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3 Pag: 2 INDICE 1. INCARICO DI PROGETTAZIONE NORMATIVA DI RIFERIMENTO DATI DI PROGETTAZIONE CALCOLO DELLA POTENZA NECESSARIA IMPIANTO ELETTRICO GENERALE QUADRI ELETTRICI PRESE E INTERRUTTORI GRADI DI PROTEZIONE ILLUMINAZIONE AREE INTERNE E VIE D ESODO ILLUMINAZIONE ESTERNA REQUISITI DEGLI IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE PER UN USO RAZIONALE DELL ENERGIA ELETTRICA ZONE DI PROTEZIONE DALL INQUINAMENTO LUMINOSO ALIMENTAZIONE DI MACCHINARI E IMPIANTI DI PROCESSO IMPIANTO ALIMENTATO DA UPS RIFASAMENTO ALIMENTAZIONE DELL'IMPIANTO ASCENSORE ALIMENTAZIONE DELL'IMPIANTO CONDIZIONAMENTO PROTEZIONE CONTRO LE SOVRATENSIONI TRANSITORIE IMPIANTI SPECIALI SISTEMI DI PREVENZIONE E SEGNALAZIONE DI INCENDI IMPIANTO ANTINTRUSIONE O CONTROLLO ACCESSI IMPIANTO TVCC IMPIANTO PER DIFFUSIONE SONORA IMPIANTO RETE DATI INFORMATICA IMPIANTO TELEFONICO PER UTENZE CIVILI IMPIANTO PER RICEZIONE TELEVISIVA PRESCRIZIONI PARTICOLARI AI FINI DELLA SICUREZZA LOCALI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MA.R.C.I.) IMPIANTI NEI LUOGHI DI PUBBLICO SPETTACOLO ED INTRATTENIMENTO (AREA ESTERNA) IMPIANTI ELETTRICI IN ZONE CON PERICOLO DI ESPLOSIONE VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA FULMINAZIONE ATMOSFERICA PROTEZIONI CONTRO LE SOVRACORRENTI CORTOCIRCUITI SOVRACCARICHI PROTEZIONI CONTRO I CONTATTI DIRETTI PROTEZIONI CONTRO I CONTATTI INDIRETTI - SISTEMI DI DISTRIBUZIONE PROTEZIONI CONTRO I CONTATTI INDIRETTI NEI SISTEMI TT SISTEMA IT - FUNZIONAMENTO CON BATTERIA DIMENSIONAMENTO LINEE E POSA SCELTA DEL TIPO DI CONDUTTORE CALCOLO DELLE PORTATE DEI CAVI SEZIONI MINIME PRESCRITTE COLORE DISTINTIVO PER ANIME IMPIANTO DI TERRA ALLEGATI INCARICO di PROGETTAZIONE Il presente elaborato è riferito all'impiantistica elettrica seguente:

4 Pag: 3 Dimensionamento impianti elettrici a servizio di attività polivalente in fabbricato pregevole per arte e storia, denominato Magazzini del Sale Darsena Cervia (Ra). L impianto in progetto insiste su un fabbricato con relativa area esterna, suddiviso su più zone distinte: Zona ristorante piano terra. Zona ristorante piano primo. Zona mostre piano secondo e area panoramica. Zona SPA-centro benessere al piano terra e primo, dotato di piscina al piano terra. Area esterna - darsena. Precisamente l'oggetto della fornitura prevede il dimensionamento di: nuove linee di alimentazione bt da allacciamenti alla rete Enel Distribuzione; quadri elettrici; impianto elettrico di distribuzione; impianto di forza motrice; illuminazione ordinaria (di servizio e scenografica) interna ed esterna; illuminazione di sicurezza interna; alimentazione impianto di estrazione fumi; impianto di messa a terra; Impianto di protezione dalle scariche atmosferiche; Impianto per ricezione televisiva; Impianto telefonico; Impianto audio per diffusione sonora; Impianto rivelazione fumi; Predisp. Impianto controllo accessi/antintrusione; Predisp. Impianto per videocontrollo; Predisp. Impianto per trasmissione dati. Descrizione sintetica dell intervento per le opere elettriche: Data la suddivisione in diverse attività, si prevede l utilizzo di energia con prelievo dalla rete Enel in bassa tensione; questo può essere possibile suddividendo in più forniture non superiori a 100kW massimi. Per questo motivo gli impianti termotecnici non sono di tipo centralizzato e le dotazioni delle cucine sono previste con alimentazione in gas metano. In caso contrario sarà necessario dotare l intervento di apposita cabina di trasformazione per ottenere la fornitura di energia in media tensione. Verranno quindi realizzati: 1. Quadri elettrici in previsione per ogni zona. - Esterni e parti comuni interne (ascensore, gruppo di spinta ) 70kW; - Ristorante e area commerciale p.t. (sala cucina - clima/ventilazione) 100kW; - Centro benessere (p.t. p.1. clima/ventilazione) 100kW; - Ristorante piano primo (sala cucina clima/ventilazione) 80kW; - Sale mostre (luce fm clima/ventilazione) 50kW; - Corridoio mostra panoramica (luce fm clima/ventilazione) 20kW. 2. Linee elettriche di alimentazione complete di tubazioni. 3. Impianto per Forza motrice per impianto di climatizzazione e ventilazione. 4. Impianto per Forza motrice per impianto parti comuni, di servizio e per ascensore. 5. Impianto per Forza motrice per zone di cottura cibi e zona commerciale. 6. Impianto per forza motrice di servizio con relative prese distribuite nelle aree in oggetto. 7. Alimentazione Impianto di ricambio aria realizzato mediante ventilanti esterne in grado di immettere il quantitativo di aria esterna necessaria. 8. Illuminazione ordinaria mediante corpi illuminanti ad alta efficienza e controllo automatico delle accensioni in funzione della luminosità ambientale e della presenza delle persone.

5 Pag: 4 9. Illuminazione esterna nelle aree soggette all intervento. 10. Illuminazione di sicurezza, mediante gruppo soccorritore centralizzato e lampade autoalimentate con batterie interne sulle vie d esodo. 11. Impianto di messa a terra funzionale agli impianti elettrici e integrativo sulla struttura con collegamento delle masse metalliche. 12. Predisposizione di un impianto di videosorveglianza per controllo antivandalico per le parti comuni interne ed esterne e per gli ingressi. 13. Impianto audio per diffusione sonora, composto da diffusori sonori predisposti per l allacciamento alle diverse sorgenti sonore. 14. Alimentazione impianti climatizzazione estiva ed invernale, ventilazione e relative centrali termiche. 15. Impianto rivelazione fumi in tutti gli ambienti interni. Le opere non descritte o non menzionate sono escluse, in quanto oggetto di altri studi, non commissionati o non ricadenti nell'art.1 comma 2 del D.M N.B.: La presente documentazione è valida ai fini della norma CEI 0-2, finalizzata all affidamento previsto dal bando in oggetto da parte della pubblica amministrazione competente, ma non per l avvio delle opere in oggetto e/o per il rilascio della dichiarazione di conformità in base al D.M n.37 (ex legge 46/90 e dpr 447/91). Cartello informativo: all'inizio dei lavori per la costruzione o ristrutturazione dell'edificio contenente gli impianti di cui all'articolo 1 l'impresa installatrice affigge un cartello da cui risultino i propri dati identificativi, se è prevista la redazione del progetto da parte dei soggetti indicati all'articolo 5, comma 2, il nome del progettista dell'impianto o degli impianti. 2. NORMATIVA di RIFERIMENTO - Legge 1 marzo 1968 n. 186 "Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici". - Legge regionale E.R. n.19 del 29/09/03 Norme in materia di riduzione dell inquinamento luminoso e di risparmio energetico ; - D.M. 16 FEBBRAIO 1982 "Modificazioni del D.M. 27/09/65, concernente la determinazione delle attività soggette a prevenzione incendi". - D.M. Interni 19/08/96 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo. - D.M. 22 gennaio 2008 n.37 "Regolamento concernente l attuazione dell art.11-quaterdecies, comma 13 lettera a), della legge 248 del 02/12/05, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all interno degli edifici (entrata in vigore dal 27/03/08)". - D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 "Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. G.U. n. 245 del 20 ottobre 2001". - Direttiva regionale e.r. DGR n del 29 dicembre 2005 direttiva per l applicazione dell art. 2 della legge regionale n.19 del 29 settembre 2003 recante norme in materia di riduzione dell inquinamento luminoso e di risparmio energetico. - D.L. 19 agosto 2005, n.192 Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia. - D.L. 81 del 09 aprile 2008 "Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro" - Guida CEI 0-2 "Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici" prima edizione (1995). - Guida CEI 0-3 "Guida per la compilazione della dichiarazione di conformità e relativi allegati" prima edizione ( ). - norma CEI 0-15 Manutenzione delle cabine elettriche MT/BT dei clienti finali ( fasc. 8330). - Norma CEI 0-16 Regole Tecniche di Connessione (RTC) per Utenti attivi ed Utenti passivi alle reti AT ed MT delle imprese distributrici di energia elettrica.

