HÈVIYA AZADIYÈ Terzo Festival del Cinema Kurdo a Roma

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2 Dedicato alla memoria di Anna Marconi L Associazione Europa Levante, costituita nel 2001, si propone di favorire la cooperazione e la solidarietà fra i popoli, e lo scambio fra le culture. L Associazione promuove ed incoraggia esperienze di scambio culturale per favorire l integrazione di coloro che sono arrivati dall esterno, per aiutare la cittadinanza a conoscere le comunità di recente costituzione, ormai strettamente intrecciate con la realtà sociale del nostro paese e per contrastare la diffidenza che nasce dalla mancanza di conoscenza. L Associazione Europa Levante elabora e realizza a Roma e in Italia eventi per la diffusione delle diverse forme culturali della Mesopotamia. Nel 2004, ha realizzato con successo a Roma il 1 Festival del Cinema Kurdo, intitolato alla memoria di Dino Frisullo. La manifestazione era stata realizzata grazie al sostegno di Comune di Roma, Provincia di Roma, Regione Lazio, con il patrocinio dell ACNUR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) e con la collaborazione di Rai News24. Nel 2009, la seconda edizione del Festival, dedicata alla memoria di Tom Benetollo, e realizzata con il sostegno di Comune di Roma, Provincia di Roma e Regione Lazio, ha avuto una sua anteprima alla 53 edizione della Biennale d Arte di Venezia, che si è tenuta dal 7 giugno al 22 novembre Infatti il Kurdistan ha avuto un suo padiglione, Heviya Azadiye, con sede nella ex chiesa di San Leonardo a Venezia, in cui sono stati ospitati artisti provenienti dalle quattro parti in cui il Kurdistan è diviso. Il Festival rappresenta l edizione italiana di un esperienza consolidata a livello internazionale (ricordiamo, tra gli esempi più significativi, quelli di Gran Bretagna, Francia, Germania ed Austria) e si propone di realizzare sul territorio cittadino un evento culturale di ampio respiro, che riunisca le molteplici forme dell espressione artistica e culturale, per far conoscere produzioni filmiche, letterarie ed artistiche che, nonostante la loro alta qualità, non sono ancora entrate a far parte di grandi circuiti divulgativi europei. Il fenomeno migratorio kurdo in Italia interessa oltre cinquemila esuli provenienti da ogni parte del Kurdistan. Le ragioni e gli obiettivi del progetto La Mesopotamia, culla della civiltà ha visto nel corso del suo sviluppo storico un moltiplicarsi di culture, essendo luogo di scambio e di transito fra l occidente e l oriente, è stata il luogo d origine e sviluppo fra gli altri del popolo kurdo.il Festival del Cinema Kurdo di Roma intende presentare la vita, la cultura e il dramma del popolo kurdo attraverso le immagini e costruire così l occasione per una nuova conoscenza, affrontando anche il tema della violazione dei diritti umani. La definizione del cinema kurdo è oggetto di serrato dibattito, non certo perché il patrimonio filmico di e su questo popolo sia irrilevante per ampiezza e qualità, ma a causa della complessità del quadro in cui esso si colloca. Si possono distinguere tre tipi di produzioni cinematografiche: 1. di registi kurdi che vivono operano in Kurdistan; 2. di registi kurdi espatriati o della diaspora; 3. di registi non kurdi che raccontano storie di ambientazione kurda. Il programma del festival Quest anno il Festival sarà dedicato alla memoria di Anna Marconi, volontaria militante all interno della ONG Un Ponte Per... Anna è stata ideatrice, promotrice e responsabile nazionale di numerose campagne di solidarietà e progetti nel territori Kurdi. Il suo lavoro attivo è iniziato al rientro da uno dei suoi viaggi nel Kurdistan turco, il Paese che non c è. E lei che, negli anni in cui la tragedia del popolo kurdo era sconosciuta a tutti, parte per il Kurdistan per conoscerli. Da qui in poi, sono nate tante iniziative che Anna ha promosso e alimentato con una passione autentica. Il 10 dicembre si terrà nell ambito del Festival la conferenza Diritti umani negati e le libertà violate in occasione della Giornata internazionale dei Diritti umani, in memoria della firma da parte dell Assemblea generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. La giornata successiva ospiterà un dibattito intitolato Diritto di Ciak, dove registi kurdi e rappresentanti del panorama culturale italiano si confronteranno sul ruolo del cinema come strumento di denuncia e veicolo di libertà. Il Festival ospiterà tra le altre iniziative culturali anche la Mostra fotografica Sguardi di Speranza dove saranno esposti alcuni tra gli scatti più evocativi del fotografo kurdo Afat Baz.

