TAR Emilia Romagna Sentenza del 7 settembre 2016 pubblicata l'11 ottobre 2016 n. 838: Pubblicata il 11/10/2016

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Erico Cecchini
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1 TAR Emilia Romagna Sentenza del 7 settembre 2016 pubblicata l'11 ottobre 2016 n. 838: Pubblicata il 11/10/2016 N /2016 REG.PROV.COLL. N /2016 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Emilia Romagna (Sezione Prima) ha pronunciato la presente SENTENZA ex art. 60 cod. proc. amm.; sul ricorso numero di registro generale 560 del 2016, proposto da: **, rappresentata e difesa dall'avvocato Francesco Bonatesta C.F. BNTFNC61S24H199A, con domicilio eletto presso Gian Vito Califano in Bologna, via dei Mille, 19; contro

2 Questore di Forlì - Cesena, in persona del Questore p.t., rappresentato e difeso per legge dall'avvocatura distrettuale dello Stato di Bologna, domiciliataria ex lege; per l'annullamento del provvedimento emesso dalla Questura della Provincia di Forlì Cesena il 10 maggio 2016, di revoca del permesso di soggiorno di lungo periodo, nonché il rifiuto al rilascio di qualsiasi altro titolo; Visti il ricorso e i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione in giudizio di Questore di Forlì - Cesena; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nella camera di consiglio del giorno 7 settembre 2016 il dott. Giancarlo Mozzarelli e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Sentite le stesse parti ai sensi dell'art. 60 cod. proc. amm.; Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue. FATTO e DIRITTO Rilevato che il ricorso è ad avviso del Collegio manifestamente infondato in quanto: a) l impugnata revoca del permesso di soggiorno di lungo periodo e contestuale rifiuto del rilascio di qualsiasi altro titolo di

3 soggiorno risulta congruamente motivato con riferimento alla circostanza palesemente ostativa che: - la straniera è entrata in Italia in data per motivi religiosi ottenendo il primo soggiorno dalla Questura di Avellino, più volte rinnovato per lo stesso motivo; - che la stessa otteneva la dispensa dai voti religiosi in data 23 febbraio 2016 lasciando liberamente l Istituto Religioso di appartenenza; - dalla normativa vigente, in particolare l art. 14 del D.P.R. n. 394/99, che non è contemplata espressamente, tra le varie ipotesi previste quella di conversione da motivi religiosi a motivi di lavoro e che l art. 40 c. 23 del D.P.R. 394/99, che regola l ingresso in Italia per motivi di lavoro casi particolari, prevede che solamente il soggiorno per motivi di studio possa essere convertito in soggiorno per lavoro; - la circolare del Ministero dell Interno n del , che riporta il parere del Consiglio di Stato n. 1048/2015 nell adunanza del 15 luglio 2015 ove è stato chiarito che la specificità ed eccezionalità del permesso di soggiorno per motivi religiosi escluda, in mancanza di una disposizione normativo esplicita, la facoltà di conversione di detto permesso in permesso di soggiorno per motivi di lavoro; b) questo Tribunale si è già pronunciato in sede di adozione di una sentenza in forma semplificata sulla questione relativa alla conversione del permesso di soggiorno per motivi religiosi in lavoro subordinato, escludendone in radice l ammissibilità, sulla base di una approfondita esigesi della normativa vigente

4 dalla quale non ritiene di discostarsi anche nel caso in esame, (vedi sul punto, questo Tribunale, II Sezione del n. 209 e n. 253); c) anche il Consiglio di Stato ha rilevato che la specificità ed eccezionalità del permesso di soggiorno per motivi religiosi esclude in mancanza di una disposizione normativa esplicita la facoltà di conversione di detto permesso in permesso di soggiorno per motivi di lavoro, poiché l unica ragione per la quale uno straniero extracomunitario ottiene il permesso di soggiorno per motivi religiosi è quella di svolgere sul territorio nazionale l attività strettamente collegata al proprio ministero religioso e pertanto se tali presupposti vengono meno perché il titolare di tale permesso intende dedicarsi ad un attività genericamente lavorativa, viene a mancare definitivamente l unico presupposto di entrata e di permanenza del medesimo nel territorio nazionale (parere n. 1048/2015). d) sulla base delle considerazioni dianzi delineate, alcun onere aveva l Autorità procedente ad un asserito contemperamento degli interessi e di valutare la durata della permanenza dell interessata in Italia; - Rilevato infine che gli onorari di giudizio seguono come di norma - la soccombenza; P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per l'emilia Romagna (Sezione Prima)

5 a) Rigetta il ricorso, in quanto manifestamente infondato. b) Condanna il ricorrente al pagamento degli onorari di giudizio a favore dell Amministrazione resistente che liquida in Euro 1.500,00 (millecinquecento/00); Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Bologna nella camera di consiglio del giorno 7 settembre 2016 con l'intervento dei magistrati: Giancarlo Mozzarelli, Presidente, Estensore Rosalia Maria Rita Messina, Consigliere Umberto Giovannini, Consigliere IL PRESIDENTE, ESTENSORE Giancarlo Mozzarelli IL SEGRETARIO

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