POLMONITE

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1 POLMONITE

2 DEFINIZIONE La polmonite è una patologia infettiva del parenchima polmonare, generalmente di natura batterica, che nei pazienti non trattati con adeguata terapia antibiotica può evolvere nel 70-80% dei casi nella sepsi

3 POLMONITE LOBARE: coinvolgimento di un intero lobo BRONCOPOLMONITE: processo limitato agli alveoli contigui ai bronchi POLMONITE INTERSTIZIALE: processo coinvolgente soprattutto l interstizio Queste distinzioni si basano generalmente sulle osservazioni radiografiche.

4 EPIDEMILOGIA La polmonite rappresenta la sesta categoria di patologie causa di mortalità La più comune infezione letale nosocomiale (contratta in ambiente ospedaliero). Nei paesi in via di sviluppo, le infezioni del tratto respiratorio inferiore sono solitamente la maggiore causa di morte e si posizionano al secondo posto solamente dietro alla diarrea infettiva.

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6 POLMONITI EXTRANOSOCOMIALI: - acquisite in comunità - sintomatologia presente al momento del ricovero POLMONITI NOSOCOMIALI: - acquisite dopo ore dal ricovero POLMONITE AB INGESTIS -conseguenza di un anomalo ingresso di liquidi, o solidi, o secrezioni all interno delle vie aree inferiori

7 POLMONITE AB INGESTIS Anomalo ingresso nell albero troncobronchiale di cibo e succhi digestivi Fattori predisponenti: Depressione dei riflessi di protezione delle vie aeree (anestesia,post-operatorio) Alterazione dei meccanismi della deglutizione e dello svuotamento gastrico

8 POLMONITI NOSOCOMIALI Insorge almeno ore dal ricovero o entro 48 ore dalla dimissione - Fattori di rischio: intubazione, ICU, antibiotici, chirurgia, età avanzata, immunodepressione Caratteristiche definenti maggiori: Febbre non alta Tosse non produttiva Stato di confusione mentale Leucopenia, neutropenia (immunodepressi) Un sottogruppo delle polmoniti acquisite in ambito ospedaliero è costituito dalle cosiddette VAP, le polmoniti associate a ventilazione assistita; le VAP sono polmoniti la cui insorgenza avviene in soggetti che sono sottoposti a un trattamento di terapia endotracheale. Solitamente questo tipo di polmonite si manifesta due o tre giorni dall'inizio della sopracitata terapia.

9 EZIOLOGIA Batterica: Pneumococco, Staphylococcus Aureus, Legionella Pneumophila, Haemophilus influentiae, Moraxella Catarrhalis Virale: virus influenzale A e B, virus respiratorio sinciziale, virus parainfluenzali... Funghi e micobatteri (Bacillo di Koch)

10 I batteri sono la causa più comune di polmoniti negli adulti > 30 anni. Streptococcus pneumoniae è il più comune. I virus: nella prima e nella seconda infanzia, i principali patogeni polmonari: il virus respiratorio sinciziale, il virus parainfluenzale e i virus dell'influenza A e B. Questi agenti possono causare polmoniti anche negli adulti; i virus comuni negli adulti sani sono solamente l'influenza A, occasionalmente l'influenza B e raramente la varicella-zoster

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12 FISIOPATOLOGIA L agente infettivo responsabile della polmonite raggiunge il parenchima polmonare superando le barriere anatomiche (mucose, IgA, ciglia) e superando le difese innate. La polmonite ad eziologia batterica tipica (agenti extracellulari) è accompagnata da una risposta immunitaria neutrofilica, mentre la polmonite ad eziologia virale è accompagnata da un attivazione linfocitaria.

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14 PATOGENESI FATTORI DI RISCHIO: Infezioni delle alte vie respiratorie Ospedalizzazione Fumo di sigarette Insufficienza cardiaca Patologie ostruttive croniche delle vie aeree Età estreme della vita Debilitazione

15 Immunodepressioni (come nel diabete mellito o nell'insufficienza renale cronica) Compromissione dello stato di coscienza Alcolismo Disfagia Esposizione ad agenti trasmissibili Aspirazione di microrganismi che colonizzano l orofaringe Inalazione di particelle aerosolizzate infette Disseminazione ematica da una sede extrapolmonare di infezione

16 COMPLICANZE Versamento pleurico Empiema pleurico Ascesso polmonare Sepsi Insufficienza respiratoria (Pa O2 < 60 mmhg) Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS)

