Corso sulla sicurezza dei luoghi di lavoro per Dirigenti e Preposti. Prevenzione incendi Sistemi gestione per la sicurezza

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1 Corso sulla sicurezza dei luoghi di lavoro per Dirigenti e Preposti Firenze, maggio 2010 Prevenzione incendi Sistemi gestione per la sicurezza Massimiliano Bandini massimiliano.bandini@unifi.it Gruppo sicurezza DMTI Responsabile Prof. P. Citti Principali rncpa riferimenti rf rm normativi DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. 81 (G.U. 30 aprile 2008, n. 108) Articolo 46 - Prevenzione incendi Nei luoghi di lavoro soggetti al presente decreto legislativo devono essere adottate idonee misure per prevenire gli incendi e per tutelare l incolumità dei lavoratori. 1. la capacità portante dell edificio possa essere garantita per un periodo di tempo determinato; 2. la produzione e la propagazione del fuoco e del fumo all interno delle opere siano limitate; 3. la propagazione del fuoco ad opere vicine sia limitata; 4. gli occupanti possano lasciare l opera o essere soccorsi altrimenti; 5. sia presa in considerazione la sicurezza delle squadre di soccorso. 2

2 Principali rncpa riferimenti rf rm normativi DECRETO E LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. 81 (G.U. 30 aprile 2008, n. 108) Articolo 46 - Prevenzione incendi Fino all adozione dei decreti di cui al comma 3, continuano ad applicarsi i criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro di cui al decreto del Ministroi dell interno in data 10 marzo Valutazione del Rischio - Riduzione -Gestione 3 PREVENZIONE INCENDI INCENDIO: Combustione non controllabile dall'uomo 4

3 Principi rncp della combustione uston COMBUSTIONE: reazione chimica sufficientemente rapida di una sostanza combustibile con un comburente che da luogo allo sviluppo di calore, fiamma, gas, fumo e luce. Condizioni necessarie: combustibile (legno, carta, benzina, gas, ecc.) comburente (l'ossigeno contenuto nell'aria che respiriamo) sorgente di calore (fiammifero, accendino, corto circuito, fulmine, che costituiscono l'innesco del fuoco) 5 Prodotti della combustione FIAMME Le fiamme sono costituite dall emissione di luce conseguente alla combustione di gas sviluppatisi in un incendio. 6

4 Prodotti ott della combustione on GAS DI COMBUSTIONE I principali gas di combustione sono: ossido di carbonio aldeide acrilica anidride carbonica acido cloridrico idrogeno solforato ammoniaca anidride d solforosa ossido e perossido di azoto acido cianidrico La produzione di tali gas dipende d dal tipo di combustibile, dalla percentuale di ossigeno presente e dalla temperatura raggiunta nell incendio. Nella stragrande maggioranza dei casi, la mortalità per incendio è da attribuire all inalazione di questi gas che producono danni biologici per anossia o per tossicità. 7 Prodotti della combustione FUMI I fumi sono formati da piccolissime particelle solide (aerosol), liquide (nebbie o vapori condensati). Particelle solide: ld sono sostanze incombuste che si formano quando la combustione avviene in carenza di ossigeno e vengono trascinate dai gas caldi prodotti dalla combustione stessa. Le particelle solide dei fumi che sono incombusti e ceneri rendono il fumo di colore scuro. Sono prodotte in quantità tali da impedire la visibilità ostacolando l attività dei soccorritori e l esodo delle persone. Particelle liquide: sono costituite essenzialmente da vapor d acqua che Intensità di fumo al di sotto dei 100 C condensa dandod luogo a fumo di color bianco. 8

