Giuseppe Tomasello. GOCC D'A o POESIE

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2 Giuseppe Tomasello GOCC D'A o POESIE

3 Curriculum di GIUSEPPE TOMASELLO Giuseppe Tomasello Puddu per gli amici, è nato a Biancavilla (CT) il , da una famiglia di contadini. Sposatosi con Lucia Ranno, ha oggi una figlia e quattro nipoti. Giovanissimo, dovette abbandonare gli studi per motivi economici e dedicarsi all'agricoltura. Il contatto con la natura ha affinato il suo sentimento e gli ha dato occhi incantati per la poesia. Poeta contadino di elevate capacità di osservazione, maestro nel descrivere la natura attraverso appropriate rime sia in dialetto sia in lingua. Attento osservatore dei cambiamenti sociali, riesce a cogliere, nei suoi versi, i mutamenti che vi avvengono. Grazie alla sua lunga attività poetica, dove ha raccolto risultati significativi e duraturi, Giuseppe Tomasello è stato, nel decennio '80-'90, anche collaboratore del mensile Callìcari, èdito in Biancavilla. Una sua lirica; la primavera dell'emigrante è stata scelta e cantata dalla nota cantante Nilla Pizzi, che l'ha inserita in un suo LP intitolato Con tanta nostalgia, facendola conoscere a tutti gli italiani emigrati all'estero. Tre volte primo-premio nazionale in Poesia, il a Roma, il a Giardini-Naxos, il al XXVI premio ''Valenti Faustini a Piacenza dove ha anche avuto assegnata una medaglia d'oro per meriti poetico-culturali. Quarantasei sono, in tutto, i' suoi riconoscimenti ottenuti in tutta Italia, fra i quali 21 tra primo, secondo e terzo premio. Giuseppe Tomasello ha scritto anche commedie dialettali (di cui tre rappresentate in pubblico), ottenendo un lusinghiero successo: U patri all'antica, 'A fuitina, Nobili e riccu, 'U merru chiacchiaruni. Ancora oggi continua la sua attività nel campo della Poesia. Premessa dell'autore Ho voluto mettere insieme queste mie poesie d'amore in questo volumetto, non tanto per renderle pubbliche e farmene un vanto, ma perché mi sono tanto care e per me rappresentano il frutto del mio passato, e della mia ricerca in questo campo, il senso del travaglio dell'intimo della mia anima, e di sicuro esternano i pensieri più sinceri e nobili che nascono dal cuore e contribuiscono alla formazione della mia personalità. E per questo non volevo perderle, perché anche se di poco valore sono sempre gocce d'amore che si propagano per i sentieri della vita, necessarie per chi si nutre di questo sublime sentimento. Di certo in questi versi troverete l'essenza di un cuore grande e generoso, voglioso di dare tantissimo amore, perché sull'amore sono vissuto, e dell'amore sono stato marchiato a fuoco, tanto che ancora porto sulla mia pelle il segno indelebile delle sue impronte, è una ferita insanabile dentro il mio cuore, ma mi conforta il detto di un grande poeta che disse: chi dell'amore non ebbe mai pene dell'amore non ebbe mai gioie Perché è grande e forte questo sentimento e chi lo ha vissuto intensamente ne è testimone: che l'amore vero è gioia e dolore, sa perdonare e sa ridare fiducia ad un cuore afflitto. Questo mio lavoro non ha pretese né culturali, né letterarie, ma spero che i lettori comprendano il messaggio che desidero trasmettere con questi miei versi, e spero di non annoiarli, ma di coinvolgerli con la bontà del contenuto. Questo mio libro lo dedico a Dio, che mi ha dato questo dono, a mio padre Salvatore e a mia madre Lucia che mi hanno saputo educare con tanta semplicità ed affetto. E a tutti gli innamorati che per amore hanno vissuto e sofferto fino allo spasimo, lasciando un segno nella storia dei secoli, e che io poi li ricorderò più avanti in questo libro per rendergli onore per questo grande ideale. 3 Giuseppe Tomasello

4 L'AMOR CHE MOVE IL SOLE E L'ALTRE STELLE (DANTE) Quando ti sfiorerò per la prima volta lo farò con le mie labbra

5 Dalla Sacra Bibbia IL CANTICO DEI CANTICI L'amore nella sua donazione e nella reciproca appartenenza dei due innamorati. L'amore tra JHEHE e ISRAELE, tra CRISTO e la CHIESA, e anche tra DIO e L'ANIMA, l'amore supremo, tra DIO e la sua creatura. Beato chi comprende a canta il Cantico dei Cantici. L'AMORE! (lei) Baciami con i baci della tua bocca, le tue carezze sono migliori del vino, i tuoi profumi sono soavi a respirare, per questo ti amano le fanciulle. Attirami a te, corriamo. (lui) Quanto sei bella amica mia, quanto sei bella, i tuoi occhi sono colombe. (lei) Il mio amato è mio E io sono sua: ritorna, mio amato, simile a gazzella o cucciolo dei cervi, sulle montagne di Betel! (lui) Quanto sono soavi le tue carezze, sorella mia, sposa mia, nettare stillano le tue labbra, o sposa mia, miele e latte sono sotto la tua lingua, le curve dei tuoi fianchi sono come monili, capolavoro di mani d'artista, i tuoi seni somigliano a due caprioli, 6 gemelli di gazzella, il tuo collo è come una torre d'avorio; quanto sei bella, quanto sei incantevole, o amore figlia di delizie! (lei) Sotto il melo ti ho svegliato, là dove ti ha concepito tua madre, ponimi come sigillo sul tuo cuore, perché insaziabile è l'amore, le molte acque non possono spegnere l'amore, né i fiumi travolgerlo. SULL'AMORE HANNO DETTO I son Beatrice che ti faccio andare, vengo dal lo co ove tornar desio, amor mi mosse, che mi fa parlare. O donna in cui la mia speranza vige, e che soffristi per la mia salute in inferno lasciar le tue vestige la tua magnificenza in me cùstode, così che l'anima mia che fatta ha sana piacente a te dal corpo si disnodi. (Dante) PAOLO e FRANCESCA Amor che a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte che, come vedi, ancor non m'abbandona quanto leggemmo il disiato riso esser baciato da cotanto amante questi che mai da me non fia diviso. La bocca mi baciò tutto tremante Galeotto fu quel libro e chi lo scrisse Quel giorno più non vi leggemmo avante. (Dante) 7

