Biodiversità. Nazioni Unite sull ambiente e sullo sviluppo, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992:

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1 Biodiversità La diversità biologica, meglio conosciuta come biodiversità, è sinonimo di ricchezza di varietà di specie o forme di vita di un ecosistema: selezionate nel corso dei millenni dallo stesso ambiente fisico circostante. La prima definizione di biodiversità fu coniata durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull ambiente e sullo sviluppo, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992: Per diversità biologica si intende la variabilità degli organismi viventi, degli ecosistemi terrestri, acquatici e i complessi ecologici che essi costituiscono; la diversità biologica comprende la diversità intraspecifica ed interspecifica degli ecosistemi. Questa ricchezza è il frutto dei lenti processi evolutivi che, sotto la spinta della selezione naturale, agiscono sulle caratteristiche genetiche e morfologiche delle specie, permettendo così alle forme di vita di adattarsi ai cambiamenti delle condizioni ambientali circostanti.

2 IL PIANETA BLU IPOTESI GAIA: LA TERRA UN UNICO GRANDE ORGANISMO La visione moderna del rapporto fra uomo e ambiente è quella che riconosce la diversità biologica come elemento chiave del funzionamento della Terra e l'uomo come un elemento determinante di questo sistema ecologico.

3 In ambienti diversi come i deserti, le foreste o i boschi, le zone umide, le montagne, i laghi o i fiumi, la vita è possibile grazie all'adattamento di determinate specie, incluso l'uomo, ad un determinato ambiente fisico circostante: dalla cui interazione trae origine, quindi, un determinato ecosistema. Infatti, ecosistema = Biotopo + Biocenosi Pertanto, il termine biodiversità descrive la varietà di Pertanto, il termine biodiversità descrive la varietà di esseri viventi ( vegetali ed animali), così come li conosciamo oggi, nonché, i cicli naturali che regolano la vita sul nostro Pianeta. La diversità biologica o biodiversità, è frutto quindi dell'evoluzione naturale delle diverse specie di organismi viventi, avvenuta nell arco di 3 miliardi e mezzo di anni circa.

4 In particolar modo, la biodiversità viene distinta in: - biodiversità genetica; - biodiversità delle specie; - biodiversità degli ecosistemi. La diversità biologica, quindi, è considerata a tutti i livelli ed include non solo la varietà delle specie e sottospecie esistenti, ma anche la diversità genetica e la diversità degli ecosistemi.

5 Quello che può sembrare un normale processo naturale evolutivo, di fatto non lo è. Infatti, per i tempi brevi imposti dal cambiamento repentino degli ambienti naturali, per lo più di natura antropica, gli organismi viventi spesso non hanno il tempo sufficiente ad adattarsi e garantire il normale "ricambio" di specie. In altri termini, il tasso di speciazione attualmente è molto più basso rispetto a quello di estinzione. Ciò che caratterizza, inoltre, la nostra epoca è che una specie da sola, l'uomo, è causa di estinzione di molte altre specie. Per le conseguenze irreversibili che il fenomeno provoca su tutti gli esseri viventi e per il benessere stesso dell'umanità, sono state avviate diverse iniziative. In ambito comunitario, l'europa si è posta l'obiettivo ambizioso di fermare la perdita di biodiversità entro il 2010, lanciando la campagna "Countdown 2010", con l'obiettivo di conseguire una riduzione significativa del tasso di perdita di biodiversità, proclamando il 2010 come "Anno Internazionale della Biodiversità". L'iniziativa si presenta come una campagna mondiale di sensibilizzazione e di informazione per promuovere la difesa della biodiversità e richiamare le autorità internazionali, la società civile e i singoli ad adottare comportamenti maggiormente consapevoli dell'ambiente che ci circonda, per uno sviluppo più sostenibile.

