BILANCIO SOCIALE E DI MISSIONE Edizione 2012

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1 BILANCIO SOCIALE E DI MISSIONE Edizione 2012 BANCA DI SATURNIA E COSTA D ARGENTO CREDITO COOPERATIVO SOCIETA COOPERATIVA C.C.I.A.A. di Grosseto n Cod. Fiscale e Partita I.V.A Cod. Bankit Aderente alla Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo Aderente al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo Sede Legale: SATURNIA (GR) Piazza V. Veneto n. 19 Sede Amministrativa: CAPALBIO (GR) Via Nuova n. 37

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3 Per noi risparmiare significa privarsi di consumi necessari; per altri può significare privarsi di una parte di consumi forse superflui. In relazione alla maggiore pena del risparmiare, più sacro da noi l obbligo di tutelare il risparmio. E quest obbligo, a sua volta, particolarmente per voi cagione di grandi responsabilità. Le altre istituzioni creditizie, più forti, più grandi, più modernamente attrezzate, sono in definitiva, l opera di funzionari. Le vostre istituzioni sono invece opera di uomini che vivono la stessa vita della ristretta cerchia di coloro che risparmiano e di coloro che il risparmio utilizzano, Voi che assumete queste responsabilità giuocate ogni giorno il vostro nome, il vostro onore, la vostra reputazione, la fama delle vostre famiglie nelle località dove voi svolgete il compito gravoso di raccogliere il risparmio nelle Casse Rurali e di prestarlo. Ecco perché, in ragione di questa maggiore responsabilità che voi avete, la fiducia che noi abbiamo che il risparmio sia da voi meglio utilizzato è più grande. Donato Menichella* *Donato Menichella (Biccari, 1896 Roma 1984). Venne nominato Direttore Generale della Banca d Italia nel 1946 su indicazione di Luigi Einaudi. Fu governatore dal 1948 al 1960, anno in cui il Financial Times gli conferì l Oscar di most succesfull central banker. La citazione sopra riportata è tratta dalla relazione tenuta il 27 Ottobre 1950 all Assemblea delle Casse Rurali ed Artigiane organizzata a Roma dall Ente Nazionale Casse Rurali

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5 INDICE BILANCIO SOCIALE DI MISSIONE EDIZIONE 2012 Presentazione Pag Prima parte. Banca di Saturnia e Costa d Argento La Mia Banca è Differente Pag Perché la mia Banca è Differente Pag Differente per Norma Pag Differente per Identità Pag Differente per Storia Pag Differente per Valori Pag Differente per Missione Pag Differente per Strategia Pag Differente per Organizzazione Pag Seconda parte. I risultati economici della Banca di Saturnia e Costa d Argento Pag Terza parte. La relazione con i portatori di interessi Pag I Soci Pag I Collaboratori Pag I Clienti Pag I Fornitori Pag La Comunità Locale Pag. 42 Appendice. Nota Metodologica Pag. 54 Il giudizio dei portatori di interessi Pag

6 Presentazione Il 1 gennaio 2012 è nata ufficialmente la Banca di Saturnia e Costa d Argento Credito Cooperativo e di seguito presentiamo la prima edizione del Bilancio Sociale e di Missione a distanza di un anno dalla nascita dell Istituto di credito, nell intenzione di fornire sia elementi di valutazione circa l aspetto sociale dell attività aziendale, sia gli obiettivi che la nuova banca si propone di realizzare nel rispetto degli scopi statuari e a vantaggio dei propri portatori di interesse. Come recita l art. 2 dello Statuto Sociale della Banca di Saturnia e Costa d Argento Nell esercizio della sua attività, la Società si ispira ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata. Essa ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca, proseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo della cooperazione e l educazione al risparmio e alla previdenza nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera [ ]. In questo consiste il lavoro quotidiano di una Banca di Credito Cooperativo e della Banca di Saturnia e Costa d Argento in particolare, che opera costantemente per creare valore, non solo economico, ma anche sociale, contribuendo alla crescita della sua comunità di riferimento. La Banca di Saturnia e Costa d Argento Credito Cooperativo nasce in un anno che è stato proclamato dall ONU Anno internazionale della Cooperazione e questo, oltre ad essere di buon auspicio per l istituto, rappresenta anche uno stimolo per noi a fare sempre meglio nei confronti dei nostri clienti, del territorio e della comunità. Le cooperative costruiscono un mondo migliore, così recita lo slogan ufficiale dell anno che si è da poco concluso e che ha avuto lo scopo di sensibilizzare l opinione pubblica riguardo al prezioso contributo e al ruolo svolto dalle imprese cooperative per la riduzione della povertà, per la creazione di occupazione, per l integrazione e l inclusione sociale. Oltre a ciò, l Anno Internazionale delle Cooperative rappresenta poi un opportunità per conoscere meglio le cooperative e il modello di business ad esse associato. Questo documento, dunque, intende tracciare le linee guida che hanno delineato il cammino della cooperazione all interno dei due ex istituti di credito Banca della Costa d Argento e Bcc di Saturnia che unendosi, hanno dato vita sì ad una nuova realtà nel panorama creditizio toscano, la Banca di Saturnia e Costa d Argento appunto, che conserva però tutte le caratteristiche e le peculiarità di una banca locale, al servizio della sua comunità. Anche durante il periodo di crisi economica globale che non ha risparmiato la nostra comunità, colpita inoltre a novembre 2012 da una drammatica alluvione, la Banca di Saturnia e Costa d Argento non si è tirata indietro, bensì ha scelto di continuare a sostenere l economia reale, non certo senza fatica, rimanendo vicina ai propri soci e clienti. Questo documento, dunque, va letto specularmente a quello di bilancio, per poter fare un resoconto realmente completo dell attività della nostra Banca. La complessa operosità sul piano bancario ed extrabancario - che questo bilancio intende documentare segue un disegno strategico che vuole valorizzare il fare banca in modo differente, nella convinzione che per una Banca di Credito Cooperativo l identità è chiave della competitività. Banca di Saturnia e Costa d Argento Credito Cooperativo - 6 -

