Evolvere e governare. il rapporto tra Impresa e comunità finanziaria. INITWEB S.r.l. Rivenditore Autorizzato

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1 Evolvere e governare il rapporto tra Impresa e comunità finanziaria. INITWEB S.r.l. Rivenditore Autorizzato

2 Uno sguardo alle banche italiane SEMPRE MENO E SEMPRE PIU DIGITALI Nel 1996 in Italia erano presenti 938 istituti bancari. Nel 2014 il loro numero è sceso a 663. Tra questi oltre 150 istituti appartengono a 75 gruppi, 148 sono banche private o popolari di piccole e medie dimensioni e circa 365 sono banche di credito cooperativo, spesso dotate di una sola filiale. Tra il 2008 ed il 2014 il numero dei dipendenti bancari e quello degli sportelli sono diminuiti rispettivamente di circa e unità. Il trend per i prossimi anni prevede un ulteriore concentrazione degli istituti e razionalizzazione delle reti commerciali. In Italia ci sono ancora 54 sportelli ogni abitanti, contro una media europea pari a 36. Circa la metà dei finanziamenti viene erogato dai primi cinque gruppi: Intesa Sanpaolo, Unicredit, MPS, UBI, Banco Popolare. I clienti che privilegiano il canale on line sono ormai 25 milioni e circa la metà dei bonifici avviene tramite web. Relazione Annuale Banca d Italia 2014, Sportelli bancari e nuovi modelli distributivi - KPMG Advisory, Aprile 2013 Il credito alle imprese SOLO DALLE BANCHE MA COL BRACCIO CORTO I debiti bancari rappresentano oltre il 60% dei debiti finanziari delle imprese italiane, mentre rappresentano meno del 50% dei debiti finanziari delle imprese tedesche, il 38% delle francesi ed il 30% di quelle anglosassoni. Questa percentuale è in calo per le imprese europee mentre rimane costante per le imprese italiane. Nonostante l elevata esposizione del sistema bancario italiano nei confronti delle imprese, solo il 18,7% del credito intermediato dalle banche finisce alle Piccole e Medie Imprese (PMI), contro il 21,1% di quello francese, il 22,1% di quello inglese ed il 22,2% di quello statunitense. Secondo dati dell Associazione Bancaria Italiana (ABI) a Marzo 2014 il c.d. funding gap, ovvero la differenza tra quanto raccolto dalle banche con i depositi e quanto erogato con gli impieghi a famiglie e imprese ha raggiunto il picco di 130 miliardi. Le banche italiane raccolgono miliardi e ne distribuiscono a famiglie ed imprese 1.850, finanziando la differenza con costose emissioni. Quale mercato dei capitali per le imprese italiane Caselli, Gatti Università Bocconi. Financing SMEs and Entrepreneurs 2015 OCSE 1