6 Infatti, è grazie alle biodiversità presenti in paesi diversi, spesso di una piccola regione, che risulta possibile avere delle produzioni o delle caratteristiche specifiche. Alcuni esempi pratici possono essere: La diversità genetica dell'uva determina le differenze fra i vari vitigni che rendono possibile avere diversi tipi di vino; La specificità genetica dei microrganismi di alcune grotte determina il sapore specifico di alcuni formaggi (ad es. il gorgonzola); La diversità genetica dei diversi ceppi di lieviti determina tra l'altro il diverso sapore dei prodotti fermentati (ad es. birra, pane, yogurt...); Le diverse caratteristiche biologiche che consentono agli alberi di adattarsi alle varie condizioni climatiche determinano le caratteristiche specifiche dei vari legni: tra cui alcuni legni sono maggiormente usati in edilizia, nell'industria del mobile, nell'aeromodellismo, come legna da ardere etc.; Le diverse caratteristiche biologiche che consentono alle foglie o ai fusti di alcune piante di adattarsi alle varie condizioni climatiche ne determinano la possibilità di utilizzo come fibre tessili (ad esempio cotone, lino...); Le diverse caratteristiche biologiche che consentono agli ovini, ai conigli, e a molti altri animali di difendersi dal freddo, determinano le diverse varietà di lane o altri tessuti da noi utilizzati (ad esempio merino, angora, cashmere, seta, etc.); La diversità ecologica e paesistica orienta le nostre scelte turistiche;

7 Di conseguenza esistono vari e importanti motivi per mantenere un'elevata biodiversità sia a livello nazionale che locale. La perdita di specie, sottospecie o varietà comporterebbe infatti una serie di danni. Questi possono raggrupparsi come segue: ecologico, perché una riduzione delle biodiversità comporta un degrado della funzionalità degli ecosistemi; culturale, in quanto si perdono conoscenze e tradizioni umane legate alla biodiversità; economico, perché si riducono le risorse genetiche ed il loro potenziale di sfruttamento economico.

8 Biodiversita ed omeostasi La biodiversità è fondamentale non solo per noi, ma anche per i nostri discendenti e per tutti gli esseri viventi della Terra: infatti, costituisce il pilastro della salute del nostro pianeta. Dalla varietà di forme di vita animali e vegetali, dipendono sia la qualità dell'esistenza umana sia la nostra stessa possibilità di sopravvivenza. Se la varietà della vita è più ampia, infatti, ogni ecosistema reagisce meglio agli stimoli negativi, siano essi rappresentati dai cambiamenti climatici, dai dissesti idrogeologici, dall introduzione di Organismi Geneticamente Modificati o dall invasione di specie aliene. Infatti, repetita juvant, inquinamento, specie aliene, perdita e/o frammentazione degli habitat e cambiamenti climatici sono tra le cause principali, in quanto non solo possono alterare in modo irreversibile i delicati equilibri del nostro ecosistema, ma possono anche amplificare gli effetti di questo processo. Tutelare la biodiversità vuol dire anche contrastare il cambiamento climatico, una delle più grandi sfide del XXI secolo.

9 Il coinvolgimento e la partecipazione di soggetti provenienti da ambiti diversi : sociale, scientifico e culturale, rappresenta un elemento fondamentale per una efficace strategia di conservazione della biodiversità. A tal proposito Il WWF ha promosso tale strategia in tutto il mondo allo scopo di perseguire gli obiettivi di conservazione della biodiversità in una quantità di territori ampi ed omogenei da un punto di vista ecologico. I principali obiettivi sono: 1. sviluppare progetti di conservazione capaci di tutelare le rispettive comunità naturali presenti nell'ecoregione 2. tutelare i processi di natura ecologica ed evolutiva che sono alla base della biodiversità ecoregionale 3. mantenere vitali le popolazioni delle specie caratterizzanti l'ecoregione 4. conservare porzioni di habitat naturali, grandi abbastanza da resistere a disturbi su vasta scala, a livello di cambiamenti a medio-lungo termine 5. prevenire l'introduzione di specie "aliene" invasive e controllare le popolazioni di specie alloctone già introdotte ed acclimatate.