7 1. PRIMA PARTE Banca di Saturnia e Costa d Argento La mia Banca è differente Le Banche di Credito Cooperativo inseriscono nel mercato elementi di solidarietà e di sostenibilità. Conta infatti anche il modo in cui si fa credito, le condizioni e la qualità dei servizi che vengono messi a disposizione dei risparmiatori e della clientela. Ecco con il loro radicamento nel territorio e la loro attenzione alla dimensione valoriale così generalmente apprezzata, le Banche di Credito Cooperativo possono fare molto per mantenere alta la propensione e la vocazione al risparmio che sono sempre state un motivo d orgoglio del nostro Paese e indispensabile fattore di sviluppo. Giorgio Napolitano Presidente della Repubblica - 7 -

8 1.1 Perché la mia Banca è differente Le BCC sono le banche dei territori, sono l espressione del bank in Italy, possedute e governate da chi abita e opera nelle comunità locali. Hanno accresciuto la partecipazione ed il coinvolgimento dei soci (+ 14,8%) nel triennio Hanno accresciuto l occupazione diretta e indiretta (+2,1% solo quella diretta) nel triennio Finanziano l economia reale e soprattutto i piccoli operatori economici. Hanno mediamente una elevata patrimonializzazione. Non hanno derivati in portafoglio (peraltro non ammessi dalla normativa speciale per le BCC) se non quelli di copertura. Sono Banche cooperative mutualistiche del territorio. Sono Banche focalizzate sull intermediazione tradizionale e sul finanziamento all economia reale. Le BCC sono le uniche banche a carattere di mutualità prevalente. 1.2 Differente per Norma La normativa che riguarda la Banca di Saturnia e Costa d Argento è definita dal Testo Unico Bancario del 1993 e dalle disposizioni della Vigilanza emanate dalla Banca d Italia. Da tali prescrizioni si evince che la Banca di Credito Cooperativo è l unica banca mutualistica del mercato ed è tra le poche banche completamente locali. In particolare, le specificità delle BCC riguardano: il reclutamento della compagine sociale (i soci debbono risiedere, avere sede o operare con carattere di continuità nell ambito territoriale di attività della banca); i vincoli all operatività con i soci (ovvero l obbligo di realizzare almeno il 50% dell attività creditizia con i soci); i limiti alla competenza territoriale e all operatività fuori di tale competenza (il 95% dell attività di erogazione di credito deve essere obbligatoriamente nel territorio); l obbligo di destinazione degli utili e forti limiti alla distribuzione degli stessi (almeno per il 70% degli utili deve andare a riserva, ovvero al rafforzamento del patrimonio, che è e resterà sempre indisponibile per i singoli. E questo per la BCC, che non si finanzia sui mercati, l unico modo per costruire il proprio sviluppo). I soci Per la Banca di Saturnia e Costa d Argento, i soci non sono meri azionisti. Essi contano per ciò che sono, non per il capitale che possiedono. Ogni socio, infatti, ha diritto ad un solo voto - 8 -

9 a prescindere dall entità del capitale posseduto. Questo non può essere superiore, per valore nominale, a 50 mila euro, limite che, nell ottica della mutualità, mira ad evitare la disparità tra i soci. Obiettivo dei soci non è l acquisizione di un guadagno sotto forma di dividendo, ma la fruizione di un servizio a condizioni vantaggiose. Le Banche di Credito Cooperativo debbono esercitare la loro attività prevalentemente nei confronti dei soci. Il principio di prevalenza è rispettato quando più del 50% delle attività di rischio è destinato ai soci e/o ad attività prive di rischio, secondo i criteri dell Autorità di Vigilanza. La Banca d Italia, può autorizzare, comunque, per brevi periodi, le singole banche ad una operatività prevalente a favore di soggetti diversi dai soci, per ragioni di stabilità gestionale. Con la riforma del diritto societario il criterio della prevalenza, già precedentemente predisposto per le BCC, è diventato un criterio definitivo per identificare le cosiddette cooperative a mutualità prevalente. La competenza territoriale La competenza territoriale è stabilita dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca d Italia e deve essere specificata nello statuto. Ciò significa che la zona di competenza territoriale comprende i Comuni nei quali la banca opera con uno sportello bancario (Capalbio, Manciano, Montalto di Castro, Monte Argentario, Orbetello, Scansano) e nei Comuni limitrofi. Possono diventare soci le persone, le imprese, le associazioni che svolgono la loro attività nella zona in cui la Banca di Saturnia e Costa d Argento svolge la propria operatività. La destinazione degli utili Per quanto riguarda la destinazione degli utili, il Testo Unico Bancario del 1993 stabilisce: Le Banche di Credito Cooperativo devono destinare almeno il 70% degli utili netti annuali a riserva legale; una quota degli utili netti annuali devono essere corrisposti ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione nella misura del 3%; la quota di utili rimanenti, cioè di quella parte non usata per la rivalutazione delle azioni o assegnata ad altre riserve o distribuita ai soci, deve essere destinata a fini di beneficenza o mutualità. La disciplina degli utili distribuiti ai soci, disposta da Testo Unico Bancario del 1993, è integrata dalle disposizioni stabilite dal nuovo diritto societario, che per le Banche di Credito Cooperativo, in quanto cooperative a mutualità prevalente, fissa un limite alla distribuzione dei dividendi. In ragione di tali caratteristiche, la riforma del diritto societario ha confermato che le Banche di Credito Cooperativo sono cooperative a mutualità prevalente. L appartenenza a pieno titolo delle BCC al mondo della cooperazione è stata riaffermata anche mediante l uniformità dei trattamenti fiscali e parafiscali di tutte le imprese cooperative, indipendentemente dal settore nel quale operano. Dal 2005, infatti, è entrato in vigore il nuovo regime contributivo delle BCC a Fondosviluppo (3% degli utili annuali). In tal modo, l azione del Fondo Mutualistico per la Promozione e il Sostegno della Cooperazione, costituito nel 1992 da Confcooperative e dalla Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo, è stata resa più incisiva, soprattutto a favore delle imprese cooperative di settori e aree più deboli, in una logica di solidarietà cooperativa

