PROVINCIA DI BRINDISI COMUNE DI OSTUNI MILZINC/MILFER. Strada Statale 16 km OSTUNI (BR)

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1 PROVINCIA DI BRINDISI COMUNE DI OSTUNI MILZINC/MILFER srl Strada Statale 16 km OSTUNI (BR) RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE PER IMPIANTO DI ZINCATURA A CALDO CON CAPACITÀ PRODUTTIVA SUPERIORE A 2 TON/H DI ACCIAIO GREZZO TITOLO ELABORATO RELAZIONE TECNICA DATA 19/12/2014 REVISIONE 0 ALLEGATO N. 0 Consulenza: La ditta: SCA Via Federico II Svevo, Mesagne (BR) Tel: 0831/ Fax: 0831/ info@servizichimiciambientali.it D(J>TT. MAR\0^S^~^<^^ _ t d \ \ MILZINC SRL/MILFER SRL S.S. 16 km 183 Ostuni (BR) Tel: 0831/ Fax: 0831/ milzinc@libero.it

2 INDICE 1 PREMESSA NORMATIVA DI RIFERIMENTO INTRODUZIONE... 4 INFORMAZIONI DI CARATTERE GENERALE RELATIVE AL PROPONENTE... 5 ASSOGGETTABILITÀ DELL INTERVENTO A SCREENING V.I.A. E A.I.A NORMATIVA RIFERITA ALLA QUALITA DELL ARIA... 6 NORMATIVA RIFERITA ALLE ACQUE... 8 NORMATIVA RIFERITA AL RUMORE...11 NORMATIVA RIFERITA AL RISCHIO SISMICO INQUADRAMENTO URBANISTICO E TERRITORIALE DELL IMPIANTO IPPC INQUADRAMENTO DEL SITO CON RIFERIMENTO ALLO STRUMENTO URBANISTICO VIGENTE (CLASSIFICAZIONE DEL P.R.G.) Inquadramento territoriale analisi urbanistica e paesaggistica Ambiti Territoriale Estesi (ATE) Ambiti Territoriali Distinti (ATD) Analisi della pianificazione Territoriale e Urbanistica SITUAZIONE VINCOLISTICA SULL AREA DELL INSEDIAMENTO Assetto Idrogeologico (P.A.I.) Rapporti dell intervento con il Piano di Tutela delle Acque (PTA) Patrimonio naturale della zona considerata Aree protette nazionali, regionali e provinciali Zone sottoposte a vincolo paesaggistico Piano Regionale delle Qualità dell Aria DESCRIZIONE DI MASSIMA DELLO STATO DEL SITO DI UBICAZIONE DELL IMPIANTO Inquadramento geologico, geomorfologico, tettonico e sismico Idrografia ed idrogeologia del territorio Clima acustico nel sito di interesse INDICAZIONE DELLA PRESENZA, NEL RAGGIO DI 0,5 KM DAL PERIMETRO DELL IMPIANTO, DI STRUTTURE PRODUTTIVE, CIVILI E ABITATIVE, DI INFRASTRUTTURE IN GENERE, DI AREE PROTETTE ED HABITAT NATURALI PRECEDENTI AUTORIZZAZIONI E NORME DI RIFERIMENTO DIMENSIONI E DESCRIZIONE DEL PROGETTO STATO ATTUALE INTERVENTI DA REALIZZARE Adeguamenti strutturali Adeguamenti impiantistici Adeguamenti Funzionali CICLO PRODUTTIVO DESCRIZIONE DELL IMPIANTO DI ZINCATURA CAPACITÀ PRODUTTIVA DELL IMPIANTO DI ZINCATURA...73 MATERIE PRIME ED AUSILIARIE UTILIZZATE...73 ENERGIA PRODUZIONE DI ENERGIA...76 CONSUMI DELLE RISORSE ENERGETICHE...76 CONSUMI DELLE RISORSE NATURALI...76 Pagina 1 di 108

3 7 EMISSIONI EMISSIONI IN ATMOSFERA...77 SCARICHI IDRICI EMISSIONI SONORE...84 RIFIUTI MISURE ADOTATTE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI...87 SISTEMI DI CONTENIMENTO/ABBATTIMENTO EMISSIONI IN ATMOSFERA Descrizione dell impianto di lavaggio fumi SCRUBBER Descrizione dell impianto di abbattimento dei vapori dal processo di zincatura Descrizione degli impianti di abbattimento fumi a corredo dei pantografi a taglio plasma e laser Misure per ridurre impatto da emissioni diffuse Viabilità e misure per ridurre impatto da traffico veicolare EMISSIONI SONORE EMISSIONI IDRICHE EMISSIONI AL SUOLO ANALISI DI RISCHIO DI INCIDENTI CRITERI ADOTTATI PER LA RIDUZIONE DEGLI EVENTI BONIFICHE AMBIENTALI STABILIMENTI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE APPLICAZIONE DELLE BAT VALUTAZIONE INTEGRATA DELL INQUINAMENTO RIGENERAZIONE CONTINUA DEL BAGNO DI FLUSSAGGIO RECUPERO DEL CALORE DEI GAS COMBUSTI PROVENIENTI DAL FORNO DI ZINCATURA RECUPERO DELLE MATTE DA ZINCO MISURE PER LA RIDUZIONE DELL INQUINAMENTO ATMOSFERICO MISURE PER LA RIDUZIONE DELL INQUINAMENTO ACUSTICO MISURE PER RIDUZIONE DELLE EMISSIONI IN ACQUA MISURE PER LA RIDUZIONE DEI RIFIUTI VERIFICA SULL APPLICAZIONE DELLE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI (BAT) PROGETTI DI MIGLIORAMENTO GESTIONE DEL FINE VITA DELL IMPIANTO CONCLUSIONI Figura 1: P.R.G. adeguamento alla L.R. 56/ Figura 2: Variante di adeguamento al PUTT/ paesaggio della Regione Puglia...22 Figura 3: PUTT approvato con D.G.R. n del Figura 4: PUTT approvato con D.G.R. n del Figura 5: Aree a pericolosità idraulica...26 Figura 6: Individuazione delle ZPS, dei SIC e dei SIC Mare Cartografia ottenuta con WebGis a cura della Regione Puglia - Assessorato all Ecologia - Ufficio Parchi e Riserve Naturali...29 Pagina 2 di 108

