Il modello Veneto, aperto, partecipato e condiviso per la promozione della società dell'informazione

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1 Il modello Veneto, aperto, partecipato e condiviso per la promozione della società dell'informazione Bruno Salomoni Direzione Sistema Informatico Via Pacinotti, 4 Marghera (Ve) Elvio Tasso Direzione Sistema Informatico Via Pacinotti, 4 Marghera (Ve) Antonino Mola Direzione Sistema Informatico Via Pacinotti, 4 Marghera (Ve) bruno.salomoni@regione.veneto.it elvio.tasso@regione.veneto.it antonino.mola@regione.veneto.it 1. SOMMARIO In questo documento è presentato il modello di riferimento con il quale, la interviene per realizzare iniziative di sviluppo tecnologico come leva per promuovere la competitività dei territori. Il modello si basa sulle seguenti componenti: 1. la definizione di un processo ricorsivo di sviluppo denominato CICLO DELL'INNOVAZIONE; 2. l'individuazione di specifiche azioni di sviluppo orientate a incidere sulle 3 componenti tecnologiche di base (IT TLC e Media) denominate nel loro complesso AREE DI INNOVAZIONE; 3. la scelta di un metodo di sviluppo basato sulla priorità della centralità del territorio e delle sue comunità denominato SVILUPPO APERTO, PARTECIPATO E CONDIVISO; 4. l'orientamento dell'organizzazione regionale e delle azioni di sviluppo in un'ottica di sostenibilità nell'erogazione dei servizi e di supporto al territorio oltre la fase progettuale denominate METODOLOGIA DEI SERVIZI E ORGANIZZAZIONE PER LABORATORI; 5. l'individuazione di un modello organizzativo di sviluppo delle progettualità basato sull'inclusione delle forze del territorio denominato INCLUSIONE LOCALE; 2. INTRODUZIONE Il modello è stato sviluppato nel corso degli ultimi tre anni sulla base dell'esperienza di sviluppo di progetti di e-government che hanno consentito una reale ricaduta in termini di trasferimento tecnologico al territorio e, in concreto, nell' erogazione di servizi al cittadino. Tra questi progetti citiamo: MyPortal: il portale dei servizi al cittadino e all'impresa diffuso in circa 120 Enti Locali; Ve2Ci e CiTv: per la sperimentazione della piattaforma digitale terrestre e della piattaforma di gestione dei contenuti multimediali Nessuno Escluso e Larga Banda: per la sperimentazione della convergenza tecnologica dei segnali audiovisivi e la diffusione della larga banda. Questi progetti, inizialmente, realizzati nel territorio della provincia di Belluno nell'ambito di due diversi programmi (Includendo e Diffondendo) hanno consentito a, grazie anche al contributo di importanti Università (Cà Foscari di Venezia, SDA Bocconi di Milano, Venice International University), di individuare un'insieme di processi e buone pratiche utili a rendere ripetibile l'esperienza. E' nato così il modello di promozione della società dell informazione che si sta riproponendo su altri territorio del Veneto. Di seguito, si descriveranno più dettagliatamente le componenti del modello. 3. IL CICLO DELL'INNOVAZIONE Il modello per la realizzazione di attività di promozione dei territori tramite le tecnologie ICT, qui ipotizzato, si può scomporre in due macro fasi: la fase di sviluppo e la fase di servizio. La fase di sviluppo si riferisce a quelle attività che individuano la scelta e la realizzazione tecnica del progetto da attuare. Si compone essenzialmente di due sottofasi: preliminare e di attuazione. Nella prima vengono individuati i processi che portano alla definizione e alla scelta delle progettualità da sviluppare, nella seconda vengono individuati i processi per un corretto sviluppo dei progetti. In quest ultima fase si prendono a riferimento gli standard per la conduzione dei progetti del Project Management Institute (PMI).

