06/05/2015. Il rapporto banca-impresa dopo la grande crisi: come impostare nuove relazioni di clientela per favorire la crescita e lo sviluppo

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "06/05/2015. Il rapporto banca-impresa dopo la grande crisi: come impostare nuove relazioni di clientela per favorire la crescita e lo sviluppo"

Transcript

1 Seminario didattico Maggio 2015 Il rapporto banca-impresa dopo la grande crisi: come impostare nuove relazioni di clientela per favorire la crescita e lo sviluppo Prof.Alessandro Berti Scuola di Economia Dipartimento di Economia, Società, Politica Università degli studi di Urbino Carlo Bo alessandro.berti@uniurb.it a.a Una premessa: la Vigilanza e la regolamentazione del processo del credito in Italia I controlli e l attività di credito Il segmento dell attivo rappresentato dai crediti verso la clientela costituisce da sempre il cuore dell attività del sistema bancario italiano, il cui margine di intermediazione vede il contributo preponderante del margine di interesse, soprattutto nelle banche locali. Nonostante l importanza assunta, il processo del credito non è mai stato definito secondo canoni precisi e ben definiti. 3 1

2 I controlli e l attività di credito Una prima regolamentazione al riguardo risale al 1988, ovvero una circolare di Bankitalia, concernente i controlli, regolamenta l attività bancaria relativamente al rischio di credito. Questa circolare (n.4/88) è stata aggiornata nel 1998; le stesse considerazioni sono attualmente ribadite nell ultimo aggiornamento alla Circolare n. 263/06 del 02 luglio I controlli e l attività di credito La circolare del 1998 definisce, per la prima volta, le logiche del credito, a partire da una puntualizzazione di metodo, lasciando le altre scelte alla gestione del rischio d impresa. 5 I controlli e l attività di credito Perseguendo la finalità di consentire una corretta valutazione e remunerazione del rischio assunto in coerenza con le politiche del credito approvate in sede di piano strategico (=es.le Pmi come cliente di riferimento); in definitiva, gestire il rischio di credito in maniera consapevole ed organica rispetto alle scelte di fondo della banca. 6 2

3 I controlli e l attività di credito Nota bene: non vengono indicati strumenti, né adottati metodi quantitativi; alle banche è lasciata la più ampia scelta in tema di decisione circa le istruttorie; si pone l accento unicamente sul rispetto della metodologia stabilita. 7 La gestione del rischio di credito e di controparte Secondo quanto disposto dalla Banca d Italia nelle «nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche» (Circolare 263/06 - ultimo agg. 2/07/2013), l intero processo di gestione del rischio di credito e di controparte deve essere determinato dal Regolamento Interno ed essere periodicamente verificato. 8 La gestione del rischio di credito e di controparte Tale processo comprende: misurazione del rischio; istruttoria; erogazione; controllo andamentale; monitoraggio delle esposizioni; revisione delle linee di credito; classificazione delle posizioni di rischio; interventi in caso di anomalia; gestione delle esposizioni deteriorate. 9 3

4 La gestione del rischio di credito e di controparte Per gestire correttamente il rischio le banche devono conoscere, in ogni momento, la loro esposizione dei confronti di ciascun cliente. Per ciò hanno bisogno di avere a disposizione database completi ed aggiornati. La corretta rilevazione e gestione di tutte le informazioni è di fondamentale importanza per l assunzione dei rischi. 10 La valutazione del merito di credito: l istruttoria L istruttoria rappresenta il momento formale di valutazione, da parte del finanziatore, della domanda di prestito, atto avente natura tale da essere considerato sempre e comunque di straordinaria amministrazione, perlomeno nella forma, un po meno nella sostanza La valutazione del merito di credito: l istruttoria è singolare, infatti, la casistica delle domande di prestito, mai effettivamente precise nel definire la natura del fabbisogno (perché si ha bisogno di denari ), quasi sempre descrittive di sintomi, mai delle cause. Il che, giustificabile per la piccola impresa, non lo è per la banca (motivo della domanda = per liquidità). 12 4

5 La valutazione del merito di credito: l istruttoria In questa fase le banche acquisiscono tutta la documentazione necessaria per valutare correttamente il merito di credito del prenditore; la documentazione deve consentire di valutare la coerenza tra importo, forma tecnica e progetto finanziato e deve consentire, inoltre, l individuazione delle caratteristiche e della qualità del prenditore. 13 Circolare di Vigilanza La Banca d Italia rende espliciti i punti cardine nella valutazione del credito, affermando che dall istruttoria dovrà risultare la coerenza (ovvero il legame, logico e ricostruibile) fra: progetto finanziato importo erogato forma tecnica prescelta 14 Circolare di Vigilanza E ancora, pertanto, si afferma che: i bilanci sono indispensabili; la richiesta e l assunzione di garanzie segue logicamente (e non precede) la valutazione del merito di credito e le scelte sul pricing; l esame dei dati della Centrale dei Rischi è solo uno degli elementi che, alla fine, si debbono considerare. 15 5

6 Presupposto metodologico Il documento del Comitato, infatti, fin dall inizio ha indicato come il primo tra i fattori da considerare nell assegnazione dei rating: la capacità storica e futura di generare liquidità, necessaria a rimborsare i propri debiti e a far fronte ad altre esigenze di liquidità ( ) affinché il prenditore resti operativo e sia in grado di generare flussi di cassa 16 Il fondamento Alla luce di Basilea 2, perciò, si deve considerare: la capacità storica e futura di generare liquidità quale punto di partenza per definire le variabili che devono essere poste alla base dell analisi del fabbisogno finanziario; l approccio statico come quello meno coerente con tali previsioni. 17 I contenuti dell istruttoria Alla luce di quanto evidenziato finora, l istruttoria deve dunque servire a verificare la compatibilità finanziaria delle scelte economiche nella loro globalità e non, semplicemente, delle sole scelte di investimento o della richiesta contenuta nella domanda di fido. 18 6

7 Finalità della valutazione del merito di credito Al fine di ottenere una valutazione attendibile e veritiera del merito di credito è necessario soprattutto svolgere un analisi economico-finanziaria dell impresa, in particolare al fine di qualificare e misurare il fabbisogno finanziario. 19 Analisi del fabbisogno finanziario d impresa Pertanto argomento ed oggetto dell attività istruttoria non può che essere l analisi del fabbisogno finanziario d impresa sotto il profilo della: natura qualità durata 20 L analisi del fabbisogno finanziario fondamento per relazioni di clientela durature; essenziale per valutare il rischio assunto;... ma quale modello valutativo seguire? 21 7

8 Esiste un problema culturale, ma anche tecnico Il rapporto banca-impresa in Italia, tuttavia, si è finora caratterizzato per una costante singolare la totale assenza di analisi circa il fabbisogno finanziario d impresa 22 Una questione metodologica Perché occorre analizzare le imprese sotto il profilo economico-finanziario? Quale deve essere il risultato ottenuto dall analisi? Come deve essere esposta la valutazione dell analista per ottenere la qualità del processo del credito? 23 Il credito problematico 24 8

9 L'evoluzione della posizione di rischio e l'analisi andamentale La capacità di mettere in luce tempestivamente l'esistenza di anomalie della gestione permette l'assunzione di efficaci misure cautelative prima che la situazione sia completamente deteriorata. È importante strutturare un sistema di valutazione e di controllo in grado di offrire indicazioni integrate e perciò complete tempestive significative 25 Il credito problematico e la gestione del rischio Poiché il problema non può essere risolto in chiave meramente definitoria, anche se è certamente utile, in quanto realistico, chiamare le cose con il loro nome, si pone la questione di come mettere in sicurezza (prima ancora che il credito, del quale vanno gestiti gli aspetti problematici), lo stesso processo del credito, al fine di: anticipare i problemi in fase di istruttoria; gestire e monitorare il rischio successivamente. 26 Il deterioramento del portafoglio prestiti e le scelte della banca finanziatrice 27 9

