REPORT Gruppo di lavoro I sul Marocco 23 MAGGIO 2012
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- Natalia Lazzari
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1 Workshop Il Rimpatrio Volontario Assistito e la Reintegrazione: cooperazione tra i Paesi di destinazione e quelli di origine Attività di cooperazione del progetto NIRVA Fase III Fondo europeo per i Rimpatri maggio 2012 Sala delle Bandiere, Parlamento Europeo, Via IV Novembre,149 Le reti di servizi nei Paesi di ritorno: ruoli, collegamenti e sinergie con il referral system italiano NIRVA ed i Programmi di ritorno Volontario Assistito in Italia REPORT Gruppo di lavoro I sul Marocco 23 MAGGIO 2012 Facilitatore: Giulia Falzoi, OIM, Partner NIRVA III, Partner NIRVA III Partecipanti: Il gruppo di Lavoro sul Marocco era rappresentato da funzionari del Governo del Marocco (Mustapha EL BOUAZZAOUI - Ministère des Affaires Etrangères et de la Coopération e Saloua HERMEZ Ministère Chargé des Marocains Résidant à l'étranger) da referenti dell Ambasciata e Consolato del Marocco in Italia, da associazioni marocchine (Maan- ACLI), e da esperti di nazionalità marocchina, operanti sia in Italia che in Marocco. Da parte italiana vi erano Antenne Regionali NIRVA del Trentino, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Liguria, Valle d Aosta, Marche, Sicilia, Veneto, Campania. Inoltre presenti erano i referenti della Regione Lombardia, delle ACLI/patronato, del CARA del Lazio, di Oxfam Italia e Italia Lavoro, del progetto RE-MIDA e del Consiglio Nazionale Assistenti Sociali. Discussione: La discussione trae spunto dalla presentazione di Latifa Tichetti sulla propria esperienza di immigrata in Italia per molti anni e recentemente migrante di ritorno in Marocco con la propria famiglia. Punti interessanti emersi nel processo di reinserimento sono: 1) aspetti relativi ai contributi INPS dei lavoratori ed il loro possibile recupero; 2) preparazione del migrante attraverso un bilancio di competenze e la redazione del CV per migliorare le possibilità occupazionali; 3) assistenza tecnica nel paese di origine per evitare l improvvisarsi di professioni e mestieri che portano il migrante al fallimento del proprio progetto lavorativo; 4) il coinvolgimento di reti familiari durante o prima del processo di reinserimento; 5) supporto psicologico per attenuare il culture shock di ritorno e/o diverse patologie correlate; 6) valorizzazione dell esperienza interculturale e delle lingue apprese in Europa. Dall esperienza delle Antenne sul territorio i migranti del Marocco si dividono in due grandi gruppi: coloro che sono entrati in modo irregolare, spesso a seguito di truffe relative a falsi permessi di lavoro o promesse di una occupazione regolare; un secondo gruppo di
2 migranti lungo soggiornanti spesso con le famiglie al seguito che decidono di tornare per effetto della crisi finanziaria e della perdita del lavoro. Il Governo marocchino si interessa dei propri connazionali all estero attraverso sezioni dedicate presso le proprie ambasciate a favore della diaspora marocchina. Cio nonostante il Governo marocchino rivendica accordi bilaterali conclusi con l Italia e mai ratificati dal Parlamento italiano per la messa in opera di attività di cooperazione anche volta alla migrazione circolare dei propri connazionali nonchè ad accordi specifici con l Unione europea per poter cooperare a livello piu ampio sulla tematica della circolarità della migrazione e della riammissione dei marocchini di ritorno. Vi sono ben 4 articoli nella Costituzione marocchina che valorizzano i migranti di ritorno come agenti di sviluppo per il paese. Nell ambito del presente workshop, si è comunque teso a reperire attraverso le esperienze del territorio modalità operative e suggerimenti concreti per una migliore reintegrazione dei marocchini dall Italia e in particolare anche una migliore preparazione al ritorno, affinchè questo sia maggiormente efficace e di successo e possa compensare il diffuso senso di indecisione del migrante marocchino al pensiero di organizzare il ritorno in patria. Conclusioni In tale senso dalla discussione di gruppo è emerso che: 1) stabilire reti tra l Italia (NIRVA) e il Marocco è auspicabile, coinvolgendo non solo il privato sociale ma anche le istituzioni e i migranti di ritorno che si sono gia reinseriti e che potrebbero far parte attiva della rete NIRVA. 