IL RISPETTO DELLA MEMORIA

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1 REGIONE CALABRIA AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI CATANZARO Servizio Infermieristico Tel Tel./Fax tinosit@libero.it Direttore: Dott. Corrado Tino IL RISPETTO DELLA MEMORIA Il 7 aprile 1948 segna la nascita ufficiale della Organizzazione Mondiale della Sanità. L atto costitutivo era stato approvato due anni prima nella conferenza dell ONU, a New York, con l adesione di 61 Nazioni, tra le quali l Italia. Già si era sentito da parte dei vari Stati il bisogno di un accordo comune per difendersi dalle malattie epidemiche, le quali, seguendo le grandi vie di comunicazione, ed allontanandosi dai paesi di origine, si erano diffuse più volte in Europa, come la peste ed il colera. Ma prima della fine del secolo scorso ogni Stato si era limitato ad adottare provvedimenti sanitari isolati contro i morbi esotici in rapporto al grado di civiltà raggiunto, alle dottrine predominanti ed ai mezzi di cui disponeva. In Italia possiamo risalire al 1348 per ritrovare presso la Repubblica di Venezia la prima Organizzazione Sanitaria in difesa delle malattie importate per la via del mare. L azione comune era ancora lontana di sei secoli e, se potiamo la nostra civiltà nelle cronache dei tempi, troviamo lunghe quarantene, cordoni sanitari, sequestri di persona, provvedimenti a volte ridicoli e a volte feroci, dovuti a pregiudizi, o ignoranza ed equivoci: la storia degli untori, le distribuzioni di navi cariche di cotone, provenienti da località affette da peste, come avvenne nel 1821 in Inghilterra, il doloroso episodio del nostro Piroscafo Matteo Bruzzo respinto a cannonate da tutti i porti del Sud-America e della Spagna, perché a bordo si era verificato qualche caso di colera, 1

2 costretto a vagare per mesi nell Atlantico, finchè non è portato in salvataggio da un piroscafo Italiano e la triste storia capitata al Dottore RENDA Ufficiale Sanitario di Nicastro nel 1911, durante l epidemia di colera, quando una folla ubriaca ed esaltata assalì sanitario, disinfettatori e forza pubblica: questa fu costretta a reagire ed a sparare sulla folla. Sono ricordi che mettono in risalto il grande cammino che la Sanità ha compiuto ed il grado di civiltà in questo campo raggiunto. I primi tentativi di una politica comune sono rappresentati dalle Conferenze Sanitarie degli Stati Europei, da una parte, e degli Stati Americani dall altra. Le date di tali Conferenze e la partecipazione sempre più estensiva dei vari Stati indicano il progresso dei tempi. Nel 1851 a Parigi si riunirono Francia, Sardegna e Portogallo per provvedere contro l invasione del colera; gli stessi Stati si riuniscono a Parigi nel 1859, nonostante gli ostacoli dell Austria; CAVOUR ne approfitta per preparare diplomaticamente l unità d Italia, poi, a Costantinopoli nel 1866, Vienna nel 1874, Whashington nel 1881, Roma nel 1885, Venezia nel 1892, Parigi nel 1894, Venezia nel 1897, Parigi ancora nel 1903 (1). Risultato di queste conferenze è la adozione di un codice unico di norme di profilassi contro le malattie esotiche: peste, colera, vaiolo, tifo-esantematico, febbre gialla, ecc.; norme che non poggiavano più su concetti empirici, ma sui risultati degli studi di batteriologia, la quale si andava arricchendo delle più belle scoperte. Era sorta per la scienza una nuova aurora, illuminata da fulgidi astri, quali PASTEUR, KOCH, DAVAINE, LOFFLER, ecc. Per l accordo di Roma del 1907 fu creato l Ufficio Internazionale di Igiene Pubblica in Parigi, Organo esecutivo per le applicazioni delle Convenzioni Sanitarie cui partecipano, 59 Stati; e, contemporaneamente veniva creato in America l analogo Ufficio Sanitario Panamericano. Ma la prima Guerra Mondiale con le ripercussioni che ebbe sulle condizioni sanitarie dei popoli, con la diffusione delle malattie infettive, dovuta allo spostamento di eserciti e di civili, conferma la necessità e l urgenza di un azione comune nel campo sanitario e l adeguamento degli accordi alle nuove conoscenze, alle nuove concezioni di medicina sociale, alla possibilità di mezzi di trasporto più rapidi, di profilassi e di terapia più efficaci. E subito, dopo la prima guerra, sorse il Comitato Permanente di Igiene presso la Società delle Nazioni Unite le cui funzioni, durante l ultimo conflitto, furono assunti dall UNRRA, la quale promosse la revisione delle Convenzioni Internazionali esistenti tra gli Stati membri dell ONU, con l intervento successivo di altre Nazioni, tra cui l Italia. È appena il caso di dover ricordare quali grandi benefici abbia apportato l UNRRA, nel campo sanitario, nelle nostre Regioni. Il materiale sanitario, distrutto dalla guerra, viene ricostruito; l attrezzatura ospedaliera rifatta, gran copia di mezzi è impiegata per la lotta delle malattie infettive. Ricordiamo la lotta contro il tifo-esantematico a Napoli; contro la malaria in Sardegna, nel Veneto, nel Lazio, in Calabria. Se si pensa ai mezzi di difesa che la Sanità seppe applicare in quest ultimo grande conflitto per la salvezza delle popolazioni, e l effetto ottenuto, si rimane davvero ammirati. Da ciò un osservazione non contestate e sicura: l Igiene, gli Eserciti Internazionali e le scoperte terapeutiche sono stati i veri e forse gli unici vincitori della guerra. (1) Vedi G. Canaperia. Rivista internazionale della Protezione Sociale. luglio-agosto

