Aspetti normativi ed incentivi nel settore delle agroenergie
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- Giacinto Bonfanti
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1 Aspetti normativi ed incentivi nel settore delle agroenergie Andrea Bordoni Servizio Agricoltura, Forestazione e Pesca Verso il PSR Marche Focus Ecosistema, energia e clima Osimo, 25 Ottobre 2013
2 Aspetti normativi ed incentivi nel settore delle agroenergie Panoramica indirizzi nazionali e regionali Normativa incentivi e autorizzazioni Aspetti tecnici delle filiere
3 Basi giuridiche degli obiettivi europei e nazionali Dir 2009/28/CE ( Obiettivo ) Strategia Energetica Nazionale (Agosto 2013) Piano di Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili (giugno 2010) DM 15 marzo 2012 «Burden Sharing» PEAR Marche (2005, in corso di aggiornamento)
4 Piano di Azione Nazionale (PAN) per la biomassa Il Piano di Azione Nazionale (PAN) fornisce indicazioni per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla Direttiva 2009/28/CE. Per l Italia sono previsti i seguenti obiettivi vincolanti: ridurre del 13% le emissioni di gas effetto serra entro il 2020 rispetto al 2005; portare al 17% la quota dei consumi da fonti rinnovabili/consumi finali; ridurre del 20% i consumi di energia entro il 2020 rispetto al Obiettivi al 2020 per tutte le fonti rinnovabili (FER)
5 Piano di Azione Nazionale (PAN) per la biomassa Il contributo della biomassa al 2020 Nel PAN si è dato fiducia alle biomasse sia nel comparto elettrico che in quello termico anche se sono state sottostimate le potenzialità Elettrico Biomasse 20% di tutte le FER Termico Biomasse 50% di tutte le FER Consumi termici sfuggiti alle statistiche ufficiali (consumo domestico di legna da ardere) Si ritiene che il peso delle biomasse sia molto più consistente e che il settore primario è il primo che può ambire all autosufficienza energetica mediante rinnovabili
6 Piano di Azione Nazionale (PAN) per la biomassa Tutte le FER, esclusa la geotermia, hanno superato l obiettivo del PAN, per l anno di riferimento Nel primo semestre 2012, le FER in Italia hanno prodotto circa il 27% di energia elettrica, raggiungendo e superando il target del 26% al 2020 prefissato dal PAN settore Obiettivi PAN al 2020 (%) risultato 2011 (%) risultato 2012 (%) elettrico 26 23,5 27 termico 17 11,0 trasporti 10 4,7 Le Marche, nell anno 2011 hanno raggiunto il 16% di energia elettrica da FER TOT 17 11,5 Efficienza energetica 2010 negawatt 47,8 TWh/anno contro i 35,6 TWh/anno (target)
7 DM 15 marzo 2012 Burden Sharing Lo scenario Burden Sharing e gli obiettivi 2020 L obiettivo italiano del 17% della quota dei consumi da fonti rinnovabili è stato ripartito a livello regionale con il DM 15 marzo 2012 (c.d. DM burden sharing). In particolare, il DM assegna alla Regione Marche la quota del 15,4%. Il perseguimento dell obiettivo al 2020, richiede alla Regione Marche indicativamente: di incrementare del 124% il consumo di energia elettrica da fonti rinnovabili passando da 60 Ktep a 134 Ktep (FER E); di incrementare del 1095% il consumo di energia termica da fonti rinnovabili passando da 34 a 406 Ktep (FER C); di ridurre i consumi finali lordi del 3% passando da Ktep a Ktep (CFL);
8 Energie Rinnovabili Reg. Marche Produzione totale di energia da fonti rinnovabili anni GWh TOTALE , ,30 Fonte: dati TERNA Notevole aumento fotovoltaico, diminuzione produzione idroelettrica e limitato aumento delle biomasse
9 Normativa nazionale: autorizzazioni ed incentivi Dir 2001/77/CE: promozione energia elettrica da fonti rinnovabili Dir 2009/28/CE: abrogazione dir 2001/77/CE energia da fonti rinnovabili D.Lgs n.387 del 29 dicembre 2003: Recepimento della Dir 2001/77/CE D.Lgs n. 28 del 3 marzo 2011: attuazione della Direttiva 2009/28/CE Autorizzazioni Autorizzazioni ed incentivi
10 Normativa nazionale ed incentivi Elettrico Decreti attuativi del DLgs 28/2011 sulle modalità di incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili: Produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico DM 6 luglio 2012 GURI n. 159 del 10/07/2012 Energia elettrica prodotta da fonte solare fotovoltaica - DM 6 luglio 2012 GURI n. 159 del 10/07/2012 Termico Decreto Sviluppo Economico del 28/12/12 - Conto termico Incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni. Pubblicato in G.U. n. 1 il supplemento ordinario. Decreto Sviluppo Economico del 28/12/12 Certificati Bianchi. Pubblicato in G.U. n. 1 supplemento ordinario.
