Da impiegato a mangiafuoco. In sedia a ruote

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1 2 febbraio 2014 MAGAZINE Redazione: Piazza Cavour Roma Poste Italiane spa Spedizione in abbonamento postale 70% - Roma LAVORATORI ATIPICI Trovare un impiego fuori dalle quote SULLE NUVOLE Passione paracadutismo TAREK FOUAD IBRAHIM Da impiegato a mangiafuoco. In sedia a ruote

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3 EDITORIALE di Luigi Sorrentini Direttore Centrale Reggente Riabilitazione e Protesi, Inail Il bene-lavoro: l impegno dell Inail È cominciato il conto alla rovescia per l undicesima edizione dei Giochi paralimpici invernali, che quest anno si terranno a Sochi, in Russia, dal 7 al 16 marzo. Dopo Oscar De Pellegrin a Londra, anche per questa edizione il portabandiera, Andrea Chiarotti, capitano della squadra di ice sledge hockey, sarà un nostro atleta. È lo sportivo che rappresenta non solo l Italia ma anche l Inail e il suo impegno nello sviluppo di tecnologie che tendano almeno a ridurre le conseguenze dei tragici incidenti sul lavoro. L inchiesta di questo mese tocca uno dei temi caldi della crisi: la mancanza di lavoro che coinvolge in modo particolare le persone disabili. Per questi ultimi sembra essere una missione impossibile. Oltre la metà non lo trova e la situazione peggiora costantemente. Secondo l Ufficio per i diritti dei portatori di handicap delle Nazioni Unite, nei Paesi industrializzati la disoccupazione delle persone disabili raggiunge il 50-70%, mentre in Italia la Cgil rivela che sono oltre 750mila gli iscritti nelle liste di collocamento obbligatorio. Inoltre lo slalom tra concorsi, invio dei curricula e Centri per l impiego è sempre più difficile per chi vive in sedia a ruote o ha qualche altra forma di disabilità. Si calcola che in Italia, dopo la prima ondata di crisi tra il 2008 e il 2009, l occupazione dei disabili si sia ridotta di oltre un terzo. La recessione ha aggravato la situazione, perché le aziende in crisi possono chiedere la sospensione degli obblighi di assunzione previsti dalla legge 68/99, largamente inapplicata. Così il 25% dei posti da assegnare nel pubblico come nel privato, rimane scoperto. Nel giugno 2012 la Commissione europea ha citato l Italia davanti alla Corte di giustizia Ue per l incompleto recepimento della direttiva 2000/78 sulla lotta alla discriminazione sul lavoro. La normativa comunitaria, infatti, impone ai datori di lavoro di prendere provvedimenti per consentire alle persone disabili di accedere a un occupazione e di progredire nella carriera: un obbligo non pienamente previsto, secondo Bruxelles, dalla legge italiana. Per migliorare le opportunità di reinserimento sociale e lavorativo delle persone divenute disabili a causa di infortunio sul lavoro o malattia professionale, l Inail ha recentemente sottoscritto un protocollo di intesa con Italia Lavoro l ente strumentale del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per la promozione di azioni nel campo dell occupazione e dell inclusione sociale per sviluppare sinergie in questo campo. Quali? Favorire la ricollocazione lavorativa interna alle aziende in cui si è verificato l infortunio, il reinserimento professionale dei disabili in profili maggiormente richiesti sulla base delle esigenze del mercato occupazionale locale. Inoltre verranno elaborati congiuntamente progetti finalizzati al reinserimento socio-lavorativo degli infortunati sul lavoro e tecnopatici, nella logica vincente di rafforzare le reti territoriali. 3 Uno dei temi caldi della crisi? La mancanza di occupazione per i disabili. A chi è riuscito a trovare un impiego, pur se fuori dalle quote, è dedicata l inchiesta di questo numero

4 NUMERO due Febbraio 2014 EDITORIALE 3 Il bene-lavoro: l impegno dell Inail di Luigi Sorrentini ACCADE CHE... 5 Diventa legge il Programma di azione biennale Esoscheletro e mano-robot: sinergia con l Istituto di tecnologia L INCHIESTA 8 E se il lavoro non fosse un gioco? di Antonella Patete 14 La carica dei lavoratori autistici di Antonio Storto INSUPERABILI 16 Giocoliere, mangiafuoco e giramondo Intervista a Tarek Fouad Ibrahim di Michela Trigari cronache italiane 18 Karaoke al centro diurno di Laura Badaracchi visti da vicino 20 E Vincenzo riprese la tromba di M.T. PORTFOLIO 22 Gli infiniti linguaggi dell arte Tempo libero 26 Laura, a tu per tu con l infinito di Giorgia Gay 28 Un atterraggio per due. La moda dei lanci in tandem di G.G. CULTURA 30 Accaparlante compie 30 anni di L.B. 31 Quando la buona volontà non può bastare di L.B. 34 Risate a gogò con la Compagnia delle frottole di A.S. 35 Indovina con chi mi sposo? di A.P. RUBRICHE 36 Inail... per saperne di più Tornare alla vita col mutuo aiuto. La ricetta lombarda 37 Senza barriere Se la metropoli è per tutti. L impegno parte dall Europa 38 Scuola Bisogni educativi speciali, il ministero chiarisce 39 L esperto risponde Lavoro, Mobilità PINZILLACCHERE 40 Dr. Jekyll e Mr. Hyde Poche storie di Franco Bomprezzi Nessuno è perfetto: neppure i manichini in vetrina di Chiara Ludovisi Quel ruotino in più che dà lo sprint di M.T. 41 Bianca, cheerleader in carrozzina di Ambra Notari Down: ricette sul web Dulcis in fundo 42 Strissie - I pupassi di Adriana Farina e Massimiliano Filadoro Superbile Magazine Anno III - numero due, febbraio 2014 Direttore: Luigi Sorrentini In redazione: Antonella Patete, Laura Badaracchi e Diego Marsicano Direttore responsabile: Stefano Trasatti Hanno collaborato: Giorgia Gay, Chiara Ludovisi, Ambra Notari, Antonio Storto, Michela Trigari di Redattore Sociale; Franco Bomprezzi; Erica Battaglia, Antonello Giovarruscio, Rosanna Giovèdi, Daniela Orlandi del Consorzio sociale Coin; Ilaria Cannella, Francesca Iardino, Monica Marini, Mariella Pedroli dell Inail Progetto grafico: Giulio Sansonetti Editore: Istituto Nazionale per l Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro Redazione: Superabile Magazine c/o agenzia di stampa Redattore Sociale Piazza Cavour Roma superabilemagazine@inail.it Stampa: Tipografia Inail Via Boncompagni Milano Autorizzazione del Tribunale di Roma numero 45 del 13/2/ Grazie ai colleghi della tipografia di Milano che, da ormai due anni, stampano la rivista con grande professionalità. Un ringraziamento, per averci gentilmente concesso l uso delle foto, ad Albergo Etico (pagg. 4, 8-11), Paolo Haim (pagg. 4, 27-28), Marco Ciccolella (pag. 16), Simone Radavelli (pag. 17), Stefano Dal Pozzolo (pagg ), Giuseppe Vinci (pag. 20), Valeria Aretano (pag. 21), Giulio Busi (pag. 41). In copertina: Tarek Fouad Ibrahim, foto di Marco Ciccolella

