PARLANDO E RIPARLANDO DI SCIENZA
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- Evaristo Mari
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2 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II OVVERO PARLANDO E RIPARLANDO DI SCIENZA STAMINALI: TRA FATICOSE CONQUISTE E FANTASIOSE CURE 9 di Elena Cattaneo LE CELLULE STAMINALI NEURALI. SPERANZE E PROSPETTIVE 11 di Carla Perrone Capano, Marianna Crispino, Umberto di Porzio LA SCIENZA E LA COMUNICAZIONE AMBIVALENTE 13 di Gianfranco Pecchinenda OLTRE LE CURE MIRACOLOSE : PER UNA MEDICINA VIRTUOSA 15 di Andrea Vicini L IMPIEGO DELLE CELLULE STAMINALI MESENCHIMALI ATTRAVERSO IL RICORSO ALL ANOMALA VIA GIUDIZIARIA 17 di Lorenzo Chieffi
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4 Gli articoli degli incontri si trovano all indirizzo
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6 La ricerca sulle cellule staminali è una delle aree più affascinanti della biologia contemporanea e, pur sollevando a volte questioni etiche, rappresenta una delle più promettenti sfide per il genere umano.
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8 Elena Cattaneo nasce a Milano nel Coniugata, due figli. Si laurea in Farmacia (con lode) nel 1986 presso l Università degli Studi di Milano e, successivamente, consegue il Dottorato in Biotecnologie Applicate alla Farmacologia. Nel 1995 diventa Ricercatore Universitario e nel 2001 Professore Associato presso la stessa università. Dal dicembre 2003 è Professore Ordinario dell Università degli Studi di Milano dove insegna Applicazioni Biotecnologiche in Farmacologia e Cellule staminali in biologia e nella medicina rigenerativa presso la Facoltà di Scienze Biologiche. Ha lavorato per tre anni come postdoc nel Department of Brain and Cognitive Sciences, M.I.T. (USA), nel laboratorio del Prof. Ronald Mckay dove ha avviato studi sul differenziamento delle cellule staminali neurali in una regione cerebrale, lo striato, implicata nella patofisiologia di diverse malattie neurodegenerative. È stata per un breve periodo all Università di Lund, nel laboratorio del Prof. Anders Bjorklund, imparando tecniche sperimentali di trapianto intracerebrale di cellule staminali. Tornata in Italia, ha continuato gli studi sulle cellule staminali cerebrali indirizzando le ricerche sulla malattia di Huntington. È direttore del Laboratorio di Biologia delle Cellule Staminali e Farmacologia delle Malattie Neurodegenerative del Dipartimento di Bioscienze e coofondatore e direttore di UniStem, il Centro di Ricerche sulle Cellule Staminali dell Università di Milano ( Da oltre vent anni il laboratorio studia la malattia di Huntington con l obiettivo di contribuire alla comprensione dei meccanismi patogenici e allo sviluppo di strategie farmacologiche, geniche e cellulari in grado di interferire con la malattia. Elena Cattaneo ha coordinato e coordina, tra gli altri, progetti e consorzi di ricerca italiani ed europei come Neurostemcell ( ), Neurostemcellrepair (2013/2017) e un network italiano per lo studio delle staminali nell Huntington (2013/2016). Ha ricevuto molti riconoscimenti, tra i quali il premio Le Scienze per la Medicina e la Medaglia d oro del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, per gli studi sulla Corea di Huntington e sulle cellule staminali (2001), il premio Luigi Tartufari dell Accademia dei Lincei (2012) per la Biologia molecolare e la genetica. È membro EMBO e dell Accademia dei Lincei. Negli anni ha fatto parte di numerose commissioni e comitati nazionali e internazionali per posizioni accademiche e per finanziamento ricerche. Fa parte di Editorial Board di numerosi giornali scientifici internazionali ed è revisore per diverse riviste tra le più quotate a livello mondiale. Ha organizzato numerosi eventi scientifici locali ed internazionali, indirizzati alla comunità scientifica, al pubblico e alle istituzioni del paese. Ha tenuto oltre trecentocinquanta seminari scientifici e divulgativi. Organizza gli eventi di divulgazione scientifica di UniStem che includono le Giornate di Studio, le UniStem Lectures e la giornata UniStem Day dedicata agli studenti delle scuole superiori. Dal 2013, UniStem Day è diventato un evento internazionale che coinvolge più di quaranta atenei italiani e una decina di stranieri coinvolgendo oltre quindicimila studenti delle scuole superiori. Partecipa alla discussione sui rapporti tra scienza e società scrivendo occasionalmente anche su quotidiani nazionali. È autrice di centocinquanta lavori pubblicati su riviste scientifiche quali Science, Nature, Nature Genetics, Nature Neuroscience, etc. È Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana. È Senatore a vita della Repubblica Italiana.