17 Versamento pleurico : raccolta di liquido nel cavo pleurico superiore a quella fisiologicamente presente (10-20ml) Cause: aumentata produzione di liquido,inadeguato smaltimento. 2 TIPI DI VERSAMENTO: ESSUDATIZIO E TRASUDATIZIO SINTOMI : DISPNEA,DOLORE TORACICO,CIANOSI,ANEMIA,FEBBRE SEGNI APPREZZABILI: Fremito vocale tattile diminuito Murmore vescicolare diminuto Soffio pleurico Ottusità plessica versamento pleurico sinistro

18 L' empiema pleurico è la raccolta anomala di pus (empiema) che avviene nello spazio pleurico. Cause: malattia preesistente,intervento chirurgico,trauma. I batteri responsabili sono il Klebsiella pneumoniae, Escherichia coli, Proteus Salmonella e lo Staphylococcus aureus. Fra i sintomi e segni clinici possiamo riscontrare tosse, febbre, le due manifestazioni più comuni,dolore toracico, respiro corto.

19 Ascesso polmonare: Cavità localizzata contenente pus, conseguente a necrosi del tessuto polmonare, circondata da un'area di flogosi polmonare. Può essere putrido o non putrido in base ai batteri aerobi e non. Cause: - materiale infetto inalato dal tratto superiore delle vie aeree -droghe -malattie del snc -anestesia generale -coma Sintomi precoci:malessere, inappetenza, tosse produttiva, sudorazione e febbre. Può essere presente una grave prostrazione con febbre a 39,4 C e oltre.espettorato è purulento e può essere striato di sangue. Segni fisici : piccola area di ottusità abolizione del murmure vescicolare

20 Sepsi o setticemia: presenza contemporanea di SIRS(sindrome da risposta infiammatoria sistemica)e di infezione presunta o documentata. Si instaura prevalentemente in pz critici,immunocompromessi e anziani. Sintomi: temperatura corporea <36 o >38,3 C tachicardia tachipnea leucociti<4000mm3 o >12000mm3 Attivazione delle vie dell infiammazione e della coagulazione - Shock settico,sindrome da disfunzione multiorgano(mods),morte.

21 Insufficienza respiratoria :lo scambio gassoso nel sangue arterioso non è sufficiente con conseguente ipossiemia e dell'ipercapnia: P a O 2 < 60 mmhg P a CO 2 > 45 mmhg E' una sindrome che si divide nella forma 1 (chiamata anche parziale) o nella forma 2 (definita anche globale). Vi sono alcune patologie in cui si mostra tale sindrome: Broncopneumopatia cronica ostruttiva Sindrome da distress respiratorio Asma Emotorace, come complicanza durante il trattamento Trauma cranico Edema polmonare acuto Embolia polmonare massiva Pneumotorace iperteso

22 Sindrome da distress respiratorio (ARDS) è un danno diffuso dei capillari alveolari determinante grave insufficienza respiratoria con ipossiemia arteriosa refrattaria alla somministrazione di ossigeno. Criteri diagnostici (ARDS): -Esordio acuto. -Infiltrati polmonari bilaterali suggestivi di edema. -Nessuna evidenza di ipertensione atriale destra. -Rapporto PaO2/FiO2 < 200 (se < 300 danno polmonare acuto) Le cause:fattori di danno al microcircolo e di edema Sintomi : tachipnea, dispnea e aumentato fabbisogno di ossigeno. Segni : L'auscultazione polmonare rivela suono chiaro polmonare o rantoli sparsi. Entro poche ore si sviluppa ipossiemia severa con ipercapnia. L'inizio dell'ards può essere molto variabile nella sepsi, fulmineo nell'aspirazione polmonare o insidioso nei danni neurologici acuti o nello shock.

23 SEGNI E SINTOMI Febbre (accompagnata da brividi nelle polmoniti batteriche) Dispnea Dolore toracico Tosse con espettorato se batterica secca se virale

24 ESAME OBIETTIVO Ridotta escursione delle basi polmonari Ottusità plessica che si modifica con gli atti respiratori Ronchi e rantoli all auscultazione FVT accentuato (diagnosi differenziale con il versamento pleurico)

25 DIAGNOSI STRUMENTALE Rx del torace (Pneumococco:interessamento lobare, S. aureus:interessamento diffuso bronco-polmonare) Tc (per ricercare eventuali complicanze) Broncoscopia e brushing delle vie aeree Lavaggio bronco alveolare