5 ACCADE CHE... Diritti e doveri Diventa legge il Programma di azione biennale. Ma le associazioni temono che non si passi ai fatti Il Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l integrazione delle persone con disabilità è legge: è stato infatti pubblicato il 28 dicembre scorso il decreto del Presidente della Repubblica 4 ottobre 2013, con il quale è stato adottato il documento, predisposto dall Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. L approvazione del Programma d azione da parte dell Osservatorio risale al febbraio Il 12 e 13 luglio, il Programma ha scandito i tempi e i temi della quarta Conferenza nazionale sulle politiche della disabilità organizzata dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Il 27 settembre il documento è stato adottato dal Consiglio dei ministri e il 4 ottobre il presidente Napolitano ha emanato il decreto di adozione. E ora, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (n. 303) rappresenta l ultimo passaggio formale per la sua entrata in vigore. Il Programma contiene l insieme degli interventi che dovrebbero essere messi in pratica nei prossimi due anni per migliorare la vita delle persone con disabilità e garantire pienamente i loro diritti. Una cinquantina di pagine in cui, sulla traccia del dettato della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, vengono affrontate questioni fondamentali come lavoro, riconoscimento della condizione di disabilità, vita indipendente, accessibilità e mobilità, inclusione scolastica, salute, riabilitazione, cooperazione internazionale. Tuttavia, il carattere meramente programmatico degli impegni assunti ha suscitato molte perplessità da parte delle associazioni delle persone disabili. Infatti, come precisato dalla relazione illustrativa arrivata in Consiglio dei ministri, le azioni richiamate nel documento «risultano finanziabili nei limiti degli stanziamenti previsti mentre gli impegni assunti alla presentazione alle Camere di nuovi provvedimenti legislativi saranno condizionati al rispetto della disciplina ordinaria in tema di programmazione finanziaria». mondo inail Esoscheletro e mano-robot: sinergia con l Istituto di tecnologia Una nuova partnership scientifica per sviluppare la robotica nel campo della riabilitazione e della protesica. È quella che consolida la già avviata collaborazione tra l Inail e l Istituto italiano di tecnologia (Iit). A siglare l intesa i presidenti Massimo De Felice e Gabriele Galateri. Due, in particolare, i progetti nell ambito dell accordo: lo sviluppo di un nuovo esoscheletro motorizzato (una sorta di armatura in grado di far camminare chi non cammina) e lo studio di una mano poliarticolata e di un polso innovativo, in grado di interfacciarsi con le migliori tecnologie oggi disponibili sul mercato. L obiettivo del progetto è quello di trasferire le rispettive conoscenze e competenze al sistema industriale nazionale per produrre dispositivi avanzati a costi più competitivi e maggiormente sostenibili dal sistema del welfare e dai pazienti, allargando così il numero dei potenziali fruitori e superando i limiti dei modelli in commercio. Beneficiari dell iniziativa saranno quindi non soltanto gli assistiti Inail, ma anche l industria italiana del settore protesico e riabilitativo. Modelli di riferimento? Le esperienze del Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio (Bologna), del Centro di riabilitazione Inail di Volterra (Pisa) e dei laboratori dell Istituto italiano di tecnologia di Genova. Il programma triennale prevede 5 un apporto di risorse da parte dei due istituti per un valore complessivo di 11,5 milioni di euro e un piano di 20 assunzioni da parte dell Iit. Il coordinamento sarà affidato a Simone Ungaro, direttore generale di quest ultimo. La sicurezza sul lavoro diventa un cortometraggio. S intitola L esperienza insegna, di Francesca Bider (Biella) il vincitore della seconda edizione del concorso nazionale Marco Fabio Sartori, dedicato al presidente dell Inail prematuramente scomparso nel 2011 e promosso dall Inail di Varese e dall Organismo paritetico della Provincia, in collaborazione con l Istituto cinematografico Antonioni. Decine i filmati arrivati da tutta Italia per raccontare la sicurezza sul lavoro dal punto di vista delle nuove generazioni.

6 ACCADE CHE... La Lonely Planet scommette sui viaggiatori disabili. Il gigante mondiale delle guide ne ascolterà le opinioni attraverso una piattaforma online dove potranno condividere esperienze sulle vacanze. L obiettivo? Realizzare e-book con itinerari ad hoc. Secondo le stime, infatti, il 50% dei turisti disabili sarebbe disposto a viaggiare di più se avesse a disposizione maggiori informazioni sulle strutture ricettive accessibili. Il Comune dedica una piazza al giardiniere disabile A sport Accordo tra Cip e ministero della Difesa per i reduci di guerra Non sarà più una ferita insanabile la disabilità riportata dai militari del contingente italiano. È una realtà l accordo tra ministero della Difesa e Comitato italiano paralimpico, sancito dalla firma congiunta del ministro Mario Mauro e del presidente Cip Luca Pancalli: oltre all apertura di un Ufficio per lo sport all interno del dicastero, l intesa prevede il so- fermo stegno all avviamento alla pratica sportiva, e si concretizzerà con la messa a disposizione, da parte del ministero, di personale, mezzi e infrastrutture militari. Le operazioni di sostegno saranno articolate in tre fasi: post traumatica e riabilitativa, avviamento allo sport e agonistica. Così racconta la sua esperienza Simone Careddu (nella foto), finito nel poco più di un anno dalla prematura scomparsa di Albano Angelini per via di un tumore, il Comune di Fermo gli ha intitolato un largo in località Capodarco, tra la scuola media e quella elementare: uno spazio che Angelini frequentava spesso, salutando le persone e lavorando nella pulizia delle strade. La proposta è partita dalla Comunità di Capodarco, dove l uomo ha vissuto per molti anni. E la domanda è stata accolta con entusiasmo dall amministrazione L indagine Sclerosi multipla, in Italia costa 38mila euro a paziente Si è concluso dopo tre anni uno studio sui costi della sclerosi multipla. Finanziata dal ministero della Salute, la ricerca è stata condotta, tra gli altri, dall Associazione italiana sclerosi multipla (Aism). L indagine si è focalizzata soprattutto sul lato economico della riabilitazione: i dati 2011 parlano di un costo medio annuo per paziente tra i 23mila e i 63mila euro, a seconda del grado di disabilità. Il costo sociale medio annuo è di circa 38mila euro per paziente, mentre quello complessivo si stima oltre i 2,7 miliardi. La sclerosi multipla ha quindi un forte impatto sia per le famiglie dei malati che per l intera società. E i costi dovuti alla riabilitazione ammontano a circa euro a paziente (il 26,7% di quelli sanitari); una quota considerevole, poi, è dovuta al ricovero ospedaliero. «Una miglior qualità dei servizi sul territorio potrebbe ridurre tali costi», commentano i ricercatori. 6 comunale che, con delibera di Giunta, ha deciso di intitolare lo spazio ad Albano. Respinto dal padre per via di un disturbo psicomotorio, il giovane trascorse molti anni in collegio dalle suore. Dopo vari tentativi di ricerca di un lavoro e anniversari roster di una squadra di serie B di basket in carrozzina: «Reduce da una missione in Afghanistan nel 2009, ho sempre fatto sport, ma mai in versione agonistica. In riabilitazione, inizialmente nuotavo, poi ho praticato tiro con l arco. A distanza di tempo ho trovato due sport che mi appassionano: il basket e l handbike, l alternativa alla corsa che amavo fare prima». il parere negativo della commissione medica, ottenne una borsa lavoro come operatore ecologico. Dove si dimostrò all altezza del compito, conquistando la stima dei suoi colleghi più anziani, ricorda chi lo ha conosciuto bene. La Lega del filo d oro ne compie 20 Quasi 2mila interventi in 20 anni al Centro diagnostico e di riabilitazione della Lega del filo d oro di Osimo (Ancona), che si occupa della riabilitazione di bambini sordociechi e pluriminorati psicosensoriali. Nel 2012 presso la struttura sono stati erogati servizi a 108 persone, di cui 32 con meno di 4 anni. Le cause delle disabilità? Nel 27% dei casi sono dovute a nascite premature. Altre sedi sono presenti a Lesmo (Monza Brianza), Modena, Molfetta (Bari), Termini Imerese (Palermo), Roma e Napoli.

