PROVINCIA DI AREZZO Servizio Istruzione Politiche Sociali e Giovanili OSSERVATORIO SULLE POLITICHE SOCIALI

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1 PROVINCIA DI AREZZO Servizio Istruzione Politiche Sociali e Giovanili OSSERVATORIO SULLE POLITICHE SOCIALI Domanda sociale ed intervento pubblico nella provincia di Arezzo Rapporto 2002

2 RICONOSCIMENTI Quest analisi è il risultato dell'attività collettiva dell'osservatorio sulle problematiche sociali (di seguito OPS) della Provincia di Arezzo, nato per iniziativa dell Assessorato provinciale alle politiche sociali. La redazione del lavoro è stata affidata all IRPET, e in particolare ad Alessandra Pescarolo, che opera nella sezione Popolazione, lavoro e società, coordinata da Maria Carla Meini. Ha collaborato alla ricerca il responsabile dell Osservatorio sulle Problematiche Sociali Marco La Mastra, che ha attivato le relazioni con le diverse istituzioni, ha raccolto e controllato i dati, e ha contribuito alle elaborazioni statistiche e cartografiche. Un particolare plauso va esteso a tutti coloro che hanno permesso la realizzazione del rapporto tramite la raccolta e l interpretazione dei dati contenuti nella banca dati dell Osservatorio: in particolare, si ringraziano i referenti degli Enti che collaborano attivamente con l Osservatorio, tra cui i Comuni e le articolazioni Zonali della provincia di Arezzo, la ASL 8, la Prefettura, il Centro Servizi Amministrativi, INPS, INAIL, il Centro per l Impiego e l Ufficio Statistica della Provincia di Arezzo. 2

3 INDICE 1. IL CONTESTO DEMOGRAFICO E SOCIALE 5 2. MINORI E GIOVANI L IMMIGRAZIONE DALL ESTERO UN BREVE AGGIORNAMENTO SULLE POLITICHE PER GLI ANZIANI CONCLUSIONI: LA SITUAZIONE DELLE ZONE 63 3

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5 1. IL CONTESTO DEMOGRAFICO E SOCIALE La popolazione della provincia nel lungo periodo è aumentata I dati provvisori del censimento della popolazione 2001 consentono quest anno di tracciare un quadro più ricco di quello presentato nelle ultime versioni del Rapporto annuale, grazie alla disponibilità di alcuni indicatori essenziali relativi all andamento demografico di lungo periodo e al cambiamento avvenuto nelle tipologie familiari. Per quanto riguarda la popolazione la provincia ha avuto nel lungo periodo un saldo positivo che risalta in confronto all andamento negativo del dato regionale; anche se, come vedremo, negli ultimi anni la tendenza al declino si è invertita anche con riferimento al complesso della popolazione toscana. La provincia di Arezzo, in particolare, è passata per quanto riguarda la popolazione residente da a persone. La tabella 1.1 e il grafico 1.1, relativi alle variazioni percentuali, mostrano che la Provincia di Arezzo è stata anzi la seconda provincia dopo Prato in termini di aumento della popolazione. Tabella 1.1 VARIAZIONE % DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE AI CENSIMENTI 1991 E 2001 NELLE PROVINCE TOSCANE Prato 3,9 AREZZO 2,7 Pistoia 1,3 Pisa -1,1 Siena -1,3 Massa Carrara -1,4 TOSCANA -2,0 Grosseto -3,1 Lucca -3,4 Firenze -4,1 Livorno -5,9 Fonte: Elaborazioni OPS su dati ISTAT 5

6 Grafico 1.1 VARIAZIONE % DELLA POPOLAZIONE NELLE PROVINCE TOSCANE AI CENSIMENTI 1991 E 2001 Prato AREZZO Pistoia Pisa Siena Massa Carrara TOSCANA Grosseto Lucca Firenze Livorno Anche l analisi dei saldi totali relativi agli ultimi due anni disponibili evidenzia la vitalità demografica di Arezzo, seconda soltanto a Prato, nel quadro delle province toscane (Tab. 1.2 e Graf. 1.2). Tabella 1.2 SALDI DEMOGRAFICI TOTALI DELLE PROVINCE TOSCANE NEL 1999 E NEL Prato 4,4 10,3 AREZZO 2,3 6,0 Pistoia 2,4 5,2 Siena 0,3 5,1 Pisa 0,3 3,6 TOSCANA -0,5 3,2 Firenze -2,7 2,7 Lucca -0,7 1,5 Grosseto -1,0 0,7 Livorno -2,3-0,6 Massa Carrara -1,7-0,8 Fonte: Elaborazioni OPS su dati Istat 6

7 Grafico 1.2 SALDI DEMOGRAFICI TOTALI NELLE PROVINCE TOSCANE NEGLI ANNI 1999 E 2000 Massa Livorno Grosseto Lucca Firenze TOSCANA Pisa Siena Pistoia AREZZO Prato E anche di più sono aumentate le famiglie La provincia di Arezzo si colloca fra le prime posizioni della Toscana anche per quanto riguarda l aumento del numero delle famiglie (Tab. 1.3 e Graf. 1.3). Ma l aumento delle famiglie, da a , pur essendo più che proporzionale a quello della popolazione, a testimonianza di come anche in questa provincia abbia luogo quel declino dell ampiezza media delle famiglie che caratterizza tutte le province della regione, in presenza di un aumento della popolazione, assume il senso di un declino del numero medio dei componenti meno intenso che altrove. Tabella 1.3 VARIAZIONE % DEL NUMERO DELLE FAMIGLIE NELLE PROVINCE TOSCANE AI CENSIMENTI DELLA POPOLAZIONE 1991 E 2001 Prato 15,5 AREZZO 13,7 Pistoia 12,5 TOSCANA 8,8 Massa 8,7 Pisa 8,3 Siena 8,1 Lucca 7,8 Firenze 7,5 Grosseto 6,6 Livorno 5,5 Fonte: Elaborazioni OPS su dati ISTAT 7

8 Grafico 1.3 VARIAZIONE % DEL NUMERO DI FAMIGLIE NELLE PROVINCE TOSCANE AI CENSIMENTI 1991 E 2001 Prato AREZZO Pistoia TOSCANA Massa Pisa Siena Lucca Firenze Grosseto Livorno Il numero medio dei componenti è diminuito meno che altrove Se infatti guardiamo all andamento del numero medio dei componenti vediamo che la provincia di Arezzo ha avuto una diminuzione meno vistosa di altre e che, preceduta solo da Prato nella graduatoria, si colloca fra quelle che anche oggi hanno un numero medio di componenti relativamente elevato (Tab. 1.4 e Graf. 1.4). Tabella 1.4 NUMERO MEDIO DEI COMPONENTI DELLE FAMIGLIE NELLE PROVINCE TOSCANE AI CENSIMENTI DELLA POPOLAZIONE 1991 E Prato 3,0 2,7 AREZZO 2,9 2,6 Pisa 2,8 2,6 Pistoia 2,8 2,6 Lucca 2,8 2,5 TOSCANA 2,8 2,5 Siena 2,7 2,5 Massa 2,7 2,5 Livorno 2,7 2,4 Firenze 2,7 2,4 Grosseto 2,6 2,4 Fonte: Elaborazioni OPS su dati ISTAT 8