3 HÈVIYA AZADIYÈ Third Kurdish Film Festival in Rome Dedicated to the memory of Anna Marconi Europa-Levante was created in 2001 with the aim of supporting cooperation and solidarity between different peoples and exchanges between their cultures. This Association promotes and encourages cultural exchange initiatives with three main aims: enhancing the integration of people coming from the outside; help citizens can gain a better understanding of recently established immigrant communities, who are now closely entwined with Italian society; countering attitudes of mistrust engendered by a lack of knowledge. Europa-Levante develops and implements projects for cultural events with the aim of promoting the many varied forms of Mesopotamian culture in Rome and throughout Italy. In particular, in 2004, it organized the First Festival of Kurdish Cinema, dedicated to the memory of Dino Frisullo, thanks to the support of the Municipality of Rome, the Provincial authority of Rome, and the Regional authority of Lazio, under the patronage of the United Nations High Commissioner for Refugees and in collaboration with the Italy s 24-hour state news channel Rai- News24. The Second edition of the Festival was dedicated to the memory of Tom Benetollo, the former President of ARCI (the largest Italian network social and cultural promotion). It was organised in 2009, with the support of the Municipality of Rome, the Provincial authority of Rome, and the Regional authority of Lazio. Previews were held at the 53rd Venice Biennale, from 7th June to 22nd November In fact, the Biennale dedicated a whole stand to Kurdistan., Heviya Azadiye: it was located in the deconsecrated church of San Leonardo, Venice and it hosted artists coming from the four parts into which Kurdistan is divided. This Festival is an Italian edition of some long-established events on an international scale (a special mention goes to the British, the German, and the Austrian festivals). The Third Festival of Kurdish Cinema, wants to organise a diversified event in our city, creating a blend of several artistic and cultural elements. It aims at disseminating high-quality cinematic, literary, and artistic products which, however, are still on the margins of Europe s mainstream distribution networks. Kurdish immigration in Italy consists of over 5,000 exiles from all parts of Kurdistan. Aims and Objectives Over the centuries, Mesopotamia, the cradle of civilization, saw a proliferation of cultures, as a result of its being a crucial node of exchanges and transit between the West and the East. There, the Kurdish people originated and developed. The First Kurdish Film Festival in Rome intends to present the life, the culture and the plight of the Kurdish people through images, thereby creating the occasion to get a new knowledge, with an additional focus on human rights violations. The definition of Kurdish cinema is the subject of intense debate. Such controversy does not concern the quantity or the quality of the films by and about this people; on the contrary, it regards the complex framework within which Kurdish cinema itself is placed. In fact, there are three different types of Kurdish film productions: 1. films by Kurdish directors who live and work in Kurdistan; 2. films by exiled or Diaspora Kurdish directors; 3. films by non Kurdish directors who tell stories that are placed within a Kurdish setting. Festival Programme This year, the Festival will be dedicated to the memory of Anna Marconi, who was an actively engaged volunteer member of the NGO Un Ponte Per... Anna designed, promoted and directed several awareness-raising campaigns nationwide as well as numerous cooperation projects in Kurdish territories. Her unyielding commitment started after one of her journeys in Turkish Kurdistan, the country that does not exist. At a time when the plight of the Kurds was largely unknown, she travelled to Kurdistan in order to get to know these people. From then on, Anna promoted and realised numerous initiatives with genuine passion. On 10th December, on the International Human Rights Day, the Festival will host a conference called Denied human rights and violated freedoms to commemorate the signing of the Universal Declaration of Human Rights by the United Nations General Assembly. The programme of the following day will include a debate called Diritto di Ciak (Rights, cameras, action!), where Kurdish filmmakers and other representatives of the Italian cultural scene will exchange their views and experience on the role of filmmaking as a protest tool and a promoter of freedom. The Festival will also host other cultural initiatives such as the picture exhibition called Sguardi di Speranza (Looks of hope), which will showcase some highly evocative shots by Kurdish photographer Afat Baz.

4 9 DICEMBRE Zara di Ayten Mutlu Svizzera-Paesibassi-Austria-Nord Kurdistan (film/drama - 83 min) Zara parla di come la gente in esilio sia obbligata a vivere la propria sorte non solo come un fatto esteriore, ma anche come un destino interiore. Vi si trovano tre livelli temporali: un passato perduto, un presente in rovina ed un futuro colorato di speranza. Una pianura vuota, aperta, si estende attorno al villaggio di Zara: è disseminata di rovine di luoghi abbandonati. Qui, i personaggi del film cercano quello che hanno perduto: lettere, infanzia, case, amici, genitori e figli. Il villaggio di Zara costituisce il fulcro di questa ricerca di un luogo sicuro una ricerca da cui si dipanano sogni e ricordi il tutto nella sfera di un presente immaginato. In Zara, la cerimonia del Cem è la celebrazione di questa ricerca della speranza. A vast empty plain stretches out around the village of Zara in Kurdistan, interrupted only by the occasional abandoned homestead. Here wandering souls search for what they have lost: letters, childhoods, homes, friends, parents and children. During this search, memories and dreams gradually merge into an imagined present. In Zara, the Cem (a service of worship central to Alevis) is celebrated as a ceremonial presentation of the search for new hope. HÈVIYA AZADIYÈ Terzo Festival del Cinema Kurdo a Roma Ayten Mutlu La regista curda Ayten Mutlu non è interessata semplicemente al racconto di storie. Lavora con un approccio sperimentale alle percezioni personali. Nel 2002 il suo ultimo film 35 mm La morte in esilio è stato selezionato ai festival di Cannes e Locarno e ha vinto la nomination per il Prix Europa a Berlino. The Kurdish director Ayten Mutlu isnåft all that interested in telling stories as such. She works with an essaistic approach to personal perception. In 2002, her last 35mm fiction film 'La Mort en Exil' was selected for the film festivals of Cannes and Locarno and it won her a nomination for the Prix Europa in Berlin.