10 Tempestiva applicazione delle procedure di intervento sulle posizioni anomale La regolamentazione interna deve contenere indicazioni precise circa i termini e le modalità di intervento in caso di anomalia. Le procedure di intervento devono essere messe in atto in modo corretto e tempestivo e devono avere come finalità quella di normalizzare le posizioni anomale rilevate. 28 Riferimenti normativi La procedura del monitoraggio deve quindi risultare perfettamente aderente: alle disposizioni normative interne (Regolamento interno, delibere del CdA, Politiche di rischio, Report prodotti dagli addetti all'attività, Relazioni dell'internal Audit); e alle Circolari della Banca d'italia relative a: Istruzioni di Vigilanza (Circ , Titolo IV, Cap. XI); Matrice dei Conti (Circ. 272/2008); Vigilanza Prudenziale (Circ ), Centrale dei Rischi (139-91). 29 DEFINIZIONE DI ATTIVITA DETERIORATE Ai fini delle segnalazioni statistiche di vigilanza le attività finanziarie deteriorate sono ora ripartite nelle seguenti categorie: SOFFERENZE INADEMPIENZE PROBABILI ESPOSIZIONI SCADUTE E/O SCONFINANTI DETERIORATE Si segnala che tale soluzione comporta, di norma, l allocazione nella categoria delle inadempienze probabili delle esposizioni attualmente classificate come ristrutturate

11 DEFINIZIONE DI ATTIVITA DETERIORATE In base alla Circ. n 272/2008 (ultimo agg. Gennaio 2015) della Banca d'italia la classificazione delle posizioni deve essere determinata in base alle seguenti definizioni: Sofferenze: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) nei confronti di un soggetto in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla banca. Si prescinde, pertanto, dall'esistenza di eventuali garanzie (reali o personali) poste a presidio delle esposizioni. Sono escluse le esposizioni la cui situazione di anomalia sia riconducibile a profili attinenti al rischio Paese. 31 Sofferenze Sono inclusi nella definizione di «Sofferenze» anche: a)le esposizioni nei confronti degli enti locali (comuni e province) in stato di dissesto finanziario per la quota parte assoggettata alla pertinente procedura di liquidazione; b)i crediti acquistati da terzi aventi come debitori principali soggetti in sofferenza, indipendentemente dal portafoglio di allocazione contabile. c)le esposizioni nei confronti di soggetti per i quali ricorrono le condizioni per una loro classificazione fra le sofferenze e che presentano una o più linea di credito che soddisfano la definizione di «Non performing exposures with forbearance measures». 32 Inadempienze probabili («unlikely to pay») Inadempienze probabili: la classificazione in tale categoria è, innanzitutto, il risultato del giudizio della banca circa l improbabilità che, senza il ricorso ad azioni quali l escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie. Tale valutazione va operata in maniera indipendente dalla presenza di eventuali importi (o rate) scaduti e non pagati

12 Inadempienze probabili («unlikely to pay») Non è, pertanto, necessario attendere il sintomo esplicito di anomalia (il mancato rimborso), laddove sussistano elementi che implicano una situazione di rischio di inadempimento del debitore (ad esempio una crisi del settore industriale in cui opera il debitore). Il complesso delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso un medesimo debitore che versa nella suddetta situazione è denominato «inadempienza probabile», salvo che non ricorrano le condizioni per la classificazione del debitore fra le sofferenze. 34 Inadempienze probabili («unlikely to pay») Le esposizioni verso soggetti retail possono essere classificate nella categoria delle inadempienze probabili a livello di singola transazione, sempreché la banca valuti che non ricorrano le condizioni per classificare in tale categoria il complesso delle esposizioni verso il medesimo debitore. Tra le inadempienze probabili vanno inclusi, salvo che non ricorrano i presupposti per una loro classificazione fra le sofferenze: Il complesso delle esposizioni nei confronti di soggetti per i quali ricorrono le condizioni per una loro classificazione fra le inadempienze probabili che presentano una o più linee di credito che soddisfano la definizione di «Non- Performing exposures with forbearance measures». 35 Inadempienze probabili («unlikely to pay») Il complesso delle esposizioni verso gli emittenti che non abbiano onorato puntualmente gli obblighi di pagamento (in linea capitale e/o interessi) relativamente ai titoli di debito quotati. A tal fine si riconosce il «periodo di grazia» previsto dal contratto o, in assenza, riconosciuto dal mercato di quotazione del titolo. Inoltre, il complesso delle esposizioni verso debitori che hanno proposto il ricorso per concordato preventivo c.d. «in bianco» (art. 161 della Legge Fallimentare) va segnalato tra le inadempienze probabili dalla data di presentazione della domanda e sino a quando non sia nota l evoluzione dell istanza

13 Inadempienze probabili («unlikely to pay») le esposizioni in questione vanno comunque classificate tra le sofferenze: a) qualora ricorrano elementi obiettivi nuovi che inducano gli intermediari, nella loro responsabile autonomia, a classificazione il debitore in tale categoria; b) se le esposizioni erano già in sofferenza al momento della presentazione della domanda. Medesimi criteri si applicano nel caso di domanda di concordato con continuità aziendale (art. 186-bis della LF), dalla data di presentazione sino a quando non siano noti gli esiti della domanda. In quest ultimo caso la classificazione delle esposizioni va modificata secondo le regole ordinarie. 37 Inadempienze probabili («unlikely to pay») Qualora, in particolare, il concordato con continuità aziendale si realizzi con la cessione dell azienda in esercizio ovvero il suo conferimento in una o più società (anche di nuova costituzione) non appartenenti al gruppo economico del debitore, l esposizione va riclassificata nell ambito delle attività in bonis. Tale possibilità è invece preclusa nel caso di cessione o conferimento a una società appartenente al medesimo gruppo economico del debitore, nella presunzione che nel processo decisionale che ha portato tale ultimo a presentare istanza di concordato vi sia stato il coinvolgimento della capogruppo/controllante nell interesse dell intero gruppo. In tale situazione, l esposizione verso la società cessionaria continua ad essere segnalata nell ambito delle attività deteriorate; essa va inoltre rilevata tra le esposizioni oggetto di concessioni deteriorate. 38 Esposizioni scadute e/o sconfinanti Esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate: esposizioni per cassa, diverse da quelle classificate tra le sofferenza o le inadempienze probabili, che, alla data di riferimento della segnalazione, sono scadute o sconfinanti. Tra le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate va incluso il complesso delle esposizioni (oppure la singola transazione nel caso di adizione del relativo approccio) nei confronti di soggetti per i quali ricorrono le condizioni per una loro classificazione fra le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate che presentano una o più linee di credito che soddisfano la definizione di «Non-performing exposures wuth forbearance measures»

14 Esposizioni scadute e/o sconfinanti Le esposizioni scadute e/o sconfinanti possono essere determinate facendo riferimento, alternativamente: al singolo debitore o alla singola transazione. a) Singolo Debitore: Lo scaduto o lo sconfinamento deve avere carattere continuativo. In particolare, nel caso di esposizioni a rimborso rateale deve essere considerata la rata non pagata che presenta il ritardo maggiore. Qualora a un debitore facciano capo più esposizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni, occorre considerare il ritardo più elevato. 40 Esposizioni scadute e/o sconfinanti o Ai fini della determinazione dell ammontare di esposizione scaduta e/o sconfinante si possono compensare le posizioni scadute e gli sconfinamenti esistenti su alcune linee di credito con i margini disponibili esistenti su altre linee di credito concesse al medesimo debitore. o Tale compensazione va effettuata, su base giornaliera, anche ai fini della valutazione dello sconfinamento/scaduto. o L'esposizione complessiva verso un debitore deve essere rilevata come scaduta e/o sconfinante qualora, alla data di riferimento della segnalazione, il maggiore tra i due seguenti valori sia pari o superiore alla soglia del 5%: 41 Esposizioni scadute e/o sconfinanti (segue) i. media delle quote scadute e/o sconfinanti sull'intera esposizione rilevate su base giornaliera nell ultimo trimestre precedente; ii. quota scaduta e/o sconfinante sull'intera esposizione riferita alla data di riferimento della segnalazione. o Ai fini del calcolo della soglia di rilevanza: i. fermo restando il requisito della persistenza di una posizione scaduta e/o sconfinante da più di 90 giorni, nel numeratore si considerano anche le eventuali quote scadute da meno di 90 giorni su altre esposizioni; ii. nel numeratore non si considerano gli eventuali interessi di mora richiesti al cliente; iii. il denominatore va calcolato considerando il valore contabile per i titoli e l esposizione per cassa per le altre posizioni di credito

