QUALITA DEL LAVORO E INFERTILITA

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1 QUALITA DEL LAVORO E INFERTILITA Simone De Sio Ricercatore Confermato Medicina del Lavoro Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro, Università degli Studi di Roma La Sapienza Direttore Prof. Francesco Tomei

2 IL RUOLO DELLA MEDICINA DEL LAVORO NELLA PREVENZIONE DELLA FERTILITA DI COPPIA

3 LA NASCITA DELLA MEDICINA DEL LAVORO BERNARDINO RAMAZZINI

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5 Numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato che tra le principali cause di infertilità esistono cause lavorative: Stress occupazionale Sostanze pericolose presenti negli ambienti di lavoro (es. Agenti Chimici) Agenti Fisici (es. Effetti extra uditivi del rumore)

6 STRESS LAVORO - CORRELATO

7 DEFINIZIONE L' Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (European Agency for Safety and Health at Work) ha adottato la seguente definizione: "lo stress lavoro correlato viene esperito nel momento in cui le richieste provenienti dall ambiente lavorativo eccedono le capacità dell individuo nel fronteggiare tali richieste".

8 Non tutte le manifestazioni di stress sul lavoro possono essere considerate come stress lavoro-correlato: lo stress lavoro-correlato è solo quello causato da vari fattori propri del contesto e del contenuto del lavoro.

9 CONTENUTI DEL LAVORO Ambiente e Attrezzature condizioni fisiche di lavoro (illuminazione, rumore, clima, ecc.), problemi inerenti l'affidabilità, la disponibilità, l'idoneità, la manutenzione, l'obsolescenza o la riparazione di strutture ed attrezzature di lavoro, condizioni di sicurezza rispetto ai vari rischi esistenti;

10 Disegno del compito lavorativo Lavoro ripetitivo, lavoro frammentato, mancata definizione di competenze e conoscenze necessarie a svolgere il lavoro, sottoutilizzo delle competenze individuali mancata conoscenza di scopi e processi;

11 Carico e ritmo di lavoro Sovraccarico o sottocarico di lavoro, mancanza di controllo sul ritmo, tempo insufficiente per eseguire il compito, scadenze pressanti;

12 Effetti principali dello stress lavoro-correlato Psicologici Fisiologici

13 EFFETTI PSICOLOGICI Stati emotivi negativi (rabbia, ansia, irritabilità ecc.) Calo dell autostima e senso dell autoefficacia Diminuzione dell attenzione (con conseguente possibilità di aumento di errori e/o incidenti sul lavoro) Calo delle prestazioni (sia in termini qualitativi che quantitativi)

14 EFFETTI FISIOLOGICI I principali organi bersaglio dello stress sono: Sistema Nervoso Autonomo Sistema Ormonale

15 A partire da questi si possono avere ripercussioni su: Apparato Cardiovascolare (aumento della FC) Apparato Respiratorio (aumento della FR) Apparato Muscolo-Scheletrico (ipertonia) Sistema Immunitario (Deplezione dei GB) Apparato Riproduttivo (calo della libido, diminuzione della fertilità maschile e femminile)

16 STRESS E INFERTILITA MASCHILE Calo della libido e del desiderio sessuale: dovuto all associazione tra stress e aumento del cortisolo plasmatico e diminuzione del testosterone circolante Alterazioni a carico della morfologia, del numero e della qualità degli spermatozoi

17 STRESS E INFERTILITA FEMMINILE Lo stress fa produrre all organismo elevati livelli di prolattina IPERPROLATTINEMIA Anovularietà e alterazioni del ciclo mestruale

18 La legge italiana sullo stress lavoro-correlato La legge 106/09 integra il Decreto legislativo 81/08 in materia di stress lavoro-correlato predisponendo l obbligatorietà della valutazione dello stress in tutti gli ambienti di lavoro attraverso delle precise misure di valutazione.

19 Valutazione del rischio stress correlato all'ambiente di lavoro L intervento di valutazione del rischio specifico comprende: valutazione oggettiva tramite metodi di osservazione diretta valutazione soggettiva tramite l analisi della percezione dei lavoratori report conclusivo con l analisi dei dati e la definizione dei livelli di rischio, parte integrante del documento generale di valutazione dei rischi.

20 AGENTI CHIMICI Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro, Università degli Studi di Roma La Sapienza Direttore Prof. Francesco Tomei

21 DEFINIZIONE Per agenti chimici si intendono tutte le sostanze che vengono immesse nell aria dell ambiente di lavoro a seguito dell attività effettuate. gas Agenti chimici aeriformi Aerosol o particellari vapori polveri fumi nebbie

22 VIE DI PENETRAZIONE Via respiratoria Via digerente Via cutanea

23 MODALITÀ D AZIONE Organi ed apparati più colpiti dai meccanismi d azione delle sostanze tossiche: Apparato respiratorio Apparato cardiocircolatorio Apparato gastroenterico Apparato riproduttivo Fegato e reni Apparato emopoietico Sistema nervoso Ghiandole endocrine Cute e mucose

24 PRINCIPALI SOSTANZE PERICOLOSE PER L APPARATO RIPRODUTTIVO Sostanze utilizzate per la produzione della plastica Pesticidi

25 PERTURBANTI ENDOCRINI 4-n-nonilfenolo: utilizzato nella produzione di numerose materie plastiche (come agente "antinvecchiamento") e nei detergenti, e lo si può trovare inoltre nei fitofarmaci (come surfattante), ma è noto che ha un effetto estrogenico sui mammiferi.

