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1 Prof.ssa Portas Nerina Istituto Amsicora I.P.I.A. Olbia

2 LA BIOSFERA La biosfera è suddivisa in ecosistemi e comprende la porzione di gas (atmosfera), di acqua (idrosfera) e di suolo (litosfera) in cui si trovano gli organismi viventi.

3 La vita è presente solo in una fascia che si estende dagli abissi oceanici alla prima parte della Troposfera per un totale di 18Km. In tale fascia (Biosfera) abitano gli esseri viventi adattati alle diverse condizioni climatiche ai vari tipi di ambienti, ed alla maggiore o minore disponibilità di cibo. BIOSFERA Concentrazione massima di sostanza vivente m slm, m slm

4 ECOSISTEMA Un ecosistema comprende la comunità dei viventi e l ambiente fisico con cui interagiscono. E costituito da una parte biotica (esseri viventi) e una abiotica (suolo,acqua, paesaggio, clima) che interagiscono continuamente tra di loro.

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7 FATTORI BIOTICI FATTORI BIOTICI Comprende la comunità biologica degli organismi viventi, chiamata anche biocenosi.

8 IL SOLE: FONTE DI ENERGIA La fonte primaria di Energia di un Ecosistema naturale, essenziale per la vita di qualunque organismo è il Sole, la cui radiazione viene trasformata in energia chimica.

9 L energia solare viene trasformata attraverso la fotosintesi dalle piante verdi in energia chimica, che a sua volta è immagazzinata nelle varie sostanze prodotte: zuccheri,lipidi,proteine.

10 L ENERGIA FLUISCE NELL ECOSISTEMA LUNGO LA CATENA ALIMENTARE Energia entrante Energia uscente Piante Carnivori predatori di erbivori e carnivori Erbivori pascolanti Carnivori predatori di erbivori AMBIENTE

11 CATENA ALIMENTARE Erbivori Produttori Carnivori 1 ordine Decompositori Carnivori 2 ordine

12 L'uomo, come altri animali onnivori, che si nutrono sia di prodotti vegetali che di prodotti animali, può occupare più di un livello, tra i

13 PIRAMIDE DI ENERGIA

14 In ogni passaggio della catena alimentare va persa moltissima energia: circa il 90% di quella disponibile al livello precedente. Questa constatazione relativa al flusso energetico spiega perché in una catena alimentare,di solito, non vi siano più di quattro anelli: alla fine di una simile sequenza l energia ancora disponibile è così poca da non consentire la sopravvivenza ai consumatori di ordine superiore.e ancora, spiega come mai, in corrispondenza di ogni anello della catena alimentare, il numero di organismi presenti sia inferiore a quello dell anello precedente.

15 RETE ALIMENTARE In un ambiente naturale gli organismi non sono collegati tra di loro in una semplice catena alimentare, ma in complesse reti alimentare.

16 GLI ORGANISMI SI DISTINGUONO DAL MODO IN CUI SI PROCURANO IL CIBO. Autotrofo Eterotrofo

17 I viventi che costituiscono la biosfera non vivono mai isolati ma associati a un infinito numero di viventi, la maggior parte così piccoli da non essere visibili ad occhio nudo. Tale combinazione di organismi viventi è quella che i biologi chiamano una comunità biologica.

18 Un ecosistema è costituito da esseri viventi di diversa specie chiamata: COMUNITÀ Una comunità è costituita da insiemi di individui di una sola specie chiamati: POPOLAZIONE ECOSISTEMA COMUNITA POPOLAZIONE

19 HABITAT Un habitat è un luogo dell ecosistema dove una specie trova le risorse per vivere. Può essere molto ampio come la distesa di un mare aperto o piccolissimo, come quello di certi bruchi che vivono esclusivamente su una foglia di quercia.

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21 NICCHIA ECOLOGICA LA NICCHIA ECOLOGICA si trova all interno dell habitat e tiene conto di tutto ciò che l organismo mangia, quando e come si riproduce, le sue esigenze nei confronti della temperatura,dell acqua, della luce e così via.