2 Spesso i progetti di innovazione tecnologica sono particolarmente orientati alla realizzazione della migliore tecnologia. A volte si sottovaluta la sostenibilità degli stessi progetti con la conseguenza di avere, magari degli ottimi prodotti, ma difficilmente utili o utilizzabili. La fase di servizio, cerca di affrontare questo tema, indagando i processi e le attività necessarie a garantire la prosecuzione e lo sviluppo del progetto nella fase successiva alla realizzazione. (sostenibilità). La fase di servizio si compone due sottofasi: gestione e sviluppo. In questa macro fase vengono prese a riferimento le linee guida dell Information Tecnology Infrastructure Library (ITIL) Fase di sviluppo Preliminare Attuazione Gestione Sviluppo - Strategie Linee guida e di di indirizzo - Politiche Piano strategico e azioni - Proposte - Scelte La sottofase preliminare Fasi e sottofase di preliminare In questa sottofase si individuano i processi necessari gestire il passaggio dell ipotesi realizzativi a progetto concreto. Partendo da un analisi e dalle diffusione delle strategie e delle politiche regionali, nazionali ed europee si promuove l indagine e l approfondimento delle tematiche di riferimento. Seguono le attività che portano dalla prima rappresentazione della soluzione al bisogno da soddisfare. Si arriva quindi a individuare i processi che portano alla scelta da parte degli organi competenti del progetto da realizzare per raggiungere gli obiettivi condivisi. Output di questa attività di proposta è la condivisione degli obiettivi di fondo dell ipotesi progettuale prima di passare al coinvolgimento dei principali attori e infine alla definizione tecnica ed economica della soluzione. Tutti questi elementi dovrebbero essere sufficientemente indagati per consentire ai decisori di dare il via libera all iniziativa. La sottofase di attuazione Fase di servizio (esercizio) La fase di attuazione ha inizio una volta accettati da parte degli stakeholder e degli sponsor, gli obiettivi di fondo del progetto (scopo), i tempi realizzativi, la qualità del prodotto o dei prodotti da sviluppare, le risorse necessarie. Nella descrizione di questo processo si fanno riferimento agli standard PMI per la gestione di progetti. La realizzazione dei progetti è spesso legata a progettualità concorrenti al raggiungimento di un obiettivo territoriale più ampio. Il progetto viene cioè inserito in un quadro di azioni concorrenti chiamato programma con il quale si tende a incidere su più aree di innovazione (IT, TLC, MEDIA). La sottofase di gestione Una volta che il progetto si è concluso con buona soddisfazione degli sponsor, degli stakeholder, e degli utenti, i prodotti frutto del processo realizzativo vanno trasferiti in produzione. Il termini qui utilizzato non si riferisce alla fase, tipica di un processo di produzione sw, dove dopo una fase di analisi, progettazione, test, si passa l applicazione in produzione. In questo ambito il termine è molto più esteso e riguarda l applicazione del piano di sostenibilità che deve essere previsto nella fase di sviluppo del progetto. Si tratta cioè della formalizzazione degli obiettivi, dei processi, delle responsabilità, delle risorse necessarie a portare avanti l iniziativa e consentirne un proficuo sviluppo. La sottofase di sviluppo del servizio La sottofase in questione, riguarda quelle attività di studio e analisi degli impatti del servizio e di ascolto dei bisogno dell utenza che trae vantaggio dai prodotti e dalle attività (servizi) erogati. E una sottofase che ha stretta correlazione con la fase preliminare avendo come principali obiettivi: quello di migliorare il servizio e quello di valutare l impatto del progetto rispetto alle attese delle strategie individuate e delle scelte politiche adottate nel loro complesso più ampio. Fase di sviluppo Fase di servizio (esercizio) Preliminare Attuazione Gestione Sviluppo - Bisogni - Condivisione - Proposta - Scelta - Attuazione Fase di esercizio sottofase di sviluppo 4. LE AREE DI INNOVAZIONE Nella precedente sezione abbiamo esemplificato un sistema che negli intendimenti dovrebbe mirare a un ciclo di sviluppo ricorsivo capace di garantire continuo miglioramento delle azioni di trasferimento tecnologico. In questa sezione invece, vogliamo illustrare non solo su quale logica ma anche su quali componenti tecnologiche è mirata la nostra azione. Per quanto riguarda le iniziative di trasferimento tecnologico, il modello si basa su tre distinte linee d azione: IT, TLC, Media. Trasferire information tecnology, nel contesto dell agire del modello, significa puntare a progetti di