11 DM 6 luglio 2012 incentivi produzione energia elettrica da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico I meccanismi di accesso agli incentivi Accesso Potenza Accesso diretto senza registro Iscrizione al registro (nei limiti predeterminati di potenza annua) Partecipazione a procedure d asta (nei limiti predeterminati di potenza annua) Eolici 60Kw Idroelettrici Kw Biogas 100 kw Biomasse 200 kw Impianti delle PA con max potenza doppia di quelli sopra Impianti previsti dai progetti di riconversione del settore bieticolosaccarifero Tutti gli impianti compresi tra le taglie sopra descritte e 5000 kwp Maggiore 5000 kwp
12 DM 6 luglio 2012 incentivi produzione energia elettrica da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico Per accedere al registro occorre: titolo autorizzativo preventivo di connessione accettato I meccanismi di accesso agli incentivi Contingenti MW MW MW Ad ogni registro viene messo a disposizione l intero contingente annuale (nel 2012 entro il 6 dicembre, nel 2013 entro il 31 marzo) Eolico on shore Eolico offshore Idroelettrico Geotermoelettrico Biomasse, biogas e bioliquidi sostenibili, gas di depurazione e gas di discarica Rifiuti Oceanica 3 0 0
13 DM 6 luglio 2012 incentivi produzione energia elettrica da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico Tariffe incentivanti Fino al 31/12/2012 Tariffa omnicomprensiva = 0,28 cent /kwh durata 15 anni Dal 01/01/2013 Tariffe distinte per potenza e dieta di alimentazione, durata 20 anni DIETA POTENZA (kw) a) Prodotti di origine biologica 1< P 300 b) Sottoprodotti di origine biologica 300 < P < P c) Rifiuti organici (FORSU) < P P > Premialità in aggiunta alla tariffa base: - Rimozione azoto - Cogenerazione ad alto rendimento - Teleriscaldamento - Se emissioni rientrano in limiti descritti nella tabella del DM
14 DM 6 luglio 2012 incentivi produzione energia elettrica da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico Tariffe incentivanti Esempio di analisi economica impianto biogas da 250 kw Calcolo incentivo: 250 kwe * 8000 h funzionamento = kwh * 0,236 = /anno Costi investimento ed esercizio: /anno Ricavo netto: /anno Tempi di ritorno dell investimento: 5-6 anni Cumulabilità Max 40% del costo dell investimento, per impianti di potenza elettrica fino a 1 MW, di proprietà di aziende agricole o forestali;
15 DM 6 luglio 2012 incentivi produzione energia elettrica da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico Prodotti di origine biologica Legno-energia SRF (arboree: pioppo, salice, robinia, erbacee: miscanto, panico, cardo) legno forestale Biogas-energia mais, sorgo, triticale Olio-energia girasole, colza, soia palma, cocco
16 DM 6 luglio 2012 incentivi produzione energia elettrica da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico Sottoprodotti di origine biologica 4 categorie di sottoprodotti 1- sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano 2- sottoprodotti provenienti da attività agricola, di allevamento, dalla gestione del verde e da attività forestale (potature, residui del bosco e del verde urbano, etc.) 3- sottoprodotti provenienti da attività alimentari e agroindustriali (pula riso, buccette pomodoro, sansa, etc.) 4- sottoprodotti provenienti da attività industriali (segatura, scarti lavorazione non trattati, etc.) IMPORTANZA DEL MIX DI MATRICI PER IL BIOGAS E LE BIOMASSE! se prodotti di origine biologica vengono utilizzati per una percentuale non superiore al 30% in peso del totale: è comunque attribuita la tariffa degli impianti totalmente alimentati da sottoprodotti. cumulabilità