6 Pag: 5 - Norma CEI (CEI EN 60617) "Segni grafici per schemi" (2005). - Norma CEI 11-1 "Impianti elettrici con tensione superiore ad 1kV c.a." (1999) - Norma CEI "Guida per l esecuzione di cabine elettriche MT/bt del cliente/utente finale" seconda edizione (2004); - Norma CEI 16-4 (IEC 60446: ) " Principi base e di sicurezza per l'interfaccia uomo macchina, marcatura e identificazione - Individuazione dei conduttori tramite colori o codici alfanumerici" fascicolo 9347, (2008). - Norma CEI 17-13/1/3 (CEI EN /3) Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadro BT) (2000). - Norma CEI 23-12/1 "Prese e spine per uso industriale prescrizioni generali Parte 1: Prescrizioni generali (1997); - Norma CEI "Sistemi di canali metallici e di loro accessori ad uso portacavi e portapparecchi prima edizione (1997). - Norma CEI "Sistemi di canali di materiale plastico isolante e loro accessori ad uso portacavi e portapparecchi per soffitto e parete", prima edizione (1997). - Norma CEI (CEI EN 50086) "Sistemi di canalizzazione per cavi-sistemi di tubi (1997). - Norma CEI (CEI EN 50085) Sistemi di canali e di condotti per installazioni elettriche (1997). - Norma CEI (CEI EN 61537) Sistemi di canalizzazioni e accessori per cavi - Sistemi di passerelle porta cavi a fondo continuo e a traversini (2007); - Norma CEI (CEI EN 61534) Sistemi di alimentazione a binario elettrificato (2004). - Norma CEI 64-8 (IEC :2005 e HD S2:2001) "Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua"; - Norma CEI 64-8 "Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua", Parte 2: Definizioni; - Norma CEI 64-8 "Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua", Parte 3: Caratteristiche generali; - Norma CEI 64-8 "Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua", Parte 4: Prescrizioni per la sicurezza ; - Norma CEI 64-8 "Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua", Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici; - Norma CEI 64-8 "Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua", Parte 6: Verifiche; - Norma CEI 64-8 "Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua", Parte 7: Ambienti ed applicazioni particolari; - Norma CEI "Guida per l'esecuzione degli impianti di terra negli edifici per uso residenziale e terziario". - Norma CEI 70-1 (IEC 60529/A1: e EN 60529/A1: ) "Gradi di protezione degli involucri", (2000). - Tabelle UNEL (Rapporto CENELEC R ) relative a "Cavi per energia con conduttori di rame con isolante elastomerico o termoplastico ed aventi grado di isolamento non superiore a 4": n "Cadute di tensione"; n /1-97 "Portate di corrente in regime permanente per cavi con isolamento elastomerico o termoplastico" n /2-97 "Portate di corrente in regime permanente per cavi con isolamento minerale" n fascicolo 5777 "Portate di corrente in regime permanente - Posa in aria e interrata" - Norma IEC / documento CENELEC R64001 "Portate di corrente in conduttori e cavi". - Norma UNI 1838 (EN 1838) Illuminazione di emergenza (2000). - Norma UNI (EN 12464) Illuminazione dei posti di lavoro (2004).

7 Pag: 6 3. DATI di PROGETTAZIONE Si riportano di seguito le indicazioni progettuali fornite dalla committenza. La tipologia impiantistica descritta è quella adatta per luoghi rispondenti a tali indicazioni. Ogni successiva modifica dei dati di progetto o l'omissione di ulteriori indicazioni non di seguito riportate, comporterà una necessaria verifica della congruità dell'impiantistica realizzata. Caratteristiche previste dell'impianto: destinazioni ambienti: vedi capitolo 1. classificazione ambienti: zone tecniche accessibili solo a personale autorizzato - ordinari; zone di passaggio del pubblico - m.a.r.c.i. (maggior rischio in caso di incendio), pubblico spettacolo e intrattenimento; accessi e vie d esodo - m.a.r.c.i. (maggior rischio in caso di incendio), pubblico spettacolo e intrattenimento. prelevamento energia: prevista alimentazione in categoria I da limitatori Enel in bassa tensione. corrente di corto circuito massima nel punto di prelievo dell energia: 16 ka strutture portanti dei fabbricati non combustibili. 3.1 Calcolo della potenza necessaria La determinazione della potenza necessaria all impianto viene determinata in base alle correnti assorbite nelle varie fasi di funzionamento delle utenze. In regime permanente la corrente di impiego corrisponde alla più grande potenza trasportata dal circuito in servizio ordinario tenendo conto dei fattori di utilizzazione e di contemporaneità. In regime variabile si considera la corrente termicamente equivalente che, in regime continuo, porterebbe gli elementi del circuito alla stessa temperatura. Per fattore di utilizzazione di un apparecchio utilizzatore si intende il rapporto tra la potenza che si prevede l'apparecchio utilizzatore debba assorbire nell'esercizio ordinario e la massima potenza che lo stesso apparecchio utilizzatore può assorbire. Per fattore di contemporaneità si intende il fattore che, applicato alla somma delle potenze prelevate dai singoli apparecchi utilizzatori, dà la potenza da prendere in considerazione per il dimensionamento dei circuiti. I valori considerati sono quelli di progetto, in caso di variazione ai dati forniti, i risultati della seguente stima dovranno essere modificati. - Esterni e parti comuni interne (ascensore, gruppo di spinta ) 70kW; - Ristorante e area commerciale p.t. (sala cucina - clima/ventilazione) 100kW; - Centro benessere (p.t. p.1. clima/ventilazione) 100kW; - Ristorante piano primo (sala cucina clima/ventilazione) 80kW; - Sale mostre (luce fm clima/ventilazione) 50kW; - Corridoio mostra panoramica (luce fm clima/ventilazione) 20kW. potenza massima: kw 400V kc utilizzato a seconda delle utenze: 1 a 0.85; ku utilizzato a seconda delle utenze: 1 a 0.85; per cui la potenza necessaria può essere considerata non superiore a: 350 kw 4. IMPIANTO ELETTRICO GENERALE Il sistema di alimentazione è trifase, di categoria 1, con tensione nominale 380V; la tipologia dell'impianto elettrico classifica il sistema elettrico in tipo TT (messa a terra dell'ente distributore separata dal conduttore di terra dell'utenza, quest'ultima portata a terra localmente - norma CEI 64-8 art ). 4.1 Quadri elettrici I quadri elettrici costituiti da carpenterie metalliche, con ingresso cavi di alimentazione non in doppio isolamento, dovranno avere un interruttore differenziale posto a monte della linea di