3 Accordi di Basilea e integrazione europea CHE SUCCEDE ALLE BANCHE? Dal 2007, anno d inizio della crisi finanziaria internazionale, i soci delle banche italiane hanno dovuto iniettare nelle casse dei loro istituti 50 miliardi di nuovo capitale, vedendo al tempo stesso diminuire il valore di Borsa delle loro aziende di credito di oltre 100 miliardi. Dal 2012 al 2014 le banche italiane hanno ridotto i prestiti a famiglie ed imprese di 180 miliardi e a maggio 2015, secondo dati dell Associazione Bancaria Italiana (ABI), avevano accumulato quasi 200 miliardi di c.d. sofferenze: crediti divenuti quasi del tutto inesigibili. Per ogni 10 prestati dalle banche al Paese c è 1 divenuto irrecuperabile. Dal 2008 al 2014 il Return on Equity (ROE) delle banche italiane, ovvero il ritorno per gli azionisti sul capitale investito, è sceso da poco più del 3% a meno dell 1% sino a finire in territorio negativo. Questo significa che tutti i soci delle banche italiane, a qualsiasi titolo, per 1 investito nelle aziende del credito hanno guadagnato ogni anno, nella migliore delle ipotesi, meno di 0,03. E del tutto intuitivo come una simile situazione sia semplicemente insostenibile e come imporrà a tutti un cambiamento radicale nel modo di fare Banca. Banche: il conto (salato) della crisi. Un falò che vale 150 miliardi di euro S. Righi - Corriere della Sera del 06 luglio 2015 pag. 06. Indagine conoscitiva del sistema bancario italiano Ufficio Studi Monte dei Paschi di Siena, Febbraio 2015 Chi presterà i soldi alle imprese? LA RACCOLTA DEI CAPITALI NEL FUTURO BORSA ITALIANA Mercato AIM La quotazione in Borsa per una Piccola e Media Impresa a partire dal 2008 è una concreta possibilità. Non esistono più requisiti minimi di patrimonio e fatturato, sono sufficienti tre bilanci di esercizio certificati da un revisore e circa un anno di preparazione. Ad oggi 49 imprese hanno raccolto 1,73 miliardi. PRIVATE EQUITY e VENTURE CAPITAL A fine 2014 si contavano in Italia 188 operatori tra banche, fondi di investimento, finanziarie, istituzioni pubbliche ed internazionali attive nell investimento in Piccole e Medie Imprese non quotate. Sono esposti complessivamente per 23 miliardi verso PMI. E ci sono altri 7 miliardi pronti per essere erogati. BUSINESS ANGELS Gli investitori informali in Italia sono diverse centinaia, spesso ma non sempre, associati a network quali Italian Business Angels Network e Italian Angels for Growth ed a livello europeo all European Business Angels Network. Ad oggi hanno erogato decine e decine di milioni di Euro a microimprese, piccole imprese e start up. Si tratta di ex imprenditori ed ex dirigenti d azienda con un patrimonio disponibile di 2-3 milioni e 5-6 investimenti in portafoglio con un taglio medio da a sotto forma di prestiti privilegiati e/o partecipazioni societarie. FONDI EUROPEI Per il Mezzogiorno sono disponibili circa 11 miliardi l anno per il periodo E noto come queste risorse non vengano mai spese completamente e come prevedano sempre un impegno finanziario da parte dell impresa beneficiaria. 2

4 Il contesto produttivo IL CREDITO PER LE PMI DEL SUD Il tessuto produttivo del Mezzogiorno conta circa 1 milione e 700 mila imprese attive a fine 2014, il 90% di esse si colloca nella classe dimensionale tra 1 e 9 addetti, ed in particolare il 70% di esse è costituita sotto forma di ditta individuale. Si contano circa società di capitali ma tra queste solo poco più di hanno un fatturato superiore ad 2 milioni ed un numero di addetti superiore a 10. Nel 2014 sono nate al Sud nuove imprese delle nate in tutta Italia. Tra le prime oltre hanno un capitale sociale versato inferiore ad Nascono molte nuove imprese ma altrettanto più elevata è la loro mortalità: oltre il 55% di loro è fuori dal mercato al terzo anno di vita. In base a valutazioni espresse da Cerved Group Rating mediamente su 100 PMI meridionali, troviamo a fine 2012: 30 imprese reputate solvibili, 40 considerate vulnerabili e 30 a rischio di insolvenza. Tra queste ultime si stima che circa 5 ogni anno entrino in stato di insolvenza. Le PMI meridionali sono dunque percepite dal sistema bancario come troppo piccole, più rischiose delle colleghe settentrionali, sottocapitalizzate e già troppo indebitate. Rapporto PMI Mezzogiorno 2015 Confindustria, Cerved, Giugno 2015 L istruttoria fidi e il Rating COSA FANNO LE BANCHE Tutte le banche, al pari di qualsiasi altro intermediario creditizio (società di leasing, finanziarie di credito al consumo, factoring, ecc.), utilizzano dei sistemi informativi interni approvati dalla Banca d Italia, ma differenti da istituto ad istituto, per la determinazione del c.d. RATING ovvero di un giudizio sul merito di credito dell impresa che richiede un affidamento, espresso in una scala alfanumerica. Sulla base di questo giudizio, ormai formulato in base a parametri oggettivi e con calcoli automatizzati, la banca OGGI stabilisce se concedere un affidamento e soprattutto a quali condizioni (tasso di interesse, scadenze, ammontare, vincoli contrattuali per l impresa, garanzie, ecc.). Tutte le metodologie per il calcolo del rating tuttavia partono sempre dall analisi delle evidenze presenti sulla Centrale Rischi di Banca d Italia e successivamente di quelle presenti sulle altre principali banche dati finanziarie come: CRIF Centrale Rischi Finanziari, CTC Consorzio Tutela del Credito, CAI Centrale d Allarme Interbancaria, CERVED Experian, Assilea, ecc. Cosa troviamo in queste banche dati con riferimento alla singola impresa? Tutti gli affidamenti concessi, tutte le garanzie rilasciate, tutti gli sconfini dell impresa sul capitale affidato, tutti i pagamenti andati insoluti, tutti gli effetti presentati per l anticipo e tutti i debiti scaduti con riferimento all intero sistema bancario nazionale per gli ultimi 36 mesi. 3