17 DA n. 62/ ANI Individuazione di aree non idonee alla installazione di impianti di produzione di energia elettrica da biomasse «nelle aree produttive e agricole, ricadenti nelle aree interessate da produzioni agricolo - alimentari di qualità (produzioni DOC, DOCG, IGT, DOP, IGP ), la realizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da biogas e da biomassa è consentita se la biomassa, diversa dai sottoprodotti e proveniente da colture dedicate, prodotta nel territorio regionale, non supera il 30% in peso. Tale condizione non si applica agli impianti alimentati con biomassa forestale proveniente dal territorio regionale. Per gli impianti alimentati a biogas di potenza inferiore o uguale a 250 kwe o a biomassa di potenza inferiore o uguale a 200 kwe è consentito l utilizzo delle colture dedicate autoprodotte da aziende singole o associate, fino al limite massimo del 50% in peso, in rotazione almeno triennale, con colture alimentari ( food e feed )»
18 Indicazioni per la definizione dei sottoprodotti Dlgs 152/2006 (art. 184-bis e 185) Dlgs 4/2008 (art. 2, comma 22) Legge 129/2010 (art. 1, comma 3) DM 3 dicembre 2010 n. 205 Dlgs 3 marzo 2011 n. 28 MODIFICHE Art. 184-bis del D. Lgs 3 aprile 2006, n. 152 Sottoprodotti utilizzati in impianti aziendali o interaziendali oppure ceduti a terzi e dagli stessi utilizzati Purchè la sostanza non è il prodotto principale di un processo produttivo sia certo che la sostanza sia utilizzata non deve essere ulteriormente trattata soddisfa requisiti riguardanti la protezione della salute e dell ambiente
19 DM 28 dicembre 2012 Conto Termico Tipologie impianti e potenze Interventi per l efficientamento energetico = solo per le PA Sostituzione impianti alimentati a fonte fossile con caldaie a biomassa = privati, imprese e PA Nuova installazione con impianti a biomassa = solo per le aziende agricole Sostituzione impianti a GPL con impianti a biomassa = solo per le aziende agricole in aree non metanizzate e se impianti a basse emissioni o o Per caldaie fino a 35 kwt incentivo durata 2 anni Per caldaie da 35 kwt a 1000 kwt incentivo durata 5 anni o Da 500 kwt a 1000 kwt iscrizione a registro e contingente non superiore a 7 M per le PA e 25 M per i privati
20 DM 28 dicembre 2012 Conto Termico Calcolo incentivo Pn = potenza termica nominale I = Pn*Hr*Ci*Ce Hr = quantità di energia termica oraria (6 fasce climatiche) Ci = coefficiente di energia termica dell impianto Ce = coefficiente premiante per riduzione emissioni Esempio di calcolo incentivo caldaia a cippato da 100 kw Caldaia a cippato 100 kw, Comune in zona E (1.700 ore di riscaldamento), emissioni di Particolato < 40 mg (Ce=1) I tot = 100 x 1700 x 0,02 x 1 = x 5 anni = Costo caldaia = Cumulabilità Non cumulabile con altri incentivi statali, salvo fondi garanzia, fondi rotazione e contributi in conto interesse. Solo per edifici pubblici ad uso pubblico l incentivo può essere cumulato con contributi in conto capitale
21 DM 28 dicembre 2012 Certificati Bianchi - TEE Tipologie impianti e beneficiari Efficientamento energetico negli usi finali Soggetti obbligati: distributori di energia per oltre utenti Soggetti volontari: distributori non obbligati, società collegate con i soggetti obbligati, società con energy manager Calcolo incentivo e durata Valore economico determinato dal mercato = attualmente /TEE (tep) Durata = 5 anni di base, 8 anni per gli interventi sull involucro edilizio Cumulabilità Non cumulabile con altri incentivi statali, salvo fondi garanzia, fondi rotazione e contributi in conto interesse. Solo per edifici pubblici ad uso pubblico l incentivo può essere cumulato con contributi in conto capitale
