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1 Consultazione pubblica in merito agli aspetti regolamentari relativi all assetto della rete di accesso fissa ed alle prospettive delle reti di nuova generazione a larga banda CGIL, CISL, UIL e SLC, FIStel, UILCOM partecipano, con questo documento, che segue l incontro avuto con l AGCOM, alla consultazione aperta dall Autorità Garante per le telecomunicazioni sul nuovo assetto che si intende dare alla rete di accesso, perché convinti di poter dare un contributo utile alla migliore soluzione possibile e per proseguire, anche a questo livello, l iniziativa sindacale già in corso nel settore, per la difesa e lo sviluppo dell occupazione e dei diritti contrattuali dei lavoratori. Anche per il Sindacato, così come è indicato nei documenti dell Autorità a base della consultazione, prima di entrare in questioni più di merito, è utile fare un analisi dei dieci anni, ormai trascorsi, di liberalizzazione del settore delle tlc. Gli elementi che hanno caratterizzato questo decennio sono: a) a) la nascita di un alto numero di imprese (comunque molto inferiore a quelle che chiesero inizialmente la licenza). b) b) Una forte discesa dei prezzi (- 15% negli ultimi sei anni), al contrario di ciò che è avvenuto in altri servizi c) c) Investimenti inadeguati sulla rete sia da parte dell incumbent che da parte degli altri operatori con una conseguente insufficiente qualità dei servizi d) d) una forte litigiosità fra i diversi operatori e) e) un calo complessivo dell occupazione nel settore e una maggiore precarizzazione del lavoro dovuta principalmente a fenomeni di outsourcing. Il bilancio è, come si evince, a luci e ombre. Ad esso vanno aggiunte le forti criticità emerse con la privatizzazione di Telecom Italia, che ha comportato un forte indebitamento del Gruppo e una forte instabilità dell assetto azionario e di controllo, che ha avuto come effetto negativo insufficienti investimenti sulla manutenzione della rete e un forte ridimensionamento dei livelli occupazionali. L indebolimento sul piano finanziario ed industriale, ha comportato la perdita di ruolo competitivo interno e soprattutto internazionale del Gruppo Telecom. La carenza di una politica industriale nel settore si è evidenziata anche nel fatto che ormai tutti i competitori dell incumbent sono ormai di proprietà di Gruppi esteri, e c è stato il rischio che anche Telecom si avviasse sulla stessa strada, con conseguente perdita per il nostro Paese di un assett fondamentale.

2 La soluzione proprietaria recentemente trovata, operativa dopo il parere dell autorità europea, risponde per alcuni aspetti alle nostre aspettative di mantenere il controllo dell impresa in Italia e l individuazione di un partner europeo che potrebbe far assumere a Telecom un ruolo e una dimensione più internazionale dell attuale. Permane, comunque, l esigenza di capire la strategia e la vocazione industriale di Telecom, requisito fondamentale per lo sviluppo, gli investimenti e l occupazione. Per tali motivi CGIL, CISL, UIL e SLC, FIStel, UILCOM osservano che le questioni che occorre affrontare sono sia di carattere regolatorio che di politica industriale e chiamano in campo sia le responsabilità dell Autorità del settore e quelle del Governo. Responsabilità e competenze che sono diverse e tali debbono rimanere. A tale proposito, sono positive le intenzioni dei Ministri Bersani e Gentiloni di reperire risorse aggiuntive da destinare alle infrastrutture dei territori dove non esiste convenienza per le imprese private ad investire. Occorre, però, più chiarezza sulle politiche da mettere in atto per favorire lo sviluppo di convergenze di tecnologie e di trasmissione (convergenza di più piattaforme, integrazioni di reti fisse, mobili, wi-max, satellitari ecc) per un uso socialmente orientato alla eliminazione progressiva del digital-divide (a partire dall uso delle frequenze per il wi-max che rappresentano una risorsa scarsa), perché gli attuali piani di copertura della banda larga sono insufficienti per quantità di popolazione raggiunta e tempi differenziati di realizzazione. Inoltre, va implementata una maggiore integrazione di servizi a valore aggiunto che va favorita lungo l intera filiera. Il Sindacato Confederale e di Categoria ritiene importante l adozione, da parte dell AGCOM, di un metodo che potremmo definire di regolazione progressiva, in ragione di un criterio di adattabilità ai continui cambiamenti tecnologici tipici del settore delle telecomunicazioni. Per quanto riguarda le regole, il sindacato Confederale ritiene che il perimetro della rete coinvolto, che dovrebbe andare verso una separazione funzionale, debba riguardare la Rete d Accesso (Rete dalla Centrale al cliente, divisa in Rete di distribuzione Primaria e Secondaria) e i servizi correlati. Un eccessivo allargamento del perimetro coinvolto nella separazione funzionale, potrebbe provocare delle negative ricadute occupazionali e incidere in un segmento in cui sono presenti le migliori professionalità. Le modalità regolatorie dovranno prevedere forti investimenti dell incumbent e degli operatori alternativi (OLO). E necessario 2

