, in un aula-laboratorio attrezzata con: supporti visivi e uditivi, materiale per disegnare e realizzare i costumi di scena e per allestire l ambiente per la rappresentazione finale dell attività. Come filo conduttore del laboratorio sono utilizzate fiabe e racconti che vengono illustrati dall operatore e dai bambini. Il ricorso alle favole consente di spaziare in luoghi carichi di emozioni e di empatia; la fiaba, infatti, è presente in tutte le culture, rappresenta un momento magico della comunicazione adulto-bambino ed è uno strumento linguistico-cognitvo e psicologo molto efficace, che consente di coinvolgere il bambino sia dal punto di vista emotivo che didattico. La fiaba permette di inventare storie e drammatizzazioni utili a suscitare e favorire lo sviluppo dell immaginazione, della fantasia e delle emozioni. 18
20 > obiettivi Il laboratorio ludico-comunicativo è una risorsa che, integrandosi con le attività didattiche realizzate dagli insegnanti, aiuta i partecipanti a sviluppare capacità relative alla scrittura, la lettura, il disegno, l osservazione e la memorizzazione. Permette, attraverso il gioco, di esprimere/esprimersi utilizzando le proprie modalità, i propri tempi e le proprie capacità; sviluppa, in chi partecipa, fiducia in se stesso e quindi una maggiore autostima. Il percorso serve a stimolare la comunicazione verbale, la collaborazione, l accettazione e la socializzazione. > per chi Il laboratorio è rivolto agli alunni che frequentano la scuola primaria e secondaria di 1 grado, agli alunni affetti da disturbi generalizzati dello sviluppo e, più in generale, a tutti gli studenti che, organizzati in piccoli gruppi o con l intera classe, con questa esperienza migliorano le proprie capacità di espressione, integrazione, accettazione, collaborazione e la propria autostima. 19
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22 laboratorio di PSICOMOTRICITÀ < Alessandra Ronchi Cooperativa Grilloparlante La psicomotricità è un attività motoria che si modella sul gioco spontaneo e sulla libera espressività dei bambini, bisognosi di esperienze e di significati che partano innanzitutto dal corpo, dal corpo in movimento e dalla rete di relazioni che esso instaura (con se stesso, con gli altri, col mondo degli oggetti). > come L attività è rivolta a tutti i bambini della classe in cui sia presente un compagno in situazione di disabilità. Gli alunni sono divisi in 3-4 gruppi composti ciascuno da 7-8 bambini, che partecipano ognuno ad un ciclo di attività: il bambino in situazione di disabilità è presente per tutta la durata dell attività ed ha la possibilità di condividere l esperienza con i gruppi fissi e con tutti i compagni. 21
23 Il laboratorio è realizzato in un apposito spazio all interno della scuola, opportunamente attrezzato affinché la sala di psicomotricità si presenti come un ambiente caldo, piacevole e accogliente, ricco di materiali morbidi e colorati come grandi cubi e parallelepipedi di gommapiuma... da buttare giù, da lanciare, oppure da utilizzare per costruire, sprofondarvi dentro o salirci sopra... e, inoltre, materassi, cuscini, peluches e tanti teli e foulards colorati per avvolgersi, nascondersi, travestirsi, inventare. Nel laboratorio ci sono strutture per scivolare e la spalliera che consente di sperimentarsi nel salto, attività molto importante per i bambini perchè permette loro di percepire il corpo nella sua globalità e di rendersi conto delle proprie capacità e dei propri limiti. In questo luogo ogni bambino può esprimersi attraverso le sue modalità, da quelle più inibite a quelle più eccessive e la sua pulsionalità è accettata e canalizzata. L azione, il movimento mettono a contatto il bambino con la realtà: con le cose, gli altri e prima di tutto con se stesso in rapporto alla realtà. Il lavoro è impostato sulla globalità dell essere del bambino, nel rispetto della sua personalità e delle sue potenzialità in relazione con l ambiente familiare e sociale. I bambini hanno la possibilità di scoprire inattese abilità nei loro compagni, anche quelli in situazione di disabilità e possono sperimentare davvero che integrazione significa riconoscere e rispettare le differenze individuali. 22
24 > obiettivi Il laboratorio offre un rinforzo allo sviluppo globale di tutti i bambini, è un mezzo per trovare o ritrovare la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, per vincere le paure, per vivere il piacere del movimento, per imparare a giocare o più semplicemente per ricevere un aiuto in quel difficile cammino che è la crescita. L esperienza del laboratorio consente di rassicurare i bambini aiutandoli a: > prendere fiducia nelle loro personali capacità di azione e di affermazione, per vincere le paure, per vivere il piacere del movimento, per imparare a giocare ; > trovare o ritrovare le esperienze piacevoli proprie del movimento e del gioco e condividerle con gli altri; > strutturare un immagine di sé, un identità positiva. > per chi La psicomotricità è utile in modo specifico per i bambini con sindromi psicomotorie e in tutte quelle situazioni in cui l intervento sul movimento può favorire un miglior adattamento psichico. In realtà, la psicomotricità è un valido aiuto alla crescita per tutti i bambini, che durante l attività del laboratorio possono esprimere e rielaborare, in un clima di contenimento affettivo, la propria storia personale inscritta nel corpo. 23