6 TRISTANO e ISOTTA GIULIETTA e ROMEO Giulietta perché sei ancora tanto bella? Debbo credere forse che la morte immateriale Provi il sentimento d'amore, e che quel mostro Aborrito di magrezza ti tenga qui al buio per far Di te la sua amante? (William Shakespeare) La gaudiosa luce che come un dì di Pasqua Le rideva negli occhi: E allora questo è Amore! Si prese l'amato fra le braccia e mise La sua bocca su quella di lui e lo baciò Mille volte, in una sola Finché la sua bocca diede a lui forza d'amore (Von Strasburgo) I PROMESSI SPOSI (Renzo e Lucia) Che i guai vengano bensì spesso perché ci si è dato cagione;, ma che la condotta più cauta e innocente non basta a tenerli lontani e che quanto vengono, o per colpa o senza colpa la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore. (A. Manzoni) ERANO I CAPEI D'ORO A L'AURA SPARSI Erano i capei d'oro a l'aura sparsi Che in mille dolci nodi li avvolgea, e 'l vago lume altra misura ardea di quei begli occhi ch' or ne son si scarsi; El viso di pietosi color farsi Non so se vero o falso, mi parea; i che l'esca amorosa al petto avea, qual meraviglia se di subito arsi? 8 Non era l'andar suo cosa mortale, ma d'angelica forma: e le parole suonavan altro, che pur voce umana. Uno spirto celeste, un viso sole Fu quel che vidi; et se non fosse or tale, piaga per allentar arco non sana. (F. Petrarca) Buon pastore, dì a questi giovani cosa Significa amare Esso è fatto di sospiri e lacrime... È fatto di fede e servizio... è fatto Di fantasia, di passione e brame, di Adorazione, dovere e osservanza, di Umiltà di pazienza e impazienza, di purezza Di tribolazione, di reverenza. L'amore è la più saggia delle follie, un'amarezza capace di soffocare, una dolcezza capace di guarire. Se ogni stella fosse il tuo ritratto, tutti si innamorerebbero della notte. Il mio cuore è così stretto al tuo che Del mio col tuo si può fare un solo cuore. Sei il solo cielo della mia terra e la mia Parte di cielo (W Shakespeare) E dopo breve soggiorno volasti veloce, come mostrar quale creature genera il cielo, per accendere dunque degli uomini il cuore. (John Milton) Credendo come io credo nella reincarnazione Vivo nella speranza che, se non in questa vita In qualche altra nascita sarò capace di abbracciare L'umanità in un amichevole abbraccio. (Mohadas K. Gandhi) Un sorriso,è il primo atto d'amore verso gli altri (S. M. Teresa di Calcutta) 9

7 Il frutto della fede è amore, l'amore in azione è servizio, e così gli atti d'amore sono atti di pace. (Brian Weiss) Sappiate custodire l'amore Con gli anni custodirlo doppiamente, L'amore non sono i sospiri sulla panchina, Non le passeggiate sotto la luna. Ci sarà di tutto: piovaschi e spruzzi di neve Tutta una vita si deve trascorrere insieme. L'amore somiglia a una bella canzone E una canzone non è facile comporla. (Stephan Schipacev) Quando l'amore vi chiama seguitelo, anche se le sue strade sono ardue e ripide. E quando le sue ali vi avvolgono abbandonatevi A lui... E quando vi parla credetegli anche se La sua voce può infrangere i vostri sogni e Disperderli come il vento del nord... (Gibran) Ed ora voglio dare voce anche ai poeti locali che sull'amore hanno scritto versi profondi. SOLE D'INVERNO Sole d'inverno che sorge al mattino Fiore che sboccia nella primavera, riscalda il cuore mio la bella spera, come colora i fior d'un bel giardino. Cent'anni ancor sia la tua dimora piena di vita e ricca di splendore, con i più caldi amplessi del mio cuore e il nostro amore che fiorisce ancora dai figli circondata con affetto, stima ed auguri porge il tuo diletto. (Placido Benina) di Biancavilla LU MISSAGGIU DI L'OMU NZIANU Ventu ca passi fisciu e ti nni vai, fermiti 'n pocu siddu non ti noi, si di la menti 'a stissa strata fai niari stu missaggiu non mi poi. Dicci a l'amuri ca n'a scordu mai ch'è sempri la nutrici di li gioi; si li capiddi persi e jianchiai, l'ansia è sempri nta li tempi soi. Comu la primavera tra li sciuri spetta lu civu di raggi sulari ca li cunforta e ci duna caluri ccu l'anirgia ca li fa sbucciari, lu stissu è lu risvigghiu di l'amuri: diccillu, ventu, non ti lu scurdari. (Placido Benina) di Biancavilla SI CHIAMA AMURI Stu sintimentu iù lu chiamu amuri, amuri ca fa perdiri su spiri e sboccia nta la vita comu 'n ciuri, e' tutta gioia granni stu suffriri pirchì su mi mancassi u tò caluri stu cori si firmassi ppi muriri

8 SCIATU DI L'ANIMA MIA Chi facisti sciatu di l'anima mia? Mi rubasti lu cori all'impruvvisu? Comu ti dugnu nvasuneddu a tia Acchianu senza scali 'n paradisu! (Alfio Naso) di Belpasso LI ME NUZZI D'ORU Oggi su' cinquant'anni senza erruri ca semu 'nsemi, Pippinedda mia, ringraziu la Madonna e lu Signuri 'ppi la to prizziusa cumpagnia. Sì stata sempri e sì l'unicu amuri passannu tutti dui peni e allegria e speru stari uniti e sempri 'n paci. fina ca lu Patri Eternu ci piaci. (Angelo Sciacca) di Adrano NOTTI D'AMURI Pensu sempri dda sira di giugnettu, ca quasi menzanotti trabbuccava, e tu stavi attaccata a lu mè pettu, la luna di lu celu ni guardava. Quannu mi davi l'amuri e l'affettu, e ju filici ti lu ricambiava, dd'amuri puru, sinceru e perfettu, comu lu nostru cori disiava. (Alfio Sciacca) di Adrano MAGIA Si ju mi trasformassi npcciuneddu, bulassi prestu, nta lu tò balcuni, quannu rapi ti dugnu nvasuneddu, chè duci, si macari tu mu duni, accussì s'avvirassi la maggia, e tu capissi cosa sì ppi mmia. (Alfio Laudani) di Biancavilla L'AMURI È NA COSA RANNI Lu megghiu amuri è quannu non si vidi, basta lu teni chiusu nta lu cori; sulu si lu dimostri, si cci cridi, tannu è veru amuri ca non mori. 12 Lu stissu ppi li cosi di curari, macari nta na rasta chianti nciuri; si non lu vai spissu a bivirari voi diri ca non ci hai nuddu amuri. (Nino Tomasello) di Biancavilla GOCCIA DI LUCE Per non perdermi mi manchi tu, inafferrabile goccia di luce, per questo chiederò al cielo di piangere una lacrima, e ti chiamerò stella. (Salvatore Leo) di Biancavilla SPLENDIDA Amore, quanto sei splendida stasera, sei come la luna nella notte chiara, bella come il sol di primavera. Sei come una nuvola leggera, e io sono il vento, che se ti passo accanto ti porto via con me. Ricordo il mio passato, i baci che mi hai dato il nostro amore, che mai finirà. Che durerà per sempre, per l'eternità. (Alfio Mauceri) di Biancavilla SUSPIRI D'AMURI Mfacciti, figghhiuzza, quantu viju 'ss'ucchiuzzi toi tantu disiati, ca sù ristoru di lu cori miu focu d'amuri di li mei nuttati. Sapissi quantu t'amu e ti disiu, e l'occhi mei, sù sempri appiccicati, a 'ssu balcuni, ca lu cori miu 'ntrizza frasi d'amuri suspirati. (Gaetano Petralia) di Catania 13

