LEZIONE V PIANI STRATEGICI BUSINESS PLAN VALUTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI FINANZIAMENTO DEL CAPITALE INVESTITO

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1 LEZIONE V PIANI STRATEGICI BUSINESS PLAN VALUTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI FINANZIAMENTO DEL CAPITALE INVESTITO APPENDICE Alcune formule di matematica finanziaria

2 1. I PROCESSI DECISIONALI I processi decisionali costituiscono l anima dell impresa, quelli dove viene massimamente valorizzato l elemento umano: lo spirito d iniziativa, la capacità di assumersi responsabilità, la lucidità di valutazione degli elementi di fatto, la disponibilità a correre dei rischi.

3 2. I PROCESSI DECISIONALI ORDINARI Analizzando nelle lezioni precedenti i vari strumenti che la tecnica aziendale mette a disposizione dei managers d impresa, abbiamo già trattato di alcuni processi decisionali per così dire ordinari: Connessi alla formazione dei budget (inteso come momento di programmazione a breve dell intesa attività aziendale nel breve termine) Connessi al processo di analisi degli scostamenti dal budget e dei conseguenti interventi correttivi.

4 3. I PROCESSI DECISIONALI STRAORDINARI Il mondo globalizzato attuale non consente all imprenditore di limitarsi per lungo tempo alla gestione ordinaria: lo scenario del mercato e della situazione competitiva cambio troppo rapidamente per non rendere necessari periodici ripensamenti complessivi dell attività dell impresa. I processi decisionali straordinari hanno quindi per oggetto le strategie aziendali.

5 4. CONTENUTI DELLE ANALISI STRATEGICHE a) Quadro di riferimento previsionale Tendenza del mercato Sviluppo di nuovi prodotti sostitutivi o complementari Innovazione b) Scelta del territorio competitivo c) Identificazione delle competenze distintive dell impresa d) Analisi della concorrenza e) Identificazione dei fattori chiave del successo f) Individuazione degli obiettivi strategici g) Formulazione delle linee guida strategiche e delle eventuali alternative disponibili h) Formulazione del business plan

6 5. CARATTERISTICHE DEI PROCESSI STRAORDINARI DECISIONALI Il processo decisionale straordinario è normalmente alimentato dalle intuizioni e della vision dell imprenditore e non è inquadrabile in schemi o in procedure: peraltro il processo decisionale è per sua natura un processo di confronto dialettico di idee.

7 Di seguito esamineremo, a titolo esemplificativo, alcune metodologie di rappresentazione delle analisi delle strategie aziendali che aiutano ad indirizzare il confronto: schema del posizionamento competitivo analisi SWOT

8 6. SCHEMA DEL POSIZIONA- MENTO COMPETITIVO E uno schema che rappresenta il posizionamento competitivo dell impresa nei confronti dei principali competitors con riferimento a due caratteristiche considerate strategiche:

9 La dimensione di pallini dà l idea della dimensione dell azienda competitor. ercato di sbocco Europa C B F D ercato di sbocco Italia A E Produzione di bassa gamma (bassa redditività) Produzione di alta gamma (alta redditività)

10 7. ANALISI SWOT (STRENGHTS WEEKNESS OPPORTUNITIES TREATHS) Viene utilizzata per mettere in ordine e valutare gli aspetti essenziali di una determinata scelta strategica. Sofisticazione di ciò che noi chiamiamo valutare i pro e i contro. Esempio: Scelta strategica: costituire uno stabilimento in CINA.

11 STRENGHTS Prodotto competitivo tecnologica-mente Marchio riconosciuto a livello mondiale Know how di prodotto rilevante WEEKNESS Scarsa conoscenza del mercato cinese Management insufficiente per la gestione del progetto OPPORTUNITIES Proposta di joint venture con operatore cinese disposto ad una parteci-pazione di minoranza Possibilità di finanziare l investimento con assets già disponibili o facilmente liquidabili Business plan molto positivo TREATHS Capacità del polo produttivo cinese di operare a livelli qualitativi adeguati Rischio paese Elevata sensitività del business plan al volume della produzione

12 8. IL BUSINESS PLAN Il business plan è il documento che riepiloga gli obiettivi di medio lungo periodo (normalmente 3-5 anni) dell impresa. Quando è relativo ad una azienda di nuova costituzione si dice che il business plan riguarda lo start up. Il business plan è normalmente suddiviso in diversi piani operativi che hanno per oggetto singole iniziative comprese nel piano che è necessario monitorare autonomamente e che hanno specifici responsabili.

