IL MICROCREDITO CONTRO LA MAFIA Proposta di modifica del Codice Antimafia. Di Giusy Cavallaro e Saro Musmeci
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1 IL MICROCREDITO CONTRO LA MAFIA Proposta di modifica del Codice Antimafia Di Giusy Cavallaro e Saro Musmeci Comincia ad assumere i connotati della concretezza la proposta di modifica del Codice antimafia fatta dalla Fondazione di Club Lions del Distretto Sicilia di concerto con numerosi altri Enti pubblici e privati (Università di Catania, Arcidiocesi di Catania, Diocesi di Acireale, Credito Valtellinese, Credito Siciliano, Confindustria Catania, Lions Club Acireale, Associazione Amici Università di Catania). Lunedì 7 luglio, nell Aula magna dell Ateneo catanese, è stato presentato il testo della proposta intesa a favorire il microcredito utilizzando i beni confiscati alle organizzazioni mafiose. Ha coordinato l incontro Nino Milazzo che, aprendo i lavori, ha sottolineato l importanza di vedere concorrere il mondo dell associazionismo, la Chiesa cattolica, la società civile, il mondo bancario e imprenditoriale, nel comune intento di portare all attenzione delle aule del parlamento nazionale la proposta di modifica della normativa antimafia che prevede l utilizzo a titolo fideiussorio di una parte dei beni confiscati alle organizzazioni criminali. Il tentativo che si sta facendo, aggiunge Milazzo, è quello di immettere nei canali parlamentari il testo della proposta, interessando anche la Commissione antimafia dell ARS di Palermo. Il progetto va contro la stagnazione e contro la criminalità organizzata e non ha soltanto una valenza simbolica, ma acquista anche un grosso valore concreto. L aspettativa è quella di allargare il consenso contro la mafia: che nessuno possa ripetere ancora l infausta e tragica espressione venuta dalla piazza: con la mafia si lavora. Il dott. Milazzo conclude il suo intervento dando lettura dei cinque articoli della proposta e passa subito la parola al Magnifico Rettore dell Università di Catania Giacomo Pignataro. Il Rettore esprime la sua soddisfazione per un iniziativa che, iniziata in maniera pubblica presso il Tribunale di Catania lo scorso mese di maggio, si concretizza nei locali dell Università. Pignataro sottolinea come essa si collochi accanto ad altre di implicanza sociale già in corso e attraverso cui la società civile si propone nei confronti delle Istituzioni come pungolo in modo costruttivo e propositivo, evitando le semplici e sterili polemiche. L Università è al fianco di chi si fa promotore di simili iniziative. Non può essere sottratto alla sua riutilizzazione, alla sua remissione in
2 circolo, l ingente patrimonio derivante dalla confisca di beni alle organizzazioni criminali. Bisogna pensare al microcredito come ad uno strumento per avvantaggiare le piccole imprese. Intervengono nel dibattito gli on. Giuseppe Berretta, Basilio Catanoso, Angelo Attaguile ed il sen. Vincenzo Gibiino, che all unisono sottolineano la pregevolezza dell iniziativa; auspicano la transizione verso la legalità dei beni confiscati, considerando che all origine del sottosviluppo economico e sociale della Sicilia c è anche la criminalità; mettono in guardia contro le minacce che provengono dalla stessa malavita che considera uno sfregio il riutilizzo dei beni ad essa confiscati e che di fatto può anche impedire il riutilizzo dei beni. Pertanto qualsiasi iniziativa che va verso la legalità è positiva e deve essere aiutata, considerando anche la sua valenza positiva per il fatto che essa parte dalla base, dalla società civile, proponendosi come stimolo per i politici e creando in tal modo la base per una reale rivoluzione culturale. L impegno che viene preso è quello di ricercare la condivisione della proposta attraverso una firma interpartitica del disegno di legge, cercando anche di snellire le procedure e le pastoie burocratiche che tante volte rendono di fatto non utilizzabili i beni confiscati. Con una simile legge si creerebbe anche un clima di maggiore fiducia per gli Istituti di credito. Per questo