3 L avvenire della umanità è affidata all impiego dei mezzi e dei ritrovati della scienza, e, come diceva nell Allocuzione Pasquale Pio XII, nell accordo dei vari Governi per interdire mezzi di distruzione, convogliando i nuovi strumenti di guerra e la scoperta sull atomica e sulla bomba termo-nucleare a fine di pace e di benessere per le sofferenze dei popoli. Si è accennato alla Calabria per la malaria. Era questo il più grande flagello che per secoli e secoli afflisse la nostra Regione: tale malattia è ora completamente debellata. Ogni anno le statistiche registravano un gran numero di malati e di morti in Calabria ed in Italia. I medici rurali ricordano ancora uomini e bambini malati, macilenti, dal ventre gonfio, con gli occhi lucidi, infossati, con le labbra esangui, quali figure ideate dal Dorè, senza sorriso nel volto, senza speranza nel cuore, senza gioia nella casa; ove, ad ogni attacco di febbre, si rifugiavano con brividi squassanti su poveri giacigli. I datori di lavoro nelle campagne, gli Enti e lo Stato spendevano somme ingenti per medicinali e chinino; invano veniva prodigato il sacrificio dei medici, l attività di infermieri e di Assistenti Sanitarie. Le opere di bonifica agraria si compivano in Italia a costo di decine di migliaia di vittime, tanto che nel passato regime, per portare avanti i lavori di bonifica nella Palude Pontina, si dovettero falsare le statistiche delle cause di morte, tanta era l ecatombe dei nostri lavoratori. Ora gli stessi lavori si compiono dovunque senza morti né nuovi casi di contagio: vi è risparmio di mezzi finanziari, vi è risparmio di vite umane, sventure e dolori, danni e lacrime di meno. Mortalità totale media di Malaria in Calabria dal 1809 al 1860 Distribuzione dell endemia malarica nelle tre province della Calabria basata sulla densità del vettore malarico. CS = Provincia di Cosenza CZ = Provincia di Catanzaro RC = Provincia di Reggio Calabria Dopo lo spargimento del DDT che l Italia ha potuto applicare per l intervento degli Aiuti Internazionali, coi suggerimenti dell UNRRA, la nostra Calabria, che nel 1946 lamentava ancora casi di malaria, nel 1950 ne registra solo 203 e nel 1951, otto, con nessun decesso. L UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Amministration) e gli altri Uffici Internazionali furono, dopo la grande guerra, raggruppati in una unica Istituzione formata dalle forze vive scientifiche e tecniche delle 61 Nazioni partecipanti e da questa unione nacque l Organizzazione della Sanità Mondiale. Essa ha carattere universale perché considerata la tutela sanitaria dei popoli al di sopra di ogni situazione e contingenza politica. Nessuno Stato deve trovarsi in condizioni di inferiorità riguardo a quelli che maggiori mezzi posseggono; giacchè l ineguaglianza dei vari Paesi, nei riguardi dell efficienza sanitaria, rappresenterebbe un pericolo per tutti. 3

4 L applicazione di tale concetto, già operante nel campo sanitario, ha permesso un sollecito accordo tra le varie Nazioni; mentre, nel campo politico, tale accordo non si è potuto ancora raggiungere. In tal modo l Internazionale Sanitaria va al di sopra e al di là di ogni ideologia politica, di ogni confine fisico: essa prescinde dai limiti imposti dal Nazionalismo per portare tutti i popoli ad un livello sanitario più elevato. Ecco perché i rappresentanti delle Nazioni alla Conferenza di New York unanimamente dichiararono che la salute non consiste solamente nell assenza di malattia o d infermità; ma in uno stato di benessere fisico, mentale e sociale. In conformità di tali asserzioni, vennero enunciati i seguenti importanti principii: 1. la salute dei popoli è condizione fondamentale per la pace e la sicurezza del mondo e dipende dalla più stretta collaborazione degli individui e degli Stati; 2. i risultati ottenuti da ogni Nazione, per migliorare e tutelare la salute delle popolazioni, sono preziosi per tutti. È indispensabile che tutti i popoli possano beneficiare delle conoscenze acquisite dalle scienze mediche, psicologiche ed affini, onde raggiungere il più alto livello sanitario; 3. l ineguaglianza dei diversi Paesi in quanto concerne il miglioramento della salute e la lotta contro le malattie, particolarmente quelle trasmissibili, rappresenta un pericolo per tutti. In questi principii si affaccia lo spirito di solidarietà umana e la sua voce si propaga per il mondo, quasi voce di religione universale, che affranca e redime i popoli, senza distinzione di razze e di fede politica. Il sette aprile è quindi una data storica per nostra civiltà ed in questo mese viene promossa ogni anno dalle Autorità Sanitarie, nazionali e locali, la celebrazione dell Organizzazione Mondiale con l illustrazione di un argomento e lo svolgimento di un tema, che possa interessare il pubblico su questioni sanitarie. Nel 1954 ricorreva il primo centenario dell opera intrapresa da Florence Nightingale, in Crimea, a favore dei soldati malati e feriti, senza cure e soccorsi. Questa donna ha dato luminoso esempio di spirito umanitario e di appassionata attività; di iniziativa, di grande capacità organizzativa nel campo dell assistenza volontaria infermieristica. 1854: le perdite degli Eserciti belligeranti in Crinea erano ingenti per la deficienza assoluta di mezzi sanitari, per la carenza di mezzi di disinfezione e profilassi: è bastato un grido di allarme, un appello del Times e Florence Nigthingale parte alla testa di una quarantina di compagne, anch esse votate ai disagi, alla fatica, ai sacrifici più gravi e, in pochissimi giorni, le sorti di tanti infermi cambiano come per incanto. 1954: dopo un secolo noi esaltiamo in tutto il Mondo L Infermiera militante. 4