10 La biodiversità è essenziale quindi per il mantenimento di quella rete di connessioni e sistemi vitali, che provvedono a fornirci cibo, salute, fonti energetiche ma anche svago e divertimento. La biodiversità fornisce quindi all'economia e alla nostra società dei veri e propri servizi, cosiddetti ecosistemici, indispensabili: senza di essa verrebbero compromessi la nostra qualità della vita, la competitività economica, l'occupazione e la sicurezza. Pensare di sostituire i naturali meccanismi con la tecnologia si dimostrerebbe un'operazione estremamente costosa se non impossibile da attuare. Sarebbe impossibile, per esempio, replicare su vasta scala il processo di impollinazione, svolto in natura da uccelli e insetti, o i complessi sistemi di regolazione naturale del clima. La biodiversità deve essere dunque protetta per il suo valore intrinseco e per i servizi ecosistemici che ci offre, da cui dipende la nostra stessa esistenza.

11 Conservare la biodiversità è indispensabile per il mantenimento della vita in tutte le sue forme, poiché viene così garantita la capacità degli organismi di vivere, adattarsi ed evolversi insieme ai cambiamenti ambientali. Infatti, sia a livello europeo che mondiale si stanno applicando diversi sistemi normativi per frenare i fenomeni di degrado e di riduzione degli ambienti naturali, come ad esempio: L avvio di piani di azione settoriali per la biodiversità; La promozione della gestione sostenibile delle foreste, L introduzione di misure per proteggere e ricostruire i paesaggi, Lo sviluppo di strategie per la protezione degli ambienti acquatici, La protezione del suolo dall erosione e dall inquinamento, L integrazione dell ambiente e della biodiversità nelle politiche agricole, territoriali e selvicolturali.

12 Le cause principali della perdita di biodiversità sono: - Perdita, frammentazione o trasformazione di habitat (agricoltura intensiva, urbanizzazione, deforestazione) - Sovrasfruttamento delle specie (pesca, caccia, deforestazione) - Inquinamento ( dell atmosfera, dell acqua e del suolo) - Diffusione di specie alloctone (aliene) ( provenienti da diverse aree geografiche ) - Cambiamenti climatici

13 L Italia, ha una flora estremamente diversificata, tanto da essere la più ricca di specie dell intera Europa. Le principali formazioni vegetali naturali sono di tipo boschivo, spesso però variamente degradate dall intervento umano come la ceduazione o il disboscamento, oppure sfruttate per la selvicoltura intensiva. Perché l Italia è custode di così tanta biodiversità? La straordinaria presenza e diffusione di specie animali e vegetali in Italia è merito della favorevole posizione geografica e conformazione geo-morfologica della nostra penisola, che nel corso del tempo ha permesso a flora e fauna di evolvere caratteristiche uniche e di grande valore. Un territorio stretto e lungo, in prevalenza montano-collinare, eterogeneo per clima, forma, composizione e circondato dal mare per quasi chilometri di coste. Una fortuna naturale che ha contribuito in modo determinante alla proliferazione della vita e la sua evoluzione. Allungata al centro del Mar Mediterraneo, l Italia fa da ponte tra l Europa centrale e il Nord dell Africa, svolgendo un ruolo molto importante per la biodiversità: accogliendo specie di origine eurasiatica, mediorientale e nordafricana. A chi ancora avesse dubbi sulla necessità di tutelare l'ambiente, il nuovo dossier del WWF "Effetto biodiversità : offre almeno 5 buoni motivi per convincersi, spiegando a cosa "serve" la natura e perché non possiamo proprio fare a meno di lei. Oltre ad esibire la propria bellezza e incredibile varietà, le migliaia di specie animali e vegetali che popolano la Terra operano un lavoro incessante e coordinato, sconosciuto ai più, che garantisce gli equilibri vitali del pianeta e la sopravvivenza stessa della nostra specie.