4 Figura 7: Proposti Siti di Interesse Comunitario (ps.i.c.) individuati in Provincia di Brindisi ai sensi del D.M. del 25/03/2005 Elenco dei proposti siti di importanza comunitaria per la Regione biogeografia mediterranea, ai sensi della Direttiva n.92/43/cee...30 Figura 8: Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.) individuati in Provincia di Brindisi ai sensi del D.M. del 25/03/2005 Elenco dei proposti siti di importanza comunitaria per la Regione biogeografica mediterranea, ai sensi della Direttiva n.92/43/cee...31 Figura 9: Aree naturali protette presenti in Puglia Cartografia da WebGis a cura della Regione Puglia - Assessorato all Ecologia - Ufficio Parchi e Riserve Naturali: SIC, ZPS e Aree Protette...32 Figura 10: Aree naturali protette regionali presenti nella Provincia di Brindisi...32 Figura 11: Aree naturali protette regionali presenti nella Provincia di Brindisi Fonte: Elenco Ufficiale delle Aree naturali protette - Assessorato all Ambiente - Ufficio Parchi e Riserve naturali...33 Figura 12: Localizzazione dell area dell impianto sulla zonizzazione effettuata dal PRQA Figura 13: Indicazione del sito d'intervento Figura 14: Puglia, mappa del livello delle soglie di danno Im < 6 danni pressoché inesistenti, Imax > 10 danni elevati alle costruzioni...40 Figura 15: Carta della pericolosità sismica nel territorio nazionale...41 Pagina 3 di 108

5 1 PREMESSA Il gruppo MILZINC SRL e MILFER SRL esercisce in Ostuni (BR) un impianto per la produzione di manufatti zincati, mediante il processo di zincatura a caldo. Tali attività prevedono l emissione in atmosfera di sostanze e vapori, regolarmente autorizzate con Determina Provinciale 48 del 06/05/2002. Inoltre, l impianto di che trattasi è autorizzato alla immissione di acque meteoriche di dilavamento negli strati superficiali del suolo e sottosuolo come da Determina Dirigenziale 1088 del 21/06/2010. A seguito di modifiche impiantistiche, nonché all aumento della produzione oraria, le attività esercite, rientrano tra quelle di cui al punto 2.3 lettera c dell Allegato I del D.lgs. 59/05 e s.m.i 2.3. Impianti destinati alla trasformazione di metalli ferrosi mediante: c) applicazione di strati protettivi di metallo fuso con una capacità di trattamento superiore a 2 tonnellate di acciaio grezzo all'ora. Quindi, il presente lavoro, commissionato dal gruppo MILZINC SRL e MILFER SRL, definisce i parametri progettuali dell attività di zincatura a caldo di manufatti metallici, finalizzata alla richiesta di Autorizzazione Intergrata Ambientale che ricomprenda sia le emissioni convogliate in atmosfera che la gestione delle acque meteoriche e di dilavamento, ed è stato redatto secondo gli indirizzi normativi contenuti nel D.Lgs. n.59 del 18/02/2005 e ss.mm.ii. ( Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento ), per l impianto IPPC ubicato in Ostuni (BR) alla Loc. S.S. 16 KM 883. Si specifica che, per quanto non espressamente riportato e/o illustrato nella presente relazione tecnica, si rimanda ai restanti elaborati (Allegati e Schede) a corredo della domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale. 1.1 INTRODUZIONE Le società in questione la Milzinc s.r.l. e la Milfer s.r.l. negli ultimi anni hanno visto crescere in modo esponenziale la richiesta da parte dell utilizzatore finale (consumatore), crescita tradottasi in un aumento dell attività produttiva. Per far fronte a questa richiesta, le due aziende hanno ritenuto opportuni prevedere nel proprio piano di crescita aziendale un adeguamento dell intero compendio aziendale. Tale adeguamento dovrà essere eseguito nel rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro, nel rispetto del D.Lgs 81/08 e s.m.i, nel rispetto delle norme in materia ambientale, con riferimento al D.Lgs n. 152 del 3 aprile 2006 e s.m.i e nel rispetto delle norme in materia di adeguamento delle strutture da un punto di vista sismico. In particolare, nel compendio aziendale si svolgono tre distinte attività produttive: Pagina 4 di 108

6 - Commercializzazione di prodotti siderurgici; - Lavorazione di metalli e semilavorati; - Zincatura di carpenteria metallica. La crescita delle tre attività e le restrittive norme in materia di sicurezza sul lavoro, ambiente e adeguamento sismico, hanno reso le aree di lavoro inadeguate per lo svolgimento delle diverse fasi di lavorazione e stoccaggio dei materiali, tanto da richiedere nell immediato: - Adeguamenti Impiantistici; - Adeguamenti Strutturali; - Adeguamenti Funzionali. Nel prosieguo, vengono specificate le opere in progetto e i processi di lavorazione, per i quali, oltre che per quelli già svolti finora in forza della Determinazione Dirigenziale rilasciata dalla Provincia di Ostuni Servizio Ecologia ed Ambiente n.48 del 06/05/2002, viene richiesta l Autorizzazione Integrata Ambientale. 1.2 INFORMAZIONI DI CARATTERE GENERALE RELATIVE AL PROPONENTE Qui di seguito, si riportano le informazioni di carattere generale relative alla società Anagrafica Azienda Ragione Sociale Azienda MILZINC SRL MILFER SRL Attività di carpenteria metallica e zincatura a caldo di Attività manufatti metallici Amministratore Unico Angelo Milone Sede Legale/Unità operativa Comune Ostuni (BR) C. da Santa Caterina snc, lungo la SS 16 per Carovigno al Indirizzo km 883 Partita IVA/Cod. Fiscale (MILZINC SRL) Partita IVA/Cod. Fiscale (MILFER SRL) Iscrizioni Num. Iscrizione CCIAA/BR Altre informazioni Codice ISTAT: Codici NACE 28 Articolazione dell'orario di 08:00 17:30 lavoro Pagina 5 di 108