5 Ecco il messaggio del Direttore Generale dell Organizzazione Mondiale della Sanità Dr. M. G. Candau (Brasil Mandato: 1953/1973) MESSAGGIO Il compito essenziale dell Infermiera e l aiuto che la funzione degli assistenti infermieri che sotto i molteplici aspetti apporta, è il tema proposto quest anno (1954) dall O.M.S. per celebrare la Giornata Mondiale della Sanità. Conviene che in questo giorno l umanità renda omaggio alla memoria di Florence Nightingale, figura pioniera. Noi dobbiamo a Lei la maggior parte dei principii che ispirano oggi l Organizzazione infermieristica e l azione intrapresa, a questo riguardo, dall O.M.S. Nei sudici e miseri ospedali della Crinea, al capezzale dei morenti, Florence Nightingale comprese che non era sufficiente un cuore caritatevole per adempiere a tale missione. L arte di assistere gli ammalati, la conoscenza delle leggi che regolano la vita e la morte, diceva Essa un secolo fa, sono di una importanza e di una complessità tale da essere apprese, come ogni altra arte, attraverso l esperienza o lo studio rigoroso. Florence Night ha introdotto una nuova concezione dell influenza e del posto che nella società spettano alle donne istruite e professionalmente qualificate. Questa concezione noi la vediamo concretizzata nella professione dell infermiera, come oggi viene intesa. Alle sue qualità indispensabili di pietà e carità, l infermiera ha aggiunto la sicura competenza che conferiscono la disciplina dell insegnamento e della formazione tecnica. L infermiera odierna, o che sia al capezzale del ricoverato o nella sala d operazioni o che si trovi nel dispensario, a scuola o nelle corsie, è sempre l amica e la consigliera di ognuno, l educatrice che insegna come conservare la salute. Nessuno più di lei ha un compito tanto importante nell attività sanitaria: Ella assiste le madri ed i giovani, veglia per la piena utilizzazione delle risorse, di cui si dispone, verso i singoli e la collettività; all occorrenza diventa confidente di coloro che non confidano a nessuno le loro pene personali. Ella è soprattutto l indispensabile intermediaria tra l individuo e gli altri organi sanitari, tra l ammalato ed il medico. Il mondo ha grande bisogno di infermiere; si conta nelle Regioni più favorite del globo una infermiera qualificata per 300 abitanti; altrove questa proporzione è di una infermiera per centomila abitanti. Anch io esprimo a nome dell Organizzazione Mondiale della Sanità la speranza che una delle felici conseguenze di questa giornata, sia di ammontare il numero delle giovani donne, che scelgono la professione di infermiera, vocazione che offre tante soddisfazioni a coloro che la seguono. 5

6 Florence Nightingale porta il nome della città dei fiori dove è nata, in Italia. Il suo cognome ricorda il canto dell usignolo; il canto che nella notte conforta l attesa e storna il dolore. La riconoscenza del popolo inglese l ha immortalata nell immagine della Dame, à la lampe una donna con in mano una lampada, vestita di bianco, che va visitando di notte le corsie ove gemono gli ammalati. L Inghilterra ha saputo onorare questa giovane donna della migliore società Inglese, e l ha descritta bella, delicata, intelligente, dall infanzia fatta di sogni e di veglie, che all età di sedici anni ha inteso l appello di Dio. A trenta è piena di conoscenze tecniche, e si prodiga a vantaggio dei colerosi nelle epidemie del Tra una campagna e l altra lavora per approntare ospedali, per organizzare corsi professionali di addestramento per infermiere ed assistenti sociali, combatte contro il pregiudizio e la contrarietà dichiarata dalle donne per la carriera sanitaria, organizza servizi in India, approfondisce le ragioni di mortalità e le condizioni di malattia fra le gestanti e le madri. È vissuta novanta anni e si è spenta dolcemente il 13 agosto 1910 dopo aver messo, con il suo testamento, a disposizione della scienza il proprio cadavere per ricerche scientifiche. Questa donna è oggi onorata per tutte le infermiere militanti che reggono la fiaccola per illuminare l ora crepuscolare di chi soffre. E dopo di Lei ecco altri nomi: Hulda Wenger, ricordata perché prodiga i suoi intelligenti servizi in Etiopia e nel Borneo; l africana Louise Pepper, che si trasferisce nella zona delle grandi paludi delle Indie per combattere la malaria; la canadese Mary Harling che lascia la sua Patria per la Malesia, dove fonda scuole infermieristiche e di assistenza sociale per propagandare l igiene infantile; l americana Jannette Pitcherella di origine Italiana che porta alla città di Quezaltepeque, nella vallata di S. Andrea, le prime nozioni di igiene materna; Maria Tito De Moris che pone in Siria i piani di una organizzazione sanitaria infermieristica e di assistenza; di queste e di qualche altra la Sanità Mondiale conosce la benefica attività nelle diverse parti del mondo. Ma per stare più vicini nel tempo, devo segnalare il gesto eroico compiuto da Freda Holland: un incendio si era scatenato nel primo piano della Clinica Ostetrica di Delwood, nei pressi di Londra, investendo il dormitorio dove si trovavano 15 neonati. La coraggiosa infermiera è riuscita a trasportare uno dopo l altro i quindici bambini attraverso un mare di fuoco, cadendo svenuta dopo aver tratto in salvo l ultimo neonato. 6

7 Biografia di Florence Nightingale Florence Nightingale (Firenze, 12 maggio Londra, 13 agosto, 1910), infermiera britannica nota come La signora con la lampada, considerata la pioniera della moderna professione di infermiere e dell'organizzazione degli ospedali da campo militari. Nacque in una famiglia molto benestante e fu chiamata Florence in onore di Firenze, Florence in inglese, la sua città natale. Di carattere molto forte e determinato nel 1845 annuncia alla famiglia di volersi dedicare alla cura di malati e indigenti. Pur non avendo una formazione di tipo medico-infermieristico riconobbe ben presto le carenze della professione infermieristica come era esercitata ai tempi. Nel 1846 soggiornò per un periodo a Kaiserwerth, un ospedale gestito da un ordine di suore e rimase molto impressionata dall'elevata qualità delle cure mediche fornite, vi tornò nel 1851 per un periodo di formazione. Nel 1853 la stampa riportò notizie delle gravissime condizioni in cui venivano trattati i feriti nel corso della Guerra di Crimea. Florence offrì la sua collaborazione al governo britannico e insieme a 38 infermiere da lei formate partì alla volta di Scutari (Turchia)dove trovò un ospedale militare iperaffollato, scarso di medicinali e con condizioni igieniche disastrose. Nonostante qualche resistenza da parte dei medici l'ospedale fu rivoluzionato e in pochi mesi il tasso di decessi crollò. Dovette lasciare la Crimea in seguito ad una malattia. La fama raggiunta per merito del suo intervento in Crimea le permise di ottenere fondi sufficienti per la formazione di infermiere. La professione infermieristica, fino ad allora piuttosto mal considerata, guadagnò di status. Molti ospedali, soprattutto militari, vennero costruiti seguendo le indicazioni di Florence. Nei decenni successivi si dedicò all'osservazione critica e all'attività di consulenza per la sanità britannica. Sotto la sua guida venne introdotta la raccolta di dati per ottenere delle statistiche sui tassi di natalità, mortalità e sulle cause dei decessi. Nel 1858 divenne la prima donna membro della Royal Statistical Society. La sua fama si estese anche all'estero. Si occupò anche di assistenza sociale e contribuì alla nascita dei servizi sociali inglesi. Nella Chiesa di Santa Croce a Firenze c'è il monumento con la sua statua. 7