8 Pag: 7 ingresso, in altro involucro separato, per la protezione dai contatti indiretti dovuti al contatto accidentale con la carcassa del quadro metallico. La distribuzione dei carichi nei circuiti deve essere equilibrata tra le diverse fasi di alimentazione, come indicato negli schemi unifilari di progetto. Tutti i quadri per distribuzione di nuova installazione dovranno sottostare ai vincoli della normativa CEI 17/13 (quadri BT), corredati della relativa certificazione, targa identificatrice, scheda informativa e relativi schemi elettrici. I quadri elettrici facenti parte di equipaggiamenti di macchine o che alimentano singoli motori elettrici, dovranno inoltre risultare conformi alla norma CEI 44-5 (equipaggiamenti elettrici di macchine industriali). I quadri elettrici, di nuova installazione, dovranno essere certificati e targati in base alla norma CEI 17-13, dall impresa considerata costruttrice dei quadri in oggetto: l art , CEI 17-13, include nella certificazione a carico del costruttore anche l involucro esterno (armadio o cassetta); l art. 5 e 5.1, CEI 17-13, sancisce che la targa con i dati dell apparecchiatura e dell impresa, deve essere posta sull involucro dal costruttore del quadro. Tutte queste apparecchiature dovranno essere provviste della marcatura CE. 4.2 Prese e interruttori Tutti i componenti elettrici saranno montati entro custodie protettive con grado di protezione adeguato all'ambiente di installazione, ad esempio in ambienti di tipo normale: esterno IP54; interno IP40; uffici e simili: IP2X, IPXXB e IPXXD. Le prese a spina dovranno essere conformi alle seguenti norme: CEI 23-5 e di tipo domestico (fino a 16 A); CEI di tipo industriale (oltre 16 A). Questi saranno ubicati in posizioni protette da ogni prevedibile danneggiamento e con l asse di inserzione verticale, ad evitare che eventuali cadute di liquidi possano direttamente infiltrarsi negli alveoli. Le macchine alimentate elettricamente dovranno essere dotate di interruttore per manutenzione non elettrica (o presa) con caratteristiche adeguate al carico da alimentare, quanto tali apparecchiature non siano in posizione tale da permettere la vista del quadro e quindi dell interruttore principale, alimentante le macchine stesse. L'altezza prevista nei locali adibiti a specifica attività (sale macchine, autorimesse, officine) è pari a 1.5m con apparecchiature di tipo industriale e similare (es. prese CEE o interruttori in esecuzione protetta), ad eccezione degli ambienti soggetti a Legge 13/89 (superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche). Per specifiche applicazioni si rimanda ai relativi paragrafi della presente relazione. 4.3 Gradi di protezione La norma CEI EN permette di indicare attraverso il codice IP i gradi di protezione previsti per le apparecchiature elettriche contro l accesso alle parti in tensione e contro la penetrazione dell acqua e dei corpi solidi estranei. Questa norma non considera la protezione contro i rischi d esplosione o contro situazioni ambientali come l umidità, i vapori corrosivi, le muffe o gli insetti. Il codice IP è composto da 2 cifre caratteristiche e può essere esteso con una lettera addizionale nel caso in cui la protezione delle persone contro l accesso alle parti in tensione risulti essere superiore a quella indicata dalla prima cifra. Altre lettere supplementari consentono di fornire indicazioni supplementari per la protezione delle persone o del materiale. Osservazioni Il grado di protezione IP deve sempre essere letto cifra per cifra e non globalmente. Per esempio un involucro con grado di protezione IP31 è adatto in un ambiente che esige un grado di protezione minimo IP21. In questo caso non può essere utilizzato un apparecchio con involucro con grado di protezione IP30. In considerazione del fatto che la presenza d acqua sulle apparecchiature e sulle canalizzazioni è comunque di effetto negativo (penetrazione, effetti corrosivi, ecc.), è opportuno che le

9 Pag: 8 apparecchiature installate all esterno siano corredate di un tettuccio di protezione eventualmente integrato da schermi laterali. In generale, i gradi di protezione indicati dai costruttori sono validi alle condizioni previste dai cataloghi. Tuttavia, soltanto il montaggio, l installazione e la manutenzione effettuati secondo le regole dell arte garantiscono il mantenimento del grado di protezione originale. 1 a cifra caratteristica: protezione degli involucri da penetrazione dei corpi solidi estranei. Cifra Significato per la protezione dell Significato per la protezione della persona apparecchiatura 0 (non protetto) (non protetto) 1 50 mm di diametro dorso della mano 2 12,5 mm di diametro dito 3 2,5 mm di diametro attrezzo 4 1,0 mm di diametro filo 5 protetto contro la polvere filo 6 totalmente protetto contro la polvere filo 2 a cifra caratteristica: protezione degli involucri da penetrazione dei corpi solidi estranei. Cifra Significato per la protezione dell Significato per la protezione della persona apparecchiatura 0 (non protetto) / 1 caduta verticale / 2 caduta di gocce d acqua (inclinazione 15 ) / 3 pioggia / 4 spruzzi d acqua / 5 getti d acqua / 6 getti potenti / 7 immersione temporanea / 8 immersione continua / Lettera addizionale: protezione della persona contro l'accesso mediante attrezzo Da utilizzare solo se: la protezione effettiva contro l'accesso a parti pericolose è superiore a quella indicata nella prima cifra caratteristica è indicata solo la protezione contro l'accesso a parti pericolose e la prima cifra caratteristica viene sostituita con una X Cifra A B C D Descrizione Protetto contro l'accesso con la mano Protetto contro l'accesso con il dito Protetto contro l'accesso con attrezzo Protetto contro l'accesso con filo Non devono poter penetrare parti del corpo umano, per esempio una mano, o corpi solidi di dimensioni superiori a 50 mm di diametro. Non devono poter penetrare le dita od oggetti analoghi di lunghezza non eccedente gli 80 mm o corpi solidi di diametro superiore a 12 mm. Non devono poter penetrare fili di diametro o spessore superiore a 2,5 mm o corpi solidi di diametro superiore a 2,5 mm Non devono poter penetrare fili o piattine di diametro o spessore superiore a 1mm o corpi solidi di diametro superiore a 1mm Lettera supplementare: Informazioni supplementari per la protezione del materiale Lettera Descrizione H Apparecchiatura ad alta tensione M Provato contro gli effetti dannosi dovuti all'ingresso dell'acqua quando le parti mobili dell'apparecchiatura sono in moto. S Provato contro gli effetti dannosi dovuti all'ingresso dell'acqua quando le parti mobili dell'apparecchiatura non sono in moto. W Adatto all'uso in condizioni atmosferiche specificate e dotato di misure e procedimenti addizionali. Esempio di applicazione completa del codice IP