5 Berf/La neve di Erol Mintas Turchia/Turkey -Romania (corto - 20 min. ) Sanem vive con suo figlio Ahmet e sua nipote in un piccolo villaggio di nome Agrı. Un giorno Ahmet torna a casa portando delle brutte notizie. Sanem cade in un lutto infinito a causa della notizia della morte di suo figlio Zeky. Sanem copre la foto di Zeki, la televisione e la radio con un panno nero, chiude tutte le porte aperte al mondo esterno. Questo lutto la porterà in fine ad ammalarsi. Sanem inizia a parlare nel sonno e chiede un pugno di neve. È autunno, la neve sta per arrivare. Così Ahmet prepara il suo cavallo, siccome non può più tollerare la situazione di sua madre, si dirige verso le montagne distanti per prenderle della neve. Riuscirà Ahmet a portare la neve prima che sua madre muoia? Sanem si rimetterà in piedi (si riprenderà) o ci sarà un altra morte? Sanem lives with her son Ahmet and granddaughter in a small village of Agri. One day, Ahmet brings bad news. Sanem falls into an eternal mourning with the news of her son Zeki's death. Sanem covers with a black cloth the picture of Zeki, the TV and the radio. She closes all the gates opening to the outside world. Sanem mourning gets her sick in the end. She starts to talk in her sleep and ask for a handful of snow. It is autumn; snow is about to come. So, Ahmet prepares his horse as he can endure his mother situation and he goes to distant mountains to bring snow for his mother. Can Ahmet bring snow before his mother dies? Can Sanem get back on her feet? Or will there be another death? Erol Mintas É nato nel 1983 a Kars in Turchia. Si è laureato all Università di Marmara nel dipartimento di informatica ed educazione tecnologica nel Dopo il suo diploma di laurea ha continuato gli studi in Regia all Università di Marmara. Ha completato la sua tesi sull Esistenzialismo ed il Cinema di Tarkovsky nel He was born in 1983 in Kars. He graduated from Marmara University, Computer and Teaching Technologies Department in For his graduate degree, he studied Film in Marmara University. He completed his thesis about Existentialism and Cinema of Tarkovsky in 2008.

6 Evdale Zeynikè di Bulent Gunduz Turchia-Francia (Docu Fiction - 72 min.) Attraverso la vita del più grande Dengbej che ha ispirato le future generazioni, il regista è alla ricerca delle vestigia della letteratura orale solcando il sentiero del geniale Dengbej chiamato Evdale Zeynike ed allineando il film con le canzoni tradizionali di Dengbej, che stanno scomparendo. Con questa opera, il regista intende mostraci le parti più liriche e tragiche nella vita di questo grande della letteratura orale Kurda, che è stato fonte di ispirazione anche per lo scrittore Yasar Kemal. Ha anche dato valore al patrimonio culturale con tutti i colori del paesaggio del Kurdistan insieme alle canzoni di quelle donne, dette Dengbej, che a quel tempo cantavano dietro le tende. Senza saper leggere e scrivere, di generazione in generazione, questa letteratura orale è stata trasmessa fino ai giorni nostri. Through the best Dengbej life that inspired all future generations, the director is looking for the vestige of the oral literature by tracing the path of the genius Dengbej Evdale Zeynike by aligning the film together with traditional songs of the Dengbej today, which are disappearing. With fiction, the director tries to show us the part more lyrical and tragic in the life of this great Kurdish oral literature which will also be a source of inspiration for the writer Yasar Kemal. He also put in value the heritage of that culture with all the colors of Kurdistan landscape within the songs of those women called Dengbej singing behind the curtain. Without writing or reading, by word of mouth, from generation to generation, transmission of traditional oral literature has been achieved through them until today. Bulent Gunduz Bulent Gunduz, nato a Karayazi (Turchia) nel 1976, ha studiato Ingegneria Civile al Sutcuımam University Kahramanmaras. Il primo impatto con il mondo dei media è dovuto ad un reporter giornalista di una radio di Bursa, a seguito di questa esperienza si lancia nel mondo dei media. Ha studiato film e giornalismo ad Istanbul dove ha lavorato per due annui come giornalista per il Canale nazionale 6. Dal 2001 vive a Parigi. Nel 2007 ha pubblicato un libro sui media della Turchia Generallarin Mikrofonlu Erleri ve Kurtler e continua a scrivere articoli per un sito internet. Bulent Gunduz born in Karayazi (Turkey) in 197, he has studied at Sutcuımam University Kahramanmaras (Machine Engineering Public Works). His first encounter with the world of media is to be a newspaper reporter for a radio in Bursa. Following this experience he has started working into this world. He studied film and journalism at Istanbul where he worked as a journalist for the national channel 6 during two years Since 2001 he lives in Paris. In 2007, he published a book on the Turkish media (Generallarin Mikrofonlu Erleri ve Kurtler) and continues writing articles on a site-internet