la giornata che si sta vivendo è estremamente positiva anche se la bozza dovrà formare oggetto di studio e, quindi, anche di possibili modifiche. Anche l on. Nello Musumeci ribadisce l impegno della Commissione antimafia regionale a sostenere e ad incoraggiare l iniziativa nata dal connubio fra istituzioni pubbliche e private e tesa a restituire alla società i beni che le sono stati illecitamente sottratti. La lotta antimafia deve creare un consenso sociale, altrimenti resta soltanto un operazione di polizia. Lo scarso consenso sociale deriva anche dal fatto che il non riutilizzo di molti dei beni confiscati produce un ulteriore innalzamento del tasso di disoccupazione perché provoca spesso la chiusura delle imprese sequestrate. Interviene il Procuratore aggiunto della Procura di Catania Michelangelo Patanè che sottolinea come l iniziativa, attraverso la concessione del microcredito, abbia anche una forte valenza contro l usura e l estorsione, dando ossigeno a tante piccole imprese sull orlo del collasso e che altrimenti si vedrebbero costrette o a chiudere o a cedere alle pressioni malavitose. La Procura di Catania ha sequestrato un ingente quantitativo di beni mobili ed immobili: è necessario che questa enorme ricchezza rientri nel circuito economico del territorio in cui si è verificato l evento mafioso. Il giudice Pietro Antonio Currò illustra la genesi della proposta che parte dall iniziativa presa dalla Fondazione di Club Lions del Distretto Sicilia e dal Lions Club Acireale nel corso di un incontro tenutosi lo scorso gennaio. Il dott. Currò sottolinea come tante volte l Istituto bancario si tira indietro perché ci sono buone probabilità che il credito concesso non venga restituito. Non è da condividere l idea di dovere dichiarare il fallimento dell impresa sequestrata: bisogna vedere se essa è capace di continuare a svolgere la sua azione sul mercato attingendo soltanto a risorse lecite.
3 Il microcredito si appalesa quindi come uno degli elementi base per affermare il principio dell economia civile. Il dott. Currò conclude esprimendo il suo apprezzamento per la sensibilizzazione di tanti Enti nei confronti dell iniziativa. Interviene il past Governatore del Distretto Lions Sicilia Antonio Pogliese, anche nella veste di Presidente dell Associazione Amici Università di Catania e propugnatore in prima linea della proposta. Egli comunica all uditorio che c è già una iniziativa parlamentare per modificare il codice antimafia. In tale percorso si può pertanto inserire il progetto che oggi viene presentato. Pogliese fa un po la storia dei sequestri dei beni mafiosi soprattutto per quel che riguarda la provincia etnea, dove nel lontano 1982 si procedette al primo grosso sequestro. Oggi Catania torna ad essere di attualità con la presentazione di questo progetto di legge. L iniziativa si inserisce nella logica della società civile, che parte cioè dal basso, per creare una cultura antimafia realmente valida. L associazionismo può ottenere quei risultati che il mondo della politica stenta a far decollare. E importante quindi che il disegno di legge venga sottoscritto da tutti i parlamentari siciliani senza distinzione di colore politico. Viene chiamato a portare il suo contributo il Direttore della Caritas diocesana di Catania, don Piero Galvano, il quale fa presente come la Chiesa catanese abbia già erogato nell ultimo triennio cifre consistenti in attività di microcredito e come stia già utilizzando degli immobili sottratti alla mafia per opere di assistenza nei confronti delle fasce più deboli ed emarginate. Il Direttore della Banca d Italia di Catania, Pietro Raffa, porgendo i suoi saluti, ribadisce come l Istituto centrale condivida pienamente l iniziativa e ne conferma l adesione. Interviene il rappresentante dell ABI di Catania, Vittorio Pellagatta, che parla anche come vice presidente del Credito Siciliano. Egli conferma l adesione al progetto, sottolineando come la farraginosità della normativa esistente costituisca un serio ostacolo alla concessione di credito alle imprese.