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23 FATTORI ECOLOGICI La presenza ed il successo di un organismo in un dato ambiente dipendono dalla armonica presenza di un complesso di fattori. Tali fattori possono essere distinti in due categorie: risorse e condizioni. Una risorsa viene utilizzata e, se è scarsa, può limitare il tasso di accrescimento della popolazione (es. cibo, energia luminosa, siti riproduttivi, ecc.).

24 I BIOMI TERRESTRI I principali ecosistemi terrestri sono raggruppati in otto biomi. La distribuzione dei biomi dipende in gran parte dal clima: la temperatura e le precipitazioni sono spesso i fattori chiave che determinano il tipo di bioma esistente in una certa regione. Un bioma è caratterizzato da un determinato tipo di comunità biologica e non da uno specifico insieme di specie.

25 LA DISTRIBUZIONE DEGLI OTTO MAGGIORI BIOMI TERRESTRI. 30ºN Tropico del Cancro Equatore Tropico del Capricorno 30ºS Foresta tropicale Praterie delle zone temperate Ghiacciai d alta quota Savana Foreste decidue delle zone temperate Zona polare Deserto Foreste di conifere Macchia mediterranea Tundra

26 LA TUNDRA La tundra è caratterizzata da inverni lunghi e molto rigidi La tundra artica è priva di alberi e caratterizzata dal permafrost (strato di terreno permanentemente gelato). Le tundre alpine si trovano, invece, su montagne molto elevate La tundra si estende oltre il Circolo polare artico:nel Canada settentrionale, in Alaska e in (sopra il limite della Siberia, lungo la fascia costiera che dà sul Mar vegetazione arborea, Glaciale Artico e lungo la costa della anche a latitudini tropicali). Groenlandia.

27 LA TAIGA Un grande bioma caratterizzato da grandi distese di conifere che formano la taiga. Una maggiore insolazione permette una maggiore crescita vegetale rispetto alla tundra, ma il clima ancora molto freddo e la forte siccità non favoriscono lo sviluppo di alberi con grandi foglie. Gli animali sono adattati a un clima rigido, con inverni ghiacciati. Bioma Bioma diffuso diffuso nelle nelle fasce fasce aa clima clima freddo freddo dell emisfero dell emisfero boreale boreale (Siberia, (Siberia, Russia, Russia, Scandinavia,Canada Scandinavia,Canada ee Alaska). Alaska). Confina Confina aa nord con nordlacon tundra, la tundra, a sud acon sudlacon foresta la foresta temperata o la temperata prateria fredda o la prateria fredda

28 FORESTA TEMPERATA CADUCIFOGLIE A sud della taiga, si estende la fascia climatica temperata. Il clima più caldo favorisce qui lo sviluppo di una maggiore quantità di organismi. La vegetazione varia in base all umidità presente:più rigogliosa vicino al mare (maggiore umidità),meno nell entroterra. Il bioma è dominato dalla presenza di foreste ad alberi con foglie larghe decidue, che cadono cioè nella stagione fredda e ricrescono in primavera (querce, pioppi, tigli,betulle, ricco sottobosco). La foresta caducifoglie è diffusa in tutta l Europa settentrionale, nella Cina e negli Stati Uniti orientali

29 PRATERIA TEMPERATA E FREDDA Nelle fasce temperate più fredde e aride, la vegetazione è meno sviluppata rispetto a quella delle foreste caducifoglie. Si sviluppa allora una vegetazione più arbustiva, a volte solo erbosa(con prevalenti graminacee, grano, orzo selvatico e coltivato). Ciò accade nelle regioni più interne dei continenti, dove l escursione termica è alta, il mare lontano, gli inverni sono freddi e le estati molto calde. Il bioma della prateria fredda,chiamato anche steppa, è diffuso in Eurasia, dall Ungheria alla Mongolia e alla Cina. Occupa inoltre la parte centrale degli Stati Uniti e buona parte dell Argentina e dell Uruguay (pampa).