9 Grafico 1.4 NUMERO MEDIO DEI COMPONENTI DELLE FAMIGLIE AI CENSIMENTI 1991 E 2001 Grosseto Firenze Livorno Massa Siena TOSCANA Lucca Pistoia Pisa AREZZO Prato 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3, La popolazione nelle zone In realtà la crescita di lungo periodo della popolazione della provincia è il risultato di andamenti in parte diversi delle singole zone (Tab. 1.5, Graf. 1.5 e Cartogramma 1.1). La crescita della popolazione ha riguardato tutte le zone con l eccezione della Val Tiberina, dove, in assenza di un flusso migratorio di qualche rilievo, lo squilibrio fra le nascite e le morti dovuto all invecchiamento della popolazione non ha avuto alcun contrappeso. Tabella 1.5 VARIAZIONE % DELLA POPOLAZIONE NELLE ZONE ARETINE AI CENSIMENTI 1991 E 2001 Valdarno 4,5 Casentino 2,7 Val Tiberina -1,3 Area aretina 2,5 Val di Chiana 2,6 Provincia di AREZZO 2,7 TOSCANA -2,0 Fonte: Elaborazioni OPS su dati Istat 9

10 Grafico 1.5 VARIAZIONE % DELLA POPOLAZIONE NELLE ZONE ARETINE FRA I CENSIMENTI 1991 E 2001 TOSCANA Provincia di AREZZO Val di Chiana Area aretina Val Tiberina Casentino Valdarno Cartogramma 1.1 VARIAZIONI ASSOLUTE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE NEI COMUNI ARETINI AI CENSIMENTI 1991 E Fonte: Elaborazioni OPS su dati ISTAT Nelle altre zone la popolazione è cresciuta nel corso del decennio; in misura non dissimile nell Aretina, nel Casentino e nella Val di Chiana, grazie alla presenza di flussi dell immigrazione dall estero ma anche alla localizzazione di residenti che vengono da 10

11 altre zone e province. Nel Valdarno vi è stato un aumento di lunga durata più intenso dovuto, oltre che al flusso migratorio dall estero, alla collocazione di confine della questa zona che ha funzionato come cintura residenziale sia per coloro che pendolano per lavoro verso Arezzo che per coloro che lavorano a Firenze. Nel periodo più recente sembra che si stia configurando una graduatoria parzialmente diversa dei saldi demografici. Emerge in particolare nell ultimo anno disponibile l incremento della Val di Chiana (Tab. 1.6 e Graf. 1.6) Tabella 1.6 MOVIMENTI DEMOGRAFICI DELLA POPOLAZIONE REGISTRATI NELL'ANNO 2000 Quozienti generici (per 1000 residenti) Comuni Tasso Tasso Tasso Tasso Tasso immigr. Tasso Tasso Tasso natalità mortalità incr.natur. immigraz. da estero emigraz. incr.migr. incr.totale Val di Chiana 7,9 11,2-3,3 28,7 6,6 16,3 12,3 9,0 Aretina 7,7 10,5-2,7 27,0 7,4 17,0 10,0 7,3 Casentino 7,4 13,2-5,8 36,1 9,7 24,9 11,2 5,4 Valdarno 8,5 11,7-3,2 33,1 4,8 24,8 8,3 5,0 Val Tiberina 6,5 12,9-6,5 24,4 5,8 18,8 5,5-0,9 PROVINCIA 7,8 11,4-3,6 29,6 6,6 20,0 9,6 5,9 Fonte: Elaborazioni OPS su dati Ufficio Statistica della Provincia di Arezzo Grafico 1.6 TASSO DI INCREMENTO TOTALE DELLA POPOLAZIONE NELL ANNO 2001 Val di Chiana Area aretina PROVINCIA Casentino Valdarno Val Tiberina Per quanto riguarda la Val di Chiana un elemento importante sembra rappresentato dall incremento dei tassi di immigrazione che si è verificato negli anni più recenti (Tab. 1.7 e Graf. 1.7). 11

12 Tabella 1.7 TASSO DI IMMIGRAZIONE (NUOVI ISCRITTI ANAGRAFI COMUNALI X 1000 RESIDENTI) NEL PERIODO Aretina 15,0 25,1 18,1 17,9 20,1 20,3 23,4 24,2 27,0 Val di Chiana 17,2 19,6 17,9 17,2 20,9 21,5 21,8 24,9 28,7 Val Tiberina 18,7 18,0 18,6 18,3 17,6 19,9 21, ,4 Casentino 24,2 25,6 25,3 25,5 26,3 25,7 30, ,1 Valdarno 24,4 24,5 25,2 29,1 28,0 29,4 28,7 30,4 33,1 PROVINCIA 19,2 22,9 20,8 21,7 22,8 23,5 25,2 26,9 29,6 Fonte: Elaborazioni OPS su dati Ufficio Statistica della Provincia di Arezzo Grafico 1.7 TASSO DI IMMIGRATORIETÀ. ANNI Aretina Val di Chiana Val Tiberina Casentino Valdarno PROVINCIA Le famiglie nelle zone: i ritmi diversi del cambiamento Per quanto riguarda le famiglie le variazioni del numero medio dei componenti sono state differenziate. Nel complesso si nota che il declino della dimensione media delle famiglie, dovuto soprattutto alla destrutturazione delle famiglie a più generazioni e all aumento del numero degli anziani che vivono soli, è stato più rapido nella zona aretina e più contenuto nel Valdarno e, soprattutto, nella Val di Chiana, secondo una logica che lascia intravedere i diversi ritmi del cambiamento della cultura della famiglia nell area urbana e in quella più legata alla tradizione culturale mezzadrile (Tab. 1.8 e Graf. 1.8). La tenuta della famiglia a più generazioni è in Val di Chiana di particolare rilievo anche nel quadro toscano e, potremmo certamente aggiungere, in quello italiano. Anche se approfondimenti sul campo hanno mostrato i costi psicologici che gravano sulle donne delle famiglie ancora ancorate a modelli culturali che le lasciano sole di fronte alla cura dei genitori e, in misura ancora frequente, dei suoceri. 12

13 Tabella 1.8 NUMERO MEDIO DEI COMPONENTI DELLE FAMIGLIE AI CENSIMENTI 1991 E 2001 NELLE ZONE ARETINE Variazione % Valdarno 2,9 2,6-9,3 Casentino 2,7 2,5-8,0 Val Tiberina 2,8 2,6-9,0 Area aretina 2,9 2,6-11,5 Val di Chiana 3,0 2,8-7,6 PROVINCIA 2,9 2,6-9,7 TOSCANA 2,8 2,5-9,9 Fonte: Elaborazioni OPS su dati ISTAT Grafico 1.8 NUMERO MEDIO DEI COMPONENTI DELLE FAMIGLIE NEI 1991 E NEL 2001 NELLE ZONE ARETINE TOSCANA PROVINCIA Val di Chiana Area aretina Val Tiberina Casentino Valdarno 2,2 2,4 2,6 2,8 3,0 La mappa per comune mostra che il numero medio dei componenti delle famiglie è rimasto relativamente elevato, non lontano dai 3 componenti, nell area ancora fortemente rurale a cavallo fra la Val di Chiana e il Valdarno, da Foiano, a Civitella, a Castiglion Fibocchi. Mentre le famiglie mediamente più piccole sono nel Casentino e nella Val Tiberina (Cartogramma 1.2). 13

14 Cartogramma 1.2 NUMERO MEDIO DEI COMPONENTI DELLE FAMIGLIE NEI COMUNI ARETINI AI CENSIMENTI 1991 E ,47 2,47-2,61 2,61-2,74 2,74-2,97 Fonte: Elaborazioni OPS su dati ISTAT La piccola ripresa della fecondità in Toscana e la sua declinazione nelle zone L andamento della fecondità, nella provincia di Arezzo, ha mostrato segni di ripresa in parte simili a quelli che hanno caratterizzato l andamento regionale e che sono stati attribuiti dai demografi, in primo luogo, al contributo degli immigrati e, in parte assai meno rilevante, al comportamento di alcuni strati urbani. Il fenomeno è nella provincia di Arezzo meno vistoso perché il declino della fecondità era stato in passato meno accentuato rispetto al dato medio regionale. Nel complesso si osserva comunque nelle zone aretine, se guardiamo agli anni Novanta, un punto di svolta negativo nel e una successiva lieve ripresa. Il fenomeno è comunque differenziato per zona. Mentre il Valdarno è caratterizzato da un andamento sempre relativamente più elevato del dato medio e da una visibile ripresa, le altre zone seguono nel 2000 la ripresa del dato medio toscano restando lievemente al di sotto. In questo quadro emergono gli andamenti differenziati del Casentino, dove l immigrazione ha reso possibile una ripresa della fecondità di lungo periodo comunque ben visibile, rispetto a un dato inizialmente più basso di quello medio provinciale, e la Val Tiberina che ha invece andamenti contenuti e, nonostante alcune oscillazioni, tendenzialmente stazionari (Tab. 1.9 e Graf. 1.9). 14

