INTRODUZIONE ALL ANALISI TECNICA. L analisi tecnica
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- Pasquale Frigerio
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1 L analisi tecnica L analisi tecnica è la disciplina che studia l andamento del mercato attraverso lo studio dei grafici di avvenimenti passati allo scopo di fare delle previsioni. Il concetto che sta alla base di questo tipo di analisi è che studiando la serie storica dei prezzi, e analizzandone anche i volumi, si possono prevedere i trend futuri dei prezzi in modo da minimizzare il rischio e massimizzare i profitti. È dimostrato che la natura umana è solitamente costante e a situazioni simili reagisce, generalmente, in modo uniforme. L analisi tecnica si basa quindi sull idea che gli essere umani continuino a ripetere gli stessi errori commessi in passato, anche se bisogna tener conto che i rapporti umani sono talmente complessi che non si ripeteranno mai nello stesso identico modo. Assumendo il mercato azionario come specchio dell agire umano, possiamo affermare che non si riproporrà mai uno stesso identico andamento avuto nel passato, ma il ripresentarsi di caratteristiche simili sarà sufficiente per determinare l andamento futuro. Questo tipo di analisi può venire applicata a azioni, indici, materie prime, future, cioè a tutti gli strumenti che vengono scambiati fra i diversi intermediari e che sono soggetti alle forze di domanda e offerta. L analisi tecnica è spesso contrapposta all analisi fondamentale soprattutto perché l analisi tecnica sfrutta le tendenze nei prezzi delle attività quotate e fa riferimento a considerazioni di natura psicologica, mentre l analisi fondamentale si poggia prevalentemente sulla scienza economica. 1 / 11
2 I presupposti L analisi tecnica risulta molto importante per il fatto che riesce a sintetizzare una gran quantità di informazioni e si poggia su tre pilastri fondamentali: - i prezzi scontano tutto. Il primo punto fondamentale specifica che i prezzi, che risultano dalla combinazione tra domanda e offerta, riescono a riflettere tutte le informazioni che sono disponibili sul mercato, anche quelle in possesso di poche persone. Tenendo conto di questa considerazione gli analisti si possono completamente affidare ai prezzi, in quanto contengono già tutte le informazioni necessarie per capire il mercato; - il mercato segue un trend. Il mercato non si muove in modo del tutto casuale, ma segue dei trend, cioè delle tendenze. Un trend si mantiene finchè non mostra dei segnali di esaurimento e di inversione. L obiettivo è quello di assumere delle posizioni nel mercato che siano coerenti con il trend in atto, non avendo la pretesa di vendere ai massimi e comprare ai minimi; - la storia si ripete. Nel corso degli anni si può notare come degli avvenimenti passati si ripetano. Questa situazione è dovuta al fatto che gli attori sono sempre degli esseri umani che vogliono guadagnare nel mercato ma, allo stesso tempo, hanno anche delle paure. Fatta questa considerazione si potranno usare delle figure che permettono di prevedere quale sarà l andamento che segue. I fondatori dell Analisi Tecnica La nascita dell analisi tecnica si fa risalire già al 1600, quando i Giapponesi iniziarono lo scambio di primitivi futures sul prezzo del riso, elaborando i primi grafici di analisi. La prima forma di un grafico a candela (candle charts), chiamata allora "anchor chart", fu usata intorno ai primi anni del 1700 e portò allo sviluppo successivo, intorno al 1868, del grafico a candele che ancora oggi usiamo. Tuttavia, l analisi tecnica moderna trovò origine solo all inizio del 900 quando Charles H. Dow, 2 / 11
3 Ralph N. Elliott e William D. Gann ne affermarono per la prima volta i principi e ne posero le basi. L'elemento che accomuna le loro teorie è il convincimento che i mercati obbediscono alle stesse forze che governano la natura ed il comportamento umano. E per questo che l analisi tecnica analizza un mercato in cui il prezzo assume movimenti regolari ciclici ascendenti e discendenti, rispecchiando l andamento delle maree o il comune processo di respirazione umano. Teoria di Dow Agli inizi del XX secolo Charles Dow ( ) elaborò una teoria che è considerata la base dell analisi tecnica moderna. L obiettivo della teoria è di individuare i cambiamenti delle tendenze principali del mercato e si assume che la tendenza evidenziata continui finché non si avrà la prova di un inversione. La teoria suppone che la maggioranza delle azioni segua, per la maggior parte del tempo, la sottostante tendenza del mercato. Al fine di misurare il mercato, Dow costruì due indici: il Dow Jones Industrial Average, una combinazione di 12 (ora 30) titoli guida, e il Dow Jones Transportation Average, comprendente inizialmente 12 titoli delle ferrovie e successivamente titoli di tutti i settori dei trasporti. Egli paragonò gli andamenti di Borsa alle maree: come la progressiva accentuazione o il progressivo indebolimento delle successive ondate rivela una fase di alta o bassa marea, così un indice di Borsa, o il prezzo di un titolo, tradotti in grafico, rispecchiano un ciclo al rialzo, quando le fluttuazioni successive toccano punte sempre maggiori, o rispecchiano un ciclo al ribasso, quando le fluttuazioni successive toccano punte sempre minori. La teoria di Dow è articolata nei seguenti principi basilari: 3 / 11