7 1.3 ASSOGGETTABILITÀ DELL INTERVENTO A SCREENING V.I.A. E A.I.A. L impianto oggetto di Autorizzazione Integrata Ambientale, così come denominato in premessa viene assoggettato alla disciplina IPPC/AIA in quanto rientrante tra le attività di cui ai punti 2.3 lettera c e 2.6 dell Allegato I del D.lgs. 59/05 e s.m.i 2.3. Impianti destinati alla trasformazione di metalli ferrosi mediante: c) applicazione di strati protettivi di metallo fuso con una capacità di trattamento superiore a 2 tonnellate di acciaio grezzo all'ora Impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche mediante processi elettrolitici o chimici qualora le vasche destinate al trattamento utilizzate abbiano un volume superiore a 30 m3. In merito alla procedura di impatto ambientale si sottolinea che l impianto in oggetto è da assoggettare anche alla procedura di verifica alla V.I.A., in quanto rientra tra i progetti di cui alla lettera B.2.j) impianti destinati alla trasformazione di metalli ferrosi mediante: Applicazione di strati protettivi di metallo fuso con una capacità di trattamento superiore a 2 t di acciaio grezzo all'ora, normati dall art. 16 della L.R. 11/2001 e s.m.i. Nonostante ciò, a seguito di valutazioni tecniche, la Società ha deciso di presentare richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale, di cui al presente elaborato, superando la fase preliminare di screening. 2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO 2.1 NORMATIVA RIFERITA ALLA QUALITA DELL ARIA. La normativa di riferimento per quanto riguarda le emissioni in atmosfera è costituita da: - D.P.R. n. 203 del 24/05/1988: Attuazione delle direttive CEE numeri 80/779, 82/884, 84/360 e 85/203 concernenti norme in materia di qualità dell'aria, relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali, ai sensi dell'art. 15 della legge 16 aprile 1987, numero 183. In tale decreto sono stati fissati i limiti massimi di accettabilità delle concentrazioni e di esposizione relativi ad inquinanti dell aria nell ambiente esterno, i valori guida della qualità dell aria oltre ai relativi metodi di prelievo e di analisi al fine della tutela igienico sanitarie delle persone o delle comunità esposte; - D.M. del 08/05/1989: Limitazione delle emissioni nell atmosfera di taluni inquinanti originati dai grandi impianti di combustione ; Pagina 6 di 108

8 - D.P.C.M. del 21/07/1989: Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni, ai sensi dell'art. 9 della legge 8 luglio 1986, n. 349, per l attuazione e l'interpretazione del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, recante norme in materia di qualità dell aria relativamente a specifici agenti inquinanti e di inquinamento prodotto da impianti industriali ; - D.M. del 21/07/1990: Linee guida per il contenimento delle emissioni inquinanti degli impianti Industriali e la fissazione dei valori minimi di emissione ; - D.M. del 25/07/1991: Modifiche dell'atto di indirizzo e coordinamento in materia di emissioni poco significative e di attività a ridotto inquinamento atmosferico, emanato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 21 luglio 1989 ; - D.M. n. 503 del 19/11/1997: Regolamento recante norme per l'attuazione delle direttive 89/369/CEE e 89/429/CEE concernenti la prevenzione dell'inquinamento atmosferico provocato dagli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani e la disciplina delle emissioni e delle condizioni di combustione degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani, di rifiuti speciali non pericolosi, nonché di taluni rifiuti sanitari ; - Decreto interministeriale del 27/03/1998: Mobilità sostenibile nelle aree urbane ; - D.Lgs. n. 372 del 4/08/1999: Attuazione della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento ; - Decreto n. 60 del 2/04/2002: Sostanze inquinanti dell aria- valori limite di qualità dell aria ambiente ; - Delibera CIPE del 19/12/2002: Revisione delle linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra (legge n.120/2002) ; - Delibera regionale del 26 settembre 2003, n Applicazione delle disposizioni in materia di inquinamento atmosferico - Semplificazione procedure impianti a ridotto inquinamento atmosferico, nonché nuove procedure per le attività. - D.M. n. 44 del 16/01/2004: Recepimento della direttiva 1999/13/CE relativa alla limitazione delle emissioni di composti organici volatili di talune attività industriali, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203 ; - D.Lgs. n.183 del 21/05/2004: Pagina 7 di 108

9 Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all ozono nell aria ; - D. Lgs. 3 aprile 2006 n. 152: Norme in materia ambientale. In materia di tutela dell aria, la Regione Puglia ha emanato quanto segue: DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 11 ottobre 2002, n D.P.R. 203/88. Autorizzazione in via generale ai sensi dell art. 5 del D.P.R. 25/7/91 delle 31 attività a ridotto inquinamento atmosferico di cui all all. 2 del decreto medesimo: criteri, procedure e modulistica. Disposizioni in materia di inquinamento atmosferico poco significativo. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 26 settembre 2003, n 1497 Circolare sull applicazione delle disposizioni contenute nella deliberazione di Giunta regionale 11 ottobre 2002, n DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 15 febbraio 2007, n. 100 Calendario per la presentazione della domanda di autorizzazione ai sensi dell articolo 281 del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n Disposizioni. 2.2 NORMATIVA RIFERITA ALLE ACQUE. Le principali direttive emanate in materia di qualità delle acque a livello europeo sono di seguito riepilogate: - Direttiva 2000/60/CE del 23 ottobre 2000: Istituisce un quadro per l azione comunitaria in materia di acque - Direttiva 2006/118/CE del Parlamento Europeo: Sulla protezione delle acque sotterranee dall inquinamento e dal deterioramento; - Proposta di Direttiva del Parlamento Europeo Com. 2006/397: sugli standard di qualità ambientale in materia di acque e recante modifica alla Dir. 2000/60/CE; - Parere 2007/C 97/02 del Comitato economico e sociale europeo: in merito alla Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque e recante modifica della direttiva 2000/60/CE; Il quadro normativo italiano relativo al tema acque è fondamentalmente articolato sulle seguenti leggi e norme: - D. Lgs. 27/01/1992 n. 132: Attuazione della direttiva 80/68/CEE concernente la protezione delle acque sotterranee Pagina 8 di 108

10 dall inquinamento provocato da certe sostanze pericolose ; - D. Lgs. 27/01/1992 n. 133: Attuazione delle direttive 76/464/CEE, 82/176/CEE, 83/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE, 88/347/CEE e 90/415/CEE in materia di scarichi industriali di sostanze pericolose nelle acque ; - L. 5/01/1994 n. 36 (Legge Galli): Disposizioni in materia di risorse idriche. Tutela tutte le acque primarie (fiumi, falde ) e detta norme per la gestione dei servizi idrici di acquedotto e fognature; - D. Lgs. 11/05/1999 n. 152: Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole. In tale decreto si sottolinea l importanza di disciplinare tutti gli scarichi in funzione del rispetto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e al fine di conseguire questo obiettivo si fissano e si specificano i valori limite di emissione in acque superficiali e in fognatura; - D. Lgs. 18/08/2000 n. 258: Disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo 11 maggio 1999, n.152, in materia di tutela delle acque dall inquinamento, a norma dell articolo 1,comma 4, della legge 24 aprile 1998, n. 128 ; - Decreto del Ministero dell Ambiente del 18/09/2002: Modalità di informazione sullo stato di qualità delle acque, ai sensi dell art. 3,comma 7, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 52 ; - Decreto del Ministero dell Ambiente 12/06/2003, n.185: Regolamento recante norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue in attuazione dell articolo 26, comma 2, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n.152 ; - D. Lgs. 3 aprile 2006 n. 152: Norme in materia ambientale ; - Decreto Legislativo 8 novembre 2006, n. 284: Disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, recante norme in materia ambientale - Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 5 Ottobre 2007: Indirizzi operativi per prevedere, prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni idrogeologici e idraulici ; Pagina 9 di 108