15 Tabella 1.9 TASSI DI FECONDITÀ GENERALE (NATI PER 1000 DONNE IN ETÀ ANNI) NELLE ZONE ARETINE, NELLA PROVINCIA DI AREZZO E IN TOSCANA. ANNO 1991 E ANNI Zona Aretina 31,9 non disp. 29,0 30,8 32,8 32,1 32,5 32,7 33,1 Casentino 30,2 non disp. 32,3 29,1 30,8 33,6 31,8 31,6 33,4 Val di Chiana 34,6 non disp. 31,3 29,4 32,0 30,5 30,9 32,1 34,6 Val Tiberina 29,7 non disp. 32,1 28,7 29,1 30,7 35,5 32,1 29,9 Valdarno 32,3 non disp. 33,3 28,8 33,7 34,1 35,1 33,6 37,3 Provincia di AREZZO 32,0 non disp. 31,1 29,7 32,4 32,4 33,2 32,7 34,2 TOSCANA 30,0 non disp. 29,9 30,2 31,0 32,4 32,9 33,5 35,2 Fonte: Elaborazioni OPS su dati ISTAT Grafico 1.9 TASSI DI FECONDITÀ GENERALE (NATI PER 1000 DONNE IN ETÀ ANNI) NELLE ZONE ARETINE, NELLA PROVINCIA DI AREZZO E IN TOSCANA Aretina Casentino Val di Chiana Val Tiberina Valdarno Provincia di AREZZO TOSCANA Non è facile interpretare con chiarezza questi andamenti. L andamento dei tassi di fecondità nelle zone aretine sembra comunque il risultato dell inserimento della popolazione straniera, con il suo contributo in termini di fecondità, in zone meno urbanizzate e meno invecchiate di altre in cui i tassi di fecondità non erano comunque particolarmente bassi (il Valdarno, la Val di Chiana). Si tratta d altra parte di zone in cui sono ancora presenti tipologie familiari più coese e meno frammentate che altrove che consentono probabilmente la tenuta di modelli di conciliazione fra famiglia e lavoro di tipo tradizionale. Questa analisi è confermata dalla mappa comunale dei tassi di fecondità (Cartogramma 1.3) 15

16 Cartogramma 1.3 TASSI DI FECONDITÀ NEI COMUNI ARETINI. ANNO ,6-30,4 30,4-34,5 34,5-39,8 39,8-54,3 Fonte: Elaborazioni OPS su dati ISTAT Benessere economico e segnali di disagio: occupazione e disoccupazione negli anni Novanta La provincia di Arezzo si è caratterizzata negli ultimi anni per un tasso di occupazione lievemente superiore a quello medio regionale. In passato la differenza, che nel 1993 era di alcuni punti percentuali (sotto il 45% di popolazione in età di lavoro occupata in Toscana e più del 50% nella provincia di Arezzo) era dovuta sia alla componente maschile, che raggiungeva quell anno il 65%, che a quella femminile, di poco inferiore al 35%. Nella provincia di Arezzo, come in Toscana, si nota negli anni Novanta, nel quadro della lieve curva ad U che caratterizza i tassi di occupazione complessivi e di genere, un maggior dinamismo della componente femminile rispetto a quella maschile. Negli ultimi anni il tasso di occupazione maschile è anzi sceso nella provincia al di sotto del dato medio regionale, dando luogo nel 2000 ad un momento di convergenza fra le due curve. L andamento aretino e quello regionale si stanno ora di nuovo divaricando con la ripresa dei tassi di occupazione maschili e femminili, ma soprattutto grazie alla ripresa, marcata nella provincia di Arezzo, dell occupazione femminile (Tab e Graf. 1.10). 16

17 Tabella 1.10 TASSI DI OCCUPAZIONE PER SESSO NELLA PROVINCIA DI AREZZO E IN TOSCANA. ANNI Sesso Arezzo M 64,6 61,5 61,3 58,5 58,4 56,8 57,1 55,6 57,4 TOSCANA M 58,8 57,5 57,0 56,6 56,4 56,3 56,8 57,3 58,0 Arezzo F 37,2 35,2 36,1 35,3 35,9 36,9 36,1 37,2 39,9 TOSCANA F 31,5 31,3 32,1 32,3 32,2 32,9 34,4 35,7 36,6 Arezzo T 50,5 48,0 48,4 46,5 46,9 46,6 46,3 46,1 48,3 TOSCANA T 44,5 43,8 44,0 43,9 43,8 44,1 45,1 46,0 46,8 Fonte: Elaborazioni Osservatorio Mercato del Lavoro su dati ISTAT Grafico 1.10 TASSI DI OCCUPAZIONE NELLA PROVINCIA DI AREZZO E IN TOSCANA. ANNI Arezzo M TOSCANA M Arezzo F TOSCANA F Arezzo T TOSCANA T Anche le curve della disoccupazione maschile e femminile mostrano in generale un differenziale positivo della provincia rispetto al dato regionale e sono dunque spostate verso il basso. Anche in questo caso si nota tuttavia un picco di disoccupazione che nel 2000 ha portato i tassi aretini a superare quelli medi regionali. In questo frangente si è notata una tendenza della curva della disoccupazione femminile a salire più di quella maschile. In altri termini in una condizione di difficoltà per l occupazione è aumentata, nella provincia, la discriminazione a carico della componente femminile. Il tasso di disoccupazione maschile ha probabilmente potuto mantenersi al di sotto del dato medio regionale grazie al fatto la disoccupazione ha colpito prevalentemente la componente femminile (Tab e Graf. 1.11). 17

18 Tabella 1.11 TASSI DI DISOCCUPAZIONE PER SESSO NELLA PROVINCIA DI AREZZO E IN TOSCANA. ANNI Sesso Arezzo M 3,60 2,80 2,30 2,90 1,80 2,70 2,30 3,70 2,10 TOSCANA M 5,10 5,20 5,00 5,20 5,00 4,70 4,30 4,00 3,00 Arezzo F 7,80 9,50 8,10 8,10 5,60 8,20 10,80 10,30 8,00 TOSCANA F 12,70 13,50 13,10 12,20 12,60 12,30 11,30 9,00 8,00 Arezzo T 5,20 5,40 4,60 5,00 3,30 5,00 5,90 6,50 4,70 TOSCANA T 8,00 8,40 8,30 8,00 8,10 7,80 7,20 6,10 5,10 Fonte: Elaborazioni Osservatorio Mercato del Lavoro su dati ISTAT Grafico 1.11 TASSI DI DISOCCUPAZIONE PER SESSO NELLA PROVINCIA DI AREZZO E IN TOSCANA. ANNI Arezzo M TOSCANA M Arezzo F TOSCANA F Arezzo T TOSCANA T Nell ultimo anno la situazione ha teso a normalizzarsi anche se il tasso di disoccupazione femminile, diversamente da quello medio regionale, è rimasto appiattito su livelli per ora superiori a quelli dei primi anni Novanta. Nel complesso il carattere relativamente tradizionale del tessuto sociale aretino, anche per quanto riguarda i modelli familiari, sembra consentire, pur in presenza di tassi di occupazione femminile di solito elevati, forme di compensazione anch esse tradizionali dei momenti di crisi occupazionali, che utilizzano una elasticità relativamente elevata della componente femminile. Una situazione di relativo benessere: il reddito disponibile La situazione economica aretina si presenta relativamente positiva anche dal punto di vista del reddito disponibile. Nella graduatoria delle province toscane quella di Arezzo è infatti la quarta dopo Firenze, Prato e Siena (Tab e Graf. 1.12). 18

