I Messapi nel basso Salento: fonti letterarie ed archeologiche. Daniela Colizzi

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1 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Daniela Colizzi MARE. te Il presente lavoro si propone di delineare un quadro storico-archeologico della Messapia nel basso Salento, cioè di quella parte del territorio che si sviluppa dalla direttrice Gallipoli-Otranto fino al Capo di Leuca, e che comprende insediamenti messapici come Ugento, Alezio, Otranto, Vaste ed altri. La finalità è quella di definire gli aspetti culturali per individuare eventuali peculiarità rispetto al restante territorio. Per fare ciò è necessario procedere, però, ad una considerazione ata er.,,,, OkiCITO t/ ~O ot.,,,, IM. fir10 ) C c 11Iftt 0 t I c...t m m, v...m J ADRIATICO mumlia.{~ 47..."---..»04111a ettl «N li eromcemi... ì -----\ 1 I. i ' wo003.0 *ligi ---"- a,so M. \z-a4, YALIS,0,..~. 77'' 1429:." l'ame110 1~0141 Cr:"...,_,...) 4 # 4,,v _, e **1,... a TAVOLIERE CAIIIItece (---Nr NE.,...it. 61,,, lieto C 'o tachld Itir*41 I Ore calaste SAL ENTINO caval Iute OC rittn e I IO IO MARE tekttelliel C.2" rea* l, tte1) 9 IONIO II. * O en. Ifivanw I V< Fig. l: Carta degli insediamenti messapici (elaborazione grafica ing. G. Carluccio) 9

2 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce tenta degli aspetti peculiari dei Messapi, della loro origine, dei loro insediamenti, della loro identità etnica e storica, in una parola della loro cultura. Si snodano in questa ottica questioni più volte dibattute il cui critico chiarimento diventa essenziale per affrontare il tema in oggetto. In primo luogo, quindi, si tenterà di ricostruire i termini entro cui si consolidò la conoscenza che nell'antichità storici, poeti e letterati ebbero del territorio pugliese e di esaminare quali siano state le teorie che in età moderna si sono elaborate riguardo l'origine dei Messapi. Procederò poi cercando di offrire un panorama sintetico, ma il più possibile completo e aggiornato, della cultura messapica, mettendo in confronto le fonti letterarie e gli elementi offerti dalla documentazione archeologica, dal momento in cui essa si formò (IX sec. a.c.), fino alla conquista romana (III-II sec. a.c.). 1. Le uniche fonti sulla popolazione della Puglia sul finire dell'viii secolo a.c. sono collocabili in un arco cronologico che dal VI secolo a.c. si spinge fino al tardo periodo romano. 1 Quale poteva essere il tessuto etnico di tutta la Puglia in età protostorica non è facile stabilirlo. Stando alle notizie conservate dalla tradizione letteraria greco-latina, l'origine delle popolazioni presenti nel Salento di età classica, e di molte delle loro città, viene fatta risalire all'arrivo di genti provenienti dall'egeo e dalla Grecia, per lo più sotto la guida di figure più o meno note dell'orizzonte eroico. Con il nome di Messapi i Greci indicavano gli abitanti della parte meridionale della Iapigia distinguendoli dai Peuceti e dai Dauni. Conoscevano anche altre denominazioni: quella di Calabri, prevalente in età romana, ebbe lunga vita fin nell'alto medioevo; e quella di Salentini che ricompare in età moderna. Erodoto di Alicarnasso, il padre della storia (seconda metà del V secolo a.c.), ricorda la Messapia e i Messapi, accanto all'attica, quale esempio di territorio e popolazione unitaria e compatta etnicamente e culturalmente. In un altro passo 2 della sua opera propone anche una delle versioni correnti in Grecia sull'origine dei Messapi: "Dopo un certo tempo i Cretesi, per volere degli dei,... passa- * Saggio redatto e discusso per il conseguimento del Diploma post-lauream in Storia Regionale Pugliese (relatrice prof.ssa Liliana Giardino) a.a I Per una conoscenza approfondita della questione consulta l'approfondito studio sulle fonti condotto da Lombardo 1991, pp HDT. VII, 170. l0