30 PRATERIA ARIDA Si estende soprattutto tra le fasce a clima caldo secco dei deserti tropicali e le fasce rigogliose e piovose dei caldi e umidi climi equatoriali. Man mano che si passa dal deserto alla foresta equatoriale, la vegetazione da erbacea diventa sempre più arbustiva e arborea. Il clima è caratterizzato da due stagioni: una umida delle piogge e una molto secca. Il risultato è una grande distesa erbacea, con pochi arbusti e grandi alberi isolati (i baobab, ad esempio) o concentrati lungo i fiumi, dov è maggiore l umidità. La prateria pullula di insetti e richiama grandi erbivori (elefanti, zebre, antilopi, giraffe) e piccoli e grandi predatori. Le praterie calde, chiamate savane (parola che significa pianura), sono molto diffuse in Africa, al confine con le fasce desertiche, ma sono presenti anche nell Australia del Nord, in Asia (India) e nelle Americhe (Messico, Brasile e Venezuela).

31 MACCHIA MEDITERRANEA È il bioma di confine tra la fascia climatica temperata e quella calda. È particolarmente sviluppato nella regione costiera che borda il Mar Mediterraneo, da cui prende nome, ma è presente anche in California, in Australia meridionale e nella punta meridionale estrema dell Africa. Le estati molto calde e secche favoriscono lo sviluppo di una vegetazione in parte di caducifoglie,ma soprattutto di arbusti sempreverdi e piccoli alberi (ulivi, lecci oleandri, agrumi,mandorli, ecc). Nei biomi a clima temperato, in particolare quello mediterraneo, la civiltà umana ha trovato nell antichità il maggiore stimolo allo sviluppo, per la mitezza del clima e la ricchezza delle risorse alimentari.

32 IL DESERTO CALDO In corrispondenza delle fasce tropicali delle alte pressioni perenni si estendono i grandi deserti caldi. Nella fascia del Tropico del Cancro, nell emisfero nord, abbiamo il Sahara africano, il deserto arabico, il deserto iraniano, il Rajastan indiano e i deserti del Messico e della California. Intorno al Tropico del Capricorno abbiamo invece il deserto australiano il Namib e il Kalahari in Africa e il deserto di Atacama in Cile. Nel deserto la vita si sviluppa con pochissime specie vegetali e animali, molto specializzate, e si concentra soprattutto nei punti più umidi, come le oasi africane.

33 ALTA MONTAGNA Il bioma di montagna è presente in alcune aree isolate della Terra, indipendente dalla latitudine. Con l altitudine diminuiscono la temperatura e l umidità. Si osserva dunque un cambiamento della vegetazione simile a quello che si verifica con l aumentare della latitudine. Diversi tipi di vegetazione si sviluppano a diverse quote.

34 FORESTE INTERTROPICALI Nella fascia compresa tra i due tropici si hanno,assieme alle costanti basse pressioni, abbondanti piogge in tutti i periodi dell anno. In questo ambiente si sviluppa il più fitto e rigoglioso insieme di vegetazione del mondo: la foresta pluvialeequatoriale, chiamata anche giungla. Nella foresta troviamo alti alberi a foglie larghe, una fitta boscaglia e un intrico di piante rampicanti (Le liane). Il suolo è costantemente umido e ricco di humus, tanto che spesso le radici riescono a svilupparsi all esterno (per esempio le mangrovie). A causa dell elevata temperatura e della forte piovosità, la produttività è altissima, la maggiore al mondo. Anche la quantità di organismi, e soprattutto di specie diverse (cioè la biodiversità),è la maggiore al mondo. Nelle foreste equatoriali,che occupano solo il 7% della superficie terrestre, si concentra il 50% di tutte le diverse specie viventi. BIODIVERSITÀ La variabilità tra gli organismi viventi all interno di una singola specie (diversità genetica), fra specie diverse e tra ecosistemi. L importanza della biosfera consiste nel ruolo che riveste nel mantenere l equilibrio dinamico della biosfera, contribuendo anche a governare i cicli biogeochimici e a stabilizzare il clima. La biosfera di un ecosistema o specie ne determina la capacità di reagire e adattarsi a mutamenti e perturbazioni ambientali, quindi, in ultima analisi, ne determina la sopravvivenza.