26 DIAGNOSI DI LABORATORIO Emocromo (leucocitosi, linfocitosi) + markers infiammazione(pcr-pct) Emogas analisi Emocoltura in 3 tempi + antibiogramma Esame dell espettorato: colorazione di Gram e coltura Esame delle urine: per antigene della Legionella e dello Pneumococco Sierologia: per virus e batteri intracellulari Esami specifici per il bacillo di Koch (TBC)

27 TERAPIA La polmonite prevede come trattamento terapeutico la somministrazione di antibiotici, specifici per l agente infettivo che l ha determinata. Non sempre è possibile identificare l agente eziologico per cui, in questi casi, si ricorre ad una terapia di tipo empirico Penicilline o cefalosporine + fluorochinolonici

28 TERAPIA DI SOSTEGNO Adeguato apporto di liquidi Ossigenoterapia Manovre fisioterapiche Ginnastica respiratoria Farmaci broncodilatatori Farmaci antinfiammatori

29 Trattamento delle complicanze Nel caso in cui il paziente presenti delle complicanze anche queste devono essere trattate. Versamento pleurico: toracentesi Empiema pleurico ed ascesso polmonare: drenaggio Insufficienza respiratoria: ossigeno-terapia ARDS: ricovero in terapia intensiva

30 Diagnosi Infermieristiche

31 Liberazione inefficace delle vie aeree, correlata a secrezioni eccessive e dense Intolleranza all attività, correlata ad ossigenazione inadeguata per le attività e ad affaticamento Ansia, correlata a dispnea e paura di soffocamento

32 D.I.:Liberazione inefficace delle vie aeree, correlata a secrezioni eccessive e dense Definizione - Stato nel quale le condizioni respiratorie della persona sono minacciate in relazione all incapacità di tossire efficacemente Criteri per l accertamento mirato: - Capacità di mantenere la posizione eretta - Tosse (produttiva,dolorosa,efficace) - Escreato (colorato,caratteri,quantità,odore)

33 D.I.:Liberazione inefficace delle vie aeree, correlata a secrezioni eccessive e dense Interventi: 1) Istruire il cliente sui metodi appropriati di tosse controllata (una tosse non controllata è stancante e non efficace e determina frustrazione): a) Respirare profondamente e lentamente sedendo il più eretto possibile (stare seduti più eretti possibile allontana gli organi addominali dai polmoni) b) Usare la respirazione diaframmatica (la respirazione diaframmatica riduce la frequenza respiratoria e aumenta la ventilazione alveolare)

34 D.I.:Liberazione inefficace delle vie aeree, correlata a secrezioni eccessive e dense c) Trattenere il respiro per 3-5 secondi, poi espirare più lentamente possibile attraverso la bocca (il bordo costale inferiore e l addome si dovrebbero abbassare) d) Fare un secondo respiro, trattenere e tossire dal torace (non dalla parte posteriore del cavo orale o della faringe), con due colpi di tosse brevi e forzati (un aumento del volume di aria nei polmoni promuove l espulsione delle secrezioni)

35 D.I.:Liberazione inefficace delle vie aeree, correlata a secrezioni eccessive e dense 2) Insegnare al cliente misure idonee a ridurre la viscosità delle secrezioni (le secrezioni dense sono difficili da espettorare e possono dare origine a tappi di muco, che possono provocare atelectasia): a) Mantenere un idratazione adeguata; aumentare l assunzione i liquidi fino a 2,5-3,5 L al giorno, se non controindicato da una diminuita gittata cardiaca e da patologie renali b) Mantenere adeguata l umidità dell aria inspirata

36 D.I.:Liberazione inefficace delle vie aeree, correlata a secrezioni eccessive e dense 3) Auscultare i polmoni prima e dopo gli esercizi di tosse (questo esame aiuta a valutare l efficacia dello sforzo del paziente per tossire) 4) Incoraggiare o garantire una adeguata igiene orale dopo la tosse (una buona igiene orale promuove una sensazione di benessere e previene l alitosi)

37 D.I.: Intolleranza all attività, correlata a ossigenazione inadeguata per le attività e ad affaticamento Definizione - Riduzione della capacità fisica di tollerare l attività a livello desiderato o richiesto Criteri per l accertamento mirato: - Tolleranza all attività di vita quotidiana e risposta fisiologica all attività, ad esempio, frequenza del polso, pressione arteriosa, frequenza degli atti respiratori - Fattori aggravanti (ambientali o emotivi)