14 I 5 PRINCIPALI SERVIZI FORNITI DAGLI ECOSISTEMI Atmosfera: le foreste del Pianeta sono in grado di immagazzinare miliardi di tonnellate di carbonio, ovvero il 50% in più della concentrazione di carbonio contenuta nell'atmosfera, contribuendo a garantire l'equilibrio climatico mondiale. Tra il 2000 e il 2005 la deforestazione e il degrado delle foreste hanno fatto calare di almeno 1,1 miliardo/anno il carbonio immagazzinato. In Italia, le foreste coprono un terzo della superficie nazionale e assorbono più del 50% di tutto il carbonio bloccato dagli ecosistemi terrestri. Nell'estate del 2007 gli incendi hanno comportato la distruzione di ettari di boschi, con un'emissione di 4,8 milioni di tonnellate di anidride carbonica, pari a quanto emette in un anno l'intera città di Milano Cibo: delle oltre specie che l'uomo ha coltivato attraverso i secoli, oggi 150 specie di piante compongono la dieta della maggioranza della popolazione del mondo. Di queste solo 12 forniscono oltre il 70% dei prodotti alimentari, 4 specie (riso, mais, frumento e patate) costituiscono oltre il 50% dell'approvvigionamento di cibo e 30 colture forniscono il 90% del fabbisogno calorico della popolazione umana. Circa un terzo del cibo proviene da piante impollinate da oltre specie di impollinatori selvatici, tra cui pipistrelli, api, mosche, farfalle, coleotteri e uccelli. A livello globale, consumiamo 48 milioni di tonnellate di pesce, di cui solo il 45% proviene dall'acquacoltura. Inoltre, l'80% delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo trae fonti di nutrimento e reddito dai prodotti forestali, come frutta, noci, erbe, spezie, resine. Medicine: l'80% della popolazione mondiale utilizza prodotti medicinali naturali e dei 150 farmaci più prescritti negli Stati Uniti, 118 derivano da fonti naturali (74% da piante, 18% da funghi, 5% da batteri, 3% da serpenti). 9 dei 10 più utilizzati derivano da prodotti vegetali naturali. La penicillina, derivata da una muffa, è un caso storico eclatante. Ma la natura detiene i segreti per lo sviluppo di molti nuovi tipi di antidolorifici, prodotti farmaceutici e diagnostici. La rana ornitorinco, ormai estinta, avrebbe potuto fornire una cura alle ulcere gastroduodenali (25 milioni di persone colpite solo negli Stati Uniti), 700 specie di molluschi producono sostanze potenzialmente in grado di sostituire farmaci come la morfina. Le oltre specie di gimnosperme potrebbero essere utili nella cura di Alzheimer, epilessia e depressione.

15 Acqua: per i bisogni essenziali, bere e cucinare, sono necessari 5 litri al giorno di acqua pro-capite. Per una qualità di vita ragionevole e un buon livello sanitario fino a 80 litri al giorno. Inoltre, l'acqua è necessaria per l'acquacoltura, l'agricoltura, la generazione di energia, l'industria, il trasporto, il turismo... e anche gli ecosistemi naturali hanno enormi esigenze idriche. Il volume di acqua presente sulla Terra è stimato in circa 1,4 miliardi di chilometri cubi, di cui il 97,5% sono acque marine e solo il restante 2,5% è acqua dolce (di cui più dei due terzi in ghiacciai e nevi perenni). Ma nella nostra vita quotidiana i consumi di acqua sono altissimi. Per produrre un foglio di carta A4 ne occorrono 10 litri, per una tazzina di caffè 140, litri per una t-shirt, litri per un hamburger e litri per un paio di scarpe di cuoio. Materie prime: la superficie forestale italiana è di ettari, le sugherete ne coprono circa con una produzione annua di sughero pari a tonnellate (che costituisce il 3,1% delle produzioni mondiali). Sono attive circa cave, il 70% delle quali concentrate in 8 regioni soltanto. La produzione mineraria annuale è di oltre 20 milioni di tonnellate e interessa 88 province sulle 103 totali. L'imponente prelievo di materie prime causa l'alterazione degli equilibri ambientali e può comportare lo sconvolgimento dell'idrogeologia, della vegetazione e degli ecosistemi interessati da tale attività.