9 SEGNO D'AMORE Un mendicante ti porge la mano; tu gli dai un obolo, anche questo è un segno d'amore, se quel mendicante non lo incontrerai più quel gesto rimarrà scritto nel genoma della vita. Perduto nel mio errare nel nulla, nell'intimo dei miei pensieri, vedo il tuo viso, immagine senza tempo; felicità desti e gioia quando con me esistevi, Amore miol Senza inizio e senza fine Tu sei per sempre. IL MIO MONDO Da quando tu non ci sei, questa vita non è più la mia: questo mondo non è più mio. Così ho capito che tu eri la mia vita: che tu eri il mio mondo. PROSSIMO MIO Non mi basta questa vita per dimostrarti quanto ti amo prossimo mio, più di me stesso. Quando andrò nella casa del Padre chiederò di tornare per riprendere questa missione d'amore, di pace, di giustizia, e di verità, e stringervi tutti in un unico abbraccio. (Giuseppe Tomasello) 14

10 La poesia di Giuseppe Tomasello L'amore, è la traslazione della carne verso la persona amata, verso i santi, l'immensità di Dio. Lorenzo Bernini ha rappresentato bene questo afflato dello spirito terreno, moto della materia, che si risolve in pensiero, nei sentimenti che conformano lo spirito umano, nella Santa Teresa, nella Beata Ludovica. L'essere nasce con la cantilena degli affetti e dell'amore in fondo all' animo, in fondo a quel qualche cosa che chiamiamo coscienza, dove il formicolio dei pensieri, sempre attivi, si arrovella e comanda o si lascia comandare. Pensieri, sentimenti, parole coincidono, sono un'unica essenza. Le parole dell'amore sono libere, non si lasciano comandare, sottomettono chi cade sotto il loro dominio, chi si lascia affascinare dalla bellezza della donna, che si dona alla visione, intera l'essenza della femminilità. Non tutte le donne portano il fascino potente del loro essere, esprimendolo con la forza che gli è propria di femmina, donna amante, madre. Gli amori di Giuseppe Tomasello si rivolgono a questo attributo essenziale del sesso femminile. Nei suoi versi lo esprime con potenza contingente, quasi avvenga il contatto fisico carnale, sempre limitato alla contemplazione, sia quando cade sotto i suoi occhi l'abbondante petto di donna Concetta ('A finestra), sia nel farsi trascinare nella delicatissima spiritualità dei ricordi, per concludere che amore e vita si compensano, sono complementari e nessuno dei due può sopravvivere all'altro (Addiu amuri). Èil valore del mito greco, della profonda spiritualità che lega gli esseri nei momenti eterni della terra: Piramo e Tisbe, Ero e Leandro. Eco inaridisce al diniego d'amore di Narciso. Quannu, 'a matina, rapu dda finestra, m'affacciu, e lu mè cori s'arricria; (chi sciauru di rosi e di inestra, lu suli 'nta lu celu aspicchialia). Quannu s'affaccia poi donna Cuncetta, di ddu barcuni nfacci la me casa, quantu bunnanza nta dda camicetta. Nella solitudine la bellezza dei momenti vissuti si muta in rammarico, in doloroso ricordo, e il profumo delle stelle che discendono dal 16 cielo a cogliere viole, e lo stesso profumo di primavera che ormai non giova ~iù, ne} cuore è divenuto stupido, insensibile, privo di ogni stimolo vlta~e. E venuta meno la donna della sua esistenza che lo ispirava e }o stimolava alle attività della vita. E la b~lla moglie c~e lo ha abbandonato con prematura fine, quasi portand?si la colpa di averlo lasciato solo tra gli affanni di questa terra privandolo della sua luce, della sua guida. Quando il silenzio amaro della solitudine si distrae e lo lascia vivere allor:,a il senso estetico dell'amore sgorga sincero e fluido dal suo cuore. E il poeta che si incanta dinanzi alla bellezza e intona il canto dell'amore che è nell'essere, che si trascina con lui lungo l'esistenza senza lasciarlo mai. Bellezza femminile e bellezza del quadro che la incornicia valli fiorite, boschi montagne si fondono ed insieme cantano l'~more: Bellezza contadina fatta delle piccole cose che l'accompagnano e si mutano nel canto d'amore del poeta che si lascia trascinare dietro i versi, dietro l'incanto delle parole che la sua mente produce con meravig.liosa armonia, amore reale e narcisismo si connettono per inebriare Il poeta. Ebbrezza che lo porta a fondere parole e sentimenti. I :ersi. più belli, genuini, sono quelli che rivolge alla moglie, alla propria esistenza che entra fitta nella sintesi dei fotogrammi che la rac~ontano: L'amore è la prima espressione del bambino, del primo vagire che e canto dell'amore. Nasce in quella età, gli adulti non se ne acco~gono, ~on riflettono d'essere stati bambini, entrati nelle regole che II sollecitano alla rettitudine dei comportamenti, se rettitudine è quella.che detta la morale sociale, dentro cui avvengono i dissensi della VIta e nessuno osa accorgersene, vivendoli nel silenzio del cuore. Giuseppe Tomasello canta il suo amore e lo dichiara nell'essenza dell'esister~ d~l~a prima infanzia all'età adulta, dichiarandone la perpetua contmmta, come fosse la scoperta da additare all'umanità che fin.ge di ess.ere costretta ad amare dalle convenienze sociali, dagli usi, dai costumi, dalla necessità del riprodursi. Giuseppe Tomasello inverte.le esigenz~ di natura e leg~ la necessità del riprodursi al principio primo ~ell'eslstere, l'a~ore. E il divenire del tempo, delle stagioni, d~lla VIta, della morte. E la favola da vivere, la più importante della VIta, brevissima, da risolvere dentro il tempo finito dell'esistere. Valore eterno legato agli eventi, bene che si apprezza solo quando VIene meno. Salvatore Emmanuele 17

11 Senza righe Che senso ha stampare in proprio - e distribuire alla macchia - una silloge di versi in un paese di quella deliziosa Sicilia amara? E se poi la raccolta si fa monotematica, vale a dire se s'imbriglia tra i rovi dell'amplesso intimo e le piume di Cupido? Il volumetto di Giuseppe Tomasello è un cahier. Un taccuino. Un soliloquio scandito da rimandi e rivisitazioni. Compaiono i grandi protagonisti dell'amore inossidabile; le voci di Dante, Manzoni, Shakespeare; i versi dei meno noti provinciali. Eppure tutto ha una logica. Una verità occulta e assoluta: un cuore pulsante, rimasto vivo nell'attesa. Dando per buona la dichiarazione d'intenti dell'autore sulla supposta pretesa illetteraria, balza subito agli occhi la mistica onirica dell'amante eterno. Un amore fatto di cose semplici, perché puro. Un incontro spontaneo, nato da quella logica algebrica del rispettivo penetrarsi negli occhi: autoreferenziale, in vernacolo come in lingua. Ma, nelle poliedriche sfumature, emerge sempre il carattere divino: L'Amore: un sentimentol così alto da sfiorare Dio (pag. 21). E come avviene, poi, nell'intensità del vissuto non c'è tempo, si rivive, si soffre un presente: Cu' sapi unni sì', cchi stai facennu.../ si sì cuntenta, filici, oppuri noi si pensi a lu passatu e stai suffrennu?! Essiri 'n atra vota non si polli (pag.34). Ma nel cuore che attende il ritorno, forte di luoghi, sensazioni, alcove, che rilegge misticamente il comparire della prima ruga, quando la propria donna si trasfigura e fonde in moglie, madre, sorella, rimane lo spirito incorrotto dagli anni, quello del primo valzer dell'anima. Una consolazione, un ritrovarsi, un palpitare ancora. A tanto, questi versi semplici, gridano. Gocce d'altiore POESIE Placido Antonio Sangiorgio 18 19