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10 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Staminali: tra faticose conquiste e fantasiose cure STAMINALI: TRA FATICOSE CONQUISTE E FANTASIOSE CURE Elena Cattaneo Professore di Farmacologia Università degli Studi di Milano da Seminari di Ematologia Oncologica, 8: 2011 Normalmente lo sviluppo dei mammiferi procede a senso unico, con cellule dapprima immature che successivamente si specializzano (differenziano), diventano meno versatili, e quindi popolano e costruiscono i nostri tessuti. È infatti solo in una breve finestra temporale, e cioè nelle prime fasi dello sviluppo, precisamente allo stadio di blastocisti, che tutte le cellule hanno la capacità di trasformarsi in uno qualsiasi dei 220 tipi cellulari del corpo umano, dalle cellule cardiache ai neuroni, alle cellule della pelle. È possibile estrarre queste cellule dalle blastocisti sovrannumerarie (non in Italia), dando origine a linee di cellule staminali embrionali (ES) che possono essere propagate in vitro in modo illimitato senza che perdano quella loro straordinaria pluripotenza differenziativa. Nelle successive fasi dello sviluppo dell embrione impiantato, quindi allo stadio fetale, le cellule staminali che popolano i tessuti in via di formazione sono già specializzate avendo acquisito identità e potenzialità differenziative più ristrette e tipiche del tessuto in cui risiedono. Queste staminali sono anche dette staminali somatiche, o tessutali o fetali, ma a volte le si trova raggruppate anche alla voce staminali adulte, intese come cellule staminali dei tessuti già specializzati. Queste cellule garantiscono l espansione numerica e la specializzazione necessaria alla formazione dei diversi tessuti di un individuo. Nell individuo formato, cellule staminali adulte continuano a popolare i diversi organi e tessuti, dovendo garantire quel ricambio necessario per la funzionalità dell organo e la sopravvivenza dell organismo. In questi singoli tessuti o organi adulti, la presenza di staminali sarà tanto più abbondante quanto maggiore è la necessità e la capacità rigenerativa del tessuto in questione. Le staminali adulte sono quindi molto diverse tra loro, come localizzazione, abbondanza e specializzazione, dovendo generare tessuti diversi. Infine, ultime a comparire sulla scena, le cellule staminali pluripotenti indotte (ips) sono il risultato del percorso a ritroso di quanto sopra descritto. Partendo da una cellula matura è possibile, in laboratorio, riportare le cellule indietro nel tempo fino ad uno stadio qualificabile come simile a quello delle ES vere. Sono queste capacità delle cellule staminali, cioè la loro propensione all autorinnovamento nonché la potenzialità differenziativa (diversa per le diverse staminali), ad attirare l attenzione della ricerca. Questo interesse è soprattutto determinato dalla possibilità e dalla speranza di un loro impiego a livello clinico per trapianti riparativi. Ma le cellule staminali presenti nei tessuti adulti e nella blastocisti rappresentano anche una straordinaria possibilità di studio dello sviluppo umano, oltre ad essere un importante strumento di conoscenza di come si formano e come si ammalano i nostri tessuti, o dei meccanismi alla base delle malattie genetiche, potendo anche fornire informazioni circa la 9
11 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Staminali: tra faticose conquiste e fantasiose cure potenziale tossicità di farmaci. Il grosso challenge sarà però capire se e in quali condizioni queste cellule potranno essere impiegate in strategie di trapianto per sostituire cellule perdute nel corso di una lesione o di un processo degenerativo. In alcuni limitati ma importanti casi queste speranze sono già una realtà. Per tutte le altre situazioni occorrerà studiare e mettere a confronto le proprietà di tutte le staminali note, embrionali, fetali, adulte e ips. Soprattutto, per quanto straordinaria una staminale possa essere in vitro, il vero test da superare è quello della sua capacità trapiantologica. Questo test rappresenta la quintessenza del comportamento delle staminali poiché direttamente correlato alle funzioni di base della staminale, alla sua capacità di integrarsi, aderire, migrare, sopravvivere, proliferare, decidere il proprio destino, differenziarsi e degenerare. 10
