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1 filiamo d(i)ritti una filiera biologica ed equosolidale del cotone Cofinanziato dall Unione Europea Nel quadro del progetto Fair Trade supply chain development in India and Nepal - DCI-NSA PVD/2009/

2 Dossier a cura di Vittorio Leproux Le fotografie presenti in questa pubblicazione sono di Vittorio Leproux Grafica e stampa a cura di Publistampa Arti grafiche

3 LO SCENARIO GLOBALE DEL COTONE Il cotone rappresenta la fibra più importante della produzione tessile mondiale, con una percentuale del 40%. Meno di 20 imprese controllano circa il 30% del suo commercio globale e le distorsioni dovute al sussidio alla sua produzione presso i paesi ad economia avanzata hanno spesso creato enormi problemi circa l andamento dei prezzi di questa fibra tessile. Negli anni 60 il prezzo del cotone si attestava attorno a 2.3 US$/Kg per vedersi crollato a 1.3 US$/Kg negli anni 90 e addirittura sotto il dollaro all inizio del successivo decennio. Oggi la situazione è mutata radicalmente: dalla fine del 2010 il suo prezzo è raddoppiato in seguito alle alluvioni che hanno colpito due paesi produttori, il Pakistan e l Australia e alla siccità che ha colpito la Cina. Nello stesso tempo l India, che esportava parte della sua produzione in Cina, ha deciso di limitare le esportazioni per potenziare le proprie industrie di trasformazione, pro- Un campo di cotone nel cuore dell India 1

4 prio in un momento in cui l industria cinese ha bisogno di crescenti quantità di materia prima. La produzione mondiale di cotone sodo, quello che si commercia in balle di 480 libbre (217 kg), è di circa 27 milioni di tonnellate. La Cina è il principale produttore, attorno a 6 milioni e mezzo di tonnellate, ma anche il principale consumatore ed è costretta a importare altri 3 milioni di tonnellate; seguono l India che produce poco meno di 6 milioni di tonnellate all anno, gli Stati Uniti con meno di 3 milioni di tonnellate e poi Pakistan e Brasile con 1,5 milioni di tonnellate l anno ciascuno. L India è quindi il secondo produttore a livello globale, anche se la produttività è inferiore del 40% rispetto a quella media e del 50% rispetto a quella cinese. LA FILIERA DEL COTONE E TEMATICHE SOCIO-AMBIENTALI Il cotone, spesso noto come oro bianco, è divenuto negli ultimi 10 anni per tanti contadini indiani quello che viene denominato killer crop. Anche se utilizza il solo 5% delle terre coltivate indiane, più del 50% di tutti i pesticidi chimici utilizzati nell agricoltura indiana vengono impiegati nella sua coltivazione. Questi hanno provocato importanti problemi di salute per i coltivatori oltre ad aver contribuito all acuirsi di enormi problemi sociali. Inoltre, le pratiche mono-colturali abbinate con sementi ibride geneticamente modificate hanno causato un enorme stress all ecosistema naturale attraverso l erosione del suolo e l inquinamento delle falde acquifere, riducendo la naturale resistenza ai parassiti e incrementando i costi di produzione e l uso di acqua a fini produttivi. In India si è visto un progressivo aggravarsi di un sistema di sfruttamento strutturato che coinvolge l intera catena produttiva: i prestatori di denaro, i distributori di sementi e fertilizzanti e gli intermediari locali a livello di villaggio, i grandi proprietari terrieri, i gruppi industriali coinvolti e le multinazionali che controllano il mercato delle sementi. 2