5 Classificazione degli incendi n Classe A: Fuochi da materiali solidi, generalmente di natura organica, la cui combustione avviene normalmente con formazione di braci. Classe B: Fuochi da liquidi o da solidi liquefattibili. Classe C: Fuochi da gas. Classe D: Fuochi da metalli. Classe F: Fuochi che interessano mezzi di cottura (oli e grassi vegetali o animali) in apparecchi di cottura. NOTA: la norma EN 2 definisce le classi di fuoco secondo la natura del combustibile, non coinvolgendo in tale classificazione i fuochi in presenza di rischio dovuto 9 all elettricità. La classe E non esiste più. Classificazione degli incendi n UNI EN 3-7:2008: La prova consiste nello stabilire se l'estintore può essere utilizzato per apparecchiature sotto tensione mediante la prova dielettrica. Non è richiesta per gli estintori a CO2 in quanto l'anidride carbonica non è conduttrice di elettricità Gli estintori d incendio portatili che utilizzano acqua o schiuma e non sono sottoposti a prova dielettrica, o non soddisfano i requisiti di tale prova, devono riportare la seguente avvertenza: "AVVERTENZA: non utilizzare su apparecchiature elettriche sotto tensione". Gli estintori d incendio portatili che utilizzano altri agenti e gli estintori a base d acqua conformi ai requisiti del punto 9, devono riportare l indicazione della loro idoneità all uso su apparecchiature elettriche sotto tensione, per esempio: "adatto all uso su apparecchiature elettriche sotto tensione fino a V a una distanza di 1 m". 10

6 Estinzione dell incendio esaurimento del combustibile: allontanamento o separazione della sostanza combustibile dal focolaio d incendio; di soffocamento: separazione del comburente dal combustibile o riduzione della concentrazione di comburente in aria; raffreddamento: sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della combustione. 11 Principali cause di incendio deposito o manipolazione non idonea di sostanze infiammabili o combustibili; accumulo di rifiuti, carta o altro materiale combustibile che può essere facilmente incendiato (accidentalmente o deliberatamente); negligenza genza nell'uso di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore; inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle apparecchiature; impianti elettrici o utilizzatori difettosi, sovraccaricati e non adeguatamente protetti; riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non qualificate ; apparecchiature elettriche lasciate sotto tensione anche quando inutilizzate; utilizzo non corretto di impianti di riscaldamento portatili ; ostruire la ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari, apparecchiature elettriche edi ufficio; fumare in aree ove è proibito, o non usare il posacenere; negligenze di appaltatori o di addetti alla manutenzione; etc. ; 12

7 Dinamica Dnamca dell incendio n 13 Dinamica dell incendio FASE DI IGNIZIONE infiammabilità del combustibile; possibilità di propagazione della fiamma; grado di partecipazione i al fuoco del combustibile; geometria e volume degli ambienti; ventilazione dell ambiente; distribuzione nel volume del combustibile, punti di contatto FASE DI PROPAGAZIONE produzione dei gas tossici e corrosivi; riduzione di visibilità a causa dei fumi di combustione; aumento della partecipazione alla combustione dei combustibili solidi e liquidi; aumento rapido delle temperature; aumento dell energia energia di irraggiamento. 14

8 Dinamica dell incendio INCENDIO GENERALIZZATO (FLASH-OVER) brusco incremento della temperatura; crescita esponenziale della velocità di combustione; forte aumento di emissioni di gas e di particelle incandescenti, che si espandono e vengono trasportate in senso orizzontale, e soprattutto in senso ascensionale; si formano zone di turbolenze visibili; i combustibili vicini al focolaio si autoaccendono, quelli più lontani si riscaldano e raggiungono la loro temperatura di combustione con produzione di gas di distillazione infiammabili; ESTINZIONE E RAFFREDDAMENTO Quando l incendio lincendio ha terminato di interessare tutto il materiale combustibile ha inizio la fase di decremento delle temperature all interno del locale. 15 Protezione on antincendionc n La protezione antincendio consiste nell insieme delle misure finalizzate alla riduzione dei danni conseguenti al verificarsi di un incendio. Protezione PASSIVA NON c'è il bisogno di un INTERVENTO Protezione ATTIVA c'è il bisogno di un INTERVENTO 16