10 Pag: 9 IP 3 4 D W Dove: IP : indice di protezione 3 : protetto contro l'ingresso di corpi solidi superiori a 2,5 mm 4 : protetto contro gli effetti degli spruzzi d'acqua D : protetto contro l'accesso con un filo W : adatto all'uso in condizioni atmosferiche specificate. 4.4 Illuminazione aree interne e vie d esodo Per le postazioni di lavoro fisse saranno adottati i livelli di illuminamento dati dallo standard normativo; per il resto delle aree i livelli saranno adeguati alle esigenze scenografiche. Aree di lavoro: In tutti i locali vi dovrà essere una distribuzione uniforme dell'illuminazione, in modo che il rapporto tra il livello di illuminamento medio di una zona e delle aree limitrofe non sia superiore a tre. - la tonalità della luce emessa (temperatura di colore in K) deve permettere una corretta resa cromatica; - le caratteristiche delle ottiche e le relative posizioni di installazione devono limitare la luminanza sulle zone di lavoro (e sugli eventuali schermi per video terminali), dovranno essere scelte ed installate in funzione delle postazioni di lavoro o viceversa. Nei locali destinati all utilizzo continuo di videoterminali gli apparecchi dovranno essere posizionati in modo da evitare il fenomeno dell abbagliamento; i corpi illuminanti principali, potranno essere integrati da fonti di illuminazione localizzata (es. lampade da tavolo) direzionate sul compito visivo da svolgere. L'illuminamento garantito deve essere dimensionato in base all'utilizzo degli ambienti; i valori minimi (con riferimento indicativo norma UNI EN ) sono pari a: 50lx in aree di passaggio e corridoi; 75lx in rampe di ingresso/uscita (durante la notte) 100lx in servizi igienici; 200lx in magazzini, depositi e ambienti destinati a lavorazione grossolana; 300lx in ambienti destinati a lavorazione media; 300lx in rampe di ingresso/uscita (durante il giorno) 500lx in uffici con utilizzo prevalente di videoterminale; lx in uffici. I criteri di progettazione dell impianto di illuminazione sono studiati per sviluppare un risultato adeguato dal punto di vista impiantistico e lavorativo. Illuminazione ordinaria: - unificazione delle tipologie degli apparecchi e delle lampade al fine di semplificare le operazioni di manutenzione; - risparmio energetico in base alla scelta di lampade con caratteristiche e potenza ottimizzate; - i corpi illuminanti saranno di classe 1 oppure di classe 2, in materiale non combustibile ed autoestinguente e devono essere mantenuti ad adeguata distanza dai materiali combustibili, come indicato dalla norma CEI 64/8 art ; - le apparecchiature devono essere installate in modo da non essere danneggiabili da eventi prevedibili; Le istruzioni per la corretta installazione sono descritte dal costruttore dei componenti. Illuminazione di riserva: - in questi ambienti con il numero di addetti previsti, non è richiesta la presenza di illuminazione di riserva. Illuminazione di sicurezza (tutti gli ambienti): - saranno installate apparecchiature autonome nelle cabine e nei locali tecnici, mentre nell area dell attrazione verranno utilizzati circuiti alimentati da soccorritore centralizzato, per illuminazione di sicurezza di tutte le restanti aree soggette. L illuminamento minimo garantito sarà pari a 2lx per tutti gli ambienti con presenza di pubblico e 5lx sulle uscite e nelle scale, nel rispetto delle disposizioni riguardanti i percorsi di uscita descritti nel progetto di prevenzione incendi o nella pratica di cui alla D.L. 81/2008; tali percorsi dovranno essere opportunamente segnalati, con cartelli dotati di pittogrammi illuminati dall impianto di sicurezza (d.p.r. n /06/82 e dir. CEE 92/58).

11 Pag: Illuminazione esterna Le fonti luminose non dovranno essere fonte di abbagliamento per le persone e in particolare per la circolazione stradale. Tutti i nuovi impianti di illuminazione esterna pubblica e privata in conformità alla vigente legge devono essere: a) costituiti da apparecchi illuminanti aventi un'intensità massima di 0 candele (cd) per 1000 lumen a 90 gradi ed oltre; b) equipaggiati di lampade al sodio ad alta e bassa pressione, ovvero di lampade con almeno analoga efficienza in relazione allo stato della tecnologia e dell'applicazione; c) realizzati in modo che le superfici illuminate non superino il livello minimo di luminanza media mantenuta previsto dalle norme di sicurezza, qualora esistenti, o, in assenza di queste, valori di luminanza media mantenuta omogenei e, in ogni caso, contenuti entro il valore medio di una candela al metro quadrato; d) realizzati ottimizzando l'efficienza degli stessi, e quindi impiegando, a parità di luminanza, apparecchi che conseguono impegni ridotti di potenza elettrica e condizioni ottimali di interasse dei punti luce; e) provvisti di appositi dispositivi in grado di ridurre, entro l'orario stabilito con atti delle Amministrazioni comunali, l'emissione di luci degli impianti in misura non inferiore al trenta per cento rispetto al pieno regime di operatività: la riduzione non va applicata qualora le condizioni d'uso della superficie illuminata siano tali da comprometterne la sicurezza. I predetti requisiti non si applicano per le sorgenti interne ed internalizzate, per quelle in impianti con emissione complessiva al di sopra del piano dell'orizzonte non superiore ai 2250 lumen, costituiti da sorgenti di luce con flusso totale emesso in ogni direzione non superiore a 1500 lumen cadauna, per quelle di uso temporaneo che vengono spente entro le ore venti nel periodo di ora solare ed entro le ventidue nel periodo di ora legale, per gli impianti di modesta entità e per gli impianti per i quali è concessa deroga, così come definito dalle direttive di cui all'articolo 2, comma 2, lettera a) della Legge regionale E.R. n.19 del 29/09/03 Norme in materia di riduzione dell inquinamento luminoso e di risparmio energetico. L'illuminazione di impianti sportivi deve essere realizzata in modo da evitare fenomeni di dispersione di luce verso l'alto e al di fuori dei suddetti impianti. Per tali impianti è consentito l'impiego di lampade diverse da quelle previste al comma 1, lettera b) L.r. E.R. n.19/03. È vietato utilizzare in modo permanente fasci di luce roteanti o fissi a scopo pubblicitario. Illuminazione degli edifici: deve avvenire di norma dall'alto verso il basso. Solo in caso di illuminazione di edifici classificati di interesse storico-architettonico e monumentale e di quelli di pregio storico, culturale e testimoniale i fasci di luce possono essere orientati dal basso verso l'alto. In tal caso devono essere utilizzate basse potenze e, se necessari, dispositivi di contenimento del flusso luminoso disperso come schermi o alette paraluce. Definizioni: a) "Inquinamento luminoso": ogni forma di irradiazione di luce artificiale che si disperde al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata e se orientata al di sopra della linea di orizzonte; b) "Riduzione del consumo energetico": ogni operazione tecnologica con la quale si intende conseguire l'obiettivo di ottenere la stessa produzione di beni o servizi con il minor consumo di energia; c) "Zone di protezione dall'inquinamento luminoso" aree circoscritte intorno agli osservatori o al sistema regionale delle Aree naturali protette e dei siti della Rete natura 2000, sottoposte a particolare tutela da inquinamento luminoso; d) "Aree naturali protette e siti della Rete natura 2000" così come definiti ai sensi della L.R.6/2005 Disciplina della formazione e della gestione del sistema regionale delle aree naturali protette e dei siti della rete natura 2000 e successive modifiche. 4.6 Requisiti degli impianti di illuminazione per un uso razionale dell energia elettrica Tutti i nuovi impianti di illuminazione esterna, devono essere eseguiti su tutto il territorio regionale a norma antinquinamento luminoso e a ridotto consumo energetico. Questi impianti di illuminazione devono possedere, contemporaneamente, i seguenti requisiti: a) apparecchi che, nella loro posizione di installazione, devono avere una distribuzione dell'intensità luminosa massima per angoli rispetto all asse orizzontale 90, compresa tra 0,00

