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1 Animare la didattica: scuola e bambini quali diritti? Università Cattolica del Sacro Cuore Brescia 23 aprile 2015 I.C. LENO (BS) Dirigente: Vanda Mainardi F. S.: Angelo Seroli Referente progetto: Mirella Santoro

2 Formazione Trattamento Valutazione delle difficoltà Autismo Point Progetti paralleli CPS Formazione sui BES Attenzione alle fragilità ASSISTENTI Sostegno ai progetti SI PUO FARE Gruppo Auto Mutuo Aiuto Uso Ghedi Laboratori teatrali Fornisce servizio A.A.P. Strumenti di apprendimento Competenze funzionali Didattica speciale Relazioni sociali Identità della persona Contesti di vita Corresponsabilità 2

3 Durata del progetto:dopo la partecipazione a una formazione sull Autismo con la NPIA nel 2008/2009, la scuola pensa ad un progetto proprio iniziato a settembre 2010 Dati progetto 2014/2015: Si può fare Alunni con Disturbo dello Spettro Autistico e disabilità correlate : 9 (1 scuola Secondaria di primo grado, 6 scuola Primaria, 2 scuola dell Infanzia) Docenti: 35 Assistenti: 9 (tre diverse cooperative) Genitori: 20 Operatori: NPIA Montichiari, Leno, Brescia, Cremona, CPS di Leno, Ambulatorio Riabilitativo Minori Fondazione Sospiro Altri partecipanti: accedono al progetto genitori ed insegnanti di ex alunni che hanno già aderito al progetto oltre che alla F. S. Continuità e alla F. S. Integrazione Il progetto è inserito nel Piano dell Offerta formativa dell I.C. di Leno e nel piano di diritto allo studio predisposto dall amministrazione di Leno.

4 Gruppo: tutti i partecipanti sono coinvolti in maniera diretta e avviene una stretta collaborazione tra tutti per la progettazione degli interventi individualizzati, il confronto nei momenti di verifica, la scelta delle strategie da poter generalizzare nei vari ambienti di vita. Formazione : Incontri pratico-formativi su tematiche specifiche relative all Autismo e all area di sviluppo. Occasione di approfondimento di saperi con dati teorico-scientifici. Utilizzo di video realizzati da famiglia e scuola. Proposte pratiche di lavoro e momenti di confronto.

5 Incontri individualizzati di supervisione : Consulenza e verifica del progetto sul singolo bambino. Interventi diretti Osservazione di alcuni momenti della giornata scolastica Interventi con il bambino per sperimentare attività e materiali o promuovere sviluppo di abilità. Interventi indiretti Lavori con la classe per promuovere l integrazione Incontri con gli insegnanti per strategie educative e sviluppo dell apprendimento Incontri con insegnanti, genitori, educatori per condividere il progetto di vita.

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7 Il lavoro di rete si basa sulla valorizzazione delle risorse formali e informali di un territorio e da maggiori possibilità alle famiglie che si trovano a gestire la quotidianità. 7

8 Richiede molto tempo e costruzione graduale Attiva integrazione Sollecita capacità interpersonali Favorisce opportunità di comunicazione tra persone, enti, risorse Sviluppa coinvolgimento e dinamismo sociale Stimola l agire a partire dai punti di forza Insegna a saper guardare lontano Incoraggia a mettersi in gioco Offre sostegno emotivo

9 Lo smarrimento: breve introduzione e descrizione della storia di M. una serie di domande senza una risposta La speranza: incontro con progetto Si può fare. Valorizzazione della persona e riconoscimento dell importanza dei soggetti in gioco Il bambino I famigliari Gli insegnanti I compagni di classe L obiettivo: consentire a M l inserimento nella società per una vita normale 9

10 Il modus operandi : coinvolgimento emotivo e stimolante di tutti i soggetti (persone + istituzioni) Incontro con altre famiglie Incontro con la scuola Incontro con la sanità (psicomotricista) Confronto con i vari soggetti Definizione di obiettivi a breve, medio e lungo termine Conoscenza ed attenzione al comportamento di M Definizione delle soluzioni su misura (sperimentazione) I risultati: ogni miglioramento è stimolo a proseguire M migliora la propria autonomia M è inserito nella classe 10

11 È importante valorizzare le competenze presenti nella rete e metterle al servizio di tutti partendo dalle esigenze del singolo Il genitore è parte integrante del progetto con la propria competenza, il proprio vissuto e la conoscenza del proprio bambino Condivisione di esperienze e competenze diverse Feedback anche in itinere Riuscire insieme a trovare soluzioni che soddisfino le diverse esigenze 11

12 Sviluppare i punti di forza del singolo affinché possano diventare risorse comuni Dare importanza alla specificità che va considerata come peculiarità, quindi salvaguardata. Il singolo non si esaurisce con il gruppo Vedere il progetto come una ricerca continua che apporta nuove competenze e visioni più ampie 12

13 Educazione Autonomia Istruzione e Formazione Cure Sport DIRITTI Sanitarie Preparazione al lavoro Attività ricreative Tempo libero - Per una integrazione sociale e sviluppo personale - 13

14 L inclusione sociale potrà realizzarsi solo attraverso lo sviluppo di una cultura condivisa che costruisce buone occasioni e buone prassi. LAVORO Centro Diurno/ Resid RETE SOCIALE FAMIGLIA PROGETTO 1, 2, 3.. PROGETTO DI VITA TEMPO LIBERO SPORT SCUOLA SALUTE TRATTAMENT O