15 Esposizioni scadute e/o sconfinanti b) Singola Transazione: Le esposizioni scadute e/o sconfinanti verso soggetti retail possono essere determinate a livello di singola transazione. A tal fine, si considerano scadute le singole transazioni che, alla data di riferimento della segnalazione, sono scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni. Rispetto al criterio per soggetto debitore, si applica il solo requisito della continuità; non sono ammesse né compensazioni con i margini disponibili esistenti su altre linee di credito concesse al medesimo debitore, né soglie di rilevanza (pertanto l intera transazione va rilevata come scaduta e/o sconfinante, qualunque sia l ammontare scaduto) 43 Esposizioni scadute e/o sconfinanti o Qualora l intero ammontare di un esposizione per cassa scaduta e/o sconfinante da oltre 90 giorni rapportato al complesso delle esposizioni per cassa verso il medesimo debitore sia pari o superiore al 20%, il complesso delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso tale debitore va considerato come esposizione scaduta e/o sconfinante (c.d. pulling effect ). o Il numeratore e il denominatore vanno calcolati considerando il valore contabile per i titoli e l esposizione per cassa per le altre posizioni di credito. o La scelta tra approccio per singola transazione e approccio per singolo debitore va operata a livello di portafoglio retail e non di singole controparti. 44 Esposizioni oggetto di concessioni (c.d. forbearance) Esposizioni oggetto di concessioni: si definiscono esposizioni creditizie oggetto di concessioni (forbearance) le esposizioni che ricadono nelle categorie delle Non-performing exposures with forbearance measures e delle Forborne performing exposures come definite negli ITS. Qualora la concessione riguardi esposizioni verso soggetti classificati in bonis o esposizioni scadute e/o sconfinanti non deteriorate, il requisito delle difficoltà economico-finanziarie del debitore si presume soddisfatto se la concessione coinvolge un pool di intermediari

16 Esposizioni oggetto di concessioni deteriorate Esposizioni oggetto di concessioni deteriorate: singole esposizioni per cassa e impegni revocabili e irrevocabili a erogare fondi che soddisfano la definizione di Non-performing exposures with forbearance measures. Tali esposizioni rientrano, a seconda dei casi, tra le sofferenze, le inadempienze probabili oppure tra le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate e non formano una categoria a sé stante di attività deteriorate. Sono incluse anche le eventuali ristrutturazioni di esposizioni creditizie realizzate con un intento liquidatorio, da ricondurre fra le sofferenze. 46 Esposizioni oggetto di concessioni deteriorate Non si configurano come concessioni quegli accordi raggiunti tra il debitore e un pool di banche creditrici - grazie ai quali le linee di credito esistenti vengono temporaneamente congelate in vista di una formale ristrutturazione. Tali accordi peraltro non interrompono il calcolo dei giorni di scaduto rilevanti ai fini della classificazione delle esposizioni fra quelle scadute e/o sconfinanti. Il calcolo dei giorni di scaduto non si interrompe anche nelle situazioni nelle quali le linee di credito oggetto del congelamento sono state concesse da un unica banca. 47 Esposizioni oggetto di concessioni deteriorate Nel caso di operazioni di ristrutturazione effettuate da un pool di banche, quelle che non aderiscono all'accordo di ristrutturazione sono tenute a verificare se ricorrono le condizioni per la classificazione della loro esposizione fra le sofferenze o le inadempienze probabili

17 Esposizioni oggetto di concessioni deteriorate Le esposizioni verso debitori che hanno proposto il ricorso per concordato preventivo c.d. in bianco vanno classificate tra quelle oggetto di concessioni deteriorate ove la domanda di concordato si trasformi in Accordo di ristrutturazione dei debiti ai sensi dell art. 182-bis della Legge Fallimentare. Anche nel caso di omologazione della domanda di concordato in continuità aziendale l esposizione va rilevata nell ambito delle esposizioni oggetto di concessioni deteriorate, salvo il caso sopra descritto di cessione dell azienda in esercizio oppure di conferimento in una o più società (anche di nuova costituzione) non appartenenti al gruppo economico del debitore, laddove l esposizione va riclassificata nell ambito delle attività bonis. 49 La situazione attuale 50 Le condizioni di offerta di credito alle imprese rimangono tese Fonte:segnalazionidivigilanza. (1) I prestiti includono le sofferenze e i pronti contro termine, nonché la componente di quelli non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati. Le variazioni percentuali sono calcolate al netto di riclassificazioni, variazioni del cambio, aggiustamenti di valore e altre variazioni non derivanti da transazioni; sono escluse le operazioni condotteconle controparticentrali. 17

18 Le condizioni di offerta rimangono differenziate per dimensione e settore Durante la crisi si è verificato un aumento dei prestiti assistiti da garanzie (dal 63% nel 2007 al 69% nel 2013). Sono aumentate soprattutto le garanzie reali e quelle fornite da soggetti che gestiscono risorse pubbliche. A fronte di un incremento del valore complessivo delle garanzie di circa il 10%, sono aumentate del 16% le garanzie reali, del 26 % quelle offerte dai confidi, in larga parte beneficiari di contributi pubblici, e di oltre dieci volte quelle fornite dal Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e dalle finanziarie regionali. Sulla base dell indagine Invind, nel 2013 circa il 14% delle imprese ha ricevuto una garanzia dal Fondo, da un confidi o da un ente pubblico; quasi la metà di queste aziende ha dichiarato che in assenza della garanzia non avrebbe ottenuto alcun finanziamento. Fonte: Relazione annuale 2013 della Banca d Italia 52 Le condizioni di offerta rimangono differenziate per dimensione e settore Secondo le banche intervistate in marzo nell ambito dell indagine trimestrale sul credito bancario nell area dell euro (Bank Lending Survey), nel primo trimestre del 2015 i criteri di offerta dei prestiti alle imprese e dei mutui alle famiglie per l acquisto di abitazioni avrebbero registrato in Italia un nuovo moderato allentamento. La variazione nelle politiche di erogazione del credito, nonché nei termini e nelle condizioni, avrebbe riflesso soprattutto la maggiore pressione concorrenziale tra le banche (di cui avrebbe beneficiato in particolare la clientela di migliore qualità), la riduzione dei costi di provvista e l allentamento dei vincoli di bilancio degli intermediari. (Fonte: Banca d Italia-Bollettino Economico aprile 2015). 53 Le condizioni di offerta rimangono differenziate per dimensione e settore 54 18

19 La domanda dei prestiti La domanda di prestiti da parte delle imprese sarebbe rimasta invariata. Secondo il sondaggio, all aumento del fabbisogno per scorte, capitale circolante e ristrutturazione del debito e allo stimolo derivante dal basso livello dei tassi di interesse si è contrapposto un maggiore ricorso a fonti di finanziamento alternative. È proseguita l espansione della domanda di mutui, sostenuta principalmente dal basso livello dei tassi e dal miglioramento delle prospettive del mercato degli immobili residenziali. Sulla base dell indagine mensile dell Istat sul clima di fiducia delle imprese manifatturiere, la domanda di prestiti ha registrato un incremento nel primo trimestre del 2015, pur rimanendo debole. 55 La domanda di prestiti (Fonte: Banca d Italia-Bollettino Economico aprile 2015). 56 Le condizioni di accesso al credito Dai sondaggi condotti presso le imprese, in marzo l irrigidimento delle condizioni di accesso al credito si sarebbe interrotto; permane tuttavia una forte eterogeneità fra classi dimensionali e settori di attività economica delle aziende. Le condizioni di accesso al credito hanno mostrato un lieve miglioramento, rispetto alla fine del 2014, per le aziende con oltre 50 addetti; si sarebbe arrestata la restrizione per quelle più piccole

