INTERVENTO DEL DOTT. ACHILLE VARIATI PRESIDENTE UPI, PRESIDENTE PROVINCIA E SINDACO DI VICENZA

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1 INTERVENTO DEL DOTT. ACHILLE VARIATI PRESIDENTE UPI, PRESIDENTE PROVINCIA E SINDACO DI VICENZA Audizione su AS 1977 di conversione decreto legge n. 78/15 Commissione Bilancio Senato della Repubblica Roma, 7 luglio 2015 Breve accenno alla situazione attuale di contesto A seguito delle elezioni che si sono svolte nell ottobre 2014 per il rinnovo degli organi di Province e Città Metropolitane, secondo quanto disposto dalla legge n. 56/14, il 90% delle 86 Province e Città Metropolitane delle Regioni a Statuto Ordinario è governato da amministratori comunali. Delle 86 Province italiane (comprese le nuove Città Metropolitane e le Province delle Regioni a Statuto speciale) N. 2 Province sono in dissesto (Biella e Vibo Valentia) N. 4 Province sono in piano di riequilibrio predissesto (Chieti, Potenza, Ascoli Piceno, Imperia) N. 1 Provincia è in attesa di approvazione da parte della Corte dei Conti (Verbania CO) N.4 Province hanno deliberato l accesso al predissesto (Caserta, Asti, Novara, LaSpezia) Nel 2014, 33 Province non hanno conseguito l obiettivo del patto di stabilità interno, con uno sforamento complessivo di 433 milioni. PRINCIPALI PROBLEMATICHE INERENTI IL PROCESSO DI RIORDINO DI CUI ALLA LEGGE N. 56/14 Come è noto, la legge coinvolge le 15 Regioni a Statuto Ordinario, ed interessa 10 Città Metropolitane e 76 Province. Inadempienze delle Regioni Rispetto alla legge di riordino n. 56/14, solo 6 Regioni su 15 hanno adempiuto legiferando norme di riordino delle funzioni amministrative: Liguria, Marche, Toscana, Umbria, Calabria e Lombardia. Le leggi approvate mostrano come non tutte le funzioni vengano riacquisite a livello regionale con il relativo personale, nonostante siano state mappate tutte le funzioni attraverso il lavoro degli Osservatori Regionali. Di queste cinque Regioni, nessuna si è fatta carico del personale dal 1 gennaio 2015, alcune indicano tale