4 - Le medie scontano qualsiasi fattore: vale a dire che qualunque fattore che può in un dato momento influenzare il mercato ed il suo sviluppo è già incluso nelle quotazioni e nel prezzo che sul mercato, in quello stesso momento, si manifestano. - Il mercato può seguire tre tipi diversi di movimento: Dow suddivise i trend di mercato in Primario, Secondario e Minore, a seconda dell intervallo di tempo nel quale essi si manifestavano sul mercato. - Movimento primario: (major trend): è la tendenza principale, per la quale un mercato si definisce toro (bullish o rialzista) oppure orso (bearish o ribassista). Dura da uno a più anni. - Movimenti secondari: (intermediate trend): si tratta di movimenti opposti o non alla tendenza principale in un mercato. Questi trend durano da tre settimane a molti mesi e, se inversi al Major Trend iniziale del mercato, possono ritracciare da un terzo a due terzi del progresso o regresso acquisito con il movimento primario. Il ritracciamento più frequente è del 50%. - Movimenti terziari o minori (minor trend): sono rialzi o ribassi di mercato che durano solo per un breve periodo di tempo, al massimo tre settimane. In genere non sono in grado di influenzare i movimenti primari o secondari e sono molto difficili da prevedere. - Il mercato si sviluppa in sei fasi: - Accumulazione: si manifesta in quanto la maggioranza degli investitori è convinta che il mercato sia al ribasso, mentre gli investitori professionali, consapevoli che lo sviluppo bearish precedente si sta per esaurire, iniziano ad acquistare sul mercato a prezzi particolarmente convenienti, in modo graduale (per non muovere il listino), formando così sul mercato una serie di sviluppi laterali, detti anche base o bottom. - Convinzione, trend followers enter (fase di partecipazione): inizia quando il prezzo comincia a salire rapidamente ed il mercato è in nuova fase di sviluppo, le partecipazioni al mercato aumentano e si vanno a creare delle estensioni nel movimento del trend. - Speculazione: è l'ultima fase del rialzo in cui si assiste ad una rapidissima crescita delle quotazioni. Entrano sul mercato anche i piccoli risparmiatori, che decidono di acquistare quando i prezzi sono vicini ai loro massimi, incoraggiati anche dall'enfasi dei mezzi di comunicazione, che descrivono il boom borsistico in corso. - Distribuzione: gli operatori dominanti nel mercato comprendono che il mercato toro è finito e cominciano ad alleggerire le proprie posizioni lunghe, anticipando l approssimarsi di una inversione di tendenza. La fase espansiva risulta indebolita e si crea un movimento laterale simile a quello creatosi in fase di accumulazione, detto tetto o top. - Panico: si manifesta un brusco declino dei prezzi, dal momento che tutti iniziano a vendere sul mercato, consapevoli del fatto che la tendenza si è oramai invertita. - Frustrazione: ultima fase del mercato orso, in cui gli ultimi rimasti con i titoli in mano li vendono ai prezzi minimi assoluti. Generalmente si tratta proprio di quei piccoli risparmiatori, meno capaci e meno informati, che avevano acquistato sui massimi, durante la fase di speculazione. 4 / 11
5 In corrispondenza di un esaurimento della fase di frustrazione si succede immediatamente una nuova fase di accumulazione, così da dare inizio ad un nuovo ciclo di mercato. - I volumi seguono il trend: Il volume è, secondo Dow, un altra variabile, oltre il prezzo, da valutare con estrema attenzione in quanto costituisce un anticipatore dello sviluppo del prezzo. Egli notò che i volumi solitamente seguono il trend in atto sul mercato. In particolare in un mercato toro i volumi sono in aumento durante le fasi di espansione ed in diminuzione durante quelle di correzione. Viceversa in un mercato orso si verificano volumi crescenti durante le fasi di ribasso e decrescenti durante le correzioni al rialzo. Il mancato rispetto di questa relazione prezzo-volume, e quindi una divergenza tra l andamento di queste due variabili rappresenta, secondo Dow, un primo segnale di una probabile inversione del trend. - Un movimento è assunto valido finché un inversione non è definitivamente provata: cioè un effettivo cambiamento di tendenza può essere individuato solo quando il mancato rispetto di un insieme di regole lo manifesta. - Le medie devono confermarsi: occorre che il trend di un settore sia confermato anche dall andamento dei settori a lui collegati. Un