16 Zone ricchissime di specie endemiche sono soprattutto le alte montagne isolate tra rilievi di minore altitudine come varie zone alpine, le Alpi Apuane, l Appennino centrale, il Gargano e i rilievi calabresi, sardi e siciliani (soprattutto le pendici dell Etna ad alta quota). Alcune specie hanno un areale molto ridotto (endemismo puntiforme), un classico esempio è la primula di Capo Palinuro dalla bellissima fioritura, che cresce sulle falesie dell'omonima località campana e in poche altre isolate stazioni lucane o calabre.

17 ECOSISTEMA BOSCHIVO I boschi più ricchi di specie sono in genere quelli sempreverdi mediterranei, dominati quasi sempre dal leccio, in questi ambienti naturali anche gli stadi di degradazione come la macchia mediterranea ospitano un contingente di specie molto interessanti come numerose orchidee spontanee dalle splendide fioriture. La vegetazione mediterranea si spinge anche al di fuori della sua zona climatica, importanti stazioni di specie della macchia sono sui grandi laghi prealpini. Merita di citare il Bosco della Mesola (FE), composto principalmente da lecceta pur trovandosi in una zona dal clima temperato umido e freddo in inverno.

18 Oggi in Italia è quasi impossibile trovare boschi sempreverdi mediterranei d alto fusto in quanto da millenni vengono sfruttati per la produzione di legna da ardere e carbone di legna. In luogo dei boschi alti si incontrano la macchia quando il bosco è composto da bassi alberi e cespugli molto fitti, ricco di essenze spinose, che rendono ardua la penetrazione al suo interno; infatti, il terreno spesso è ricoperto, repetita juvant, di bassi cespugli più o meno radi tra i quali si scorge il suolo, di solito con rocce in affioramento. La causa della trasformazione di questi ambienti naturali non è dovuta solo al taglio ma anche alla degradazione del suolo, di solito legata alla pressione antropica, come gli incendi ripetuti o l'eccessivo pascolo, soprattutto di capre.

19 Altrettanto compromessa è la situazione dei boschi collinari a querce caducifoglie come la farnia, la roverella e il cerro, anch essi sfruttati per la legna da ardere ed estesamente ceduati; mentre, i boschi di faggio sono in gran parte d alto fusto e talvolta mantengono un ecosistema perfettamente naturale e integro, si possono citare ad esempio le stupende faggete della Foresta Umbra. I boschi planiziari di querce, che un tempo coprivano l'intera pianura Padana e gran parte delle pianure costiere sono oramai ridotti a pochi lembi residuali; nella val Padana questi boschi sono praticamente scomparsi, sostituiti da colture specializzate e da insediamenti urbani, cosa che, unita all'elevatissima densità di popolazione, alla grande industrializzazione e all'agricoltura intensiva, fa di quest'area la meno naturale e la più povera di biodiversità del Paese.

20 Le conifere non possono essere ceduate, pertanto le foreste di questi alberi sono sempre d alto fusto e spesso, quando non sono fustaie coetanee, mantengono un ottima naturalità. Le foreste di conifere si distinguono in due tipi: montane e mediterranee. Le foreste di montagna sono composte sulle Alpi da abeti rossi, abeti bianchi e larici a cui si accompagnano pini come il pino silvestre e il pino cembro; mentre sugli Appennini non ci sono vere e proprie foreste di conifere; si incontra solo l abete bianco, spesso frammisto al faggio; e, nelle regioni meridionali, si hanno boschi di specie affini al pino nero come il pino laricio in Calabria e Sicilia. I boschi mediterranei di conifere sono composti principalmente da tre specie di pino, il pino d Aleppo, il pino domestico e il pino marittimo, quest ultimo solo in Liguria, Toscana e Sardegna. Le pinete litoranee che orlano i litorali soprattutto sul versante tirrenico e in Emilia Romagna sono state impiantate dall uomo ma fanno ormai parte inscindibile del paesaggio nazionale e sono perfettamente integrate nell ambiente ospitando una comunità di alberi e arbusti sempreverdi mediterranei molto ricca di biodiversità.