11 In materia di acque, la Regione Puglia ha emanato quanto segue: - L.R. Puglia n.36 del 10/12/1982 Interventi regionali in attuazione dell art.20 della L. n.319 del 10/05/1976 Norme per la tutela delle acque dall inquinamento. Integrata e modificata dalla L. n.650 del 24/12/1979 ; L.R. Puglia n.24 del 19/12/1983 Tutela e uso delle risorse idriche e risanamento delle acque in Puglia ; - R.R. Puglia n.1 del 20/02/1988 Disciplina degli impianti di smaltimento sul suolo di insediamenti civili di consistenza inferiore a 50 vani o m3 e degli insediamenti turistici non allacciati alla pubblica fognatura ; - L.R. Puglia n.18 del 05/05/1999 Disposizioni in materia di ricerca ed utilizzazione di acque sotterranee ; Decreto del Commissario Delegato per l emergenza ambientale in Puglia n.191 del 13/06/2002 Ordinanza Ministeriale n.3184 del 22/03/ art.7, commi 3 e 5 - art.8. Approvazione dei criteri, dei limiti di smaltimento e indirizzi per la programmazione ed attivazione degli interventi nel Settore fognario e depurativo ( Piano Direttore ) ; - Piano Direttore a stralcio del piano di tutela delle acque della Regione Puglia, approvato con Decreto n.191/cd/a del 13/06/2002 e pubblicato sul B.U.R.P. n.80 del 27/06/2002; Atto Dirigenziale n del registro Settore R.N., Codice CIFRA: 075/DIR/2004/00001, dell 01/03/2004 emanato dalla Regione Puglia Assessorato Lavori Pubblici, Difesa del Suolo e Risorse Naturali Settore Risorse Naturali Ufficio Tutela delle Acque dall Inquinamento; Delibera n.25 del 15/12/2004 del Comitato Istituzionale dell Autorità di Bacino della Regione Puglia Adozione del Piano di Bacino della Puglia, stralcio Assetto Idrogeologico e delle relative misure di salvaguardia ; Decreto del Commissario Delegato per l emergenza ambientale in Puglia n.35/cd/a dell 01/04/2005 D.P.C.M. del 28 gennaio 2005: esecuzione fissazione termine adeguamento impianti depurazione acque meteoriche al 31 dicembre 2005 ; D.R. Puglia n.209 del 19/12/2005 Definizione e predisposizione, ai sensi del combinato disposto degli artt.2, co.1, e 7, co.3, Ordinanza n.3184 del 22/03/2002 del Ministero dell Interno delegato per il coordinamento della protezione civile, del Piano di Tutela delle Acque di cui all art.44 del D.Lgs. n.152 dell 11/05/1999 ; D.G.R. Puglia n.883 del 19/06/2007 Adozione, ai sensi dell articolo 121 del Decreto legislativo n.152/2006, del Progetto di Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia ; - REGOLAMENTO REGIONALE 9 dicembre 2013, n. 26 Disciplina delle acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia (attuazione dell art. 113 del Dl.gs. n. 152/06 e ss.mm. ed ii.). Pagina 10 di 108

12 2.3 NORMATIVA RIFERITA AL RUMORE. Di seguito si elenca la principale normativa europea in materia di rumore: - Rettifica direttiva 2005/88/CE Parlamento europeo del 14 dicembre 2005 che modifica la direttiva 2000/14/CE sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti l emissione acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate a funzionare all aperto; Il quadro normativo italiano relativo al tema rumore è fondamentalmente articolato sulle seguenti leggi e norme: - D.P.C.M. del 01/03/1991: Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell ambiente esterno ; - L. n. 447 del 26/10/1995: Legge quadro sull inquinamento acustico ; - D.P.C.M. del 14/11/1997: Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore ; - D.P.C.M. del 5/12/1997: Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici ; - D.M. del 16/03/1998: Tecniche di rilevamento e di misurazione dell inquinamento acustico ; - L. n. 426 del 9/12/1998: Nuovi interventi in campo ambientale ; - D. Lgs. 04/09/2002 n. 262: Attuazione della direttiva 2000/14/CE concernente l emissione acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate a funzionare all aperto Il decreto abroga le seguenti disposizioni: D. Lgs. 135/92; D. Lgs. 136/92; D.Lgs. 137/92; D.M. 316/94; D.M. 317/94; - D. Lgs. 19/12/2005 n. 194: Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale ; - D. M. 24 luglio 2006: Modifiche dell allegato I - Parte b, del decreto legislativo 4 settembre 2002, n. 262, relativo all emissione acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate al funzionamento all esterno. La Regione Puglia ha dettato norme di indirizzo per il contenimento e la riduzione dell inquinamento acustico con lo scopo di tutelare l ambiente esterno ed abitativo, per la salvaguardia della salute pubblica da alterazioni conseguenti all inquinamento acustico proveniente da sorgenti sonore, fisse e mobili, e per la riqualificazione ambientale, per mezzo della seguente: L.R. n.3/2002: Norme di indirizzo per il contenimento e la riduzione dell'inquinamento acustico. Pagina 11 di 108

13 2.4 NORMATIVA RIFERITA AL RISCHIO SISMICO. La probabilità che un evento sismico possa colpire una data regione costituisce la pericolosità sismica per quella regione. Il rischio di un territorio, connesso ad un evento sismico, in un determinato intervallo temporale, è in relazione con la pericolosità sismica e con la vulnerabilità delle costruzioni, intesa come propensione delle costruzioni stesse a subire dei danni per effetto di un sisma di assegnate caratteristiche. Dato che intensità dell evento, luogo in cui si verificherà, momento e durata sono tutti fattori di incertezza, l individuazione di aree a più alto rischio rappresenta un importante punto di partenza su cui intervenire in modo preventivo al fine di pianificare azioni ed interventi mirati alla riduzione e alla mitigazione del danno. Di seguito è elencata la normativa riferita al rischio sismico: - Legge del 28/10/1986 n. 730: Disposizioni in materia di calamità naturali ; - D. M. del 16/01/1996: Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche ; - D. M. del 14/02/1997: Direttive tecniche per l individuazione e perimetrazione, da parte delle regioni, delle aree a rischio idrogeologico ; - Circolare del 10/04/1997: Istruzioni per l applicazione delle norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche al D.M. 16/01/1996 ; - Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20/03/2003 n. 3274: Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zone sismica ; - Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 02/10/2003 n. 3316: Modifiche ed integrazioni all Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20/03/2003 n ; - D.P.C.M. del 21/10/2003: Dipartimento della protezione civile. Disposizioni attuative dell art. 2, commi 2-3-4, dell ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20/03/2003 n. 3274, recante Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica. L ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20/03/2003 n. 3274, ha riscritto la normativa per le costruzioni in zona sismica ed ha introdotto una nuova classificazione sismica su tutto il territorio nazionale. Nelle more dell entrata in vigore della medesima ordinanza, al termine del periodo di transizione nel quale era possibile utilizzare le norme previdenti, termine più volte prorogato e da ultimo fissato al 23/10/2005, è stato adottato il D.M. 14/09/2005 ( Norme tecniche per le costruzioni ), in vigore dalla medesime data, Pagina 12 di 108