19 Tabella 1.12 REDDITO DISPONIBILE PRO-CAPITE IN MIGLIAIA DI LIRE NELLE PROVINCE TOSCANE. ANNO 2000 Provincia Firenze ,70 Prato ,44 Siena ,28 AREZZO ,68 Pisa ,73 Pistoia ,06 Lucca ,99 TOSCANA ,91 Grosseto ,54 Livorno ,50 Massa ,37 Fonte: Stime Irpet Grafico 1.12 REDDITO DISPONIBILE PRO-CAPITE IN MIGLIAIA DI LIRE. ANNO 2000 Firenze Prato Siena AREZZO Pisa Pistoia Lucca TOSCANA Grosseto Livorno Massa Benessere e disagio: una differenza fra zone non irrilevante La situazione complessiva è comunque il prodotto, come del resto avviene nelle province toscane più ricche, di un quadro assai differenziato per zona. L area aretina si presenta in realtà, dopo le zone urbane di Siena e Firenze, come il sistema economico locale che ha un livello più elevato di reddito disponibile. Tutte le altre zone aretine si collocano al di sotto del dato medio toscano (Tab e Graf. 1.13). 19

20 Tabella 1.13 REDDITO DISPONIBILE PROCAPITE NEI SISTEMI ECONOMICI LOCALI TOSCANI IN MIGLIAIA DI L. SEL SEL 1 Area urbana senese ,1 23 Versilia ,5 2 Area urbana fiorentina ,3 24 Mugello ,6 3 Area aretina ,0 25 Val di Chiana aretina ,9 4 Area pratese ,4 26 Val di Sieve ,5 5 Area lucchese ,5 27 Bassa Val d'elsa ,1 6 Alta Val d'elsa ,0 28 Valdarno Nord ,0 7 Chianti fiorentino ,1 29 Area livornese ,0 8 Valdarno inferiore ,9 30 Val di Cecina costa (Q) ,7 9 Area grossetana ,7 31 Arcipelago ,7 10 Area pisana ,5 32 Colline metallifere ,3 11 Area urbana pistoiese ,4 33 Val di Cornia ,8 12 Chianti senese ,8 34 Amiata - Val d'orcia ,7 13 TOSCANA ,2 35 Montagna pistoiese (Q) ,3 14 Area urbana empolese ,6 36 Amiata grossetano ,0 15 Val Tiberina ,5 37 Val di Cecina interno (Q) ,9 16 Valdarno Sud ,3 38 Val di Serchio (Q) ,0 17 Val di Nievole ,5 39 Massa Carrara ,2 18 Val di Merse ,0 40 Garfagnana (Q) ,6 19 Val di Chiana senese ,1 41 Costa d'argento (Q) ,3 20 Crete senesi ,2 42 Lunigiana ,3 21 Casentino ,0 43 Colline dell'albegna (Q) ,7 22 Val d'era ,6 Fonte: Stime Irpet 2000 Grafico 1.13 REDDITO DISPONIBILE PRO CAPITE IN MIGLIAIA DI LIRE NEI SEL TOSCANI. ANNO Aretina TOSCANA Val Tiberina Valdarno Sud Casentino Val di Chiana aretina Al di là delle stime econometriche sul benessere, i dati sulla disoccupazione di lunga durata costituiscono un buon indicatore sulla dimensione dell esclusione economica nelle singole zone. Il cartogramma 1.4 ci presenta da questo punto di vista una mappa dell esclusione che appare lievemente diversa da quella del reddito disponibile. I comuni dove la percentuale di disoccupati di lunga durata supera la soglia del 7% si concentrano nel Casentino e nella Val Tiberina; anche gli altri comuni di queste zone condividono con ampie parti della Val 20

21 di Chiana una situazione di frequente disagio. Meno negativa appare invece sotto quest aspetto la situazione del Valdarno (Cartogramma 1.4). Cartogramma 1.4 % DI DISOCCUPATI DI LUNGA DURATA NEI COMUNI ARETINI. ANNO ,1-4,8 4,8-6,0 6,0-7,1 7,1-10,5 Fonte: Elaborazioni OPS su dati Agenzia provinciale per l impiego 21

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23 2. MINORI E GIOVANI Gli asili nido nella provincia di Arezzo: la copertura del bisogno e la domanda insoddisfatta La provincia di Arezzo non appare, se guardiamo agli anni più recenti, fra le più dotate di strutture, e non vi è dunque una utenza del nido particolarmente elevata. Ma anche la pressione della domanda insoddisfatta non sembra di particolare rilievo. Anche in quest ambito il modello di sviluppo aretino, compatibile con la tenuta di forme familiari relativamente coese, permette probabilmente di conciliare tassi di attività femminili non irrilevanti con la cura dei bambini da parte della parentela allargata. Il contrario avviene nelle maggiori realtà urbane, come Firenze, dove vi è una correlazione positiva fra l alto numero dei bambini che frequentano i nidi e la pressione delle famiglie per un ulteriore ampliamento delle strutture, dovuta al diffondersi fra le famiglie di aspettative in questa direzione, anche in presenza di un supporto più debole da parte della parentela allargata. La percentuale di bambini iscritti al 2000, con il 9,1, era nella provincia -secondo i dati disponibili- inferiore alla media toscana (Tab. 2.1 e Graf. 2.1), e la percentuale dei bambini in lista d attesa era la più bassa della regione. Tabella 2.1 BAMBINI ISCRITTI AI NIDI NELLE PROVINCE TOSCANE. Valori assoluti e indicatori per l'anno 2000 e variazione % Anno 2000 Province Bambini Asili nido Bambini Bambini Bambini Bambini Bambini Bambini in 0-2 aperti iscritti extra- in lista iscritti su extra lista di attesa comunitari di attesa pop. 0-2 comunit. su pop.0-2 % su iscritti (%) AREZZO ,1 7,5 2,6 Firenze ,2 4,7 20,5 Grosseto ,5 0,9 5,6 Livorno ,8 2,1 6,0 Lucca ,4 2,9 2,8 Massa Carrara ,8 3,5 3,1 Pisa ,0 2,0 6,5 Pistoia ,2 4,0 6,4 Prato ,8 2,2 5,8 Siena ,0 4,5 4,7 TOSCANA ,6 3,9 9,3 Fonte: Elaborazioni OPS su dati Istituto degli Innocenti 23

24 Grafico 2.1 INDICATORI SUGLI ASILI NIDO NELLE PROVINCE TOSCANE. ANNO 2000 Firenze Siena Livorno Pisa Massa Carrara TOSCANA Pistoia Bambini in lista d'attesa su pop. 0-2% Bambini extracomunitari su iscritti% Bambini iscritti su pop. 0-2 % AREZZO Prato Grosseto Lucca Se guardiamo alla variazione dei diversi indicatori avvenuta negli ultimi due anni, possiamo inoltre notare che pur in presenza di un lieve aumento dei bambini nella fascia di età che costituisce l utenza potenziale, vi è stata una diminuzione sia della percentuale di bambini iscritti ai nidi che di quella relativa ai bambini in lista di attesa (Tab. 2.2 e Graf. 2.2). Un dato che contrasta con l andamento di Firenze, dove si nota lo sforzo compiuto per andare incontro alla crescita notevolissima della lista di attesa, e che è più in linea, pur con dimensioni diverse, con l andamento di realtà come Pistoia. Si tratta di dati da prendere, evidentemente, con cautela, fino a che non si sia in grado di chiarire per quali motivi la domanda soddisfatta e quella insoddisfatta sarebbero ambedue diminuite. In particolare restano relativamente sfuggenti in contorni del ricorso a soluzioni private di diverso tipo. 24