10 Altrettanto rilevante nella riaffermazione dell identità mutualistica delle BCC è la normativa sulla revisione cooperativa, momento qualificante di verifica della corretta applicazione dei requisiti mutualistici della BCC e, quindi, della loro coerenza rispetto ai valori identitari che connotano la nostra categoria. Il Decreto ministeriale che disciplina la vigilanza cooperativa sulle BCC, prevista dall art. 18 del decreto legislativo n. 220/2002, è stato firmato dal Ministro delle Attività Produttive (MAP) il E importante sottolineare, riguardo a questo provvedimento, che: la vigilanza cooperativa, svolta per la verifica della corretta applicazione dei requisiti mutualistici nella BCC, assume un ruolo autonomo rispetto alla vigilanza bancaria svolta dalla Banca d Italia per il presidio della sana e prudente gestione; le finalità della revisione cooperativa sono quelle di fornire agli organi di direzione e di amministrazione della BCC suggerimenti e consigli per migliorare la gestione e il livello di democrazia interna, al fine di promuovere la reale partecipazione dei soci alla vita sociale, e di accertare la natura mutualistica dell ente verificandone la legittimazione a beneficiare del trattamento peculiare previsto dalla legge; i soggetti abilitati a svolgere la revisione cooperativa sulla BCC sono le associazioni di categoria specializzate, individuate dal MAP d intesa con la Banca d Italia, sulla base dei requisiti di idoneità e rappresentatività. 1.3 Differente per identità La specifica normativa di cui la Banca di Saturnia e Costa d Argento è destinataria è riferita alla sua identità di banca cooperativa, mutualistica, locale. E sulla base di queste differenze, normative e valoriali, che si è costruita l identità della Banca di Credito Cooperativo. I punti fondamentali che definiscono la peculiare identità della Banca di Credito Cooperativo sono essenzialmente tre: la partecipazione democratica sottolineata nel carattere cooperativo della BCC; la mutualità che è: o interna (nella relazione sociale, l obbligo ad orientare l attività prevalentemente a favore dei soci e a non perseguire fini di speculazione privata ), o esterna (nella relazione con gli altri portatori di interessi, ed in particolare la comunità locale, come previsto dall articolo 2 dello statuto sociale) o di sistema (intesa come cooperazione di categoria, che implica la piena valorizzazione del modello a rete ); la territorialità che si esprime: nella proprietà dell impresa (i soci di una BCC debbono essere espressione del territorio di insediamento dell azienda); nell operatività (il risparmio raccolto resta nel territorio per finanziare lo sviluppo dell economia reale). Dunque, la BCC, in quanto modello esclusivo di banca cooperativa mutualistica del mercato, è davvero un impresa unica ed originale

11 1.4 Differente per Storia 130 anni controcorrente Il Credito Cooperativo compie quest anno 130 anni. Nonostante ciò, dimostra ancora la sua giovinezza e vitalità. Le BCC nacquero con l obiettivo di riscattare le persone dalla piaga dell usura e della povertà. Cominciarono a farlo avvalendosi di uno strumento che, oltre un secolo dopo, si è rivelato molto popolare ed efficace: il microcredito. La loro nascita e la loro azione fu guardata con diffidenza e sufficienza dagli studiosi del tempo e lungo tutta la loro storia le BCC sono state controcorrente. Le previsioni sbagliate Fine Ottocento Maffeo Pantaleoni, noto economista del tempo, definisce le Casse rurali un assurdo economico 1993 entra in vigore il Testo Unico Bancario: le piccole banche spariranno dal mercato 2000 con il mercato globalizzato le piccole banche spariranno dal mercato 2008 esplode la crisi finanziaria 2012 alcuni marchi blasonati sono scomparsi dal mercato le BCC ci sono ancora L esperienza cooperativa nasce intorno al 1840 nei settori dove l iniziativa privata non è in grado di conciliare l aspetto sociale con quello economico. L obiettivo principale è quello di liberarsi dallo sfruttamento e talvolta dalla piaga dell usura e di rompere le catene del bisogno che opprimono anche la dignità delle persone. Il progetto scritto negli statuti è quello di migliorare la condizione morale e materiale dei soci fornendo il denaro a ciò necessario. Furono subito giudicate imprese impossibili : un autorevole studioso, l economista Maffeo Pantaleoni, le definì un assurdo economico e ne profetizzò la rapida scomparsa dal mercato, pronunciando le seguenti parole: l egoismo e l opportunismo vi seppelliranno. Invece, nell arco di neppure 15 anni dalla nascita della prima Cassa Rurale, le Casse avevano raggiunto il numero di 904. Nel 1905 ne erano state costituite e alla fine del 1920 il numero era salito a La prima Cassa Rurale viene istituita da F.W. Raiffeisen ad Anhausen, nella valle del Reno. Attraverso l erogazione del credito esclusivamente ai soci e l applicazione di un tasso di interesse contenuto, la banca si propone di favorire gli investimenti e la modernizzazione del settore agricolo, caratterizzato dalla presenza di imprese di piccole e piccolissime dimensioni. In Italia il Credito Cooperativo si prefigge fin dalle origini obiettivi di utilità sociale, rispondendo alla necessità di liberare le fasce più umili della popolazione dalla miseria e di contrastare l usura. La prima Cassa Rurale, sul modello Raiffeisen, nasce il 20 giugno 1883 a Loreggia, in provincia di Padova, ad opera di Leone Wollemborg. Riunisce 32 soci fondatori, soprattutto contadini e piccoli proprietari terrieri. Con l emanazione nel 1891 dell enciclica Rerum Novarum da parte di Leone XIII, che invita i cattolici a dare vita a forme di solidarietà tese a favorire lo sviluppo dei ceti rurali e del proletariato urbano, sorgono, e il primo ad avviarle è don Luigi Cerutti, le prime Casse Rurali