26 Bisfenolo A: utilizzato nella produzione delle materie plastiche e delle resine. Lo si ritrova in particolare nei rivestimenti interni delle scatolette di conserva, in alcuni biberon, nei CD e DVD e persino in certe resine utilizzate dai dentisti. In studi su animali è stato dimostrato un effetto deleterio di questo composto sulla qualità dello sperma e un aumento del rischio di aborti.

27 Gli Ftalati composti utilizzati nel PVC (policloruro di vinile), nei giocattoli, nelle vernici, negli adesivi, nelle colle, negli inchiostri, in certi farmaci e cosmetici. Alcuni studi hanno evidenziato effetti tossici sopratutto per gli embrioni.

28 Pesticidi dibromocloropropano (vermicida) clordecone vonclozolin (contro le malattie fungine delle piante) atrazina (comune erbicida) Tutte queste sostanze sono accusate di provocare infertilità femminile e maschile provocando una riduzione del numero di spermatozoi e di diminuirne la mobilità

29 Attività preventive Valutazione del rischio Misure preventive e protettive Attività Medico competente

30 VALUTAZIONE DEI RISCHI Il datore di lavoro determina, preliminarmente, l'eventuale presenza di agenti chimici pericolosi sul luogo di lavoro e QUANTIFICA IL RISCHIO tramite la relativa scheda di Valuta inoltre: sicurezza. il livello, il tipo e la durata dell'esposizione; le circostanze in cui viene svolto il lavoro i valori limite di esposizione professionale gli effetti delle misure preventive e protettive adottate o da adottare le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza sanitaria già intraprese.

31 METODI DI MISURA AMBIENTALE Campionamento diretto Indiretto (attraverso un sistema di captazione) Flusso: deve rimanere costante durante tutta la durata del prelievo Durata: può variare da secondi ad ore rispettando comunque il criterio della rappresentatività. Volume Diretti: i volumi dipendono dalle dimensioni del contenitore Indiretti: Il volume che passa attraverso il substrato è alto Campionatori personali

32 VALORI LIMITE D ESPOSIZIONE (TLV) TLV = Treshold limit value Sono i valori limite soglia proposti dall ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienist). Indicano, per ognuna delle sostanze elencate, le concentrazioni delle sostanze aerodisperse alle quali si ritiene che la maggior parte dei lavoratori possa rimanere esposta per turni lavorativi di 8 h al giorno, 40 h a settimana, 48 settimane l anno, 40 anni di vita lavorativa, senza effetti negativi per la salute.

33 Misure e principi generali per la prevenzione dei rischi ridurre al minimo o eliminare i rischi derivanti da agenti chimici pericolosi (eliminazione, sostituzione) progettazione e organizzazione (dispositivi di protezione collettiva) fornitura di attrezzature idonee (DPI) riduzione al minimo del numero di lavoratori che sono o potrebbero essere esposti riduzione al minimo della durata e dell'intensità dell'esposizione e delle quantità di sostanze misure igieniche adeguate; Se il rischio non è irrilevante Sorveglianza Sanitaria

34 SORVEGLIANZA SANITARIA Articolo 41 D.Lgs. 81/08 La Sorveglianza Sanitaria viene effettuata tramite accertamenti a basso rischio per i lavoratori qualora essi risultino esposti agli agenti chimici pericolosi per la salute e che dalla valutazione dei rischi emerga che NON vi è solo un RISCHIO BASSO PER LA SICUREZZA E IRRILEVANTE PER LA SALUTE e che le misure attuate sono sufficienti a ridurre il rischio.

35 SORVEGLIANZA SANITARIA La Sorveglianza Sanitaria viene effettuata: a) Prima di adibire il lavoratore alla mansione. b) Periodicamente, di norma una volta l anno o con periodicità diversa decisa dal Medico Competente con adeguata motivazione riportata nel documento di valutazione dei rischi. c) All atto della cessazione del rapporto di lavoro.

36 METODI DI MISURA BIOLOGICA Monitoraggio Biologico Quantificazione indiretta dell esposizione ad agenti chimici di varia natura ricercando uno o più indicatori biologici su campioni organici prelevati dal lavoratore (aria espirata, sangue, urine ecc.). Gli indicatori (di dose e/o di accumulo) sono le sostanze tossiche come tali ed i loro metaboliti o prodotti di formazione in fluidi o tessuti biologici; possono essere anche utilizzati eventuali effetti biochimici indotti dai tossici (indicatori di effetto).