20 Le condizioni di accesso al credito La quota di imprese che ha dichiarato di non avere ottenuto il finanziamento richiesto continua a essere maggiore per le aziende di minore dimensione (13,7%, contro 9,5% per quelle più grandi). Nella rilevazione trimestrale condotta dalla Banca d Italia in collaborazione con Il Sole 24 Ore la percentuale netta di imprese che ha segnalato un peggioramento delle condizioni di accesso al credito è divenuta negativa nell industria in senso stretto e nei servizi; è invece rimasta positiva nel settore delle costruzioni (4,7%). 58 Le condizioni di accesso al credito (Fonte: Banca d Italia-Bollettino Economico aprile 2015). 59 Redditività e sostenibilità dei debiti Secondo stime basate sui conti nazionali, nel quarto trimestre del 2014 la redditività operativa delle imprese calcolata come rapporto tra margine operativo lordo e valore aggiunto nei dodici mesi terminanti in dicembre è leggermente diminuita, principalmente per effetto di un aumento del costo del lavoro, rimanendo su livelli storicamente bassi. A fronte di una stabilità dell autofinanziamento, è proseguita la contrazione del fabbisogno finanziario, a causa di un ulteriore riduzione degli investimenti lordi (in rapporto al valore aggiunto). Gli oneri finanziari sono rimasti invariati

21 Redditività e sostenibilità dei debiti Negli ultimi anni le tensioni finanziarie delle imprese sono dovute, non solo al livello del debito, ma anche alla bassa redditività, riflettendosi nelle difficoltà di rimborso dei debiti (bancari e commerciali). Il recente miglioramento: In media, nel 2014, le imprese italiane hanno liquidato le fatture ai propri fornitori in 77,5 gg, in calo rispetto ai 79 gg del 2013 e agli 81 gg del Nel corso di questi due anni sono diminuiti sia i termini concordati in fattura, che sono passati dai 60,8 gg del 2012 ai 58,9 del 2014, sia i giorni medi di ritardo, da 20,2 giorni a 18,5. 61 Redditività e sostenibilità dei debiti Le micro imprese, nel quarto trimestre 2014, registrano ritardi di 18,1 gg (-0,9 gg rispetto al quarto trimestre 2013); le PMI 14,9 gg ( 0,2 gg in meno rispetto al 2013); 21,7 gg per le grandi imprese (-0,9 gg). Si riduce la quota di micro imprese e PMI che saldano le proprie fatture nei termini concordati, sono soprattutto le prime a peggiorare la loro puntualità, mentre aumentano le grandi imprese puntuali. Nel Sud e nelle Isole si registrano i maggiori ritardi, 27,3, -1,6 gg rispetto al quarto trimestre 2013; al Centro 22,6 gg di ritardo, mentre nel Nord- Ovest sono 16,1 e nel Nord-Est 13,4. Fonte: Cerved - Osservatorio sui Protesti e Pagamenti gennaio Accumulazione di capitale e investimenti Indicazioni favorevoli emergono per gli investimenti, tornati a crescere nell ultimo trimestre dello scorso anno, dopo essere diminuiti quasi senza interruzioni dall inizio del È aumentata la quota delle aziende che pianifica maggiori investimenti nel Gli operatori esprimono giudizi decisamente più favorevoli sull andamento della domanda dei loro prodotti, corrente e attesa, in particolare per la componente estera. Nel breve termine l attività delle imprese sarebbe sostenuta dalla domanda, dall andamento dei propri listini di vendita e del tasso di cambio; anche le condizioni di accesso al credito fornirebbero uno stimolo positivo, seppur contenuto. Inoltre si è anche attenuata l incertezza circa l evoluzione del quadro macroeconomico e politico. Fonte: Bollettino Economico, 2/2015, 63 21

22 Qualità del credito Nel quarto trimestre del 2014 il flusso di nuove sofferenze rettificate in rapporto ai prestiti è risultato pari al 2,7%, due decimi di punto in più rispetto al secondo e al terzo trimestre. L indicatore ha registrato un incremento per i prestiti alle imprese di tutti i comparti, più intenso per quelle delle costruzioni. 64 Qualità del credito Nell ultimo trimestre del 2014 il flusso di nuove sofferenze e quello del complesso dei crediti deteriorati sono risaliti in rapporto ai prestiti. L interruzione del miglioramento nella qualità del credito è dovuta sia al protrarsi della debolezza dell attività economica nel corso del 2014, sia al recepimento nei bilanci bancari dei risultati della revisione della qualità degli attivi (asset quality review, AQR). Informazioni preliminari indicano che i flussi di nuove sofferenze sarebbero rimasti sostanzialmente stabili nel primo trimestre del Qualità del credito 66 22

23 Andamento delle sofferenze Variazione tendenziale sofferenze sugli impieghi Var. tendenziale sofferenze sugli impieghi per tipologia di cliente famiglie imprese piccoli operatori economici Tot. Sofferenze lorde in rapporto al totale degli Impieghi 9,70% 6,5% 7,0% 8,40% 13,4% 16,3% 14,2% 16,3% genn-14 genn-15 genn-14 genn-15 Fonte: ABI- Marzo Qualità del credito Il tasso di ingresso in sofferenza del credito concesso resta più elevato per le banche di piccole dimensioni, notoriamente più restie ad abbandonare per prime l'impresa in difficoltà, causa un malinteso senso della relazione di clientela. 68 Qualità del credito La grave recessione che ha colpito l economia italiana negli ultimi anni ha causato un forte peggioramento della qualità del credito nei bilanci delle banche. Dal 2008 al 2014 i crediti deteriorati dell intero sistema bancario (inclusi quelli delle società finanziarie facenti parte dei gruppi) sono aumentati da 131 a 350 miliardi (da 75 a 197 le sole sofferenze) e la loro incidenza sul complesso dei prestiti è salita di circa 12 punti percentuali, al 17,7% (di circa 7 punti quella delle sole sofferenze, al 10,0%). Il deterioramento ha riguardato principalmente i prestiti alle imprese, è stato diffuso tra i settori di attività economica e tra le aree geografiche del paese, e ha interessato banche di tutte le classi dimensionali

24 Qualità del credito Fonte: Rapporto sulla stabilità finanziaria 1/ Qualità del credito Alla fine del 2014 la consistenza di prestiti deteriorati per il totale delle banche era pari al 17,7% dei prestiti (10,0% per le sole sofferenze); per i primi cinque gruppi era del 18,5%. Il tasso medio di copertura dei prestiti deteriorati (il rapporto tra ammontare delle rettifiche e valore delle esposizioni lorde) è salito nel secondo semestre del 2014, dal 42,4% al 44,4%; per i primi cinque gruppi ha raggiunto il 46,6%. Per le banche minori i tassi di copertura sono inferiori alla media, in ragione della quota più ampia di prestiti assistiti da garanzie. Nostre analisi indicano che per le banche minori le eccedenze di capitale rispetto ai minimi regolamentari più che compensano il più basso livello di copertura dei crediti deteriorati. 71 Qualità del credito 72 24