12 di ispirazione cattolica. Nel 1897, dopo soli 15 anni dalla costituzione della prima banca, sono presenti ben 904 Casse Rurali, dislocate principalmente in Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia. Fin da subito, le Casse Rurali avvertono l esigenza di fare sistema per valorizzare la cooperazione e favorire il raggiungimento di obiettivi che non potrebbero conseguire singolarmente. Nel 1905 viene fondata la Federazione delle Casse Rurali, che a sua volta promuove la costituzione di numerose Federazioni Locali. Nei primi quindici anni del XX secolo la cooperazione continua a crescere, al pari di tutta l economia italiana, dimostrando di essere un fenomeno destinato a consolidarsi. Sopravvive sia alla crisi economica che segue la prima guerra mondiale che alla politica del regime fascista. Quest ultimo, infatti, la contrasta fortemente, determinandone un generale ridimensionamento. Inoltre, numerosi provvedimenti ne modificano le caratteristiche operative. Il rilancio delle Casse Rurali avviene nel periodo repubblicano con l emanazione della Carta Costituzionale, che all articolo 45 riconosce il ruolo della cooperazione con finalità mutualistiche. Nel 1950 viene costituita la Federazione Italiana delle Casse Rurali e Artigiane, che nel 1967 aderisce a Confcooperative. La legge n. 707 del 1955 riconferma il carattere mutualistico di queste banche e stabilisce che i servizi devono essere rivolti prevalentemente ai soci e le operazioni con i terzi non devono superare il 25% dei depositi totali; attenua inoltre la loro responsabilità patrimoniale. A fronte di una quota limitata di mercato agli inizi degli anni Cinquanta, nel decennio successivo si assiste a una intensa espansione delle Casse Rurali. Nel 1963 viene fondato l Iccrea, l Istituto di Credito delle Casse Rurali e Artigiane, con il compito di agevolare, coordinare e incrementare l azione delle singole Casse attraverso lo svolgimento di funzioni creditizie, di intermediazione bancaria e assistenza finanziaria. Nel 1978 viene costituito il Fondo Centrale di Garanzia, con una funzione di autotutela delle banche e, di conseguenza, dei depositanti. Venti anni dopo, in ottemperanza alla Direttiva europea di protezione dei depositanti, esso si trasformerà nel Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo. Il Testo Unico Bancario del 1993 sancisce, in corrispondenza di un cambiamento nella denominazione da Casse Rurali a Banche di Credito Cooperativo il venir meno dei limiti di operatività: le BCC possono offrire tutti i servizi e i prodotti delle altre banche e possono estendere la compagine sociale a tutti coloro che operano o risiedono nel territorio di operatività, indipendentemente dalla professione che svolgono. Negli anni Novanta, il Credito Cooperativo realizza un importante razionalizzazione della propria struttura: nel 1995 diventa operativa Iccrea Holding, capogruppo del Gruppo Bancario Iccrea (cui fanno capo le fabbriche di prodotti e servizi), e dal 1999 si sta lavorando per attuare il disegno strategico di rendere il Credito Cooperativo un sistema a rete sempre più efficiente. Il 25 luglio 2008 viene costituito il Fondo di Garanzia Istituzionale. Obiettivo del Fondo è quello di tutelare la clientela delle BCC/CR salvaguardando la liquidità e la solvibilità delle banche aderenti attraverso azioni correttive ed interventi di sostegno e prevenzione della crisi

13 La Storia della Banca di Saturnia e Costa d Argento Dal 1 gennaio 2012 ha cominciato ad operare ufficialmente la Banca di Saturnia e Costa d Argento Credito Cooperativo. La Banca d Italia con delibera n 904 aveva autorizzato la fusione, il 20 novembre 2011 si è concluso l ultimo atto con l approvazione del progetto da parte delle assemblee dei soci delle due banche che ha sancito la nascita della nuova Banca. Un Istituto di Credito figlio di due realtà simili come dimensioni, oltre che forti ed economicamente sane che mette in comune le risorse per rafforzare il posizionamento competitivo, attraverso una presenza ed una diffusione ancora più capillare sul territorio. La nuova realtà creditizia, con sede legale a Saturnia e sede amministrativa a Capalbio, comincia così il proprio corso, contando al momento 13 filiali così dislocate: Albinia, Capalbio, Capalbio Scalo, Fonteblanda, Manciano, Marsiliana, Montemerano, Orbetello, Pescia Romana, Porto S. Stefano, Porto Ercole, Saturnia, Scansano. La Banca di Saturnia e Costa d Argento è attualmente presente in 6 Comuni, con 17 Comuni di competenza territoriale, 80 Dipendenti e un patrimonio sociale composto da quasi Soci. Le motivazioni che hanno portato alla fusione sono molteplici. Innanzitutto hanno influito il grado di competitività sempre maggiore verso cui il mercato bancario globale si sta evolvendo e poi la disciplina di riferimento, che introduce di continuo elementi di notevole complessità che incidono in maniera pesante sulle strutture organizzative, sulla redditività e sulla patrimonializzazione. Inoltre, da tempo i due ex istituti di Credito seguivano con attenzione la politica di sensibilizzazione intrapresa dalla Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo nei confronti delle Bcc aderenti, volta ad individuare possibili ed auspicabili poli di attrazione territoriale cui le banche dovrebbero riferirsi in caso di possibili aggregazioni. Non bisogna tralasciare, infine, che la Bcc di Saturnia e la Banca della Costa d Argento, per affinità sociali e territoriali, avevano molti punti in comune quali, ad esempio, una politica di presidio sul territorio, una forte attenzione verso i propri soci, la valorizzazione dei principi cardine del movimento cooperativo che le identificava e la sovrapposizione di alcune zone di competenza. Tra gli obiettivi principali che il nuovo Istituto si pone figurano, invece, la definizione di un modello organizzativo più idoneo ed una governance efficiente ed efficace, poi una riduzione dei costi di struttura, un elevato presidio dei rischi, una politica dei prodotti basata sul rispetto delle norme che tenga conto del necessario equilibrio tra presidio del mercato e redditività necessaria a garantire una sana e prudente gestione. Un altra finalità è poi rappresentata da una nuova redistribuzione territoriale orientata a garantire espansioni equilibrate, in linea con una politica generale che valorizzi lo spirito mutualistico e la prevalente attività cooperativa attraverso un attenta gestione dei soci e del territorio, volta a consolidare il rapporto con le famiglie e le aziende residenti nelle aree di competenza. Di seguito riportiamo un breve excursus storico dei due Istituti di Credito che dal 1 gennaio 2012 sono diventati l attuale Banca di Saturnia e Costa d'argento Credito Cooperativo. Bcc di Saturnia: cenni storici L 8 aprile 1909 a Saturnia, organizzati dal dottor Gaspero Ciacci, un gruppo di 23 agricoltori si riunì per costituire la Cassa Rurale di Depositi di Saturnia, poi Banca di Credito Cooperativo di Saturnia. Da quella data sono trascorsi più di cento anni, il secolo più difficile della storia moderna: due guerre mondiali, guerre coloniali, una dittatura. La Cassa Rurale, passata attraverso tutte queste vicissitudini non ha mai interrotto il suo rapporto con la comunità locale. La Cassa di Saturnia nacque a pochissimi giorni di distanza da quella di