12 Pag: 11 e 0,49 candele per 1000 lumen di flusso luminoso totale emesso; a tale fine, in genere, le lampade devono essere recesse nel vano ottico superiore dell apparecchio stesso; Apparecchi che per configurazione non sono conformi alla L.R.19/2003; Alcuni degli aspetti che possono caratterizzare la conformazione degli apparecchi che soddisfano la L.R.19/2003 [Immagine CieloBuio] b) lampade ad avanzata tecnologia ed elevata efficienza luminosa, quali al sodio ad alta o bassa pressione, in luogo di quelle con efficienza luminosa inferiore. E consentito l impiego di lampade con indice resa cromatica superiore a Ra=65, ed efficienza comunque non inferiore ai 90 lm/w, esclusivamente nell illuminazione di monumenti, edifici, aree di aggregazione e centri storici in zone di comprovato valore culturale e/o sociale ad uso pedonale; Impianti di illuminazione conformi alla L.R. 19/2003. Le installazioni di cui al punto 6 ed 8 sono ammesse esclusivamente per manufatti di particolare e comprovato valore storico ove non sia possibile illuminarli dall alto verso il basso. [Immagine CieloBuio] c) luminanza media mantenuta delle superfici da illuminare ed illuminamenti non superiori ai livelli minimi previsti dalle normative tecniche di sicurezza ovvero dai presenti criteri, nel rispetto dei seguenti elementi guida: I. impiego, a parità di luminanza, di apparecchi che conseguano, impieghi ridotti di potenza elettrica, condizioni ottimali di interasse dei punti luce e ridotti costi manutentivi. In particolare, i nuovi impianti di illuminazione stradali tradizionali, fatta salva la prescrizione dell impiego di lampade con la minore potenza installata in relazione al tipo di strada ed alla sua categoria illuminotecnica, devono garantire un rapporto fra interdistanza e altezza delle sorgenti luminose non inferiore al valore di 3,7. Sono consentite soluzioni alternative, solo in presenza di ostacoli quali alberi, o in quanto funzionali alla certificata e documentata migliore efficienza generale dell impianto. Soluzioni con apparecchi lungo entrambi i lati della strada (bilaterali frontali o quinconce) sono accettabili, se necessarie, solamente per strade che richiedono una luminanza superiore a 1,5 cd/m2, come richiesto dalle più recenti norme di buona tecnica. II. orientamento su impianti a maggior coefficiente di utilizzazione senza superare i livelli minimi previsti dalle più recenti norme di buona tecnica e garantendo il rispetto dei valori di uniformità e controllo dell abbagliamento previsto da dette norme; III. mantenimento, su tutte le superfici illuminate, fatte salve diverse disposizioni connesse alla sicurezza, dei valori medi di luminanza, non superiori ad 1 cd/m2; d) essere muniti di appositi dispositivi, che agiscono puntualmente su ciascuna lampada o in generale sull'intero impianto, in grado di ridurre e controllare il flusso luminoso in misura non inferiore al 30% rispetto al pieno regime di operatività. L'orario entro cui operare tale riduzione è stabilito con atto dell'amministrazione comunale competente.

13 Pag: 12 Impianti di illuminazione generalmente NON consentiti dalla L.R.19/2003. [Immagine CieloBuio] 4.7 Zone di protezione dall inquinamento luminoso 1. Sono oggetto di particolare tutela dall'inquinamento luminoso il sistema regionale delle aree naturali protette, i siti della Rete Natura 2000 e gli osservatori astronomici ed astrofisici, professionali e non professionali, di rilevanza regionale o interprovinciale che svolgono attività di ricerca scientifica o di divulgazione; 2. Le zone di protezione dall'inquinamento luminoso devono indicativamente avere, fatti salvi i confini regionali, un'estensione pari a: a) 25 Km di raggio attorno agli osservatori professionali; b) 15 Km di raggio attorno agli osservatori non professionali di rilevanza nazionale e regionale; c) 10 Km di raggio attorno agli osservatori non professionali di rilevanza provinciale; d) pari alla superficie delle aree naturali protette e dei siti della Rete Natura La Provincia redige, pubblicizza ed aggiorna l'elenco degli osservatori di cui al comma 1, sulla base delle richieste inoltrate dai gestori medesimi, e su proposta delle associazioni degli osservatori astronomici ed astrofisici, dopo averne verificato i requisiti. A tal fine, gli osservatori devono produrre alla Provincia la seguente documentazione minima: a) i dati georeferenziati relativi alla localizzazione dell osservatorio; b) una relazione sulla tipologia dell osservatorio che ne dimostri l appartenenza ad una delle fasce indicare nella direttiva in vigore; c) il programma scientifico (di ricerca e/o divulgazione) culturale annuale o pluriennale; Impianti esistenti a) tutti gli impianti di illuminazione esistenti ad eccezione di quelli di cui alla lett.b) se non rispondenti ai requisiti specificati all art.5 devono essere modificati o sostituiti o comunque uniformati ai parametri stabiliti, possibilmente in un arco temporale non superiore a 5 anni dalla data di approvazione della presente direttiva. In caso di modifica solo dell'inclinazione dell'impianto, questa deve essere realizzata entro 2 anni dalla data di approvazione della presente direttiva; b) tutti gli impianti di illuminazione esistenti costituiti da torri faro, proiettori, globi e lanterne, devono essere riorientati o schermati e, in ogni caso, dotati di idonei dispositivi in grado di contenere l'intensità luminosa non oltre 15 cd per 1000 lumen per =90 ed oltre, nonché vetri di protezione trasparenti entro 2 anni dalla data di approvazione della presente direttiva. Qualora questo non sia possibile è necessario provvedere entro 5 anni dalla data di approvazione della presente direttiva alla loro sostituzione con impianti conformi ai requisiti specificati all'articolo Alimentazione di macchinari e impianti di processo Gli impianti di processo e i macchinari, dovranno essere dotati di interruttore per manutenzione non elettrica (D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, allegato IX), atto ad escludere l alimentazione elettrica da un unico punto chiaramente individuabile e azionabile dall operatore e dal personale addetto alla manutenzione. Tale funzione può essere svolta anche dagli interruttori installati nel relativo quadro elettrico, se posto in posizione visibile dalla macchina oggetto di manutenzione.