9 Protezione attiva Protezione passiva OBIETTIVI: precoce rilevazione dell incendio; segnalazione; azione di spegnimento dello stesso. OBIETTIVI: limitazione degli effetti dell incendio nello spazio e nel tempo; garantire l incolumità delle persone; limitare gli effetti nocivi dei prodotti della combustione; contenere i danni a strutture, macchinari, beni. CONSEGUIMENTO: CONSEGUIMENTO: estintori; barriere antincendio: rete idrica antincendio; o isolamento dell edificio; difi i impianti di rivelazione automatica o distanze di sicurezza esterne ed d incendio; interne; impianti di spegnimento automatici; o muri tagliafuoco, schermi etc. dispositivi di segnalazione e d allarme; strutture aventi caratteristiche di resistenza evacuatori di fumo e calore. al fuoco commisurate ai carichi d incendio materiali classificati per la reazione al fuoco sistemi i t i di ventilazione i sistema di vie d uscita 17 Dinamica dell incendio Protezione attiva Protezione passiva Protezione attiva Protezione passiva 18

10 Resistenza sst al fuoco simbolo REI: identificaifi un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo, la stabilità, la tenuta e l isolamento termico; simbolo RE: identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato t tempo, la stabilità e la tenuta; t simbolo R: identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo, la stabilità. R 45 R 60 R 120 RE 45 RE 60 RE 120 REI 45 REI 60 REI 120 COMPARTIMENTAZIONE 19 Attrezzature antincendio IDRANTE ANTINCENDIO: Attacco unificato, dotato di valvola di intercettazione ad apertura manuale, collegato a una rete di alimentazione idrica. i Un idrante può essereamuro, acolonna soprasuolo oppure sottosuolo 20

11 Attrezzature antincendio NASPO: Attrezzatura antincendio costituita da una bobina mobile su cui è avvolta una tubazione semirigida collegata a una estremità, in modo permanente, con una rete di alimentazione i idricai in pressione e terminante t all'altra estremità con una lancia erogatrice munita di valvola regolatrice e di chiusura del getto 21 Impianti di spegnimento nto automatico Tali impianti possono classificarsi in base alle sostanze utilizzate per l azione estinguente: - Impianti ad acqua SPRINKLER (ad umido, a secco, etc.); -Impianti a schiuma; - Impianti ad anidride carbonica; - Impianti ad halon; -Impianti a polvere. Un impianto automatico di estinzione ad acqua consta di più parti: - Fonte di alimentazione (acquedotto, serbatoi, vasca, ); - Pompe di mandata; - Centralina di controllo e allarme; - Condotte montanti principali; -Rete di condotte secondarie; - Serie di testine erogatrici (sprinkler). 22

12 Impianti di rilevazione incendi Tali impianti rientrano a pieno titolo tra i provvedimenti di protezione attiva e sono finalizzati alla rivelazione tempestiva del processo di combustione prima cioè che questo degeneri nella fase di incendio generalizzato. È fondamentale riuscire ad avere un TEMPO D INTERVENTO possibilmente inferiore al tempo di prima propagazione, ossia intervenire prima che sisiaverificato il flash over. Pertanto un impianto di rivelazione automatica trova il suo utile impiego nel ridurre il TEMPO REALE e consente: - di avviare un tempestivoti sfollamento delle persone, sgombero dei beni etc; - di attivare un piano di intervento; -diattivare ar isistemi st diprotezione on contro l incendio n (manuali e/o automatici di spegnimento). 23 Impianti di rilevazione incendi 24

13 Estintori Gli estintori sono mezzi di estinzione, da usare per pronto intervento sui principi d incendio. Gli estintori sono mezzi di estinzione, da usare per pronto intervento sui principi d incendio. In relazione al peso complessivo si possono distinguere in: Estintore portatile, che pronto all uso ha una massa minore o uguale a 20 Kg. Estintore carrellato: estintore trasportato su ruote di massa maggiore di 20 Kg e contenente un mezzo estinguente con cariche fino a 150 Kg. 25 Attrezzature antincendio: estintori (Estratto dal D.M. 10/03/98) Il numero e la capacità estinguente degli estintori portatili devono rispondere ai valori indicati nella tabella I, per quanto attiene gli incendi di classe A e B ed ai criteri di seguito indicati: il numero dei piani (non meno di un estintore a piano); la superficie in pianta; lo specifico pericolo di incendio (classe di incendio); la distanza che una persona deve percorrere per utilizzare un estintore (non superiore a 30 m). 26