5 Nei campi la maggior parte delle braccia sono femminili I primi tre attori citati spremono i piccoli coltivatori fornendo loro credito a tassi esorbitanti (talvolta sino al 60%) e li forzano a vendere loro il prodotto a prezzi ridotti; i secondi concedono propri terreni ai contadini poveri di risorse potendo così pagarli miseramente; i gruppi industriali con le grandi fabbriche per la ginnatura e la filatura traggono vantaggio dalla profonda asimmetria contrattuale che connota la relazione con i piccoli agricoltori. In tal modo i coltivatori non hanno il controllo della loro terra, dei loro prodotti, dei sistemi di coltivazione e infine del prezzo. In passato i coltivatori indiani usavano semi di varietà locali che riproducevano e potevano usare anno dopo anno senza doverli comprare ma, con l avvento delle compagnie multinazionali nel mercato delle sementi, i contadini hanno perso il controllo sui semi e sulla scelta delle varietà. Oggi sono costretti a comprare ogni anno semi a prezzi crescenti e ad utilizzare le sementi geneticamente modificate, le uniche messe a disposizione. 3

6 Tutti questi fattori hanno portato i piccoli agricoltori indiani alla disperazione ed è in virtù di questa situazione drammatica che nel corso dello scorso decennio si sono contati circa suicidi di contadini, principalmente nelle aree cotoniere del paese, soprattutto nel Maharashtra e Andhra Pradesh. Inoltre, la migrazione dei piccoli agricoltori marginalizzati e delle loro famiglie verso le aree urbane alimenta le fila di un esercito industriale di riserva in qualità di manodopera non qualificata. Il trasporto del cotone avviene sovente su mezzi tradizionali 4

7 IL COTONE GENETICAMENTE MODIFICATO E L AGRICOLTURA BIOLOGICA COME ALTERNATIVA Nonostante in India la produzione del cotone avvenga con elevato impatto ambientale, dobbiamo considerare che circa 16 milioni di contadini, il 75% dei quali piccoli, e un numero ancor maggiore di braccianti agricoli (in maggioranza donne) dipendono da questa coltura. Una coltura che dalla rivoluzione verde sino a quella genetica ha sempre destato attenzione e interessi importanti in India. Il cotone costituisce anche la principale fibra utilizzata dall industria tessile indiana, creando perciò indirettamente opportunità di lavoro per quasi 100 milioni di lavoratori. Negli ultimi anni, è stato promosso ed è coltivato su larga scala nella gran parte degli stati cotonieri indiani il cosiddetto cotone BT. Questo Il volto di un contadino. Sullo sfondo, i suoi campi 5

8 Un contadino e il suo campo di cotone organico cotone geneticamente modificato è stato introdotto con la promessa che avrebbe ridotto l eccessivo uso di pesticidi chimici in quanto costruito per essere connotato da una resistenza insita ai danni del Bacillus thuringiensis (da cui il nome BT). La coltivazione del cotone BT si è però rivelata estremamente costosa per i piccoli coltivatori e specialmente per quelli che coltivano nelle aree in cui l irrigazione dipende dalle piogge e non da complessi sistemi di irrigazione, a causa della grande necessità di acqua richiesta e per l uso dei fertilizzanti chimici. Diversi gruppi della società civile, contadini, organizzazioni contadine e attivisti sono molto preoccupati dalla produttività, dagli impatti socioeconomici nonché da quelli ambientali e sulla biodiversità derivanti dall uso del cotone BT. Pertanto molti sforzi sono stati fatti per individuare alternative all uso del cotone BT e l agricoltura biologica rappresenta una alternativa percorribile, sebbene il cotone biologico rappresenti oggi circa 0,12 milioni di ettari con una produzione di 0,49 6

9 milioni di balle, mentre il cotone BT occupa un area di 8,4 milioni di ettari. Attraverso l agricoltura biologica i contadini, oltre a ridurre l investimento richiesto per la produzione e poter contenere così la loro vulnerabilità finanziaria, adottano pratiche agricole capaci di tutelare, attraverso un ridotto uso di fertilizzanti e pesticidi chimici, la maggiore produttività del suolo a lungo termine, la biodiversità e la salute di contadini e braccianti coinvolti nel processo produttivo. L INDUSTRIA DEL COTONE Spostandosi dai campi all industria del cotone, questa rappresenta un importante parte del PIL indiano, con la maggioranza dell export del settore rivolto verso paesi europei. L industria del cotone fornisce impiego diretto a circa 30 milioni di persone. Questa rilevanza non si Nella fase di ginnatura la polvere può provocare danni alla salute dei lavoratori 7