13 9. FORMA DEL BUSINESS PLAN Il business plan è costituito, nella sua espressione sintetica, da: a) Una serie di c/economici prospettici (relativi agli anni del piano) dai quali sono rilevabili: l andamento dei ricavi di piano l andamento dei risultati (nelle varie configurazioni) b) Una serie di c/patrimoniali prospettici (sempre relativi agli anni del piano) dai quali sono rilevabili: l andamento del capitale investito (capitale fisso e capitale circolante) le modalità di copertura finanziaria (mezzi propri e mezzi di terzi) negli anni del piano

14 10. BALANCED SCORE CARD E una tecnica di controllo della gestione aziendale particolarmente usata nel monitoraggio dei piani strategici. Essa consente anche una analisi della coerenza degli obiettivi del business plan e di identificarne i punti critici.

15 11. LA VALUTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI La tecnica aziendale ha elaborato molteplici metodologie per la valutazione degli investimenti. Meglio: per offrire all imprenditore e al management elementi obiettivi di valutazione.

16 12. METODOLOGIE L uso dell una o dell altra delle metodologie dipende degli obiettivi dell analisi, dalle caratteristiche degli investimenti e dai dati disponibili.

17 13. APPROCCIO CONTABILE E APPROCCIO FINANZIARIO Due tipi di approccio: Contabile Finanziario

18 14. APPROCCIO CONTABILE Secondo l approccio contabile: si calcola quale è il tasso di rendimento accettabile (Ke) ovvero il costo del capitale di rischio si calcola il costo del capitale di debito si calcola il costo medio del capitale (WACC) si confronta il WACC con il ROI effettivo dell investimento

19 15. LA MISURA DEL RENDIMENTO SODDISFACENTE RENDIMENTO SODDISFACENTE INVESTIMENTO RENDIMENTO INVESTIMENTI RISCHIO NULLO = + PREMIO PER IL RISCHIO DELL INVESTIMENTO Ke = Ro + PI

20 16. LA STIMA DEL RISCHIO La stima del rischio è connessa a due componenti principali 1. Rischio sistematico 2. Rischio non sistematico o specifico 1. IL RISCHIO SISTEMATICO esprime la dipendenza che il reddito di un investimento presenta rispetto alle condizioni generali dell economia 2. IL RISCHIO SPECIFICO esprime la dipendenza che il reddito di un investimento presenta rispetto alle caratteristiche specifiche del progetto o della azienda (posizione concorrenziale, qualità del management, curva di esperienza, localizzazione, ecc.

21 17. RISCHIO SISTEMATICO E RISCHIO SPECIFICO RISCHIO ESTERNO (O SISTEMATICO) RISCHIO SPECIFICO (O NON SISTEMATICO) Dipende dalla variabilità del reddito economico rispetto ad elementi di natura macroeconomica e quindi non influenzabili dalle scelte aziendali Dipende dalla variabilità del reddito rispetto alla situazione specifica in cui una attività viene svolta. ESEMPIO: QUAL E IL RISCHIO DI UN SOGGETTO CHE INTRAPRENDE UNA CERTA PROFESSIONE? Il RISCHIO CONNESSO ALLO SVOLGERE QUELLA PROFESSIONE IN QUANTO TALE Il RISCHIO CONNESSO AL FATTO CHE LA PROFESSIONE VIENE SVOLTA DA QUELLO SPECIFICO SOGGETTO IN DATE CIRCOSTANZE

22 18. COSTO DEL CAPITALE DI RISCHIO Il costo del capitale di rischio è quindi dato dalla formula: K e = R o + ß + y dove: R o = tasso reale richiesto su investimenti a rischio nullo ß = coefficiente di rischio sistematico y = coefficiente di rischio specifico.