7 Tra il lo stato turco lancia delle operazioni militari contro la città di Dersim, dove la maggioranza degli abitanti erano kurdi Aleviti, rivendicando di portare la civilizzazione. Migliaia di persone sono state uccise ed altre migliaia esiliate dalla propria terra natia. Durante il massacro e l esilio, centinaia di ragazze sono state consegnate alle famiglie dei soldati di alto rango per essere Turchizzate. Questa realtà rimase sconosciuta per anni. Il Film racconta la verità di ciò che accadde attraverso la storia di queste ragazze scomparse. La storia racconta di due cugine che si rincontrano dopo 72 anni, la loro testimonianza racconta del massacro, di come sono state strappate dalle loro radici e attraverso ciò che hanno vissuto. Between , the Turkish state launched military operations against the town of Dersim, where the majority of inhabitants were Kurdish and Alevi, claiming to bring civilisation. Thousands of people were killed and thousands more were exiled from their homeland. During the massacre and banishment, hundreds of girls were given to high rank soldiers families to be Turkified. This reality was unknown for years. This film exposes the truth of what happened through the story of those missing girls. One story tells of two cousins who met each other 72 years later, their witness accounts of the massacre, how they were broken off from their roots and what they have gone through. HÈVIYA AZADIYÈ Terzo Festival del Cinema Kurdo a Roma Bir Tutam sac/una ciocca di capelli, le ragazze scomparse di Dersim di Nezahat Gundogan Turchia (docufilm - 58 min.) Nezahat Gundogan Nata nel 1968 nella provincia di Erzincan, è cresciuta ad Istanbul. Fu arrestata a causa delle sue opinioni politiche mentre era iscritta alla facoltà di Architettura dell'università della Tracia e trascorse sei anni e mezzo in prigione, interrompendo i suoi studi. Dopo la sua scarcerazione, avvenuta nel 2001, ottenne la laurea in Architettura, frequentando parallelamente un corso privato di cinematografia. Il suo primo documentario If Munzur Does not Flow (Se il Munzur non scorre) affronta questioni relative alla realizzazione di dighe ed all'ambiente. Born in 1968 in the Erzincan Province, she grew up in Istanbul. She was arrested for her political opinions while attending the School of Architecture at the University of Thrace and spent six and a half years in prison, suspending her education as a result. She was released in Following her release, while completing her degree in Architecture, she took a private cinema course. Her first documentary If Munzur Does not Flow deals with dams and environmental issues. 10 DICEMBRE

8 Kevoka spi/colomba bianca di Viyan Mayi Kurdistan (film - 27 min.) Il giovane Sardar, viene liberato dalla prigione in uno splendido giorno d estate. Lo zio e i cugini passano a prenderlo ma c è grande tensione. Il padre di Sardar è morto da molto tempo e lo zio ha preso le redini della famiglia, forzando Sardar a commettere un odioso crimine per proteggere l onore della famiglia. I giorni passano e i dubbi sul suo gesto si ingigantiscono. Young Sardar, is released from prison on a bright summer day. His uncle and his cousins come to pick him up but there is tension. With his father long dead, his uncle has taken the reins of the family and forces Sardar to commit a heinous crime to protect the family honour. As the day passes he starts to question his act. Viyan Mayi Viyan è nata nel 1960 nel villaggio di Mayi, nel nord del Kurdistan in Iraq. Ha studiato a Dohuk, sul confine turco, poi si è sposata per crescere i quattro figli. E fuggita con la famiglia in Svezia, dopo la Guerra del Golfo nel Una volta cresciuti i figli, ha trovato il tempo di studiare Comunicazione e Media, con un focus sulla regia ad Uppsala, Svezia. Tornata nel Kurdistan (Iraq) nel 2004, lavorando nello sviluppo e nei diritti delle donne. Viyan was born in 1960 in the village of Mayi, Northern Iraqi Kurdistan. She studied in Dohuk, near the Turkish border, then married and left school to raise four children. She and her family fled Iraq after the Gulf War to Sweden in With her children grown up, she found time to study communications and media with a focus on filmmaking in Uppsala, Sweden. She returned to Kurdistan (Iraq) in 2004, working in development and women rights.

