Migliori pratiche nei servizi sanitari per gli immigrati in Europa Analisi delle leggi e le politiche nei paesi europei partecipanti

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1 Migliori pratiche nei servizi sanitari per gli immigrati in Europa L'obiettivo generale di EUGATE (Best Practice in Health Services for Inmigrants in Europe) è stato quello di individuare le buone pratiche nell assistenza sanitaria agli immigrati. Il progetto ha analizzato la legislazione e le politiche esistenti, ha ottenuto i pareri degli esperti sui fattori che determinano le migliori pratiche e ha valutato i punti di vista e le esperienze degli operatori sanitari in diversi tipi di servizi sanitari. Lo studio è stato condotto in 16 paesi dell'unione europea: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito. Questa è la sintesi delle conclusioni cui sono giunti i paesi partecipanti, assieme alle raccomandazioni su pratiche migliori nella fornitura dei servizi agli immigrati. Analisi delle leggi e le politiche nei paesi europei partecipanti In ciascuno dei paesi partecipanti è stato condotto uno studio sulla legislazione, la politica e l'adozione di direttive comunitarie in materia di accesso alle cure sanitarie. In base alle direttive UE, l analisi sulle politiche si è concentrata sui seguenti gruppi di immigrati: gli immigrati regolari (lavoratori migranti), gli immigrati irregolari (stranieri senza documenti), i richiedenti asilo, i rifugiati e le vittime di tratta. La maggior parte dei paesi ha adottato le sette direttive UE più rilevanti per le questioni relative al target group identificato, ma solo una di tali direttive è adottata da tutti i paesi partecipanti. Le disposizioni di legge per l'assistenza sanitaria variano a seconda del gruppo di riferimento e del suo status giuridico. I risultati che seguono presentano uno sguardo d insieme sulla legislazione e le politiche aggiornate al 2009 (punto di raccolta dei dati). E importante sottolineare che possono essersi verificati alcuni cambiamenti da allora. - Immigrati regolari - In linea generale, l'accesso alle cure sanitarie è garantito e gli immigrati hanno gli stessi diritti dei cittadini. Nel caso di sistemi di assicurazione sanitaria a pagamento, l'accesso alle cure è solitamente condizionato dall'occupazione, laddove l'accesso al Servizio Sanitario Nazionale è legato alla residenza. Inoltre, specifici servizi sociali e assistenziali assicurano la parità di diritti e l accesso alle cure. - Richiedenti asilo - In quasi la metà dei paesi, i richiedenti asilo possono accedere all'assistenza sanitaria non appena abbiano presentato domanda d'asilo. Una volta registrati nel sistema di assistenza sanitaria, ricevono la stessa copertura sanitaria dei cittadini.