14 Pag: Impianto alimentato da UPS Gli impianti asserviti da gruppo di continuità denominato comunemente UPS, hanno particolari caratteristiche di funzionamento. In particolare, le condutture e gli interruttori a valle dell apparecchiatura devono essere opportunamente segnalati, separati o segregati se posti all interno di apparecchiature assiemate (quadri), al fine di limitare il pericolo di contatti accidentali. Durante il funzionamento ordinario, quindi con alimentazione diretta dalla rete, l UPS utilizza il sistema di alimentazione caratteristico dell impianto a monte, essendo il collegamento primario/secondario di tipo diretto. Con mancanza rete per apertura della protezione onnipolare installata a monte dell UPS. In questo caso viene modificato il regime di neutro ed il sistema a valle dell UPS si trasforma da TT o TN in IT. Questo ultimo modo di funzionamento è detto in isola. Il sistema elettrico a valle del trasformatore è isolato da terra e nel funzionamento in isola costituisce un piccolo sistema IT, il quale è adatto per migliorare la continuità di servizio non richiedendo l interruzione al primo guasto a terra. Data la corrente di primo guasto a terra Id sarà di natura capacitiva e, data la limitata estensione del circuito, potrà essere nell ordine di alcuni milliampere, soddisfacendo la condizione RT 50/ Id. Un secondo guasto a terra dovrebbe essere eliminato nei tempi previsti dalla norma CEI 64-8, ma la corrente di corto circuito è di poco superiore alla corrente nominale (1,25 2 In )e dunque le protezione di sovracorrente non intervengono salvo che si protegga ogni circuito privilegiato con un proprio interruttore differenziale. Il cortocircuito, conseguente al doppio guasto a terra, provoca entro pochi secondi (o decimi di secondo) il distacco dell inverter. Entro questo breve lasso di tempo non si verificano condizioni di pericolo per la persona in contatto con entrambi gli apparecchi guasti. Infatti nel contatto simultaneo con i due apparecchi guasti la persona è soggetta ad una tensione pari al prodotto della resistenza dei conduttori di protezione per la corrente di cortocircuito e tale tensione è trascurabile a causa del ridotto valore di tale corrente. Rimane l obbligo normativo di segnalare nei sistemi IT il primo guasto a terra. In considerazione della limitata estensione dei circuiti alimentati dall UPS, tenuto conto del breve tempo per il quale l UPS può funzionare in isola (dell ordine dell ora) e quindi della piccola probabilità che si verifichi un primo guasto, non è giustificato nel caso specifico un dispositivo di segnalazione del primo guasto a terra (il commento del paragrafo della norma CEI 64.8). Quando in un sistema avente modo di collegamento a terra del tipo TT o TN, l intervento dell alimentazione di sicurezza e/o riserva (in isola) modifica temporaneamente il modo di collegamento a terra del neutro (neutro isolato), non è necessario applicare le prescrizioni degli articoli , , e della norma CEI 64-8, in quanto è improbabile l insorgere, dopo un primo guasto, di un secondo guasto nel breve tempo di funzionamento dell alimentazione di sicurezza e /o riserva. Vedere anche articolo 563.4, parte commento. Nell'impianto in oggetto verranno posti a protezione interruttori differenziali da 0.3A o 0.03A di tipo A, sensibile anche alle correnti unidirezionali pulsanti Rifasamento Il gruppo di rifasamento generale dell impianto è consigliato per ottimizzare l utilizzo dell energia disponibile; oltretutto l ente distributore addebita un sovrapprezzo quando il fattore di potenza medio nel periodo, rilevato dal gruppo di misura, risulta inferiore a 0.9. Per questi motivi è opportuno tenere in considerazione un batteria di condensatori a monte dell impianto principale, apparecchiatura che sarà di tipo ad inserimento automatico, data la natura dei carichi previsti, ossia senza grandi variazioni di tensione. La potenza delle batterie sarà determinata in base ai consumi di registrati, dopo almeno tre semestri si potrà procedere ad un calcolo attendibile; un eventuale aumento della potenza dell impianto porterà una verifica dell idoneità dell impianto di rifasamento.

15 Pag: 14 Si prevede la sola predisposizione interna al quadro elettrico di riferimento, per l installazione futura di un eventuale gruppo Alimentazione dell'impianto ascensore Il circuito di alimentazione dell'impianto ascensore deve sottostare ai vincoli del DPR 1497/63 e, a seconda che sia stato denunciato dopo il 09/04/91 o il 29/10/94 viene applicato rispettivamente il DPR 587/87 oppure il DPR 268/94. La scelta impiantistica adottata prevede la separazione dei circuiti luce e f.m. a livello del quadro in sala macchine. Sul circuito f.m. potrà agire un comando di emergenza (sezionatore o pulsante facente parte dell'equipaggiamento dell'ascensore), posizionato in luogo facilmente accessibile e chiaramente individuabile, nei pressi della porta di accesso inferiore del vano corsa (tale opzione non è più obbligatoria). Il circuito luce deve alimentare un centralino posto in sala macchine dove dipartono l'alimentazione dell'illuminazione della cabina e, separatamente, del vano corsa dell'ascensore. La disposizione e le caratteristiche degli interruttori sono evidenziate negli schemi elettrici di progetto Alimentazione dell'impianto condizionamento L impianto in oggetto sarà completamente indipendente dagli altri esistenti e distribuito radialmente in maniera equilibrata tra le fasi di alimentazione. Ogni apparecchiatura dovrà essere dotata di interruttore per manutenzione non elettrica (D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81). Tale funzione può essere svolta anche dagli interruttori installati nel relativo quadro elettrico, se posto in posizione visibile dalla macchina oggetto di manutenzione Protezione contro le sovratensioni transitorie Per la protezione degli impianti ed i componenti ritenuti sensibili a sovratensioni transitorie, quali computer, sistemi di allarme, televisori, impianti hi-fi, verranno utilizzati degli scaricatori (SPD) di tipo modulare, rispondenti alla norma CEI EN , da installarsi a monte dei quadri di distribuzione. La protezione mediante scaricatori (SPD) si rende fondamentale quando coesistono componenti sensibili ed una alta densità di fulminazione atmosferica (caso di zone con numero di fulmini annui per km 2 pari o superiore a 4, norma CEI 81-3 e Sistema Italiano Rilevamento Fulmini, CESI-SIRF). L installazione avverrà nel seguente modo: per la protezione generale, a monte di tutto l impianto, scaricatori (SPD) ad elevato e medio valore di corrente di scarica, per veicolare verso l impianto di terra la corrente impulsiva a maggior carica distruttiva; per la protezione fine, scaricatori (SPD) a basso valore di corrente di scarica, per diminuire il valore di sovratensione e proteggere gli utilizzatori particolarmente sensibili. Gli apparecchi utilizzati, nel settore terziario ed industriale, dovranno avere le caratteristiche: sistema automatico di disinserzione in caso di intervento; visualizzazione sul fronte per verificarne lo stato; corrente di scarica per la protezione generale, in funzione della caratteristica della zona e del livello di protezione (LPL, norma CEI 81-10) previsto: 5 oppure 10 ka (forma d'onda 10/350 µs); corrente di scarica per componenti di protezione fine (fulminazione indiretta) 2,5 oppure 5 ka (forma d'onda 8/20 µs, norma CEI 81-10), con particolare attenzione agli apparecchi di classe I o classe II. Il collegamento degli scaricatori (SPD) all impianto di messa a terra dovrà essere il più breve e diretto possibile, senza giunzioni dallo scaricatore (SPD) al collettore, o dispersore di terra, utilizzando un conduttore di colore giallo-verde, non facente parte di cavi multipolari e possibilmente con percorsi differenti da conduttori di energia; il montaggio ed il collegamento dovranno essere fatti in conformità alle istruzioni del costruttore dell apparecchio. La scelta dei componenti, coordinati ai sensi della norma CEI verrà effettuata come indicato negli elaborati grafici definitivi: In rif. alla norma CEI