3 infrastrutturazione di sistemi sui quali far crescere la capacità della comunità degli enti territoriali di erogare servizi in grado di soddisfare specifiche esigenze dei cittadini. Si cerca con questo, non di realizzare semplicemente un prodotto o un servizio, ma di mettere in grado il territorio di capire qual è l esigenza che si intende soddisfare in ragione della capacità del territorio stesso di sostenere i risultati del progetto anche a conclusione delle fasi di realizzazioni. La capacità di erogare servizi e i relativi sistemi che consentono questa attività non sono tuttavia sufficienti se non si accompagna a questa azione, una corrispondente verifica delle capacità del territorio di offrire infrastrutture tecnologiche di telecomunicazione in grado di veicolare i nuovi prodotti e i servizi che ne derivano. Vengono quindi previste, nell ambito del modello azioni di analisi del territorio e la predisposizione, dove possibile e necessario, di opportune progettualità tese all infrastrutturazioni di reti TLC. Il ciclo tecnologico si integra mediante lo sviluppo, oltre della parte di servizi (IT) e di infrastrutture abilitanti (TLC), anche di specifiche azioni tese a produrre contenuti (MEDIA) capaci di stimolare la domanda e quindi il reale utilizzo e ritorno economico dei sistemi di erogazione dei servizi. 5. SVILUPPO APERTO PARTECIPATO E CONDIVISO Nelle precedenti sezioni abbiamo avuto modo di illustrare la logica (ciclo di innovazione) e su quali settori (aree di innovazione) si basa il nostro modello. Il tema proposto in questa sezione si riferisce al come e si basa sull idea che trasferire innovazione su un territorio sia per prima cosa rapportarsi con le comunità locali di cittadine e imprese. IL modello individua un insieme di comunità con le quali, in un ottica di promozione della società dell informazione, si è ritenuto necessario sviluppare prioritariamente un sistema di relazioni, di interscambio, di confronto per definire e pianificare le politiche di sviluppo locale. Lo sviluppo, in questo senso, viene progettato ispirandosi a tre principi guida: Sviluppo aperto: le tecnologie alle quali si rivolge per le azioni di trasferimento sono prioritariamente aperte ovvero individuate in quella filiera tecnologica che sviluppa le proprie azioni avendo a riferimento modelli di condivisione e di inclusione della conoscenza. L esempio più famoso riguarda i prodotti sw a codice aperto (open source). Sviluppo partecipato: la partecipazione, in questo modello, viene intesa come strumento essenziale per sviluppare azioni che siano in grado di includere fattivamente le comunità locali come principale garanzia di successo e di continuità dell azione di innovazione. Sviluppo condiviso: la partecipazione non risulta sufficiente se non viene accompagnata da una convinta adesione alle iniziative di trasferimento tecnologico, frutto essenzialmente del processo di confronto e accoglimento delle istanze locali. Di seguito viene illustrato il sistema delle comunità. Il sistema dell Mantainer (sviluppo) Nell idea di inclusione risulta fondamentale la figura di un che svolga il ruolo di promotore delle politiche di sviluppo locale. In maniera particolare, nel modello questo ruolo viene ricoperto dalla nella competenza specifica della Direzione Stakeholder Operatori Sviluppatori Mantainer Il sistema delle comunità Sistema Informatico. Il modello prevede un ruolo di sviluppo delle progettualità di innovazioni in una logica di stretta integrazione con le realtà locali. Tuttavia, l azione regionale, non si limita all inclusione, analisi, finanziamento, progettazione, realizzazione delle opere ma viene inoltre sviluppato un sistema (laboratori) di supporto dei territori capace di garantire non solo il continuo miglioramento dei prodotti sviluppati ma anche una continua assistenza ai gestori locali. Il sistema degli stakeholders L individuazione e la realizzazione di un sistema permanente di relazioni e di confronto con le principali figure, singole persone, autorità o associazioni del territorio interessate alle dinamiche di innovazione risulta evidentemente fondamentale. E importante quindi individuare un luogo strutturato (Comitato dell innovazione) di analisi, confronto e scelta delle politiche di sviluppo del territorio. Il sistema delle imprese Gestore Utenti Promuovere la competitività del territorio attraverso il trasferimento di tecnologie innovative che possano rappresentare concrete occasioni di sviluppo non può non vedere tra gli attori principali di queste politiche le imprese del territorio. Il nostro intervento si propone quindi di individuare momenti specifici attraverso i quali