9 Bêrîvan, poema di ribellione di Aydin Orak Turchia-Belgio (documentario 50 min.) Questo documentario racconta la storia di Berivan Cizre che guidò la prima grande insurrezione del popolo kurdo durante la celebrazione del Newroz a Cizre nel In questa rivolta, una donna, che indossa la kefiya bianca sempre attorno alla sua testa, attira l'attenzione per come guida le masse e il suo coraggio meraviglia le autorità. Questo documentario di 50 minuti, diretto dall'attore e regista Aydin Orak, rivela gli aspetti sconosciuti dei giorni della ribellione e narra il coraggio di Cizre. Berivan, poema di ribellione di Aydin Orak documenta la simbolica battaglia di questa donna. Morirono 17 persone, molte rimasero ferite, centinaia furono messe sotto custodia e arrestate e il giornalista Izzet Kezer fu ucciso. Le immagini prese da archivi e usate nel documentario, insieme con il racconto di Cizre, hanno un importante ruolo per trasmettere alle generazioni future i ricordi di un importate storico punto di svolta. This documentary tells Berivan Cizre story, who led the first great uprising of the Kurdish people, during the Newroz that took place in Cizre in In this great uprising, a woman, who can be seen with the white kefiye always around her head, attracts attention the way she guides the masses and her courage surprises the official authorities. This 50-minute-long documentary, directed by actor and director Aydin Orak, reveals the unknown aspects of the days of the rebellion and chronicles the bravery of Cizre. A poem of rebellion: Berivan is the symbol of this woman. 17 people died, many were injured, hundreds were taken under custody and arrested, and journalist Izzet Kezer was killed. The images taken from archives and used in the documentary, along with Cizre, i fs narrative, have an important role in passing on memories of an important historical turning-point to generations to come. Aydın Orak Aydın Orak, nato nel 1982 a Mardin (Turchia),è stato attore di teatro e film dal Ha recitato nei film Fırtına (Tempesta), D, Kayıp Özgürlük (Libertà persa) e recentemente in ambito teatrale sta lavorando come attore e regista, così come scrittore e traduttore. Aydın Orak, 1982-Mardin. He has been an actor in theatre and movies since He took role in the movies, Fırtına (Storm), D, Kayıp Özgürlük (Lost Freedom) and recently in the field of theatre, he is working as an actor and director as well as a writer and translator.

10 Crossing the dust Attraversando la polvere di Savket Emin Iraq-Kurdistan (film - 1 ora 11 min.) Durante il periodo della caduta di Saddam nel 2003, due kurdi cercano i genitori di un bambino arabo, di nome Saddam. Nello stesso momento i genitori del bambino lo stanno cercando dappertutto, preoccupati perchè il suo nome ora è tabù. Tutti i tentativi dei due soldati kurdi (Azad e Rashid) di liberarsi del bimbo falliscono: né gli americani né le persone della moschea lo vogliono. Il piccolo Saddam inizia a diventare un vero problema. Azad supera le differenze etniche e cerca di aiutare il ragazzo a ritrovare i suoi genitori, con grandi obiezioni da parte di Rashid, la cui famiglia era stata sterminata dalle truppe irachene sotto il regime di Saddam durante la campagna anti-kurdi negli anni 80. Azad viene ucciso mentre tenta di proteggere il bambino dalle truppe di Saddam, che vogliono riprenderlo. Rashid mette da parte la sua animosità e prosegue il suo compito per aiutare il ragazzino a ritrovare la sua famiglia. During the fall of Saddam in 2003, two kurds are looking for the parents of an arab boy named Saddam. At the same time the boy's parents are looking for him everywhere, worried because his name is now taboo. All the attempts of the two kurds (Azad and Rashid) to get rid of the child fail: neither the americans nor clerics at the mosque want him. Little Saddam begins to become a real problem. Azad overcomes ethnic differences and tries to help the boy find his parents, much to the objections of Rashid, whose family was wiped out by Iraqi troops under Saddam during the anti-kurdish campaign in the 1980s. Azad is killed while trying to protect the boy from Saddam's troops, who want to take him back. Rashid puts aside his animosity and carries on with the task of helping the boy find his parents. Shawkat Amin Korki Nato nel Kurdistan iracheno nel1973 per riunirsi alla famiglia, è costretto dai militari iracheni a fuggire in Iran dove rimane fino al Durante la permanenza in Iran ed anche al rientro nel suo Kurdistan, lavora per il teatro, la televisione e il cinema. I suoi cortometraggi, realizzati tra il 1997 e il 2005, sono stati presentati in molti festival internazionali, vincendo premi con eccellenti critiche. Nel 2002, ha organizzato il primo Erbil Short Film Festival. Attraversando la polvere, il suo primo film, ha partecipato all International Film Festival di Rotterdam nel He was born in Iraqi Kurdistan in To join his family, he was forced by Iraqi militia to flee to Iran where he stayed until During his years in Iran and then when he returned to Iraqi Kurdistan, he began to work for the theatre, television and the cinema. His short films, made between 1997 and 2005, have been presented at many international festivals, winning awards and to an excellent reception. In 2002, he helped organize the first Erbil Short Film Festival. Crossing the Dust, his first feature film, was shown at the International Film Festival of Rotterdam in 2007.