38 D.I.: Intolleranza all attività, correlata a ossigenazione inadeguata per le attività e ad affaticamento Interventi: 1) Spiegare le attività e i fattori che aumentano il fabbisogno di ossigeno (fumo, temperature estreme, peso eccessivo, stress) (il fumo, le temperature estreme e lo stress causano vasocostrizione, che aumenta il lavoro cardiaco e il fabbisogno di ossigeno. Il peso eccessivo aumenta le resistenze periferiche, le quali aumentano a loro volta il lavoro cardiaco)

39 D.I.: Intolleranza all attività, correlata a ossigenazione inadeguata per le attività e ad affaticamento 2) Suggerire a cliente idee su come conservare l energia: a) sedersi, quando è possibile, per svolgere le attività di vita quotidiana, ad esempio, usare lo sgabello per fare la doccia b) Suddividere le attività durante il giorno c) Programmare adeguati periodi di riposo d) Alternare compiti facili e difficili nel corso della giornata (si può prevenire un eccessivo consumo energetico suddividendo le attività e prendendosi un tempo sufficiente per il recupero fra un attività e l altra)

40 D.I.: Intolleranza all attività, correlata a ossigenazione inadeguata per le attività e ad affaticamento 3) Aumentare gradualmente le attività di vita quotidiana del cliente man mano che la sua tolleranza aumenta (la dispnea moderata e prolungata che è dovuta agli esercizi effettuati con supervisione aumenta la forza dei muscoli accessori e migliora la funzionalità respiratoria) 4) Insegnare al cliente tecniche efficaci di respirazione, come la respirazione diaframmatica e quella a labbra socchiuse (la respirazione diaframmatica evita il respiro rapido, inefficiente e superficiale che di solito accompagna la BPCO. La respirazione a labbra socchiuse rallenta l espirazione, mantiene gli alveoli insufflati più a lungo e garantisce un certo controllo della dispnea)

41 D.I.: Intolleranza all attività, correlata a ossigenazione inadeguata per le attività e ad affaticamento 8) Offrire sostegno emotivo e incoraggiamento (la paura di andare incontro a dispnea potrebbe impedire di aumentare l attività) 9) Dopo l attività accertare se vi sono risposte anomale all aumento di attività a) Diminuzione della frequenza del polso b) Pressione sistolica diminuita o invariata c) Eccessivo aumento o diminuzione della frequenza respiratoria d) Mancato ritorno del polso ai valori di riposo entro 3 minuti dopo l attività e) Confusione mentale, vertigini, movimenti non coordinati (si può accertare l intolleranza all attività valutando lo stato cardiaco, circolatorio e respiratorio)

42 D.I.: Intolleranza all attività, correlata a ossigenazione inadeguata per le attività e ad affaticamento 10) Pianificare adeguati periodi di riposo in base al programma quotidiano del cliente (degli intervalli di riposo garantiscono all organismo periodi di minore consumo energetico, aumentando la tolleranza all attività) 11) Valutare lo stato nutrizionale del cliente (l aumentato lavoro respiratorio riduce l appetito e l assunzione di cibo. Una maggiore introduzione di carboidrati cause un incremento di produzione di CO2, mentre un introduzione ridotta determina un deficit energetico. Questo, a sua volta, è causa di malnutrizione e perdita di massa muscolare, responsabili di una diminuzione della forza muscolare e diaframmatica)

43 D.I.: Intolleranza all attività, correlata a ossigenazione inadeguata per le attività e ad affaticamento 12) Spiegare gli effetti della malnutrizione a) Mortalità più elevata (i clienti con un calo ponderale significativo hanno un tasso di mortalità maggiore di quelli il cui peso è nella norma) b) Depressione del sistema immunitario (un sistema immunitario depresso riduce la capacità di combattere le infezioni) c) Diminuzione della forza muscolare del diaframma e della parete toracica (questi effetti possono ridurre la capacità di tossire efficacemente e i volumi inspiratorio ed espiratorio) d) Diminuzione della produzione di surfactante (una quantità inadeguata di surfactante aumenterà la tensione di superficie alveolare, rendendo l insufflazione più difficile

44 D.I.: Intolleranza all attività, correlata a ossigenazione inadeguata per le attività e ad affaticamento 13) Accertare la presenza di problemi associati all alimentazione a) Respirazione che compete con la nutrizione b) Meteorismo c) Problemi nel fare la spesa d) Problemi nella preparazione dei pasti (l identificazione degli ostacoli a una nutrizione appropriata può prevenire o ridurre la malnutrizione)