10 La filatura è la fase a più alta intensità di capitale traduce però in situazioni vantaggiose per quanto riguarda le condizioni lavorative e salariali di contadini e lavoratori coinvolti nella catena produttiva, né vede il settore contraddistinto da un idonea responsabilità ambientale dei diversi attori coinvolti nella gestione delle varie fasi del processo produttivo. Contadini e lavoratori della filiera del cotone hanno dunque possibilità molto ridotte di poter migliorare i propri standard di vita. I coltivatori di cotone, principalmente contadini di piccole o medie dimensioni, devono combattere con prezzi minimi per coprire le spese di produzione e far fronte ai propri bisogni primari. Le forti fluttuazioni dei prezzi spesso li spingono nella trappola del debito. Inoltre, i pericolosi pesticidi usati nella coltivazione mettono a rischio la loro salute e impoveriscono il suolo, riducendone la fertilità e danneggiando l ambiente. Senza contare poi che i residui dei pesticidi sui capi di abbigliamento mettono anche a rischio la salute dei consumatori che indosseranno i prodotti una volta distribuiti. I lavoratori coinvolti nelle fasi di sgranatura, filatura, tessitura, colorazione, taglio e confezionamento 8

11 spesso devono sopportare condizioni lavorative estreme, in condizioni insalubri e con salari estremamente bassi. Gli effetti di processi produttivi non attenti alla responsabilità ambientale, inoltre, minano fortemente i sistemi acquiferi e danneggiano irreparabilmente la fertilità del suolo. LA CITTÀ DISTRETTO DI TIRUPUR L industria tessile di Tirupur è una delle principali fonti di valuta estera in India. L industria tessile orientata all esportazione si espande in tutta l area a est di Coimbatore sino a Erode e Tirupur rappresenta la capitale dell export indiano di prodotti tessili. Tirupur è una città oramai sovraccarica di unità dedite al processo di produzione di abbigliamento e critica è la situazione, specialmente in termini di spazio fisico, a causa della crescita senza precedenti del settore delle esportazioni che mette a dura prova le infrastrutture della zona. La fase di tintura è quella potenzialmente più critica per l ambiente 9

12 Una giovane lavoratrice in fabbrica Rispetto ad altri centri di produzione di abbigliamento nel paese, Tirupur è divenuto un sito importante per la produzione della maglieria, il più grande cluster in termini di produzione e di esportazione, tanto che rappresenta oltre il 50% delle esportazioni di maglieria. Si stima che quasi lavoratori siano regolarmente assunti, mentre la manodopera stagionale giunga anche sino a unità. Il 70% di questa forza lavoro è impiegata nelle unità di maglia e cucito. Il dato esatto di lavoratori non è però disponibile perché vi sono lavoratori non registrati nella gran parte delle unità produttive. In questo contesto i casi e i sistemi di sfruttamento sono molteplici e ampiamente documentati. 10

13 LA FILIERA TESSILE ALTROMERCATO: I NOSTRI PRODUTTORI DI COTONE CHETNA ORGANICS Nel corso del 2011, Ctm Altromercato ha portato avanti, tramite Chetna Organics, una serie di attività di formazione e assistenza tecnica a supporto di piccoli contadini della regione Viderbha, nel Maharashtra. Con Chetna, oltre alla cooperazione tecnica ai produttori, si è creata una collaborazione che ha permesso l accesso al mercato, connettendo la stessa con Assisi Garments e favorendone l affiliazione al FTFI (Fair Trade Forum India). Chetna Organics è un organizzazione nata per sostenere i piccoli coltivatori indiani e le loro famiglie attraverso un lavoro teso a rendere i sistemi agricoli praticati più sostenibili. Se nel 2004 i contadini aderenti a Chetna erano solo 234, nel 2010 è stata capace di coinvolgere nel suo lavoro di azione collettiva oltre piccoli agricoltori, soci di 9 differenti cooperative che operano in tre stati: Andhra Pradesh, Maharashtra e Orissa. Insieme si condividono e si studiano le pratiche di agricoltura biologica 11