14 Pitigliano e di ambedue fu promotore l'on. Ciacci, esponente della famiglia Ciacci che possedeva una grande proprietà in zona, in una somiglianza di patrocinio con altre Casse che trovarono nella borghesia locale, quando non nelle parrocchie, il proprio centro promotore. La Cassa nacque quando la pastorizia cominciava a diventare stanziale e sorgeva un particolare bisogno di credito. La Cassa neonata rispose alle necessità su un totale di 200 prestiti fra il 1910 ed il 1915, 54 furono infatti concessi per l'acquisto di bestiame ovino, 20 per la costruzione di "capannoni", ricoveri in muratura per questo bestiame e non mancarono quelli per la semina di erba e per la falciatura. L'entità media dei prestiti era piuttosto alta rispetto al 'tetto' medio nazionale di 600 lire. Saturnia era il centro di una vasta zona di paesi con capoluogo di comune, povera di servizi, priva di banche e dove mancava anche il Consorzio agrario: la Cassa ed il suo magazzino divennero un polo d'attrazione con cui si spiega il volume complessivo dei prestiti e dei depositi, i quali ultimi aumentarono al punto di coprire ben presto l'intero fabbisogno e di essere, in certi momenti anche esuberanti. L'idea generale di cui si tenne conto fin dall'inizio fu quella del legame con il paese e della ricerca del suo sviluppo complessivo: i principi generali che ispirarono le Casse trovarono piena attuazione nella realtà locale. L'attività del magazzino andò a vantaggio di tutti perché, ad esempio, era veramente minima la differenza dei prezzi di vendita fra soci e non soci. Poi, in epoca più vicina a noi, negli anni trenta, quando una legislazione sfavorevole ed una diversa organizzazione delle strutture per l agricoltura ridussero l'attività della Cassa, l'idea di servizio per il paese fece accrescere l'impegno in campo sociale: quei locali che non servivano più a magazzino furono messi a disposizione delle scuole e della filarmonica, mentre i soci si tassavano anche di 'opere' per la costruzione di un'altra sede. La Cassa era nata "neutra" come allora si diceva, per sottolineare l'origine non cattolica e secondo l'ispirazione del suo principale animatore, On. Gaspero Ciacci, ed era nata nell'ambito di un progetto che comprendeva anche la Cattedra ambulante, le affittanze collettive e la diffusione dei Consorzi agrari, in una visione generale di incremento delle economie locali, come a Manciano, come a Pitigliano. La prima guerra mondiale spazzò via tutto questo ed il dopoguerra pose problemi diversi. La Cassa fiorì di un bel progetto iniziale perché fu la Cassa di tutto il paese, prescindendo dalle iniziali e verticistiche scelte di campo e più tardi, i suoi dirigenti parteciparono anche ad un Congresso delle Casse cattoliche toscane (Torrita 1931).Nell'identificazione con il paese si può individuare la causa del rapido sviluppo. Alla fine del secolo un giornale che si stampava in zona (Pitigliano 1894) aveva auspicato una Cassa Rurale intercomunale (Pitigliano, Manciano, Sorano): non se ne fece nulla ed il rapido sviluppo di quella di Saturnia prova l'importanza del legame con l'ambiente ristretto, con il territorio limitato che don Cerruti identificava con l'ambito parrocchiale. L'idea liberale e quella cattolica avevano alcuni principi comuni. Le difficoltà del periodo fascista fecero superare le differenze: l'idea di Cassa che sopravvisse era fondata sulla partecipazione attiva e sentita, sulla gestione diretta da parte dei piccoli proprietari ormai autonomi sulla strada del solidarismo territoriale: la Cassa di Saturnia ne costituì un esempio importante. Fino alla data della fusione la ex Bcc di Saturnia contava otto filiali così dislocate: Saturnia (sede), Montemerano, Scansano, Albinia, Manciano, Marsiliana, Porto S. Stefano e Porto Ercole. I dati di Bilancio al evidenziavano quanto segue: La Raccolta Diretta ammontava a Mln di euro Gli Impieghi erano pari a Mln di euro Il Patrimonio ammontava a Mln di euro Il Capitale Sociale era formato da azioni da 25 euro di valore nominale per un totale sottoscritto di euro. I soci erano Banca della Costa d Argento Credito Cooperativo di Capalbio: cenni storici Il 30 settembre 1962 dinanzi al Notaio Dott. Alfonso Marzocchi viene firmato l'atto

15 costitutivo della Cassa Rurale ed Artigiana di Capalbio. Sono 40 i Soci fondatori e il capitale sociale iniziale è di Lire Il 16 aprile comincia l'attività operativa della Cassa Rurale ed Artigiana di Capalbio. In data 4 febbraio il Consiglio di Amministrazione delibera l'assunzione di due impiegati: il Sig. Giovanni Niccolai e il Sig. Gino Biagiarini. In data 25 luglio viene deliberato il trasferimento della sede da Via Vittorio Emanuele II a Via Comunale sempre in Capalbio. Nel 1976 la Cassa Rurale ed Artigiana di Capalbio comincia a varcare i confini del Comune: il 15 marzo, infatti, è inaugurata una nuova filiale a Capalbio Scalo, dove viene distaccato un dipendente Alvaro Perillo. Passano diversi anni, ma la crescita della Banca non si arresta, anzi: il 10 aprile 1991 viene aperta una filiale a Orbetello, in Via Volontari del sangue n 5/L, con un organico di tre impiegati. Nel 2000 un'altra tappa importante: il 19 giugno apre i battenti la nuova filiale di Pescia Romana, che consente all allora Banca di Credito Cooperativo di Capalbio di estendere la propria operatività nel Lazio. Quattro anni dopo, il 7 giugno, è la volta della nuova agenzia di Fonteblanda, aperta dietro la trasformazione del negozio finanziario inaugurato poco più di un anno prima. Ma il trend positivo di sviluppo non si ferma qui: il 16 giugno del 2006 vede la luce la nuova filiale di Porto Santo Stefano. Nel 1993 entra in vigore il Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, che consente alle Banche di Credito Cooperativo di offrire tutti i servizi e i prodotti finanziari al pari delle altre banche. L'anno successivo, la Cassa Rurale ed Artigiana di Capalbio assume la denominazione di Banca di Credito Cooperativo di Capalbio Scrl (Società cooperativa a responsabilità limitata). Esattamente dieci anni dopo, l Istituto acquista la denominazione di Banca della Costa d Argento - Credito Cooperativo di Capalbio, per rappresentare meglio la porzione territoriale in cui ha esteso la sua attività. Fino al momento della fusione, la ex Banca della Costa d Argento disponeva di sei filiali: oltre alla sede di Capalbio, Capalbio Scalo, Orbetello, Fonteblanda, Pescia Romana e Porto Santo Stefano, a cui si aggiunge uno sportello Atm Bancomat a Borgo Carige. I dati di Bilancio al evidenziavano quanto segue: La Raccolta Diretta ammontava a Mln di euro Gli Impieghi erano pari a Mln di euro Il Patrimonio ammontava a Mln di euro Il Capitale Sociale era pari a euro. Il valore nominale di ciascuna azione era di 31,42 euro. I soci erano Differente per Valori I valori nei quali il Credito Cooperativo si riconosce, e che derivano dalla sua identità, sono delineati in tre documenti principali: - il fondamento è l articolo 2 dello Statuto; - la Carta dei Valori ne è una declinazione; - la Carta della Coesione è la sintesi dello stile della mutualità nelle relazioni interne al sistema BCC. L articolo 2 dello Statuto afferma: Nell'esercizio della sua attività, la Società si ispira ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata. Essa ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo della