12 Gocce d'amore Che cosa grande è l'amore! Pensate che da una goccia nasce un'immensità di bene. La vita che tutto crea tutto costruisce; GOCCE D'AMORE Cosa sono le stelle? In un cielo nero che ti indicano il cammino nella notte quando l'orizzonte si perde? GOCCE D'AMORE Un raggio di sole che riscalda la terra e la feconda, la veste di colori preparando la primavera. GOCCE D'AMORE Un fiore che sboccia bellezza, colore, profumo, dolcezza, miele dolce dono che un'ape raccoglie per addolcire la vita, GOCCE D'AMORE Una mamma che allatta, il sorriso di un bimbo; il bacio di una persona amata; vivere una poesia, la tua poesia. GOCCE D'AMORE Quando sei innamorato e sentirai dentro di te questa fiamma che brucia, e ti dà tanta energia di affrontare il mondo. GOCCE D'AMORE SPARSE NEL SANGUE Lo sguardo dolce e appassionato, il sorriso di chi ti ama. Dormire mano nella mano. L'Amore: un sentimento così alto da sfiorare Dio. SON TUTTE GOCCE D'AMORE 21

13 Inno all'amore Un altare innalzerò per te, e dea ti invocherò nei miei pensieri d'amore. Di coralli ed alabastro un trono costruirò e,in un cuscino di mirto, sederai per me. Di gemme,smeraldi e fiori una corona intreccerò, per adornare il tuo capo; di more e mirtilli profumerò le tue labbra per addolcire struggenti baci d'amore. Tra un ippocastano ed un cedro due raggi di sole legherò e tenderò un' amaca di gerani in fiore e petali di rose: una coperta di zaffiro stenderò. E, con le ali dell'amore,ti cullerai, volando fra le stelle, riposerai; col respiro del vento e il sussurro del mare una musica divina suonerò e in un incantato silenzio udrai una sirena che ti canterà un inno d'amore. 22 Uardannu a Ttia Non mi bastassi spènniri 'na vita Uardannu sempri a ttia, li to' biddizzi, la to' facciuzza fina comu sita, li vasunedda toi, li to' carizzi. Lu suli joca e ti fa carizzeddi, lu ventu ti strammina li capiddi: comu du gemmi sunu ss'occhi beddi, lucenti ancora megghiu di du' stiddi. Di bbeni e di ricchizzi, cchi nn'ha fari? Di frunti a ttia perdinu valuri: tutta sta ggioia, non si po' ccattari. Beddi li cosi crea lu Signuri, pirchi lu munnu si nni po' vantari e cògghiri li frutti ppi l'amuri. Anima e cuore Mi fusti cumpagnedda prizziusa, sciatu di lu mà cori, ggioia vera, amica affizziunata e gginirusa ccu li to' modi affabili e sincera. Tisoru ppi l'amici, rispittusa, ca di l'amuri porti la bannera: di tia mi dasti tuttu di carusa ppi la mà vita, ranni primavera. Tantu cunfortu dasti a la mà vita nta li cunzigghi e li raggiunamenti e mi trattavi ccu ggioia infinita. Amanti e matri in tutti l'argumenti, ispiratrici amàbbili e pulita, di nòbbili e saggi sintimenti. Settembre

14 La nostra primavera Ntra ddi noti di valziri La nostra casetta in campagna, due cuori, io e te. E godevamo insieme la nostra primavera per saziarci di vita. Mi alzavo presto la mattina e andavo là in cima alla collina, a guardare il sole, che spuntava, ad ascoltare gli uccelli che cantavano un inno di festa. Poi ritornavo e guardavo dalla finestra socchiusa e tu dormivi mentre il sole d'oro tingeva i tuoi capelli. E ti svegliavo con un bacio sulle labbra profumate di dolci primizie; poi correvamo sui verdi prati in fiori, a rincorrere le farfalle, a succhiare il nettare dei fiori, a cercare nidi di uccelli per sorridere e gioire di quei piccoli. 24 La sera ci trovava seduti là, sulla collina a guardare il tramonto fino all'ultimo raggio di sole ed io intrecciavo per te corone di margherite per adornare i tuoi capelli e glolvamo,glolvamo del nostro amore e la nostra casetta aspettava là nascosta tra gli alberi. Poi tu te ne andasti e passò la primavera; 1'albero dei nostri cuori ha perso,tante volte, le foglie; bianchi son diventati i miei cappelli ed il mio sguardo è fermo là sul sentiero che porta alla collina, e tu non sei tornata più ed io aspetto ancora... la nostra primavera Era 'na festa quannu ti ncuntrai, tra canti, soni balli e alligria. Comu ti visti mi ni nnamurai, e fu 'na ggioia ppi la vita mia Mi fici avanti e t'invitai a ballari ddu valziri ca era tuttu amuri, liggera ca parevi di bbulari e prufumavi di rosi e di sciuri. Si mancu mi pareva ppi daveru: eri nta li me' vrazza e ti stringeva, ccu lu to' sguardu limpitu e sinceru ca li me' sintimenti cunfunneva. Dda musica di valziri sunava; ccu ddu vistitu viola ca cci avevi, e ccu ddu ballu comu svulazzava: 'n ancilu di lu celu mi parevi. Sinteva lu ta' cori ca batteva, chinu di ggioia, vita e alligria; 'nu veru cavai eri mi sinteva bbulannu ntra li noti assem'a ttia. Ccu lu to' visu sempri ridulenti, ddi labbra di cirasa zzuccarati ti trascinavi li me' sintimenti comu d'intra li favuli durati. Ccussì mi straviavi li pinzeri ccu ddu prufumu e ggioia infinita, ccu ddi noti di valziri liggeri lu cori mi rubbasti e la me' vita. 25