14 fatto salvo un periodo di diciotto mesi di sperimentazione, periodo recentemente prorogato al 31/12/2007 dall art. 3, comma 4-bis, della L. 26/02/2007 n. 17 recante Proroga di termini vari, nel corso del quale è possibile utilizzare ancora le previdenti norme. Con il D.M. 14/09/2005 è stata aggiornata e raccolta in un testo unitario la normativa di settore da applicare nella progettazione e realizzazione di manufatti edilizi, in base al quale le norme tecniche di cui all Ordinanza n costituiscono una possibile norma cui fare ricorso per la progettazione nell ambito del quadro generale del decreto stesso. - Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 3519 del 28/04/2006: Pericolosità sismica di riferimento per il territorio nazionale 3 INQUADRAMENTO URBANISTICO E TERRITORIALE DELL IMPIANTO IPPC 3.1 INQUADRAMENTO DEL SITO CON RIFERIMENTO ALLO STRUMENTO URBANISTICO VIGENTE (CLASSIFICAZIONE DEL P.R.G.) L intervento proposto è ubicato nel territorio comunale di Ostuni, che con i suoi abitanti circa con densità abitativa di 67,35 ab./km2, confina a Nord con il mare Adriatico, ad Est con i comuni di Fasano, Cisternino Locorotondo e Martina Franca a Sud con il comune di Ceglie Messapica e S.Michele salentino e ad Ovest con i comuni di S. Vito dei Normanni e Francavilla Fontana. Il territorio comunale, nell area di interesse è caratterizzato dalla preponderanza della struttura collinare e dalla presenza di pianure solo ai margini dei confini. L area in prossimità dell impianto in oggetto è interessata dal passaggio della via di comunicazione S.S. 16 che unisce gli abitati di Ostuni e Carovigno. La disciplina Urbanistica Edilizia vigente è stato adottato con Delibera di Consiglio Comunale n. 148 del 1985 e successivamente approvato con Delibera di Giunta Regionale n del La disciplina paesaggistica del Comune di Ostuni è regolata, sull intero territorio comunale dalla Variante di Adeguamento del PRG vigente e dalla Variante di Adeguamento al PUTT/PAESAGGIO (Del. GR n. 1748/2000 art NTA), secondo le disposizioni e con le modalità, previsioni e prescrizioni degli elaborati grafici, che ne costituiscono parte integrante. Le norme della presente variante, sono da considerarsi meramente complementari alla stessa e specificatamente rivolte al miglioramento dell inserimento paesaggistico ambientale con un compatibile sviluppo socio economico della popolazione residente nel territorio Comunale di Ostuni. Qualunque intervento che comporti trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio comunale viene pertanto direttamente disciplinato dal Pagina 13 di 108

15 PRG per quanto attiene alla disciplina urbanistico edilizia nonché della presenta variante per quanto attiene invece agli aspetti di natura meramente paesaggistica. La presente Variante di Adeguamento del PRG al PUTT/P coordina le scelte pianificatorie già operate dal PRG vigente con la tutela e con la valorizzazione del paesaggio definita dal PUTT/P. Da un punto prettamente pratico la presente variante include al suo interno: - Norme Tecniche di Attuazione Urbanistica La presente variante di adeguamento del PRG al PUTT/P urbanistica: a) Modifica e/o integra la configurazione delle cosiddette aree concentrazione volumetrica già individuate dal PRG, senza che vengano apportate delle variazioni in merito ad indici, a parametri urbanistico edilizi o zonizzazione, ovvero la destinazione urbanistica delle aree; b) Individua e perimetra aree interessate da attività ed interventi abusivi, non sanabili ai sensi della LR56/80 e LR 30/90; c) Individua le misure necessarie per consentire il corretto inserimento, nel contesto paesaggistico di riferimento, degli interventi di trasformazione già pianificati dallo strumento urbanistico generale vigente, PRG; d) Definisce le linee guida generali per costruire; Gli elementi costitutivi della presente variante sono riportati e consultabili, mediante elaborati, suddivisi in: a. Relazione Generale; b. Pianificazione paesaggistica regionale vigente; c. Perimetrazione dei territori costruiti; d. Quadro informativo conoscitivo; e. Quadro interpretativo; f. Quadro progettuale paesaggio; g. Quadro progettuale urbanistica; h. Norme tecniche di attuazioni. - Norme Tecniche di Attuazione Paesaggio La variante di adeguamento del PRG al PUTT/P paesaggio: a) Attua una ricognizione di dettaglio finalizzata alla definizione di un esauriente quadro conoscitivo delle peculiarità e degli elementi/componenti paesistico ambientali presenti nel territorio comunale, attinenti al sistema geo morfo idrogeologico, al sistema botanico vegetazionale colturale e della potenzialità faunistica; b) Attua la ricognizione degli immobili e delle aree dichiarate di notevole interesse pubblico; Pagina 14 di 108