14 Gli estintori devono essere utilizzati per PRINCIPI DI INCENDIO, cioè per piccoli focolai che se colti sul nascere sono facili da spegnere. 27 DURATA DI FUNZIONAMENTO DEGLI ESTINTORI PORTATILI La durata di funzionamento è il tempo durante il quale si verifica la completa proiezione dell agente estinguente, senza interruzioni, con la valvola di intercettazione completamente aperta. Classificazione della capacità estinguente, durata minima del funzionamento e cariche nominali per estintori a polvere Classificazione della capacità estinguente, durata minima del funzionamento e cariche nominali per estintori a biossido di carbonio 28

15 Misure comportamentali DEPOSITO ED UTILIZZO DI MATERIALI INFIAMMABILI E FACILMENTE COMBUSTIBILI Riduzione del quantitativo di materiali infiammabili o facilmente combustibili allo stretto necessario per le lavorazioni; Deposito del materiale lontano dalle vie di esodo; Stoccaggio dei quantitativi in eccedenza in apposite aree; Sostituzione delle sostanze infiammabili con altre meno pericolose (per esempio adesivi a base minerale dovrebbero essere sostituiti con altri a base acquosa); Addestramento del personale che impiega le sostanze pericolose. 29 Misure comportamentali IMPIANTI ED ATTREZZATURE ELETTRICHE Il personale deve essere istruito it sul corretto uso delle attrezzature e degli impianti elettrici e in modo da essere in grado di riconoscere difetti. Le prese multiple non devono essere sovraccaricate per evitare surriscaldamenti degli impianti. Nel caso debba provvedersi ad una alimentazione provvisoria di una apparecchiatura elettrica, il cavo elettrico deve avere la lunghezza strettamente necessaria e posizionato in modo da evitare possibili danneggiamenti. Le riparazioni elettriche devono essere effettuate da personale competente e qualificato. 30

16 Misure comportamentali AREE NON FREQUENTATE Le aree del luogo di lavoro che normalmente non sono frequentate da personale (cantine, locali deposito) ed ogni area dove un incendio potrebbe svilupparsi senza preavviso, devono essere tenute libere da materiali combustibili non essenziali. Precauzioni devono essere adottate per proteggere tali aree contro l'accesso di persone non autorizzate. 31 Controllo o ambienti di lavoro TABELLA DEI CONTROLLI DI SICUREZZA DA EFFETTUARE PERIODICAMENTE (esempio) Tutte quelle parti del luogo di lavoro destinate a vie di uscita devono essere lasciate libere da ostruzioni e da pericoli; Tutte le porte sulle vie di uscita devono aprirsi facilmente; Tutte le porte resistenti al fuoco devono risultare integre e che chiudano regolarmente. Tutte le fiamme libere devono essere spente o lasciate in condizioni di sicurezza; Tutti i rifiuti i e gli scarti combustibili devono essere rimossi; i Tutti i materiali infiammabili devono essere depositati in luoghi sicuri; Il luogo di lavoro deve essere assicurato contro gli accessi incontrollati; etc. 32

17 Obiettivi principali: Piano d emergenza Scopo Salvaguardia ed evacuazione delle persone; Compartimentazione e confinamento dell incendio; Protezione dei beni e delle attrezzature; Estinzione completa dell incendio. L obiettivo primario del piano di emergenza deve essere la salvaguardia delle persone, siano esse dipendenti dell azienda, visitatori o abitanti delle aree circostanti. 33 Piano d emergenza Contenuti Le azioni che i lavoratori devono mettere in atto in caso di incendio; Le procedure per l'evacuazione del luogo di lavoro che devono essere attuate dai lavoratori e dalle altre persone presenti; Le disposizioni per chiedere l'intervento dei vigili dei fuoco e per fornire le necessarie informazioni alloro arrivo; Le specifiche misure per assistere le persone disabili eventualmente presenti. 34