16 cooperazione e l'educazione al risparmio e alla previdenza nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera. La Banca di Saturnia e Costa d Argento si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune. E altresì impegnata ad agire in coerenza con la Carta dei Valori del Credito Cooperativo e a rendere effettivi forme adeguate di democrazia economico-finanziaria e lo scambio mutualistico tra i soci. Questa Carta dei Valori è il simbolo di un Patto tra il Credito Cooperativo e le comunità locali. Quindi di un Patto con il Paese. Essa esprime i valori sui quali si fonda l azione della nostra Banca, la sua strategia e la sua prassi. Racchiude le nostre regole di comportamento e rappresenta i nostri impegni. 1. Primato e centralità della persona Il Credito Cooperativo ispira la propria attività all attenzione e alla promozione della persona. Il Credito Cooperativo è un sistema di banche costituite da persone che lavorano per le persone. Il Credito Cooperativo investe sul capitale umano costituito dai soci, dai clienti e dai collaboratori per valorizzarlo stabilmente. 2. L impegno L impegno del Credito Cooperativo si concentra, in particolare, nel soddisfare i bisogni finanziari dei soci e dei clienti, ricercando il miglioramento continuo della qualità e della convenienza dei prodotti e dei servizi offerti. Obiettivo del Credito Cooperativo è produrre utilità e vantaggi, è creare valore economico, sociale e culturale a beneficio dei soci e della comunità locale e fabbricare fiducia. Lo stile di servizio, la buona conoscenza del territorio, l eccellenza nella relazione con i soci e clienti, l approccio solidale, la cura della professionalità costituiscono lo stimolo costante per chi amministra le aziende del Credito Cooperativo e per chi vi presta la propria attività professionale. 3. Autonomia L autonomia è uno dei principi fondamentali del Credito Cooperativo. Tale principio è vitale e fecondo solo se coordinato, collegato e integrato nel sistema del Credito Cooperativo. 4. Promozione della partecipazione Il Credito Cooperativo promuove la partecipazione al proprio interno e in particolare quella dei soci alla vita della cooperativa. Il Credito Cooperativo favorisce la partecipazione degli operatori locali alla vita economica, privilegiando le famiglie e le piccole imprese; promuove l accesso al credito, contribuisce alla parificazione delle opportunità

17 5. Cooperazione Lo stile cooperativo è il segreto del successo. L unione delle forze, il lavoro di gruppo, la condivisione leale degli obiettivi sono il futuro della cooperazione di credito. La cooperazione tra le banche cooperative attraverso le strutture locali, regionali, nazionali e internazionali è condizione per conservarne l autonomia e migliorarne il servizio a soci e clienti. 6. Utilità, servizio e benefici Il Credito Cooperativo non ha scopo di lucro. Il conseguimento di un equo risultato, e non la distribuzione del profitto, è la meta che guida la gestione del Credito Cooperativo. Il risultato utile della gestione è strumento per perpetuare la promozione del benessere dei soci e del territorio di riferimento, al servizio dei quali si pone il Credito Cooperativo. Esso è altresì testimonianza di capacità imprenditoriale e misura dell efficienza organizzativa, nonché condizione indispensabile per l autofinanziamento e lo sviluppo della singola banca cooperativa. Il Credito Cooperativo continuerà a destinare tale utile al rafforzamento delle riserve in misura almeno pari a quella indicata dalla legge e ad altre attività di utilità sociale condivise dai soci. Il patrimonio accumulato è un bene prezioso da preservare e da difendere nel rispetto dei fondatori e nell interesse delle generazioni future. I soci del Credito Cooperativo possono, con le modalità più opportune, ottenere benefici in proporzione all attività finanziaria singolarmente svolta con la propria banca cooperativa. 7. Promozione dello sviluppo locale Il Credito Cooperativo è legato alla comunità locale che lo esprime da un alleanza durevole per lo sviluppo. Attraverso la propria attività creditizia e mediante la destinazione annuale di una parte degli utili della gestione promuove il benessere della comunità locale, il suo sviluppo economico, sociale e culturale. Il Credito Cooperativo esplica un attività imprenditoriale a responsabilità sociale, non soltanto finanziaria, ed al servizio dell economia civile. 8. Formazione permanente Il Credito Cooperativo si impegna a favorire la crescita delle competenze e della professionalità degli amministratori, dirigenti, collaboratori e la crescita e la diffusione della cultura economica, sociale, civile nei soci e nelle comunità locali. 9. Soci I soci del Credito Cooperativo si impegnano sul proprio onore a contribuire allo sviluppo della banca lavorando intensamente con essa, promuovendone lo spirito e l adesione presso la comunità locale e dando chiaro esempio di controllo democratico, eguaglianza di diritti, equità e solidarietà tra i componenti la base sociale. Fedeli allo spirito dei fondatori, i soci credono ed aderiscono ad un codice etico fondato sull onestà, la trasparenza, la responsabilità sociale, l altruismo. 10. Amministratori Gli amministratori del Credito Cooperativo si impegnano sul proprio onore a partecipare alle decisioni in coscienza ed autonomia, a creare valore economico e sociale per i soci e la comunità, a dedicare il tempo necessario a tale incarico, a curare personalmente la propria qualificazione professionale e formazione permanente. 11. Dipendenti I dipendenti del Credito Cooperativo si impegnano sul proprio onore a coltivare la propria capacità di relazione orientata al riconoscimento della singolarità della persona e a dedicare

18 intelligenza, impegno qualificato, tempo alla formazione permanente e spirito cooperativo al raggiungimento degli obiettivi economici e sociali della banca per la quale lavorano. Riva del Garda, dicembre