3 investire sulla manutenzione dell attuale rete in rame per assicurare la qualità del servizio per lo sviluppo dei VAS in attesa dell evoluzione delle reti di nuova generazione (NGAN) e della loro regolamentazione. Tutta la strumentazione e le politiche regolatorie disponibili (ULL, Shared Access,Naked) possono essere riconfermate, favorendo però una remunerazione graduale delle vendite all ingrosso che tenga conto degli investimenti in infrastrutture, della loro manutenzione, dell aumento della capacità trasmissiva tra centrali locali ed armadietti connessa ad investimenti specifici. Attualmente l AGCOM è tenuta a normare gli assetti esistenti e, invece, le evoluzioni, anche teconologiche, solo per grandi linee. Si riterrebbe opportuno che in futuro l Autorità possa avere il potere di indirizzare le evoluzioni del settore in maniera preventiva, a fronte di scenari più certi e chiari. Tale politica regolatoria va, in ogni caso, inquadrata nelle nuove Architetture di Rete, nelle diverse possibili modalità di convergenza tra tecnologie fisse e mobili, nelle semplificazioni di Architettura previste, nelle nuove modalità di accesso per la gestione diretta del cliente che determinano l investimento infrastrutturale degli OLO. Di conseguenza, occorrerà fare evolvere anche il tema tariffario. E interessante e meritevole di approfondimento, a questo proposito, l ipotesi di trattamenti differenziati in ragione del livello di infrastrutturazione raggiunto e di servizio offerto. Per quanto riguarda l Assetto di Telecom Italia ci sentiamo di escludere tra le ipotesi in Consultazione la Separazione Strutturale e Proprietaria della Rete di Accesso in favore delle altre due indicate da AGCOM e segnatamente il rafforzamento delle misure di Separazione Contabile e Amministrativa (Delibera 152/02) e la Separazione Funzionale attraverso la costituzione di una Divisione/Unità di Business, eventualmente riconoscendo elementi di nuova e diversa remunerazione per sostenere tali integrazioni con nuove e meno vincolanti norme sulla vendita retail per il gruppo Telecom. Per quanto riguarda le modalità, riteniamo che sia preferibile un accordo tra Telecom Italia e AGCOM dopo la consultazione pubblica (negoziazione agevolata) evitando una imposizione dell Autorità per le TLC (fermo restando la legittimità dei nuovi poteri previsti dall emendamento del Governo in discussione in Parlamento). Questo favorirebbe un confronto preventivo con il Sindacato Confederale e di Categoria delle telecomunicazioni. Occorre maggiore certezza per i tempi perché il Paese ha bisogno che si scelga chiaramente una strada di ammodernamento tecnologico delle Infrastrutture di Telecomunicazioni e Comunicazione Digitale. Inoltre, devono essere chiari e definiti i tempi entro i quali si definiscono e si attuano le Nuove Regole di Accesso e il Trattamento Paritario. 3