25 Tabella 2.2 INDICATORI DI UTENZA POTENZIALE ED EFFETTIVA DEGLI ASILI NIDO. VARIAZIONE % PROVINCIE Bambini 0-2 Asili nido aperti Bambini iscritti Bambini extracom unitari Bambini in lista di attesa AREZZO 0,4-5,6-3,1 37,8-41,1 Firenze 9,3 29,2 21,5 70,9 211,2 Grosseto 0,8 0,0 2,2 200,0 8,8 Livorno -1,0-8,7-1,3 58,3 15,9 Lucca -2,3 0,0-34,3 0,0-31,5 Massa Carrara 0,1 8,3 0,2-5,9-0,7 Pisa 5,2 33,3 33,7 17,6 16,3 Pistoia 5,5-16,7-4,1 92,9-27,2 Prato 12,3 66,7 19,5 0,0 13,0 Siena 5,1 56,3 54,0 175,0 4,3 TOSCANA 4,5 18,2 11,2 55,0 67,0 Fonte: Elaborazioni OPS su dati Istituto degli Innocenti Grafico 2.2 UTENZA POTENZIALE E UTENZA EFFETTIVA DEGLI ASILI NIDO. VARIAZIONE % TOSCANA Siena Prato Pistoia Pisa Massa Carrara Lucca Bambini in lista di attesa Bambini extracomunitari Bambini iscritti Asili nido aperti Bambini 0-2 Livorno Grosseto Firenze AREZZO I dati raccolti dalle istituzioni statistiche che operano in quest ambito evidenziano che la provincia di Arezzo ricorre ad asili privati in misura contenuta e limitatamente alla zona aretina, dove sarebbe privato circa il 15% delle strutture (Tab. 2.3 e Graf. 2.3). 25

26 Tabella 2.3 % DI BAMBINI ISCRITTI AI NIDI PUBBLICI E PRIVATI NELLE ZONE ARETINE Privato Pubblico TOTALE Casentino N.D. N.D. N.D. Val Tiberina 100,0 0,0 100,0 Valdarno 100,0 0,0 100,0 Val di Chiana 100,0 0,0 100,0 Aretina 85,3 14,7 100,0 Fonte: Elaborazioni OPS su dati Istituto degli Innocenti Grafico 2.3 % DI BAMBINI ISCRITTI AI NIDI PRIVATI SUL TOTALE DEI BAMBINI ISCRITTI AI NIDI Prato Pisa Lucca Siena Firenze TOSCANA AREZZO Arezzo Massa-Carrara Pistoia Livorno Grosseto Ma il quadro reale è probabilmente più complesso. La raccolta dei dati, pur condotta con competenza e accuratezza, non sembra dare pienamente conto delle dinamiche che si sono attivate per garantire la copertura della domanda (Tab. 2.4). Tabella 2.4 INDICATORI SUGLI ASILI NIDO RELATIVI ALLE ZONE ARETINE E Bambini Bambini Bambini in Bambini Bambini Bambini in Iscritti x 100 extracomunitari attesa x 100 Iscritti x 100 extracomunitari attesa x 100 bambini x 100 bambini bambini bambini x 100 bambini bambini in età 0-2 iscritti residenti in età 0-2 iscritti residenti Casentino N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. Val Tiberina 10,4 0 1,3 10,9 0 1,8 Valdarno 9,0 3,7 4,5 5,0 5,7 1,1 Val di Chiana aretina 8,6 2,2 2,3 10,1 1,8 3,4 Aretina 12,5 8,0 7,0 14,0 11,1 4,3 Fonte: Elaborazioni OPS su dati Istituto degli Innocenti. Abbiamo segnato con un asterisco il dato relativo al Casentino, per segnalare una discrasia fra il dato ufficialmente disponibile e le nostre informazioni 26

27 Per quanto riguarda il Casentino le statistiche del Servizio regionale e dell Istituto degli Innocenti, da tempo, non registrano la presenza di nidi. Tuttavia le informazioni raccolte dagli operatori relativamente al periodo più recente segnalano la presenza di alcuni nidi privati e di un nido privato convenzionato. Per quanto riguarda la riduzione della lista d attesa nella provincia la sua declinazione zonale mostra che essa sarebbe dovuta agli andamenti dell Aretina e del Valdarno. Anche in questo caso sarebbe forse opportuno verificare se non vi siano stati spostamenti di utenza dal settore pubblico a soluzioni private che coprono in qualche modo il bisogno senza avere caratteri adeguati a farle ricadere nei moduli della registrazione statistica. Le iscrizioni alla scuola superiore: una lenta trasformazione con alcuni segnali in controtendenza Guardiamo ora alle tendenze della provincia di Arezzo e delle sue zone per quanto i percorsi scolastici. L andamento delle scelte scolastiche ha avuto modificazioni contenute ma che confermano in linea di massima le tendenze delineate negli anni precedenti (Tab. 2.5). Tabella 2.5 ALUNNI ISCRITTI ALLA PRIMA CLASSE DELLE SCUOLE SUPERIORI PER TIPO DI SCUOLA Tipo di scuola Istituto d'arte 7,2 7,4 6,3 7,8 9,3 6,9 8,2 Istituto Magistrale 9,7 10,1 10,2 10,2 9,1 11,3 8,3 Ist. Prof.le Agricoltura 3,0 2,9 2,9 1,7 1,8 1,9 2,0 Ist. Prof.Comm. 7,0 6,8 7,6 6,4 6,1 5,7 5,3 Ist. Prof. Serv. Sociali 1,1 1,3 0,6 0,7 1,3 1,8 1,7 I.P.S.I.A. 9,3 9,2 9,0 10,0 11,1 11,0 9,3 Istituto Tecnico Agrario 1,6 2,2 2,1 2,7 2,3 2,1 2,5 Istituto Tecnico Comm. 17,1 15,0 14,6 11,6 11,6 10,8 10,7 I.T.F. Periti Aziendali 2,0 2,3 1,5 1,8 1,7 2,5 2,1 Istituto Tecnico Geom. 4,0 4,4 5,0 5,1 3,3 3,4 3,5 Istituto Tecnico Ind.le 12,2 13,5 14,9 16,0 16,6 16,3 18,7 Liceo Classico 6,9 6,1 5,6 5,5 4,9 4,0 4,6 Liceo Scientifico 18,9 18,6 19,6 20,4 21,0 22,3 23,2 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazioni OPS su dati Provveditorato agli Studi di Arezzo La tendenza dei giovani diplomati della scuola media a orientarsi verso i licei piuttosto che verso un diploma professionalizzante prosegue lentamente. Per quanto riguarda gli istituti d arte vi è un oscillazione temporale e una lieve ripresa. Nel complesso i tecnici, nonostante il declino di quelli commerciali, sono ancora la scuola più frequentata. Le iscrizioni all Istituto tecnico industriale sono anzi aumentate, nell ultimo anno, di qualche 27

