La tecnologia al servizio della persona con disabilità.
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- Bonaventura Basile
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1 La tecnologia al servizio della persona con disabilità. Gabriele Scascighini, dir. Centro Informatica Disabilità La FIPPD (Fondazione Informatica per la Promozione della Persona Disabile), da più di dieci anni é attiva sul fronte della ricerca-azione nel campo della costruzione e dellʼadattamento di ausili informatici atti a diminuire il grave handicap comunicativo, sensoriale, funzionale, scolastico e lavorativo che colpisce, dalla nascita o nel corso della vita, le persone con gravi forme di disabilità. Il Centro Informatica Disabilità (CID) svolge questo mandato realizzativo. Procede raccogliendo e analizzando i bisogni di autonomia, comunicazione, formazione e integrazione delle persone con disabiltà. Promuove la progettazione e lo sviluppo di ausili specifici, altamente personalizzabili e specializzati, nellʼambito delle tecnologie dellʼinformazione e della comunicazione con particolare riferimento disciplinare alla pedagogia curativa (ortopedagogia). Realizza software educativi destinati a bambini normodotati e completamente accessibili anche a bambini disabili. Svolge consulenze e sostegno diretto e indiretto alla realizzazione di progetti di adattamento individuale con i quali si propone di favorire: - lʼautonomia - la comunicazione - lʼapprendimento conoscitivo - lʼesperienza dellʼazione nel modo fisico (il gioco) - lʼintegrazione e la qualità di vita delle persone con disabilità Si impegna nella formazione professionale di operatori scolastici e sociali nelle scuole universitarie professionali (SUPSI, ASP) e nellʼattività di diffusione di una cultura della comprensione e del rispetto delle persone disabili. Segnalo il modulo di formazione, attualmente in corso, in collaborazione con l ʻASP, il CID e il Centro MyoSuisse. Un modulo formativo
2 che permette ai partecipanti lʼottenimento di 10 ECTS. Un bel esempio di collaborazione e di sinergia fra più enti del territorio. Partecipa a progetti di ricerca con le strutture terziarie della svizzera italiana (SUPSI). Collabora, in questo ambito, anche con altre isituzioni estere. Il CID, in sintesi, é un nucleo di competenza in grado di consigliare ausili, di dare supporto professionale personalizzato alla persona con disabilità, ai familiari, agli operatori che la hanno in carica. Scegliere un ausilio, personalizzarlo, formare la persona al suo utilizzo, verificare successivamente se risponde allo scopo richiede valutazioni cliniche, tecniche, ortopedagogiche, psicologiche, sociali, chiarezza di obbiettivi, partecipazione attiva della persona con disabilità. Un ponte, in costruzione, che collega, intermedia, lʼinsieme delle problematiche di vario tipo della persona con disabilità con le risorse, tecnologiche e professionali esistenti. La tecnologia non é dunque fine a se stessa ma un mezzo, sicuramente importante, per realizzare uno scopo, per dare o ridare senso alla vita. La pedagogia curativa si prende cura della persona disabile partendo dalle sue caratteristiche individuali e uniche. Utilizza gli strumenti didattici più adeguati affinché la persona con disabilità possa sviluppare al meglio le sue potenzialità adattative e interviene nella misura del possibile, sugli strumenti dell'ambiente circostante allo scopo di ridurre le cause, gli ostacoli "handicappanti". Nella pedagogia curativa non é la menomazione l'oggetto dell'azione educativa ma l'elaborazione che il soggetto e l'ambiente circostante fanno della menomazione iniziale. Attualmente le TIC rappresentano un importante mezzo di azione che si affianca in modo dinamico a questo processo elaborativo e agli interventi globali sullo sviluppo e di cura. Il mezzo ausliario, essendo uno strumento al servizio della progettualità di vita della persona sarà, oltre che non semplicemente prescrivibile, altamente individualizzato. Per operare in questa direzione sono necessari componenti tecnologiche (applicativi informatici e dispositivi elettronici) altamente configurabili, aperti, cioè, a raccogliere i complessi bisogni della persona.