12 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Staminali: tra faticose conquiste e fantasiose cure LE CELLULE STAMINALI NEURALI. SPERANZE E PROSPETTIVE Carla Perrone Capano Professore di Fisiologia Università degli Studi di Napoli Federico II Marianna Crispino Professore di Fisiologia Università degli Studi di Napoli Federico II Umberto di Porzio Direttore di Ricerca in Neuroscienze IGB Adriano Buzzati Traverso - CNR, Napoli Aveva ragione Joseph Glanvill, membro fondatore della Royal Society, l'accademia nazionale inglese delle scienze, quando nel 1661 aveva detto: "Può essere che, tra alcuni secoli il ripristino dei capelli grigi al colore giovanile e il rinnovo del midollo esausto possa alla lunga avvenire senza un miracolo". Oggi sappiamo che, al di là del sogno dell'eterna giovinezza, la ricerca sulle cellule staminali ha completamente rivoluzionato la nostra conoscenza della biologia e del corpo umano, grazie anche alle recenti scoperte sulle cellule staminali pluripotenti indotte (ipsc). Gli studi sulle ipsc hanno dimostrato che si possono riprogrammare cellule adulte definitivamente differenziate facendole diventare embrionali pluripotenti, in grado, cioè, di generare cellule con caratteristiche dei vari tipi cellulari di un organismo. Questi studi hanno portato all'attribuzione del premio Nobel 2012 per la Medicina a J. Gurdon e S. Yamanaka. Le cellule staminali rappresentano oggi uno dei più importanti temi di studio nell'ambito della ricerca bio-medica sia dal punto di vista della comprensione dei meccanismi patogenetici che per lo sviluppo di nuove terapie per un vasto numero di malattie. Inoltre, le cellule staminali costituiscono un deposito di cellule essenziale per il mantenimento dell organismo adulto: sono presenti nei vari tessuti in "nicchie" che ne consentono la sopravvivenza, la proliferazione e la trasformazione nei diversi tipi cellulari che formano i tessuti, funzionando come una sorta di serbatoio vitale che garantisce il continuo ricambio delle cellule dell organismo. Uno dei campi biomedici in cui la scoperta delle cellule staminali ha destato maggiore stupore e suscita maggiori aspettative è la neurobiologia. La recente scoperta che nel cervello dei mammiferi adulti sono presenti cellule staminali neurali ha rivoluzionato alcuni concetti fondamentali delle neuroscienze, come ad esempio i meccanismi della memoria e dell apprendimento, ed ha imposto una loro revisione. Data la loro singolare abilità rigenerativa, le cellule staminali offrono quindi enormi potenzialità per il trattamento di patologie del Sistema Nervoso finora ritenute incurabili. Da questo punto di vista, nuovi approcci molto promettenti mirano a stimolare la popolazione endogena di cellule staminali cerebrali per rimpiazzare i neuroni morti o non funzionanti, e auto-riparare il cervello malato. Inoltre, le ipsc umane, ottenute ad esempio da cellule della pelle, offrono oggi la possibilità di generare cellule del Sistema Nervoso da pazienti con malattie neurologiche e studiarle usando colture cellulari in laboratorio, per analizzare le loro caratteristiche e le loro risposte a farmaci. 11
13 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Staminali: tra faticose conquiste e fantasiose cure Il trapianto di neuroni derivati dalle ipsc in modelli animali di malattie del Sistema Nervoso sta fornendo nuove informazioni sui loro meccanismi d'azione, espandendone le potenzialità terapeutiche. Ad esempio, un recente lavoro dimostra che cellule staminali trapiantate in modelli animali di sclerosi multipla esercitano un benefico effetto neuroprotettivo non attraverso sostituzione cellulare, ma attraverso la secrezione di fattori che promuovono la sopravviven- za, la differenziazione e le funzioni delle cellule del Sistema Nervoso colpite dalla malattia. Nonostante i continui progressi della ricerca nel campo delle cellule staminali, molto lavoro resta ancora da fare per capire come usare queste cellule in modo sicuro ed efficace. La ricerca sulle cellule staminali resta pertanto una delle aree più affascinanti della biologia contemporanea e, pur sollevando a volte questioni etiche, rappresenta una delle più promettenti sfide per il genere umano. 12