11 Bèdengi/Silenzio di Aziz Capkurt Turchia (corto - 14 min.) Hasan lavora nel negozio di lavorazione del vetro del padre. Un giorno una donna anziana porta a riparare una cornice che ha il vetro rotto. Hasan riconosce l'uomo giovane nella fotografia. Dopo quel giorno comincia a seguire la donna: ciò che segue si rivela essere il suo stesso passato. Durante la guerra interna in Turchia furono perpetrati numerosi assassini e molte persone furono arrestate. Madri e famiglie di coloro che furono arrestati da 15 anni ogni sabato fanno manifestazioni. Queste madri sono chiamate le Madri del sabato. Si tratta dell'incontro tra un ex soldato e una madre che ha perso il proprio figlio in prigione. Hasan works at his father glassworks shop. One day, an elderly woman brings a picture frame with broken glass for repair. Hasan recognizes the young man in the picture. He starts following the woman around after that day. What he follows also turns out to be his own past. During the internal war in Turkey, several assassinations were performed and several people were lost in custody. Mothers and families of the ones who were lost under custody make demonstrations every Saturday for the last 15 years. These mothers are named the saturday Mothers. The project tells the story of the encounter between an ex soldier and a mother who lost her son under custody. 11 DICEMBRE Aziz Capkurt Aziz Çapkurt, è nato a Kars nel1981, dove ha completato i suoi studi elementari e liceali. Successivamente ha lavorato come assistente alla regia in vari film e serie TV. Fino al 2007 ha lavorato con il collettivo Cinema Mesopotamia. Aziz Çapkurt, he was born in Kars in He completed his elementary and high school education there. Later he worked as direction assistant in several TV films and series. Since 2007 he has worked with the Mesopotamia Cinema Collective.

12 Asê/Incastrato di Ro Oguz Turchia (corto - 13 min) Il film comincia con la fuga di Ehmed verso la città dopo la violenza esercitata dai militari contro gli abitanti dei villaggi che vivono secondo i ritmi della loro vita quotidiana nella regione. Il film racconta di Ehmed che sperimenta in città alienazione e problemi di identità, trovando soluzioni nella droga. Infine, c è il racconto del ritorno al villaggio dopo essersi confrontato con la propria realtà. The movie starts with Ehmed escape to the city, after military violence directed to villagers who live in their daily life rhythm in the region. The movie tells about Ehmed who experiences alienation and identity problems in the city and finds the solution in drugs, and his returning to his village after he confronted his own reality. Ro Oguz Nato il1982 a Adana (Turchia). Ha finito gli studi nel scuola superiore di Adana 5 Ocak. La sua vita da cineasta cominciata nel He was born in 1982, in Adana (Turkey). He completed his studies at the Adana 5 Ocak high school. He has started working as filmmaker in Silhouette di Kamiran Betasi Kurdistan (corto - 10 min.) Si tratta della vita, di come vivere con la speranza e l idea di guardare avanti per creare una nuova vita dalle ceneri della morte, cercando di modificare il concetto di morte e di darsi una meta gloriosa, persistendo con impegno. The plot is about life, how humans live with hope and looking forward to create a new life out of death with his thoughts, keep trying to reform the concept of death and to set a glorious goal and persist to put his effort on it. Kamiran Betasi Kamiran è nato a Zakho, nel Ha diretto molti video clip e documentari. Ha anche presentato molti programmi televisivi. Kamiran was born in Zakho,1972. He has directed many video clips and document films. Also, he has presented many television programs. Guz/La noce di Soran Ibrahim Iraq Kurdistan (corto - 8 min.) Andando a scuola, alcuni bambini vedono un albero di cocco ed uno di loro cerca di cogliere l'ultimo frutto. In the way to school, some children find a coconut tree, one of them tries to get the last coconut. Soran Ibrahim Nato ad Erbil nel 1982, ha fatto il suo debutto cinematografico come attore, svolgendo il ruolo da protagonista nel famoso film del regista curdo Bahman Ghobadi Turtles can fly. Born in Erbil 1982, he started to work in the cinema as leading actor in Bahman Ghobadi s famous Kurdish film A Turtles can fly.