2) coinvolgere maggiormente le ambasciate e i consolati del Mrocco in Italia in questa attività di rete per la reintegrazione; 3) concludere accordi ad hoc con realtà italiane in Marocco, ad es. con i patronati dei sindacati italiani presenti e con le case del migrante sparse per il paese e che possono essere un valido appoggio per i migranti con informazioni generali anche prima del ritorno. 4) cambiare l approccio al ritorno e lavorare maggiormente in un ottica di co-sviluppo invece che di mera attività di rimpatrio; 5) preparare il migrante con corsi professionalizzanti, bilancio di competenze e CV per una maggiore consapevolezza delle proprie capacità ed esperienze professionali da poter spendere nel ritorno in patria; 6) mappare le aziende marocchine o italiane in marocco per poter eventualmente fare un matsching dei profili professionali per reperire un impiego da lavoro dipendente: in tal caso il sussidio di reintegrazione potrebbe andare come salary topping alle aziende stesse; 2
3 Allegato 1. INTERVENTO Latifa Ticetti, Association Maan Maroc-Italie Ringrazio gli organizzatori per l invito e saluto cordialmente tutti gli ospiti. Prima di entrare nello specifico dell argomento che mi è stato chiesto di trattare faccio una breve premessa su chi sono e chi rappresento. Mi chiamo Latifa Tichetti, sono marocchina d origine e italiana naturalizzata. Ho vissuto per circa in Italia con mio marito anche lui marocchino e italiano, e ai miei figli per circa quindici anni. Ho lavorato presso il Patronato ACLI di Torino per oltre dieci anni. Nel 2007 abbiamo deciso di rientrare in Marocco perché abbiamo capito che il nostro progetto migratorio si era esaurito e che era ora di reintegrarci nel nostro contesto territoriale e familiare. Al nostro rientro, dopo qualche tempo, insieme ad altri cittadini marocchini, di cui alcuni avevano lavorato in Italia e altri vi lavorano attualmente, abbiamo pensato di far nascere, a Casablanca, una Associazione, la Maan Maroc-Italie, (Maan significa, in arabo, Insieme), con l obiettivo di mettere a disposizione, di quei marocchini che avrebbero voluto emigrare in Italia, la nostra esperienza umana e lavorativa ma soprattutto per indirizzarli per tutti quegli aspetti burocratici quali la richiesta di visto (procedura abbastanza complessa per una persona preparata sulla materia, figuriamoci per un cittadino comune). Inoltre altro obiettivo di questa Associazione è di assistere quei marocchini che fanno ritorno dall Italia dopo un periodo di lavorativo per recuperare gli eventuali diritti che hanno acquisito in Italia, come, per esempio, quelli previdenziali. In questa nostra iniziativa abbiamo incontrato l attenzione e la disponibilità del Patronato ACLI nazionale con cui, nel 2010 abbiamo sottoscritto un accordo di collaborazione. Questo ci permette di avere come riferimento in Italia una rete di servizi tecnici che ci supporta molto nel lavoro che facciamo con i nostri connazionali. Dal 2010 a oggi il nostro lavoro, grazia anche alla buona reputazione che ci siamo fatti, ha visto moltiplicarsi le richieste (nel 2011 sono state circa le persone seguite). Vengo ora allo specifico del mio intervento. 1. Fase preparatoria in Italia prima del ritorno in Marocco: Sulla base della esperienza personale e ancor più dall esperienza che stiamo avendo con i lavoratori che rientrano in Marocco è opportuno che ognuno di loro possa preparare una proprio dossier che contenga: Un proprio curriculum attraverso il quale la persona sia aiutata a ricostruire il proprio percorso lavorativo ed esperienziale; Il bilancio di competenze: spesso molti si improvvisano professionisti in questo o quel campo ma in realtà hanno solo un assaggio di quelle che sono le caratteristiche delle professioni che dicono saper fare; 3