16 Pag: 15 La scelta dei componenti, coordinati in funzione della suddetta tabella (norma CEI 81-10) verrà effettuata come indicato negli elaborati grafici definitivi. 5. IMPIANTI SPECIALI 5.1 Sistemi di prevenzione e segnalazione di incendi L impianto dovrà rispondere alle norme UNI 9795, sarà realizzato ai sensi della norma CEI comitato tecnico n.54. Generalità L'installazione degli interruttori differenziali già costituisce un valido sistema di prevenzione contro gli incendi per cause elettriche, ma questo metodo deve essere previsto dal progettista della distribuzione elettrica. A seconda dei casi, saranno impiegati: termostati, rilevatori di fumo o rilevatori di temperatura. La loro dislocazione e il loro numero sono determinati nella progettazione, in base al raggio d'azione di ogni singolo apparecchio. Gli apparecchi dovranno essere di tipo adatto (stagno, antideflagrante ecc.) all'ambiente in cui vanno installati. L'impianto di rivelazione di incendio, previsto in tutta l' area interessata, è costituito da un sistema fisso automatico di rivelazione e di allarme incendio, dotato di rivelatori puntiformi di fumo e di calore o di sistema a barriera. Il sistema fisso automatico di rivelazione e di allarme incendio, progettato secondo la norma UNI 9795, vigente alla data del presente incarico, comprende: Rivelatori automatici di incendio; Punti di segnalazione manuale; Centrale di controllo e segnalazione; Apparecchiatura di alimentazione; Dispositivi di allarme incendio. Tali componenti sono conformi alle specifiche della norma UNI EN 54-1 L area sorvegliata è costituita da tutti i locali facenti parte dell' edificio in oggetto con la sola esclusione dei servizi igienici. L'area sorvegliata è suddivisa in zone e sono servite dalla medesima linea di rivelatori ad anello chiuso; per la rapida individuazione del rivelatore in allarme si adotta un sistema ad indirizzamento individuale, che consente alla centrale di identificare univocamente i rispettivi segnali. Se gli ambienti sono dotati di impianto di condizionamento con una circolazione di aria normalmente adottata per gli impianti di benessere, l'impianto di rivelazione incendi in caso di allarme bloccherà l'impianto di ventilazione dell'aria. L'impianto sarà regolarmente soggetto a verifiche di funzionamento e manutenzione generale. Segnalazione manuale

17 Pag: 16 I punti di segnalazione manuali, collegati alla centrale di rilevazione sullo stesso "anello chiuso" o su un "anello chiuso" dedicato, potranno essere identificati univocamente dalla centrale stessa. I pulsanti di allarme, disposti lungo le vie di esodo, preferibilmente vicino alle uscite, saranno di colore rosso, ben visibili ed in posizione facilmente raggiungibile ed illuminata; la distanza tra loro sarà tale che si possano raggiungere con un percorso non maggiore a 40 m, tutti i pulsanti saranno posti in custodia sottovetro per evitarne l'involontario o incauto azionamento, l'impianto sarà dotato di sistema per l'autodiagnosi con segnalazione automatica di guasto o mancanza di alimentazione. Rivelazione automatica I rivelatori sono scelti in base al tipo di incendio prevedibile in ogni locale dell'area sorvegliata, in particolare: 1. rivelatori puntiformi di calore (termovelocimetrici) saranno installati nei locali centrale termica; 2. il sistema a barriera sarà utilizzato nelle gallerie commerciali; 3. Rivelatori puntiformi di fumo saranno installati in tutti i restanti locali (negozi, supermercato e depositi). Il numero dei rivelatori puntiformi di calore è stato determinato dalla seguente condizione: con 0 < α < 20 raggio di copertura 4.5m con altezze fino a 8m dove: α = angolo inclinazione soffitto rispetto ali'orizzontale. L'altezza di installazione dei rivelatori non risulta mai superiore a 6 m rispetto al pavimento; nessuna parte di macchinario o impianto si trova a meno di 0,5 m a fianco o di sotto al rivelatore. Qualora il soffitto dei locali dovesse prevedere ribassamenti con travi a vista od elementi sporgenti, verrà applicata la direttiva della norma UNI-9795 in base alle seguenti indicazioni: estratto norma UNI-9795 L installazione delle barriere lineari deve rispettare i criteri installativi previsti nel punto della norma UNI 9795: h < 15% dell altezza totale del locale e larghezza dell area di copertura convenzionale. Il numero dei rivelatori puntiformi di fumo è stato determinato dalla seguente condizione:

18 h<6m con S > 80 m 2 α = qualsiasi Amax = 60 mq dove: h= altezza del locale dell' rea protetta S = Superficie in pianta del locale α = angolo inclinazione soffitto rispetto ali'orizzontale Amax = massima area a pavimento sorvegliata dal rivelatore Pag: 17 Nel caso di installazione di contro soffitti saranno messi in opera i rivelatori negli spazi nascosti nel controsoffitto stesso, utilizzando un coefficiente maggiorativo previsto nel paragrafo della norma UNI La barriera lineare rivelatore di fumo e calore è costituita da: emettitore (Tx) che genera impulsi di luce infrarossa della durata di tre microsecondi ogni 10 millisecondi, ricevitore (Rx) dotato di un sistema ottico orientabile (identico a quello del Tx) che riceve l' energia proveniente dal trasmettitore e la focalizza su un fotodiodo al silicio. Il segnale in uscita viene successivamente amplificato ed elaborato per consentire la rivelazione del fumo e del calore.un microprocessore programmato per verificare i segnali (funzionamento normale, allarme fumo, allarme calore, guasto) provvede ad originare le indicazioni di guasto e di allarme. Centrale di comando La centrale automatica prevista è del tipo ad indirizzamento individuale, quindi in grado di segnalare quale rivelatore e/o pulsante è in allarme. La centrale verrà installata in luogo permanentemente presidiato e facilmente accessibile; in questo caso particolare "non potendo realizzare I'ambiente protetto la centrale sarà realizzata in modo da conservare integra la sua capacità operativa per il tempo necessario ad espletare le funzioni per le quali è stata progettata". La centrale di rivelazione incendi ad espandibilità modulare con la sua struttura completamente ridondante garantisce un elevato livello di sicurezza ed affidabilità. La sua configurazione può essere variata in base alle esigenze per adattarsi in modo omogeneo alla struttura dell'impianto. (segnalatori acustici e luminosi di allarme sono sia del tipo interno alla centrale, sia del tipo ausiliario esterno alla centrale, posti lungo, corridoi, disimpegni e comunque in aree di comune accesso con la scritta "allarme incendio". Il collegamento fra la centrale di rivelazione ed i segnalatori ausiliari sarà realizzato con cavi resistenti all'incendio in conformità alla norma CEI 20-36, CEI ; UNI 9795: 2010, EN PH30. L'alimentazione elettrica del sistema sarà derivata a valle del quadro elettrico generale con linea dedicata, e la centrale sarà provvista di proprio sistema di alimentazione autonomo a batterie con un'autonomia di almeno 72 h e la capacità di alimentare tutti i segnalatori acustici e luminosi interni ed ausiliari esterni per 30 min. a partire dall' emissione degli allarmi. Il sistema di ricarica delle batterie sarà in grado di fornire energia contemporaneamente all'impianto e alle batterie. Allarme acustico generale supplementare interno Oltre che dell'allarme in centrale, deve essere presente un allarme costituito da mezzo acusticovisivo, installato all'interno, in posizioni visibili, in modo da essere udito e visto dalla maggior parte dell area dell attività. Tale allarme supplementare deve essere collegato alla centrale tramite conduttore protetto dall incendio. Allarme acustico generale supplementare esterno A completamento dei punti precedenti, deve essere presente un allarme costituito da mezzo acustico, installato all'esterno, verso la strada o il cortile, in modo da essere udito a largo raggio. Tale allarme supplementare deve essere comandato in centrale da dispositivo di inserzione e disinserzione.