25 Timing della risoluzione dei problemi Non è raro, specialmente in un contesto di crisi come quello attuale, che imprese che si trovino in crisi finanziaria vedano amplificati i loro problemi a causa delle contemporanee decisioni da parte delle molteplici banche con cui operano di ridurre gli affidamenti concessi, cercando di limitare il rischio. Il disimpegno graduale da parte delle banche determina per queste imprese una situazione di grave illiquidità, tale da richiedere operazioni ben più onerose sia per le banche, sia per le stesse imprese, per arginare il tracollo. 73 Timing della risoluzione dei problemi Solo a questo punto, le banche interessate, motivate dalla volontà di scampare a procedura fallimentari che implicherebbero costose sofferenze, prendono seriamente in considerazione l ipotesi di cercare una soluzione per risollevare le sorti degli affidati attraverso efficaci piani di ristrutturazione dei debiti. La mancanza di un efficace processo di monitoraggio del rischio di credito e l inadeguatezza di certe metodologie utilizzate per evidenziare i segnali delle crisi aziendali, comporta l adozione di soluzioni più dispendiose e complesse. 74 I dati sui fallimenti in Italia È il caso di chiedersi se con metodi di lavoro più efficaci si sarebbe potuto evitare qualcuno dei fallimenti del 2014, che tra l altro si sono pesantemente riflessi sulle performance bancarie. Si sono registrati infatti, un numero in crescita del 9% rispetto al 2013 e del 66% rispetto al 2009, l anno in cui la crisi economica aveva appena iniziato a condizionare la vita del tessuto industriale italiano. In sei anni si contano complessivamente casi, in un trend di costante aumento mostrato dalle rilevazioni trimestrali. Nel 2014 in Italia hanno portato i libri in Tribunale in media 62 imprese ogni giorno (considerando le sole giornate lavorative), oltre due ogni ora. Fonte: Fonte Cribis D&B

26 Indicatori della condizione economica e finanziaria delle imprese 76 La convenienza per la banca Alla luce del crescente flusso di sofferenze (le sofferenze nette sono salite al 4,5% degli impieghi a gennaio 2015, rispetto al 4,31% di gennaio 2014) che si ripercuote in modo pesante sulle performance bancarie influendo sulle condizioni di affidamento di tutta la clientela, le banche dovrebbero prevenire il deterioramento dei crediti evitando il passaggio a sofferenza. Per fare ciò occorre intervenire in modo preventivo predisponendo, ove ne ricorrano le condizioni, la ristrutturazione del credito. Tra l altro, se un credito classificato come sofferenza comporta accantonamenti mediamente pari al 50% del diritto vantato, un credito ristrutturato avrà come conseguenza solamente il sacrificio pattuito in base agli accordi. 77 Multiaffidamento È una peculiarità del mercato bancario italiano; consiste nell intrattenere contemporaneamente più relazioni con differenti istituti di credito per evitare una sorta di cattura da parte di un unica banca affidante che potrebbe usufruire del monopolio sulle informazioni del merito creditizio di un impresa, magari privandola del suo sostegno. Inoltre in questo modo il rischio di credito relativo agli istituti di credito viene ridotto poiché fa leva su una logica di tipo assicurativo, non essendo concentrato su un unico intermediario

27 Multiaffidamento In un contesto in cui domina una pluralità di rapporti con banche diverse: vi è l assenza di una relazione di lungo termine; viene a mancare un intermediario creditizio di riferimento; l attenzione nella fase di istruttoria viene deviata rispetto all effettiva valutazione del merito di credito. 79 Multiaffidamento La numerosità degli affidamenti tende ad aumentare con: la dimensione aziendale; la leva finanziaria; l opacità dell impresa (peso delle attività intangibili). In base ad alcuni studi si rileva una relazione positiva tra il multiaffidamento e le garanzie latenti (rapporto tra attività tangibili e debiti bancari); la rischiosità dell impresa; le asimmetrie informative (settore Hi tech, investimenti in R&S); l incidenza dell attivo corrente e la crescita del fatturato. 80 Multiaffidamento Avere come banca di riferimento una banca locale sembra ridurre il numero di affidamenti; la numerosità dei rapporti bancari tende a diminuire al crescere della redditività aziendale. Inoltre, da alcuni studi si rileva che a parità di dimensione dell impresa, maggiore (minore) è la quota a breve termine (a medio/lungo termine), più (meno) intenso risulta il ricorso al multiaffidamento

28 Numero degli affidamenti per classi di fido La numerosità dei monoaffidati rimane maggiore per classi di fido entro 1 mln. All aumentare dell ammontare dei finanziamenti richiesti cresce il numerodei rapporti con gli istituti di credito. Cisirelazionaconmaggiorefrequenzaconpiùdi4banchequandosihaunfidosuperiorea2,5 mln. N. di affidamenti per classe di fido (scala logaritmica Numero di affidamenti per classi di grandezza del fido (tutti in settori) Classi di grandezza del fido (000/ ) monoaffidati 2 affidamenti 3 o 4 affidamenti oltre 4 affidamenti Fonte: Banca d Italia sui dati di Dicembre Numero medio di banche per affidato Il numero medio di banche per affidato varia in funzione del settore: mediamente si lavora con circa 2 istituti di credito. Al crescere della classe di fido, aumenta il numero delle banche concuicisirelaziona. In media la prima banca concede la metà del fido accordato a ciascuna impresa, con divergenze in base al settore. Al crescere della grandezza del fido globale, diminuisce la quota di affidamento relativa alla prima banca. 83 Numero medio di banche per affidato Totale delle società non finanziarie N. medio banche per affidato 1,90 % fido accordato dalla prima banca 51 Industria Edilizia N. medio banche per affidato 2,50 % fido accordato dalla prima banca 40 N. medio banche per affidato 1,70 % fido accordato dalla prima banca 67 Servizi N. medio banche per affidato 1,72 % fido accordato dalla prima banca 54 Fonte: Banca d Italia sui dati di Dicembre

29 Numero di affidati per localizzazione Accordato operativo Utilizzato N. affidati Italia Nord-Occidentale 43,02% 42,71% 28,56% Italia Nord-Orientale 25,27% 25,50% 25,66% Trentino- Alto Adige 2,65% 2,80% 3,42% Veneto 11,06% 11,56% 9,77% Friuli-Venezia -Giulia 1,78% 1,74% 2,84% Emilia Romagna 9,77% 9,39% 9,63% Italia Centrale 20,87% 19,71% 22,11% Italia Meridionale 7,27% 8,05% 14,94% Italia insulare 3,58% 4,03% 8,74% Totale 100,00% 100,00% 100,00% Fonte: Banca d Italia sui dati di Dicembre Sbilanciamento sul debito a breve, bassa disclosure e basso livello di cultura finanz. I tre elementi dipendono dalle peculiarità dell imprenditore stesso. Quest ultimo è legato da un rapporto particolare con l impresa che gestisce o che ha creato. Tale rapporto è proprio uno dei motivi per cui nella piccola impresa si ha un basso livello di disclosure, ossia l accessibilità da parte di soggetti esterni all impresa alle informazioni aziendali necessarie per la valutazione della situazione economica, finanziaria e patrimoniale. 86 Sbilanciamento sul debito a breve, bassa disclosure e basso livello di cultura finanz. Tali caratteristiche risultano accentuate poiché legate all insufficiente livello di cultura finanziaria, causato spesso dal basso grado di istruzione degli imprenditori, che porta poi a delle difficoltà nella gestione quotidiana dell azienda e nell interloquire con la banca

30 Concentrazione del rischio e diluizione del controllo La concentrazione del rischio è molto elevata per il piccolo imprenditore a causa del portafoglio finanziario poco differenziato che detiene. L avversione alla diluizione del controllo porta la piccola impresa a chiudersi, non solo da un punto di vista informativo, ma anche nell introdurre all interno dell organizzazione manager capaci di una migliore gestione aziendale, necessari soprattutto nell attuale contesto competitivo divenuto aggressivo a causa dell evoluzione dei mercati, della globalizzazione, delle nuove tecnologie, ecc

LE NOVITÀ IN TEMA DI CONCORDATO PREVENTIVO. RIFLESSI SULLA CLASSIFICAZIONE PER QUALITÀ DEL CREDITO DEI DEBITORI.