3 Daniela Colizzi rono in Sicania... Mentre navigavano lungo la Iapigia, sorpresi da una grande tempesta, furono gettati in terra, essendosi fracassate le navi... Fermatisi là, fondarono la città di Yria e, cambiato nome, in luogo di Cretesi divennero Iapigi-Messapi, e in luogo di isolani furono abitatori di terraferma. Partiti dalla città di Yria, ne abitarono altre". 3 A questi Cretesi insediatisi nel Salento si attribuisce, dunque, la fondazione della città di Hyria, che può essere identificata con Veretum dell'età romana, e, secondo Strabone, anche la fondazione di Brindisi: un gruppo di Cretesi, di ori- Gbine di Cnosso, sotto il comando di Teseo, avrebbe fondato Brindisi, come un altro gruppo di Cretesi avrebbe fondato Hydruntum (Otranto). Se qui si parla specificatamente degli Iapigi Messapi, in altre fonti, come per esempio Strabone 4, che riprende Antioco (V sec. a.c.), l'attribuzione di un'origine cretese viene estesa a tutte le popolazioni della Puglia e viene indicato un eroe eponimo degli Iapigi in Iapige, che sarebbe stato figlio di Dedalo e di una donna cretese, e che avrebbe guidato i Cretesi nel ritorno dalla Sicilia finito sulle coste salentine. Tornando alle tradizioni sulle origini cretesi delle popolazioni del Salento, possiamo registrarne un'altra significativa variante, quella di Varrone5 centrata sulla figura di Idomeneo, re di Creta, nipote di Minosse e protagonista della guerra di Troia, che viene riferita specificatamente ai Sallentini e ai loro insediamenti. Questa variante si connota per il fatto di indicare nelle loro origini diverse componenti accanto a quella cretese (la principale), una `illirica' e un'altra locrese', aggregatesi in momenti diversi alla spedizione di Idomeneo. Questo motivo delle 'origini miste', lo ritroviamo in Nicandro di Colofone (II sec. a.c.), secondo cui Iapige, Dauno e Peucezio sarebbero stati figli dell'antichissimo sovrano arcade Licaone. Fatta una spedizione cui si sarebbero aggregati numerosi elementi `illirici' sotto la guida di Messapo, essi sarebbero venuti a stabilirsi in Puglia, dividendo sia l'esercito che la regione in tre parti che presero nome rispettivamente da Daunio, Peucezio e Messapo, mentre l'intero popolo e l'intera regione ebbero il loro `eponimo' in Iapige. Occorre infine ricordare le tradizioni, più o meno tarde 6, che collegano le origini del nome della Messapia con un altro 'eroe' greco, Messalo, pre- 3 Daquino 1991, p STRAB. VI, C VARR. Antichità romane III, fr STRAB. IX 2, 13; FESTO p. 112 L; SOLINO II, 12, etc. Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce

4 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di MAGO - Lecce sentato come un re o un condottiero originario della Beozia, il quale si sarebbe trasferito nella Iapigia, dando ad essa il suo nome.? Stando dunque a queste tradizioni, non solo la presenza di Greci nel Salento risalirebbe alla più remota antichità, ma le origini stesse delle popolazioni e delle città messapiche sarebbero da attribuire a genti e gruppi di origine e provenienza egeo-balcanica. Per la storiografia "ufficiale", essi furono troppo a lungo "barbari" confinati alla periferia dei grandi eventi storici, tardivamente "acculturati" dalla città greca, Taranto. E' questo un pesante falso storico contro il quale a lungo hanno operato storici e ricercatori salentini, dallo straordinario gruppo che operò in Terra d'otranto tra Ottocento e Novecento (Maggiulli, De Giorgi, Castromediano, De Simone, etc.) ad altri a noi più vicini (Ribezzo, Parlangeli, etc.). E' in questo momento, infatti, che sono state elaborate diverse teorie come quella famosa del grande storico tedesco dell'ottocento Theodor Mommsen 8 sull'unità etnografica degli Iapigi coi Messapi, nel senso che Iapigi e Messapi avrebbero avuto uguaglianza di stirpe e sarebbero stati gli ultimi avanzi delle popolazioni preelleniche nella Puglia. La sua teoria tiene conto, almeno in parte, della testimonianza di Eustachio di Tessalonica. Un'altra schiera di storici fa capo al Pais 9, secondo cui Iapigi e Messapi costituivano due popoli distinti: gli uni giunsero nell'apulia per via di terra (attraverso le Alpi), mentre gli altri per via di mare ed in tempi diversi, i primi da nord, i secondi dal sud. Inoltre sarebbero arrivati in Puglia prima i Messapi e poi gli Iapigi. Tale teoria si basa sul fatto che gli antichi parlano di una lingua messapica e mai di una lingua iapigia. Una considerazione a sé spetta ad una terza dottrina che fa capo a Pasquale Maggiullilo: lo studioso non è per niente incline ad un'origine illirico-indoeuropea degli Iapigi: è convinto che essi avevano fatto parte delle primissime popolazioni mediterranee indigene dell'apulia, e a sostegno della sua teoria inserisce un preciso richiamo all'africanità della stirpe propria del popolo dei dolmens nel cui ambito egli racchiudeva anche gli Iapigi. Una quarta teoria è legata al nome di Ciro Dragol 1 : essa si può sintetizzare nell'espressione `autoctonia della 7 Lombardo 2000, pp Mommsen 1988, pp Pais 1984, p Io Maggiulli 1912, p. 34. i I Drago