8 Il giuramento "Florence Nightingale" per le infermiere (1893) Prometto davanti a Dio, in presenza di questa assemblea, di vivere degnamente e di esercitare fedelmente la mia professione. Mi asterrò da tutto ciò che può nuocere e non prenderò, né somministrerò consapevolmente alcuna droga nociva. Farò tutto ciò che è in mio potere per elevare il livello della mia professione e farò uso riservato di tutte le informazioni personali che mi verranno confidate, nonché di tutte le situazioni familiari di cui sarò venuta a conoscenza nell'esercizio della mia professione. Aiuterò lealmente il medico nel suo lavoro e mi dedicherò al servizio di coloro che mi verranno affidati per l'assistenza. Redatto da un Comitato speciale Scuola Farrand dell'ospedale Harper, Detroit, 1893 ********************* Ma sarebbe per noi Italiani grave disconoscenza e faremmo davvero torto alla verità storica e alla storia della Civiltà, se non dovessimo rivendicare al Cristianesimo e all Italia le prime iniziative infermieristiche che furono, nel contempo, le prime esplicazioni dell arte sanitaria; se non dovessimo proclamare e ripetere che la prima assistenza, in paesi inesplorati e selvaggi fu praticata da Missionari Cattolici, che numerose vittime s immolarono in pratiche di carità e di amore, sotto la candida veste di Suore infermiere, nei lebbrosari e nei lazzaretti. Ma sarebbe per noi grave disconoscenza, se non dovessimo rivolgere in questa occasione un riconoscente saluto agli ignoti militi della inesauribile legione che morirono senza menzione; mentre si prodigavano per gli infermi, alle molte migliaia di Suore dell Ordine di S. Vincenzo De Paoli, che nel 1620 si prodigarono con abnegazione ed eroismo, e vennero chiamate Suore della Carità; un riverente saluto alle seimila infermiere volontarie della Croce Rossa, ai dodicimila infermieri caduti nell ultima guerra. Chi legge la storia delle prime istituzioni sanitarie (PAZZINI) ne ritrova le origini in quella del Cristianesimo. L assistenza degli infermi parte dalle pagine del Vangelo e diventa apostolato e precetto. Cristo dice agli Apostoli: rendete la sanità ai malati, risuscitate i morti, mondate i lebbrosi, cacciate i demoni, date gratuitamente quello che gratuitamente avete ricevuto. (MATTEO, Cap. X). Ed essi cacciavano i demoni e ungevano con olio malati e li risanavano (MATTEO, Cap. 8

9 VI). Ed Egli stesso: và sano dice al cieco, al paralitico: prendi il tuo letto e cammina, talita cumi, fanciulla alzati, la tua fede ti ha sanata e così via per tutto il cammino; cammino cosparso di bene e di amore. E dietro di Lui, nella luminosa scia, Apostoli, Santi, Benefattori hanno inteso il Suo monito e sono accorsi in aiuto dell umanità dolorante. Le iniziative dovute a religiosi si manifestano in un complesso vastissimo che va dalle istituzioni ospedaliere, dagli xenodochi, istituiti nel 325 dopo Cristo al Concilio di Nicea, alle Diaconie e alle infermerie monastiche, alle opere di bonifica, alla carità, alla cura per gli incurabili; dagli Ordini monastici agli Ordini cavallereschi, fino a costituire i primi ospedali per i pellegrini ed i forestieri oltre per i poveri e gli infermi locali. Da questo complesso parte, si perfeziona, si sviluppa tutta l organizzazione sanitaria moderna che diviene dovere di assistenza sociale, che si riflette dal cittadino alla collettività, e da questa alla all umanità intera. Ecco perchè la Sanità viene ad assumere carattere internazionale ed impegna i suoi organi in tutto il mondo per assicurare agli uomini il più gran bene della vita: la salute. In questo complesso, dunque, va posta l opera di S. Benedetto e di S. Basilio, fondatore il primo in Europa e l altro in Oriente di Ospedali; quella dell Ordine dei Templari e dell Ordine Ospedaliero di S. Giovanni. Il grido di fate bene fratelli che uscì dalla bocca di un ragazzaccio o di un pazzo, come si riteneva, e corse le contrade della Spagna nel grigiore del Medio Evo, echeggia ancora per tutto il Mondo quale appello di bene, di assistenza e di cura. Nel quadro di questo complesso si stacca venerabile la figura dell infermiera romana Fabiola che, infiammata dalla parola di S. Girolamo, va raccogliendo malati per le vie e, secondo quanto scrive questo Santo ad Oceanus: ristora le membra dei poveri consunti dalla inedia e da languori ; e la S. Camillo De Lellis grande figura di Camillo De Lellis i cui seguaci vengono chiamati Ministri degli infermi con la Croce Rossa sulla loro divisa, che preannuncia la nobile istituzione internazionale di solidarietà umana. Noi qui tutto questo ricordiamo, non certo per impoverire l omaggio che intendiamo rendere a Miss Florence Nightingale, secondo il compito assegnatoci; anzi vorremmo anche noi chiudere con le parole pronunciate da HENRI DUNANT (Ginevra, 8 maggio Heiden, 30 ottobre 1910, uomo d'affari, umanista e filantropo svizzero, premio Nobel per la pace, ricevette il premio nel 1901, il primo anno in cui venne assegnato tale riconoscimento, per aver fondato la Croce Rossa di cui erano già da alcuni anni membri attivi diversi paesi, tra cui anche l'impero Ottomano. nel 1872) in un suo celebre discorso: per quanto io sia conosciuto come il fondatore della Croce Rossa, chi ha suggerito la fondazione di Ginevra, è stata una donna inglese, la quale rivendica tutto l onore di avere ispirata detta convenzione e l opera compiuta da Miss Florence Nightingale in Crimea, mi ha portato alle concezioni da me espresse in Italia, nella guerra del HENRI DUNANT 9