21 In definitiva, la gestione del bosco ad alto fusto, permettendo il taglio solo a intervalli molto distanziati, si addice alle grandi proprietà ( soprattutto pubbliche), dove è possibile procedere al taglio a lotti scaglionati nel tempo (assestamento forestale). Nelle piccole proprietà, la necessità di ottenere legname, ogni anno spinge il possessore del bosco a una gestione dello stesso a ceduo. Inoltre, solitamente, dai cedui si ottiene soprattutto legna da ardere o, soprattutto nel caso del castagno, pali; le fustaie invece forniscono legname da opera di ogni tipo. In Italia circa un terzo dei boschi sono fustaie e i due terzi cedui; le fustaie sono soprattutto di conifere (che non emettono polloni), di faggio e di castagno mentre tra i cedui prevalgono le querce decidue e sempreverdi ed i boschi misti sia collinari che della macchia mediterranea. Naturalmente, le specie arboree componenti i boschi italiani si possono dividere in conifere ( aghifoglie) e latifoglie, le prime sono prevalenti in climi freddi alpini ma formano estese foreste anche nei pressi del mare, le latifoglie predominano in tutte le altre località.

22 Partendo dalle coste i primi boschi che si incontrano sono quelli di pini marittimi (Pinus pinea o pino domestico, Pinus pinaster o pino marino, Pinus halepensis o pino d'aleppo) che prosperano lungo le coste sabbiose, dietro la fascia dunale Più nell'entroterra, nell'italia centromeridionale ed in Liguria, si incontra la tipica macchia mediterranea dominata dal Quercus ilex o leccio, accompagnato dall' Arbutus unedo o corbezzolo, la Quercus suber o sughera,... I boschi a prevalente leccio sono quasi uniformemente trattati a ceduo. I querceti caducifogli che si trovano nella fascia sopramediterranea e prealpina sono composti prevalentemente da Quercus pubescens o roverella, Quercus cerris o cerro, Quercus robur o farnia, accompagnati da Fraxinus ornus o orniello, Acer monspessulanum o acero minore, Ostrya carpinifolia e Carpinus betulus o carpini, etc. Questi boschi forniscono eccellente legna da ardere. In questa fascia, soprattutto su terreni a ph acido sono stati impiantati, fin dal periodo romano, estesi boschi di Castanea sativa o castagno, impiegato per il frutto e per la produzione di legname da costruzione.

23 A monte dei castagneti si estende il regno del Fagus sylvatica o faggio (orientativamente tra 600 e 1800 metri di altezza) che forma boschi molto spesso puri, ma talvolta misti con Abies alba o abete bianco, Picea abies o abete rosso e Larix decidua o larice. Specie intercalari di questi boschi sono costituiti dall' Ilex aquifolium o agrifoglio, Acer pseudoplatanus o acero di monte, Taxus baccata o tasso e tigli. Le faggete nel recente passato erano governate a ceduo, ma adesso Le faggete nel recente passato erano governate a ceduo, ma adesso sono quasi tutte in conversione a fustaia. Forniscono un ottimo legname utilizzato nella costruzione di mobili. Sulle montagne delle Alpi a quote superiori si trovano boschi puri di conifere delle specie sopra menzionate accompagnate da varie specie di pini montani (Pinus cembra o pino cembro, Pinus mugo o pino mugo, Pinus nigra o pino nero e Pinus sylvestris o pino silvestre). Al di sopra delle estreme propaggini di queste formazioni sempreverdi (limite del bosco), oltre a qualche sporadico cespuglieto, si incontra solo vegetazione erbacea.