15 Tuttu puisia Ddà rampicati 'nta la stacciunata, pinnéunu ddi rosi villutati: era tutta 'n ciuri dda cuntrata, lu veru tempu ppi li nnamurati. Ddu vinticeddu friscu e prufumatu, ca li capiddi toi straminava, e jù, ca era pazzu nnamuratu, gilusu ca ddu ventu ti vasava. Lu suli si nfilava ntra ddi rami, li to' capiddi d'oru lluminava: parevi na riggina nta 'n riami e jù, ncantatu, ca ti taliava. Tra ddi mòrbiti fogghi tu durmevi, cu' sapi a ddu mumentu cchi pinzavi!? Ddi labbra zzuccarati li muvevi Pari ca nta lu sonnu mi vasavi. Cascàunu, tirati di lu ventu, ddi spinnagghi di rosi supr'a ttia mentri ti rusbigghjasti ddu mumentu, e li vrazza tinnisti versu a mmia. Ccu dda facci di rosa villutata tu mi nvitasti a stari accant'a ttia comu dintra na fàula durata e divintau tuttu puisia. 26 Ti ritroverò In quell'alba radiosa, io guardo il cielo e cerco di te, ti cerco nel sole che spunta, in una stella che brilla lontana, nell' aria che respiro, in una rosa che sboccia, quando apre i suoi petali come labbra ebbri d'amore. Ti cerco nell'orizzonte infinito scarlatto di luce nascente, tra le rime sublimi di una poesia, in un incantevole concerto di mille violini, in un bacio appassionato di due innamorati, perché là dove c'è amore sicuramente tu sei, e là io ti cercherò. Aspetterò il tempo che i secoli bui passeranno, e il male che tormenta la vita sarà sconfitto; Gesù Cristo scenderà dalla croce, e vivrà assieme a noi uomini di buona volontà, quando a tutti spunteranno le ali, e i santi non si conosceranno più dall'aureola in testa. E il mondo canterà un solo inno, quello della pace, dell'amore e della verità, e nel segno dell'amore io ti ritroverò, aleggiando assieme a te ripercorreremo i sentieri della vita. AMORE PERDUTO TI RITROVERÒ settembre 2000

16 Non svegliarmi Il Miracolo Sciogli i tuoi capelli come cascate di gocce di luce. Stendi le tue braccia, chè le tue mani di carezze sanno; accarezzami, come quella sera che d'amor apristi le porte del paradiso Fammi sentir l'odor di rosa di bocciolo, che dona al primo sole della vita il suo profumo, non mi svegliare da questo sogno, lasciami assaporare quell' estasi d'amore che la realtà mi nega. Usignolo che canti quando l'alba sveglia cuori assonnati, e d'amor tinge il cielo di primi bagliori di luce. Fammi accarezzare le tue labbra, i tuoi capelli, che solo carezze tesor non vale. Non svegliarmi 20 Gennaio Un sorriso è il primo atto d'amore verso gli altri. Maria Teresa di Calcutta Incontrare l'amore, vestita di sposa e in mano un fiore di campo, che incontro ti vìen volando. Passioni, entusiasmi, tempesta di pensieri che accende una fiamma che brucia come fuoco, e tu, a piene mani abbracci il mondo, e nel tuo intimo dirai, io amo e in quell'estasi toccherai il cielo, il sole, le stelle; vedrai il paradiso, e se l'amore te lo chiede potrai anche volare. L'amore è vivere una poesia, la tua poesia, quella che parla di te, del tuo tormento, della tua gioia immensa, perché è così grande l'amore, che per respirare hai bisogno di quello sguardo dolce e appassionato, che penetrfl nel fondo dell' anima, e in quell'attimo vorresti essere scultore per scolpire su una pietra quell'immagine sublime; vorresti essere pittore, per dare al mondo una tela con l'essenza della vita; vorresti essere poeta, 29

17 per cantare all'etere intero quel sentimento così alto da sfiorare persino Dio. Quanto eri bella! E quando stringi tra le braccia questo grande tesoro prezioso, e chiudi gli occhi per gustare l'ebbrezza di un sogno meraviglioso, non ti senti al buio, ma avvolto di una luce radiosa che unisce due anime, e in quell'attimo così vicino a Dio, nasce il prodigio di una nuova vita che immortala l'essere stesso e tu vorresti ricominciare, un altro giorno, un'altra notte fino alla fine del tempo. Che cos'è la vita di tutti i giorni senza un miracolo d'amore? Lo vorrei gridare a voce alta, affinchè tutto il mondo lo ascolti, perché quando si ama, i geni migliori scendono sulla terra, il paradiso ti spalanca le porte, e Dio di lassù ti strizza l'occhio. Perché nell' amore non c'è peccato. Lo scrive tra le lacrime uno che ha vissuto un grande amore e adesso non ce l'ha più, e pensa che il male, si estinguerà quando si è capaci di amare anche chi non ci ama. Questo miracolo sta dentro di noi: cerchiamolo! Quella zagara che il tuo capo adornava, su una chioma di riccioli d'oro, profumati di mirto dei campi: quanto eri bella, amore! Serena tu dormivi, ed io, innamorato, vegliavo il tuo sonno, in una muta religiosa preghiera, trattenendo il respiro, dicevo: quanto sei bella, amore! I primi raggi di sole inondavano d'oro il tuo viso; ancora assonnata, aprivi gli occhi, e di luce accendevi la mia vita: quanto eri bella, amore! Con le tue mani accarezzavi le mie labbra, ed io baciavo l'angolo della tua bocca, sussurrando: quanto sei bella, amore! I tuoi capelli diventavano grigi, e qualche ruga segnava il tuo viso; ancor di più innamorato, dicevo: sei ancor più bella, amore! Quanto è triste questo calice amaro: guardare una rosa, e dire: QUANTO ERI BELLA, AMORE! 30 31

18 Fantasia Credevo 'Nta 'n casciuleddu tuttu oru e argentu, di cosi belli lu osi llinchìri; la Musa mi furnìu l'argumentu e jù ni ntisi tantu piaciri. Credevo di sognare volando per spazi immensi di un cielo pieno di stelle: erano i tuoi occhi La stidda cchjù lucenti di lu celu, du' raggi di lu suli cci rubbai, di na spusa la cruna e lu velu, 'n pezzu di celuazzurru cci mmiscai. Credevo di accarezzare un biondo campo di grano dalle spighe mature baciate dal sole: erano i tuoi capelli. L'unna di mari chiara e cristallina, e 'n masuneddu duci tuttu amuri, 'na rosa vagnatedda di risina, sciuri di campu di tanti culuri. Credevo di baciare un bocciolo porporino profumato di vita: erano le tue labbra. Cci misi tanta gioia e simpatia, e lu brillanti cchjù bellu ca c'era, lu cantu di l'aceddi in alligria e lu prufumu di la primavera. Credevo di ammirare due rose che di grazia abbondavano per chi ammirar potesse: era il più bello di te. Tutti sti cosi anzemi li mmiscai, li riminai ccu la fantasia; quannu 'u rapìi, sapiti cchi truvai? 'N munnu d'amuri e tanta puisia. Credevo di avere nelle mie braccia il mondo: eri tu!