22 Piani e programmi regionali Piano Energetico Ambientale (PEAR) della Regione Marche (del 2005, in corso di aggiornamento, pubblicazione bozza del 22/07/2013) Delibera Amministrativa dell Assemblea Legislativa Regionale n. 62/2013 Individuazione di aree non idonee alla installazione di impianti di produzione di energia elettrica da biomasse DGR n del 01 agosto 2012 indicazioni per il procedimento di autorizzazione unica, per la gestione dei prodotti in uscita dagli impianti ed attuazione stralcio del Piano di Azione per la limitazione delle emissioni inquinanti nei Comuni in zona A
23 PEAR documento aggiornamento in corso di lavorazione Come il PEAR prevede di intervenire per raggiungere gli obiettivi indicati? Il trend attuale di riduzione dei consumi e di crescita delle rinnovabili non è sufficiente per aggiungere gli obiettivi 2020 (slide valutatore) Incremento produzione di energia da FER Obiettivi ripresi dall aggiornamento del PEAR 2005 Cogenerazione e trigenerazione (anche se ci sono spesso problemi di sostenibilità economica) riduzione dei consumi energetici delle strutture produttive in generale, comprese le strutture agricole Impianti eolici?? Il PEAR indica come prioritario il comparto rinnovabili (soprattutto biomasse) per energia termica
24 Azioni specifiche a carico del FEASR previste dall Aggiornamento PEAR Marche Impianti di cogenerazione o trigenerazione (FESR+FEASR) PEAR documento aggiornamento in corso di lavorazione Piattaforme logistiche e reti per la raccolta da filiera corta delle biomasse da conferire agli impianti Sistemi intelligenti di stoccaggio asserviti a impianti di produzione da FER (FESR+FEASR) Impianti alimentati da biogas e da reflui zootecnici e sottoprodotti provenienti da filiera corta Incentivi alla gestione forestale attiva e alla pianificazione forestale aziendale Sistemi di raccolta e trattamento di biomasse vergini locali per la produzione di calore in impianti a elevato rendimento e basse emissioni Impianti di produzione di energia da biomasse provenienti da gestione forestale attiva e da sottoprodotti Favorire (obbligare) il settore agricolo, all utilizzo di biomasse per il riscaldamento delle serre, locali e per il processo, in particolare con autoproduzione di materia prima legnosa o vegetale Da considerare il contributo del FEASR anche per alcune Azioni di «competenza» FESR/FSE: Impianti per la produzione di energia da FER Attività formative per qualificazione capitale umano per gestione energetica Sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento
25 Iter autorizzativo D.LGS 28 (3 marzo 2011) Il quadro autorizzativo prevede tre categorie: A) impianti considerati a edilizia libera e a semplice comunicazione; B) impianti realizzabili mediante procedura abilitativa semplificata; C) impianti soggetti ad autorizzazione unica. TIPOLOGIA DI IMPIANTO Operanti in assetto cogenerativo Realizzati in edifici esistenti, a condizione che non alterino i volumi e le superfici, non comportino modifiche delle destinazioni d uso, non riguardino le parti strutturali dell edificio, non comportino aumento delle unità immobiliari e non implichino incremento dei parametri urbanistici POTENZA 0 50 kwe kwe SEMPLICE COMUNICAZIONE Operanti in assetto cogenerativo Alimentati da biomasse Alimentati da gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas kwe kwt kwe kwe PROCEDURA ABILITATIVA SEMPLIFICATA PAS Altri casi in cui non si prevede cogenerazione e recupero di energia termica AUTORIZZAZIONE UNICA (Conferenza dei servizi)