LE NOVITÀ IN TEMA DI CONCORDATO PREVENTIVO. RIFLESSI SULLA CLASSIFICAZIONE PER QUALITÀ DEL CREDITO DEI DEBITORI. VIGILANZA BANCARIA E FINANZIARIA LE NOVITÀ IN TEMA DI CONCORDATO PREVENTIVO. RIFLESSI SULLA CLASSIFICAZIONE PER QUALITÀ DEL CREDITO DEI DEBITORI. DOCUMENTO PER LA CONSULTAZIONE Eventuali osservazioni,

Dettagli

Il mercato del credito

Il mercato del credito Il mercato del credito 1 Gli sportelli bancari In riferimento alla distribuzione del numero di istituti bancari per sede amministrativa e del numero di sportelli per localizzazione geografica, i dati statistici

Dettagli

CONTINUA LA STRETTA DEL CREDITO PER LE IMPRESE DI COSTRUZIONI

CONTINUA LA STRETTA DEL CREDITO PER LE IMPRESE DI COSTRUZIONI Direzione Affari Economici e centro studi CONTINUA LA STRETTA DEL CREDITO PER LE IMPRESE DI COSTRUZIONI Dopo sei anni di continui cali nelle erogazioni per finanziamenti per investimenti in edilizia, anche

Dettagli

Report trimestrale sull andamento dell economia reale e della finanza

Report trimestrale sull andamento dell economia reale e della finanza Report trimestrale sull andamento dell economia Perché un report trimestrale? A partire dal mese di dicembre SEI provvederà a mettere a disposizione delle imprese, con cadenza trimestrale, un report finalizzato

Dettagli

Documento per la consultazione

Documento per la consultazione VIGILANZA BANCARIA E FINANZIARIA Documento per la consultazione I PROCEDIMENTI DI COMPOSIZIONE DELLA CRISI DA SOVRAINDEBITAMENTO E DI LIQUIDAZIONE PER I SOGGETTI NON FALLIBILI. RIFLESSI SULLA CLASSIFICAZIONE

Dettagli

L attività degli intermediari finanziari

L attività degli intermediari finanziari L economia del Friuli Venezia Giulia L attività degli intermediari finanziari Aula Magna del Dipartimento di Scienze Giuridiche, Del Linguaggio, dell Interpretazione e della Traduzione Università di Trieste

Dettagli

MORATORIA SUL CREDITO DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE Sospensione dei debiti verso le banche

MORATORIA SUL CREDITO DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE Sospensione dei debiti verso le banche A cura di: Dott. Antonio Fortarezza MORATORIA SUL CREDITO DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE Sospensione dei debiti verso le banche Il 3 agosto 2009 il Ministro dell'economia e delle finanze, il Presidente

Dettagli

Il credito in Toscana. III trimestre 2015

Il credito in Toscana. III trimestre 2015 Il credito in Toscana III trimestre 215 Firenze, Febbraio 21 8.3 9.3 1.3 11.3 L andamento dei prestiti 1 I prestiti a imprese e famiglie Continuano anche nel periodo in esame i segnali di miglioramento

Dettagli

Lezione 1. Uniformità sistema creditizio. Basilea 1. Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating

Lezione 1. Uniformità sistema creditizio. Basilea 1. Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating Lezione 1 Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating Uniformità sistema creditizio Il Comitato di Basilea fu istituito nel 1974 tra i governatori delle Banche Centrali del G10. Obiettivo

Dettagli

Factoring tour: Torino Imprese e finanza nella prospettiva della ripresa economica e di Basilea 3: il ruolo del factoring

Factoring tour: Torino Imprese e finanza nella prospettiva della ripresa economica e di Basilea 3: il ruolo del factoring Factoring tour: Torino Imprese e finanza nella prospettiva della ripresa economica e di Basilea 3: il ruolo del factoring La finanza delle imprese tra crisi e ripresa Mario Valletta Università degli Studi

Dettagli

INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011

INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011 INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011 Il presente rapporto riporta i principali risultati dell indagine sui crediti verso la Pubblica Amministrazione, svolta dall Associazione fra

Dettagli

INFORMATIVA AL PUBBLICO ANNO 2014

INFORMATIVA AL PUBBLICO ANNO 2014 INFORMATIVA AL PUBBLICO ANNO 214 Finanziaria Senese di Sviluppo S.P.A. Sede Legale Piazza Matteotti 3 531 Siena Capitale Sociale 16.572.177 i.v. Codice Fiscale e Partita Iva 721528 Società iscritta nell

Dettagli

EvoluzionE E cifre sull agro-alimentare CredIto I trimestre 2014

EvoluzionE E cifre sull agro-alimentare CredIto I trimestre 2014 AGRItrend Evoluzione e cifre sull agro-alimentare Credito I trimestre 2014 A 4 CREDITO impieghi per il settore agricolo. In particolare, tutte le circoscrizioni hanno mostrato una tendenza all aumento

Dettagli

Osservatorio regionale sul credito dell Emilia-Romagna

Osservatorio regionale sul credito dell Emilia-Romagna Osservatorio regionale sul credito dell UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA ISTITUTO GUGLIELMO TAGLIACARNE INDAGINE DICEMBRE 2012 DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI FORLI - CESENA 1.1 L assetto finanziario

Dettagli

I crediti e la loro classificazione secondo gli IAS/IFRS

I crediti e la loro classificazione secondo gli IAS/IFRS IAS-IFRS E NON PERFORMING LOANS Verona, 9 giugno 2006 I crediti e la loro classificazione secondo gli IAS/IFRS Andrea Lionzo Università degli Studi di Verona andrea.lionzo@univr.it 1 Indice 1. I fondamenti

Dettagli

delle Partecipate e dei fornitori

delle Partecipate e dei fornitori ... I pagamenti della Pubblica Amministrazione,......... L u g l i o 2 0 1 4 Debito PA: miglioramenti più contenuti nel primo trimestre... Sintesi dei risultati C ontinuano nei primi tre mesi del 2014

Dettagli

IL MERCATO DEI MUTUI SOTTO LA LENTE DEL GRUPPO TECNOCASA ANALISI DEL PRODOTTO

IL MERCATO DEI MUTUI SOTTO LA LENTE DEL GRUPPO TECNOCASA ANALISI DEL PRODOTTO IL MERCATO DEI MUTUI SOTTO LA LENTE DEL GRUPPO TECNOCASA ANALISI DEL PRODOTTO Nel 2015 raddoppia la scelta per il tasso fisso, il variabile perde appeal PREMESSA I segnali di ripartenza sul mercato del

Dettagli

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO Fonti interne: autofinanziamento Fonti esterne: capitale proprio e capitale di debito Capitale proprio: deriva dai conferimenti dei soci dell azienda e prende il nome, in contabilità,

Dettagli

Il credito in Toscana. III trimestre 2014

Il credito in Toscana. III trimestre 2014 Il credito in Toscana III trimestre 2014 Firenze, Febbraio 2015 Il contesto di riferimento Prosegue il rallentamento dei prestiti concessi dalle banche al settore privato italiano (-1,7% il dato di agosto

Dettagli

Domanda e offerta di credito

Domanda e offerta di credito 2/5/2013 Domanda e offerta di credito La situazione registrata nel 2012 in provincia di Nel 2012 si è registrata una contrazione della domanda di credito. Rispetto alla media regionale le imprese modenesi

Dettagli

Sulla base dei valori di riferimento indicati sono assegnati alle imprese i seguenti punteggi: A 100% 3 75% < A < 100% 2 0 < A 75% 1

Sulla base dei valori di riferimento indicati sono assegnati alle imprese i seguenti punteggi: A 100% 3 75% < A < 100% 2 0 < A 75% 1 A. Procedura Ordinaria - Modello di valutazione per le imprese in contabilità ordinaria operanti nei settori: industria manifatturiera, edilizia, alberghi (società alberghiere proprietarie dell immobile),

Dettagli

Economie regionali. L'andamento del credito in Umbria nel primo trimestre del 2010

Economie regionali. L'andamento del credito in Umbria nel primo trimestre del 2010 Economie regionali L'andamento del credito in Umbria nel primo trimestre del 21 Perugia luglio 21 2 1 73 La serie Economie regionali ha la finalità di presentare studi e documentazione sugli aspetti territoriali