10 In ogni caso, però, il dovere di assistenza dovuta ai feriti ed agli ammalati, al di sopra di ogni nazionalità e razza, era stato già applicato da Isabella la Cattolica nell assedio di Granada nel 1492 e dagli stessi seguaci di S. Camillo De Lellis nel 1580; anche a voler prescindere dai diritti naturali delle genti, proclami dal Crozio, dal contratto sociale di Rousseau, dalla costituzione degli Stati Uniti di America, dove si trovano già i presupposti logici di un movimento spirituale individualistico e romantico, da cui doveva prendere origine l idea madre della Croce Rossa, HENRÌ DUNANT, premio Nobel per tale istituzione, avrebbe dovuto almeno riconoscere il merito di Ferdinando Palasciano. Ere costui un medico militare borbonico che nell assedio di Messina, nel 1948, prodigava le sue cure con entusiasmo tanto ai feriti del suo esercito che agli insorti; e per questo era stato condannato a due anni di carcere, a Reggio Calabria; ma non pertanto egli, subito dopo, in un discorso tenuto all Accademia Pontaniana di Napoli, annunzia il principio della neutralità dei feriti. ****************************** Ma non è più il caso di insistere in tema di rivendicazioni. Il compito che abbiamo assunto è quello di esaltare i meriti di Florence Nightingale, che noi Italiani abbiamo onorato, murando una lapide in S. Croce, nella città che le diede i natali; lapide che noi abbiamo voluto incastonare nelle nostre tradizioni storiche, le quali ci elevano nella dignità dei paesi più progrediti e civili. Egli è che tutti abbiamo una Patria; ma la Scienza ha la sua Patria nel Mondo e diventa patrimonio di tutti quando è applicata per la salute dell umanità. Essa ci eleva in clima di solidarietà umana, ove la vita è più bella, perché governata dalla legge dell amore e della mutua assistenza. Essa ci unisce in un armonica fusione di intenti, che ci conduce alla pace. 10

11 GALLERIA di Florence Nightingale Francobolli che varie Nazioni hanno dedicato a Florence Nightingale Dieci Sterline inglesi con Florence Nightingale e la sua famosa "lampada" Una lanterna del periodo 11

12 Florence Nightingale ormai anziana e Sir Harry Verney, insegnante nella scuola, con una sua classe di Infermiere al St. Thomas Hospital Distintivo della scuola della Nightingale. Introdotto nel 1925 da Alicia Lloyd Still, il disegno fu ripreso dalla Croce ad 8 punte dell'ospedale di San Giovanni a Gerusalemme. I quattro bracci simbolizzano le virtù Cardinali (Prudenza, Temperanza, Giustizia e Fortitudine) e le punte le 8 Beatitudini che dalla pratica di queste germogliano. Al centro in rilievo la testa della Nightingale e le parole "Schola Sancti Thomae". La medaglia dell'order of Merit che Florence Nightingale ebbe dal Re Edoardo VII Lettera australiana inviata in Tasmania con logo di Florence Nightingale Florence Nightingale ritratta ormai anziana da Footner 12

13 Grafico disegnato da Florence Nightingale La tomba di Florence Nightingale 13

14 È il 1955, gli Italiani allontanano i ricordi della guerra e si preparano, senza saperlo, agli anni del boom economico. In questo clima nascono i Collegi delle infermiere professionali, vigilatrici d infanzia e assistenti sanitarie visitatrici, voluti da un decreto governativo dell ottobre 1954, e voluti soprattutto da quelle operatrici della sanità consapevoli di essere preziose, ma che non avevano ancora ottenuto uno specifico riconoscimento professionale, poiché il decreto del 1946 sulle professioni sanitarie si era limitato a ripristinare gli Ordini dei medici chirurghi, dei veterinari e dei farmacisti e ad istituire i Collegi delle ostetriche. Da questo momento in poi i Collegi e la Federazione Ipasvi avranno un continuo sviluppo, registrando tutte le tappe della crescita e dei cambiamenti che hanno visto protagonista la professione infermieristica. Un primo passo importante fu convincere le infermiere, le assistenti sanitarie visitatrici e le vigilatrici d infanzia, religiose e laiche, ad iscriversi negli Albi professionali: i dati registrati nel 1959, in occasione del censimento nazionale degli esercenti le professioni sanitarie, mostrano i buoni risultati raggiunti, ma segnalano anche il perdurare di alcune difficoltà. Più benessere più possibilità di movimento, anche grazie al diffondersi delle automobili. Così finalmente la Federazione dei Collegi IPASVI per il Paese vi può indire il suo primo Congresso nazionale, svoltosi a Roma dal 31 maggio al 2 giugno del La sede scelta per la cerimonia inaugurale fu il Palazzo degli Uffici all EUR e registrò la partecipazione di tutte le massime autorità religiose, militari e civili, come recitavano abitualmente i giornali dell epoca. Anche se le fotografie sembrano raccontarci una realtà molto rigida e formale, il discorso di apertura dell allora presidente Laura Sterbini Gaviglio non fu affatto rituale: ripercorrendo le tappe dei dieci anni di vita dei Collegi, sottolineò tutte le difficoltà con le quali la professione si doveva confrontare, dalla mancanza di scuole statali e gratuite per la formazione, ai problemi di inquadramento contrattuale, alla più generale difesa della dignità della professione infermieristica, concludendo con l affermazione di essere ormai in tempi maturi per il raggiungimento di un sistema di sicurezza sociale. Estensione al personale maschile dell esercizio della professione di infermiere professionale : recita così la legge n. 124 del 25 febbraio 1971, con la quale si sancisce una vera rivoluzione nel mondo infermieristico. La storia della professione era stata fino a questo momento esclusivo appannaggio delle donne: una santa per proteggerle, quella matrona Fabiola che si dedicava all assistenza nell antica Roma, una donna come modello ideale, ovvero Florence Nightingale, e poi tante altre donne negli ospedali, nelle visite igieniche alle zone più difficili del Paese, nell assistenza all infanzia. Il lavoro infermieristico, visto come ausiliario e vocazionale, era giudicato particolarmente adatto alle donne e soprattutto alle religiose, che furono per molti anni la maggior parte del corpo infermieristico. Una situazione che produceva, come conseguenza forse non voluta, la curiosa anticipazione di un protagonismo femminile anche in ruoli di vertice, si pensi ad esempio alle due rappresentanti infermieristiche chiamate, di diritto, nel 1957 a far parte del Consiglio superiore di Sanità. Ma lo sviluppo della società porta progressivamente ad una radicale trasformazione del ruolo delle infermiere, che acquistano sempre più competenza e autonomia professionale. Dunque, anche per ragioni di equità sociale, la professione non può più essere preclusa agli uomini, ai quali oltretutto era invece già consentita la funzione di infermiere generico (e proprio sulla distinzione tra infermiere professionale e infermiere generico si aprirà un 14