18 Piano d emergenza Procedure d emergenza Mantenere la calma e non farsi prendere dal panico; Attenersi ad eventuali disposizioni impartite dalla squadra di emergenza; Abbandonare senza indugio e in maniera ordinata l edificio, utilizzando i percorsi di emergenza indicati e seguendo la segnaletica; Durante l esodo lesodo, specialmente in presenza di fumo, è buona norma chiudere dietro di sé tutte le porte presenti lungo il percorso, dopo essersi appurato dell avvenuta evacuazione dei locali abbandonati; Nel caso vi sia presenza di fumo, durante l esodo camminare chinati e respirare tramite un fazzoletto preferibilmente 35 bagnato; Piano d emergenza Procedure d emergenza Raggiunta l uscita è necessario allontanarsi prontamente per non ostacolare il deflusso delle personee di eventuali soccorritori; Confluire nel punto di raccolta raggiungibile dalla zona in cui si trovano (planimetria); Il rientro nell edificio dovrà avvenire solo previa autorizzazione delle autorità competenti; L impiego dell ascensore è vietato. 36

19 Piano d emergenza Procedure d emergenza disabili Mantenere la calma; Comprendere i bisogni della persona da aiutare (in funzione del tipo di disabilità); Comunicare un primo e rassicurante messaggio; Specificare le azioni basilari per un allontanamento celere e sicuro. Una persona non disabile in condizioni ambientali normali, se coinvolta in una situazione di crisi può avere comportamenti da disabile. 37Planimetria 38

20 Segnaletica 39 Segnaletica 40

21 Segnaletica 41 Segnaletica 42

22 Riferimenti legislativi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. 81 Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (G.U. 30 aprile 2008, n. 108) Principio generale e obbligo operativo: garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Gestione della sicurezza 43 D.Lgs. 81/08: programma di miglioramento Il datore di lavoro deve costantemente garantire, durante lo svolgimento delle diverse attività lavorative, il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza. Art. 2. Definizioni q) «valutazione dei rischi»: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell'ambito dell'organizzazione in cui essi prestano la propria attività, ità finalizzata ad individuare id le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza. 44

23 DLgs D.Lgs. 81/08 SGSL Registrazioni Valutazione dei rischi Figure (DL, RSPP, MC, RLS) Manutenzioni Misure di Prev/Prot Dispositivi protezione SISTEMA DI GESTIONE Procedure di sicurezza Sorveglianza sanitaria Informaz. Formaz. Riunione periodica Gestione appalti Procedure di emergenza 45 DLgs D.Lgs. 81/08 e SGSL D. Lgs. 81/2008 ART. 15 Misure generali di tutela Fase SGSL a) la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza; b) la programmazione della prevenzione, mirata ad un complesso che integri in modo Esame iniziale coerente nella prevenzione le condizioni i i tecniche produttive dell' azienda nonché Politica aziendale Pianificazione l'influenza dei fattori dell'ambiente e dell'organizzazione del lavoro; c) l'eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico; t)la programmazione delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, ART Obblighi del D.L.e del dirigente z) aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e sicurezza del lavoro, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica della prevenzione e della protezione; ART. 28 Oggetto della valutazione dei rischi 2. Il documento deve contenere: c) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza; ART. 43 Gestione delle emergenze Disposizioni generali d) programma gli interventi, prende i provvedimenti e dà istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave e immediato che non può essere evitato, possano cessare la loro attività, o mettersi al sicuro, abbandonando immediatamente il luogo di lavoro; 46