14 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Staminali: tra faticose conquiste e fantasiose cure LA SCIENZA E LA COMUNICAZIONE AMBIVALENTE Gianfranco Pecchinenda Professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi Università degli Studi di Napoli Federico II È difficile non notare le grandi difficoltà che spesso si manifestano nel rapporto che i media di massa intrattengono con le tematiche proprie della comunicazione scientifica. Da una parte sembra esserci la scienza, con i suoi metodi fondati sul continuo controllo, anche attraverso la discussione critica, dei suoi stessi successi; dall altra il grande pubblico, che invece pretende di poter acquisire come certezze quelle che sono soltanto delle ipotesi non ancora scientificamente sottoposte a verifica. Infatti, studi oramai classici in materia evidenziano come la costruzione del fatto scientifico subisca un processo di traduzione, nel segmento che va dal laboratorio alla sfera pubblica, finalizzato a rendere la scoperta comprensibile ai più; al contempo, tale processo conferisce all oggetto studiato uno statuto di verità ben lontano dall ethos che anima il metodo scientifico fondato, com è noto, sull esercizio sistematico del dubbio. I maggiori sociologi della scienza hanno mostrato come la diffusione dei contenuti scientifici debba spesso piegarsi alle logiche dei media, che finiscono con l imporre allo scienziato interpellato un ruolo più da testimonial e da semplificatore che da esponente di una comunità regolata da norme severe, il cui prodotto si esaurisce in teorie congetturali e temporanee. È come se, in molti casi, l informazione nei media tendesse ad aggirare l aspetto scientifico delle pur delicate questioni di cui tratta, innescando una imprudente dialettica in conseguenza della quale il retroterra emotivo finisce con l assumere un ruolo preminente. Sembrerebbe, insomma, che le straordinarie possibilità dischiuse dalla ricerca negli ultimi decenni in special modo in ambito genetico non possano essere condivise dal grande pubblico dei non-esperti senza far ricorso all ambivalente sentimento collettivo, fatto soprattutto di speranze e di paure, che ne caratterizza il rapporto con l immaginario scientifico contemporaneo. Speranze che riflettono il desiderio recondito, in fondo mai sopito, di poter sconfiggere, grazie alla scienza, le malattie e la morte; paure che invece si presentano come un riflesso dell erosione che l autorità della scienza ha subito a fronte dei danni che essa stessa ha contribuito a produrre (le conseguenze dei quali sono percepite come incontrollabili soprattutto da Hiroshima in poi). Di fronte alle spinose questioni poste soprattutto dal dibattito bioetico intorno all attività scientifica in ambito medico di cui la ricerca sulle cellule staminali rappresenta una delle posizioni più avanzate il discorso pubblico sembra insomma dar corpo a tensioni irrazionali rispetto alle quali non sempre ha buon gioco la comunicazione scientifica tradizionale. La dissoluzione del monopolio della verità scientifica per dirla con Beck spiana, infatti, 13
15 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Staminali: tra faticose conquiste e fantasiose cure la strada all affermazione di molteplici punti di vista che, seppur egualmente supportati da evidenze empiriche, non di rado riflettono fronti antitetici. Permanendo questo stato di cose, agli scienziati non resta che sottoporre la propria attività alla gestione politica e all istituzione, oramai proliferante, delle varie commissioni specialistiche. In extrema ratio (come è accaduto di recente) la palla viene passata a cittadini i quali, attraverso lo strumento referen- dario, vengono chiamati a pronunciarsi su temi che, malauguratamente, padroneggiano solo in modo molto limitato. Se davvero teniamo alla diffusione di un umanesimo scientifico, credo sia giunta l ora di riconoscere che, dato il livello di specializzazione raggiunto nei diversi ambiti della ricerca, e considerata la controversa natura del dibattito, pensare di inquadrare la questione esclusivamente nei termini di un gap comunicativo sia un lusso che non possiamo più consentirci. 14