45 D.I.: Intolleranza all attività, correlata a ossigenazione inadeguata per le attività e ad affaticamento 14) Insegnare strategie atte a migliorare lo stato nutrizionale a) Seguire una dieta ricca di lipidi/proteine e povera di carboidrati (la digestione dei carboidrati produce più anidride carbonica. Le proteine sono essenziali per la guarigione) b) Evitare cibi ad alto contenuto di grassi e calorie (questi alimenti offrono scarsi benefici al cliente) c) Preparare i pasti in anticipo (il cliente può riposare prima di riscaldare i cibi) d) Preparare il cibo stando seduto a tavola (stare seduti riduce il consumo energetico)

46 D.I.: Intolleranza all attività, correlata a ossigenazione inadeguata per le attività e ad affaticamento e) Assumere giornalmente una grande quantità di liquidi ( ml) (questa misura riduce la viscosità delle secrezioni e il senso di soffocamento) f) Evitare latte, cioccolato e altri cibi che aumentano la viscosità della saliva (la possibilità di espettorare le secrezioni riduce l anoressia) g) Evitare alcool e caffeina (queste sostanze hanno un azione diuretica) h) Ridurre la quantità di liquidi durante i pasti (in questo modo si riduce il volume di materiale gastrico e il gonfiore di stomaco) i) Evitare cibi caldi e asciutti j) Aumentare da 4 a 6 piccoli pasti (tali alimenti irritano la gola e stimolano la tosse)

47 D.I.: Intolleranza all attività, correlata a ossigenazione inadeguata per le attività e ad affaticamento 15) Insegnare a risparmiare energia nel fare la spesa a) Usare il carrello b) Scegliere negozi piccoli c) Acquistare solo pochi prodotti da portare nella borsa (queste strategie riducono il consumo energetico) d) Riporre i cibi freschi e quelli surgelati nella stessa borsa (questa accortezza permetterà di refrigerare immediatamente tali cibi, mentre altri alimenti possono aspetare che il cliente si sia riposato)

48 D.I.: Ansia, correlata a dispnea e paura di soffocamento Definizione - Stato in cui la persona/gruppo prova un senso di inquietudine (apprensione), unito all attivazione del sistema nervoso autonomo, in risposta a una minaccia vaga, non specifica. Criteri per l accertamento mirato - Livello di ansia - Conoscenza delle tecniche di respirazione

49 D.I.: Ansia, correlata a dispnea e paura di soffocamento Interventi: 1) Garantire un ambiente calmo e tranquillo quando il cliente prova un senso di affanno (la riduzione degli stimoli esterni promuove il rilassamento) 2) Non lasciare solo il cliente durante i periodi di dispnea acuta (il cliente ha bisogno di rassicurazione circa il fatto che sarà aiutato all occorrenza) 3) Riconoscere la paura del cliente e fornire un rinforzo positivo ai suoi sforzi. Riconoscere i momenti in cui la dispnea è più grave del solito (la paura determina dispnea e la dispnea aumenta la paura. I clienti riferiscono che questo riconoscimento diminuisce la paura e la difficoltà respiratoria)

50 D.I.: Ansia, correlata a dispnea e paura di soffocamento 4) Riconoscere il senso di mancanza di speranza. Evitare suggerimenti quali mantenga il controllo o Si rilassi (i clienti riferiscono che gli infermieri che concentrano l attenzione sull incapacità della persona di mantenere il controllo accentuano il suo senso di impotenza) 5) Offrire aiuto per tutte le azioni da compiere durante gli episodi acuti di dispnea (in tali momenti le persone non sono capaci di eseguire le attività che svolgono abitualmente)

51 D.I.: Ansia, correlata a dispnea e paura di soffocamento 6) Durante gli episodi acuti non discutere delle misure preventive (l insegnamento è più proficuo quando il cliente ha meno dispnea) 7) Dimostrare le tecniche di respirazione e chiedere al cliente di provarle insieme (un modello di ruolo per le tecniche respiratorie aiuta il cliente a ridurre il bisogno di consumare energia per concentrarsi) 8) Durante gli episodi non acuti insegnare tecniche di rilassamento quali, ad esempio, ascolto di audiocassette o immagine guidata (è stato dimostrato che le tecniche di rilassamento diminuiscono l ansia, la dispnea e l ostruzione delle vie aeree)