28 punto. Nell ambito dei licei vi è una lieve ripresa della scelta del classico mentre la percentuale degli iscritti i licei scientifici continua ad aumentare regolarmente ma lentamente. La distribuzione degli iscritti nei singoli istituti delle zone segue le linee che abbiamo delineato negli anni passati. Nell area aretina, con la sua vocazione urbana e al tempo stesso industriale, gli studenti sono più distribuiti fra tipi di corso diversificati, inclusi gli istituti tecnici per geometri. Anche nel Valdarno vi è una certa varietà di indirizzi ma sono numerosi e sovrarappresentati gli iscritti agli istituti tecnici industriali e gli istituti magistrali, mentre nel complesso l iscrizione ai licei è più infrequente che in tutte le altre zone. Nella Val Tiberina vi è una notevole concentrazione negli Istituti d arte e nei licei scientifici. In Casentino sono sovrarappresentati il liceo scientifico e, soprattutto, gli istituti tecnici industriali e commerciali. In Val di Chiana sono presenti più che altrove gli iscritti ai tecnici commerciali e ai licei scientifici, ma anche ai classici (Tab. 2.6). Tabella 2.6 ALUNNI ISCRITTI ALLE SCUOLE MEDIE SUPERIORI PER TIPO DI SCUOLA NELLE ZONE ARETINE. ANNO SCOLASTICO Aretina Casentino Valdarno Val di Chiana Val Tiberina TOTALE Ist. Prof.le Agricoltura 0,0 0,0 0,0 0,0 15,9 1,8 Ist. Prof.le s.ind.art. 6,8 5,6 13,4 14,3 3,9 8,8 I.p.serv.comm.tur. 5,0 8,8 13,0 0,0 0,0 6,0 I.p.serv.soc. 0,0 0,0 0,0 7,2 0,0 0,9 Istituto Tecnico Agrario 0,0 0,0 0,0 20,0 0,0 2,4 I.t.att.soc. 1,7 0,0 0,0 0,0 0,0 0,8 Ist. Tecnico Commerciale 11,8 18,3 9,5 20,0 16,5 13,3 Ist. Tecnico geometri 8,5 0,0 0,0 0,0 0,0 3,8 Ist. Tecnico industriale 16,2 32,6 25,2 0,0 0,0 15,8 I.t.periti az. Corr. 4,6 0,0 0,0 0,0 0,0 2,1 Istituto d'arte 8,2 0,0 0,0 0,0 28,4 7,0 Istituto Magistrale 9,1 0,0 17,7 5,4 2,2 9,1 Liceo Classico 7,9 0,7 2,3 9,6 0,0 5,3 Liceo Scientifico 20,2 34,0 18,9 23,4 33,1 22,9 TOTALE Fonte: Elaborazione OPS su dati del Provveditorato agli studi di Arezzo Nel complesso la tendenza dei giovani a orientarsi verso i licei si afferma lentamente e gli istituti tecnici appaiono in lieve ripresa. Un segnale da verificare in futuro, che potrebbe tuttavia segnalare che anche in una situazione come quella aretina, dove l innalzamento dei livelli di istruzione è stato tardivo e sta tuttora proseguendo con l allungamento dei percorsi verso l Università, la popolazione giovanile non ha una completa fiducia nel valore delle risorse educative di livello elevato. Un atteggiamento assai rischioso dal punto di vista dell assunzione di una piena cittadinanza sociale ma che, in Toscana, trova una ragione nella scarsa domanda di laureati espressa dalla struttura produttiva. 28

29 La tabella 2.7 offre uno spaccato delle scelte di orientamento degli studenti aretini universitari verso i diversi atenei italiani. L Università di Firenze, con la sua vicinanza e la molteplicità di opzioni offerte, costituisce lo sbocco privilegiato; è seguita da Siena, che include i corsi di laurea presenti nel territorio di Arezzo. Vengono poi nell ordine Perugia, Bologna e Urbino, mentre il richiamo dell Ateneo romano, nonostante la vicinanza, è limitato. Questi segnali suggeriscono che gli studenti aretini, quando non si orientano verso università particolarmente qualificate (ad esempio la Bocconi di Milano), optano per un raggio di pendolarità compatibile con la residenza ad Arezzo oppure per i piccoli atenei, mentre sono contenuti gli spostamenti verso i maggiori atenei metropolitani. Tabella 2.7 STUDENTI DELLA PROVINCIA DI AREZZO ISCRITTI NELL'ANNO ACCADEMICO AGLI ATENEI ITALIANI AL V.A % Firenze - Università degli Studi ,0 Siena - Università degli Studi ,6 Perugia - Università degli Studi 750 9,1 Bologna - Università degli Studi 307 3,7 Urbino - Università degli Studi 155 1,9 Pisa - Università degli Studi 137 1,7 Roma - Università la Sapienza 74 0,9 Firenze - Istituto Superiore Educazione Fisica (ISEF) 48 0,6 Trieste - Università degli Studi 30 0,4 Camerino - Università degli Studi 29 0,4 Milano - Università commerciale Bocconi 25 0,3 Padova - Università degli Studi 21 0,3 Perugia - Istituto Superiore Educazione Fisica (ISEF) 17 0,2 Perugia - Università per stranieri 17 0,2 Roma - Libera Università internazionale Studi sociali (LUISS) 14 0,2 Viterbo - Università della Tuscia 10 0,1 Milano - Politecnico 9 0,1 Napoli - Università degli Studi 9 0,1 Venezia - Università degli Studi 8 0,1 Milano - Università Cattolica S. Cuore 7 0,1 Roma - Università Tor Vergata 7 0,1 Ferrara - Università degli Studi 6 0,1 Pavia - Università degli Studi 6 0,1 Roma - III Università degli Studi 6 0,1 Altre 33 0,4 TOTALE ,0 NOTE: I dati relativi agli Istituti di Educazione Fisica di L'AQUILA e di PALERMO non sono disponibili. I dati relativi agli Atenei organizzati su più sedi dislocate sul territorio sono stati aggregati alla sede principale dell'ateneo Fonte: Elaborazioni OPS su dati MIUR-URST, Ufficio di Statistica Un aspetto del disagio giovanile: l abbandono scolastico Quest anno è di nuovo possibile aggiornare il monitoraggio di quell importante indicatore di disagio e di esclusione giovanile che è costituito dagli abbandoni scolatici. Il quadro è 29

30 confortante solo per quanto riguarda il Valdarno, che all inizio del periodo da noi osservato appariva come una delle zone di maggior disagio scolastico. La situazione oscilla intorno a valori non particolarmente elevati in Val di Chiana. Le altre zone danno invece un contributo al complessivo aumento percentuale degli abbandoni che ha caratterizzato quest anno la provincia di Arezzo. Dopo il declino dell anno precedente, infatti, sia la Val Tiberina che, in misura inferiore, l Aretina, si confermano come zone relativamente a rischio dal punto di vista degli abbandoni. E anche in Casentino il 1999/2000 è stato un anno scolastico più critico di quello precedente. Tabella 2.8 % DI ABBANDONI NELLE SCUOLE SUPERIORI PER DISTRETTO SCOLASTICO. ANNI Anni 1993/ / / / / / /2000 Valdarno 6,0 5,7 4,3 5,3 4,8 5,1 3,6 Casentino 2,8 3,0 4,2 2,9 8,5 3,2 5,1 Val Tiberina 6,8 4,8 4,2 4,6 8,8 6,7 8,5 Aretino 6,8 7,4 6,4 6,7 6,6 3,0 6,1 Val di Chiana 3,9 4,3 3,2 4,0 4,1 3,7 3,4 TOTALE 5,9 5,9 5,0 5,4 6,3 4,1 5,4 Fonte: Elaborazione OPS su dati del Provveditorato agli studi di Arezzo Grafico 2.4 PERCENTUALE DI ABBANDONI NELLE SCUOLE SUPERIORI PER DISTRETTO SCOLASTICO. ANNI Valdarno Casentino Val Tiberina Aretino Val di Chiana TOTALE Anno 1993/94 Anno 1993/94 Anno 1994/95 Anno 1995/96 Anno 1997/98 Anno 1998/99 Anno 1999/2000 La disoccupazione giovanile: gli iscritti al collocamento e la loro componente di lunga durata I tassi di disoccupazione giovanile della provincia di Arezzo non sono in generale 30