5 L istruttoria fidi e il Rating COSA PUO FARE L IMPRESA Alle evidenze delle Centrali dei Rischi i sistemi informativi interni delle banche attribuiscono un punteggio riepilogativo di merito, il Rating, aggiornabile con cadenza trimestrale ed integrato una volta l anno con le risultanze dell ultimo bilancio approvato. Il peso della c.d. analisi andamentale tuttavia, ovvero delle considerazioni legate alle evidenze storiche degli ultimi tre anni, è preponderante rispetto alla valutazione dei numeri di bilancio. E ciò anche a causa della scarsa trasparenza dei bilanci redatti secondo il codice civile, spesso avari di informazioni sul business dell impresa e finalizzati più che altro al contenimento del carico fiscale. Per migliorare la reputazione dell impresa presso il sistema bancario, migliorare la quantità e le condizioni degli affidamenti, ridurre l utilizzo di garanzie personali dell imprenditore e dei soci, accedere agli strumenti alternativi di finanziamento (minibond, Borsa, investitori istituzionali, crowdfunding, private equity, business angels, ecc.) che saranno sempre più utilizzati in futuro ma pur sempre intermediati dalle banche (c.d. sistema banco-centrico) è quindi fondamentale conoscere, interpretare e monitorare nel tempo quanto presente presso le Centrali dei Rischi e comprendere in che modo poter migliorare la propria posizione. Quest ultima andrebbe integrata con un documento informativo che, aldilà di quanto già presente nel bilancio e nella visura camerale, permetta alla banca di apprezzare: flusso di cassa generato, posizione finanziaria netta, margine operativo lordo, principali indici di bilancio, redditività attesa dalle nuove iniziative intraprese. Avere ben chiara la propria posizione nei confronti dell intero sistema finanziario nazionale, poterla monitorare su base annuale ed infrannuale, e comprenderne le determinanti per potervi incidere, risulta indispensabile per poter aumentare il potere contrattuale dell impresa nei confronti delle singole banche con le quali già si intrattengono rapporti e presentare al meglio l impresa agli occhi di nuovi potenziali finanziatori, anche e soprattutto nel caso di soci finanziatori di minoranza. 4