13 Dema Tùya/Il tempo dei gelsi di Firat Yavuz e Seren Gel Turchia-Kurdistan (corto - 16 min.) Kazım, arrivato alla mezza età (45 anni), si sente oppresso dalla vita del suo villaggio e sente di essere solo. Furbetto ed inconcludente per carattere, con il suo atteggiamento a non voler accettare di essere il Guardiano del Villaggio in quella zona di guerra, da fastidio ai suoi stessi parenti e soprattutto a sua moglie. Non avendo alcun mezzo finanziario, lei si lamenta in continuazione. Kazım, pensando di non riuscire più a sopportare il peso psicologico della guerra, le difficoltà economiche e quell opprimente atmosfera, decide di suicidarsi. Da quel momento comincia un viaggio fuori e dentro di sé. Kazım credendo di andare incontro alla morte in questo viaggio in cui sogno e realtà si confondono, in effetti non si rende conto che la morte si allontana sempre di più da lui. Il senso amaro della vita si svela, nel dipanarsi della trama, insieme al suo lato dolce e leggero. Kazım who comes to the end of his mid-age, (45) thinks that he is squeezed in his village life and that he is helpless. His cunning and unprofitable personality, his attitude not accepting been rural guard in the regional war disturbs some of his close relatives especially his wife. As Kazım has nothing in his hand in term of money, his wife always complains. Kazım who thinks that he cannot put up with the psychology of war, economical matters, and the heavy burden of his self-seeking environment, decides to commit suicide. From now on, for him a journey starts both inside and outside of him. Kazım who considers going toward the death in this journey in which the dream is within reality, he does not realize that the death gradually goes away from him. The bitter taste of life right out of the track, sweet and naive nature shows itself in face, too. Seren Gel Nata a Tunceli in Turchia, si laurea all Università di Istanbul presso il Dipartimento di Filosofia nel Nel 2006 stava ancora studiando all Università e fa da assistente alla direzione artistica nel film Firtina diretto da Kazım Öz. Born in Tunceli 1988, she graduated from the University of Istanbul, department of philosophy in Mastering in the University of Istanbul, still studying, in 2006, she was the assistance of art director in FIRTINA, directed by Kazım Öz. Fırat Yavuz Nasce a Hatay in Turchia nel Qui frequenta le scuole primarie e superiori. Si laurea all Università 9 Eylül alla Facoltà di Belle Arti presso il Dipartimento di Cinema e Script Writer. Inizia un master in Cinema all Università di Marmara presso l Istituto di Scienze Sociali e sta continuando i suoi studi in questo ambito. Tra il è assistente di produzione e direzione in alcuni film e soap operas. Dal 2008 lavora nel collettivo Cinema Mesopotamia sia praticamente che teoricamente. He was born in Hatay in He went to primary and high school there. He graduated from the University of 9 Eyül, the Faculty of Beautiful Arts, Department of Cinema Script Writer. He started the University of Marmara,Social Sciences Institute, department of Cinema Master and is still studying. Between the years , he made the assistance of production and director. in some films and soap operas. Since 2008, he has been working in Mezopotamia Cinema Collective both theoretic and practically.

14 Sguardi di speranza/looks of hope Mostra fotografica di Afat Baz HÈVIYA AZADIYÈ Terzo Festival del Cinema Kurdo a Roma Sguardi di Speranza Il campo profughi di Mahmur è un situato nel sud del Kurdistan e ospita la gente scappata a seguito delle repressioni che insanguinarono il nord. L innocenza dei bimbi di Mahmur, con il loro sguardi limpidi ed estranei agli orrori della guerra sono l anima stessa del Campo e conseguentemente la sua speranza. Il fotografo Afat Baz è rimasto profondamente colpito dalla forza scaturita dagli occhi di questi bimbi e ha voluto realizzare un reportage fotografico che ne potesse evocare l intensità e la purezza "Looks of hope" The refugee camp of Mahmur is situated in southern Kurdistan and hosts people escaped from bloody repression occurred in the North. The innocent children of Mahmur, with their looks clear and extraneous to the horrors of war, constitute the very essence of the camp and consequently its hope. Photographer Afat Baz was deeply impressed by the strength sprung from the eyes of these children, thus he made a reportage which might evoke that strength and purity. Afat Baz è nato a Urfa 31 anni fa e nel 1994 è venuto in Europa come rifigiato politico. Egli non ha mai accettato le continue violazioni dei diritti e crimini che insanguinavano il Kurdistan, questo scenario lo spinse a rendersi attivo nel campo della difesa dei diritti umani. Sentendo il bisogno di testimoniare queste violazioni entrò nel mondo del giornalismo. Nel 98 iniziò la carriera di giornalista professionista in molte canali televisivi kurdi: Med tv, Ctv, Medya Tv, Roj Tv. Parallelamente iniziò anche un attività di documentazione fotografica. Afat Baz was born in Urfa 31 years ago and in 1994 he came to Europe as a refugee. He never accepted war crimes happening in Kurdistan, so that was motivated to start the defense of human rights. Afat felt the urge to witness repeated violations, thus became a journalist and in 1998 he started to explain his point of view in many Kurd TV channels : Med TV, CTV, Medya Tv, Roj Tv. In the meantime he also documented in photographs.