31 particolarmente elevati nel contesto toscano. Meno positivo è l andamento della disoccupazione delle giovani donne, che tocca livelli superiori a quelli di Siena e Prato, evidenziando un grado di discriminazione più elevato di quanto sarebbe naturale ipotizzare in un area relativamente sviluppata. È continuato nel primo semestre del 2001, anche se non in tutte le zone, il declino della disoccupazione giovanile, vista nei suoi esiti in termini di iscrizioni al collocamento (Tab. 2.9). Tabella 2.9 GIOVANI ISCRITTI AL COLLOCAMENTO PER MILLE GIOVANI IN ETÀ ANNI. ANNI Giu-96 Giu -98 Giu -99 Giu -00 Giu -01 Zona aretina 161,9 146,5 150,0 134,9 120,3 Casentino 204,0 201,2 202,8 179,9 172,1 Valdarno 186,1 167,1 170,3 145,9 143,1 Val di Chiana 217,5 198,3 198,7 182,4 195,3 Val Tiberina 202,6 196,0 193,1 183,5 178,9 PROVINCIA 170,1 173,9 154,1 148,4 Fonte: Elaborazioni OPS su dati Centro provinciale per l impiego Grafico 2.5 GIOVANI IN ETÀ ANNI ISCRITTI AL COLLOCAMENTO PER 1000 GIOVANI DELLA STESSA ETÀ Zona aretina Casentino Valdarno Val di Chiana Val Tiberina PROVINCIA La percentuale di iscritti, tradizionalmente bassa nell Aretina ha continuato a diminuire in questa circoscrizione in modo netto. Per quanto riguarda le altre aree si può osservare che la Val di Chiana, la Val Tiberina e il Casentino, aree tradizionali di minor sviluppo, continuano ad avere i livelli più alti di iscrizioni. In questo quadro si nota anzi il peggioramento dell indicatore, nell ultimo anno, nella Val di Chiana. Il miglioramento del Valdarno continua a delinearsi ma in modo rallentato. Se guardiamo, in particolare, alle iscrizioni di più lunga durata, che costituiscono un 31

32 indicatore di esclusione abbastanza attendibile, possiamo osservare che nel 2001 nel Valdarno il fenomeno delle iscrizioni di lunga durata è stato comunque meno rilevante che nelle tre aree meno industrializzate, che appaiono più a rischio. In ogni caso i comuni minori del Valdarno appaiono in condizioni migliori rispetto a Montevarchi e S.Giovanni. Cartogramma 2.1 % GIOVANI DISOCCUPATI DI LUNGA DURATA 4,8-7,0 7,0-8,7 8,7-10,6 10,6-15,9 Forme di dipendenza: l uso di sostanze stupefacenti La tossicodipendenza è una delle risposte più pericolose e gravi alle fragilità latenti e ai rischi di esclusione che caratterizzano il mondo dei giovani. È quindi da segnalare con una forte sottolineatura la sdrammatizzazione della situazione aretina sotto quest aspetto. I nuovi dati relativi al 2000, al 2001 e ai primi mesi del 2002 confermano infatti che siamo in presenza di una ben chiara tendenza al declino (Tab e Graf. 2.6). 32

33 Tabella 2.10 PERSONE IN ETÀ RESIDENTI IN PROVINCIA DI AREZZO SEGNALATE ALLA PREFETTURA DI AREZZO PER USO E POSSESSO DI SOSTANZE STUPEFACENTI. ANNI ZONA DI RESIDENZA apr-02 Aretina Valdarno Casentino Val di Chiana Val Tiberina TOTALE SEGNALATI Fonte: Elaborazioni OPS su dati della Prefettura di Arezzo Grafico 2.6 SEGNALATI PER POSSESSO DI SOSTANZE STUPEFACENTI RESIDENTI NELLA PROVINCIA DI AREZZO apr Se consideriamo l andamento del fenomeno nelle diverse zone possiamo osservare che la diminuzione è così forte da rendere davvero poco rilevante, ormai, il numero assoluto dei segnalati nelle zone meno popolate (Tab. 2.10). Il consumo di stupefacenti che si era spostato verso il Casentino e appariva dunque come il prodotto di un processo di modernizzazione senza un corrispondente processo di sviluppo, indotto dalla vicinanza al capoluogo regionale e dall espansione della cintura residenziale del Comune di Arezzo si è del tutto ridimensionato. Ma anche nell Aretina e nel Valdarno i casi sono rari. Si deve in particolare segnalare che è continuata la diminuzione nel Valdarno, che aveva in passato un primato negativo in quest area del disagio giovanile. Dai 176 casi del 1996 siamo passati infatti a 20. Al declino hanno probabilmente contribuito sia il maggior controllo delle attività di spaccio da parte delle forze dell ordine, sia le politiche di scoraggiamento del fenomeno attivate dagli operatori sociali, soprattutto nel Valdarno, intervenendo direttamente presso le discoteche. 33

34 Come si è rilevato in passato, il numero dei disoccupati appare solo lievemente sovrarappresentato fra i segnalati rispetto alla proporzione della disoccupazione giovanile nel contesto circostante. La maggior parte delle segnalazioni riguarda infatti gli occupati stabili (con bassi profili professionali) e gli studenti (Graf. 2.7) Grafico 2.7 COMPOSIZIONE IN VALORI ASSOLUTI DEI RESIDENTI ARETINI SEGNALATI Studente 28% Disoccupato 16% Occupato saltuario 2% Occupato stabile 54% D altra parte queste figure, che costituiscono la maggior parte delle persone coinvolte, sono quelle che più spesso sono segnalate per il possesso di sostanze leggere. Questo è vero soprattutto nel caso degli studenti che - ed è questo un altro segnale incoraggiante - sono segnalati negli ultimi anni solo per il possesso, appunto, delle sostanze meno rischiose. Come si era già visto in passato analizzando il fenomeno in modo ravvicinato, i disoccupati assumono invece, più frequentemente, sostanze pesanti (Graf. 2.8). Anche il numero degli utenti dei SERT per tossicodipendenza è nella provincia notevolmente diminuito negli ultimi anni e in particolare fra il 2000 e il 2001 (Tab. 2.11). Meno incoraggiante è tuttavia l andamento che riguarda le dipendenze per alcolismo, un fenomeno che pur restando al di fuori dal cono di luce gettato sulle dipendenze dal dibattito politico e mediatico ha dimensioni altrettanto preoccupanti. Nel lungo periodo si nota in questo caso una chiara tendenza all aumento che riguarda soprattutto la zona aretina. 34

35 Grafico 2.8 COMPOSIZIONE % DEI SEGNALATI PER CONDIZIONE PROFESSIONALE E TIPO DI SOSTANZA Totale complessivo 83,2% 8,6% 7,0% 1,2% Non risulta Studente 76,1% 100,0% 8,5% 11,3% 4,2% 0,0% Occupato stabile 84,0% 8,5% 7,4% 0,0% Occupato saltuario 100,0% 0,0% Disoccupato 67,9% 25,0% 7,1% 0,0% 0% 20% 40% 60% 80% 100% Droghe leggere Eroina Altre droghe pesanti Non risulta Tabella 2.11 NUMERO ASSOLUTO DEGLI UTENTI DEI SERT NELLE ZONE ARETINE. ANNI Utenti anni Tossicodipendenti SERT Area aretina Casentino Valdarno Val Tiberina Val di Chiana PROVINCIA Utenti Totali Alcoldipendenti SERT Area aretina Casentino Valdarno Val Tiberina Val di Chiana PROVINCIA Fonte: Elaborazioni OPS su dati ASL Tabella 2.12 SOSPENSIONI della PATENTE NEGLI ANNI Valori assoluti per classi di età per peso sulla popolazione per i giovani e il totale dei residenti e + Totale x 1000 sui residenti x 1000 sui residenti Area aretina ,41 6,00 Casentino ,28 8,57 Valdarno ,41 3,14 Val di Chiana ,34 3,50 Val Tiberina ,31 3,14 PROVINCIA ,97 4,87 Fonte:Elaborazioni OPS su dati della Prefettura di Arezzo 35