4 animare il tessuto imprenditoriale locale attraverso concrete azioni (ad es. premio sullo sviluppo) capaci di individuare possibili occasioni di business. Il sistema dell gestore L azione di promozione dello sviluppo tecnologico ha per sua definizione un ciclo di vita che si conclude con il rilascio dei prodotti, delle opere e dei modelli di sostenibilità dell innovazione. Dopo questa fase è quindi necessario che il risultato dell agire delle politiche di sviluppo sia fatto proprio dal territorio che deve condurre le azioni necessarie a continuare nelle attività di gestione. IL modello, di conseguenza promuove la realizzazione dei progetti di innovazione partendo dall individuazione del modello di sostenibilità a cui deve essere associato l individuazione della realtà organizzativa che si prenderà in carico la gestione degli interventi una volta realizzati. Il sistema degli operatori Le varie azioni sviluppate a livello locale producono risultati che, in ottemperanza al modello individuato, non sono progettati per rimanere di stretto appannaggio del territorio dove sono stati realizzati. In un ottica di riuso, questi risultati vengono inseriti a portafoglio del sistema di innovazione regionale e riproposti in altri ambiti territoriali interessati. Questo principio trova una sua concreta realizzazione nell ambito della comunità degli operatori locali. Si tratta di azione che mirano a creare e promuovere relazioni permanenti tra imprese locali interessate alle tecnologie sviluppate nei progetti di trasferimento tecnologico e le altre comunità individuate dal modello. Lo scopo è di fornire al tessuto imprenditoriale, una possibile 'occasione per sviluppare prodotti e servizi basando il modello di business non su prodotti a codice chiuso e proprietario ma su codice aperto. Il sistema dell' Mantainer garantisce agli operatori locali (imprese) una diffusione e una visibilità dei prodotti realizzati, a livello almeno regionale su tutto il sistema della PAL Veneta. Si tende così a promuovere un sistema che potrebbe rappresentare un importante volano di conoscenze e risorse utili allo sviluppo dei prodotti e di conseguenza dell'innovazione. 6. METODOLOGIA DEI SERVIZI E ORGANIZZAZIONE PER LABORATORI L azione orientata ad intervenire nei territori con una forte azione di connessione alle istanze locali descritta sopra è orientata a una logica di sostenibilità locale dei prodotti e servizi sviluppati nei progetti di promozione della società dell informazione. In questa sezione, si illustra il metodo con il quale i risultati dei progetti sono inseriti nel contesto organizzativo della Direzione Sistema Informatico della per garantire la continuità dell erogazione dei servizi realizzati e il supporto al territorio. I progetti che vengono proposti passano alla fase di attuazione una volta che si è individuato lo scopo e l locale sulla base di una metodologia illustrata sommariamente nella sezione successiva. Con questo, si cerca di realizzare lo sviluppo di una serie di prodotti capaci di essere utilizzati per erogare servizi innovativi e concretamente utile ai cittadini e/o all'impresa. Inoltre, il progetto superata la fase preliminare del nostro ciclo di innovazione, se viene progettato in un'ottica integrata con le altre azioni di promozione della società dell informazione già realizzate o in corso di realizzazione. I risultati di queste azioni, inoltre vengono sempre progettati per essere di vantaggio non solo del territorio con il quale si sviluppa il progetto ma anche a favore degli altri territori del Veneto e in generale del sistema della PA. Gli strumenti su cui si basa questa linea operativa sono una metodologia di riferimento (ITIL) e uno strumento organizzativo che va sotto il nome di laboratorio. Metodologia (ITIL) Il modello di riferimento per lo sviluppo della società dell'informazione si basa dal punto di vista metodologica sulle linee guida definite nel framework ITIL (IT Infrastructure Library). Come noto, la filosofia ITIL adotta un approccio process-driven nella gestione dei sistemi IT. Le linee guida ITIL forniscono al modello un approccio metodologico strutturato che consente, in tutto il ciclo di innovazione, di impostare la nostra azione orientando il risultato a un'ottica di erogazione di servizio. Questo implica, già in fase preliminare, sviluppare l'ideazione partendo dal presupposto di quali servizi realizzare per quali gruppi di interesse e su quali basi possono essere sostenuti nella successiva fase di gestione. Un approccio che si arricchisce dello schema organizzativo dei laboratori pensati come contenitori di prodotti, competenze, metodologie, risorse, servizi, in funzione di un continuo supporto ai territori e alle tecnologie che vengono sviluppate tramite i progetti di sviluppo dell'e-government Veneto. Organizzazione per laboratori I laboratori sono pensati come strumenti organizzativi capaci di accogliere i prodotti sviluppati nelle azioni di promozione della società dell'informazione, realizzati nei e con i territori di volta in volta individuati. I laboratori sono suddivisi in 4 aree principali: IT: è l'area in cui sono inglobati tutti i prodotti che erogano funzionalità tecnologiche applicative e infrastrutturali nei confronti dei territori e delle loro comunità. TLC: è l'area che racchiude i servizi e le iniziative per la diffusione delle tecnologie di telecomunicazione.