15 non facile dibattito tra i legislatori, interessati a reclutare personale, e i Collegi IPASVI, preoccupati della tutela di una qualificazione professionale acquisita attraverso molti anni di studio). L immissione degli uomini nei ruoli professionali produrrà anche un accelerazione del cambiamento dei percorsi formativi, a cominciare dai Convitti che dovranno derogare all internato per i nuovi allievi. L Italia recepisce l Accordo europeo sull istruzione e formazione degli infermieri professionali (legge 15 novembre 1973, n. 795). Si tratta di una tappa importante nella storia della professione infermieristica: il documento sarà il punto di riferimento di tutto il processo di riordino normativo che si svilupperà dagli anni Settanta ad oggi. L Accordo di Strasburgo indica infatti i punti essenziali per una revisione dei programmi d insegnamento e definisce la funzione educativa del tirocinio pratico degli allievi. Per uniformarsi alle indicazioni europee, che prevedono 4600 ore di insegnamento, saranno elaborati nuovi programmi di studio e la durata dei corsi passerà da due a tre anni. L obiettivo è duplice: far crescere la qualità della formazione e consentire la possibilità per gli infermieri di lavorare nei vari Stati firmatari dell Accordo. A definire il campo delle attività e le competenze degli infermieri nel 1974 interviene il Dpr 225, il cosiddetto "mansionario", che modifica le precedenti norme di regolamentazione della professione risalenti al lontano La riforma del Servizio sanitario, che vedrà la luce nel 1978 con l approvazione della 833, è preceduta da un lungo periodo preparatorio in cui si pone mano al riordino delle attività delle professioni sanitarie. Nel complesso il "nuovo" mansionario viene accolto con favore dagli organismi di rappresentanza della professione che, pur sottolineandone alcune contraddizioni, al momento dell emanazione lo considerano una tappa importante del processo evolutivo dell assistenza infermieristica. Il testo tende a stabilire un diverso approccio con l assistito, non più visto solo come un malato con dei problemi clinici, ma come una persona che esprime bisogni psichici, fisici e sociali. In questa logica diventano fondamentali gli aspetti relazionali dell attività infermieristica, che viene valorizzata nelle sue funzioni, come evidenzia la stessa terminologia che viene usata nel Dpr. Ad esempio, il termine "eseguire", presente nel dettato normativo precedente, viene quasi sempre corretto con "programmare" e "promuovere iniziative"; inoltre viene introdotto il termine "coordinare" e soppresso "dipendere". Il mansionario estende il campo di attività infermieristica dall ospedale ai servizi di sanità pubblica e abbraccia i settori della prevenzione, della cura, della riabilitazione e dell assistenza sanitaria. Viene riconosciuto anche il ruolo didattico dell infermiere in rapporto all assistito e alle famiglie, ma anche nei confronti di altri operatori e degli allievi. In sintesi con il Dpr 225 l infermiere acquista una propria caratterizzazione professionale più adeguata ai tempi, a cui corrispondono il riconoscimento di una certa autonomia operativa e precise responsabilità relative alle attività individuate dal legislatore come specifiche: un elenco destinato, comunque, a invecchiare ben presto nell impatto con le trasformazioni indotte dal progresso scientifico e tecnologico. 15