26 Iter autorizzativo PAS Presentazione della domanda in Comune Autorizzazione Unica Presentazione della domanda in Regione (o in Provincia) Entro 30 gg il Comune emana l ordine motivato di non effettuare gli l interventi Dopo 30 gg silenzio-assenso Entro 30 gg l amministrazione convoca la Conferenza di Servizi l interessato ha la facoltà di ripresentare domanda Avvio del procedimento Improcedibilità
27 Iter autorizzativo Valutazione Impatto Ambientale Marche Legge Regionale n. 7/2004 modificata dalla 3/2012 Sentenza Corte Costituzionale n. 93/2013 Dichiarata parzialmente incostituzionale Abolizione soglie per screening Italia D. Lgs n. 152/2006 Decreto sotto infrazione Europa Dir 2011/92/UE Attualmente Per qualsiasi tipo di potenza di impianto di produzione di energia (no autoconsumo) Domanda in Provincia per procedura di screening (verifica di assoggettabilità a VIA prevalutazione ambientale)
28 Filiere possibili nella Regione Marche Filiere centrate sull azienda agricola o sue aggregazioni A.1 - Filiera legno-energia per la produzione di calore con caldaie di piccole/medie dimensioni; A.2 - Filiera legno - energia per la produzione di biocombustibili (pellet); A.3 - Filiera olio-energia di piccole/medie dimensioni per la produzione di biocombustibili (olio) o elettricità e/o calore; A.4 - Filiera del biogas per la produzione di elettricità e/o calore. Filiere centrate su sistemi agro-industriali B.1 - Filiera colture ligno-cellulosiche - energia con impianti di medie/grandi dimensioni per la produzione di elettricità; B.2 - Filiera olio-energia di medie/grandi dimensioni per la produzione di elettricità; B.3 - Filiera olio-energia per la produzione di biocombustibili (biodiesel).
29 Filiera legno-energia Costo investimento: caldaie /kwt pirogassificatore kw Difficile approvvigionamento della biomassa forestale (scarsa fruibilità e viabilità delle infrastrutture forestali) Scarsa redditività cippato e concorrenza con altri utilizzi del prodotto legno Scarsa capacità di aggregazione dei diversi soggetti della filiera Incerta accettabilità sociale Opportunità Forte potenzialità di sviluppo della filiera Notevoli benefici in termini occupazionali, ambientali, economici e sociali Possibilità di valorizzare i sottoprodotti (manutenzione incendi boschivi, alvei fluviali, etc.) Forte contributo al raggiungimento degli obiettivi del PEAR e del Burden Sharing Criticità
30 Filiera biogas-energia Costo investimento: 3500 /kwe per impianti medio-grandi (superiori ad 1 MW) 7500 /kwe per impianti piccoli ( kwe) Opportunità Buona integrazione di reddito aziendale Valorizzazione dei sottoprodotti aziendali e agroalimentari Valorizzazione dell effetto fertilizzante ed ammendante del digestato Possibile futuro sviluppo del biometano Criticità Scarsa diffusione di allevamenti (scarsa disponibilità di effluenti allevamento) Incertezza normativa sull utilizzo incerto del digestato Ostacolo derivante dalla difficile accettabilità sociale
31 Filiera olio-energia Costo investimento 1000 /kwe Opportunità Quota obbligatoria di miscelazione dei biocarburanti con i combustibili fossili Valorizzazione dei sottoprodotti della filiera (panello e farine per alimentazione o per produzione di energia, glicerina da biodiesel per industria farmaceutica o alimentare) Criticità Mercato olio importato prezzi più competitivi di quello prodotto in Italia Scarsa convenienza economica alla produzione di biocarburanti di I generazione dovuta anche alla forte riduzione degli incentivi Dubbia sostenibilità ambientale dei biocarburanti di I generazione Scarso sviluppo tecnologico dei biocarburanti di II generazione
32 Grazie dell attenzione
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