3 In generale possiamo dire che un mezzo ausiliario informatico é il risultato di una complessa operazione di traduzione di bisogni individuali e scopi personali che si attualizza in nelle possibili trasformazioni dei componenti di un sistema informatico. Immaginando uno spazio tridimensionale con gli assi denominati: output, input, elaborazione, un ausilio é una delle possibili coordinate in questo spazio al di fuori dell'origine che rappresenta la configurazione informatica definita standard. Vediamo ora un esempio concreto. Nella scuola speciale si propongono agli allievi attività finalizzate alla costruzione del concetto di numero. Nella loro formazione, gli insegnanti sono sensibilizzati agli aspetti psicopedagogici derivanti dalle teorie dello sviluppo e dellʼapprendimento del numero e della numerazione. Nella pratica quotidiana sono chiamati a applicare didatticamente queste conoscenze. Tutti gli autori che si sono occupati di studiare la genesi del concetto di numero, pur nella specificità delle loro concezioni, sottolineano il ruolo fondamentale dellʼazione dellʼallievo nel percorso della costruzione delle competenze quantitative, numeriche e di calcolo. Alcuni di essi sottolineano
4 lʼimportanza della cooperazione, dellʼinterazione e della condivisione fra allievi e docenti. Confrontati con allievi colpiti da gravi disabilità motorie, cognitive e comunicative gli ortopedagogisti si trovano a dover far fronte ad ulteriori difficoltà. Nella concezione degli applicativi informatici e dei dispositivi elettronici del CID, viene privilegiata e integrata lʼimpostazione pedagogica costruttivista e cooperativa. Gli ambienti interattivi di apprendimento del CID, atti a favorire lo sviluppo delle competenze scolastiche, dellʼ immaginazione e della creatività, sono caratterizzati da unʼalto grado di attenzione allʼindividualizzazione clinica e quindi alla maggiore configurabilità e flessibilità didattica e tecnologica. Tra questi, ADIOScan é un applicativo dotato di dispositivi di selezione differenziati e configurabili individualmente. Le tecniche di selezione sono suddivise in due gruppi: la selezione diretta e la scansione (a uno o più segnali variamente temporizzati). ADIOScan rientra nella gamma dei sistemi autore, cioè degli applicativi in grado di fornire alle persone di riferimento ed anche allʼutilizzatore uno strumento per creare ausili comunicativi informatici e multimediali quali tabelle di comunicazione pittografiche dotate di lettura e stampa del messaggio, supporti alla partecipazione scolastica (scenari pedagogici adattati), al gioco didattico e ambienti esplorativi vari. Lʼattività Dal fruttivendolo è stata studiata e costruita per permettere agli allievi di una classe speciale di poter acquisire e consolidare le proprie prime conoscenze numeriche. Attraverso lʼambiente simbolico del mercato, la manipolazione e lʼazione diretta, i bambini possono stabilire delle relazioni progressivamente sempre più complesse, contare, comporre, completare e confrontare collezioni diverse di materiale, in questo caso frutti. Volendo considerare la presenza in classe di allievi con disabilità motorie e comunicative, le docenti, in collaborazione con il CID, hanno progettato e contribuito allo sviluppo di una versione informatica di questa attività in modo da poter rendere più attivi e partecipi tutti gli allievi nella risoluzione dellʼesercizio posto. Anche gli allievi con disabilità multiple possono preparare virtualmente la spesa ed hanno la possibilità di confrontare le proprie collezioni e autocorreggersi in modo indipendente. A conclusione dellʼattività avviene lʼimportante fase di controllo e verifica basata sullʼinterazione tra docente e allievi. Il progetto viene preceduto e si integra in un lavoro multidisciplinare che vede la classe impegnata dapprima, a conoscere e distinguere i vari frutti (attività alimentare), a riprodurli con la pasta di sale (attività pittorica e manuale), a
5 conoscere le realtà di mercato del quartiere (studio dʼambiente) e infine a raccontare le proprie esperienze personali (attività linguistiche). Nellʼaula scolastica vengono predisposte due postazioni: il banco del fruttivedolo sul quale sono posati i frutti concreti ed il computer con il documento AdioScan attivo, oltre ad un tavolo casa dove gli allievi ricevono la consegna dallʼinsegnante e dove tornano con la spesa effettuata. I bambini individualmente ricevono un biglietto della spesa sul quale sono disegnate una o piuʼ collezioni di frutti da comperare. Queste collezioni sono via via sempre più grandi e variate, in base alle capacità dellʼallievo che le riceve. Lʼallievo, con il cestino e il biglietto della spesa si sposta verso la postazione del fruttivendolo e procede da solo al riempimento del cestino. In seguito torna a casa dove verifica assieme alla maestra la correttezza dellʼacquisto effettuato. Questa fase di confronto (tra il biglietto ricevuto e la collezione nel cestino) offre molte opportunità per stimolare il ragionamento matematico, per mettere il bambino in situazioni-problema, e per osservare le varie strategie utilizzate (corrispondenza termine termine, costruzione di collezioni equipotenti, enumerare i frutti, ). Durante la conferenza é stato successivamento mostrato e spiegato il documento "Il fruttivendolo matematico" che è al seguente link d=30
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