Diversity Improvement as a Viable Enrichment Resource for Society and Economy. Policy Brief WP5
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- Cecilia Randazzo
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1 Co-funded by the European Union DIVERSE Diversity Improvement as a Viable Enrichment Resource for Society and Economy Policy Brief WP5 1. L opportunità del progetto DIVERSE per la Società San Vincenzo de Paoli. La partecipazione al progetto DIVERSE, oltre che rivelarsi una preziosa occasione di riflessività è stata per la nostra associazione una grande opportunità di crescita. L attivazione di percorsi di volontariato che coinvolgessero in prima persona cittadini provenienti da paesi terzi (d ora in poi TCNs) ha permesso alla nostra associazione storicamente e comunemente nota come realtà dedita all assistenza legata all emergenza di mettere a fuoco la grande opportunità data dal considerare i TCNs non solo come meri beneficiari dei servizi messi loro a disposizione, ma come vere e proprie risorse delle e per le nostre comunità. Questo ha permesso altresì di attivare un meccanismo di ripensamento e di rinnovamento interno riguardo ai cammini di prossimità, permettendoci di superare il modello dell assistenzialismo e di operare verso una relazione di aiuto che, mettendo al centro la persona, fosse maggiormente bilanciata tra il dare e il ricevere secondo una logica di tipo educativo e di cittadinanza attiva. Uno dei punti maggiormente innovativi introdotti dal progetto DIVERSE è stato quello di avvalersi della collaborazione di educatori e mediatori culturali durante il percorso di individuazione, coinvolgimento e attivazione dei TCNs. Il complesso lavoro di équipe, che ha visto come protagonisti le associazioni di volontariato, i mediatori e gli educatori ci ha permesso infatti di introdurre nuove competenze all interno del volontariato, che ci consentissero di superare i timori iniziali legati alla paura che chiedendo ai TCNs di essere attori attivi di volontariato in cambio degli aiuti ricevuti, potessimo in qualche modo venire meno al nostro mandato di gratuità.
2 2. I nostri assistiti: uno sguardo d insieme La nostra associazione si è storicamente fatta carico degli abitanti delle povertà estreme, molto spesso cittadini extra comunitari che, con il loro bagaglio di sofferenza, hanno sempre più popolato le nostre comunità, nella speranza di raggiungere condizioni di vita migliori per se stessi e per le loro famiglie. Le complesse rotte migratorie, il basso livello di qualifica professionale e la deprivazione derivante da progetti, rappresentazioni e speranze disattese una volta arrivati nella società di accoglienza, ha fatto sì che queste persone fossero di frequente anche portatrici, oltre che di bisogni specifici, di un onerosa domanda sociale in termini di casa, educazione, sanità e servizi alla persona. Negli ultimi sette anni di grave crisi economica che ha investito il nostro Paese, la San Vincenzo si è fatta carico dei bisogni di queste persone, riconoscendo oggi però, grazie all azione del progetto DIVERSE, la necessità e l urgenza di promuovere una nuova carità educativa che sia sostenibile e che superi la logica del mero assistenzialismo vertendo verso una dimensione educativa e promuovente di uno scambio bilanciato tra dare e ricevere. 3. La nascita di un nuovo mandato educativo: dall assistenza alla capacitazione Uno dei primi passaggi fondamentali verso il nuovo modello di accoglienza riguarda la distinzione tra la fase dell emergenza dalla quale scaturisce una risposta immediata a quella dell assistenza che invece troppo spesso si perpetua per mesi o anni. È all interno di quest ultima dimensione che si possono situare nuove progettualità caritative e innovative relazioni di aiuto che mettano al centro la persona con la sua storia, in quanto portatrice di bisogni ma altresì di competenze. È necessario in tal senso, una volta accolta l emergenza, superare i vecchi modelli di aiuto che pongono l attenzione solo sui bisogni, perpetuandoli all infinito e che seppur involontariamente finiscono con il mantenere le persone legate alla logica sbilanciata del ricevere e con il consolidare l errata percezione di queste persone all interno della società di accoglienza. Le future prassi caritative dovranno rivedere l esperienza della prossimità come luogo di aiuto, di promozione e di implementazione delle competenze e dei valori di cui queste persone sono portatrici, affinché queste possano essere valorizzate e spese all interno dei vissuti collettivi e dei nuovi luoghi di appartenenza. 