16 c) Attua la ricognizione di tutti gli immobili e delle aree tutelate dal punto di vista paesaggistico, con individuazione e rappresentazione cartografica; d) Fissa per gli ATE individuati indirizzi e direttive di tutela paesaggistica al fine di perseguire l obbiettivo della tutela e valorizzazione dei diversi contesti; e) Individua gli ambiti territoriali distinti ATD, l area di pertinenza del bene nonché la relativa area annessa; f) Individua mediante l analisi delle principali dinamiche di trasformazione del territorio, i fattori di rischio e gli elementi di vulnerabilità del paesaggio, in correlazione con altri strumenti di pianificazione e/o programmazione sovraordinata; g) Modifica la configurazione e/o la localizzazione nonché implementa il numero delle peculiarità paesaggistica già individuate dal PUTT/P; h) Individua gli ambiti territoriali che presentano una rilevante naturalità già sottoposti a specifica tutela sovraordinata in considerazione del significativo ruolo ecologico; i) Individua nuovi elementi/componenti paesaggistico ambientali; j) Disciplina i processi di trasformazione fisica e l uso del territorio allo scopo di tutelarne l identità storico culturale. L area su cui insiste l attività di zincatura, in relazione al P.R.G., è tipizzata come Zona agricola E2, mentre le strutture presenti, risultano essere ad uso industriale artigianale. L intero compendio aziendale risulta, nelle attuale destinazione d uso, legittimato in virtù dei seguenti titoli abilitativi: - Licenza edilizia n.57/71 del intestata al sig. Milone Angelo e Milone Nicola; - Concessione edilizia in sanatoria (L.47/85) n.1070 del intestata al sig. Milone Nicola; - Concessione edilizia in sanatoria (L.47/85) n.1071 del intestata al sig. Milone Angelo; - Autorizzazione edilizia n.377/90 del intestata al sig. Milone Angelo; - Autorizzazione edilizia n.336/91 del intestata alla sig.ra Milone Federica; - Concessione edilizia in sanatoria (L.724/94) n.1741/95 del intestata alla sig.ra Milone Federica; - Concessione edilizia in sanatoria (L.724/94) n.1389/95 del intestata al sig. Milone Nicola; - Concessione edilizia in sanatoria (L.724/94) n.1390/95 del intestata al sig. Milone Angelo; - Concessione edilizia n.323/98 del intestata alle soc. MILFER s.r.l. e MILZINC s.r.l.; - Concessione edilizia n.339/99 del intestata alle soc. MILZINC s.r.l.; Pagina 15 di 108

17 - Concessione edilizia n.85/00 del intestata alle soc. MILZINC s.r.l.; - Concessione edilizia n.408/02 del intestata al sig. Milone Angelo; - Autorizzazione di agibilità n. 323/98-339/99-85/00 del intestata alla soc. MILZINC s.r.l.; - Permesso di costruire n.2009-p-378 del intestata alle soc. MILFER s.r.l. e MILZINC s.r.l.. Tra gli atti amministrativi sopra elencati particolare rilevanza ha la concessione edilizia di cui al punto i) n.323/98 con la quale vengono accorpati tutti gli atti amministrativi precedenti e originato il compendio aziendale attualmente in esercizio con la destinazione d uso LAVORAZIONE E ZINCATURA METALLI ; mentre le ultime concessioni edilizie, di minore rilevanza, attengono ad interventi pertinenziali ed accessori. In ogni caso bisogna ricordare che sin dall origine, con la licenza edilizia: - n.57/71, i fabbricati sono stati utilizzati dalla società F.lli Milone per esercitare attività di lavorazione metalli Inquadramento territoriale analisi urbanistica e paesaggistica Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTT/pba) della Regione Puglia, approvato con Deliberazione della Giunta Regionale n.1748 del 15/12/2000 (BURP n. 6 dell ) si configura non solo come piano unicamente paesaggistico, ma anche come strumento di pianificazione generale di carattere urbanistico territoriale. In adempimento di quanto disposto dall art. 149 del D.Lgs n. 490/ e dalla L.R n.56, il PUTT/pba disciplina i processi di trasformazione fisica e l uso del territorio allo scopo di: tutelarne l identità storica e culturale, rendere compatibili la qualità del paesaggio, delle sue componenti strutturanti, e il suo uso sociale, promuovere la salvaguardia e valorizzazione delle risorse territoriali. Va specificato, innanzitutto, che le norme contenute nel P.U.T.T./pba, che disciplinano la trasformazione in funzione degli obiettivi generali e specifici di salvaguardia e valorizzazione paesistica, di cui al Titolo II ambiti territoriali estesi ed al Titolo III ambiti territoriali distinti, non trovano applicazione all interno dei cosiddetti territori costruiti come definiti dall art punto 5 delle N.T.A.del P.U.T.T./pba, né le norme dello strumento di pianificazione urbanistica territoriale tematica regionale trovano applicazione negli ambiti estesi di valore normale E dove non è direttamente dichiarabile un signifìcativo valore paesaggistico. Il PUTT/pba si articola, con riferimento agli elementi rappresentativi dei caratteri strutturanti la forma del territorio e dei suoi contenuti paesistici e storico-culturali, al fine di verificare la compatibilità delle trasformazioni proposte, in: Pagina 16 di 108

18 a) sistema delle aree omogenee per l assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico; b) sistema delle aree omogenee per la copertura botanico/vegetazionale e colturale e del contesto faunistico attuale e potenziale che queste determinano; c) sistema delle aree omogenee per i caratteri della stratificazione storica dell organizzazione insediativa; d) individuazione e classificazione degli ordinamenti vincolistici vigenti, individuando e classificandone per ciascuno di essi le componenti paesistiche. Il P.U.T.T./pba, con riferimento al livello dei valori paesaggistici individuati a seguito della fase di analisi, ha proceduto alla perimetrazione per aree omogenee dei cosiddetti ambiti territoriali estesi dove apporre, tramite le N.T.A. relative, una tutela diretta dei valori paesistici identificati nonché stabilire altresì, in funzione del grado di equipaggiamento paesistico-ambientale degli ambiti territoriali identificati, un maggiore e/o minore grado di trasformabilità dell attuale assetto paesaggistico, persino escludendo del tutto ogni trasformazione in alcune specifiche aree interessate dalla presenza di ambiti territoriali distinti ovvero da emergenze e/o componenti ed insiemi che costituiscono gli elementi caratterizzanti e strutturanti il territorio dal punto di vista paesaggistico, come identificati e definiti dal titolo III delle N.T.A. del P.U.T.T./pba Ambiti Territoriale Estesi (ATE). Gli Ambiti Territoriali Estesi (art delle NTA del PUTT/P), sono articolati, in riferimento al valore paesaggistico decrescente, in ambiti di: valore eccezionale ("A"), laddove sussistano condizioni di rappresentatività di almeno un bene costitutivo di riconosciuta unicità e/o singolarità, con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti; valore rilevante ("B"), laddove sussistano condizioni di compresenza di più beni costitutivi con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti; valore distinguibile ("C"), laddove sussistano condizioni di presenza di un bene costitutivo con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti; valore relativo ("D"), laddove pur non sussistendo la presenza di un bene costitutivo,sussista la presenza di vincoli che ne individui una significatività; valore normale ("E"), laddove non è direttamente dichiarabile un significativo valore paesaggistico. I terreni e gli immobili compresi negli Ambiti Territoriali Estesi i di tipo A, B, C, D sono sottoposti a tutela diretta dal piano, e non possono essere oggetto di lavori comportanti modificazioni del loro stato fisico senza autorizzazione paesaggistica; non possono Pagina 17 di 108