2 decorrenza nel 1 luglio 2015 o 1 settembre 2015, ed il personale che viene riassegnato in regione non è tutto quello adibito alla funzione riordinata. Altre rimandano ad accordi con decorrenza ancora successiva Lazio, Emilia Romagna, Molise, Abruzzo e Piemonte sono attualmente impegnate nell approvazione in consiglio del progetto di legge in cui solo parzialmente si affrontano i problemi della spesa di personale. Altre Regioni (Campania, Puglia, Veneto e Basilicata) stanno elaborando un progetto di legge ma non emerge una volontà vera di operare un vero riordino con conseguente assunzione della spesa relativa. Inadempienze dello Stato Dopo aver emanato la circolare interministeriale (Funzione Pubblica ed Affari Regionali) n. 1/2015, contenente le indicazioni per la riduzione del 50% della spesa per le dotazioni organiche e le indicazioni per la predisposizione del restante personale in condizione di soprannumerarietà e dunque di mobilità, resta ancora da approvare il decreto ministeriale recante i criteri da adottarsi per la mobilità stessa (atteso per il 1 marzo 2015 ai sensi del comma 423 della legge di stabilità. ). La conseguenza di tale ritardo è la mancata indicazione, nella apposita piattaforma della Funzione Pubblica, del personale soprannumerario delle Province destinato alla mobilità verso Regioni ed enti locali, nonché verso le amministrazioni statali. Si tratta di un processo che coinvolge circa 20mila dipendenti provinciali, di cui 6500 addetti ai centri per l impiego e 2700 addetti alla polizia provinciale, mentre la restante parte è afferente alle funzioni non fondamentali da riordinare. Centri per l impiego e polizia provinciale Lo Stato è chiamato a legiferare su Centri per l Impiego e definitiva collocazione del personale delle Polizie Provinciali, come previsto dalla circolare interministeriale Dipartimento Funzione Pubblica e Affari Regionali n. 1/2015 la quale recita sono esclusi dai predetti elenchi (ndr elenchi del personale per riordino regionale) in quanto interessati a percorsi diversi, i dipendenti che svolgono compiti di polizia provinciale (omissis) e i dipendenti che svolgono funzioni presso i centri per l impiego. Nel decreto legge 78/15 non sono state individuate soluzioni adeguate e non esiste ancora una soluzione a questi due importanti aspetti legati al personale. Prime riflessioni Le Province e le Città Metropolitane stanno assicurando e pagando sia tutti i servizi delle funzioni fondamentali che tutti i servizi delle funzioni non fondamentali, comprese quelle che lo Stato avrebbe dovuto ad oggi riordinare. Ma le Province e le Città Metropolitane per effetto dell articolo 1, comma 10, del decreto legge in conversione n. 78/15 si vedono comunque obbligate a versare allo Stato 900 milioni di euro per il I primi pesanti riflessi sulle collettività di tale mancato riordino si stanno verificando in settori che impattano direttamente sui cittadini: un caso per tutti quello dei disabili sensoriali che la legge n. 56/14 non riconosce come funzione fondamentale delle aree vaste. La grave confusione ed incertezza normativa sta creando seri disservizi su tutto il territorio, né appare esserci in prospettiva, con l approssimarsi del prossimo anno scolastico, alcuna soluzione. E pertanto evidente per il 2015 la insostenibilità dell equilibrio di bilancio l impossibilità di rispettare il patto di stabilità interno.

3 Analisi capacità di spesa 2015 per le sole funzioni fondamentali La simulazione viene operata considerando le sole entrate tributarie di maggior rilievo desunte dai bilanci 2013 (Istat) relative alle Province delle regioni a Statuto ordinario (3,8 miliardi) GETTITO PRINCIPALI ENTRATE TRIBUTARIE 2013 solo Regioni a Statuto Ordinario (dati Istat) Imposta provinciale di trascrizione Imposta sulle assicurazioni Rc auto Tributo provinciale per i servizi di tutela, protezione e igiene dell'ambiente TOTALE NB= Il trend nazionale della principale imposta (Rcauto) fa registrare un 13% dal 2013 al 2014, che in termini assoluti vale 300 milioni di euro. Allo stesso modo, un vistoso calo ( 17%) si evidenzia nei flussi di cassa (Siope) nei primi cinque mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014 (cfr sotto) PRIMI 5 MESI 2014 PRIMI 5 MESI 2015 Imposta sulle assicurazioni rcauto ,84 Le risorse correnti 2013 come rappresentate in tabella (3,8 miliardi senza considerare il trend di riduzione Rcauto) sono state poi attualizzate, decurtando le diverse manovre che sono intervenute nel 2014, e previste per il 2015 e successivi. riduzioni 2015 per le Province e città metropolitane delle sole Regioni a Statuto Ordinario Maggiore riduzione 2015 su fsr dl 66 anno 2015 di cui costi politica di cui risparmi da spending comma 418 legge stabilità incapienza fondo sperimentale riequilibrio totale Il risultato così ottenuto (risorse disponibili ,8 miliardi tagli fino al ,6 miliardi) è pari a