16 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Staminali: tra faticose conquiste e fantasiose cure OLTRE LE CURE MIRACOLOSE : PER UNA MEDICINA VIRTUOSA Andrea Vicini S.J. Pediatra e bioeticista Boston College, USA A una recente conferenza scientifica, con medici, famiglie e pazienti ho assistito alla presentazione di un medico che, in situazioni cliniche complesse, interviene con un approccio presentato quasi come miracoloso. L uditorio scientifico era ben a conoscenza dei molteplici problemi scientifici ed etici che accompagnano tali tecniche, tutt altro che miracolose. Gli indispensabili requisiti di buona pratica clinica, corroborati da dati clinici, e il rispetto dei requisiti etici nella relazione medico-paziente erano assenti. Mentre in privato le valutazioni critiche non sono mancate, pubblicamente i presenti non hanno messo in discussione i metodi clinici rischiosi e non scientificamente giustificati, né hanno segnalato le problematiche etiche associate. Mi sono ritrovato l unico a sollevare commenti critici sul piano scientifico e scandalizzati sul piano etico. Tra le famiglie e i pazienti presenti, molti avevano ricevuto quei trattamenti. Le loro voci, al contrario, si sono alzate per difendere l operato del medico, sempre disposto a intervenire accontentandoli in quanto domandavano, indipendentemente da quanto era clinicamente richiesto. Per loro, quel medico era l atteso salvatore, capace di realizzare le loro aspettative. Tragicamente, la loro situazione clinica smentiva che le cure fornite avessero migliorato la loro qualità di vita. Purtroppo questo aneddoto non è isolato. Non è necessario partecipare a conferenze scientifiche per imbattersi in trattamenti presentati come miracolosi. Recentemente, i media hanno proposto molteplici esempi. Troppo spesso l aura miracolistica cela presupposti scientifici non sufficientemente saggiati e modi di procedere eticamente vergognosi. Ci si trova di fronte a una medicina fai da te che elude il rigoroso controllo dell intera comunità scientifica. Inoltre, il paternalismo medico riaffiora in modi subdoli e aggressivi: Fidati di me. Io so cosa è bene per te. Io sono il medico. Dammi carta bianca. Non preoccuparti e lasciami fare. L attenzione mediatica che viene data a queste cure miracolose e alle false speranze che esse nutrono nuoce ai pazienti, alle loro famiglie, ai professionisti sanitari e all intera società. Ne escono penalizzate sia la medicina occidentale sia le medicine alternative, espressione di culture mediche e di visioni del mondo e della persona vagliate da secoli di pratica, come nel caso della medicina cinese. Una medicina virtuosa, al contrario, è rigorosa nell articolare i progetti di ricerca sperimentale, nel verificarne la fattibilità e nel procedere con cautela esaminando i risultati ottenuti. Un attenzione ancora maggiore caratterizza il passaggio alla sperimentazione clinica, valutando attentamente i benefici e gli effetti collaterali, confrontando i risultati ottenuti con cure alternative o comparabili. Inoltre, una 15
17 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Staminali: tra faticose conquiste e fantasiose cure medicina virtuosa pone sempre al centro le necessità di trattamento e di guarigione dei pazienti ed è ben cosciente dei suoi limiti. Il paziente vulnerabile e potenzialmente manipolabile non è un agente passivo, ma virtuoso, coinvolto e attivo nel processo di cura, in una dinamica di reciproca interazione e di al- leanza terapeutica. La medicina virtuosa ha una lunga storia, con innumerevoli protagonisti medici, infermieri, amministratori e pazienti. Questa medicina risponde alle nostre attese di cura e rende il vivere civile più virtuoso. L augurio è che essa si imponga sempre più nelle istituzioni sanitarie e nei media. 16