7 bologna Alla scoperta della città attraverso i sensi Cultura senza barriere non è solo uno slogan: La Girobussola vuole rendere accessibili a tutti le bellezze cittadine, anche a chi non può vedere. Nata lo scorso ottobre, l associazione ha già dato vita al progetto Bologna in tutti i sensi : percorsi multisensoriali che puntano su tatto, odori e suoni. Come la visita alle Due Torri, con tanto di distribuzione di mappa tattile della città. Tra gli impegni in programma, un percorso ad hoc nell Orto botanico e visite al museo Anteros (nella foto), dov è possibile trovare le traduzioni tattili delle maggiori opere d arte. E nel futuro corsi di scultura, passeggiate naturali e ciaspolate arricchite da stimoli uditivi. giochi senza barriere A Finale Ligure la pista di biglie è per tutti Ecco una pista delle biglie fruibile da tutti i bambini, disabili e non: accade a Finale Ligure, in provincia di Savona, dove l architetto Deborah Ballarò ha progettato una struttura sorretta da un supporto di acciaio inossidabile. «Mi sono resa conto che i bambini non giocavano insieme spiega la progettista. Da qui l idea di una pista dove tutti riescono a giocare nello stesso modo». Il prototipo installato è di cinque metri per tre e permette di far giocare contemporaneamente otto/dieci bambini, ma si tratta di un sistema modulare: come per i trenini, il disegno è libero e si può scegliere di realizzarlo a forma di otto, di cerchio o in altro modo. Per le sue caratteristiche l idea può essere esportata in altri contesti. I costi? «Non sono più cari degli altri assicura l architetto È il punto di vista che deve cambiare». «Si parla spesso di musei accessibili spiega la presidente Marta Giacomoni, però la disabilità non è solo motoria. Predisporre ascensori e scivoli è giustissimo, ma senza lasciar fuori chi ha esigenze diverse». Per saperne di più: info@girobussola.org. il progetto Vela accessibile grazie alla Fondazione don Gnocchi ivere (VIrtuale Vpro VEla REale) il progetto presentato dalla Fondazione don Gnocchi, realizzato insieme alla Federazione italiana vela con il contributo del dipartimento Pari opportunità. Reclutati presso i centri di Roma e Sant Angelo dei Lombardi e in parte presso le scuole della Capitale, 30 ragazzi dai 10 ai 25 anni con 7 palermo Nasce la fattoria specializzata in latte d asina Dodici giovani con disabilità, tra 18 e 35 anni, lavoreranno in una fattoria sociale di Termini Imerese (Palermo) specializzata in latte d asina. Il progetto El burrito, della durata di quattro anni, è stato finanziato dalla Fondazione con il Sud e promosso dalla cooperativa sociale Area azzurra. All iniziativa hanno collaborato realtà sia pubbliche che del privato sociale. Dopo la prima fase di start up, che prevede di realizzare la fattoria sociale nel corso di un anno con la ristrutturazione dell immobile, ci sarà l acquisto di 40 asine originarie di Ragusa e l avvio della produzione e commercializzazione in tutta la Sicilia. Secondo i ricercatori, il latte d asina è indicato per i bambini molto piccoli in quanto la sua composizione è molto simile a quella del latte materno. disabilità motorie concluderanno a febbraio, presso l area di riabilitazione tecnologica del centro S. Maria della Provvidenza, un training in palestra e in acqua, usando pedane stabilometriche e un simulatore di vela. Previste anche lezioni teoriche su sicurezza e primo soccorso. A primavera, un corso presso un circolo velico laziale, con barche appositamente attrezzate. Obiettivo? Preparare i ragazzi alla pratica sportiva della vela, magari per diventare campioni. Una borsa di studio per gli universitari disabili. Bandita dall Associazione nazionale mutilati e invalidi civili di Pesaro- Urbino in memoria dell ex socia onoraria Giselda Caramella, e del valore di 3mila euro, la borsa è riservata agli studenti disabili iscritti a università italiane che abbiano prodotto, nell ambito del loro corso di studio, una dissertazione sulla disabilità. Scadenza 31 marzo; bando di concorso su Anmic.it. Info: tel. 0721/67902, anmic.pu@libero.it.

8 l inchiesta Occupazione a ostacoli E se il lavoro non fosse un Per molti rimane il sogno di una vita, ma alcuni riescono a ottenere l agognato impiego. Spesso attraverso soluzioni alternative alle quote riservate. Mettendosi alla prova in nuove forme di sperimentazione sociale. Che non dimenticano il mercato Antonella Patete Nell Italia della crisi trovare un lavoro può diventare un miraggio. Soprattutto se vivi al Sud, se sei donna o se hai una disabilità. Se poi tutte queste caratteristiche si trovano concentrate in una sola persona il rischio di diventare un cosiddetto neet, neologismo inglese per indicare chi non studia, non lavora e non fa neppure uno stage, sfiora quasi livelli di certezza. E se l Istituto nazionale di statistica decreta che la gioventù si protrae fino a 34 anni, per le persone disabili la soglia rischia di estendersi oltre misura: ragazzi a vita, con tutto quello che ne consegue anche, e soprattutto, in termini di lavoro e occupazione. Fortunatamente, però, c è anche chi si rimbocca le maniche e propone nuovi modelli di spe- 8 rimentazione sociale affidati alla libera iniziativa e alla creatività individuale: esperienze diverse innanzitutto nel linguaggio, dove le categorie protette diventano capitale umano e le quote riservate opportunità per costruire nuovi progetti imprenditoriali. Ne sa qualcosa Antonio De Benedetto, patron del ristorante Tacabanda, ma soprattutto imprenditore illuminato e sogna-