19 essere oggetto di interventi di rilevante trasformazione senza attestazione di compatibilità paesaggistica o senza che questi siano sottoposti a VIA. Il rilascio delle autorizzazioni deve perseguire obiettivi di salvaguardia e valorizzazione paesaggistico-ambientale, nel rispetto dei seguenti Indirizzi di tutela (Titolo II art PUTT/P): negli ambiti tipo A : conservazione e valorizzazione dell assetto attuale; recupero delle situazioni compromesse attraverso l eliminazione dei detrattori; negli ambiti di tipo B : conservazione e valorizzazione dell assetto attuale; recupero delle situazioni compromesse attraverso l eliminazione dei detrattori, e/o la mitigazione degli effetti negativi; massima cautela negli interventi di trasformazione del territorio; negli ambiti di tipo C : salvaguardia e valorizzazione dell assetto attuale se qualificato; trasformazione dell assetto attuale, se compromesso, per il ripristino e l ulteriore qualificazione; trasformazione dell assetto attuale che sia compatibile con la qualificazione paesaggistica; negli ambiti di tipo D : valorizzazione degli aspetti rilevanti con salvaguardia delle visuali panoramiche. negli ambiti di tipo E : valorizzazione delle peculiarità del sito Ambiti Territoriali Distinti (ATD). Nel piano sono individuati, ancora, gli elementi strutturanti il territorio e sono così articolati: assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico; copertura botanico vegetazionale, colturale e presenza faunistica; stratificazione storica dell organizzazione insediativa. Ogni sistema (anche suddiviso in sottosistemi) risulta ripartito in componenti ed insiemi, ed articolato, per la variazione degli obiettivi e delle forme di tutela, in ambiti distinti. Le direttive di tutela relative sono di seguito riportate (art PUTT/P ). Per il sistema "assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico", va perseguita la tutela delle componenti geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche (definenti gli ambiti distinti relativi) di riconosciuto valore scientifico e/o di rilevante ruolo negli assetti paesisticoambientali del territorio regionale, prescrivendo: negli ambiti territoriali estesi "A" va evitato ogni intervento che modifichi i caratteri delle componenti individuate e/o presenti, non vanno consentite attività estrattive, e va mantenuto l'insieme dei fattori naturalistici connotanti il sito; Pagina 18 di 108

20 negli ambiti territoriali estesi "B" va mantenuto l'assetto geomorfologico d'insieme e vanno individuati i modi per la conservazione e la difesa del suolo e per il ripristino di condizioni di equilibrio ambientale, per la riduzione delle condizioni di rischio, per la difesa dall'inquinamento delle sorgenti e delle acque superficiali e sotterranee, non vanno consentite nuove localizzazioni per attività estrattive e, per quelle in attività, vanno verificate le compatibilità del loro mantenimento in esercizio e vanno predisposti specifici piani di recupero ambientale; negli ambiti territoriali estesi "C" le previsioni insediative ed i progetti delle opere di trasformazione del territorio devono mantenere l'assetto geomorfologico d'insieme e conservare l'assetto idrogeologico delle relative aree, le nuove localizzazioni di attività estrattive vanno limitate ai materiali di inderogabile necessità e di difficile reperibilità. negli ambiti territoriali estesi "D" le previsioni insediative ed i progetti delle opere di trasformazione del territorio devono tenere in conto l'assetto geomorfologico d'insieme e conservare l'assetto idrogeologico delle relative aree, le nuove localizzazioni e/o ampliamenti di attività estrattive sono consentite (previa verifica della documentazione di cui all'allegato A3 del PUTT/P). Per il sistema "copertura botanico-vegetazionale e colturale", va perseguita la tutela delle componenti del paesaggio botanico-vegetazionale di riconosciuto valore scientifico e/o importanza ecologica, economica, di difesa del suolo, e/o di riconosciuta importanza sia storica che estetica, presenti sul territorio regionale, prescrivendo per tutti gli ambiti territoriali estesi sia la protezione e la conservazione di ogni ambiente di particolare interesse biologico-vegetazionale e delle specie floristiche rare o in via di estinzione, sia lo sviluppo del patrimonio botanico e vegetazionale autoctono. Va inoltre prescritto che: negli ambiti territoriali estesi "A", per tutti gli ambiti territoriali distinti va evitato il danneggiamento delle specie vegetali autoctone, l'introduzione di specie vegetali estranee e la eliminazione di componenti dell'ecosistema, l'apertura di nuove strade o piste e l'ampliamento di quelle esistenti, l'attività estrattiva, l'allocazione di discariche o depositi di rifiuti ed ogni insediamento abitativo o produttivo; la modificazione dell'assetto idrogeologico; negli ambiti territoriali estesi "B", per tutti gli ambiti territoriali distinti va evitata l'apertura di nuove cave, la costruzione di nuove strade e l'ampliamento di quelle esistenti, la allocazione di discariche o depositi di rifiuti, la modificazione dell'assetto idrogeologico. La possibilità di allocare insediamenti abitativi e produttivi, tralicci e/o antenne, linee aeree, condotte sotterranee o pensili, ecc., va Pagina 19 di 108

21 verificata tramite apposito studio di impatto paesaggistico sul sistema botanico/vegetazionale con definizione delle eventuali opere di mitigazione; negli ambiti territoriali estesi "C" e "D", tutti gli interventi di trasformazione fisica del territorio e/o insediativi vanno resi compatibili con la conservazione degli elementi caratterizzanti il sistema botanico/vegetazionale, la sua ricostituzione, le attività agricole coerenti con la conservazione del suolo. Per il sistema "stratificazione storica dell'organizzazione insediativa", va perseguita la tutela dei beni storico-culturali di riconosciuto valore e/o di riconosciuto ruolo negli assetti paesaggistici del territorio regionale, individuando per tutti gli ambiti territoriali estesi i modi per perseguire sia la conservazione dei beni stessi, sia la loro appropriata fruizione/utilizzazione, sia la salvaguardia/ripristino del contesto in cui sono inseriti. Va, inoltre, prescritto: negli ambiti territoriali estesi "A" e "B", per tutti gli ambiti territoriali distinti, va evitata ogni alterazione dell integrità visuale e va perseguita la riqualificazione del contesto; negli ambiti territoriali estesi "C" e "D", per tutti gli ambiti territoriali distinti va evitata ogni destinazione d'uso non compatibile con le finalità di salvaguardia e, di contro,vanno individuati i modi per innescare processi di corretto riutilizzo e valorizzazione. Il piano individua inoltre le componenti di seguito elencate: 1. componenti geo-morfo-idrogeologiche: - emergenze geologiche; - coste ed aree litoranee; - corsi d acqua; - versanti e crinali; 2. componenti botanico vegetazionali - boschi e macchie; - beni naturalistici; - zone umide; - aree protette; 3. componenti storico culturali - zone archeologiche; - beni architettonici extraurbani; - paesaggio agrario ed usi civici; - punti panoramici. Per ciascuna delle componenti citate, le norme specificano: Pagina 20 di 108