24 DLgs D.Lgs. 81/08 e SGSL D. Lgs. 81/2008 ART Obblighi del D.L.e del dirigente a) nominare il medico competente b) designare preventivamente i lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di gestione dell emergenza; h) adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza l) adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento di cui agli articoli 36 e 37; z) aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi ; ART Obblighi dei lavoratori a) contribuire,, all'adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro; b) osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro,, ai fini della protezione collettiva ed individuale; id c) utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto, nonché i dispositivi di sicurezza; ART. 25 Obblighi del medico competente a) collabora con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione alla valutazione dei rischi, anche ai fini della programmazione, ove necessario, della sorveglianza sanitaria, ART. 33 Compiti del servizio di prevenzione e protezione Fase SGSL Organizzazione i Attuazione a)all individuazione dei fattori di rischio, alla valutazione dei rischi e all individuazione delle misure per la sicurezza b) ad elaborare, per quanto di competenza, le misure preventive e protettive,; c) ad elaborare le procedure di sicurezza 47 DLgs D.Lgs. 81/08 e SGSL D. Lgs. 81/2008 Art Attribuzioni i i del rappresentante t dei lavoratori per la sicurezza a) accede ai luoghi di lavoro in cui si svolgono le lavorazioni; b) è consultato preventivamente in ordine alla valutazione dei rischi, alla individuazione, programmazione, verifica della prevenzione nella azienda Art Informazione ai lavoratori 1. Il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione: sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro ; sulle procedure di emergenza e sui nominativi dei lavoratori che facenti parte delle squadre di emergenza; sui nominativi del RSPP, ASPP e MC. 2. Il datore di lavoro provvede altresì affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione: sui rischi specifici, le normative di sicurezza e le disposizioni aziendali in materia; sui pericoli connessi all uso delle sostanze, sulle misure e le attività di protezione e prevenzione adottate. Il contenuto della informazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le relative conoscenze. Ove la informazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione della lingua utilizzata nel percorso informativo. Art Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti 1. Il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza, anche rispetto alle conoscenze linguistiche, con particolare riferimento a: concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, rischi riferiti alle mansioni. Fase SGSL Organizzazione i Attuazione 2. La formazione e, ove previsto, it l addestramento t specifico devono avvenire in occasione: della costituzione del rapporto di lavoro, cambiamento di mansioni, introduzione di nuove attrezzature di lavoro 48

25 DLgs D.Lgs. 81/08 e SGSL D. Lgs. 81/2008 ART Obblighi del D.L.e del dirigente f) richiedere l osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti, nonché delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di uso dei mezzi di protezione collettivi e individuali messi a loro disposizione; ART Obblighi dei lavoratori e) segnalare immediatamente al D.L., al dirigente o al preposto le deficienze delle attrezzature t e dei dispositivi iti i messi a loro disposizione, i i qualsiasi i eventuale condizione i di pericolo dandone notizia al RLS; ART. 33 Compiti del servizio di prevenzione e protezione b) ad elaborare, per quanto di competenza, le misure preventive e protettive, e i sistemi sst dicontrollo o di tali misure; msur Articolo 41 - Sorveglianza sanitaria La sorveglianza sanitaria comprende: visita medica preventiva, visita medica periodica, visita medica su richiesta del lavoratore, Art Attribuzioni del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza avverte il responsabile bl della azienda dei rischi individuati d nel corso della sua attività Fase SGSL Monitoraggio 49 DLgs D.Lgs. 81/08 e SGSL D. Lgs. 81/2008 ART Obblighi del D.L.e del dirigente aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e sicurezza del lavoro, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica della prevenzione e della protezione; Articolo 28 - Oggetto della valutazione dei rischi il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli lli di sicurezza; Articolo 35 - Riunione periodica Nelle aziende e nelle unità produttive che occupano più di 15 lavoratori, il datore di lavoro, direttamente o tramite il servizio di prevenzione e protezione dai rischi, indice almeno una volta all anno anno una riunione Nel corso della riunione il datore di lavoro sottopone all esame dei partecipanti: il documento di valutazione dei rischi; b) l andamento degli infortuni e delle malattie professionali e della sorveglianza sanitaria; c) i criteri di scelta, le caratteristiche tecniche e l efficacia dei dispositivi di protezione individuale; d) i programmi di informazione e formazione dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori ai fini della sicurezza e della protezione della loro salute. Nel corso della riunione possono essere individuati: a) codici di comportamento e buone prassi per prevenire i rischi di infortuni e di malattie professionali; b) obiettivi di miglioramento della sicurezza complessiva sulla base delle linee guida per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro. Fase SGSL Riesame Miglioramento 50

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