9 gioco? bito è sbocciata una passione reciproca. Inizialmente faceva un tirocinio come aiuto cuoco, oggi ha un contratto a tempo indeterminato e fa parte a tutti gli effetti dello staff». Timido e impacciato nei primi tempi, Niccolò è diventato via via più disinvolto nello svolgimento delle proprie mansioni. Dopo i primi tre mesi, era in grado di apparecchiare in maniera impeccabile, ricevere le comande con i tempi giusti e un margine di errore intorno al 5%, descrivere con precisione i piatti del giorno. Ma non solo: «Ha dimostrato a se stesso e agli altri di sapersi rapportare in maniera adeguata con i clienti e, in poco tempo, la battuta pronta e la simpatia che lo contraddistinguono sono diventate un valore aggiunto per il ristorante. Tanto che Niccolò è diventato il simbolo di questa città». Sì, proprio della città, giura il patron, che coltiva un ambizioso progetto di social business coniugato a una nuova idea di convivenza: «La nostra comunità è contaminata da un modello di società civile che recepisce la disabilità non come problema, ma come risorsa incalza. Stiamo scrivendo il metodo per fornire alle perso- tore. Situato nel centro storico di Asti, il locale si distingueva per i sapori piemontesi e le iniziative enogastronomiche. Fino a quando, nel 2006, l incontro con Niccolò Vallese, un ragazzo diciassettenne con sindrome di Down, non ne modificò nel profondo lo spirito. «Niccolò è arrivato da noi dalla scuola alberghiera di Agliano Terme ricorda De Benedetto. E sune disabili gli strumenti per una vita indipendente che possa trasformarsi in capacità di lavoro». Quello di Niccolò, infatti, non è stato che l inizio di una lunga serie di tirocini. In poco più di sette anni per il ristorante Tacabanda sono passati oltre 30 ragazzi con sindrome di Down provenienti da tutt Italia e anche dalla Confederazione svizzera. «Ma poi ci sono tante altre iniziative prosegue De Benedetto, come la gestione della caffetteria Toju aperta durante la stagione teatrale presso il Teatro Alfieri e l apprendistato nell arte della paratura delle carni all interno di una delle macellerie del Mercato coperto». E soprattutto l Albergo Etico, un utopia imprenditoriale che prevede l allestimento di un hotel da 40 camere e 35 miniappartamenti dove una trentina di persone disabili possano ricoprire le mansioni di front e di back office attraverso borse lavoro e tirocini scolastici. Grazie al progetto Download, inoltre, giovani con sindrome di Down troveranno non soltanto un occupazione, ma anche corsi di formazione gestiti da tutor alla pari, attività terapeutiche Gli infortunati si raccontano S intitola Anch io lavoro il video documentario promosso da Inail Veneto e dal Forum permanente del terzo settore regionale. Protagonisti, alcuni infortunati sul lavoro che hanno potuto beneficiare degli interventi di sostegno per il reinserimento nella vita di relazione previsti dall articolo 45, punto d del Titolo IV del nuovo Regolamento protesico Il video presenta percorsi di inserimento lavorativo all interno di alcune cooperative sociali: dall accompagnamento all assunzione, fino al contratto a tempo indeterminato. 9

10 l inchiesta Occupazione a ostacoli Pochi e (soprattutto) uomini Secondo l Istat soltanto il 16% dei circa 300mila individui disabili presenti nel nostro Paese tra i 15 e i 74 anni ha un impiego, a fronte del 49,9% del totale della popolazione. Il 72% degli occupati è costituito da uomini e la quota di chi non è mai entrato nel mercato del lavoro è più elevata tra le persone con limitazioni funzionali gravi: il 18,5% contro l 8,8% di chi ha limitazioni lievi. e opportunità di sperimentare periodi di distacco dalle famiglie. Il progetto è ora in fase di attuazione per la parte didattica, mentre per l albergo bisognerà attendere almeno un paio d anni necessari alla ristrutturazione dei locali destinati dal Comune: una caserma adiacente all università, che dovrebbe ospitare anche un centro studi e alcuni servizi universitari, tra cui l ostello e la biblioteca. Nel frattempo al ristorante Tacabanda si va avanti senza sosta: su cinque lavoratori dipendenti, compresi i proprietari, due sono disabili. E poi ci sono i tirocinanti: Alessandro che la sera corre avanti e indietro per la sala, Stefano che durante il percorso formativo è riuscito a ottenere la patente B, Giacomo che ogni mese arriva da Roma. Hanno tratto tutti beneficio dal lavoro al ristorante: soprattutto in termini di fiducia in se stessi e nella propria capacità di guardare in faccia la vita, con le difficoltà e le opportunità che si tira dietro. Per una persona disabile, infatti, il lavoro non è soltanto una questione di soldi. Ancora di più che per i cosiddetti normodotati conta il fatto di potercela fare, di riuscire a portare avanti un impegno, di uscire di casa. Lo sanno bene quelli dell associazione Oltre onlus di Grosseto che ha deciso di lanciarsi in un impresa alquanto insolita: un edicola gestita da persone disabili, aperta sette giorni su sette, dalla mattina alla sera. Dove la disabilità caratterizza l offerta di mercato, senza però inficiare lo spirito imprenditoriale dell iniziativa: vendere più giornali possibile per finanziare gli altri progetti dell associazione. Al momento nell edicola di via Australia, alla periferia della cittadina, si alternano cinque ragazzi tra i 20 e i 35 anni, con varie forme di disabilità, tra cui autismo e sindrome di Down. «Non è un progetto di inserimento lavorativo vero e proprio precisa la presidente di Oltre onlus Irene Sebastiani. L intento è quello di sviluppare l autonomia dei ragazzi non solo attraverso attività occupazionali al chiuso, che sono di supporto specialmente ai genitori, ma mettendoli a con- I ragazzi del progetto Download alle prese con le attività di ristorazione e non solo. Le foto dell inchiesta sono di Roberta Arias e Costantino Pletosu tatto con i cittadini». E l esperimento sembra funzionare, visto che i clienti non mancano e soprattutto si rapportano con i gestori in modo amichevole: perdonando eventuali esitazioni nella consegna dei giornali, perché alla fine meglio un sorriso di più che venti secondi di meno nell espletamento della funzione svolta. Insomma, dal taglio del nastro lo scorso settembre, l attività sembra ormai decollata. Dal punto di vista degli utili, e non solo: «Ho visto molti cambiamenti afferma la presidente. Timidi e insicuri nei primi tempi, i ragazzi si sentono ormai a proprio agio nel servire i clienti. Alcuni sono in grado di muoversi in totale autonomia e, cosa importante, svolgono il proprio lavoro con serietà». Al progetto collaborano anche alcuni operatori sociali e volontari, tra cui il vicepresidente dell associazione, un insegnante di sostegno attualmente senza una cattedra, che ha approfittato del tempo libero legato alla disoccupazione per diventare imprenditore sociale. Aiutando con la sua esperienza quei ragazzi che nei prossimi mesi potrebbero decidere di trasformare un attività cosiddetta occupazio- 10