37 IBE = Indicatori Biologici d esposizione Introdotti anch essi dall ACGIH ed aggiornato con scadenza annuale. Rappresentano i valori di riferimento del livello dell indicatore che è possibile riscontrare in campioni prelevati su lavoratori sani. Non rappresentano una linea di demarcazione netta tra esposizione pericolosa e non pericolosa. Sono basati sulla relazione esistente tra intensità di esposizione e livello biologico dell indicatore e sulla relazione tra livelli biologici e d effetti sulla salute.

38 AGENTI FISICI Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro, Università degli Studi di Roma La Sapienza Direttore Prof. Francesco Tomei

39 AGENTI FISICI Rumore Vibrazioni mano-braccio Vibrazioni corpo intero Radiazioni ottiche artificiali Radiazioni ottiche naturali Campi elettromagnetici

40 Tra gli agenti fisici aventi effetti negativi sull apparato riproduttivo il più studiato dal nostro gruppo di ricerca dell Università Sapienza di Roma è senza dubbio il RUMORE con i suoi effetti extrauditivi

41 Nel corso degli ultimi 30 anni numerosi studi hanno dimostrato una CORRELAZIONE tra ESPOSIZIONE A RUMORE e ALTERAZIONI e/o PATOLOGIE a carico di diversi organi e apparati, DIVERSI da quello uditivo

42 Le PRINCIPALI ALTERAZIONI dovute all esposizione a rumore sono: BIOCHIMICHE FISIOLOGICHE PSICOSOCIALI

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44 SCALA DI LESIVITA Rumore < 35 dba = non provoca disturbi Rumore > 35 dba < 65 dba = fastidio, molestia (es. alterazioni del sonno) Rumore > 66 dba e < 85 dba = affaticamento e disturbo (es. reazioni di allarme, effetti psichici e neurovegetativi) Rumore >86 dba e < 115 dba = effetti uditivi, psichici e ad organi bersaglio Rumore > 116 dba e < 130 dba = molto pericoloso (effetti uditivi ed extra uditivi importanti) Rumore >130 dba = effetti anche sulla funzione vestibolare (nausea, vomito, vertigini)

45 MECCANISMO DEL DANNO Si può ipotizzare che gli effetti extrauditivi del rumore si manifestino attraverso una serie di circuiti nervosi che utilizzano il SNA (Sistema Nervoso Autonomo) ed agiscono su parametri NEURO-IMMUNO-ENDOCRINI

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47 PRICIPALI ORGANI BERSAGLIO Apparato Cardiovascolare Apparato Respiratorio Apparato Gastroenterico Sistema Endocrino Sistema Nervoso Apparato Riproduttivo Sistema Immunitario Sfera Psicologica

48 EFFETTI DEL RUMORE SULLA FERTILITA

49 INTERAZIONI TRA RUMORE E FERTILITA FEMMINILE Considerando le aree di lavoro a prevalenza femminile il RUMORE è presente sopratutto: nell industria tessile, nelle operazioni di montaggio e confezionamento meccanizzate, nella metalmeccanica leggera, in agricoltura, nell ambiente scolastico, soprattutto asili-nido e scuole materne, in molti uffici open-space, chi lavora su strada (vigili, guidatrici di mezzi pubblici )

50 Sulla fertilità il rumore agisce provocando dei disturbi a livello neuro-immunoendocrino che provocano Riduzione della prolificità e del desiderio sessuale sia maschile che femminile

51 EFFETTI DEL RUMORE SUL FETO

52 Meccanismo d azione DIRETTO L esposizione a rumore in gravidanza ha come effetto diretto il RILASCIO DI ENERGIA che dalla parete addominale si propaga all utero inducendo danni al feto.

53 Meccanismo d azione INDIRETTO Esposizione a rumore Attivazione SNA, sostanza reticolare, encefalo Deplezione del volume ematico Riduzione flusso sanguigno utero-placentare con conseguente ipossia fetale e aumento secrezione materna di catecolamine

54 Rilascio di catecolamine comporta: Rialzo pressorio Irritabilità uterina Riduzione dell attività placentare Azione fetotossica e teratogena dell Ipossia Alterazioni dello sviluppo fetale

55 Altre possibili alterazioni Ridotta crescita intrauterina Basso peso alla nascita Aumentata incidenza di parti pre termine

56 MISURE DI PREVENZIONE Gli effetti dell esposizione a rumore elevato, maggiore di 80 dba, durante la gravidanza, sono stati oggetto di numerosi studi sperimentali ed epidemiologici, i risultati dei quali non sono sempre univoci.

57 TUTELA DELLA DONNA IN GRAVIDANZA Il periodo critico pare corrisponda agli ultimi tre mesi della gravidanza. In attesa di ulteriori conoscenze sull argomento si ritiene prudente un allontanamento dal lavoro per livelli di esposizione pari o superiori ad 80 dba.

58 GRAZIE PER L ATTENZIONE

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