4 Tali risorse (2,19 miliardi) sono state poi messe a confronto, per verificarne la capienza, con le spese correnti per funzioni fondamentali efficientate, come individuate da SOSE Spa nel maggio 2015, corredate dalle relative spese per interessi passivi e oneri finanziari collegate alle medesime funzioni fondamentali (2,3 miliardi). FUNZIONI FONDAMENTALI EFFICIENTATE da Sose CORRELATI interessi passivi e oneri finanziari diversi collegati alle funzioni fondamentali Sose TOTALE (Sose) EURO , , ,00 La situazione di parte corrente, per le sole funzioni fondamentali, nelle Province e Città Metropolitane delle Regioni a Statuto ordinarie per il 2015 è dunque la seguente correnti nel 2015 spese correnti tit. 1^ Occorre inoltre considerare che esiste un fabbisogno per gli investimenti nonché per il rimborso dei prestiti. Le spese per investimenti che nel 2013 (istat), sono state impegnate per le sole funzioni fondamentali individuate (scuole, strade, tutela ambiente) dalla legge 56/14, sono pari a 1,2 miliardi di euro, mentre le spese per rimborso prestiti, per lo stesso anno 2013 (istat) ammontano a 1 miliardo. L UPI ritiene tali spese per siano di fatto incomprimibili: SPESE INCOMPRIMIBILI rimborso prestiti (istat 2013) SPESE IN CONTO CAPITALE AL 2013 PER VIABILITA', SCUOLA AMBIENTE TOTALE EURO , , ,00 In conclusione per l anno 2015, se non intervengono interventi normativi correttivi, il comparto è in disequilibrio sia per le funzioni fondamentali sia per quelle che, a maggior ragione, non sono state ancora oggetto di riordino statale e regionale. Ecco perché occorrono delle modifiche al decreto legge 78/15.

5 I PROVVEDIMENTI NECESSARI PER IL 2015 IN FASE DI CONVERSIONE DEL DL 78/15 Sebbene il dl 78/15 contenga due interventi positivi e cioè la rinegoziazione dei mutui con libera destinazione dei relativi risparmi, e l abbattimento delle sanzioni per gli enti che hanno sforato il patto nel 2014, occorre comunque prevedere: - deroga alle disposizioni vigenti per consentire l approvazione del bilancio di previsione 2015 solo annuale; - slittamento del termine di approvazione dei bilanci al 30 settembre 2015; - norme ad hoc per alleggerire le Province della spesa per il personale adibito a funzioni non fondamentali; - norme per il personale impiegato nelle società partecipate; - norme per l utilizzo di avanzo libero e destinato già in fase di predisposizione dei bilanci; - norme per l utilizzo di parte corrente per almeno il 50% dei proventi da alienazioni patrimoniali; - norme per contemplare la possibilità di non versare al fondo ammortamento dei titoli di stato il 10% dei proventi da alienazioni, per destinarlo all estinzione dei mutui; - norme per cancellare tutte le sanzioni finanziarie per gli enti inadempienti al patto del 2014; - norme ad hoc per enti in condizioni di dissesto e in piano di riequilibrio pluriennale. Senza tali provvedimenti le Province e le Città metropolitane non saranno in grado di approvare il bilancio di previsione 2015 in equilibrio finanziario, né potranno rispettare il patto di stabilità. Così come, senza una revisione della legge di stabilità 2015 non è possibile per Province e Città metropolitane predisporre bilanci in equilibrio 2015/2017. Pertanto è imprescindibile che in sede di conversione del decreto legge n. 78/15 si provveda a definire con norma la possibilità di approvare il solo bilancio annuale 2015, disgiunto dal biennio successivo. Solo dopo le correzioni alla legge di stabilità 2015, sarà possibile procedere ad approvare bilanci in equilibrio. Analisi capacità di spesa per le sole funzioni fondamentali Come logica conseguenza di quanto sopra riportato, considerare un raddoppio o addirittura una triplicazione della manovra prevista nel 2015 (1,8 miliardi nel 2016 e 2,7 miliardi nel 2017) è evidentemente insostenibile per garantire anche una pur minima erogazione dei servizi relativi alle funzioni fondamentali. Ciò è stato correttamente sottolineato anche nella deliberazione 17/SEZAUT/2015 della Corte dei Conti, del 30 aprile Occorre dunque che la prossima legge di stabilità ponga rimedio alla situazione sopra descritta, come dimostrano le tabelle seguenti. correnti nel 2016 spese correnti tit. 1^ correnti nel 2017 spese correnti tit. 1^

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