23 19. IL COSTO DEL CAPITALE DI DEBITO Il costo del capitale di debito è dato dalla formula: Tasso normale di indebitamento i - tax rate (per es.) 33% = tasso di interesse al netto dell effetto fiscale 67% i

24 20. COSTO MEDIO DEL CAPITALE (WACC) WEIGHTED AVERAGE COST OF CAPITAL Il costo medio del capitale è la media ponderata del costo delle fonti di finanziamento (mezzi propri e mezzi di terzi).

25 21. ESEMPIO DELLA DETERMI- NAZIONE DEL WACC (WEIGHTED AVERAGE COST OF CAPITAL) 1) Definizione della struttura finanziaria D=30 E = 70 2) Definizione del costo delle diverse fonti di finanziamento i (al netto imposte) = 3% K e (al netto imposte) = 10%

26 3) Calcolo del WACC come media dei valori sub. 1) pesati con quelli sub. 2) indebitamento oneroso 0,3* 3% = 0,9% capitale di rischio 0,7* 10% = 7,0% WACC (al netto imposte) 7,9%

27 22. CONFRONTO CON IL ROI DELL INVESTIMENTO VALUTARE DA Una volta determinato il WACC occorre confrontare tale grandezza con il ROI dell investimento da valutare (normalmente il ROI risultante dal business plan). Dal momento che il ROI è calcolato al lordo delle imposte occorre determinare l effetto fiscale. Quindi: ROI (netto) = ROI. (1 t) ove t è il tax rate (% di incidenza fiscale).

28 23. VALUTAZIONE POSITIVA DELL INVESTIMENTO Ovviamente l investimento avrà una valutazione positiva quando: ROI (netto) > WACC

29 24. VALUTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI (B APPROCCIO FINANZIARIO E utilizzato per la valutazione di iniziativa di investimenti anche prescindendo dal complesso del business plan e quindi dalla disponibilità del ROI (l approccio finanziario è utilizzabile per esempio per specifici investimenti effettuati nell ambito dell impresa).

30 In via di principio, un investimento è accettabile per l azionista se la somma attualizzata dei benefici che l investimento promette, tenuto conto del rischio di tali benefici, è superiore all entità dell investimento I < Σ flussi di cassa attualizzati

31 25. ELEMENTI DELLA VALUTAZIONE FINANZIARIA Flussi di cassa (free cash flow) Tasso di attualizzazione Periodo di attualizzazione Valore residuo (al termine del periodo di attualizzazione)

32 26. FORMULA DEL FREE CASH FLOW Risultato operativo - Imposte di competenza Risultato operativo netto + ammortamenti + Incremento TFR Flusso di cassa generato dalla gestione - Incremento (+ decremento) capitale circolante netto - Incremento (+ decremento) capitale fisso Free cash flow

33 27. TASSO DI ATTUALIZZAZIONE Ke. E WACC = + CI Kd. D CI

34 28. PERIODO DI PIANO (O DI ATTUALIZZAZIONE) E normalmente pari al numero di anni per i quali è possibile (con qualche fondamento) stimare i flussi di cassa. Il numero di anni dipende quindi dalle caratteristiche dell investimento e dell orizzonte economico dell operazione.

35 29. VALORE RESIDUO La stima del valore residuo dipende dalle caratteristiche dell investimento. Per esempio: Centrale Elettrica : investimento complessivo all inizio del periodo : durata dell impianto predeterminabile : valore residuo vicino a zero Investimenti progressivi: ogni anno vengono effettuati investimenti aggiuntivi : durata indefinita : valore residuo = capitalizzazione del free cash flow dell ultimo periodo stimato

36 30. VALUTAZIONE FINANZIARIA L investimento avrà una valutazione positiva qualora I < V a della sommatoria dei flussi dove: n Σ fc V a = t=1 t + V r (1 + i) t (1 + i) n dove t è ciascun periodo considerato (da 1 a n) e n il numero di periodi del piano e V r il valore residuo alla fine del piano

37 31. ALTRI CRITERI DI VALUTAZIONE INVESTIMENTI DEGLI IRR = Tasso interno di rendimento (TIR) Payback period = Tempo necessario per il rientro dell investimento

38 32. IRR (INTERNAL RETURN RATE) E definito come quel tasso di attualizzazione che rende nullo il VA: VA = F c0 + F c1 1+TIR +.+ F cn = 0 (1+TIR) N OPPURE: VA = F 0 + N Σ t=1 F 1 1+TIR = 0

39 IRR Investimento Redditi IRR 21,97%

40 33. SIGNIFICATO DEL IRR Il TIR rappresenta il rendimento lordo di un progetto di investimento Il TIR rappresenta il massimo costo del capitale che un iniziativa può sopportare senza andare in area di perdita.