36 Anche i dati sulle sospensioni delle patenti per uso di sostanze alcoliche mostrano che il fenomeno è abbastanza serio e ingenerano il dubbio che i giovani, anche in conseguenza di una efficace repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti, abbiano aumentato in questi anni il consumo di alcool. Il fenomeno è abbastanza rilevante in Casentino e in secondo luogo nell Aretina. Nel complesso la situazione dei giovani evidenzia aree di rischio meno vistose che in passato: la disoccupazione è in declino, anche se non in tutte le zone. La tendenza ad assumere di sostanze stupefacenti è diminuita molto chiaramente in tutte le zone. La ripresa degli abbandoni e la crescita del numero dei soggetti presi in carico dai SERT per alcolismo costituiscono tuttavia un segnale che spinge a non abbassare la guardia per quanto riguarda la protezione dei giovani dai rischi di esclusione. 36

37 3. L IMMIGRAZIONE DALL ESTERO Una presenza straniera rilevante La provincia di Arezzo si presenta sempre di più, alla luce degli andamenti degli ultimi anni, come una delle province toscane che accoglie, in proporzione alla sua popolazione, una presenza straniera di dimensione rilevante. Le differenze fra le zone nella dimensione dei flussi di immigrazione hanno una certa consistenza. Nella tabella 3.1 e nel grafico 3.1 possiamo osservare le percentuali di immigrati residenti nell anno 2000 per tutte le zone della Toscana (Tab. 3.1, Graf. 3.1 e Cartogramma 3.1). Il Casentino si presenta ormai come la seconda zona toscana per quanto riguarda la percentuale di immigrati, con il 5%, subito dopo la zona centrale di Firenze e con la stessa percentuale della zona pratese. Anche l Area aretina e la Val di Chiana si collocano nella parte alta della graduatoria, al di sopra del dato medio toscano. Il Valdarno e la Val Tiberina restano invece al di sotto della media regionale. Tabella 3.1 PERCENTUALE DI RESIDENTI STRANIERI SU 100 RESIDENTI PER ZONA SOCIO SANITARIA. DICEMBRE 2000 Firenze 5,7 Amiata Grossetana 2,8 Casentino 4,8 Valdarno 2,7 Pratese 4,8 Mugello 2,7 Aretina 4,1 Colline Metallifere 2,6 Alta Val d'elsa 3,8 Piana di Lucca 2,5 Senese 3,5 Val di Chiana senese 2,3 Val di Chiana aretina 3,5 Grossetana 2,3 Elba 3,4 Versilia 2,3 Empolese 3,4 Bassa Val di Cecina 2,1 Valdarno Inferiore 3,4 Apuane 2,1 TOSCANA 3,2 Val d'era 2,1 Fiorentina Sud-Est 3,1 Colline dell'albegna 1,8 Alta Val di Cecina 3,1 Valle del Serchio 1,8 Pisana 3,1 Lunigiana 1,7 Val Tiberina 3,1 Livornese 1,7 Val di Nievole 3,0 Val di Cornia 1,5 Fiorentina Nord-Ovest 3,0 Amiata Senese 0,7 Pistoiese 2,9 37

38 Grafico 3.1 PERCENTUALE DI RESIDENTI STRANIERI SU 100 RESIDENTI PER ZONA SOCIO-SANITARIA- DICEMBRE 2000 Firenze Casentino Pratese Aretina Alta Val d'elsa Senese Val di Chiana Aretina Elba Empolese Valdarno Inferiore TOSCANA Fiorentina Sud-Est Alta Val di Cecina Pisana Val Tiberina Val di Nievole Fiorentina Nord-Ovest Pistoiese Amiata Grossetana Valdarno Mugello Colline Metallifere Piana di Lucca Val di Chiana Senese Grossetana Versilia Bassa Val di Cecina Apuane Val d'era Colline dell'albegna Valle del Serchio Lunigiana Livornese Val di Cornia Amiata Senese

39 Cartogramma. 3.1 PERCENTUALE DI STRANIERI PER 100 RESIDENTI NELLE ZONE SOCIO-SANITARIE TOSCANE. ANNO ,74-1,84 1,84-2,53 2,53-3,12 3,12-4,07 4,07-5,73 Fonte: Elaborazioni OPS su dati ISTAT L andamento dei flussi di immigrazione annuale, visto dal punto di vista del numero dei nuovi iscritti alle anagrafi comunali in ciascun anno di riferimento, evidenzia d altra parte che anche una zona inizialmente caratterizzata da scarsi livelli di attrazione, come la Val di Chiana, ha visto negli ultimissimi anni una notevole accelerazione degli ingressi (Tab. 3.2 e Graf. 3.2 ). Tabella 3.2 TASSI DI IMMIGRAZIONE DALL ESTERO ( NUMERO DI STRANIERI ISCRITTI NELL'ANNO DI RIFERIMENTO ALL'ANAGRAFE PER 1000 RESIDENTI) COMUNI Area aretina 2,2 5,1 2,0 2,0 4,7 3,8 5,3 5,9 7,4 Val di Chiana 1,8 3,6 2,1 1,7 3,8 3,1 4,9 4,7 6,6 Val Tiberina 1,8 3,1 1,8 2,2 2,8 2,5 3,9 5,6 5,8 Casentino 2,6 4,3 2,2 2,2 4,9 3,4 5,7 8,8 9,7 Valdarno 1,5 3,1 2,1 1,5 3,0 2,3 3,7 4,1 4,8 Provincia 1,9 2,8 2,1 1,9 4,0 3,1 4,7 5,5 6,6 Fonte: Elaborazioni OPS su dati delle Anagrafi Comunali 39

40 Grafico 3.2 TASSI DI IMMIGRAZIONE DALL ESTERO (NUMERO DI STRANIERI ISCRITTI NELL'ANNO DI RIFERIMENTO ALL'ANAGRAFE PER 1000 RESIDENTI) AREA Area aretina ARETINA VALDICHIANA Val di Chiana VALTIBERINA Val Tiberina CASENTINO Casentino VALDARNO Valdarno PROVINCIA L esame degli andamenti degli ultimi anni, svolta sulla base dei dati, aggiornati al 2001, dell Anagrafe assistiti, mostra che le tendenze attualmente in atto potrebbero modificare la graduatoria delle zone, poiché si osserva un rallentamento della tendenza degli immigrati a insediarsi nell Aretina e un trend più rapido in tutte le altre zone. Il Casentino, se in particolare guardiamo alla rapidità del trend di crescita degli assistiti, è seguito a breve distanza dalla Val di Chiana, che si configura dunque come una delle zone toscane ad alta attrazione sia dal punto di vista della realtà attuale che da quello delle tendenze in atto (Tab. 3.3 e Graf. 3.3). Tabella 3.3 STRANIERI CON DOMICILIO IN PROVINCIA DI AREZZO ISCRITTI ALL'ANAGRAFE ASSISTITI, PER ZONA. ANNI Valori assoluti e valori per 100 residenti 1997 % sui residenti 1999 % sui residenti 2000 % sui residenti 2001 % sui residenti Aretina , , , ,3 Casentino 362 1, , , ,3 Valdarno , , , ,9 Val di Chiana 621 1, , , ,6 Val Tiberina 394 1, , , ,2 PROVINCIA , , , ,8 Fonte: Elaborazione OPS su dati ASL n. 8 40

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