IN VIVA VOCE Promozione delle pratiche di ascolto dei minori nei contesti formali e istituzionali.

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1 IN VIVA VOCE Promozione delle pratiche di ascolto dei minori nei contesti formali e istituzionali. ANALISI DEL TERRITORIO E DEL BISOGNO La provincia di Varese conta quasi 900 mila abitanti dei quali il 14 % è costituito da bambini e ragazzi di età compresa tra gli zero e i quattordici anni (censimento 2011). I centoquarantuno comuni della Provincia sono suddivisi in 12 distretti socio sanitari, che offrono alla popolazione numerosi servizi rivolti alla persona ed in modo particolare alle fasce più giovani della popolazione: in ogni distretto è infatti attivo il servizio di Tutela dei minori, che in modo coordinato al servizio sociale territoriale provvede all attuazione di tutti gli interventi necessari perché sia garantito il benessere di ogni bambino e ragazzo, in particolare laddove siano sorte, per motivazione complesse e diverse, gravi difficoltà che hanno reso il sistema famigliare fragile e precario. Tale progettualità corrisponde a quanto previsto già dalla nostra Costituzione: art. 30, comma 2: Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provveda a che siano assolti i loro compiti e art. 31, comma 2: [la Repubblica] protegge la maternità, l infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo. Ancor prima, all art. 13, è sancita in maniera indelebile, l inviolabilit{ della libert{ personale. La Costituzione stabilisce così la capacità di ciascuno di poter scegliere per sé, nel rispetto ovviamente, delle libert{ altrui e dell ambiente circostante. Con ancora maggiore impulso alla libert{ e nella piena fiducia nell uomo, viene emanata e successivamente ratificata nel nostro Paese (1991), la Convenzione sui diritti dell infanzia e dell adolescenza che all articolo 3 afferma che: In tutte le decisioni relative ai fanciulli [ ] l interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente. Questo è stato ed è tutt ora il principio che guida l intervento della Tutela dei minori quando è chiamata, dall Autorit{ Giudiziaria o dal Tribunale per i Minorenni, a provvedere al benessere di bambini e ragazzi.

2 Per valutarne l efficienza, gli interventi dei servizi per i minori andrebbero incrociati con i risultati ottenuti, in termini di cambiamento, miglioramento, soddisfazione percepita dai destinatari degli stessi. Il campo delle scienze umane non consente però un analisi così dettagliata, precisa ed esatta dei risultati, essendo il suo oggetto di studio inesatto, imprevedibile, incerto. Tuttavia questo non può essere motivo sufficiente per rinunciare ad un ragionamento su quello che viene chiamato welfare e concerne tutti gli interventi d aiuto progettati e proposti ai nostri concittadini. La nostra esperienza di operatori sociali è quanto possiamo utilizzare come riferimento, parametro, per valutare gli interventi di cui siamo o ci facciamo, portatori; ed in quanto interlocutori sociali, non possiamo fare a meno di raccogliere l insoddisfazione, la frustrazione e la rabbia che pulsa e riempie gli uffici dei professionisti dell aiuto. Qualche volta questa insoddisfazione trova il modo per essere espressa, trasformandosi in una contrapposizione netta tra autorità genitoriale (integra o limitata da un decreto di un Tribunale) e istituzionale, che espande sempre di più la superficie della scrivania che separa gli adulti professionisti dai famigliari e mette frettolosamente sotto il tappeto i bambini, goffamente protetti in questo modo, da un ennesimo conflitto tra adulti, questo è quanto accade spesso accade e quello che produce va molto lontano dall intento riparativo, compensativo, integrativo che aveva l intervento pensato. L articolo 12 della Convenzione sui diritti dell infanzia e dell adolescenza prova a indicare una strada che potrebbe essere percorsa per superare questa drammatica discrepanza:

3 In Inghilterra, sin dall inizio degli anni Ottanta, è stato seguito questo principio affinché venissero prese in seria considerazione le opinioni dei minori e dei loro famigliari, laddove si è reso necessario prendere delle decisioni in merito alla loro vita, in modo particolare quanto questo ha significato un collocamento extrafamigliare. L esperienza ultra ventennale dei servizi inglesi di ascolto professionale ed indipendente, dimostra che l ascolto delle opinioni, dei dubbi e dei desideri dei bambini e dei ragazzi nella progettazione di interventi a loro supporto conferisce maggiori probabilità di successo agli interventi stessi. In tutta l Inghilterra l advocacy uno degli strumenti fondamentali utilizzati dagli operatori sociali per la progettazione e realizzazione di interventi di aiuto. Lasciandosi ispirare dai diritti di espressione e partecipazione dei cittadini, adulti e bambini, alla definizione delle politiche sociali, è nata a Varese nel mese di ottobre l associazione di promozione sociale Advocacy. Tutela e voce dell infanzia che ha la finalità di promuovere, in Italia, i diritti dell infanzia e l ascolto dei bambini e dei ragazzi e si propone di sensibilizzare gli adulti e gli operatori delle istituzioni sui diritti dei bambini e dei ragazzi promuovendo pratiche di ascolto dei bambini e dei ragazzi nei contesti decisionali formali. DESCRIZIONE DEL PROGETTO L Advocacy. Tutela e voce dell infanzia mira, attraverso questo bando di finanziamento, alla realizzazione un primo dispositivo attivo e creativo volto alla presentazione dell intervento di advocacy indipendente, sia agli operatori sociali all interno di contesti istituzionali e non, che agli insegnanti delle scuole oltre che ai bambini e ai ragazzi all interno dei contesti di vita naturali (scuole, oratori, centri diurni ). In particolare si intende realizzare un video dalla durata approssimativa di 3-5 minuti in cui centrale sarà il ruolo dei bambini e dei ragazzi che prenderanno parte in modo attivo e saranno coinvolti in prima persona nella produzione del video stesso. Si prevede l'utilizzo di una tecnica in grado di coprire la più ampia estensione di modalità di ripresa, da movimentazioni per i beauty, al sistema per riprese HandHeld, così che si realizzi un prodotto che sappia comunicare autenticamente il valore trasformativo dell incontro con l altro, in particolare l altro bambino o ragazzo.

4 FINALITÀ Attraverso il progetto proposto, l Associazione si pone la finalit{ di promuovere un modello culturale e pedagogico volto ad una maggiore partecipazione dei cittadini alla definizione dei propri personali progetti di aiuto. La partecipazione è considerata, oltre che finalità ultima del progetto, anche metodologia di lavoro, perché possa essere chiaro, al destinatario, sia esso l operatore sociale o il minore, il valore e la ricchezza dell intervento di ascolto indipendente. OBIETTIVI DEL PROGETTO Il perseguimento della finalità proposta, prevede la realizzazione dei seguenti obiettivi: 1. Realizzazione di un video emozionale che sappia presentare l intervento di advocacy indipendente rivolto ai minori; 2. Diffusione e promozione di una cultura che sappia riconoscer ee rispettare i diritti dei bambini e dei ragazzi; 3. Promozione della figura del portavoce all interno dei contesti formali e istituzionali; 4. Promozione delle attivit{ dell associazione all interno dei contesti di tutela dei minori; 5. Realizzazione di reti di progettazione e intervento multidisciplinari e multiculturali, tali da poter promuovere un incontro effettivo e reciproco tra parti in gioco in uno stesso progetto di cura e benessere sociale. DESTINATARI DEL PROGETTO Destinatari del progetto sono gli operatori sociali dei contesti di tutela dei minori: psicologi, assistenti sociali, ma anche educatori e operatori dei servizi sociali territoriali, dei contesti educativi di accoglienza oltre che gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado. Destinatati ed insieme protagonisti dell intero progetto sono i bambini e i ragazzi, che potranno partecipare direttamente o indirettamente alla progettazione e realizzazione del video, oltre che essere considerati depositari della propria storia personale e quindi delle risorse necessarie per individuare la strada e la strategia migliori per raggiungere il miglior successo possibile.

5 TEMPI E AZIONI PROGETTUALI Il progetto prevede la seguente articolazione e quindi scansione temporale: AZIONE Costituzione di un gruppo di lavoro composto da bambini e ragazzi, oltre che advocate, che hanno sperimentato un percorso di advocacy e desiderano promuoverne la diffusione nei contesti decisionali (es. servizi di Tutela) oltre che di vita quotidiana (es. scuola). PERIODO DI REALIZZAZIONE Maggio 2014 Incontro con il regista e stesura dello script. Settembre / ottobre 2014 Riprese e montaggio video. Novembre / dicembre 2014 Presentazione pubblica del video e promozione del materiale prodotto. Gennaio / maggio 2015 Presentazione del video a richiesta. Da giugno 2015 BUDGET ECONOMICO Per la realizzazione del video si prevede il coinvolgimento di una troupe televisiva professionale, composta da: - Regista autore; - Assistente operatore fonico; - Editor/CG. Il budget economico previsto sarà interamente destinato alla copertura delle spese di realizzazione del video e corrisponde al preventivo economico della troupe: euro L associazione intende provvedere a titolo completamente gratuito, all individuazione di almeno un referente interno che sar{ presente per l intero processo di ideazione, progettazione e realizzazione del video.

6 Affinché il progetto possa mantenersi autonomamente nel tempo, realizzando modifiche, integrazioni, aggiornamenti in itinere, si prevede di richiedere un gettone agli enti istituzionali che ne richiederanno l utilizzo al di l{ del periodo di promozione. Si allega il preventivo rilasciato da MRK Production. Il legale rappresentate Alice Bollini

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