4 Tutta quella documentazione (dall attestato di frequenza a un Corso di Italiano a quello di formazione professionale al Codice Fiscale, fino al certificato di residenza) che è utile mostrare anche in Marocco. Sarebbe anche importante controllare il proprio estratto contributivo per verificare se sono stati versati tutti contributi da parte dei datori di lavoro in Italia e, in caso contrario, avviare le procedure per richiedere la ricostruzione delle propria posizione contributiva. Su questo mi soffermerò verso la fine del mio intervento; Con i primi due elementi sarebbe opportuno indirizzare, orientare la persona sul lavoro che potrebbe sviluppare in Marocco dandogli anche degli elementi per saper leggere le esigenze di quel territorio per trasformarle in una attività corrispondente. Spesso ci si avventura in attività che non hanno futuro e così si perdono anche quelle poche risorse economiche che si sono messe da parte. Potrebbe certamente essere importante dare le basi per creare una impresa individuale o familiare: dall approccio con le Banche alla redazione di un bilancio. Ma ancor più importante è poter contare su un riferimento in Italia o in Marocco da avere come punto sicuro per confrontarsi durante i vari passaggi che vanno dal rientro alla gestione dell eventuale attività intrapresa. Vorrei precisare che la burocrazia in Marocco è ancora molto pesante, ancor più che in Italia e siamo anche in un momento di cambiamento. Avere qualcuno che sappia indirizzare, aiutare, di cui fidarsi diventa strategico per una buona riuscita del proprio rientro. Si potrebbe anche ipotizzare una specie di gemellaggio tra una struttura italiana e una marocchina. Questo potrebbe servire anche per non perdere i legami con l Italia. 2. Viaggio di ritorno: Questo è il momento in cui l accompagnamento psicologico è più importante. Innanzitutto per capire che il rientro deve non portare ad adagiarsi ma che deve essere imprenditivo e cioè che bisogna darsi da fare sin dal giorno dopo l arrivo a casa. Bisognerebbe aiutare la persona a capire che, anche se la famiglia, gli amici e la comunità si aspettano che lui mostri il successo avuto in Italia e che quindi la migrazione è stata quasi miracoloso, deve mostrare anche tutto il lato della durezza della migrazione stessa, delle fatiche che si sono fatte e di come quella esperienza ha determinato una nuova maturazione. In questo senso i soldi che si sono guadagnati non possono essere spesi in feste o in regali ma devono aiutare a ricollocarsi nel proprio Paese. E ovvio che questo vale soprattutto per quelli che decidono di rientrare e non tanto per quelli che sono obbligati a farlo. Per questi secondi l accompagnamento diviene più complesso perché vivranno il disagio e la rabbia. Soprattutto disagio e rabbia di essere giudicati in Marocco ma anche in Italia. 3. Ritorno in Marocco: 4
5 Innanzitutto la prima cosa che capita il giorno dopo l arrivo è di dover ricominciare. Per questo motivo sarebbe utile avere dei riferimenti certi e sicuri di persone e servizi cui indirizzarsi in Marocco per chiedere sostegno e aiuto; Vediamo però chi sono, anche sulla base della nostra esperienza che sottolineo è abbastanza limitata, le tipologie di persone che rientrano in Marocco: 25% di étà >50 anni, e 60% sono di sesso maschile; 75% di étà <50 anni, e 40% sono di sesso femminile. I motivi di ritorno sono diversi: Per disoccupazione da lungo tempo; Hanno raggiunto l étà della pensione; Sono irregolari quindi espulsi; Per aprire una propria attività in Marocco, grazie all esperienza maturata in Italia Per problemi di salute o infortunio di lavoro Nostalgia per il proprio paese e la propria cultura Al momento del ritorno e prima di lasciare l Italia, coloro che hanno preso questa decisione ormai non hanno più i due fattori interessanti: l étà e la salute! Tenuto conto di ciò, sarebbe opportuno indirizzarli a presentarsi anche presso le Autorità locali per informare del proprio rientro; Spesso il rientro non è individuale ma anche familiare e pertanto bisogna in qualche maniera ricollocare anche la famiglia. Penso in modo particolare ai figli che devono continuare il ciclo scolastico. E qui apro una parentesi per affrontate una questione molto sentita da noi rientrati: i nostri figli sono stati inseriti nelle Scuole italiane e spesso hanno fatto un percorso anche abbastanza lungo e seguito dei programmi importanti. Al rientro loro