6 CR TEST L istruttoria fidi e il rating COSA PUO FARE IL CONSULENTE Corredare i principali adempimenti annuali, quali la redazione del bilancio di esercizio e delle dichiarazioni fiscali, con un documento sintetico che aggiorni gli imprenditori e i soci, sulla posizione dell impresa nei confronti dell intero sistema bancario e finanziario nazionale. Breve, omnicomprensivo e di agevole consultazione. Un servizio nuovo per distinguersi un in settore altamente concorrenziale con margini sempre più ridotti. CR EXPERT BASE Offrire un prodotto unico ad alto valore aggiunto: la redazione di un report sull impresa, contenente l elaborazione automatica di tutti i dati presenti nella Centrale dei Rischi di Banca d Italia e delle altre principali banche dati finanziarie. Un documento compreso tra le 20 e le 30 pagine, di chiara comprensione anche per i non addetti ai lavori, con l espressione di un giudizio di Rating secondo le principali metodologie accettate dalla prassi professionale internazionale. Arricchito di tabelle, grafici, dettagli, analisi di tutti i costi bancari palesi ed occulti, la rilevazione di eventuali fattispecie di anatocismo e usura, il dettaglio delle segnalazioni inviate alle Centrali dei Rischi da tutte le banche e intermediari finanziari sulla condotta dell impresa. Il tutto in maniera automatizzata, senza errori di calcolo e con elementi utili alla rinegoziazione delle posizioni dell impresa. CR EXPERT AVANZATO o FULL Personalizzare un prodotto già di elevato valore per clienti di fascia più elevata: integrando l analisi delle banche dati finanziarie, il calcolo del Rating e l indagine più esaustiva possibile sui costi bancari, con le analisi di bilancio (flusso di cassa generato, posizione finanziaria netta, margine operativo lordo, principali indici di bilancio, redditività attesa dalle nuove iniziative intraprese), il business plan (start up, concordato preventivo, piano di riparto, espansione sui mercati esteri, finanziamento a medio lungo termine, ingresso soci di minoranza, ecc.), lo scoring del Mediocredito Centrale (accesso alla garanzia gratuita del Fondo Nazionale per le PMI), la redazione della lettera di richiesta alla banca di rettificare la segnalazione inoltrata in Centrale Rischi, la redazione del ricorso all arbitro bancario (servizi disponibili anche in outsourcing). Concentrare il proprio tempo sul confronto con gli istituti di credito e sulla ricerca di controparti finanziarie, avendo a disposizione in tempi brevi e costi certi tutti i dati e le analisi necessarie. Aumentare il proprio compenso, anche in misura percentuale, agli oneri finanziari risparmiati, alle garanzie ritirate ed alla nuova finanza fatta affluire all impresa cliente. 5 Il tutto ponendosi nei confronti del sistema bancario e delle controparti finanziarie come l unico interlocutore a disporre di tutte le informazioni necessarie, perfettamente competente e credibile anche nelle trattative più complesse.

7 L istruttoria fidi e il rating COSA POSSONO FARE GLI ALTRI AVVOCATI : redigere perizie, pareri e consulenze tecniche nel promettente e lucroso ambito bancario e finanziario, senza il necessario ausilio di tecnici esterni o comunque con un controllo molto forte sui risultati finali del lavoro. CENTRI DI ASSISTENZA FISCALE : ampliare i servizi di consulenza fiscale e previdenziale per dipendenti e pensionati alla diagnosi dello stato di salute finanziaria dei clienti, indirizzandoli verso scelte consapevoli di risparmio, credito al consumo, ricerca e stipula del mutuo casa, avviamento al lavoro autonomo. BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO e CONSORZI DI GARANZIA SUI FIDI : automatizzare l attività delle funzioni fidi e corporate banking con notevoli risparmi di costi ed errori, mediante l adozione di strumenti informativi all avanguardia ma snelli, completi ma dal costo contenuto, con la possibilità, su richiesta, di arricchire il prodotto con una consulenza professionale personalizzata. CATENE DISTRIBUTIVE : tenere periodicamente sotto controllo tutti i costi bancari, palesi ed occulti, connessi con l elevato volume di transazioni realizzate e con l elevato numero di rapporti intrattenuti con gli istituti di credito. Avere a disposizione tutti gli elementi per negoziare nuovi rapporti, pianificare un cash pooling prima di chiedere il relativo preventivo alla banca, minimizzare versamenti e trasporto valori. RESPONSABILI AMMINISTRATIVI, CONTROLLER, TESORIERI : automatizzare le attività tipiche della funzione, interfacciando all occorrenza il prodotto con un software di tesoreria. CR EXPERT è un prodotto distribuito e assistito dalla INITWEB S.r.l Viale Borsellino e Falcone, 17/a BARI Tel Fax Mail: crexpert@initweb.net Sito: 6

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