11 nale in un lavoro in piena regola, con tutti i diritti e i doveri sanciti dalla Costituzione. Ma cosa avviene a tutte quelle persone disabili qualificate che non riescono a trovare un lavoro in linea con il loro corso di studi e le loro aspettative? È un problema che riguarda tanti, soprattutto tra quelli che riescono ad accedere all occupazione attraverso i concorsi per le categorie protette. Trovandosi, non di rado, in un ambiente di lavoro impreparato a rispondere ai loro bisogni tanto quanto a sfruttarne le potenzialità. È il caso di Daniele Regolo, 41 anni, marchigiano, sposato e padre di tre figlie. Sordo dalla nascita, è laureato in Scienze politiche con indirizzo internazionale presso l Università di Macerata e oggi anche iscritto alla facoltà di Sociologia di Urbino. Da alcuni mesi dirige con soddisfazione Jobdisabili, una start up nata con l intento di mettere in contatto datori di lavoro e lavoratori con disabilità. Ma non tutto è filato liscio dall inizio. «Ho sempre vissuto con protesi uditive, che mi hanno agganciato a una vita il più normale possibile spiega. Tuttavia, vivere in un mondo verbale attraverso la sola lettura labiale non è stato sufficiente per partecipare completamente alla vita sociale, e quindi economica. La sordità, pur se invisibile, è una delle disabilità più insidiose e difficili da gestire». Il sogno di Daniele era quello di lavorare in ambito internazionale come previsto (almeno teoricamente) dal suo corso di studi. Le cose, però, sono andate diversamente. Infatti, con la fi- Fish Lazio: quando l eccezione diventa regola «S e la questione lavoro risulta critica per tutti, lo è a maggior ragione per le persone disabili»: non si fa illusioni Dino Baarlam, presidente della Federazione italiana per il superamento dell handicap (Fish) del Lazio, da anni impegnato sulle problematiche legate alla questione occupazione. Tra i problemi evidenziati, la tendenza delle aziende a chiedere l esonero dall applicazione della legge 68 del 1999, che prevede l obbligo di assunzione di lavoratori disabili, e la necessità di rivedere alcuni strumenti normativi, considerati ormai obsoleti. «Il collocamento mirato attraverso le convenzioni ex articolo 11 è diventato la regola e non la deroga. Molte imprese firmano accordi con i Centri per l impiego al solo scopo di rinviare le assunzioni», denuncia Baarlam. In sintesi, per il presidente di Fish Lazio, la possibilità di inserimento mirato dei lavoratori attraverso percorsi ad hoc che possono andare da uno a cinque anni è diventato, sempre più, un sistema per procrastinare le assunzioni da parte delle aziende. «Spesso le convenzioni sono vuote di contenuti insiste. Occorrerebbe limitarne gli ambiti di applicazione». Un ulteriore carenza è poi rappresentata dal sistema degli incentivi: «Attraverso le Regioni, lo Stato dovrebbe permettere maggiori sgravi alle aziende che assumono soggetti con gravi disabilità». [A.P.] 11

12 l inchiesta Occupazione a ostacoli Sordo dalla nascita, Daniele Regolo (nella foto) ha lasciato un impiego a tempo indeterminato nella Pubblica amministrazione per fondare Jobdisabili: un portale web che mira a mettere in contatto le richieste delle aziende con le offerte dei lavoratori disabili. ne dell università e l abbandono di quella rete protetta costituita da amici e familiari, l ingresso nel mondo del lavoro è stato «brutale e mortificante». Giorni difficili, insomma, che Regolo racconta senza retorica: «Lunghi anni di lavoretti disomogenei, quindi un concorso riservato alle categorie protette per diventare impiegato amministrativo in un Azienda sanitaria. Non vinsi, ma mi piazzai sufficientemente bene da essere assunto e collocato allo sportello ospedaliero, mansione totalmente incompatibile con la sordità. Quello che sembrava essere il coronamento di tutte le mie fatiche è diventato il periodo più difficile della mia vita». Due anni di questa vita lo logorarono fisicamente e psicologicamente: quel lavoro cozzava con la sua disabilità ed essere destinato a un altro servizio sembrava una richiesta fuori luogo, quasi si trattasse di un capriccio. «Finalmente, grazie alla legge 104, ho ottenuto il trasferimento in una Asl più vicina alla mia residenza. Questa volta mi collocarono negli uffici, in un ambiente più adatto alle mie caratteristiche. Ma ho capito lo stesso che non era quella la realtà che volevo vivere e che volevo dedicarmi, Un impiego per la vita? Lavoratori disabili a scadenza come tutti Precarietà: se c è una cosa in cui i lavoratori con disabilità sono esattamente come tutti gli altri è la difficoltà di trovare un lavoro per la vita. Lo documenta la sesta Relazione dell Isfol sull inserimento lavorativo delle persone disabili e l attuazione della legge 68 del L indagine, condotta per conto del ministero del Lavoro, attesta infatti l incremento dei rapporti a tempo attraverso lo strumento dell impresa, alla risoluzione di uno dei problemi più gravi della nostra società: il lavoro per le persone con disabilità». Di qui la creazione di Jobdisabili, un portale web che trasferisce le dinamiche del recruiting online nella nicchia dei lavoratori con disabilità. «Ho iniziato da solo racconta Regolo, ma poi l incontro con alcune società di venture capital ha determinato a scapito di quelli a tempo indeterminato, con un sorpasso dei primi rispetto ai secondi. Nel corso del 2011, le assunzioni a termine sono state contro le a tempo indeterminato. L Isfol, tuttavia, registra un andamento positivo nel biennio. Nonostante la crisi e la caduta a picco del 2009, tra il 2010 e il 2011 gli avviamenti al lavoro sono tornati a crescere in tutte le aree tranne quella meridionale: a livello nazionale sono stati 12 permesso la creazione della prima squadra. Il fatto che le società investitrici siano interessate alla nostra idea imprenditoriale rappresenta un ulteriore conferma di quanto sia oggi necessario far diventare la persona fragile un punto di forza dell economia e della società». Ma il progetto è anche più ambizioso: l obiettivo di fondo, infatti, è quello di creare una comunità di lavoratori rispettivamente e nel 2010 e nel 2011, a fronte dei del Nel frattempo cresce anche l uso della formula delle convenzioni tra servizi di collocamento e aziende, che riguarda circa la metà degli ingressi nel mondo del lavoro (49,4% nel 2010 e 51,6% nel 2011). Nei due anni, infine, è diminuito il numero dei datori di lavoro pubblici e privati sottoposti all obbligo di assunzione. [A.P.]