5 MEDIA: è l'area dei laboratori che si occupano di garantire lo sviluppo e l'erogazione delle funzionalità nel versante della multimedialità e della produzione di contenuti. MODELLI: è l'area che racchiude i laboratori che si occupano di individuare i processi e le buone pratiche utili a imparare da quanto realizzato. L'obiettivo è la formalizzazione delle esperienze per definire percorsi virtuosi da riutilizzare in successive azione di sviluppo. Di conseguenza, quando si individua l'esigenza di una nuova funzionalità da sviluppare a vantaggio del territorio, si opera individuano precedentemente l'area e il laboratorio di riferimento. I laboratori, svolgono di conseguenza principalmente queste funzioni: garantire uno sviluppo strutturato e coerente con le strategie regionali per quella tecnologia e quel settore; garantire che il prodotto sviluppato venga inserito nel patrimonio regionale ed erogato i dal laboratorio stesso al sistema delle PA; garantire il supporto al territorio che decide di erogare direttamente la funzionalità e il servizio. La Direzione Sistema Informatico, sulla base di questa logica ha istituito diversi laboratori tra i quali: portali territoriali, contenuti multimediali, cooperazione applicativa, osservatorio banda larga, ed altri. Un esempio concreto di come un progetto viene sviluppato per erogare servizi a favore del territorio dove è stato realizzato ma in un ottica di erogazione del servizio su tutto il territorio regionale è il portale di servizi al cittadini e all'impresa denominato MyPortal. Il prodotto è stato sviluppato in collaborazione con le PAL della Provincia di Belluno e utilizzato attualmente da circa 80 Enti del territorio. Una volta terminato il portale è stato inserito a catalogo del laboratorio dei portali territoriali e messo a disposizione degli altri Enti che avessero interesse al prodotto. Regione Veneto Regione Veneto BIM CST Vr Pasubio Tecnologie RICERCA E SVILUPPO CONDIVISIONE Belluno Verona Vicenza ASSISTENZA Schema di erogazione del servizio MyPortal Treviso Lo schema qui sopra, illustra come, ferma restando la competenza regionale (ricerca e sviluppo, condivisione e assistenza) il servizio viene erogato sulla base di accordi con gli Enti o con le loro aggregazione funzionali. Lo schema infatti illustra come in diversi territori la si adegua alle esigenze e opportunità locali. A volte erogando direttamente il servizio dall interno su proprie infrastrutture (nello schema semplificate con hardware) a volte garantendo anche i servizi di help desk. Si individua in questo modo un organizzazione a più livelli dove il ruolo regionale non è in sostituzione delle comunità locali ma in supporto e affiancamento nell'evoluzione tecnologica. 7. INCLUSIONE LOCALE Nella sezione Sviluppo aperto, partecipato e condiviso si è illustrata la metodologia con la quale si interviene sul territorio cercando inizialmente di animare una serie di comunità con le quali concertare gli interventi. In questa sezione invece si svilupperà il tema dell inclusione delle comunità da un punto di vista più operativo. Il processo di innovazione si basa, sin dalla fase preliminare in una stretta relazione con gli enti del territorio. Una volta individuato l'intervento progettuale e passati alla fase realizzativa, il responsabile del Project Manager Team di adesione GESTIONE SISTEMI GESTIONE SERVIZI Team di gestione SVILUPPO Team Tecnico Focal Point Team L organizzazione dell inclusione Gestore Delegato Locale progetto (project manager) sviluppa la componente organizzativa di progetto. Lo schema più avanti dettagliato si riferisce al caso in cui partner di progetto siano più Enti Locali di dimensioni e risorse organizzative diverse. Si pensi ad esempio alla diffusione su un territorio provinciale di un portale a tutti i comuni interessati. Rientrano in uno schema generale di strutturazione organizzativa i seguenti attori, che possono intervenire nel progetto di trasferimento tecnologico con apporti e competenze diversificate: di sviluppo. gestore, delegato, locale, La suddivisione che illustreremo, cerca di cogliere la possibilità di associare diversi Enti che condividono gli stessi obiettivi operativi su territori diversi per cogliere le opportunità di condividere esperienze e risorse. L di sviluppo è l organizzazione (Comune, città metropolitana, Comunità Montana, Provincia, Regione o