5 Daniela Colizzi popolazione messapica', nel senso che i Messapi avrebbero da sempre abitato il Salento, costituendo un'unità etnica all'interno delle popolazioni stanziate nel territorio pugliese sin dall'alba dell'uomo. Nella storiografia più recente, soprattutto sotto la spinta della ricerca archeologica, invece, si sono valorizzati soprattutto gli aspetti di peculiarità della civiltà epicorica testimoniati dalle iscrizioni in alfabeto e lingua messapica, nonché dalle produzioni vascolari, per sottolineare una forte specificità e autonomia nei confronti della cultura ellenica, dell'identità culturale messapica, la quale semmai avrebbe tratto origine dall'orizzonte `illirico' dell'antistante costa balcanica. 12 Infatti, bisogna considerare che in età protostorica si assiste ad uno spostamento di popolazione dalla costa illirica a quella dell'italia meridionale, come è avvenuto anche nelle fasi preistoriche: tra le due sponde vi è stato un continuo contatto già dall'età neolitica. Il dilemma Iapigia-Messapia però non è limitato esclusivamente all'aspetto etnico e cronologico, ma investe anche l'ambito geografico occupato sin dai tempi più antichi dai popoli in questione. Le notizie più dettagliate intorno a questo argomento ci vengono fornite da Strabone, che in un suo passo 13 dice: "La lingua di terra che si deve girare quando si va per mare da Taranto a Brindisi, è simile ad una penisola il cui istmo coinciderebbe con la strada che porta da Brindisi a Taranto e che un corriere percorre in un giorno. Questa penisola è chiamata indifferentemente coi nomi di Messapia, Iapigia, Calabria o Salentina da alcuni autori, altri invece, come abbiamo detto prima, vi fanno delle distinzioni". Il passo di Strabone fa riferimento ad un duplice schieramento degli storici sul problema in oggetto: secondo il primo - quello degli storici più antichi- che fa capo ad Erodoto, la Iapigia comprendeva il territorio che andava dall'istmo fra Taranto e Brindisi fino al promontorio di Leuca; per il secondo, che si richiama fondamentalmente alla teoria di Polibio, caratterizzato soprattutto dagli storici greci e romani dal Il secolo a.c. in poi, la Iapigia si estendeva fino ad abbracciare tutto l'attuale territorio pugliese, compreso il Gargano e compresa anche la Siri t ide in Lucania." L'arrivo leggendario dei Cretesi nel Salento al tempo del re Minosse, 12 D'Andria, Lombardo 2000, p STRAB. VI, C Daquino 1991, pp l3 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di MAGO - Lecce

6 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce di cui parla Erodoto, ricorda la frequentazione delle coste d'italia dei navigatori micenei che erano giunti dalla Grecia continentale e dalle isole di Rodi, Cipro, Creta nell'età del Bronzo, tra il XVI e l'xi secolo a.c. alla ricerca di metalli, ambra e ossidiana. Negli insediamenti sui litorali della nostra regione dove approdarono era in pieno sviluppo la civiltà appenninica. Possiamo ipotizzare, quindi, che alla fine del II millennio a.c., al passaggio dall'età del Bronzo a quella del Ferro, si forma in Puglia la civiltà iapigia, che nasce dalla fusione di elementi della cultura subappenninica di tradizione locale, di modelli culturali egei giunti al seguito dei navigatori micenei e dall'apporto determinante delle genti di stirpe illirica. Al sorgere del I millennio a.c. la cultura iapigia si presenta dal Gargano al Capo di Leuca con caratteri omogenei evidenti soprattutto nella ceramica dipinta a motivi geometrici e nelle necropoli, dove il rito dell'inumazione prevede la posizione del cadavere disposto sul fianco e rannicchiato, con braccia e gambe flesse. Due secoli dopo i gruppi etnici iapigi tendono però a differenziarsi, sicché i Dauni a nord, i Peucezi al centro, i Messapi al sud si distinguono per una forte autonomia, per forme culturali e rapporti commerciali diversi Nuove e straordinarie scoperte ed esperienze culturali si sono succedute, dalla fine degli anni sessanta fino ad oggi, permettendoci di entrare per la prima volta nella 'vita' dei Messapi. Si sono venute così definendo e precisando nel tempo le problematiche attuali della ricerca che privilegiano lo studio dei processi di trasformazione sociale e di evoluzione culturale delle popolazioni messapiche e la valutazione del ruolo delle relazioni con l'esterno come elemento di stimolo allo sviluppo di tali processi. 16 Gli scavi negli approdi e negli abitati costieri sull'adriatico Meridionale e sullo Ionio hanno messo in evidenza la funzione svolta dalla penisola salentina nelle rotte verso Occidente e la precocità dei passaggi che interessano il breve tratto di mare fra la costa orientale del Salento e la Grecia del Nord, le isole Ionie e l'illiria Cassano, D'Andria, Lombardo 2000, p D'Andria 1992, p Semeraro 2002h, pp