4 Rispetto ai tempi (sia degli investimenti,sia di avvio delle nuove Regole) risultano insufficienti sia il Piano industriale di Telecom Italia, che i piani di investimenti degli OLO. Qualora si addivenisse a un nuovo quadro di Regole in materia di Accesso all Infrastruttura, occorre definire un allentamento degli attuali obblighi in materia di servizi in capo a Telecom Italia (tempi di presentazione delle offerte commerciali, replicabilità delle offerte commerciali, price cap etc). Ciò comporta una revisione della stessa Normativa Europea in materia di Mercati Rilevanti (Raccomandazione CE/ 2003) e controlli ex ante nonché il graduale passaggio a strumenti di controllo antitrust che devono essere veloci e in grado di reprimere i comportamenti scorretti, in particolare guardando in prospettiva a meccanismi diversi di remunerazione del bit stream, per la nuova rete. A questo tema è collegata la questione della remunerazione degli investimenti nelle nuove infrastrutture. La Domanda di nuovi servizi va incentivata dalla Pubblica Amministrazione e dal Sistema delle Imprese. Per l ammodernamento tecnologico della P.A. occorre che siano previsti forti investimenti, che dovrebbero essere già contemplati nel prossimo DPEF. Occorre ricercare risorse aggiuntive a quelle delle imprese per investire nei territori più disagiati e difficili da raggiungere, coordinare i piani delle imprese private con quelli di derivazione pubblica (anche attraverso interventi che rendano più economici gli scavi e le pose di fibra), come da ultimo ha indicato il Parlamento europeo approvando il 19 giugno scorso la specifica relazione sulla diffusione della banda larga. Le risorse necessarie all ammodernamento delle infrastrutture vanno ricercate anche attraverso adeguate politiche tariffarie (costi di terminazione). Per il Sindacato confederale costituisce un tema di interesse e di sicuro approfondimento quello della Progettazione delle Nuove Reti di Accesso in fibra ottica e delle migliori soluzioni di Architettura di Rete. In merito è da verificare la possibilità che il Progetto veda una fase di confronto tra gli operatori e successivamente con le istituzioni (Governo, Conferenza Stato Regioni Enti Locali). A tal fine è interessante, e potrebbe essere adottato anche nel nostro Paese, l esperienza Francese degli Investimenti in Pool, anche in riferimento alla messa in comune di reti tecnologiche su cui vi è già stato un forte investimento da parte degli operatori (umts e sue evoluzioni). il sistema delle reti per garantire il nuovo servizio universale deve incorporare i nuovi servizi in Banda Larga garantendo a tutti i cittadini una velocità minima di connessione che in una prima fase non potrà essere 4

5 inferiore, come sottolineato da diversi esperti, ai 25/50 Mbps sia in down che in upstreamning per i prossimi 4-5 anni, anche al fine di agevolare un aumento della domanda di nuovi e più avanzati servizi per i cittadini e per le imprese, affinchè, con i tempi necessari, ci sia l abbattimento del Digital Divide, come si è impegnato a fare il Governo in concorso con gli Enti Locali, entro la fine della legislatura. In ogni caso, vanno escluse scelte di differenziazione delle tariffe e della qualità del servizio tra utenti retail e clienti business. Anche l assegnazione delle frequenze WI MAX deve tenere conto e possibilmente sanare il digital divide nelle aree depresse ed essere strumento per garantire il servizio universale. Con questo documento, che CGIL, CISL, UIL, SLC, FIStel, UILCOM portano alla informativa di categoria e più in generale nei territori con le istituzioni e la società civile, si intende rispondere ai quesiti della consultazione indetta da AGCOM. I nodi industriali indicati richiedono, al di là della Consultazione, una forte interlocuzione a tutti i livelli istituzionali a partire dal Governo, perché è in discussione una infrastruttura determinante per lo sviluppo dell intero paese. Le Segreterie confederali CGIL CISL UIL N. Rocchi A. M. Furlan P. Pirani Le Segreterie delle Federazioni di categoria nazionali SLC FIStel UILCOM E. Miceli A. Giacomassi B. Di Cola 5

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