4 E presente all incontro anche il Prefetto di Sondrio Carmelo Casabona che ha alle sue spalle una lunga militanza come questore in Sicilia e che, intervenendo nella discussione, conferma che la mafia è particolarmente sensibile al mantenimento del possesso dei beni illecitamente conseguiti. Egli ritiene che la proposta sia altamente positiva perché, mentre da un lato serve a rimettere in circolo i beni sequestrati, dall altra potrà aiutare realmente le imprese in difficoltà che, purtroppo, tante volte sono costrette a chiudere. Interviene il Governatore Lions Gianfranco Amenta che porta l adesione all iniziativa di tutto il Lions Sicilia. Con questa iniziativa viene modificato il concetto stesso di sussidiarietà che si trasforma in azione concreta, facendo diventare protagonista del cambiamento la società civile e dando anche al Lions la possibilità di operare una concreta svolta nella sua attività. L Assessore alle Attività produttive del Comune di Catania Angela Mazzola sottolinea come l iniziativa è in linea con quanto sta operando l Amministrazione catanese che, proprio nello scorso mese di giugno, ha approvato il regolamento sull utilizzo dei beni confiscati alla mafia. Il Direttore della Confindustria di Catania, Alfio Vinci, afferma che l iniziativa va senz altro sostenuta in quanto serve a rompere il meccanismo che di fatto tiene immobilizzati tanti beni. E altamente positivo far capire alla collettività che un bene acquisito illegalmente può essere riutilizzato per garantire alle imprese un futuro di legalità. In tal modo si danno garanzie alle banche sul sicuro recupero di crediti, sottraendo nel contempo manovalanza alla criminalità organizzata e dando fiducia alle imprese che vogliono restare nella legalità. Vinci mette in guardia contro il rischio che i beni possano ritornare indirettamente, e con varie procedure, alla stessa criminalità alla quale sono stati sottratti. Il presidente dell Associazione di Club Lions del Distretto Sicilia, Antonio Sardo, ricorda come nel lontano 2008 venne discusso in un convegno il ruolo dell Associazionismo. In quell occasione il prof. Ignazio Marino ebbe a sottolineare che i cittadini come singoli, o anche nelle loro libere associazioni, possono dare contenuto politico al loro agire. Evidentemente si tratta di un ruolo politico che deve stare fuori dalla politica, inserendosi nel contesto di una nuova cultura della sussidiarietà, che riserva ampi spazi alla famiglia, alla Chiesa e, per l appunto, all Associazionismo, consentendo in tal modo di giocare un ruolo incisivo nell economia globale. Sardo nota, a proposito della nascita della Fondazione, che essa si è resa necessaria sia perché la Fondazione internazionale non può dare una risposta continua ai problemi del singolo territorio, sia perché i vari Club Lions agiscono in modo alquanto frammentario e non sempre in continuità. La Fondazione, invece, può porsi come partner fisso ed affidabile nei confronti delle Istituzioni, servendosi di operatori qualificati e capaci di svolgere reali funzioni nell ambito della sussidiarietà.
5 L iniziativa, che ha trovato una prima area di sperimentazione in Acireale attraverso l unico Club Lions ivi esistente che gode di un collaudato rapporto con la Diocesi e con l Amministrazione comunale, potrà evidentemente essere esportata anche in altre realtà isolane che ne facciano richiesta, attraverso un Lions Club che intenda sviluppare un proprio progetto tramite la Fondazione. L auspicio di Sardo è che la proposta in discussione possa avere, attraverso il microcredito, uno sviluppo altrimenti impensabile, a difesa delle fasce deboli e contro ogni tipo di mafia. Il coordinatore Milazzo ricorda come il progetto si inserisca a pieno titolo all interno dell art. 118 della Costituzione, che all ultimo paragrafo tratta proprio della sussidiarietà, ricordando anche che esso fa parte del Titolo V della Carta che in questi momenti sta formando oggetto di riforme strutturali. Conclude la serie degli interventi il prof. Giuseppe Vecchio, Ordinario di Diritto privato nell Università di Catania, il quale, anche riassumendo il senso degli interventi precedenti, afferma come il mafioso non tema il carcere, che anzi fa parte dei suoi schemi e che può anche costituire un motivo di onore e di orgoglio, quanto piuttosto ritenga danno reale la sottrazione dei beni illecitamente costituiti. L oratore sottolinea ancora una volta l utilità di una iniziativa che va a favore di chi ne ha realmente bisogno; è indubbio come l utilizzo dei beni confiscati abbia una sicura ricaduta pedagogica e morale anche nell ipotesi in cui non ci dovesse esser una reale ricaduta economica. E di buon auspicio la compattezza di tutti i parlamentari intervenuti nel dibattito al fine di migliorare la funzionalità della normativa esistente. Bisogna convincersi che non è soltanto la confisca del bene che attua la sanzione nei confronti della criminalità, ma anche la capacità di rimettere sul mercato la stessa impresa, privata degli elementi di illegalità in essa presenti. In tal modo, ed anche attraverso il microcredito, si potrà avere un riutilizzo positivo dei beni a favore delle imprese che agiscono nella legalità aiutando una economia oggi largamente asfittica e dando pertanto un valore concreto all enunciato del citato art. 118 della Carta costituzionale. Giusy Cavallaro Saro Musmeci
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