19 Strumento di riferimento per la gestione del rafforzamento del sistema a rete è la Carta della Coesione del Credito Cooperativo. Una cornice valoriale che fissa i principi che orienteranno gli accordi collaborativi tra ciascuna Banca di Credito Cooperativo quindi anche la nostra e gli altri soggetti del sistema del Credito Cooperativo. La Carta della Coesione è, dunque, in un certo senso la logica prosecuzione della Carta dei Valori, in quanto declina i valori cooperativi nelle relazioni interne al sistema BCC. Perché la Banca della Costa d Argento possa continuare a contribuire allo sviluppo durevole e partecipato delle comunità locali, infatti, è necessario che le BCC siano sempre più incisivamente ed efficacemente un sistema. Dunque che la rete sia sempre più una rete di qualità per accrescere ulteriormente la qualità del servizio ai portatori di interessi di ogni singola Banca di Credito Cooperativo. 1. Principio di autonomia L autonomia della singola Banca di Credito Cooperativo è uno dei principi fondamentali del Movimento del Credito Cooperativo. L autonomia si esprime in modo pieno e fecondo se si sviluppa nell ambito del sistema del Credito Cooperativo. 1 Tutti i soggetti del sistema propongono e gestiscono le proprie iniziative nel rispetto dell autonomia della singola cooperativa. L autonomia della singola BCC deve essere compatibile con la stabilità della stessa e con l interesse generale. Le BCC custodiscono la propria indipendenza giuridica e la propria sostanziale autonomia imprenditoriale impegnandosi in una gestione sana, prudente e coerente con la propria missione. Esse sono accomunate da una forte omogeneità statutaria e culturale. Il sistema considera un valore prezioso l esistenza del numero più ampio possibile di BCC e ne assicura lo sviluppo nel segno della stabilità, della coerenza e della competitività. 2. Principio di cooperazione La cooperazione tra banche cooperative mutualistiche mediante le strutture locali, regionali, nazionali e internazionali è condizione per conservarne l autonomia e la stabilità e migliorare la loro capacità di servizio ai soci e ai clienti. Il sistema del Credito Cooperativo costituisce un fattore competitivo indispensabile per le BCC e consente di ottenere e mantenere un posizionamento istituzionale, concorrenziale e reputazionale altrimenti irraggiungibili. 3. Principio di mutualità La mutualità di sistema è condizione per realizzare al meglio le forme di mutualità interna (con e verso i soci) ed esterna (con e verso il territorio) previste dalla normativa bancaria e dallo Statuto della BCC. Lo sviluppo di rapporti collaborativi tra le BCC è finalizzato al perseguimento di vantaggi bancari e non-bancari a favore della base sociale, della clientela finale e del territorio.* (* Art. 45 della Costituzione Italiana e art. 2 della Carta dei Valori del Credito Cooperativo). 4. Principio di solidarietà La solidarietà all interno delle BCC e fra le BCC è un principio irrinunciabile del Movimento. Contribuire a creare le condizioni migliori per la nascita, l operatività e lo sviluppo durevole delle BCC rappresenta un valore prioritario e costituisce interesse primario di ciascuna BCC e dell intero sistema del quale essa fa parte. La solidarietà si esprime anche 1 Art. 3 della Carta dei Valori del Credito Cooperativo

20 attraverso la condivisione di principi e idee, l elaborazione e la partecipazione a progetti e iniziative comuni, l aiuto vicendevole nei casi di necessità. 5. Principio di legame col territorio La BCC nasce, vive e si sviluppa nel territorio. Di esso è espressione e al suo servizio si dedica completamente, in modo indiretto (favorendo i soci e gli appartenenti alla comunità locale nelle operazioni di banca) e in modo diretto (favorendo la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio) Principio di unità L unità del sistema rappresenta un bene irrinunciabile per ciascuna BCC. La convinta adesione delle BCC alle Federazioni Locali e di queste alla Federazione Italiana va perseguita costantemente, pur nel rispetto della volontarietà delle scelte. 7. Principio di democrazia Il principio di democrazia regola sia le relazioni tra i soci della singola BCC sia le relazioni tra le BCC all interno delle strutture di natura associativa consortile che nel tempo esse si sono date e si danno. 8. Principio di sussidiarietà Il sistema del Credito Cooperativo si fonda sul principio di sussidiarietà e si presenta come un sistema coordinato di autonomie basato su strutture operanti a vari livelli con funzioni distinte ma tra loro complementari Principio di efficienza Tutte le iniziative e le forme organizzative del sistema di volta in volta adottate dovranno essere caratterizzate da efficienza. L efficienza dovrà essere valutata in termini economici, qualitativi, relazionali, di stabilità e di coerenza rispetto alla previsione normativa e statutaria. Tutte le iniziative e le forme organizzative del sistema di volta in volta adottate dovranno essere caratterizzate da efficienza. L efficienza dovrà essere valutata in termini economici, qualitativi, relazionali, di stabilità e di coerenza rispetto alla previsione normativa e statutaria. 10. Principio di trasparenza e reciprocità Le iniziative e le relazioni all interno del sistema del Credito Cooperativo sono improntate al principio di trasparenza e di reciprocità. Trasparenza significa stabilire relazioni ispirate alla chiarezza e favorire l accessibilità e la circolazione delle informazioni a tutti i livelli. Reciprocità significa che ciascuna componente si impegna, concordemente alle altre, a contribuire alle attività comuni, nella consapevolezza della responsabilità congiunta e nella prospettiva di un mutuo beneficio. Parma, dicembre Art. 34 del Testo Unico Bancario e art. 2 dello Statuto tipo delle BCC del Definizione di sistema a rete varata in occasione del 12 Convegno Nazionale del Credito Cooperativo, Riva del Garda