Dettagli

Coordinamento Centro Studi Ance Salerno - Area Informatica

Coordinamento Centro Studi Ance Salerno - Area Informatica Centro Studi Il Report I DATI DELLA BANCA D ITALIA CONFERMANO LA SITUAZIONE DI CRITICITA PER IL COMPARTO DELLE COSTRUZIONI. ANCE SALERNO: EDILIZIA, CREDITO SEMPRE DIFFICILE Le sofferenze sui crediti totali

Dettagli

Strumenti finanziari Ias n.32 e Ias n.39

Strumenti finanziari Ias n.32 e Ias n.39 Strumenti finanziari Ias n.32 e Ias n.39 Corso di Principi Contabili e Informativa Finanziaria Prof.ssa Sabrina Pucci Facoltà di Economia Università degli Studi Roma Tre a.a. 2004-2005 prof.ssa Sabrina

Dettagli

ROADSHOW PMI CREDITO E PMI. IMPRESE, CREDITO E CRISI DELL ECONOMIA. Ricerca a cura di Confcommercio Format

ROADSHOW PMI CREDITO E PMI. IMPRESE, CREDITO E CRISI DELL ECONOMIA. Ricerca a cura di Confcommercio Format ROADSHOW PMI CREDITO E PMI. IMPRESE, CREDITO E CRISI DELL ECONOMIA Ricerca a cura di Confcommercio Format Milano 22 maggio 2009 Il 73,7% delle imprese avverte un peggioramento della situazione economica

Dettagli

Osservatorio sulla Finanza. per i Piccoli Operatori Economici ABSTRACT

Osservatorio sulla Finanza. per i Piccoli Operatori Economici ABSTRACT Osservatorio sulla Finanza per i Piccoli Operatori Economici ABSTRACT Volume 16 DICEMBRE 2010 Microimprese ancora in affanno ma emergono i primi timidi segnali di miglioramento negli investimenti Calano

Dettagli

CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale

CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale Realizzato dall EURES Ricerche Economiche e Sociali in collaborazione con il Consiglio Regionale dell Economia

Dettagli

Report trimestrale sull andamento dell economia reale e della finanza

Report trimestrale sull andamento dell economia reale e della finanza l andamento dell economia reale e della finanza PL e Credito Bancario Perché un report trimestrale? A partire dal mese di dicembre 2014 SE Consulting ha avviato un analisi che mette a disposizione delle

Dettagli

Relazione sulla gestione

Relazione sulla gestione PIANORO CENTRO SPA SOCIETA' DI TRASFORMAZIONE URBANA Sede legale: PIAZZA DEI MARTIRI 1 PIANORO (BO) Iscritta al Registro Imprese di BOLOGNA C.F. e numero iscrizione: 02459911208 Iscritta al R.E.A. di BOLOGNA

Dettagli

DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA 1.1 - L assetto finanziario delle aziende Nel corso del 2014 la provincia reggiana evidenzia un saldo tra imprese che presentano aumenti e diminuzioni

Dettagli

Il credito in Toscana. II trimestre 2015

Il credito in Toscana. II trimestre 2015 Il credito in Toscana II trimestre 2015 Firenze, Ottobre 2015 08.1 I prestiti a imprese e famiglie Arrivano segnali di distensione dal mercato del credito in Toscana, che risente del miglioramento del

Dettagli

ANALISI DEL PRODOTTO

ANALISI DEL PRODOTTO IL MERCATO DEI MUTUI SOTTO LA LENTE DEL GRUPPO TECNOCASA ANALISI DEL PRODOTTO Il 2013 ha fatto segnare ancora variazioni negative nell erogazione del credito concesso alle famiglie, ma si registrano alcuni

Dettagli

Dati significativi di gestione

Dati significativi di gestione 182 183 Dati significativi di gestione In questa sezione relativa al Rendiconto Economico sono evidenziati ed analizzati i risultati economici raggiunti da ISA nel corso dell esercizio. L analisi si focalizza

Dettagli

Economie regionali. Bologna aprile 2010

Economie regionali. Bologna aprile 2010 Economie regionali Bologna aprile 21 L'andamento del credito in Emilia-Romagna nel quarto trimestre del 29 2 1 3 La serie Economie regionali ha la finalità di presentare studi e documentazione sugli aspetti

Dettagli

Principali indici di bilancio

Principali indici di bilancio Principali indici di bilancio Descrizione Il processo di valutazione del merito creditizio tiene conto di una serie di indici economici e patrimoniali. L analisi deve sempre essere effettuata su un arco

Dettagli

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio 1 di 6 La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio Come possono essere classificate le operazioni di gestione? La gestione aziendale è l insieme coordinato di operazioni attraverso le quali l impresa

Dettagli

GLI ELEMENTI ANDAMENTALI DEL RATING AZIENDALE

GLI ELEMENTI ANDAMENTALI DEL RATING AZIENDALE in collaborazione con: Promem Sud Est S.p.A. Società per la Promozione dei Mercati Mobiliari Sud Est S.p.A. GLI ELEMENTI ANDAMENTALI DEL RATING AZIENDALE a cura del Dott. Aurelio Valente Amministratore

Dettagli

Stock del credito al consumo sui consumi delle famiglie

Stock del credito al consumo sui consumi delle famiglie CREDITO AL CONSUMO: GLI EFFETTI DELLA CRISI Da uno studio della Banca d Italia 1, che valuta gli effetti della crisi sul mercato del credito al consumo in Italia, emerge una situazione attuale diversa

Dettagli

Economie regionali. L'andamento del credito in Sardegna nel quarto trimestre del 2008. 2009 Cagliari

Economie regionali. L'andamento del credito in Sardegna nel quarto trimestre del 2008. 2009 Cagliari Economie regionali L'andamento del credito in Sardegna nel quarto trimestre del 2008 2009 Cagliari 2 0 0 9 20 La nuova serie Economie regionali ha la finalità di presentare studi e documentazione sugli

Dettagli

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE ai sensi dell art. 5 del Regolamento Consob n. 17221 del 12 marzo 2010 e successivamente modificato con delibera n.17389

Dettagli

AGGIORNAMENTO DELLA DEFINIZIONE DI ATTIVITÀ DETERIORATE (bozza che sostituisce integralmente la bozza pubblicata lo scorso 12 gennaio)

AGGIORNAMENTO DELLA DEFINIZIONE DI ATTIVITÀ DETERIORATE (bozza che sostituisce integralmente la bozza pubblicata lo scorso 12 gennaio) GRUPPI PUMA2 AGGIORNAMENTO DELLA DEFINIZIONE DI ATTIVITÀ DETERIORATE (bozza che sostituisce integralmente la bozza pubblicata lo scorso 12 gennaio) Roma, gennaio 2015 BANCA D ITALIA Servizio Rilevazioni

Dettagli

Le regole di Basilea II per il credito immobiliare

Le regole di Basilea II per il credito immobiliare Le regole di Basilea II per il credito immobiliare Convegno ABI Credito alle Famiglie 2008 Mario Marangoni Banca d Italia Roma, 10 giugno 2008 1 Le regole di Basilea II per il credito immobiliare L impatto

Dettagli

Dati significativi di gestione

Dati significativi di gestione 36 37 38 Dati significativi di gestione In questa sezione relativa al Rendiconto economico sono evidenziati ed analizzati i risultati economici raggiunti da ISA nel corso dell esercizio. L analisi si focalizza

Dettagli

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche Osservatorio24 def 27-02-2008 12:49 Pagina 7 Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO 2.1 La produzione industriale e i prezzi alla produzione Nel 2007 la produzione industriale

Dettagli

Leasing secondo lo IAS 17

Leasing secondo lo IAS 17 Leasing secondo lo IAS 17 Leasing: Ias 17 Lo Ias 17 prevede modalità diverse di rappresentazione contabile a seconda si tratti di leasing finanziario o di leasing operativo. Il leasing è un contratto per

Dettagli

IL MERCATO DEI MUTUI SOTTO LA LENTE DEL GRUPPO TECNOCASA ANALISI DEL PRODOTTO

IL MERCATO DEI MUTUI SOTTO LA LENTE DEL GRUPPO TECNOCASA ANALISI DEL PRODOTTO IL MERCATO DEI MUTUI SOTTO LA LENTE DEL GRUPPO TECNOCASA ANALISI DEL PRODOTTO PREMESSA Il mercato del credito sta dando segnali di ripartenza. Le prime avvisaglie di miglioramento si erano viste già dalla

Dettagli

RAPPORTO CER Aggiornamenti

RAPPORTO CER Aggiornamenti RAPPORTO CER Aggiornamenti 14 gennaio 2015 In attesa della crescita I più recenti dati sul sistema bancario 1 confermano il lento miglioramento in atto nel settore creditizio. La variazione annua degli

Dettagli

Strategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA

Strategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA Classification Policy PREMESSA, FONTI NORMATIVE ED OBIETTIVO DEL DOCUMENTO... 3 1. DEFINIZIONI... 3 1.1. CLIENTI PROFESSIONALI...