35 FORESTE INTERTROPICALI La foresta pluviale più fitta è presente attorno all Equatore, tra 10 di latitudine nord e sud: la troviamo in Africa, India, Indocina e Indonesia, Filippine, in America Centrale e, soprattutto,in America del Sud, dove abbiamo la più grande foresta del mondo: l Amazzonia.

36 AMBIENTE MARINO Per l ambiente marino, il più esteso della Terra,non si può parlare di vegetazione tipica. Anche se molte piante popolano i fondali più bassi del mare, la produttività qui dipende dalla presenza delle microscopiche alghe sospese nei primi 120 metri della colonna d acqua (chiamate fitoplancton). Quasi tutti gli organismi marini sono concentrati entro questa profondità, fin dove cioè la luce solare riesce a penetrare, e per questo chiamata zona fotica (dal greco photos, luce ). Nella zona fotica le alghe verdi, rosse e brune compiono la fotosintesi, fornendo il cibo ai numerosi consumatori primari e sostenendo così la catena alimentare. A profondità maggiori possono comunque vivere altri consumatori, ma in numero sempre minore. Gli organismi che abitano le acque marine vengono inclusi comunemente in tre categorie: il bentos, popolazione degli organismi che vivono a contatto col fondale; il necton,composto dai grandi nuotatori (seppie, calamari, pesci e mammiferi acquatici), il plancton, costituito da tutti gli organismi erranti trascinati passivamente dai movimenti delle acque marine.

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38 CICLI BIOGEOCHIMICI

39 CICLO DELL ACQUA Il motore del ciclo dell'acqua è il Sole, senza il quale nulla sulla Terra potrebbe sopravvivere. L'acqua compie una sorta di viaggio: a causa del calore del Sole cambia di stato e si trasforma in vapore acqueo, poi,salendo nell atmosfera e incontrando temperature più basse si condensa formando così gocce d'acqua che unite fra loro danno origine alle nuvole. Le nuvole diventano sempre più dense e pesanti, tanto che ad un certo punto lasciano cadere le precipitazioni atmosferiche: pioggia, neve e grandine. L'acqua una volta ricaduta sulla terra può prendere varie strade: in parte può ritornare nei fiumi, laghi, mari e in parte può essere assorbita dal terreno. Quest ultimo, a sua volta, può servire per il nutrimento di piante, o incomincerà un lungo viaggio verso il sottosuolo, che servirà per alimentare le falde acquifere. L'acqua superficiale e sotterranea ritorna al mare e ricomincia un altro ciclo.

40 CICLO DEL CARBONIO

41 Le piante assorbono dall atmosfera l anidride carbonica che mediante la fotosintesi viene utilizzata per produrre molecole di composti organici (zuccheri, amido, proteine e così via). Gli animale si cibano di vegetali, e tramite la respirazione cellulare restituiscono all atmosfera anidride carbonica.

42 Quando gli animali e le piante muoiono,i loro corpi marciscono; nel processo di decomposizione sono coinvolti batteri e funghi microscopici, che si cibano dei resti marcescenti, e poiché anch essi respirano, nuovamente l anidride carbonica viene restituita nell atmosfera come rifiuto della respirazione. Negli ultimi anni, l aumento di concentrazione dell anidride carbonica nell atmosfera terrestre desta forti preoccupazioni di carattere ecologico. L anidride carbonica è uno dei gas che conferiscono all atmosfera la capacità di intrappolare calore in prossimità della superficie terrestre: l effetto serra. L attività umana produce quantità eccessive di anidride carbonica causando effetti preoccupanti sull ambiente: scioglimento dei ghiacci e degrado di importanti ecosistemi.