16 Nel 1978 a dieci giorni dal Natale, presidente del Consiglio Giulio Andreotti, ministro della Sanità Tina Anselmi - uno schieramento parlamentare vastissimo, che in tempi recenti si è potuto rivedere solo in occasione dell elezione di Ciampi a Presidente della Repubblica, dopo anni di dibattiti e scontri diceva sì all istituzione di un Servizio sanitario nazionale pubblico con i soli voti contrari del Movimento sociale, del Partito Liberale e l astensione dei repubblicani (in tutto meno del 15% degli elettori dell epoca). Con una maggioranza quasi plebiscitaria, quindi, anche l Italia entrava nel club di quei Paesi che avevano scelto di dotarsi di un sistema nazionale di tutela della salute ponendo la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle malattie tra i primi compiti della Repubblica. Le vecchie mutue, caratterizzate da evidenti sperequazioni tra le diverse categorie di assistiti, lasciavano il posto alle Usl, Unità sanitarie locali, che assumevano a proprio carico tutte le competenze in materia di assistenza sanitaria. Il finanziamento del sistema sarà assicurato dalla fiscalità generale (ma occorrerà attendere quasi un ventennio prima dell effettiva fiscalizzazione dei vecchi contributi malattia) e viene istituito il Fondo sanitario nazionale che entra a far parte di un apposito capitolo di spesa del Ministero del Tesoro. La riforma del 1978 sarà oggetto di moltissimi provvedimenti di modifica e integrazione, culminati nella prima grande riforma della riforma (quella del biennio 1992/93) che trasformò le Usl in Aziende sanitarie locali dotate di autonomia giuridica dando il via alla cosiddetta aziendalizzazione del sistema e dalla riforma ter (più nota come riforma Bindi dal ministro della sanità che la mise a punto) varata nel 1999, ma rimasta in gran parte ancora inattuata, soprattutto a causa del cambio di maggioranza seguito alle elezioni politiche del 2001 e dal contemporaneo avvio della riforma federalista dello Stato che ha rafforzato ulteriormente il ruolo delle Regioni nel governo della sanità. Sono circa mille i primi studenti che nell anno accademico 1992/93 varcano le soglie dell Università per frequentare i corsi di diploma universitario per infermiere, avviati in 18 Atenei italiani. L ingresso della formazione nell Università è il punto d arrivo di un decennio di battaglie portate avanti da tutta la professione per adeguare i percorsi formativi al ruolo di grande responsabilità svolto dagli infermieri in ogni struttura del sistema sanitario italiano e per entrare a pieno titolo in Europa. Questa esigenza si integra perfettamente con il complessivo disegno di riforma dell Università, varato nel 1990, che istituisce anche nel nostro Paese le "lauree brevi". Alla fine del 1992 viene emanato il Dlgs 502 (poi 517) che, oltre a definire le competenze dell Università, delle Regioni e delle Aziende del Ssn in materia di formazione infermieristica, stabilisce come requisito per l accesso alle scuole a ai corsi il possesso del diploma di scuola secondaria superiore di secondo grado di durata quinquennale. La nuova norma si prefigge di salvaguardare il patrimonio di esperienza didattica delle precedenti Scuole, prevedendo l accreditamento delle sedi idonee con l Università. Nel 1996/97 il periodo di transizione al nuovo sistema formativo si conclude con il passaggio definitivo 16

17 di tutta la formazione di base in ambito universitario. Sul diploma, accanto alla firma del Responsabile del corso, figura ora quella del Rettore dell Università. Il 1 luglio del 1994, per le strade di Roma sfilano 50mila lavoratori della sanità, infermieri professionali per la gran parte. Una manifestazione che chiedeva più attenzione per il sistema sanitario pubblico, in anni in cui la ricetta privatistica sembrava la soluzione di ogni problema, e soprattutto interventi per una migliore qualificazione delle professioni sanitarie, ovvero i nuovi profili professionali sui quali si discuteva da tempo ma che tardavano ad arrivare. Ma il lungo corteo romano rappresentò anche un momento di passaggio fondamentale per la costruzione di una nuova e più forte identità professionale: striscioni, cartelli, migliaia di palloncini mostrarono a tutti che gli infermieri di oggi erano lontani e diversi dagli stereotipi del passato. Tutti gli slogan ruotavano intorno a questa consapevolezza: Infermiere qualificato, paziente tutelato, Vogliamo migliorare per assistere e curare, ed anche, in una polemica ironica ma non priva di fondamento, Signor dottore ho commesso un gran reato, ho pensato, ho pensato. Senza dimenticare anche gli obiettivi immediati: Costa, Costa, vogliamo una risposta. E la risposta arrivò rapidamente, perché pochi mesi dopo, a settembre, l allora ministro della Sanità Raffaele Costa firmò il decreto ministeriale che definiva ruolo e funzioni degli infermieri professionali. Il profilo professionale è la pietra miliare nel processo di professionalizzazione dell attività infermieristica. Il decreto ministeriale 739/94 riconosce l infermiere responsabile dell assistenza generale infermieristica, precisa la natura dei suoi interventi, gli ambiti operativi, la metodologia del lavoro, le interrelazioni con gli altri operatori, gli ambiti professionali di approfondimento culturale e operativo, le cinque aree della formazione specialistica (sanità pubblica, area pediatrica, salute mentale/psichiatria, geriatria, area critica). Il profilo disegnato dal decreto è quello di un professionista intellettuale, competente, autonomo e responsabile. Analoga definizione dei campi di attività e delle competenze verrà successivamente stabilita anche per l infermiere pediatrico (Dm 70/97) e per altri 20 profili professionali, tra cui figurano quello dell assistente sanitario, dell ostetrica, del terapista della riabilitazione, del tecnico di laboratorio ecc. L attivazione del profilo si presenta come il banco di prova per verificare la compliance tra le aspirazioni e le potenzialità degli infermieri, che sono chiamati ad assumere - anche formalmente - la responsabilità di gestire autonomamente il processo assistenziale, dal momento decisionale a quello attuativo, valutativo e di confronto. Non più "professione sanitaria ausiliaria": finalmente questa anacronistica e impropria definizione attribuita agli infermieri viene definitivamente cancellata da una legge dello Stato. La legge 42/99 (Disposizioni in materia di professioni sanitarie) sancisce che il campo proprio di attività e di responsabilità della professione infermieristica è determinato dai contenuti del decreto istitutivo del profilo, dagli ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione post base, nonché dai Codici deontologici che la professione si dà. 17