19 Riordi di carusanza Doppu tant'anni vosi ddà turnari, nta ddu quartieri di pirifiria, ppi ddi tempi passati riurdari unni jucamu assemi, iù ccu ttia. E nni ristai troppu stranizzatu, non mi vineva mancu di cridìri di comu tuttu lu truvai canciatu ca ni pruvai tantu dispiaciri. La to' casudda china di giràni, attornu, tanti rosi prufumati... Ora c'è 'n palazzu a cincu piani e tuttu-cosi sunu trasfurmati. Ddu pratu virdi, dd'aria gginuina dda rocca rossa, lu nostru castellu... : jù era cavaleri e tu riggina... unni pigghjau ddu tempu accussì bellu?! Vistevi ccu 'na gonna quatriata, na camicetta pallinata blù, 'n paru di trizzi ca parìa na fata: 'n ta la ma' menti c'eri sulu tu! Lu tempu ngratu ca eva passannu, dda camicetta non ti eva cchjù: jù, carusiddu, ti eva circannu, però ccu mmia non ci iucasti cchjù. Sbriaru i nostri jòchira nnuccenti: lu tempu tradituri s'i purtau: di zoccu c'era non ristau cchjù nenti, macari l'ambienti si canciau. Pinzusu, mi nni ìi a passa lenti, pinzannu a dda bbiata ggiuvintù: sulu a riordu ristau nta ma' menti dda camicetta pallinata blù. Cu' sapi unni sì', cchi stai facennu... si sì cuntenti, filici, oppuri no, si pensi a lu passatu e stai suffrennu?! Essiri 'n atra vota non si po'. 34 Amore perduto o tu, che guardi, luna, con sguardo malinconico e triste, no, non mi guardare: non hai più quel romantico sguardo di un tempo, come quando stringevo lei con gioia, tra le mie braccia, e tu, civettuola, mi strizzavi l'occhio; spegni quelle noiose stelle del nero cielo, che mi servivano ad ammaliare il mio amore; e tu, venticello profumato di viole che, a sera, baciavi le sue labbra ed io, geloso, ne gioivo nel sentir sulle mie labbra quel profumo di vento dai mille sapori, ora non mi servi più; va via! Non voglio più sentire quel noioso fruscio che tanta tristezza mi incute; non voglio sentirti più strisciar sulla mia pelle. E te, primavera tornata a vestir la terra di mille corolle, e profumar l'aria di rose e violette, via! non ti voglio più: che fare dei tuoi stupidi fiori? E quello, lo stupido destino che nemico mi fu, non voglio più portarlo sulle mie curve spalle: a sassate lo prenderò, le sue ali spezzerò, vendicherò, sì, il mio perduto amore. 35

20 Addiu, amuri Lu celu cchjù non pozzu taliari, quannu d'azzurru splenni lu culuri ca l'occhi toi mi fa ricurdari quannu mi taliavi ccu 'n amuri. Ddu vinticeddu friscu e prufumatu, ora cchjù non lu pozzu simpurtari ca mi riporta a lu tempu passatu e a lu prufumu tò mi fa pinzari. Li vasunedda toi, li to carizzi, stu cori, comu li po' mai scurdari? Mi cunfurtaru tutti li tristizzi, mi ficiru danòu nnamurari. Non pozzu a lu ma' cori dumannari dda spinta ca mi dava, ddu caluri ca mi faceva tantu nnamurari. e mi dava la forza di l'amuri. Non cercu cchjù 'na rosa d'autunnu, anchi si bedda comu 'na bannera, pirchì non poi spirari mai a lu munnu lu so prufumu di la primavera. E chiudu sti riordi nta la menti e li cultivu comu fussi 'n sciuri: duci, passati, filici mumenti di chistu stranu, 'mpussìbbili amuri. E dicu: Amuri e vita su' 'n cumpenzu: si unu di li dui veni a mancari non c'è filicità, non c'è cchjù senzu, sbria la vogghja puri di campari. 36 La Tua stella Seduto sul muretto, dove la sera, io e te, aspettavamo il tramonto; le mani sulle guance i gomiti poggiati sulle ginocchia, lo sguardo fisso là nel nulla, oltre la siepe. Dove allora tu apparivi col sorriso sulle labbra e le braccia tese verso di me; e ci abbracciavamo in un istinto d'amore mentre calava la sera, e l'usignolo cantava il suo canto meraviglioso sul grande abete, dove aveva fatto il nido, e noi pieni di gioia, cuore a cuore, inebriati dall'immenso profumo di fiori di campo, e nel silenzio del vespro che inumidiva l'aria, in quella sera tiepida di primavera. Guardavamo le prime stelle che luccicavano lassù in un cielo blù-porporino, e tu, con gioia, dicevi: - guarda, quella è la mia, la mia stella, vedi che luccica di più, e il tuo viso si accendeva di gioia, mentre donavi a me tutto di te, le tue gioie, il tuo cuore, il tuo amore immenso. Ed ora, solo, aspetto, seduto sul muretto, le mani sulle guance, i gomiti poggiati sulle ginocchia, gli occhi fissi sull'infinito: aspetto quella stella, la tua stella, che in cielo brilla di più. 37

21 Circannu dda stidda Suliddu, assittatu nta ddu muru, unni, ogni sira, aspittavu a ttia, sentu stu cori afflittu, ti lu ggiuru, e lu pinzeri ca mi cutturia. Li manu nta la facci, scunfurtatu, li uta a li inocchi su' appuggiati, ccu lu me sguardu fissu, stralunatu, penzu a li bbeddi siri ddà passati. E mi riordu quannu tu vinevi fuennu, ridulenti, versu a mmia: 'n ancilu di lu celu mi parevi, echi ranni ggioia ppi la vita mia! Vasannu dda uccuzza prufumata, duci comu lu meli sapurita, filici trascurrèumu 'a sirata comu dintra 'na faula infinita. Lu suli lentamenti eva cuddannu, cantannu l'acidduzzi tutt'antornu, la sira prufumata eva calannu, ca signava la fini di lu jornu. La prima stidda 'n celu, cumpareva, e tu, ccu ggioia, stavi accantu a mmia, e jù nta lu me' cori ti stringeva: quant'era bbellu stari assemi a ttia! Uardannu nta lu celu, mi dicevi: - talia dda stidda ca luci di cchjù! Chissa è la me' stidda, ripitevi, cchjù bbella d'idda, poi, non ci nn'è cchjù. La sira tornu ccà, taliu lu celu Cercu dda stidda ca luci di cchjù: friddu è lu ma' cori, comu jelu; ca tu, accantu a mmia, non ci sì cchjù. 38 Puisia Riordu dda casudda tantu amata, nta dda campagna tutta rosi e sciuri ntra l'albiri e lu virdi era mmucciata: du' cori, jù ccu ttia, e tant'amuri. Ni ggudéumu la nostra primavera ccu tanta gioia, chini d'alligria: tutta 'na festa la natura era, sàzzii di la vita, assemi a ttia. Lu suli ca spuntava la matina, e tutta la campagna riscaldava, ddi sciuriddi vagnati di risina: era la vita ca si risbigghjava. Di dda finestra misa a vanidduzza lu suli ti tingeva tutta d'oru; echi rosa villutata, dda facciuzza e ddi capiddi ch'erunu 'n trisoru! Ccu 'n mmasuneddu poi t'arrisbigghiava, sapuri di primizia prufumata, di ssapurari mai mi sazziava ddi labbra di cirasa nzuccarata Nta lu pratu ni éumu assicutannu, ridennu tra dda festa di culuri, li farfalleddi éunu abbulannu, assaggiannu lu meli di li sciuri. Jucannu ccu vasuna e carizzeddi la sira abbrazzati ni truvava; 'n cuncertu di cicali ccu 1'aceddi, spittannu ca lu suli tracuddava. 39