esempio potrebbe essere che gli indici americani Industrial Average e Transportation Average devono essere esaminati insieme e devono confermarsi reciprocamente. La logica sembra di facile comprensione dato che, se il mercato è davvero un barometro delle future condizioni dell economia, in un economia in espansione gli investitori devono offrire prezzi crescenti sia per le società che producono merci, sia per quelle che le trasportano. Al di là di queste considerazioni, valide per il mercato azionario americano, questo principio va interpretato analizzando sempre l'andamento dell'indice di borsa in correlazione a quello di altri indicatori, di settore o relativi ad altre borse. Questo al fine di verificare interdipendenze tra movimenti, oppure discrepanze e concordanze significative. - Movimenti laterali: sono i movimenti che si riscontrano quando i prezzi tendono ad oscillare all interno di un corridoio grafico. Una linea viene definita come un movimento di prezzo di due o tre settimane o più, durante il quale le variazioni di prezzo di entrambi gli indici non fanno registrare scostamenti superiori al 5% della propria media. Tale movimento indica sia accumulazione, sia distribuzione. Una crescita sopra i limiti indica una fase di accumulazione con prezzi alti, invece un crollo sotto il limite indica una fase di distribuzione con dei prezzi bassi. - Inversioni di tendenza: la presenza di una tendenza al rialzo sarà identificata da massimi e 5 / 11
6 minimi relativi superiori ai valori precedenti, viceversa se la tendenza è al ribasso. Difetti della teoria di Dow Il primo aspetto che viene criticato in questa teoria è il fatto che non fornisce dei tempestivi segnali di acquisto e di vendita, ma questi segnali vengono forniti solo quando la teoria è già in atto. Questa critica però non tiene conto del fatto che la prudenza è proprio una caratteristica di questa teoria, che lavora in un periodo di tempo molto ampio. Un vero e proprio limite della teoria di Dow è la mancanza di segnalazioni opportune per lo sfruttamento speculativo dei movimenti intermedi del mercato. Altra possibile critica è il fatto che è un sistema interpretativo e soggettivo che richiede una grande conoscenza del mercato e una grande esperienza. Critiche all analisi tecnica L analisi tecnica è molto usata ma molti si chiedono se, veramente, i prezzi di periodi passati possano essere utili per prevedere l andamento dei prezzi futuri. Bisogna però considerare che è molto difficile poter fare delle previsioni senza conoscere quello che è accaduto nel passato. 6 / 11
7 Per quanto riguarda le variazioni dei prezzi è stato considerato anche il fatto che potessero essere dei fenomeni random walk, cioè del tutto casuali. Con studi accurati si è invece evidenziata la relazione tra psicologia umana e determinazione dei prezzi, e su questa relazione si basa l analisi tecnica. Si è anche sviluppata la teoria dell autoalimentazione. Negli ultimi anni l analisi tecnica è diventato uno strumento molto conosciuto e molto usato nei vari mercati. Con questa grande espansione, secondo questa teoria, ci sono dei capitali che vengono mossi conseguentemente alle rilevazioni ottenute con gli strumenti di analisi tecnica. Si deve però tener presente che lo studio di grafici di analisi tecnica è assolutamente soggettivo e non ci sono regole matematiche che ne stanno alla base e quindi ogni analista ne darà una propria interpretazione e opererà nel mercato in modi e tempi diversi. Analisi tecnica fondamentale L Analisi fondamentale tende ad individuare il valore intrinseco delle azioni di una società quotata. Tale valore è confrontato col valore espresso dal mercato. Si investe sui titoli sottovalutati, confidando nel fatto che prima o poi il mercato correggerà la sottovalutazione. Per analisi fondamentale si intende una metodologia di analisi basata sulla teoria economica, che utilizza metodi statistici, econometrici, contabili, e che si propone di valutare il prezzo giusto dell attività. Questa è la teoria principale su cui si basa la maggior parte degli investitori. Nella maggior parte 7 / 11
8 dei casi si va a studiare i bilanci di ogni singola azienda e si costruiscono indicatori di valutazione che determinano il grado di redditività e solidità dell impresa. Gli indici più importanti sono: - Indice di solidità: è il rapporto tra indebitamento finanziario e il patrimonio netto. - Indice di redditività: rapporto tra utile operativo e capitale investito. - Indice redditività globale: rapporto tra utile netto dell azienda e il capitale netto. Molti sono i problemi riscontrati dall analisi fondamentale. Innanzitutto è difficile reperire le informazioni utili per effettuare l analisi e basandosi solo su dati passati è facile che il mercato si muova anticipando le prospettive future delle aziende. Analisi tecnica vs analisi fondamentale Nel momento in cui un operatore si avvicina al mercato borsistico con lo scopo di investire grandi o piccole quantità di denaro, ha la necessità di prevedere nel migliore dei modi la direzione dei prezzi. In questo l analisi tecnica e quella fondamentale hanno dunque la stessa finalità. L analisi fondamentale è lo studio dei dati di bilancio di un azienda e delle variabili macroeconomiche, con lo scopo di individuare il vero valore di un titolo, in modo da poter individuare titoli sopravalutati o sottovalutati dal mercato e quindi indicare se i prezzi saliranno o scenderanno. L analisi tecnica invece, come descritto sopra e come si vedrà meglio in seguito, si basa soltanto sull analisi dell andamento precedente del prezzo. 8 / 11