13 con disabilità consapevole della propria forza e capace di generare una rete in grado di favorire scambi e opportunità lavorative. Al momento l impresa è nella fase di lancio, il database è in via di costituzione e la registrazione al portale è ancora gratuita per le aziende. Ma le imprese iscritte sono già una settantina, tra cui anche alcune multinazionali. Nel frattempo si pensa al futuro: «L intento è quello di ampliare il personale e di dare noi per primi un forte esempio di integrazione, costruendo un team composto da persone con disabilità e persone senza disabilità». Della difficoltà di trovare lavoro da parte di una persona disabile è consapevole anche Giuliano Calza, oggi direttore dell Istao- Istituto Adriano Olivetti, business school fondata nel 1967 ad Ancona per l alta formazione di giovani laureati e manager. Pur non avendo avuto particolari problemi personali, il suo è uno sguardo contemporaneamente dall interno e dall esterno. Classe 1970, Calza era il capo dello sviluppo organizzativo nella direzione Risorse umane del gruppo Indesit, dopo aver ricoperto ruoli di responsabilità per varie aziende nazionali e internazionali. Poi sei anni fa un incidente in moto, una lesione alla colonna vertebrale, la sedia a ruote. E un cambio di lavoro, visto che non riusciva più ad assicurare all azienda lo stesso dinamismo di un tempo come, nei casi non così rari di emergenza, raggiungere in poche ore i luoghi più impervi dell Europa. Ma anche un cambio di sguardo: «Pur lavorando sempre nel campo delle risorse umane, per me l integrazione delle persone disabili era soprattutto una questione di quote». Così oggi, quale direttore dell Istao, si impegna per la costruzione di una società in grado di garantire pari opportunità tra persone disabili e non: «Bisogna educare il mondo del lavoro e sensibilizzare le aziende: si dovrebbero spendere più soldi per adeguare gli ambienti lavorativi e meno per i vari selezionatori del personale. Le persone più difficili da collocare sono proprio i disabili motori e i ciechi, perché gli adeguamenti necessari vengono considerati troppo impegnativi dalle imprese. In realtà basterebbero pochi accorgimenti a rendere il luogo di lavoro alla portata di tutti». Del resto, l impreparazione del mondo universitario prima e di quello del lavoro poi non aiuta: «È difficile trovare professionalità di alto livello tra le persone disabili prosegue. Generalmente i giovani non si iscrivono all università e, se lo fanno, considerano il conseguimento della laurea più una soddisfazione personale che un modo per trovare un impiego». Per far capire che disabilità e vita sociale, lavorativa, culturale non sono termini inconciliabili, Calza e sua moglie Cristina Faita hanno fondato l associazione Respect the challenge. Così tutte le volte che possono vanno nelle scuole, nelle università, nelle associazioni a portare il loro messaggio: una persona disabile è un opportunità, non un problema. Anche, e soprattutto, per le aziende. A Grosseto, l associazione Oltre ha aperto un edicola gestita da un gruppo di giovani con disabilità. Il progetto potrebbe trasformarsi in un lavoro vero e proprio. (foto Oltre) 13

14 l inchiesta Occupazione a ostacoli La carica dei lavoratori autistici Sono considerati ineguagliabili in mansioni quali la programmazione o il collaudo di software. Eppure oltre l 80% oggi non trova un impiego. Ma sempre più aziende straniere decidono di assumerli. E non se ne pentono Antonio Storto Da mesi la notizia rimbalza tra siti specializzati e carta stampata. Lo scorso maggio, durante la Sapphire now conference di Orlando (Florida), la Sap colosso multinazionale dell informatica con base in Germania ha annunciato un programma di assunzioni mirate che porterà al reclutamento di 650 lavoratori autistici in tutto il mondo. La cifra non è casuale: entro il 2020, i nuovi assunti copriranno l uno per cento della forza lavoro aziendale, riflettendo così la percentuale d incidenza della patologia tra la popolazione mondiale. Da subito, l azienda ha voluto chiarire che non si tratta di un operazione improntata al welfare o alla beneficenza. In assenza di un deficit cognitivo, infatti, l autismo porta spesso con sé una memoria fotografica e una meticolosità fuori dal comune, che si traducono in una spiccata attitudine verso il calcolo, le applicazioni tecniche e l informatica. Recentemente, una ricerca ha dimostrato come gli individui affetti da forme d autismo ad alto funzionamento abbiano un efficienza di dieci volte maggiore in mansioni quali la programmazione o il collaudo del software. «Se opportunamente formati, questi lavoratori rappresentano un grosso vantaggio competitivo 14 per le aziende spiega Alexandra Seele, portavoce della Sap. Nella nostra sede indiana, dove una sperimentazione è in corso, stiamo assistendo a un netto incremento della produttività». Stupisce, quindi, il tasso di disoccupazione registrato tra gli individui affetti da autismo. Si stima che almeno l 80% dei sette milioni di autistici presenti sul pianeta non abbia un occupazione. «In Inghilterra dichiara Carol Povey la maggior parte degli autistici ricerca attivamente un impiego, ma solo il 15 per cento di loro lavora a tempo pieno». Povey è direttrice del Centro per l autismo della National autistic society (Nas), un orga-

15 nizzazione ramificata in tutto il Regno Unito che, oltre a fornire assistenza e servizi sanitari, si occupa di formazione e inserimento lavorativo per gli individui autistici. «Queste persone continua la direttrice sperimentano grosse difficoltà per trovare e conservare un posto di lavoro, spesso a causa di equivoci circa la natura della loro condizione. Oggi, però, sappiamo che per inserirle al meglio sono sufficienti piccoli accorgimenti, come ad esempio rendere più accessibili i colloqui. Ma, ancor di più, spiegar loro le regole non scritte del posto di lavoro». Più che la capacità di lavorare, infatti, il vero handicap delle persone con autismo riguarda le abilità sociali, e dunque la relazione con i colleghi. «Gli autistici spiega Ilaria Minio Paluello, del laboratorio di Neuroscienze sociali e cognitive dell università La Sapienza di Roma hanno serie difficoltà a comprendere intenzioni e stati d animo degli interlocutori: non interpretano correttamente le espressioni facciali, il tono della voce o il linguaggio del corpo, e non vanno oltre il senso letterale delle parole. Nel 2001, una ricerca ha evidenziato come queste dinamiche rappresentino la prima causa di perdita del lavoro per i disabili». Il supporto ai lavoratori autistici oggi è orientato soprattutto verso il superamento di tali ostacoli. Tra tutte, l organizzazione più attiva è senz altro Specialist people (vedi SuperAbile Magazine giugno 2013), una fondazione nata in Danimarca e presente in otto Paesi del mondo, che si oc- L organizzazione Specialist People è attiva in otto diversi Paesi per l inserimento lavorativo delle persone con autismo nel settore dell informatica (nella pagina precedente). In alto: attivisti della National autistic society, una tra le prime realtà britanniche a fornire una formazione mirata agli autistici 15 cupa di formare parallelamente aziende e soggetti autistici per l inserimento di questi ultimi nel settore dell informatica: il programma di reclutamento in corso alla Sap è opera loro. «Attualmente spiega l amministratore delegato Steen Thyegesen ci stiamo espandendo nel turismo, nelle telecomunicazioni e persino nelle pubbliche amministrazioni». In oltre dieci anni di lavoro, Specialist people ha ampiamente dimostrato che, con programmi di formazione su misura, la peculiarità di un lavoratore autistico può diventare una preziosa risorsa per il mondo del lavoro. Ma a fare scuola, in tal senso, è stata proprio la National autistic society. «L organizzazione spiegano i promotori è nata nel 1962, per volontà di un gruppo di genitori frustrati dalla carenza di servizi e comprensione per i loro figli. Da allora, le nostre attività sono andate convergendo sempre più verso la formazione e l inserimento lavorativo: oggi abbiamo oltre 20mila associati, molti dei quali inseriti con successo nel mondo del lavoro». Con oltre 100 sedi nel Regno Unito, la Nas è stata la prima organizzazione a fornire una formazione mirata agli individui con autismo: «Li seguiamo lungo tutto il percorso che va dalla ricerca di un lavoro fino alla vita aziendale continuano. Spieghiamo loro come compilare un curriculum, come sostenere un colloquio e relazionarsi proficuamente con i colleghi. Parallelamente, abbiamo programmi rivolti alle aziende che siano interessate a ottenere il meglio da loro». La sfida lanciata da Nas e Specialist people oggi viene raccolta da alcune realtà che stanno lavorando con buoni risultati: come la tedesca Auticon, una piccola società di servizi all informatica che impiega esclusivamente lavoratori autistici e ha tra i suoi clienti grandi brand come la Vodafone. Secondo sociologi ed economisti, interventi di questo tipo potrebbero indicare la strada per il welfare del futuro. Uno Stato sociale orientato alla produttività, più che all assistenza tout court.