2 - Rifugiati - Nella maggior parte dei paesi partecipanti, una volta accordata la residenza la copertura sanitaria è equivalente a quelli dei cittadini. - Immigrati irregolari - Nella maggior parte dei paesi partecipanti, gli immigrati irregolari non hanno gli stessi diritti all'assistenza sanitaria dei cittadini o degli immigrati regolari. Alcune differenze tra i 16 paesi sono ravvisabili nel libero accesso alle cure materne, l'assistenza medica per malattie infettive trasmissibili, il trattamento per l'hiv/aids e la terapia farmacologica e la riabilitazione per le tossicodipendenze. La segnalazione degli immigrati irregolari alle autorità da personale sanitario è obbligatoria solo per alcuni dei paesi partecipanti. Esistono differenze tra i paesi anche su ciò che si definisce " assistenza sanitaria d emergenza, urgente, necessaria ed indispensabile", ma in tutti i paesi restano garantiti i servizi di emergenza per gli immigrati irregolari in pericolo di vita. L'opinione degli esperti sulle migliori pratiche nel settore dell'assistenza sanitaria per gli immigrati (Delphi Process) In ognuno dei paesi partecipanti, esperti del mondo accademico e delle ONG, rappresentanti della politica e responsabili dell assistenza sanitaria hanno partecipato ad un processo Delphi a quattro stadi che mirava ad ottenere un consenso sulle componenti per una migliore assistenza sanitaria per gli immigrati. Il processo ha coinvolto un totale di 113 esperti. Il Delphi Process si è concentrato su quegli immigrati: a) arrivati negli ultimi cinque anni, b) tra i 18 e i 65 anni di età, c) con un reddito regolare, d) non provenienti da un paese avanzato con una lingua similare. In ogni paese sono stati identificati tra i 10 ai 16 elementi chiave. I più frequenti, quelli menzionati da oltre il 50% dei paesi, sono annoverabili nelle seguenti otto categorie: - Accesso all assistenza sanitaria - facilitare l'accesso alle cure sanitarie generali per tutti, rimuovendo gli ostacoli all'accesso a cure secondarie e favorendo uguali diritti di accesso per rifugiati e migranti irregolari. - Empowerment degli immigrati - informare i pazienti e le loro famiglie nella loro lingua, fornendo una copertura su aree come malattia, prevenzione, assicurazione sanitaria e sistema sanitario. - Servizi sanitari culturalmente sensibili far sì che i servizi di assistenza approccino le differenze culturali in modo reciprocamente rispettoso, con l'utilizzo di mediatori culturali e programmi di formazione specifici sulle competenze culturali. - Qualità generale dei servizi sanitari - tenere conto della storia clinica, lo stile di vita e la situazione sociale del paziente, fornire supporto psicologico ed empatia, oltre a garantire completa comprensione e consenso informato. - Comunicazione tra paziente e fornitore di assistenza sanitaria - fornire interpreti professionisti, tradurre informazioni in modo che il linguaggio utilizzato sia comprensibile per la maggior parte dei pazienti.

3 - Rispetto verso gli immigrati far sì che gli operatori sanitari si approccino ai pazienti con apertura, senza pregiudizi né discriminazioni suscitando la loro fiducia e promuovendo rispetto e riduzione dell emarginazione. - Networking dentro e fuori I servizi sanitari - collaborare e lavorare con altri servizi sia all'interno del sistema sanitario che con i servizi sociali al fine di aumentare le reti di sostegno per gli immigrati. - Attività di sensibilizzazione - organizzare attività di sensibilizzazione per collegare gruppi emarginati e difficili da raggiungere ai servizi sanitari, attraverso la promozione della salute, dello screening e della prevenzione. Interviste agli operatori sanitari che forniscono cure agli immigrati In ciascuno dei 16 paesi sono state identificate tre aree urbane ad alta presenza di immigrati. In ogni area, le interviste sono state condotte con rappresentanti di: a) un servizio per l emergenza (pronto soccorso) b) un servizio di assistenza a lungo termine per pazienti con malattia mentale c) tre servizi di cure primarie. Sono state condotte 240 interviste con operatori sanitari, amministratori e dirigenti di 240 diversi servizi (assistenza sanitaria di base = 144, salute mentale = 48, emergenza = 48). L'intervista era strutturata su tre argomenti: a) uso di servizi, meccanismi di valutazione e di controllo; b) esperienze generali; c) domande su come gli operatori sanitari dovrebbero trattare i pazienti, differenziando questi ultimi in tre categorie raffigurate in vignette (immigrati irregolari, rifugiati e lavoratori migranti). Tutte le interviste sono stati sottoposte ad un analisi tematica dei contenuti che ha individuato otto problemi e sette buone prassi per limitare questi problemi. Sia i problemi che le buone pratiche sono riportati in ordine di frequenza decrescente. I problemi identificati sono: - Barriere linguistiche - pazienti non in grado di fornire le informazioni richieste, medici impossibilitati a fare diagnosi e per questo obbligati a prescrivere ulteriori esami e test diagnostici; i problemi di comunicazione possono anche portare ad ulteriori malintesi tra personale sanitario e pazienti, che può sfociare in rapporti tesi, aggressione verbale o anche violenza fisica. - Difficoltà a fornire assistenza agli immigrati senza copertura sanitaria - mancanza del diritto alle cure, conseguenze delle barriere all accesso alle cure e a ulteriori trattamenti, uso di documenti d'identità falsi da parte degli immigrati irregolari.