41 34. VALUTAZIONE DEL- L INVESTIMENTO La valutazione dell investimento sarà positiva ove IRR > WACC Nel confronto fra due investimenti, sarà preferibile quello con il IRR maggiore.

42 35. PAY BACK PERIOD Indica dopo quanto tempo viene ripagato l investimento iniziale E espresso in gg/mm/aa Non dà informazioni sulla redditività dei progetti, ma informa sulla rischiosità in termini temporali

43 36. ESEMPIO DI MATRICE PER LA VALUTAZIONE DEL PAY BACK PERIOD TEMPO (anni) FLUSSI CUMULATO FLUSSI ATTUALIZZ CUMULATO ATTUALIZZ

44 37. COMMENTO DELLA TABELLA Dai dati in tabella si vede chiaramente che il tempo di recupero senza attualizzazione dei flussi è pari a 3 anni. Per un calcolo più preciso è necessario computare i flussi attualizzati, quindi deriva: 128 (-111) = 239 euro 239/11 = 20 euro/mese 111/20 = 5,5 medi (approssimato a 6) Il tempo di recupero con l attualizzazione dei flussi risulta perciò pari a anni e 6 mesi Affinché l investimento venga considerato redditizio, il payback period non dovrà superare i valori di soglia definiti dalle politiche aziendali. Si noti come questa metodologia di valutazione degli investimenti sia limitata in quanto analizza solo parte delle problematiche dell investimento.

45 38. FINANZIAMENTO DEL CAPITALE INVESTITO Abbiamo visto che il capitale investito è costituito dal Capitale fisso Capitale circolante e che il capitale investito può essere finanziato (fondi del capitale investito) da Mezzi propri Mezzi di terzi Ora esaminiamo alcune (fra le tantissime) modalità tecniche di finanziamento tramite mezzi di terzi.

46 39. MODALITA TECNICHE PER IL FINANZIAMENTO DEL CAPITALE CIRCOLANTE Sconto di effetti clienti Anticipi su fatture (o su contratti) Factoring

47 40. CRITERI PER AFFIDAMENTI CONNESSI AL FINANZIAMENTO DEL CAPITALE CIRCOLANTE Oltre alla positiva valutazione del debitore principale: Qualità della clientela (per solidità finanziaria e per puntualità dei pagamenti) Frequenza delle contestazioni (valutazione della qualità dei prodotti del venditore)

48 41. MODALITA TECNICHE DI FINANZIAMENTO DEL CAPITALE FISSO Mutuo (con o senza garanzie reali) Leasing Project financing

49 42. CRITERI PER AFFIDAMENTI CONNESSI AL FINANZIAMENTO DEL CAPITALE FISSO Valutazione dell investimento finanziato Flussi di cassa generati dall investimento Periodo di Payback Garanzie

50 43. LEASING Il leasing è una costruzione contrattuale con la quale il finanziatore (Società di Leasing) acquista, su indicazione dell utilizzatore (Investitore), un bene che contestualmente concede in uso all utilizzatore contro pagamento di un canone periodico e con un patto di riscatto finale.