14 Gli agricoltori condividono con i tecnici di Chetna problemi e soluzioni Nata come un progetto a supporto di un limitato numero di coltivatori, ha allargato il suo bacino e i suoi orizzonti con la nascita di COFA (Chetna Organic Farmers Association), fondata nel 2007 come organizzazione no-profit dedicata alla promozione dell agricoltura sostenibile e al sostegno dei piccoli agricoltori svantaggiati e delle loro comunità rurali. I servizi che Chetna fornisce sono vari: assistenza tecnica per il miglioramento delle tecniche agricole, il rafforzamento dei sistemi di controllo, capacity building per interventi sociali, ricerca, interventi per la sicurezza alimentare e per la corretta nutrizione, attività di advocacy e campaigning. Oltre a promuovere l agricoltura biologica, Chetna ha sviluppato una filiera agricola interamente posseduta dai contadini. Nel 2009 è stata 12

15 creata COAPL (Chetna Organic Agriculture Producer Company Ltd), un impresa per la commercializzazione del cotone posseduta al 100% dai contadini che lavora per trovare opportunità, il più possibile etiche e remunerative, per i piccoli produttori affiliati a Chetna. Questo avviene sia a monte che a valle del processo produttivo, attraverso la combinazione di attività di centrale acquisti e soggetto impegnato nelle vendite. Per questo COAPCL è impegnata anche nel supportare a livello locale le cooperative nello sviluppo di unità per ulteriori fasi di lavorazione e per raggiungere una maggior efficienza per poter affrontare meglio il mercato. COAPCL è impegnata nella commercializzazione non solo del cotone ma anche di altri prodotti coltivati dai contadini accanto al cotone, quali lenticchie, riso, grano, soia. COFA e COAPCL insieme costituiscono Chetna Organics svolgendo però differenti funzioni, sempre finalizzate al supporto dei piccoli agricoltori affiliati. Sotto queste due organizzazioni di livello nazionale si trovano 571 gruppi di auto aiuto, a loro volta federati in 9 cooperative, coinvolgendo così ben contadini da 290 differenti villaggi di tre stati dell india. Il lavoro di Chetna in questi anni ha permesso di beneficiare i piccoli contadini marginalizzati attraverso: la fornitura di semi non ogm di qualità a prezzi migliori grazie alle economie di scala derivanti dall acquisto centralizzato; il miglioramento della qualità dei terreni attraverso l adozione da parte dei contadini di tecniche di coltivazione biologica; lo sviluppo di nicchie di mercato per il cotone e lo sviluppo di migliori mercati per le altre colture; l assicurazione di un sovrapprezzo per il cotone bio; la possibilità di ulteriori risparmi sui servizi (sanità, certificazione, trasporto, ecc.); l utilizzo del Fair Trade Premium, a beneficio delle comunità, in attività produttive (es. magazzini di villaggio, ecc.) o a livello sociale (attività scolastica, sanità, ecc.). Nella visione di Chetna è necessario che lo sviluppo del cotone biologico sia parte di un approccio sistemico e articolato dal punto di vista agro-ecologico, di sicurezza alimentare e di sostenibilità economicosociale. 13