43 CICLO DELL AZOTO

44 L azoto è un importante elemento chimico per gli esseri viventi, in quanto componente essenziale per la costruzione delle proteine e del DNA. Si trova abbondantemente nell aria come gas. Ma in questa forma non riesce a essere utilizzato né dalle piante né dagli animali, che riescono ad assimilarlo solo sotto forma di sali, detti nitrati. Alcuni microrganismi, presenti nel suolo e nelle acque: i batteri fissatori, trasformano l azoto atmosferico in ammoniaca (NH3): questo processo di trasformazione viene chiamato fissazione dell azoto. Altri batteri, detti batteri nitrificanti, trasformano poi l ammoniaca nei Sali nitrati. I nitrati vengono prelevati dal suolo per costruire le proteine. Le proteine vengono assimilate dai consumatori, fluendo nelle catene alimentari. Alla morte dei consumatori,l azoto presente nelle sostanze organiche viene restituito al terreno dai decompositori. un altro tipo di batteri, detti denitrificanti, capaci di trasformare i nitrati di nuovo in azoto gassoso restituisce, in parte, l azoto all atmosfera.

45 LE INTERAZIONI TRA GLI ORGANISMI Competizione Predazione Parassitismo Mutualismo Commensalismo Mimetismo

46 COMPETIZIONE La competizione è un fenomeno assai diffuso tra gli organismi viventi. Può avvenire tra membri di una stessa specie, Competizione intraspecifica, o fra membri di specie diverse competizione interspecifica. La competizione nasce quando una stessa risorsa ambientale è insufficiente per tutti. Numerose osservazioni su comunità naturali hanno confermato che se due specie diverse competono direttamente per una risorsa limitata, una sola di esse sopravviverà (principio di esclusione competitiva).

47 PREDAZIONE Un predatore per vivere deve nutrirsi direttamente del corpo della preda: per i leoni africani sono ottime prede le gazzelle e altri grandi mammiferi. Per la lince, la lepre e così via. Nella comunità di un ecosistema, il rapporto tra prede e predatori oscilla nel tempo intorno a un valore di equilibrio: quando aumentano le prede, aumentano anche i predatori, che tendono a limitarne la proliferazione. Se però diminuiscono troppo le prede, anche i predatori ne risentiranno negativamente.

48 PARASSITISMO Condizione di vita di un organismo animale o vegetale che si nutre, per un tempo più o meno lungo, a spese di un altro organismo vivente dal quale trae un beneficio alterando la biologia dell'ospite e arrivando in alcuni casi anche a ucciderlo.

49 MUTUALISMO Rapporti di collaborazione tra due specie, che traggono vantaggio reciproco dalla convivenza. Per esempio il pesce pagliaccio ossigena le parti interne dell'anemone con il suo movimento e lo ripulisce dagli scarti di cibo e dalle impurità ed allo stesso tempo l'attinia, con i suoi tentacoli urticanti, offre un sicuro rifugio e protezione a questo piccolo pesce.

50 SIMBIOSI La simbiosi è la situazione in cui due organismi di specie diverse vivono in stretto contatto fra loro, con scambio permanente di sostanze minerali o di prodotti del metabolismo. I licheni sono organismi risultanti dalla simbiosi di un fungo ed un alga questa, grazie al processo di fotosintesi è responsabile della produzione di tutte le biomolecole quali il DNA, l'rna, i carboidrati ecc. necessarie ai processi all'interno di questo sistema simbiontico. La parte fungina (funghi) svolge una funzione di protezione e sostegno dando così all alga una struttura solida che la protegge dai fattori esterni; e conferisce a questo organismo simbiotico una sorta di serbatoio dove l'acqua viene accumulata per i periodi di siccità più brevi; data la capacità del lichene di sviluppare "uno stato di sonno" dove i processi biologici vengono bloccati senza conseguenze

51 COMMENSALISMO Si parla invece di commensalismo quando un organismo vive con un altro dal quale trae beneficio, ma senza favorirlo né danneggiarlo. Tra le piante abbiamo le orchidee epifite delle foreste fluviali. Tra gli animali, un tipico commensale è un minuscolo pesciolino, la remora,che si attacca al corpo di grandi predatori come gli squali, mangiando i rimasugli delle prede.