15 DEDICATED TO ANNA MARCONI Un Ponte Per Anna Marconi, volontaria militante all interno di Un ponte per dal 1994, è stata ideatrice, promotrice e responsabile nazionale della campagna di solidarietà Un ponte per... Diyarbakir. Il suo lavoro attivo inizia al rientro da uno dei suoi viaggi nel Kurdistan turco, il Paese che non c è. Sin dagli anni 70, Anna, è impegnata in progetti di solidarietà e cooperazione per il Sudafrica, il Cile, il Mozambico e si occupa anche di immigrazione. Con Un ponte per... organizza delegazioni di osservatori in Kurdistan e dal 2000 partecipa alla campagna internazionale contro la costruzione della diga di Ilisu. Lavora inoltre alla realizzazione di due importanti progetti, un corso sulla storia e la cultura del popolo kurdo ed un progetto di cooperazione decentrata Casa delle donne e dei bambini nella municipalità di Dogubeyazit. Il libro da lei scritto, Il popolo kurdo. Storia di una diaspora sconosciuta diventa il testo base di un ciclo di incontri attivati nelle scuole su tutto il territorio nazionale. In quegli anni, la passione e il grande impegno civile di Anna Marconi pone le basi per una nuova strategia di sensibilizzazione e di informazione. Anna è stata una persona fondamentale nel dare al Ponte l apertura che ha oggi nel Medio Oriente e se la tragedia kurda è conosciuta e sostenuta in Italia lo si deve principalmente alla sua opera ed al suo impegno. E lei che, negli anni in cui la tragedia del popolo kurdo era sconosciuta a tutti, parte per il Kurdistan e poi, tornata in Italia, lavora con costanza per farli conoscere scrivendo un libro. Da qui in poi, sono nate tante iniziative che Anna ha promosso e alimentato con una passione autentica, che le è costata anche l espulsione dalla Turchia. E con le parole della figlia Daria che UPP da un ultimo saluto ad Anna: Se n è andata come speravo, con me e con il suo compagno vicini a lei, a casa sua, senza mettere piede in ospedale. Non credo che abbia sofferto molto più che nell ultimo anno, semplicemente ha smesso di respirare. Le ho messo una sciarpa del Kurdistan intorno al collo. Anna Marconi, active volunteer of Un Ponte per since 1994, was the author, promoter and person nationally in charge of this solidarity campaign Un ponte per... Diyarbakir. Her active work begins upon her return from her travels in the Turkish Kurdistan, the Non-existing country. Since the seventies Anna was involved in solidarity and co-operation projects for South Africa, Chile, Mozambique. At the same time, she begins to devote herself to immigration issues. With UPP, she organizes delegations of observers to Kurdistan and since the year 2000 she participates to the international campaign against the construction of the Ilisu dam. She works also for carrying out two important projects, a course on the history and culture of the Kurdish people, and a project of decentralised co-operation for putting in place the Women and children house in the municipality of Dogubeyazit. Her book, whose title is Kurdish people. History of an unknown diaspora becomes the text book of a series of meetings in the schools all over Italy. In those years, Anna s passion and civil engagement lay the basis for a new strategy for sensibilization and information.anna has been fundamental since she has given to Un Ponte per the opening that it has nowadays in the Middle-East, and if the Kurdish tragedy is known and supported in Italy is due to her. During the years in which the tragedy of the Kurdish people was unknown by everybody, she left to Kurdistan, and once back to Italy, she works with perseverance in order to make it known through her book. Since then, many initiatives have been promoted and supported by Anna with a genuine passion, thanks to which she was also expulsed from Turkey. It s with the words of her daughter Daria that UPP wants to give her the last greeting: She left as I hoped, with me and her partner close to her, at home, without ever being in a hospital. I don t think she has suffered more than she had during the last year, she simply stopped to breathe. I put around her neck a Kurdistan scarf.

16 Associazione Europa Levante Viale Carso, Roma Tel: Hevi Dilara, direttore artistico Il Festival è stato possibile grazie alla collaborazione di: Monica Zaghet, Cristiano Rea, Mehmet Yuksel, Irene De Angelis, Francesca Gianfelici, Francesca Bozzano, Marisa Melis, Irene Forcella, Arturo Salerni, Alessandro Forlani, Fabio Testasecca, Fabio Meloni, Davide Berruti. Grafica: Cristiano Rea illustrazione: Rebwar Saeed

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