16 LA FILIERA TESSILE ALTROMERCATO: LA PRODUZIONE TESSILE DI ASSISI GARMENTS Assisi Garments opera a Tirupur. Riuscire a lavorare con i criteri del Commercio Equo e Solidale in una realtà come questa significa, pertanto, cercare di dar risposte concrete per far evolvere una parte importante dell industria globale verso uno sviluppo caratterizzato da un elevata attenzione ambientale e da una profonda responsabilità sociale, questioni ancor più cruciali considerando il contesto. Come si può facilmente evincere dal nome, questa organizzazione nasce da una comunità di suore di ispirazione francescana, che hanno deciso di dar vita a questa splendida realtà che, nel cuore dell industria tessile indiana, sta sfidando il sistema di sfruttamento che contraddistingue tante imprese dell area. L impegno delle sorelle, che per anni si erano dedicate alla gestione di lebbrosari e di attività educative, nel 1994 si concretizza anche nel dare vita a un attività in cui praticare un economia di valori e al contempo trovare risorse per finanziare le attività caritatevoli. Circa 300 ragazze poverissime, di cui oltre un centinaio con disabilità, sono ad oggi impiegate in Assisi Garments, che realizza magliette e abiti. L impresa, oltre a dare questa importante possibilità di impiego a tante giovani che altrimenti verserebbero in situazione di disagio estremo, permette loro di lavorare in un ambiente salubre, remunerandole il giusto e regolarmente. Accanto a ciò, radicale è stata la scelta del cotone biologico. Assisi Garments opera esclusivamente, al 100%, nella produzione di capi in cotone organico. Cosciente dei danni provocati dai pesticidi e dall uso degli ogm per i piccoli contadini delle aree rurali, da cui spesso provengono le ragazze impiegate nell unità di taglio e cucito, vuole proporre un alternativa che abbia anche un impatto sociale. Poi, attraverso gli utili derivanti dalla sua attività economica, Assisi Garments ha potuto portare avanti e finanziare molteplici attività a beneficio di diverse comunità, creando un centro di assistenza per i malati di cancro, uno per anziani e anche un orfanotrofio. Infine, l attenzione di Assisi Garments si è rivolta consapevolmente anche alle imprese del suo 14

17 La fase del taglio, del cucito e del confezionamento è quella a più alta intensità di manodopera territorio in modo da poterle contaminare verso una maggior responsabilità sociale attraverso il loro coinvolgimento, anche in virtù della certificazione SA8000 ottenuta. L intero processo produttivo, dalla filatura al capo finito è perciò coerente con i principi di attenzione sociale e ambientale: tutte le unità che collaborano con Assisi sono certificate GOTS (Global Organic Textile Standard), uno standard atto a garantire la rispondenza a standard sociali e ambientali dell intero processo produttivo tessile. Ad esempio, i colori utilizzati nel processo di tintura per la realizzazione dei capi non contengono né metalli pesanti, né formaldeide. Tutte le fasi di trasformazione del cotone sono controllate da certificatori accreditati per il rispetto degli standard adottati e inoltre Assisi Garments è membro del WFTO (World Fair Trade Organization). Con Chetna Organics, con la quale ha iniziato a collaborare grazie ad Altro- 15

18 mercato, nel 2012 è divenuta membro del FTFI (Fair Ttrade Forum India), il network delle organizzazioni indiane di Commercio Equo e Solidale con le quali Altromercato già operava prima di includere tra i propri partner anche Assisi Garments. Un gruppo di lavoratrici di Assisi Garments 16

19 Finito di stampare nel febbraio 2013 Carta proveniente da foreste correttamente gestite. Per la stampa sono stati usati inchiostri con solventi a base vegetale.

20 ctm_opusccotonefiliera_def_ok 04/03/ Pagina 18 Consorzio Ctm altromercato Informazioni e segreteria generale via Francia 1/c Verona info@altromercato.it - Cofinanziato dall Unione Europea Nel quadro del progetto Fair Trade supply chain development in India and Nepal - DCI-NSA PVD/2009/

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