6 altro /organizzazione presente sul territorio) che ha la responsabilità di sviluppare il progetto. Rappresenta l attore che per ruolo e competenza ha la responsabilità di abilitare le politiche di sviluppo dell innovazione. L Enti di sviluppo è chiamato a: evidenziare le necessità espresse dal territorio di competenza; indirizzare le scelte di progetto; coordinare le fasi di realizzazione/implementazione della soluzione. L gestore è invece un attore con funzioni di coordinamento e indirizzo sul territorio di riferimento, in grado di assicurare la partecipazione degli altri Enti coinvolti alle fasi di definizione dei programmi e dei progetti. É tipicamente un territoriale che sul territorio: concorre a proporre e condivide le scelte di programma/progetto; può svolgere un ruolo sussidiario in termini di risorse e infrastrutture a favore degli Enti locali/delegati. Con riferimento al progetto, l gestore è infatti chiamato ad occuparsi, eventualmente in raccordo con altri attori: della gestione delle tecnologiche a favore dell Locale adottante la soluzione di progetto; della gestione dei servizi erogati attraverso i prodotti sviluppati, eventualmente in raccordo con l Locale e Delegato. Il ruolo dell gestore all interno di questo schema generale di attori di riferimento è di estrema importanza, in quanto rappresenta il vero motore del mantenimento e della crescita del progetto nel tempo, con riferimento sia alla gestione tecnologica, sia alla gestione dei servizi erogati. L gestore può assumere diverse connotazioni: può essere rappresentato da un Centro Servizi Territoriali che presumibilmente ha già al proprio interno le competenze tecniche per la gestione delle infrastrutture hardware e software di sistema e di rete e per la gestione dei servizi; ovvero può essere rappresentato da un ente territoriale che si vuole dare un ruolo di aggregatore per un particolare territorio, con un preciso indirizzo di ente promotore lo sviluppo e l ammodernamento tecnologico di un territorio. Può anche essere costituito da più soggetti, in relazione alle diverse competenze sistemistiche e di servizio che il servizio richiede. L delegato è invece l eventuale attore intermedio che, partecipa al progetto e può rivestire un ruolo di supporto all gestore incaricandosi di ruoli operativi o di esercizio a favore dell Locale. L Delegato, per la sua natura di ente di raccordo tra più Enti locali: partecipa e concorre alla definizione degli indirizzi del progetto e della sua gestione successiva; svolge un ruolo di coordinatore in sede di analisi dei bisogni espressi dagli utenti afferenti ai diversi Enti locali e di definizione delle eventuali risposte da sviluppare. Inoltre, in relazione alle specificità del progetto o dell ambito di intervento, può svolgere un ruolo sussidiario o di supporto nei confronti degli altri Enti coinvolti, sia nella fase di riuso della soluzione che nella fase successiva di esercizio del progetto. L Locale è invece l che partecipa al progetto e che, per dimensioni, ha meno possibilità di mettere a disposizione del progetto e dell erogazione del servizio competenze e risorse. Va precisato che lo schema generale sopra esposto rappresenta un articolazione flessibile, che di volta in volta va adattata al progetto ed in particolare alla fase di evoluzione del progetto stesso. In particolare, si può ipotizzare, in alcuni casi, un unico soggetto responsabile per più ruoli, come ad esempio nel caso di un gestore che cura, grazie alle proprie competenze tecniche, anche i possibili sviluppi futuri del prodotto e dei servizi sviluppati; ovvero, come abbiamo già anticipato, più soggetti per un unico ruolo che può prevedere la collaborazione e il coordinamento tra diversi soggetti che si occupano delle infrastrutture, o dei diversi servizi previsti, etc. Nell'ambito di questo sistema di inclusione abbiamo fino ad ora illustrato la composizione degli attori in gioco. Di seguito verrà illustrato invece lo schema delle componenti organizzative di progetto. Raggruppamento Temporaneo di Impresa Territorio Organizzazione di progetto Focal Point Team Program Manager Project Manager CST MyPortal Team di Adesione 1 Referenti CM e Comuni Team Tecnico Referenti territoriali Team di Gestione Personale Tecnico RVE Referenti territoriali Team di Adesione 2 Referenti CM e Comuni Esempio di organizzazione di progetto Program Manager ha il compito di gestire e coordinare un programma, riportando alla Direzione Sistema Informatico i piani di sviluppo, supervisionando i processi di gestione del programma e dei singoli progetti; monitorando l avanzamento dei progetti e controllando l operato delle organizzazioni di progetto. Team Tecnico: è composto dai Referenti di tutti i Team di Adesione del progetto, dai rappresentanti tecnici dell gestore e, di volta in volta, da tecnici o esperti delle tematiche da dibattere. Il gruppo è coordinato dal referente dell gestore; i componenti hanno il compito di:

7 condividere le scelte di sviluppo del progetto, al fine di pervenire ad un armonizzazione degli sviluppi dei prodotti realizzati; approvare i documenti di analisi in collaborazione con il Focal Point Team, Project Manager e il Program Manager; proporre nuove funzionalità e servizi per accrescere il valore del progetto. Il coordinatore del Team Tecnico ha uno stretto rapporto di collaborazione con il Program Manager ed il Project Manager. Project Manager: si avvale poi di una Struttura Operativa per la realizzazione del Progetto, che rappresenta l insieme dei ruoli che si interfacciano alla struttura organizzativa della Regione Veneto e che sono coinvolti nella gestione e coordinamento di attività specifiche. Questa struttura viene definita e dettagliata di volta in volta, in relazione al progetto e tenute in considerazione la complessità del progetto e le esigenze dei diversi stakeholders. Il Team di gestione: si occupa per la fase di sviluppo del progetto, della gestione dei prodotti rilasciati, supportando quindi il Team di Adesione nell adozione dei prodotti stessi: si occupa delle attività di gestione del progetto; ha il compito di implementare e mantenere in esercizio il progetto per tutta la durata dello stesso; svolge un ruolo di supporto e aiuto nei confronti degli utenti degli Enti coinvolti nel progetto; si occupa dell amministrazione dei prodotti in relazione con i referenti degli Enti coinvolti nel progetto; relaziona periodicamente al Project Manager lo stato di esercizio dei prodotti, con osservazioni e suggerimenti. A regime, la gestione del progetto passerà, normalmente, dal Team di gestione ad un gestore così come abbiamo sopra riportato. Team di Adesione: è composto da un componente del Team di Gestione responsabile dell adesione e dal/i referente/i dell Delegato e/o Locale che partecipano al progetto: può essere costituito dal referente dell Delegato se i diversi Enti Locali hanno delegato a questo l adozione del progetto; ovvero può essere costituito dal referente dell Delegato e dai referenti di progetto degli Enti Locali che non si avvalgono dell Delegato, ovvero dal referente dell ente Locale qualora non sia previsto un Delegato. Focal Point Team: è composto dai referenti tecnici dell che garantisce la compatibilità tecnica dei prodotti rilasciati nell ambito dello sviluppo del progetto. Ha il compito di: assicurare la compatibilità dell analisi dello sviluppo applicativo con le esigenze di tutti gli Enti coinvolti nel progetto; verificare la congruenza dello sviluppo applicativo con le richieste d analisi. In particolare ha la responsabilità di coordinare insieme al Project Manager il lavoro per le fasi di test dei nuovi servizi, o delle Change Request e dei Problem Report rilasciati; costituire il punto di raccordo tra il gruppo di lavoro e gli utilizzatori finali; effettuare i test sia in ambiente di Sviluppo che di Produzione comunicandone i risultati al Project Manager. Riassumendo, la gestione di un progetto che coinvolge, come nel caso in esame (soluzione sviluppata per l utilizzo di più Enti contemporaneamente), richiede una componente di governo strutturata che il modello di promozione della società dell informazione ha inteso definire e formalizzare. 8. CONCLUSIONI Con questo lavoro si è cercato di illustrare le modalità con le quale opera nella sua funzione di promozione della società dell informazione. Si tratta di un modello in continua evoluzione che si arricchisce, di volta in volta, grazie anche alle diverse esperienze che vengono realizzate. Il nostro contributo alla conferenza Pubblica Amministrazione Aperta e Libera mira soprattutto a raccogliere da parte dei colleghi delle altre realtà pubbliche, opinioni, suggerimenti possibili collaborazioni utili a migliorare la nostra comune azione.

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