15 La qualità di vita di una persona con autismo dipende più dal luogo dove è nata e dall assistenza ricevuta che dalla gravità del suo handicap Theo Peeters 15

16 PROGETTO INDIVIDUALIZZATO 16

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22 Storie sociali Narrazioni che hanno un preciso destinatario Riguardano una situazione sociale, spiegano l agire sociale e insegnano a comportarsi adeguatamente al suo interno Insegnano ai bambini in difficoltà nuovi modi di stare insieme e vivere esperienze sociali gratificanti. 22

23 Anticipazione di eventi: La storia spiega la situazione in anticipo e suggerisce comportamenti socialmente adeguati da adottare Correzione di comportamenti problema: la storia spiega perché un determinato comportamento è inaccettabile e suggerisce comportamenti alternativi che lo sostituiscano svolgendo la medesima funzione comunicativa Valorizzazione di abilità / riconoscimento di successi: la storia descrive i traguardi raggiunti e riconosce i successi costruendo un solido sentimento di autostima. 23

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28 Agende visive E uno strumento evolutivo, il mezzo con il quale è possibile rendere prevedibili gli eventi, creando una modalità organizzata delle attività che risponde al bisogno di routines E uno strumento che permette ai bambini con Autismo di rispondere alle domande quando? Per quanto tempo? 28

29 I bambini con Autismo hanno diversi punti di forza: Pensiero visivo Memoria visuo- spaziale Stile di apprendimento visivo e concreto L'agenda permette di visualizzare attraverso immagini ciò che sta accadendo, quello che è appena passato e cosa succederà dopo Aiuta a ridurre l'ansia riguardo il non sapere cosa accadrà dopo Aiuta a gestire meglio le transizioni da un'attività all'altra e da un luogo all'altro perché rende visibile la prevedibilità degli eventi È come una bussola che orienta in mezzo al caos. 29

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33 COME IMPARANO I BAMBINI AUTISTICI? COSA INSEGNARE? Non imparano spontaneamente, ma questo non vuol dire che non imparino. Rispondano alla regola capisco ciò che vedo. Si insegna facendo Scegliere obiettivi che contengano azioni in repertorio Mettere l alunno in condizioni di fare Guidare l azione con suggerimenti e segnali Lavorare a partire da ciò che piace (motivazione) 4 REGOLE D ORO DELL APPRENDIMENTO Imparare una cosa alla volta Impostare piccoli pezzi Pensare all utilizzo funzionale Occuparsi della generalizzazione 33

34 Stimolano il piacere della lettura Supportano la struttura della frase Migliorano le abilità di comprensione Incrementano il vocabolario Incoraggiano condivisione ed indipendenza 34

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41 Il gioco è una cosa seria! Favorisce lo sviluppo affettivo, lo sviluppo cognitivo e lo sviluppo sociale. E molto più che semplice divertimento. E fondamentale per il benessere psicofisico di ogni individuo. 41

42 Pausa: ha la funzione di decompressione. Passatempo: insegna ad organizzare il proprio tempo con attività piacevoli, svolte da soli o in compagnia, con un inizio e una fine, alle quali si accede spontaneamente, scegliendo tra più alternative. Stare insieme agli altri: insegna ad interagire appropriatamente con i coetanei. Spesso l interazione sociale è desiderata ma il bambino non è capace di trovare da solo un approccio agli altri.

43 Menù di gioco Si può fare Strega comanda colore Giochi di movimento Lupo mangia frutta Fantasmino Definizione della posizione di partenza Caratterizzazione del personaggio Chiarezza e semplicità nella struttura Prevedibilità di inizio e fine gioco 43

44 Giochi da tavolo Si può fare Tombola del corpo Tombola delle attività Tombola degli animali Cura nella scelta delle immagini Rappresentazioni su obiettivi di apprendimento Pochi giocatori 44

45 Giochi da tavolo Gioco dell Oca IMPREVISTI Si può fare PROBABILITA Memory Pochi giocatori Pochi pezzi Eliminazione delle carte complesse o speciali 45

46 La scelta: Armadio giochi Memory Gioco delle lumachine Magneti Pedro Zoo Mix max Mix max Facce buffe Indovina chi? Domino Giornalini da sfogliare o colorare Forza 4 Puzzle Si può fare

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48 Vanda Mainardi che ha creduto e perorato un progetto realistico, razionale, flessibile ed ecosostenibile Marilena Zacchini che ha iniziato con noi questa sfida e ci ha insegnato come affrontarla Elisa Bernasconi e Sara Bergonzi che ci segnalano i possibili miglioramenti da apportare, ci chiariscono punti d ombra e ci sostengono nelle difficoltà I genitori perché sappiamo che non è facile affrontare la discussione degli argomenti trattati Le assistenti che condividono i principi, le direzioni di lavoro e le mete da raggiungere Gli insegnanti per l incessante ricerca delle strategie didattiche più efficaci Il comune di Leno che mira alla Cultura dell'integrazione, Accettazione e Accoglienza, affinché chi è diverso abbia le stesse opportunità, sviluppi le proprie capacità e possa sperare in un futuro dove ognuno abbia un diritto riconosciuto e rispettato.

49 Mirella Santoro Grazie per l attenzione!