24 In definitiva l'ecosistema forestale è, in Italia, uno degli ambienti in cui la biodiversità si caratterizza in maniera più ampia. Ciò significa che esistono una moltitudine di specie vegetali e animali che vivono e permettono all'ecosistema foresta di essere un micro- mondo estremamente prolifico, interessante e salutare, anche per l'uomo. Da nord a sud, l'ecosistema forestale muta il suo volto, rendendo il fattore biodiversità evidente: le foreste a nord sono infatti caratterizzate da conifere e alberi come la rovere e la farnia, che si trovano anche ad elevate altitudini, mentre a sud prevale il bosco arbustivo, caratterizzato dalle piante tipiche della macchia mediterranea, capaci di sopportare un terreno talvolta arido, durante la lunga stagione estiva e poco piovosa. Lo sfruttamento boschivo intensivo produce gravi danni, non solo per la sopravvivenza delle forme di vita che si trovano nell'area, ma anche per il territorio circostante. Il taglio indiscriminato degli alberi infatti produce una situazione preoccupante, in quanto le piogge non possono essere assorbite dal terreno -attraverso le radici e le parti vitali di alberi e arbusti- e in questo modo creano spesso frane e alluvioni che in un terreno altamente boschivo sarebbero franate dal sistema di drenaggio degli alberi.

25 Purtroppo la mala gestione degli ecosistemi forestali da parte dell'uomo, il disboscamento selvaggio e i piani di assestamento non sempre efficaci, nonchè il monitoraggio non proprio impeccabile, hanno contribuito a creare un problema sempre più sentito e preoccupante, quello degli incendi, spesso dolosi, che distruggono e alterano irrimediabilmente l'ecosistema forestale italiano. La tutela dei nostri boschi e delle nostre foreste è un comportamento che ci consente di salvaguardare uno dei maggiori patrimoni del nostro paese, ma anche noi stessi, se teniamo conto della quantità di funzioni che assolve questo tipo di ecosistema nelle nostre vite. Gli ecosistemi naturali, inoltre, sono ambienti che si sviluppano in maniera naturale, e da soli raggiungono il loro equilibrio ecologico, definito climax. L'aggettivo climax permette di distinguerli dagli ecosistemi artificiali, quali sono definiti quelli agricoli e urbani, che hanno invece bisogno dell'azione dell'uomo per aumentare la loro produttività.

26 Negli ecosistemi naturali esiste un minor grado di specializzazione, rispetto agli ecosistemi agricoli, nonché, un maggior grado di biodiversità: questo perché la natura tende a creare un equilibrio basato sulla sopravvivenza del maggior numero di specie possibili, anche tramite meccanismi specializzati come quello della simbiosi, nel quale diversi organismi utilizzano la stessa fonte nutritiva per assolvere le loro funzioni biologiche. Gli ecosistemi naturali, infatti, possiedono una grande quantità di residui organici, che le piante presenti utilizzano per nutrirsi e per utilizzare gli elementi necessari. Questo non accade in un ecosistema agricolo, dove i terreni, dopo la raccolta e con la lavorazione pre semina diventano aridi e hanno bisogno dell'aggiunta di fertilizzanti. Il suolo si rigenera da sé negli ecosistemi naturali, e diventa sempre più fertile, quanto più le piante e gli organismi animali che in esso vivono sono numerosi. L'azione dei funghi e dei batteri trasformatori è importante e garantisce la crescita e l'equilibrio di questa tipologia di ecosistemi, preziosi per il nostro pianeta perché costituiscono riserve di ossigeno e di cibo, oltre che importantissimi fattori per il controllo climatico. Non solo, se si pensa che la maggior parte dei farmaci utilizzati a livello mondiale sono di origine vegetale e sfruttano i principi attivi delle piante, ci si renderà presto conto quanto la nostra salute dipenda dalla vitalità degli ecosistemi naturali e della biodiversità in essi presente.

27 Grazie per l attenzione

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