9 Per semplificare si può dire che l analisi fondamentale si pone lo scopo di individuare le cause dei movimenti di mercato, mentre quella tecnica gli effetti di tali movimenti, andando ad individuare dei livelli in cui sono destinati ad esaurirsi. Le mancanze dell analisi fondamentale e quindi l utilità dell analisi tecnica, si notano quando le quotazioni si muovono in assenza di dati o pubblicazioni di trimestrali e bilanci e quindi in situazioni in cui l analisi fondamentale non sa spiegare tali movimenti e secondo la quale, invece, i mercati dovrebbero rimanere invariati. I dati necessari per l'analisi tecnica Le informazioni necessarie per l analisi tecnica sono sostanzialmente fornite dal prezzo, dal volume e dall open interest. PREZZO Il prezzo esprime la quotazione del titolo nel momento in cui viene effettuato lo scambio e per la sua rappresentazione si possono usare diversi tipi di grafico. Quello più semplice consiste in una linea che congiunge i punti corrispondenti alle quotazioni di chiusura (di apertura, massimo o minimo) del periodo preso in considerazione, mentre uno dei modi più usati e maggior informativi è quello delle candele giapponesi. Questo tipo di rappresentazione riassume contemporaneamente i 4 livelli di prezzo più significativi dell intervallo temporale, cioè apertura, chiusura,massimo e minimo. Le candele possono assumere due diversi colori: verde (bianco per i mercati orientali) nel caso in cui il valore di chiusura sia maggiore a quello di apertura, e rosso (nero) nel caso contrario. Le candele differiscono tra loro anche per la grandezza del real body e per la lunghezza delle shadow (ombre). Il corpo può indicare se il mercato è in una fase di stallo o meno, mentre le shadow sono utili per avere un idea sulla volatilità del titolo in 9 / 11
10 considerazione. Un real body ridotto indica uno stallo del mercato caratterizzato da incertezza degli operatori, mentre ombre lunghe rappresentano un alta volatilità, con un ampio range di oscillazione. VOLUME Il volume rappresenta il totale dei contratti scambiati nel periodo di tempo di riferimento e per la sua rappresentazione si utilizza generalmente un grafico a barre. Queste, come nel caso delle candele, possono assumere due diverse colorazioni: verde nel caso in cui la chiusura sia ad un livello più elevato rispetto a quella osservata nell intervallo precedente, rossa nel caso contrario. Il volume è utilizzato per individuare la forza e la conseguente importanza dei movimenti di prezzo e quindi per capire se questi sono dei movimenti da seguire in quanto supportati dal mercato o delle oscillazioni irrilevanti dovute, per esempio, ad un alta volatilità e ad un numero esiguo di scambi. Nel caso in cui alla variazione di trend corrispondano volumi elevati questo sarà un importante segnale di inversione di tendenza. Particolare importanza va posta nelle situazioni in cui i volumi sono molto elevati e superano di molto la media (5/6 volte) in quanto stanno ad indicare un intervento degli investitori istituzionali, le cosiddette mani forti, interessati a modificare il prezzo del titolo, non ritenendolo conforme al suo reale valore nel mercato oppure per cercare di invertire situazioni che li vedrebbero in perdita. OPEN INTEREST L'open interest è un indicatore che misura il numero totale dei contratti long e short aperti nel 10 / 11
11 mercato non chiusi alla fine della seduta. L'osservazione dell'open interest è finalizzata a vedere se denaro sta entrando o uscendo dal mercato e cogliere le aspettative degli investitori. Se l'open interest sale durante la fase di un trend, questo è un segnale di forza del trend stesso che ne esce rafforzato; viceversa se un trend vede diminuire l'open interest, significa che gli operatori stanno chiudendo le posizioni rispettivamente short e long e che quel trend sta probabilmente per esaurirsi suggerendo di attendersi una probabile inversione di tendenza. I dati sull open interest sono forniti soltanto per determinati mercati, come per quello dei derivati e quello delle opzioni, mentre non è noto per quel che riguarda le azioni. 11 / 11
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