22 Di sci uri ti ntrizzava 'na curuna e di l'amuri ti fici riggina, pirchì eri cchjù bedda di la luna, suli nascenti di prima matina. Ggiuéumu tantu di lu nostru amuri e la nostra casudda n'accugghieva mmucciata mmenzu dd'arvuli e ddi sciuri, lu nostru nìdiru ca ni prutiggeva. Passau la primavera e tu partisti, e ccu lu cori afflittu mi lassasti; è tantu tempu ca tu ti nni ìsti, spirannu ca turnavi, e non turnasti. L'albiri d'aspittari sunu stanchi, persiru li binnizzi e lu culuri, li me' capiddi annivintaru janchi persi la forza ddi nnu ranni amuri. E iù mi lludu, cuntannu li jorna, mentri ca si cunzuma la lumera: lu tempu passa lentu scura e gghiorna, spittannu ca turnassi primavera. 40

23 Sulu d'amuri Nta li to' vrazza mi scordu lu munnu, mi sentu comu 'n re senza lu regnu, la testa ca mi ggira tunnu tunnu, nun sacciu unni vaiu e d'unni vegnu. Non canusciu la notti ccu lu jornu, e mancu su è stati o puru mmernu. Sugnu ammenzu la ggioia e frastornu, comu 'n cuteddu ca nun havi pernu. Li tò biddizzi su' lu me' sustegnu, li vasunedda toi fannu di cugnu e d'accussì iù campu e mi mantegnu E non mi mporta chiù chiddu ca sugnu e mancu suddu esisti lu cuntegnu: campu sulu d'amuri e non mi scugnu. Chistu è l'amuri Comu 'na palummedda senza feli, ca nta li vrazza mei sbatti li ali, l'a muri fattu di zucchiru e meli, na casa bella ca non cci nn' è uguali. Ccarizzu la to' facci vellutata e li capiddi toi d'oru zicchinu, vasannu dda uccuzza prufumata ca fa l'aduri di lu gelsuminu. Canta Iu celu,la terra,iu mari, l'amuri ca rallegra d'ogni cori e tuttusmovi,e tuttu fa cantari. Cu' ppi l'amuri soffri, mai si penti: ppi chista ggioia lu munnu va avanti, ca è lu pernu di li sentimenti. 42 Sta durmennu Muti,aciduzzi,non faciti ciu pirchì l'amuri miu s'appinicau, e iù, ssittatu accantu,la taliu, penzu,a chist'ura zoccu s'anzunnau. Ventu ca passi, tu, non ci struzzari, ca lu so' sonnu si po' distrairi! Lu sacciu, puru tu, là òi vasari, sta ripusannu, làssila durmiri. Tu, rosa prufumata, tutta 'n ciuri, ssi fogghi,ppi lu ventu, ne' ittari, ca lu sonnu si po' disturbari; o luna,tu,ca spunti di lu mari, e tuttu ncanti ccu lu tò sbrannuri, mentri iù spettu ccà a fantasticari.... 'Na rosa fora tempu Tu, rosa, ca nta Maggiu avà sbucciari, tra lu sbrannuri di tutti li sciuri, ora è Dicemmiru: cu' tu fici fari! Ca allura perdi prufumu e culuri! Li to biddizzi li dasti a lu ventu, e lu prufumu, ca nn'avevi tantu; dasti a la puisia lu sintimentu, a lu pueta la ggioia e lu cantu. Cu' sapi, zoccu fu ca succidiu, ca fora-tempu sta rosa sbucciau: fu lu caluri di l'amuri miu? o forsi lu ma' cori la chiamau, e ccu la forza di lu so' disìu, mi rispunnìu: sta rosa sbrasciau. 43 Gennaio 1990.

24 A finestra Quannu 'a matina rapu dda finestra, m'affacciu, e lu ma' cori s'arricria; cchi sciauru di rosi e di inestra! Lu suli nta lu celu aspicchialia. Taliu attornu e vidu tanti cosi mentri ca è festa di la primavera 'nta lu giardinu sbocciunu li rosi, lu campanaru ccu la sa' bannera. Quannu s'affaccia poi donna Cuncetta, di ddu bbarconi nfacci la me' casa, quanta bbunnanza nta dda camicetta! Dda ucca russa comu 'na cirasa Dd'ucchiata civittola ca mi jetta... Jù chiudu l'occhi e sentu ca mi vasa. 'Na rosa Ti chiamunu reggina di li sciuri, e la cchjù bbedda sì di tutti pari, sulu la manu di lu Criaturi ti ddisignau ssi biddizzi rari. Miraculu di gioia ppi la vita, divina forma, frisca di risina, ppi cu' ti uarda sì gioia infinita, sciuri ca 'dorna tutti li giardina. Lu sacciu pirchì tu teni li spini: d'ognunu ti ulissi accarizzari, cci hai li fogghi dilicati e fini: Tuccannuli si ponu maltrattari, Ccu lu prufumu la vita smarini, bucciolu, ca la vita fai cantari. 44 San Valentino Era San Valintinu dda jurnata, la prima ota quannu ti ncuntrai, eri comu 'na rosa profumata e jù, di corpu mi ni nnamurai Mi nnamurai di li to' biddizzi, di ssa facciuzza fina e dilicata, mi nnamurai di ss'ucchiuzzi rizzi, di ssi capiddi, ca parìa 'na fata. Riordu sempri nta li mei pinzeri, tutta dda ggioia, lu tempu passatu, quannu poi divintasti ma' mugghjeri, comu nni era pazzu nnamuratu! Era la ma' dilizzia, la ma' vita, quannu nta li ma vrazza ti stringeva: la ta' uccuzza bedda e sapurita di li cirasi ducizzi cci aveva. Tempu birbanti! Comu ni cangiau, comu di tannu non lassau cchjù nenti: li to' capiddi griggi culurau, e unni su' dd'ucchiuzzi ridulenti? Sulu lu nostru cori non mmicchìu lu ranni amuri ntattu lu sarvau: ccussì lu munnu lu criau Diu: lu nostru amuri com'era ristau. 45

25 Campagnuledda Campagnuledda, ca scinni di li munti o di li frischi valli virdiggian ti, ccu ssi capiddi scioti nta la frunti e ss'occhi beddi comu du brillanti, 'n ciuriddu misu ammenzu li capiddi, lu sciallu ca t'adorna nta li spaddi cantari li fai, ranni e picciriddi, ccu ss'occhi di palumma troppu beddi. Sci uri di munti e sciuri di vadduni, sciuri di pujaredda e di li chiani, sciuri ca spunta nta tutti li gnuni, nesci nta li giardina e li arzani; ssu sciccareddu ca ti porta ncoddu, si senti bburiusu puru iddu, tuttu ragghiannu, nnacannu lu coddu e va satannu ca pari n'ariddu. Nta lu to' vrazzu, lu panaru chinu, e quantu cosi belli ca cci stanu: ppi vìviri, lu sciascu ccu lu vinu, lu pani ca tu Il'hai mpastatu a-mmanu. Tu, bedda, lu ma' cori ti rubbasti, intra ssu panareddu lu mittisti: anzemi, appress'a tia ti lu purtasti e l'anima a lu nfernu mi nchiudisti. Tòrnimi la ma' paci, figghja bedda, tu, ca di li campagni sì la stidda, fammi viviri nta la to' lancedda ca la vita la duna sulu idda. Dammi la vita, dammi lu ta' sciatu, e 'n masuneddu to' ca nun l'avutu, ca, su m'ammazzi, mancu chiamu aiutu. 46 Luglio 1989 Petalo profumato N egli occhi tuoi immenso cielo, dove io, riflesso, guardo la mia inutile anima spinta dal soffio di cotal grande amore, soffice abbraccio gentil, ne sento l'alito odor di petalo profumato che su le labbra mie SI posa. Sogna, anima mia, dispersa nel vortice della furiosa tempesta che la vita impone, perché beato ti è il canto di questa poesia che il cuor mio effonde, avvolto nell'immenso sogno d'amore, che Dio sulla soglia del cielo benedisse. Gennaio