52 MIMETISMO Con mimetismo si intende la capacità di ingannare per trarne un vantaggio, che può essere:nascondersi da un predatore confondendosi cromaticamente nello sfondo ambientale (mimetismo criptico difensivo); nascondersi alla preda durante l'avvicinamento, confondendosi cromaticamente nello sfondo ambientale (mimetismo criptico offensivo) dissuadere un predatore, imitando animali o esseri viventi o parti di animali o altri esseri viventi che possano incutere timore per la loro nota pericolosità o che permettano di non essere individuati (mimetismo batesiano); imitare un'altra specie pericolosa o disgustosa per dimezzare le predazioni. Ad esempio le vespe imitano le api, così un predatore prederà solamente la metà degli individui di ogni specie. Alcune orchidee, per favorire l'impollinazione, imitano l'addome della femmina della vespa, affinché il maschio intinga il proprio corpo nel polline.

53 DINAMICA DELLE POPOLAZIONI Una popolazione può subire nel tempo variazioni delle sue dimensioni (fluttuazioni): può aumentare in seguito all'eccedenza delle nascite rispetto ai decessi o in seguito all'immigrazione di nuovi individui, oppure può diminuire in seguito all'eccedenza dei decessi rispetto alle nascite o in seguito all'emigrazione di una parte degli individui. Una popolazione si mantiene stabile se la natalità è bilanciata dalla mortalità. In un ecosistema, le dimensioni di una popolazione tendono a mantenersi stabili grazie a meccanismi di equilibrio demografico, che si instaurano tra il potenziale biotico della popolazione e la resistenza ambientale. Il potenziale biotico è la capacità di incremento massimo di una popolazione: ogni individuo ha la capacità di lasciare una progenie numerosa, quindi la popolazione tende spontaneamente a crescere in modo costante, o esponenziale secondo il linguaggio statistico, cioè il numero degli individui si moltiplica a ogni generazione. La crescita esponenziale in realtà è solo teorica, in quanto lo sviluppo della popolazione è limitato dall'ambiente: ogni ecosistema possiede infatti una capacità biologica specifica, che esprime il numero massimo di individui che l'ecosistema può sostenere per un lungo intervallo di tempo. La capacità biologica è determinata dalla quantità delle risorse disponibili, come cibo, spazio, luce, che sono ovviamente sempre limitate.

54 DINAMICA DELLE POPOLAZIONI EQUILIBRIO DEMOGRAFICO Una popolazione si mantiene stabile se la natalità è bilanciata dalla mortalità. In un ecosistema, le dimensioni di una popolazione tendono a mantenersi stabili grazie a meccanismi di equilibrio demografico, che si instaurano tra il potenziale biotico della popolazione e la resistenza ambientale. Il potenziale biotico è la capacità di incremento massimo di una popolazione: ogni individuo ha la capacità di lasciare una progenie numerosa, quindi la popolazione tende spontaneamente a crescere in modo costante, o esponenziale secondo il linguaggio statistico, cioè il numero degli individui si moltiplica a ogni generazione. La crescita esponenziale in realtà è solo teorica, in quanto lo sviluppo della popolazione è limitato dall'ambiente: ogni ecosistema possiede infatti una capacità biologica specifica, che esprime il numero massimo di individui che l'ecosistema può sostenere per un lungo intervallo di tempo. La capacità biologica è determinata dalla quantità delle risorse disponibili, come cibo, spazio, luce, che sono ovviamente sempre limitate. Per conservarsi stabile, una popolazione deve essere mantenuta al di sotto o a livello della capacità biologica dalla resistenza ambientale, definita come l'insieme di tutti i fattori che si oppongono alla crescita di una popolazione, causandone la riduzione della natalità o l'aumento della mortalità: possono essere fattori fisici, indipendenti dalla densità di popolazione, come le variazioni climatiche, o biotici come le interazioni tra le popolazioni, e quindi dipendenti dalla densità di popolazione.

55 La capacità capacità La Portante di un Portante di un ambiente è il ambiente è il numero di numero individuidi di una individui di una popolazione che popolazione quell ambiente che può sostenere. quell ambiente può sostenere

56 IL POPOLAMENTO UMANO Fino al 1800 abbiamo una crescita della popolazione sostenibile,con la rivoluzione industriale e la rivoluzione agricola, nel giro di un solo secolo (dal 1850 al 1950) l umanità passa da 1 miliardo e 200 milioni di individui a ben 2 miliardi e 800 milioni. Negli ultimi 50 anni, infine, c è stata una vera e propria esplosione demografica: la popolazione è balzata oltre a 6 miliardi di persone, con la prospettiva,entro il nuovo secolo di salire a 10 miliardi.