4. Ripensare lo stile di presenza dei TCNs e l approccio all accoglienza delle organizzazioni del terzo settore Come in precedenza indicato, la partecipazione al progetto DIVERSE ha permesso alla nostra associazione da un lato di ripensare lo stile di presenza dei TCNs sul nostro territorio secondo le logiche di un nuovo modello di accoglienza, dall altro di implementare il progetto attraverso un proficuo lavoro di équipe che, sotto la guida e il costante confronto del Comitato Scientifico del Centro WWELL dell Università Cattolica, si è sviluppato attraverso il susseguirsi di diverse fasi: 1. Formazione dei volontari della nostra associazione alle dimensioni implicate nel nuovo modello di accoglienza da noi promosso (comprensione delle dinamiche culturali e educative ad esso sottostanti). 2. Selezione degli operatori (1 unit leader, 3 educatori e 6 mediatori culturali) attraverso un lavoro di mix and matching tra caratteristiche personali e competenze professionali, da affiancare ai volontari della nostra associazione che ci aiutassero a instaurare rapporti di vicinanza e amicizia con i TCNs protagonisti dei nuovi percorsi di volontariato attraverso l azione di incontro, ascolto e accompagnamento delle persone. Uno dei punti fondamentali di questo passaggio per cui il lavoro dei mediatori si è rivelato prezioso è stato assi-
3 curarsi che la relazione instaurata con i TCNs non si basasse solo sull assenso ma che annoverasse una reale comprensione e condivisione di ciò che era loro proposto. La presenza di mediatori culturali nell incontro e nel lavoro con persone di origine straniera è una competenza della quale non potremo più fare a meno. La mutua condivisione del medesimo universo di senso è un elemento imprescindibile per instaurare una buona relazione di fiducia ma anche di aiuto. 3. Individuazione e selezione di 30 TCNs già assistiti dalla nostra Associazione cui proporre l esperienza di volontariato e con i quali costruire un percorso di impegno attraverso: a. la valutazione delle competenze; b. l ascolto delle preferenze e delle potenzialità di ciascuna persona per delineare laddove possibile una corrispondenza tra servizi e attitudini personali; c. l impostazione delle attività e monitoraggio e verifica delle stesse; d. l analisi delle difficoltà emerse. La valutazione delle competenze è una fase particolarmente importante poiché i TCNs a differenza di quanto spesso si crede nelle rappresentazioni sociali che li vedono sempre sotto qualificati - sono spesso portatori di competenze specifiche che però non sempre trovano un esplicita e immediata espressione nella società di accoglienza. Uno degli obiettivi del percorso di accompagnamento nel mondo del volontariato è stato in tal senso quello di contribuire al riemergere di vecchie competenze e alla promozione di nuove che potessero essere valorizzate e messe in circolo all interno della società di accoglienza. Il volontariato diventa quindi primario luogo simbolico e non di riscatto sociale, spazio nel quale rimettersi in gioco partendo dalla propria storia e dalle proprie capacità personali, nel rispetto reciproco e condiviso dell altro e della comunità in una logica non più solo di dono ma anche di vero e proprio arricchimento reciproco grazie allo scambio messo in atto. Anche l analisi delle attitudini personali è stata cruciale nel suddividere i TCNs tra i vari operatori del progetto i quali li hanno incontrati a domicilio e attraverso dei colloqui conoscitivi hanno formalizzato la proposta del percorso di volontariato. Un ulteriore aspetto fondamentale è stato quello di esplorare le diverse concezioni di fare volontariato e infine esplicitare quella che ci appartiene: al di là di alcuni stereotipi, infatti, le modalità con cui fare volontariato non sono generalmente molto conosciute e durante il colloquio è stato indispensabile approfondire questo aspetto in modo da permettere ai TCNs di comprendere le diverse possibilità e la vastità delle aree in cui implementare l agire pro-sociale. Questo passaggio è stato molto utile nel permettere di indicare a ciascun TCN le proprie preferenze e modalità con le quali avrebbe potuto e voluto impegnarsi. Per nessun TCN era prevista una proposta già confezionata, proprio perché che la valenza del volontariato è tale solo se emerge realmente da attitudini personali: fare volontariato è possibile in moltissimi modi ma è solo trovando il proprio che se ne apprezza poi il valore. Imporre un percorso dall alto non avrebbe portato l esperienza a configurarsi come significativa, con il conseguente mancato raggiungimento degli obiettivi generali che il progetto DIVERSE si era prefissato. 4. Individuazione delle realtà ospitanti dislocate sul territorio, attraverso incontri settimanali tra i responsabili di progetto, gli educatori e i mediatori culturali. Per ciascun TCN sono state prese in considerazione diverse ipotesi in base alle quali sono state poi contattate diverse organizzazioni. A queste ultime è stato presentato il progetto ed è stata chiesta la di-