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26 laboratorio ANDIAMO A CAVALLO < Romina Dal Pane Centro Ippico Sportivo Imolese E molto forte l attrazione che i cavalli suscitano nei bambini: nelle loro fantasie il cavallo è protagonista di sogni, fiabe e desideri. Il cavallo è simbolo di forza, potenza, velocità, nobiltà, libertà è caldo, docile, sottomesso, porta e dondola anche se l altezza, la sua imponenza o la sua carica istintiva possono intimorire. Il laboratorio, attraverso la conoscenza ed il contatto con il cavallo, aiuta i bambini a conoscere se stessi divertendosi, confrontandosi con potenzialità, capacità e limiti, aiutando e facendosi aiutare. Per le sue caratteristiche, il cavallo rappresenta un supporto sia fisico che psicologico perché è un animale vivo, mobile, sensibile, ricettivo con cui entrare in relazione. Il cavallo diventa così mediatore tra il bambino ed il resto del mondo, gli offre la possibilità di riconoscere l importanza della relazione con l altro e del rispetto reciproco. 25
27 > come Ogni laboratorio è articolato in 5 incontri con accesso settimanale della durata di 2 ore ciascuno; ogni ciclo coinvolge un gruppo composto da bambini in situazione di disabilità e da alcuni compagni di classe, a rotazione. Ciascun incontro è caratterizzato da 2 fasi: la teoria e la pratica. Inizialmente ai partecipanti sono presentati elementi di conoscenza generale del mondo del cavallo e, con l uso di schede di lavoro, giochi, osservazioni dirette dell ambiente, di situazioni e relazioni tra gli animali, possono essere approfonditi argomenti come comportamento e comunicazione del cavallo, alimentazione, gestione della scuderia, morfologia dell animale, andature, bardature, ecc Successivamente, il gruppo viene coinvolto in un graduale avvicinamento ed approccio al cavallo nell attività pratica di pulizia, sellaggio e nella salita. Si sperimenta il contatto diretto con l accudimento, la capacità di entrare in sintonia con l animale attraverso l equilibrio e l adattamento al ritmo dei suoi movimenti alle varie andature, l esecuzione di giochi ed esercizi, la guida sia in sella che da terra. Le attività proposte favoriscono il coinvolgimento diretto di tutti i partecipanti, permettendo loro di acquisire elementi di esperienza sui quali confrontarsi in classe. In particolare il bambino in situazione di disabilità, partecipando a tutti gli incontri, può mettere le abilità acquisite e la propria esperienza a disposizione dei nuovi compagni, assumendo un ruolo da esperto che facilita la sua integrazione e l inserimento nel gruppo. 26
28 > obiettivi Il laboratorio consente di sviluppare in tutti i partecipanti capacità a diversi livelli. Sul piano cognitivo favorisce: > l acquisizione di capacità di osservazione e concentrazione; > il potenziamento dell orientamento spazio-temporale, apprendimenti di competenze pratiche, di sequenze di azioni, conoscenza e uso di strumenti. Sul piano affettivo-relazionale consente di: > migliorare il controllo emotivo, la tolleranza alle frustrazioni, canalizzare l aggressività, la consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni; > favorire la socializzazione e la comunicazione attraverso la condivisione con gli altri di spazi, tempi, oggetti, abilità, interessi e quindi sviluppare sensibilità e rispetto verso l altro, migliorare il rispetto di regole e turni. Sul piano psicologico: > sviluppa la stabilità dell umore, il comportamento tranquillo e fermo; > migliora il contatto con la realtà in un ambiente naturale ; > sviluppa l autostima, la determinazione, la fiducia in sé e negli altri, la capacità di affrontare le paure ed accresce l autonomia. Sul piano senso-motorio: > favorisce lo sviluppo di una coscienza e conoscenza dello schema corporeo; > migliora l equilibrio, la coordinazione oculo-manuale e visuo-spaziale. > per chi Il laboratorio è di particolare utilità per bambini e ragazzi in situazione di disagio comportamentale, relazionale, deficit cognitivo o con patologie di tipo neuromotorio che frequentano le scuole primarie e secondarie di 1 grado. E comunque un esperienza di crescita e sviluppo di nuove competenze per tutti coloro che vi partecipano. 27
29 Comune di Imola Settore Scuole Dirigente Amedea Morsiani Servizio Diritto allo Studio Responsabile Licia Martini via Pirandello, Imola BO tel grafica e foto Cardo Riccardo stampa Nuova Grafica Imola Novembre 2007
30 Comune di Imola Settore Scuole Servizio Diritto allo Studio Via Pirandello, Imola Bo Tel
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