22 - definizione della componente; - individuazione; - regimi di tutela: area di pertinenza (Spazio fisico di presenza) ed area annessa (Spazio fisico di contesto); - prescrizioni di base, relative alla componente Analisi della pianificazione Territoriale e Urbanistica. L area oggetto di valutazione ricade nel Comune di Ostuni (BR), in località Santa Caterina, precisamente lungo la S.S. 16 per Carovigno (Br) al km 883. L area, in particolare il lotto su cui insiste la realtà produttiva, si estende per circa mq, all interno del quale operano le due società citate. Dell intero lotto è stata eseguita una prima analisi urbanistica che ci ha permesso d inquadrare le diverse destinazioni d uso, secondo i criteri di analisi riportati: - Livello di pianificazione con eventuali vincoli amministrativi se esistenti; - Presenza di ipotizzabili P.R.G, Piani Territoriali di Coordinamento, Piani Paesistici, Piani di Sviluppo, ecc.; - Presenza di eventuali regimi di tipo vincolistico; - Grado di utilizzo del territorio. Un analisi paesaggistica del territorio o di parte di esso, sul quale è stata eseguita una valutazione di tipo scenico percettiva, ha avuto come obiettivo l individuazione delle relazioni visive che rendono riconoscibili il paesaggio e i suoi elementi caratterizzanti. Tale analisi è indispensabile al fine di valutare quale impatto possa avere sulle aree circostanti al lotto, il progetto proposto dalle società Milzinc s.r.l. e Milfer S.r.l. - Analisi Urbanistica Paesaggistica Vincolistica Dal punto di vista urbanistico l area interessata è situata ricade al margine dell insediamento urbano del Comune di Ostuni (BR) a circa 2 km dal centro abitato e pur ricadendo in zona tipizzata quale Agricola di riserva di monte risulta comunque adiacente alla Zona D2 del Comune di Ostuni, da essa separata unicamente dalla viabilità di accesso (12,00 m). In una prima fase di analisi abbiamo messo a confronto le N.T.A. del P.R.G. adeguamento alla L. R. n.56/80 e le N.T.A. della variante di adeguamento al PUTT/ paesaggio della Regione Puglia, evidenziando quanto di seguito riportato: Pagina 21 di 108

23 Figura 1: P.R.G. adeguamento alla L.R. 56/80 Figura 2: Variante di adeguamento al PUTT/ paesaggio della Regione Puglia Entrambi gli strumenti urbanistici ci forniscono lo stesso risultato. L adeguamento al PUTT/PAESAGGIO specifica inoltre che le zone agricole caratterizzate da questo valore sono quelle ubicate a monte della direttrice costituita ad Est dalla Strada Provinciale Ostuni Carovigno (SS 16) e ad Ovest dalla Strada Provinciale Ostuni Cisternino (SP 17). Pagina 22 di 108

24 Figura 3: PUTT approvato con D.G.R. n del 2000 Come si evince dallo stralcio sopra riportato l area in cui ricade la Milzinc Milfer è caratterizzata da valore paesaggistico distinguibile e/o relativo di tipo C, unitamente all area artigianale adiacente. Figura 4: PUTT approvato con D.G.R. n del 2000 Pagina 23 di 108

25 Come si evince dallo stralcio sopra riportato l area in cui ricade la Milzinc Milfer è caratterizzata da valore paesaggistico distinguibile e/o relativo di tipo D, mentre l adiacente area industriale/artigianale è caratterizzata da valore paesaggistico relativo al Perimetro Esterno territorio Costruito. I due strumenti urbanistici ci forniscono due caratterizzazioni differenti di valore paesaggistico distinguibile e/o relativo. Nel primo caso trattasi di un valore paesaggistico più restrittivo di tipo C, mentre nel caso della variante al PUTT/PAESAGGIO è evidenziato un valore paesaggistico di tipo D concretamente meno restrittivo rispetto a quanto previsto dal precedente. Basandoci sull ultimo strumento urbanistico adottato dallo stesso Comune, siamo riusciti a identificare che il lotto oggetto d intervento non ricade in nessun vincolo. In particolare, andando ad analizzare le tavole F Quadro Progettuale Paesaggio della Variante di adeguamento del PRG vigente art.16 LR 56/1980 art NTA PUTT/P, si è riscontrato quanto segue: - Tav. F1 Individuazione strade panoramiche = il lotto in questione non ricade in prossimità di strade di tipo panoramiche, ma confina nella parte SUD EST con un importante arteria stradale per il Comune di Ostuni, la SS 16, la quale mette in collegamento la zona produttiva di Ostuni con i Comuni limitrofi; - Tav. F2 Sistema geo morfo idrologico = il lotto non ricade in nessun vincolo di tipo geo morfo idrologico; - Tav. F3 Sistema botanico vegetazionale culturale della potenzialità faunistica d interesse ecologico = il lotto non ricade in nessuno dei seguenti vincoli. Ai sensi del nuovo PPTR adottato dalla Giunta Regionale con delibera n del 2 agosto 2013, pubblicata sul BURP n. 108 del e come si evince dalle tavole allegate, l area in oggetto non ricade in nessuna della vincolistica presente. 3.2 SITUAZIONE VINCOLISTICA SULL AREA DELL INSEDIAMENTO Assetto Idrogeologico (P.A.I.) Relativamente al rischio idraulico la normativa nazionale ha stabilito i criteri per l individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico, attraverso l elaborazione dei Piani Stralcio Assetto Idrogeologico (PAI). La Legge n. 365 dell 11/12/2000 ha poi sancito il valore sovraordinativo del PAI rispetto ad altri Piani di Settore, primi fra tutti i P.R.G. Comunali. Con Delibera n.25 del 15/12/2004 del Comitato Istituzionale dell Autorità di Bacino della Puglia è stato adottato Piano di Bacino Stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI) e sottoposto a valutazione degli Enti Locali; quest ultimo non deve essere considerato come un vincolo per lo sviluppo delle Pagina 24 di 108

IL RESPONSABILE DEL SETTORE

IL RESPONSABILE DEL SETTORE Provincia di Foggia Settore Assetto del Territorio SIT e Beni Culturali Sede: Via Telesforo, 25-71100 FOGGIA tel. 0881/791347 /401/351 fax 0881/791434 codice fiscale 00374200715 N. 3388 /7/Reg. Deter.

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