19 Pag: Impianto antintrusione o controllo accessi Predisposizione Questo impianto sarà realizzato seguendo indicativamente la norma CEI 79-3, mediante rivelatori volumetrici di tipo a raggi infrarossi, a doppia tecnologia e sensori perimetrali di tipo magnetico antisfondamento. Questi verranno collegati ad una centralina elettronica di tipo espandibile con suddivisione per zone di intervento. Per garantire il livello di protezione dell impianto concorreranno le seguenti componenti: a) tipo di posa; b) percorso di posa; c) presenza di una rivelazione di manomissione; d) presenza di una protezione dei segnali. Le zone da proteggere saranno le seguenti: vani contenenti i quadri elettrici e le centraline d allarme, le porte di accesso ai suddetti locali e le finestre dei locali contenenti oggetti di valore. Le condutture saranno indipendenti dagli impianti di energia, ma potranno essere comuni agli impianti di trasmissione dati, telefono, antincendio, e simili. Particolare cura deve essere prestata nel posizionare i sensori volumetrici, in quanto possono essere soggetti a malfunzionamenti dovuti all esposizione diretta ai raggi del sole, oppure a causa della vicinanza a fonti di calore; i sensori a doppia tecnologia non potendo essere utilizzati verso le vetrate, verranno sostituiti da quelli a raggi infrarossi, quando opportuno. I componenti utilizzati dovranno essere conformi alla norma CEI 79-2 e rispettivamente, per i sensori volumetrici e perimetrali di livello 2 minimo. I cavi schermati dovranno essere certificati secondo la norma 64-3 e dovranno essere non propaganti la fiamma oppure non propaganti l incendio quando installati in fascio con altri cavi. 5.3 Impianto TVCC Predisposizione L impianto TVCC (tv a circuito chiuso) ha la funzione di monitorare costantemente zone dell impianto e/o della struttura, considerate sensibili sia per ragioni di sicurezza che di controllo. L impianto TVCC è composto da diversi componenti in grado di acquisire le immagini provenienti dalla zona controllata (telecamere) e di immagazzinare le stesse registrandole ed elaborandole con sistemi digitali (multiplexer e videoregistratori). La scelta dei componenti sarà effettuata in accordo alla qualità dell immagine e alla durata della registrazione che il cliente desidera ottenere, in generale dovranno essere utilizzati: telecamere adatte all ambiente di installazione e con grado di protezione adeguato eventualmente mediante custodie; ottiche/obiettivi a focale variabile (es. 3,5-8 mm oppure 6-15 mm); tipologia di diaframma (nelle ottiche) del tipo auto-iris, in grado di modificare automaticamente l apertura del diaframma in base alla luminosità; sistema di registrazione programmabile, digitale tipo DVR con funzione motion detector ; registrazione dei dati effettuata in conformità al Codice in materia di protezione dei dati personali" vigente; cablaggio di alimentazione dei componenti in bassa tensione o tramite alimentatori localizzati presso i singoli apparecchi; cablaggio per la trasmissione del segnale in funzione del tipo di ambiente e delle distanze dei vari elementi dell impianto. La trasmissione dei dati (immagini) può avviene mediante diverse metodologie di cablaggio: 1. cavi tipo RG59. Con questa tipologia occorre prestare particolare attenzione alle distanze fra le telecamere e gli apparati di acquisizione/elaborazione dati: - considerando un sistema TVCC di alto livello, dove sia ammessa un'attenuazione max. di 3 db, la lunghezza massima del cavo sarà di 120 m ; - se invece si considera un sistema TVCC di medio livello, dove si accetti un'attenuazione di 6 db, il calcolo sarà: 2,5 : 100 = 6 : x vale a dire una massima lunghezza del cavo di 240 metri.

20 Pag: cavi twistati. La trasmissione dei dati a distanze superiori a quelle sopra indicate è raggiungibile mediante l utilizzo di cablaggi con cavi twistati (preferibilmente schermati) ed appositi apparati convertitori; i moduli convertitori in genere non necessitano di alimentazione. L'utilizzo di un cavo twistato con calza metallica (schermato) è consigliato, ma è anche possibile utilizzare cavi twistati non schermati se sono ad esempio esistenti. Il sistema è in grado di eliminare gran parte delle interferenze comparando il segnale ricevuto all'estremità dei due cavi. Evitare cavi a due fili non twistati, ossia non intrecciati fra loro ma paralleli. La trasmissione su cavo twistato consente distanze di cablaggio superiori al coassiale tradizionale arrivando anche a 500m nei modelli passivi ed oltre 1000m. nei modelli attivi con amplificazione di segnale. 5.4 Impianto per diffusione sonora L impianto per diffusione sonora, verrà utilizzato per il benessere psicofisico degli avventori. Dotazione dell impianto: elementi dell impianto stereo, quali:amplificatore; unità mixer con separazione delle diverse linee audio in uscita; componenti per lettura di supporti musicali, (lettori cd, mp3, ecc); casse acustiche di tipo per interni e/o per esterni. Le emissioni sonore saranno distribuite uniformemente all interno del locale tramite casse. La distribuzione dei cavi audio, avverrà separatamente dall impianto elettrico, per evitare interferenze. La regolazione del volume deve assicurare il benessere dei presenti. 5.5 Impianto rete dati informatica Predisposizione La rete informatica dovrà rispondere alle norme CEI e variante V1, CEI EN e 50173/A1, ISO/IEC per quanto concerne il cablaggio strutturato. La funzione di questo impianto sarà quella di mantenere aggiornate e in comunicazione continua, le postazioni di lavoro. Il componente rack dati è di nuova installazione e posizionato in zona protetta, il nodo di zona da cui derivare il nuovo impianto è esistente, mentre i terminali saranno nelle postazioni indicate a progetto. I cavi per la trasmissione dati saranno posti entro le tubazioni contenenti solo altre condutture per segnalazione o trasmissione dati e comunque in bassissima tensione. Per i cavi utp cat 5 e cat 5e la lunghezza massima certificabile è 90 metri La categoria dell impianto verrà stabilita in fase esecutiva in accordo con il committente. 5.6 Impianto telefonico per utenze civili L impianto previsto è di tipo base con la disposizione che verrà indicata negli elaborati di progetto esecutivo. Tutte le condutture montanti, appartenenti all impianto telefonico: tubazioni interrate, scatole e tubazioni incassate, dovranno essere separate da tutti gli altri impianti (CEI 103-1/13, art ). Le scatole unificate delle varie prese telefoniche vanno poste ad un'altezza di cm dal pavimento vicino a prese a spina per facilitare l'abbinamento con apparecchi che abbisognano di alimentazione elettrica. Le scatole di derivazione per la posa di impianti telefonici sono ad esclusiva disposizione dell'impianto telefonico e non possono essere occupate da impianti diversi. Inoltre in fase di esecuzione dovranno essere rispettate le disposizioni di cui ai seguenti decreti: D.P.R. del 20/3/56 n Norme prevenzione infortuni nel lavoro negli impianti telefonici; D.M. del 27/7/79 - Piano regolatore telefonico nazionale. Le cassette di passaggio e giunzione dovranno essere raggiunte senza l ausilio di scale. Le cassette saranno così disposte: - al piano terra - una cassetta; - smistamento ai piani - una scatola; - ingresso unità immobiliare - due scatole unificate telecom. 5.7 Impianto per ricezione televisiva L impianto TV deve rispondere alle norme relative (CEI 12-15).

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