18 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Staminali: tra faticose conquiste e fantasiose cure L IMPIEGO DELLE CELLULE STAMINALI MESENCHIMALI ATTRAVERSO IL RICORSO ALL ANOMALA VIA GIUDIZIARIA Lorenzo Chieffi Direttore CIRB Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica Seconda Università degli Studi di Napoli L impiego delle cellule staminali è ancora una volta al centro di un accesa discussione nel nostro Paese. Alle perplessità provocate dal persistente divieto, imposto dal legislatore, a un uso sperimentale di cellule prelevate da embrioni crioconservati, pure se abbandonati e quindi destinati alla naturale distruzione, si aggiungono quelle legate all obbligo imposto al Sistema Sanitario Nazionale, da parte di numerosi giudici del lavoro, di avviare una terapia a base di cellule mesenchimali, con l effetto di alimentare ingiustificate aspettative per i malati e i loro familiari. L assenza di presupposti di scientificità e sicurezza e della stessa originalità del metodo utilizzato dalla Stamina Foundation, affatto riproducibile, hanno infatti indotto il Ministero della salute a vietare, in via precauzionale, la prosecuzione della sperimentazione già avviata, a seguito del responso negativo manifestato dal Comitato di esperti, in precedenza incaricato di esprimere un giudizio sulla sua utilità. In presenza di siffatta preclusione, incomprensibile è allora la decisione assunta nel trascorso mese di ottobre da un giudice pesarese di disapplicare la normativa vigente sulla sperimentazione (dal D.M. 5 dicembre 2006 alla più recente, legge n. 57 del 2013) con l intento di imporre, sull esempio di quanto in precedenza disposto da numerosi altri Tribunali, l impiego di queste cellule da parte delle strutture sanitarie pubbliche, nonostante l assenza dei presupposti di validità della sperimentazione e in assoluto dispregio delle più diffuse regole poste alla base del metodo scientifico. Nel derogare alle prescrizioni della deontologia medica (art. 49), contrarie all impiego sul paziente di rimedi razionalmente insuscettibili di utilità diagnostica o terapeutica, il disinteresse per il divieto ministeriale appare pure irrispettoso degli impegni internazionali, assunti dall Italia con la sottoscrizione della Convenzione di Oviedo del 1997 (art. 17), che in presenza di soggetti fragili, come i minori, consentono solo ricerche da cui possano attendersi risultati favorevoli alla loro salute e, quindi, in grado di arrecare un rischio minimo, proporzionato al vantaggio che ne potrebbe derivare dalla sperimentazione. Lo stesso approccio personalista, cui si ispira la nostra Carta Costituzionale, verrebbe ad escludere qualunque interpretazione utilitarista e scientista della pratica medica incapace di assicurare, alla luce delle conoscenze acquisite, un sia pure probabile beneficio per la salute del paziente. L uso compassionevole delle cellule mesenchimali, che richiama alla mente il filone giurisprudenziale sviluppatosi sul finire degli anni 90 intorno al metodo ideato, per assistere i malati terminali orfani di terapia, dal medico bolognese Giuseppe Di Bella, oltre a determinare un ingiustificato aggravio per le casse dello Stato, appare pure foriero di possibili discriminazioni tra quanti sono stati ammessi o, al contrario, esclusi dal trattamento, a seguito di pronunce dei giudici di diverso orientamento. 17
19 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Staminali: tra faticose conquiste e fantasiose cure Senza affatto dismettere l impegno del SSN a sviluppare studi, rispettosi del metodo scientifico, destinati a porre rimedio alle malattie rare o comunque prive di adeguate terapie, non appare allora giustificabile, alla luce della norma- tiva vigente, l impiego, sia pure pietoso, di terapie difformi dalle regole ampiamente osservate a livello internazionale e, soprattutto, indispensabili per avviare una sperimentazione di qualsivoglia rimedio terapeutico. 18
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