26 Un soffio E una farfalla si posò sul mio impervio cammino cosparso di rovi, a saggiare il mio cuore che sa di more già secche di un tardo autunno; no! Non batter le ali tra le spine; puoi farti male; a me basta un soffio, un brusio, un alito di te Bella moglie Come parlar di te potrei, o moglie, madre,sorella; è poco a dir ciò che tu sei se m'accompagna a dir la fantasia. Se il sole nasce quando il ciel s'annera, or la tempesta passa: ci sei tu! Linfa frasca dell' anima, Là dove sboccia una rosa, dove un fiore apre i suoi petali al sole che l'aria profuma, gentil,si sente l'assenza di noi. Sereno, là dove, un concerto di uccelli e un coro di angeli si fondono in una musica dolce che entra nell'anima là tu sei, ed io ti chiamerò con le note vibrate del vento, bella moglie,bella moglie, e l'amor rifiorirà per noi. 48 Lu tò balcuni Taliu lu tò balcuni, tuttu n ciuri, di rosi e gelsomini rampicanti, e lu mè cori suspira d'amuri tutti li oti ca passu cc'avanti. Stu sciàuru, c'attornu ccà si senti, mi ncanta, non mi fa chiù raggiunari: si nficca nta lu cori e nta la menti, restu curpitu, e non mi fa passari. E,si t'affacci tu, rosa sbrannuri, spunta lu suli e tutttu fa brillari: ca sì lu veru sciuri di l'amuri E iù, di cca, ti staiu a taliari: di bàttiri si ferma lu me' cori, restu mpitratu, non sacciu chi fari. 49

27 Sfrazzi d'amuri Turnasti tu, turnau la primavera! Sbucciasti tra li rosi e gelsomini e nta la terra arsa unni disiu'd'amuri non fa virdi fogghi facisti sprazzi di li tò biddizzi, di rosi e sciuri purrazzi durnasti, e di prufumu l'aria inchisti A la vita cci dasti lu sapuri ca de si frutti di latti e di meli di musica e di canti: facisti sprazzi di la to' buntà. Unni non cera, la ggioia purtasti lu cori miu n catini lu mittisti e di li jorna mei facisti festa. Sfrazzzi facisti di l'amuri miu, sprazzi d'amuri Saziarmi d'amore Saziarmi d'amore è sentire il tuo profumo. Accarezzare le tue mani. Saziarmi d'amore è baciare le tue profumate labbra. Specchiarmi nei tuoi occhi. Saziarmi d'amore è ascoltare la tua voce, il tuo sorriso. Poesia sono i tuoi capelli al vento. Stringerti tra le braccia e.... Lu cantu di l'amuri Tu, ca di l'occchi mei,fusti pupiddi, primizzia di ricordi beddi, jucannu ancora nichi, picciriddi, nascèunu d'amuri pinzireddi. Iù gigghiu prufumatu, carusiddu e tu, comu rosa, buttuneddu, certu ca lu distinu osi chiddu ddu ranni amuri, ginuinu e beddu. Quannu vinni lu tempu di li rosi, e russi addivintaru li cirasi, la primavera sboccia tutti cosi e lu prufumu 'nta lu cori trasi. E, 'nta 'stu paradisu tuttu 'n ciuri unni la gioia tuttu fa cantari nnamurati, davanti lu Signori eternu amuri cci emu a giurari. E ncuminciau la storia infinita assemi a ttia, favula durata di li cosi chiù belli di la vita e di li nostri cori, disiata. Li cosi belli non durinu assai, lu tempu passa anchi si non voi, pirchì campamu 'nta 'n munnu di guai.. la mala sorti arriva prima o poi. A ruvinari tutti ddi biddizzi 51

28 mo Pago 000 ni fa ddannari peggiu di li pazzi; quannu la sorti fa li sai tristizzi e ni comporta di guai e strapazzi. Non mi basta 'na vita ppi ludari tutti li doti toi, ddu ranni amuri di sordi e di ricchizzi cchi nn'ha fari? La vita senza tia non ha valuri. Quant'è granni lu beni di 1'amuri. Quannu cci Il'hai, non lu sai aprizzari: capisci quant'è assai lu so' valuri quannu stu bbeni ti veni a mancari. Pari cent'anni ca passa lu jornu, la vita mia la passu suspirannu, la tò visioni ca mi gira attornu, cchiù non capisciu lu comu e lu quannu. Amuri, tu esisti assemi a mmia, 'nta lu me' cori e 'nta li sentimenti, e nuddu ti sipara chiù di mia, lu nostru amuri resta eternamenti. 52 Indice Curriculum..mo. Premessa dell'autoreoomoomoo Dalla Sacra Bibbia La poesia di Giuseppe Tomasello di Salvatore Emmanuele Senza righe di Placido Antonio Sangiorgio Gocce d'amore.oom Inno all'amore... Uardannu a Ttia - Anima e cuore La nostra primavera 00 Ntra ddi noti di valziri Tuttu puisia Ti ritroverò Non svegliarmio Il Miracolo.. Quanto eri bella! Fantasia..m... oo.mooo. Credevo 000 m omm Riordi di carusanza.. Amore perduto. m Addiu, amurimoooomomom La Tua stella..mo Circannu dda stidda Sta durmennu - 'Na rosa fora tempu mooooo A finestra - 'N a rosaoooooomomoooooooomooom..moooooo San Valentino mooooo Campagnuledda m moooooo... oooomm...omomo Petalo profumato mooooo Un soffio - Bella moglie..moooomooooom Lu tò balcuni oom...oom...momm Sfrazzi d'amuri - Saziarmi d'amore L u cantu di l' am urimoomoooooomoooooooo.m moo O 2.m... oo... o

29 Si ringraziano per la gentile collaborazione Il prof. Enrico Fichera Il prof. Dino Sangiorgio Il prof. Nino Distefano La prof.ssa Carmela Fichera La pittrice Patrizia Bonomo Il giovane Antonio Lavenia Elena Rapisarda (mia nipote) E altri che, anche se minimamente, mi hanno collaborato. Il mio discorso sull'amore continua, non finisce quì. Cercherò ancora le parole più belle, intinger:ò la mia penna sui colori dell'arcobaleno e scriverò della donna: Sublime dono di Dio alla bellezza. Giuseppe Tomasello 54

30 Finito di stampare a giugno 2007 in Biancavilla (et) tipolitografia Nicolosi via Ten. Avv. Milazzo, 4 tel. e fax