7 Provincia di Lecce - Medi ateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Daniela Colizzi Resti di un villaggio fortificato dell'età del Bronzo sono stati scavati a Leuca sulla parte alta di Punta Meliso e sul pendio rivolto a sud; tracce minori di frequentazioni della stessa epoca sono anche sull'opposta Punta Ristola, sulla sommità della quale si apre la cavità carsica di Grotta del Diavolo. Le caratteristiche dei materiali rinvenuti hanno fatto avanzare l'ipotesi che la grotta fosse frequentata per scopo di culto. Alcune fonti, infatti, ricordano le caratteristiche dei punti di approdo in terra iapigia: il navigante doveva individuare da lontano un "akron" e, più vicino alla costa, scorgere uno "ieròn" che segnava il luogo dell'approdo. 18 Nell'altro sito, Otranto, per i Greci "to stoma" ad indicare l'imboccatura del golfo ionico, l'insediamento si propone come mediatore di scambi tra genti diverse, porto sicuro e deposito di merci, assumendo inoltre il ruolo di distribuzione dei prodotti di importazione nell'entroterra salentino. Sono stati individuati, inoltre, lembi dell'abitato riferibili all'età del Bronzo finale, in cui la presenza di ceramica micenea documenta l'inserimento dell'approdo idruntino nei circuiti transadriatici che la ricerca recente va sempre più mettendo in evidenza. Le più antiche attestazioni di strutture abitative sono costituite dai resti di capanne: si tratta in molti casi di esili tracce relative a focolari, a segmenti di muretti di pietre a secco, a battuti di "tufina" (calcare triturato e pressato), a buche di pali ed a canaletti scavati sul banco roccioso per inserire i muri perimetrali delle capanne, realizzati con rami e frasche, e per drenare le superfici. 19 Inoltre dalla prima metà dell'viii sec. a.c. è possibile riconoscere un lieve incremento di siti e ad Otranto nelle capanne, accanto a vasi locali, sono presenti anche ceramiche d'altro tipo, come quella definita "devolliana". Essa, chiamata così perché prodotta nelle vallate del fiume albanese Devoll, influenza la produzione artigianale del Medio Geometrico Iapigio e attesta un notevole afflusso di genti che dalle coste albanesi raggiungono l'italia attraverso il canale, in un periodo in cui andò formandosi quella identità dell' ethnos, la stirpe messapica, nella quale le componenti balcaniche appaiono determinanti. L'eccezionale documentazione di Otranto è stata giustamente interpretata nel quadro delle pri- D'Andria 1990, p D'Andria 1996, pp ; vedi anche D'Andria 1992, pp

8 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di MAGO - Lecce me frequentazioni greche dell'adriatico meridionale nell'età del Ferro. In questo ambito la presenza corinzia riveste un ruolo particolarmente rilevante, tradizionalmente letto in chiave "precoloniale" e in relazione agli interessi occidentali di Corinto. Inoltre le peculiarità della documentazione otrantina ha suggerito l'ipotesi dello stanziamento nell'approdo di un piccolo nucleo di greci dediti alle attività commerciali. 20 Nella II metà dell'viii sec., dunque, alcuni indizi fanno intravedere una più attiva evoluzione della società indigena, riflettendo un evidente fenomeno di crescita demografica. Va però detto che la totale assenza di rinvenimenti relativi a sepolture caratterizza singolarmente la documentazione archeologica di quest'area rispetto alle altre regioni dell'italia meridionale; nella zona corrispondente alla Messapia, non è stato sinora mai registrato il ritrovamento di sepolture con corredi anteriori al VI sec. - a.c., con l'unica eccezione di quello di enchytrismoi infantili interrati entro -97* irt- contesti abitativi, mentre tutte le informazioni derivano dallo scavo di numerosissimi abitati. Di questa peculiare realtà documentaria si è da più parti presa chiara coscienza in una prospettiva che tende ad assumere in Fig. 2: Otranto, cantiere 3, disegno ricostruttivo della positivo il dato in capanna del IX sec. a.c. (Dis. L.Bascià). Semeraro 2002e, p Vedi anche: Adamesteanu 1979, p. 257; D'Andria 1991, p. 403; Cassano, D'Andria Lombardo 2000, p.17; D'Andria 2002b, pp

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