57 CONSUMO DELLE RISORSE Per risorsa s intende ciò che serve all uomo per soddisfare una sua esigenza vitale. Ogni materiale naturale, vivente e non vivente, fa parte di un ciclo. Il tempo necessario a una risorsa per riformarsi è detto tempo di rigenerazione. Le risorse che hanno un breve tempo di rigenerazione sono chiamate rinnovabili;quelle con un lungo tempo di rigenerazione non rinnovabili. Il legname, ad esempio, è una risorsa rinnovabile. Il petrolio, World Factbook della Cia ha stilato invece, che impiega milioni di anni a Iluna lista dei paesi con le maggiori formarsi, è una risorsa non riserve sicure e stima in 54 anni la durata media delle riserve dei primi 17 rinnovabile. paesi di questa classifica, guidata da Arabia Saudita, Canada e Iran.

58 SVILUPO SOTENIBILE All attuale ritmo di crescita industriale,e considerata l esplosiva crescita demografica, cioè l aumento del numero di abitanti del nostro pianeta, il consumo di risorse è destinato ad aumentare in modo vertiginoso. A questa velocità, molte risorse non rinnovabili sono destinate a esaurirsi in breve tempo e il pianeta che ci ospita rischia di non riuscire più a mantenerci tutti. Se sfruttiamo troppo l ambiente e le sue risorse, se consumiamo troppo,producendo di conseguenza molti rifiuti e molto inquinamento, la qualità della nostra vita non potrà, alla lunga, che peggiorare. Ciò significa adottare un comportamento che alla lunga eviti un possibile tracollo ecologico,mantenendo in equilibrio i consumi e le risorse disponibili.

59 LE RISORSE DISPONIBILI SUL NOSTRO PIANETA NON SONO ILLIMITATE, UNO SVILUPPO INCONTROLLATO PONE SERI PROBLEMI.

60 L uomo è dotato di intelligenza e di forza creativa per accrescere ciò che gli è stato dato; ma fino ad ora egli, invece di creare, non ha fatto altro che distruggere. Non c è minima compassione né per i boschi, né per gli uccelli, né per gli animali, né per i propri simili per nessuno. Bisogna essere barbari insensati per distruggere ciò che non possiamo creare. Anton Čechov

61 LA GESTIONE DEI RIFIUTI Un primo livello di attenzione deve essere rivolto alla necessità di prevenire la formazione dei rifiuti. Con un insieme di politiche volte a penalizzare economicamente o addirittura vietare la produzione di materiali e manufatti a ciclo di vita molto breve e destinati a diventare rifiuti senza possibilità di riuso. Soggetti interessati possono quindi essere tanto le imprese quanto i comuni cittadini, sollecitati a ridurre la produzione dei rifiuti, ad effettuare la raccolta differenziata. Oltre ad uno stimolo "etico", tali soggetti possono anche essere incentivati da una riduzione della TARI.

62 Il passaggio successivo riguarda l'esigenza di riutilizzare i prodotti (es. bottiglie, con il vuoto a rendere) e, se non è possibile il riuso, riciclare i materiali (es. riciclaggio della carta). Infine, solo per quanto riguarda il materiale che non è stato possibile riutilizzare e poi riciclare (come ad esempio i tovaglioli di carta e la frazione in piccoli pezzi indistinguibili e quindi non riciclabili di rifiuti, che rappresenta circa il 15% del totale), si pongono le soluzioni del recupero energetico tramite sistemi a freddo o a caldo, come la bio-ossidazione e l'incenerimento oppure l'avvio allo smaltimento in discarica. Da un punto di vista ideale il ricorso all'incenerimento ed alle discariche indifferenziate dovrebbe essere limitato al minimo indispensabile.

63 LA GESTIONE DEI RIFIUTI I rifiuti domestici sono un indivisibile mescolanza di una gran varietà di materiali che non avrebbero dovuto finire nello stesso bidone della spazzatura.

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