4 - Privazione sociale ed esperienze traumatiche - basso status socio-economico, assistenza sanitaria correlata ai bisogni sociali, difficoltà legate allo status giuridico, traumi premigrazione, stress migratorio e problemi di salute mentale. - Mancanza di familiarità con il sistema sanitario mancata comprensione del ruolo degli operatori sanitari e aspettative diverse circa il trattamento. - Differenti concezioni della malattia e della cura - differenze culturali nella percezione ed espressione della malattia, del dolore e del trattamento che possono fungere da ostacoli nel raggiungimento di diagnosi appropriate e possono influire sulla scelta delle cure e l'aderenza delle stesse. - Differenze culturali il paese di provenienza e le sue specificità culturali riguardo la salute, la comunicazione interculturale, abbigliamento, attitudine alla nudità, esigenze alimentari e differenze di genere. - Atteggiamento negativo tra pazienti e personale sanitario - conseguenze di atteggiamenti negativi come la discriminazione e la mancanza di fiducia. - Mancanza di accesso alla storia medica vaccinazioni, allergie e anamnesi familiare. Sette buone pratiche riportate come punti di forza del servizio o come proposte di miglioramento: - La flessibilità organizzativa con tempo e risorse sufficienti consulti più lunghi e risorse migliori. - Buoni servizi di interpretariato un operatore sanitario che parli la stessa lingua del paziente, mediatori culturali come interpreti e servizi di interpretariato professionali. - Lavorare con le famiglie e i servizi sociali - collaborazione con i leader religiosi, con comunità e i gruppi di rifugiati o con le organizzazioni. - personale sanitario sensibilizzato culturalmente - promozione della sensibilizzazione culturale attraverso la formazione del personale, includendo uno staff multiculturale che accetti e comprenda maggiormente le culture diverse. - programmi educativi e materiale informativo per gli immigrati - programmi di educazione o materiale tradotto sulla salute e sui sistemi sanitari. - relazioni positive e stabili con il personale sanitario - la familiarità con lo staff medico aiuta a migliorare le capacità relazionali tra personale e paziente. - indicazioni chiare sui diritti cura dei diversi gruppi di immigrati politiche di approvvigionamento e formazione del personale sui diritti degli immigrati.

5 Elementi consigliati per una migliore pratica nella fornitura di servizi agli immigrati I risultati di questi tre processi suggeriscono i seguenti elementi per un assistenza sanitaria di qualità agli immigrati: - Risorse sufficienti Garantire maggiori risorse (ad esempio, più tempo dedicato alla cura e buoni servizi di interpretariato), è una sfida per la Commissione e le altre agenzie di finanziamento e dipende dalle priorità politiche identificate. - Flessibilità organizzativa La flessibilità non sempre dipende dalla fornitura di maggiori risorse e può essere in parte raggiunta tramite politiche e protocolli appropriati e con partenariati con altre organizzazioni, dentro e fuori i servizi di salute. - Formazione del personale - E un aspetto che assorbe molte risorse per cui necessita sia della disponibilità di programmi di formazione efficaci sia dell interesse dello stesso staff da formare. - Materiale informativo Il materiale informativo destinato agli immigrati non deve essere molto difficile o costoso da produrre. Al contrario, bisogna concentrarsi su come costruirlo al meglio e come distribuirlo affinché il suo utilizzo sia efficace. - Atteggiamento positivo Una sfida molto interessante può essere quella di lavorare sull atteggiamento dello staff e degli immigrati, che è preferibile sia legato ad esperienze personali piuttosto che ad un contesto generale più ampio. Il progetto EUGATE è stato finanziato dalla Direzione Generale per la Salute e la Protezione dei Consumatori (DG SANCO) dell Unione Europea. Per maggiori informazioni su EUGATE e i sui risultati, visita il sito: Dr. Andrea Gaddini Salute Mentale, Aerea del Dipartimento Tutela della Salute Laziosanità - Agenzia di Sanità Pubblica (gaddini@asplazio.it)

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