51 B SOCIETA DI LEASING C FORNITORE DEL BENE UTILIZZATORE (INVESTITORE) A (A) Negoziazione del prezzo, delle caratteristiche tecniche, dell condizioni di consegna, delle garanzie, ecc. (B) Contratto di acquisto del bene

52 44. SCHEMA DEL CONTRATTO DI LEASING 1. Canone iniziale 2. Durata del contratto 3. Canone periodico 4. Prezzo di riscatto

53 45. ELEMENTI DI SUCCESSO DELLO STRUMENTO DEL LEASING 1. La società di leasing è garantita dal possesso del bene: in caso di insolvenza il contratto si scioglie e il bene resta di proprietà della società di leasing (senza necessità di procedure esecutive) 2. La società che investe non modifica i suoi ratios patrimoniali 3. La società che investe paga l investimento con i flussi di cassa derivati dall investimento stesso 4. Regime fiscale favorevole

54 46. PROJECT FINANCING Il project financing è una particolare struttura finanziaria studiata per il finanziamento di investimenti capaci di produrre flussi di cassa particolarmente stabili nel tempo e prevedibili con un sufficiente margine di precisione.

55 47. ESEMPIO Centrale elettrica Caratteristiche dell investimento Elevato investimento iniziale Durata dell impianto stimabile con ragionevole certezza Investimenti successivi di semplice manutenzione programmata Capacità produttiva prevedibile con assoluta precisione Durata del finanziamento stimabile con ragionevole certezza (pari o poco inferiore alla durata dell impianto Margini facilmente stimabili

56 48. SCHEMA DELL INVESTIMENTO A. Società veicolo realizza l investimento B. Il business plan dell investimento garantisce flussi di cassa sufficienti a pagare le rate di finanziamento C. Il finanziatore del progetto (normalmente un pool di banche) finanzia la società veicolo garantito dai flussi di cassa generati dall investimento

57 49. IL PROJECT FINANCING E UNO STRUMENTO DI ECCELLENZA a) Eccellente il progetto b) Eccellente il fornitore dell impianto (che deve garantire la massima efficienza, il rispetto dei costi preventivati e soprattutto il funzionamento efficiente dell impianto per tutta la durata del piano) c) Eccellente il gestore che deve assicurare per un lungo periodo la regolarità della gestione d) Eccellente il finanziatore (che deve essere capace di valutare il progetto, anche sotto il profilo tecnico e di apprezzare le eccellenze degli altri operatori coinvolti)

58 50. IL PROJECT FINANCING E LA LEVA FINANZIARIA Il project financing è un particolare esempio di investimento in cui può essere massimizzata la leva finanziaria. (In teoria ove i flussi di cassa garantissero la restituzione del finanziamento, il patrimonio netto potrebbe essere solo figurativo: in questo caso il rischio dell impresa è costituito dalle garanzie fornite dell investitore al finanziatore).

59 51. ESEMPI DI PROGETTI FINANZIABILI CON PROJECT FINANCING Una infrastruttura (ponte strada ferrovia ecc.) ove i ricavi fossero stimabili con sicurezza e, comunque, garantiti e i costi fossero certi.

60 52. PUBLIC PRIVATE PARTNERSHIP Cosa è? E' una forma di cooperazione in cui risorse e competenze pubbliche e private si integrano per realizzare e gestire opere infrastrutturali in funzione delle diverse responsabilità; il Project Financing costiutisce una delle modalità applicative delle PPP per la realizzazione di opere di interesse pubblico. Il progetto genera flussi di ricavi insufficienti alla copertura dei costi di gestione ed al rimborso del prestito.e previsto l intervento della PA con una contribuzione finanziaria e/o l assunzione dei rischi. Il progetto prevede flussi di ricavi sufficienti alla copertura dei costi di gestione ed al rimborso del prestito.

61 53. PROJECT FINANCING Il concetto di "opera fredda" Cosa è? Un progetto si può classificare, in termini di project financing, come opera calda o fredda in relazione alla rilevanza imprenditoriale del progetto ed alla adeguatezza economica dei proventi generati da parte degli utilizzatori. Nel caso delle opere fredde la pubblica amministrazione interviene con la corresponsione di un canone o un contributo a fondo perduto a quadratura del piano economico-finanziario dell SPV.

62 54. I PEDAGGI OMBRA L ipotesi dei pedaggi ombra recentemente proposta per alcune strade è basata sulla struttura del project financing: Lo Stato cede (o concede in concessione) una strada o una infrastruttura ad una società veicolo con l obbligo per l imprenditore di realizzarla, gestirla o mantenerla per un certo numero di anni In contropartita lo Stato garantisce un ricavo minimo ragguagliato ai flussi di traffico previsti

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