hanno grossa difficoltà a inserirsi nelle Scuole Marocchine perché i programmi e le modalità sono diverse da quelle delle Scuole Italiane. Si finisce così che proprio i figli sono quelli che più soffrono per il rientro e spesso preferiscono abbandonare la Scuola. Diverso per quelli che potrebbero frequentare la Scuola Italiana, là dove presente. Però la Scuola Italiana in Marocco non ha sufficienti posti e quindi si attendono anche anni per l inserimento e in tal maniera i ragazzi perdono tempo nell attesa ma anche l allenamento allo studio, Sarebbe utile aumentare l offerta scolastica in lingua italiana in Marocco per i figli dei migranti di ritorno dall Italia, molti dei quali Italiani naturalizzati, che vorrebbero mantenere l uso e la conoscenza della lingua Italiana. A Casablanca abbiamo rilevato una domanda maggiore (e di molto) rispetto all offerta attuale (si segnala che i costi di frequenza sono anche considerevoli, parliamo di circa euro all anno per la scuola elementare, non tutti possono accedervi) 5
6 Si potrebbe, infine, consegnare ai rientrati, anche sulla base delle Provincie marocchine dove abiteranno, dare una specie di vademecum sui servizi pubblici e privati cui rivolgersi ma anche con i riferimenti più importanti dei servizi cui rivolgersi in Italia in caso di necessità. 4.Valutazione del percorso di ritorno: Negli ultimi mesi al nostro ufficio sono capitati vari casi di persone rientrate dall Italia che ci chiedono di capire se hanno diritto alla pensione italiana, se possono richiedere i risarcimenti per un incidente avuto nel lavoro in Italia. O famiglie che sono rientrate in Marocco dopo la morte tragica del loro capofamiglia. Non è così facile recuperare tutta la documentazione, come dicevo all inizio sulla importanza di predisporre una dossier di documenti prima del rientro. Grazie ai collegamenti che abbiamo con il Patronato ACLI siamo riusciti a dare delle risposte e a far recuperare diritti che sembravano persi. Questo ci ha portato a capire che l orientamento, l informazione e la formazione non vanno fatti solo al momento del rientro ma anche e soprattutto al momento della partenza verso l Italia. Che questa inoltre va fatta non solo al capofamiglia, che spesso parte per prima, ma anche al resto della famiglia sia che lo raggiunga in un secondo momento per ricongiungimento familiare sia che resti in Marocco Che cosa possiamo segnalare come associazione Maan-Maroc Italie e Patronato Acli? Il problema delle pensioni di vecchiaia per i rimpatriati: come saprete, non vi è un apposita convenzione in materia di previdenza tra Italia e Marocco che permette di totalizzaresommare i periodo di contribuzione nei due paesi. Questo comporta per i lavoratori che hanno anche un solo contributo che risulta accreditato prima del 01/01/1996 di dover raggiungere almeno 20 anni di contribuzione per avere una pensione a 66 anni (con le norme attuali). Vi sono parecchi migranti in questa situazione che si sono presentati ai nostri sportelli e che non raggiungono il requisito appena spiegato. Costoro non ricadono, infatti, nel sistema previdenziale italiano detto contributivo (in vigore a partire dal 01/01/1996) che permette l ottenimento di una pensione al rimpatriato, prescindendo dal numero di contributi in possesso, al raggiungimento dei 66 anni. Forse questa distinzione ci permette di segnalare che potrebbe essere superata dal legislatore, prevedendo un comune trattamento di chi rimpatria. L altro aspetto, che si ricollega a quanto dicevo a proposito di indicare a coloro che rientrano di presentarsi alle Autorità locali, è anche la necessità di capire quanti e quali sono quelli che rientrano in Marocco e da dove. Potrebbe essere, per esempio, opportuno creare, a partire dal Progetto NIRVA, una banca dati che favorisca anche l incontro tra costoro e che possa segnalare, nel tempo, i percorsi che questi cittadini marocchini hanno intrapreso dal momento del loro ritorno in Patria. Noi potremmo, dall altro lato, partecipare con i nostri dati per fare insieme una verifica sui bisogni che vengono rappresentati ma anche sulle risorse che essi stessi rappresentano. 6
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