18 A fissare gli ultimi tasselli al percorso di riordino della professione è la 251/2000 (Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica). Questa legge stabilisce che gli infermieri in possesso dei titoli di studio rilasciati con i precedenti ordinamenti possono accedere alla laurea di secondo livello in Scienze infermieristiche. Passa così, dopo una lunga battaglia della Federazione Ipasvi, il principio dell equipollenza dei titoli ai fini della prosecuzione degli studi. Ma l importanza della 251 consiste soprattutto nel riconoscimento "formale" della dirigenza: per gli infermieri si aprono così le porte per l accesso alla nuova qualifica unica di dirigente del ruolo sanitario. In attesa dell entrata a regime della specifica disciplina concorsuale, disposizioni transitorie stabiliscono che le Aziende sanitarie possono comunque procedere all attribuzione degli incarichi di dirigente dei Servizi dell assistenza infermieristica e ostetrica "attraverso idonea procedura selettiva tra i candidati in possesso di requisiti di esperienza e qualificazione professionale predeterminati". A tali figure sono attribuite la responsabilità e la gestione delle attività di assistenza infermieristica e delle connesse funzioni, nonché la revisione dell organizzazione del lavoro incentivando modelli di assistenza personalizzata. I decreti del 2 aprile del 2001 sulla determinazione delle classi di laurea delle professioni sanitarie si inquadrano nel generale processo di riforma dell Università, che va avanti per armonizzarsi con lo scenario europeo: i corsi di diploma universitario per infermiere si trasformano così in laurea triennale e viene prevista la laurea specialistica nelle Scienze infermieristiche e ostetriche, a cui accedere sulla base dei crediti acquisiti nella formazione di base. Nella specifica classe di laurea riservata alle professioni sanitarie infermieristiche e alla professione sanitaria ostetrica sono collocati i profili dell infermiere, dell ostetrica e dell infermiere pediatrico. Il 2002 si apre con l emanazione di una legge che riguarda gli infermieri, la n. 1 dell 8 gennaio (Conversione in legge, con modificazioni del decreto legge 12 novembre 2001, n. 402, recante disposizioni urgenti in materia di personale sanitario). Il provvedimento, nato sulla spinta dell emergenza infermieristica, in realtà fissa alcuni principi di carattere più generale: riconosce agli infermieri dipendenti del S.S.N. la possibilità di svolgere attività liberoprofessionale all interno delle strutture della loro Amministrazione per garantire attraverso "prestazioni aggiuntive gli standard assistenziali nei reparti di degenza e l attività delle sale operatorie"; prevede la possibilità di riammettere in servizio infermieri che abbiano volontariamente risolto il rapporto di lavoro, stipulando contratti a tempo determinato; definisce le funzioni dell operatore socio-sanitario, ribadendo che esso svolge le sue attività "conformemente alle direttive del responsabile dell assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione"; 18

19 valorizza la formazione complementare e attribuisce valore di titolo valutabile ai fini della carriera ai Master e agli altri corsi post base. Con decreto del 9 luglio 2004 il MIUR fissa le modalità e i contenuti delle prove di ammissione ai corsi di laurea specialistica in Scienze infermieristiche e con decreto del 27 luglio definisce i posti per le immatricolazioni. Il 1 ottobre, con un ulteriore decreto, riconosce ai fini dell'ammissione "in deroga al superamento dell'apposita prova" la posizione degli infermieri già in possesso dei titoli rilasciati dalle Scuole dirette a fini speciali e titolari, da almeno due anni, dell'incarico di direttore dei Servizi infermieristici o di direttore o coordinatore dei corsi di Laurea. Così, nell'anno accademico la Laurea specialistica diventa finalmente una realtà concreta e i corsi partono in 15 Atenei italiani. Un obiettivo che la Federazione e i Collegi Ipasvi hanno perseguito con tenacia, con il fine di offrire agli infermieri la possibilità di intraprendere percorsi formativi sempre più articolati e diversificati, che li rendano protagonisti attivi e competenti di un mondo sanitario in continuo sviluppo. La Laurea specialistica (o magistrale) non è una tappa formativa obbligatoria, ma un'opportunità per gli infermieri che intendano acquisire il livello professionale necessario ad esercitare specifiche funzioni nell'area clinico-assistenziale avanzata, nella gestione, nella formazione e nella ricerca. Formazione Anni di formazione Scolarità di base richiesta Possibilità di specializzazione riconosciuta Licenza media Si Aperto solo alle donne Ammissione al Si, fino al Aperto a terzo anno scuola 1982/1983, poi entrambi i sessi superiore NO Diploma di maturità TABELLA 1 I master sono previsti dal 1994 e attivati intorno al 1998 Limiti Durata Note Anni 2 Anni 3 Anni 3 Recepita normativa di Strasburgo del 1967 Corso di diploma universitario 19

20 L'attuale percorso formativo per diventare infermieri e per proseguire gli studi - una volta conseguito il titolo che abilita all'esercizio professionale - si sviluppa secondo le disposizioni del decreto del ministero dell'università del 3 novembre 1999, n Esso è articolato in più livelli. Laurea in Infermieristica (L) Ha l'obiettivo di assicurare allo studente un'adeguata padronanza di metodi e contenuti scientifici generali (180 Cfu. 1 credito = 30 ore). E' il titolo che abilita all'esercizio professionale (sostituisce i precedenti titoli di Infermiere professionale e di diploma universitario in Scienze infermieristiche). La durata accademicamente definita è di 3 anni. Laurea specialistica in Scienze infermieristiche (LS) Ha l'obiettivo di fornire allo studente una formazione di livello avanzato per l'esercizio di attività di elevata complessità (120 Cfu). La durata è di 2 anni. Master di primo livello Corso di approfondimento scientifico e alta formazione permanente e ricorrente in ambiti specifici (area critica, geriatria, pediatria, salute mentale, sanità pubblica, management infermieristico ecc.), successivo al conseguimento della laurea in Infermieristica (60 Cfu). Master di secondo livello Corsi di approfondimento scientifico e alta formazione permanente e ricorrente in ambiti specifici, successivo al conseguimento della laurea specialistica (60 Cfu). Dottorato di ricerca Fornisce le competenze necessarie per esercitare, presso Università, enti pubblici o soggetti privati, attività di ricerca e di alta qualificazione. Chi ha accesso al percorso formativo post laurea di base Hanno accesso alla formazione post base tutti gli infermieri in possesso del diploma di laurea in Infermieristica, rilasciato ai sensi della normativa vigente. Ma possono accedervi anche tutti gli altri infermieri e infermieri pediatrici (ovviamente in possesso del titolo di scuola secondaria superiore) grazie alla legge n. 1 del 2002 che ha reso validi i precedenti diplomi anche al fine del proseguimento degli studi. I precedenti diplomi erano comunque conseguiti in ottemperanza a precise direttive europee (Accordo di Strasburgo del 1967: 4600 ore di formazione) e davano e danno titolo all'esercizio professionale infermieristico in tutta l'unione Europea. 20

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