16 INSUPERABILI Intervista a Tarek Fouad Ibrahim Giocoliere, mangiafuoco e giramondo Prima lavorava in un azienda, ora è un artista di strada conosciuto come Clown a rotelle o Drago. Papà egiziano e mamma bresciana, ha un trascorso nel basket in carrozzina e nell handbike. Il suo sogno nel cassetto? Un bebè e gli Europei di wheelchair dance 16

17 MIchela Trigari Di giorno si dipana tra un naso rosso, trucca-bimbi e palloncini colorati, di sera invece si trasforma: da Clown a rotelle come si fa chiamare per i più piccini a mangiafuoco, alias Drago. Tarek Fouad Ibrahim, 30 anni, è nato in Italia da papà egiziano e mamma lombarda, vive a Capriolo (Brescia) e fa l artista di strada per professione. Una scelta di rottura rispetto al suo vecchio lavoro e alla sua vecchia vita. Ha girato in lungo e in largo per lo Stivale ma si è esibito anche in molte città europee, tra cui Londra, Madrid, Barcellona, Parigi, Amsterdam e Copenaghen. Non ha mai camminato per via di una diplegia spastica neonatale, una delle forme più comuni di paralisi cerebrale infantile connesse a gravidanza o parto. Ha subito vari interventi e fatto anni di riabilitazione, ma non ha mai abbandonato la sedia a ruote. E visto che lo sport gli ha distrutto le spalle ha un trascorso sia nel basket in carrozzina sia nell handbike (è stato anche in nazionale e ha corso con Alex Zanardi), da un po di tempo a questa parte Ibrahim ha dismesso canotta e divisa da ciclista per indossare un bel completo scuro e darsi alla wheelchair dance insieme alla sua fidanzata Sara, che fa la fisioterapista ma che è anche sua partner negli spettacoli di giocoleria (prima c era solo il cane Olga). Tra i suoi atleti-cult ci sono Marco Simoncelli e Giusy Versace; ama la musica di Angelo Carbotti, i suoi film preferiti sono Spiderman e Rambo, adora i programmi tv che fanno ridere e l ultimo libro letto è Il signore degli anelli. Quando è nata questa passione per l arte di strada? Ho iniziato per gioco nel 2005 insieme a un mio amico. Abbiamo fatto un corso di clowneria per bambini, volevamo divertirci e fare i cretini per strada. Poi ho incontrato gli artisti sudamericani del Circo Patuf: è da loro Nella pagina precedente, Tarek e Sara durante uno spettacolo (foto di Marco Ciccolella). Qui sopra, nei panni di Clown a rotelle (foto di Simone Radavelli) che ho imparato a giocare col fuoco. Li ho seguiti in Brasile per otto mesi per specializzarmi con fiamme e cherosene, ma soprattutto per acquisire quelle tecniche di meditazione, preparazione mentale e concentrazione che servono per non bruciarsi. Un hobby che poi è diventato un mestiere: come mai questo salto? Prima lavoravo come impiegato commerciale in una multinazionale alimentare. Ma ero stanco della vita che facevo e così mi sono licenziato. Mi ero appena separato da mia moglie, che non condivideva con me questa passione per la giocoleria. Non avevo più vincoli e più nessuna responsabilità familiare, così sono partito per il Sud America. Per un busker è più fruttifero restare in Italia o andare all estero? Dipende da piazza a piazza e da festival a festival. In Italia ora è tutto un po più magro per colpa della crisi. Ma nel nostro Paese non c è mai stata una gran- 17 de cultura dell arte di strada, che spesso viene ancora vista come una forma di elemosina. Quanto incide la sedia a ruote in questo lavoro e nel rapporto con il pubblico? La carrozzina all inizio incuriosisce, poi crea stupore, ma pian piano svanisce e alla fine il pubblico guarda solo il clown o il mangiafuoco. Se una persona sta bene con se stessa e accetta la propria disabilità, si vede. Pensa di contribuire a dare un immagine diversa della disabilità? Sì, sia per la professione che faccio sia per il carattere che ho. Sono solare, testardo, sono sempre andato avanti contro tutto e contro tutti e non mi abbatto mai. Anche i tatuaggi che ho sono ricchi di significato, rappresentano gli ultimi otto anni della mia vita: il dragone lungo tutta la schiena, perché quando l ho fatto mi sentivo libero e quasi invincibile, mentre la carpa Koi sul braccio è il simbolo giapponese di perseveranza e coraggio. Cosa conta maggiormente nella vita? La testa. Quando funziona, quando si può ragionare e prendere decisioni per conto proprio, va tutto bene. Si può anche essere senza braccia o senza gambe, ma l importante è che non manchi mai la testa. Una cosa che invece proprio non le va giù? Quando la gente ti dice: «Poverino». È una parola bruttissima. Non l ho mai usata e non sopporto chi lo fa. Se la condizione di una persona suscita pietismo può trattarsi di disabilità o di qualcos altro, preferisco chi ti dice: «Mi dispiace». I sogni nel cassetto di Ibrahim Tarek? Un bebè, maschio o femmina non ha importanza (anche se mi piacerebbe che si appassionasse all arte di strada); le qualificazioni per i prossimi Europei di wheelchair dance, visto che io e Sara ci siamo già classificati per gli italiani di Rimini a luglio. E, magari, pure le Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016.