21 1.6 Differente per Missione La missione della nostra Banca è scritta nell articolo 2 dello Statuto. Principi e valori ispiratori della nostra attività sono: la cooperazione senza fini di speculazione privata, il vantaggio da assicurare ai soci e alle comunità locali, la ricerca del miglioramento in un ottica complessiva (morale, culturale, economico), l educazione al risparmio, l impegno per la promozione della coesione sociale e della crescita responsabile e sostenibile del territorio, per la costruzione del bene comune, per l incentivazione della democrazia economica, la ricerca della coerenza con la Carta dei Valori. Lo statuto ribadisce, quindi, che la missione della Banca di Credito Cooperativo è: favorire (i soci e le comunità locali). Ovvero, assicurare convenienza; perseguire a vantaggio degli stessi un miglioramento complessivo, economico e metaeconomico (culturale, morale, sociale ), definibile come ricerca e diffusione del benessere; promuovere lo sviluppo della cooperazione, ovvero della partecipazione; incentivare la coesione; adoperarsi per il bene comune. La Missione della Banca di Saturnia e Costa d Argento essere intermediaria della fiducia dei nostri soci e delle nostre comunità locali, lavorare per la promozione del benessere e dello sviluppo complessivo, assicurando un servizio finanziario eccellente ed innovativo e favorendo la partecipazione e la coesione

22 1.7 Differente per strategia La strategia del Credito Cooperativo di questi ultimi anni è riassumibile in due slogan: Buona banca, Buona cooperativa, Buona rete, il primo; Identità e coesione, il secondo. Entrambi possono essere ricompresi e in qualche modo ulteriormente rilanciati dall obiettivo della cooperazione totale. Totale, ovvero piena, globale, a tutti i livelli. La cooperazione totale, infatti, ha un accezione sul piano strategico e organizzativo, e può fare riferimento sia alle iniziative di rafforzamento delle garanzie offerte dal sistema BCC attraverso il costituendo Fondo di Garanzia Istituzionale, che al potenziamento delle sinergie interne, soprattutto sul piano imprenditoriale; ha un incidenza sul piano gestionale, e comporta, da un lato, l ulteriore diffusione di criteri di gestione dei collaboratori volti alla promozione della partecipazione, del coinvolgimento, della motivazione e, dall altro, il potenziamento di una formazione che valorizzi la nostra distintiva cultura d impresa; ha un accezione operativa, nella logica dell attuazione e attualizzazione degli obiettivi contenuti nell articolo 2 del nostro statuto, e dunque, ad esempio, nella realizzazione di quel miglioramento delle condizioni dei soci e delle comunità locali in esso prescritto; ha una declinazione sul piano della comunicazione, e si traduce nel rafforzamento di iniziative volte ad accreditare il sistema BCC nella sua interezza. 1.8 Differente per Organizzazione Il Credito Cooperativo è un sistema a rete. In Europa conta 47 milioni di soci, serve 140 milioni di clienti con oltre 60 mila sportelli e detiene una quota di mercato in media del 20%, e molto superiore in alcuni Paesi. In Italia il Credito Cooperativo è così strutturato: 400 BCC 15 FEDERAZIONI REGIONALI 2 BANCHE DI 2 LIVELLO TN e BZ - Federcasse - Iccrea Holding - Federazione Nazionale - Fabbriche di Prodotti e Servizi Coordinamento e sistema di guida strategica, relazioni sindacali, consulenza legale e fiscale; studi e ricerche; formazione ed organizzazione; lobbying, relazioni internazionali, auditing, comunicazione. Mercati dei capitali, sistema di pagamenti, finanza strutturata, cartolarizzazioni, finanza agevolata, leasing e corporate banking, gestione del risparmio, assicurazioni, private equity. AUTONOMIA SOLIDARIETA SUSSIDIARIETA

23 I numeri del Credito Cooperativo Da un report trimestrale realizzato dal servizio Studi, Ricerche e Statistiche di Federcasse, basato su dati aggiornati a dicembre 2012, emerge il seguente quadro generale relativo al Sistema Credito Cooperativo in Italia. A dicembre 2012 si registrano 400 Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali, con sportelli (pari al 13,3 per cento del sistema bancario italiano). Gli sportelli sono cresciuti di 37 unità negli ultimi dodici mesi (+ 0,8%). Hanno una presenza diretta in Comuni e in 101 Province. Il numero dei soci delle BCC è pari a unità, con un incremento annuo del 3,7 per cento su base d anno. I soci affidati ammontano a (+ 0,2% annuo). Il numero di clienti supera i 6,9 milioni (+ 5% contro il +7% del sistema bancario complessivo). I dipendenti, infine, nel triennio , hanno registrato un incremento del 2,1% (contro il -1,2% registrato mediamente nel sistema bancario), attestandosi sulle unità, ai quali si aggiungono inoltre oltre dipendenti di Federazioni Locali, società del Gruppo Bancario Iccrea, Casse Centrali e organismi consortili. Gli impieghi lordi a clientela delle BCC ammontano a dicembre 2012 a 137,5 miliardi di euro. La cifra sale a 150 miliardi comprendendo anche gli impieghi delle banche di secondo livello (+13% nel triennio ). Con riguardo ai settori di destinazione del credito, nel corso dell anno si registra una variazione positiva degli impieghi a residenti erogati alle famiglie consumatrici (+ 1,5% contro + 1,2% medio di sistema); gli impieghi alle famiglie produttrici, in progressiva attenuazione nel corso degli ultimi mesi, presentano a dicembre una variazione leggermente negativa (- 0,6% contro il 2,2% registrato nella media di sistema). Gli impieghi a società non finanziarie presentano infine una riduzione su base d anno (- 1,3% contro il 2,5% del sistema). La raccolta complessiva comprensiva di obbligazioni) ammonta a 152 miliardi di euro (+1% contro +0,7% registrato nel sistema bancario) e risulta composta per l 84,8% da raccolta da clientela e obbligazioni e per il 15,2% da raccolta interbancaria. Con riguardo alla dinamica di crescita, si rileva un tasso di incremento annuo particolarmente elevato della raccolta da banche (+319%), in particolare nella componente di depositi con durata prestabilita (+244,4%). La dinamica della raccolta da clientela, molto modesta (+0,9%), risulta trainata dalla componente caratterizzata da un rendimento relativamente più significativo: depositi con durata prestabilita e certificati di deposito. Le obbligazioni, invece, risultano in significativa contrazione (-7,4%). Per quanto concerne la dotazione patrimoniale, a dicembre 2012 l aggregato capitale e riserve ammontava per le BCC a 19,6 miliardi di euro, con un tasso di crescita annuo del 1,3% su base d anno. Per maggiori informazioni: La Banca di Saturnia e Costa d Argento è assente dall elenco delle cosiddette Banche armate, cioè dalla lista di quegli istituti di credito che erogano finanziamenti all industria bellica. Elenco che viene stilato ogni anno dalla Presidenza del Consiglio, la quale, in base alla legge 185 del 1990, è tenuta a presentare una relazione sul tema

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