52 D.I.: Ansia, correlata a dispnea e paura di soffocamento 9) Durante i periodi di dispnea acuta fare quanto segue: a) Aprire tendine o porte b) Togliere le attrezzature non necessarie c) Limitare il numero di visitatori d) Eliminare il fumo e gli odori (queste misure possono contribuire a ridurre il senso di soffocamento) 10) Incoraggiare il cliente a usare le tecniche di respirazione, specialmente nei momenti di maggiore ansia. Guidarlo nel corso degli esercizi (concentrarsi sulla respirazione diaframmatica o a labbra socchiuse rallenta la frequenza respiratoria e dà al cliente un senso di controllo)

53 DIAGNOSI INFERMIERISTICHE Senso di impotenza, correlato a sensazione di perdita del controllo e restrizioni che la condizione impone allo stile di vita Disturbo del modello di sonno, correlato a tosse, incapacità di assumere la posizione sdraiata e stimoli ambientali Rischio elevato di nutrizione alterata (inferiore al fabbisogno), correlato ad anoressia secondaria a dispnea, alitosi e affaticamento Rischio elevato di gestione inefficace del regime terapeutico, correlato a insufficiente conoscenza della condizione, dei trattamenti, della prevenzione delle infezioni, degli esercizi respiratori, dei fattori di rischio e dei segni e sintomi di complicanze

54 D.I: rischio elevato di alterazione della mucosa del cavo orale correlato a respirazione attraverso la bocca, frequenti espettorazioni ediminuita assunzione di liquidi secondare a malessere. Interventi infermieristici: Eseguire igiene del cavo orale Scoraggiare la respirazione attraverso la bocca e incoraggiare frequenti risciacqui della bocca Evitare lavaggi della bocca con sostanze contenenti alcol Monitorare l idratazione : -apporto orale -terapia parenterale -entrate e uscite -peso specifico delle urine. scoraggiare il pz a consumare alcol e tabacco e incoraggiarlo a lubrificare le labbra ogni 2 ore o quando occorre

55 D.I: rischio elevato di gestione inefficace del regime terapeutico, correlato a inefficente conoscenza della condizione, della trasmissione delle infezione, della trasmissione delle recidive, della dieta, dei segni e sintomi di recidiva e del follow -up Interventi infermieristici: Spiegare la fisiopatologia della polmonite facendo uso di ausili didattici Spiegare le misure atte a prevenire la diffusione di infezioni: - Coprire il naso e la bocca quando si starnutisce e tossisce - Mettere i fazzoletti usati in un sacchetto di carta, quando è mezzo pieno chiuderlo in modo sicuro e porlo in un contenitore per rifiuti più grandi - Lavarsi le mani frequentemente Completare il cilco di t.a. Prescritto Rispettare il programma di appuntamenti medici stabilito per il follow-up Continuare gli esercizi di respirazione profonda per 6/8 settimane durante la convalescenza Pianificare periodi di riposo nel corso della mattina e del pomeriggio Provvedere per la vaccinazione antifluenzale e antipneumococcica se il pz presenta patologie respiratorie croniche, è anziano o immunodepresso Esortare il pz a smettere di fumare Posizionare il pz in modo da ridurre al minimo l aspirazione

56 D.I: rischio elevato di gestione inefficente del regime terapeutico, correlato a insufficente conoscenza della condizioni, dei trattamenti, della prevenzione delle infezioni, degli esercizi respiratori, dei fattori di rischio e dei segni e sintomi di crisi imminente. Interventi infermieristici: Dare istruzioni sulla diagnosi e sul regime terapeutico Insegnare al pz gli esercizi respiratori e chiedergli di dimostrarli -spirometro -assumere una posizione inclinata in avanti -respirare a labbra socchiuse Spiegare il rischio di infezioni e i modi per ridurlo -evitare contatti con persone infette -provvedere alla vaccinazione nei confronti dell influenza e della polmonite batterica -attenersi ai programmi di assunzione di farmaci Istruire il pz a riferire quanto segue: -variazioni dei caratteri dell escreato o mancato ritorno di esso al colore normale dopo 3 gg di t.a. -T elevata -aumento della tosse, dell astenia e dalla dispnea -aumento del peso e gonfiore ai piedi e alle caviglie Insegnare l uso del nebulizzatore, dell ossigeno terapia e degli inalatori e osservare se è appropriato. Sviluppare una routine per gli esercizi Istruire il pz a formulare un piano di gestione

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