18 cronache italiane Latina Karaoke al centro diurno Il dopo di noi resta Laura Badaracchi mana li accompagniamo in piscina, poi un dilemma per La chiamano sala ricreativa ed è organizziamo giochi a squadre, il cineforum... Ma non c è nulla che uguagli il grande, luminosa, accogliente. Al tanti, troppi genitori. piano terra del centro diurno Raggio di sole, ad Aprilia, questo spazio è Nel paese in provincia di Latina, una karaoke: lo adorano». Ad Aprilia, nell agro aperto tutte le mattine. In un angolo, realtà come questa non è frequente incontrarla: nella zona è un punto di ri- pontino, l associazione maracas e tamburelli, insieme ad altri strumenti musicali; accanto, un computer e tutto l occorrente per un karaoke sta continuando a costruirla pezzo doferimento. L ha fortemente voluta, e Agpha ha aperto una struttura da far invidia ai locali notturni. Poi librerie, tutto ciò che serve per realizzare tori portatori handicap Aprilia), onlus po pezzo, l Agpha (Associazione geni- che vorrebbe far bomboniere e mosaici, la scacchiera. E presieduta da Pasquale Spagnolo, pensionato e padre di Laila: «Abbiamo pen- diventare, in futuro, soprattutto loro, ragazzi e adulti con disabilità che qui possono svolgere varie sato ai nostri figli», dice, aggiungendo la casa dei loro figli attività, affiancati dai volontari e dalla con preoccupazione: «Quale futuro li psicologa Paola Frezza. «Sono una ventina e hanno età molto diverse: dai 23 to i familiari che oggi si prendono cura aspetta quando non avranno più accan- ai 68 anni», racconta. C è chi è più autonomo, altri invece hanno patologie di loro quotidianamente?». Così il censia fisiche che psichiche. «Si impegnano nella comprensione dei testi, sia nella lettura che nella scrittura», riferisce Chi frequenta il centro diurno dell Agpha ama cantare, ballare, la psicologa, che segue il gruppo da sei esercitarsi al computer e fare lavori di anni. Confidando: «Due volte alla setti- artigianato. Foto di Stefano Dal Pozzolo 18

19 tro Raggio di sole vorrebbe diventare una sorta di condominio solidale: tanti piccoli mini-appartamenti che possano far sperimentare l autonomia agli ospiti, e al tempo stesso offrire loro l assistenza sanitaria e sociale di cui hanno bisogno. In un contesto di relazioni amicali consolidate, tra loro e le rispettive famiglie di origine. Non solo: all interno del centro diurno opera anche la cooperativa Le cinque rondini, lavanderia a gettone in cui alcuni ospiti si sono cimentati per un tirocinio lavorativo supportato dai servizi sociali. «L idea è quella di tutelare i disabili, quando possibile, senza fargli vivere il disagio del trasferimento, permettendogli di rimanere nel loro tessuto sociale, non sommando anche questa difficoltà al vuoto lasciato dalla perdita dei genitori», spiega il presidente dell associazione, precisando che con lo stesso progetto, i cui lavori sono partiti nel settembre del 2003, «si evita anche l eccessiva concentrazione di casi particolari, che genera sempre una risposta negativa nella società». Insomma, un esperienza inclusiva a tutti gli effetti, che nei mesi invernali apre i battenti anche agli homeless per la cena, il pernottamento e la colazione. E poi vengono organizzate tante iniziative per raccogliere fondi: dalla vendita di arance ai mercatini con i lavori artigianali realizzati dagli ospiti. Gocce nel mare, perché il debito risulta salatissimo: «Ammonta a 450mila euro, senza contare gli ulteriori lavori che vorremmo avviare in futuro», riferisce Pasquale. Insomma, un cammino tutto in salita, segnato dalla crisi economica e dalla mancanza di sovvenzioni da parte delle istituzioni. Ma al centinaio di soci iscritti la speranza viene dai volontari e dal «numero imprecisato di splendide persone che ci sono vicine: solo grazie a loro è possibile proseguire». Qui Agpha. Fondata 26 anni fa da un gruppo di genitori e altri volontari, l Associazione genitori portatori di handicap Aprilia (in provincia di Latina) ha inaugurato nel 2000 il centro diurno Raggio di sole, che in via Aldo Moro accoglie persone disabili fra i 23 e i 68 anni. Tra i volontari, Maurizio De Vito, ex disoccupato: ogni sabato, con il figlio Federico, affianca gli ospiti nelle attività di lettura e di musica. E d inverno il salone si trasforma anche in luogo di accoglienza per gli homeless: insomma, un crocevia di solidarietà. Info: Agphaonlus.it. [L.B.] 19

20 visti da vicino A tutto volume E Vincenzo riprese la tromba Prima dell incidente Deluci era un musicista di professione. Adesso è presidente di AccordiAbili, un associazione che promuove le tecnologie al fine di avvicinare le persone disabili agli strumenti musicali Ora tiene un corso di musica elettronica, materia in cui si sta specializzando al Conservatorio di Lecce. Inoltre ha in cantiere la registrazione di due progetti discografici con cui ha collaborato di recente The Bumps, un omaggio a Ennio Morricone, e Altre destinazioni, insieme al trio Viaggio, più un lavoro realizzato con il fisarmonicista Antonello Salis prima di diventare «una persona disabile». Questa è la storia di Vincenzo Deluci di Fasano (Brindisi) e della sua speciale tromba adattata. E anche se non è mai stato famoso al pari di Paolo Fresu, prima di quel fatidico incidente stradale che nel 2004 lo ha reso tetraplegico all età di 30 anni, Deluci era comunque un musicista jazz di tutto rispetto: ha fatto parte del tour di Lucio Dalla in Puglia e si è esibito in concerti live con Sergio Caputo, Vinicio Capossela, Renzo Arbore e gli Avion Travel. Dopo essere tornato sul palco ormai quasi quattro anni fa con Viandante. Paradiso-Inferno A/R, uno spettacolo musicale da lui ideato, composto e suonato recitato niente di meno che da Peppe Servillo nelle grotte di Castellana, adesso è presidente di AccordiAbili, un associazione che promuove la ricerca e lo sviluppo di tecnologie in grado di avvicinare le persone disabili all utilizzo di uno strumento musicale indipendentemente dalle proprie possibilità fisiche. Da qui il progetto emotion e la collaborazione con «un gruppo di sognatori», come li defini- 20 sce lui stesso: alcuni amici e ingegneri, il team di Informatici senza frontiere onlus e il musicista Giuliano Di Cesare. L obiettivo? Creare alcuni prototipi di strumenti musicali adattati. Prime fra tutti le due trombe suonate dallo stesso Deluci: la slide trumpet, quella iniziale a scivolamento della mano (l unico movimento che gli è rimasto è infatti quello dell avambraccio mentre le dita sono paralizzate) e l ultima con cui il trombettista pugliese riesce a muovere i pistoni «attraverso il joystick della carrozzina elettrica e un sistema di fili e sensori collegati a una scheda per pc». Ma c è anche una tromba ad aria compressa e poi «fingers drums, un guanto pensato per un ragazzo disabile di San Marino che emula i suoni della batteria (piatti e grancassa compresi) semplicemente muovendo le dita, un clarinetto adattato per un giovane musicista sardo e infine un nuovo pro-

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