4 sponibilità all accoglienza dei TCNs come attori di volontariato. Questa fase non è stata semplicissima poiché, anche se la Lombardia è un territorio molto ricco di organizzazioni di volontariato, era necessario individuarne alcune che rispondessero a criteri specifici quali l essere sufficientemente strutturate, la disponibilità a fornire un tutor, la possibilità di fornire un feedback continuo con ai responsabili di progetto in modo da poter monitorare le attività e valutarne l efficacia. Inoltre le sedi dovevano essere raggiungibili con i mezzi pubblici ed essere attive in orari compatibili con quelli dei TCNs. Una volta raccolte le prime disponibilità, ciascun operatore ha formulato diverse proposte a ogni TCN e nel mese di giugno 2014 è stato possibile attivare i primi percorsi di volontariato. Ciascun TCN è stato accompagnato dagli operatori presso le singole organizzazioni, i quali hanno presenziato ai colloqui e hanno formalizzato tempi e modalità delle attività di volontariato stabilite. In alcuni casi è stato necessario accompagnare più volte i TCNs per aver modo di supervisionare più da vicino le prime azioni e la qualità dell inserimento all interno dell ente ospitante. Per tutti i casi è stato presente un monitoraggio continuo sulle attività, con periodici confronti con i responsabili delle organizzazioni e con gli stranieri. Attivare percorsi di cittadinanza attiva che coinvolgessero TCNs come attori di servizi di volontariato non è stato semplice poiché ha richiesto un grande e costante lavoro di interazione con il territorio e con le organizzazioni di cui è popolato, un lavoro di profonda conoscenza e di collaborazione fiduciaria con altri servizi e professioni quali l Ente locale, i Servizi sociali e il Centro di servizi per il volontariato. A ciò si aggiunge che spesso i TCNs assistiti dalla nostra associazione versano in situazioni precarie e facilmente modificabili da cause esterne, spesso da essi indipendenti: sfratti, permessi di soggiorno in scadenza ma anche il fatto di trovare inaspettatamente un lavoro. Queste sono tutte variabili difficilmente prevedibili e che possono compromettere facilmente il complesso lavoro di promozione di percorsi di cittadinanza attiva. Ciò nonostante, in linea generale si può affermare che tutte le esperienze attivate hanno avuto un buon esito, suscitando entusiasmo nei volontari e grande apprezzamento da parte delle organizzazioni ospitanti. 5. Apertura di nuovi scenari d inclusione all interno delle associazioni di volontariato: per alcuni di questi TCNs l esperienza del volontariato ha aperto la strada all integrazione nel mercato del lavoro. 5. Considerazioni finali Il progetto DIVERSE ha indicato una nuova via di azione caritativa ed educativa alla nostra associazione, la quale non potrà più esimersi, a partire dal prossimo futuro, dall interrogarsi consapevolmente su chi sono le persone che abitano le nuove povertà, su come aiutarle, sostenerle e su come riconoscerne capacità e competenze al fine di supportare il loro essere risorse preziose per la comunità in cui vivono. Sarà necessario compiere delle scelte consapevoli. Continuare ad assistere numeri consistenti di persone straniere senza nome e cognome, senza storia, senza identità o accompagnarne un numero più esiguo verso nuovi cammini di prossimità in un processo graduale di relazione educativa e partecipativa e di mediazione culturale sul territorio da essi abitato? Attraverso questo percorso, la nostra associazione ha scoperto che per abitare le diversità nelle relazioni di aiuto occorre servirsi, oltre che del prezioso aiuto dei volontari, di competenze specifiche, quali mediatori culturali e educatori, che ci permettano di attuare un volontariato migliore attraverso l ascolto e la presa in carico delle diversità stesse.
5 Non da ultimo, perché le nostre azioni siano, e continuino ad essere efficaci, occorre anche abitare le istituzioni e promuovere l incontro tra esse e le associazioni del terzo settore, in un confluire di competenze e ruoli il cui incontro permetta di costruire una nuova idea di comunità, intesa come bene comune e in cui sperimentare innovative relazioni di cura e una nuova visione di cittadinanza.
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