Dettagli

L investimento immobiliare delle Casse e degli Enti di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno

L investimento immobiliare delle Casse e degli Enti di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno L investimento immobiliare delle Casse e degli di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno Pubblicato su Il Settimanale di Quotidiano Immobiliare del 27/04/2013 n. 19 Introduzione Dopo

Dettagli

Presentazione del Rapporto L economia del Molise Marco Manile

Presentazione del Rapporto L economia del Molise Marco Manile Presentazione del Rapporto L economia del Molise Marco Manile Filiale di Campobasso, Banca d Italia Campobasso, 18 giugno 21 L economia del Molise I prestiti bancari È proseguito il calo dei prestiti bancari,

Dettagli

Elenco Intermediari operanti nel settore finanziario n. 27193. RELAZIONE SULLA GESTIONE AL BILANCIO AL 31.12.2012

Elenco Intermediari operanti nel settore finanziario n. 27193. RELAZIONE SULLA GESTIONE AL BILANCIO AL 31.12.2012 CITHEF S.C. a R.L. Sede Legale: Via Santa Lucia, 81 80132 Napoli Capitale Sociale:euro 610.330 i.v. R.E.A. Napoli n.507434 Registro Imprese di Napoli e C.F. 06629110633 Elenco Intermediari operanti nel

Dettagli

Oggetto: Finanziamenti PMI Mutui Sospensione pagamento quote capitale Accordo ABI/PMI.

Oggetto: Finanziamenti PMI Mutui Sospensione pagamento quote capitale Accordo ABI/PMI. Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica 00198 Roma - via Panama 62 tel.068559151-3337909556 - fax 068415576 e-mail: confetra@confetra.com - http://www.confetra.com Roma, 6 agosto

Dettagli

IL RUOLO DEL DOTTORE COMMERCIALISTA

IL RUOLO DEL DOTTORE COMMERCIALISTA IL RUOLO DEL DOTTORE COMMERCIALISTA IN OTTICA BASILEA 2 DOTT. GABRIELE TROISE - troise@innofin.net 1 PRINCIPI ISPIRATORI DI BASILEA 2 BASILEA 2 E UNA NORMATIVA DIRETTA ALLE BANCHE. FUNZIONE PRECIPUA DELLA

Dettagli

CORSO DI TECNICA BANCARIA A.A. 2012-2013

CORSO DI TECNICA BANCARIA A.A. 2012-2013 Università degli Studi di Cagliari Dipartimento di Scienze Economiche ed Aziendali CORSO DI TECNICA BANCARIA A.A. 2012-2013 Dott. Rundeddu Vincenzo Le operazioni di Impiego 2 Bibliografia della corrente

Dettagli

Finanziamento ordinario a medio/lungo termine

Finanziamento ordinario a medio/lungo termine Finanziamento ordinario a medio/lungo termine Descrizione Finanziamento classico a medio/lungo termine, di durata compresa tra 5 e 10 anni, che consente di programmare l'esborso attraverso rate, normalmente

Dettagli

Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING

Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING Il Comitato di Basilea viene istituito nel 1974 dai Governatori delle Banche Centrali dei 10 paesi più industrializzati. Il Comitato non legifera, formula

Dettagli

Nuove strategie nella gestione del portafoglio clienti: un analisi delle imprese dell Industria alimentare

Nuove strategie nella gestione del portafoglio clienti: un analisi delle imprese dell Industria alimentare Nuove strategie nella gestione del portafoglio clienti: un analisi delle imprese dell Industria alimentare E possibile rendere più efficiente la gestione del credito e della collection quando il portafoglio

Dettagli

Tecnica Bancaria (Cagliari - 2015)

Tecnica Bancaria (Cagliari - 2015) Tecnica Bancaria (Cagliari - 2015) prof. Mauro Aliano mauro.aliano@unica.it 1 Premessa La redazione del bilancio da parte degli amministratori rappresenta un attività di valutazione, ma soprattutto di

Dettagli

AVVISO COMUNE. Tutto quello che è utile sapere

AVVISO COMUNE. Tutto quello che è utile sapere AVVISO COMUNE Tutto quello che è utile sapere Per aiutare le piccole e medie imprese del paese a contrastare le difficoltà finanziarie collegate alla crisi, arrivando al momento della ripresa nelle migliori

Dettagli

Prof.ssa M. Intonti, Economia degli intermediari finanziari, Economia aziendale, a.a. 2015-2016

Prof.ssa M. Intonti, Economia degli intermediari finanziari, Economia aziendale, a.a. 2015-2016 Prof.ssa M. Intonti, Economia degli intermediari finanziari, Economia aziendale, a.a. 2015-2016 POLITICA DEI PRESTITI La valutazione dei fidi il controllo dei crediti concessi il recupero dei crediti problematici

Dettagli

Febbraio 2016. market monitor. Analisi del settore edile: performance e previsioni

Febbraio 2016. market monitor. Analisi del settore edile: performance e previsioni Febbraio 2016 market monitor Analisi del settore edile: performance e previsioni Esonero di responsabilità I contenuti del presente documento sono forniti ad esclusivo scopo informativo. Ogni informazione

Dettagli

L analisi per flussi ed il rendiconto finanziario

L analisi per flussi ed il rendiconto finanziario L analisi per flussi ed il rendiconto finanziario L analisi di bilancio si compone di due strumenti complementari per la valutazione delle condizioni di economicità delle aziende: gli indici ed il rendiconto

Dettagli

terziario friuli venezia giulia ottobre 2013

terziario friuli venezia giulia ottobre 2013 ! terziario friuli venezia giulia ottobre 2013 osservatorio trimestrale sull andamento delle imprese del terziario del friuli venezia giulia rapporto di ricerca terzo trimestre 2013 trieste, 17 ottobre

Dettagli

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro ISTAT 17 gennaio 2002 Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro Nell ambito dell iniziativa di monitoraggio, avviata dall Istat per analizzare le modalità di conversione

Dettagli

LA CRISI DELLE COSTRUZIONI

LA CRISI DELLE COSTRUZIONI Direzione Affari Economici e Centro Studi COSTRUZIONI: ANCORA IN CALO I LIVELLI PRODUTTIVI MA EMERGONO ALCUNI SEGNALI POSITIVI NEL MERCATO RESIDENZIALE, NEI MUTUI ALLE FAMIGLIE E NEI BANDI DI GARA I dati

Dettagli

Garanzia confidi_sezione breve termine

Garanzia confidi_sezione breve termine Garanzia confidi_sezione breve termine Scheda prodotto DESCRIZIONE PRODOTTO CapitaleSviluppo attraverso il servizio di accesso alla garanzia dei confidi offre alle imprese un importante strumento atto

Dettagli

La gestione finanziaria dell impresa

La gestione finanziaria dell impresa La gestione finanziaria dell impresa di Emanuele Perucci Traccia di economia aziendale Il candidato, dopo aver illustrato il problema della scelta delle fonti di finanziamento in relazione al fabbisogno

Dettagli

I debitori delle aziende del Triveneto. Aggiornamento al I trimestre 2011

I debitori delle aziende del Triveneto. Aggiornamento al I trimestre 2011 Aggiornamento al I trimestre 2011 Maggio 2011 Prefazione L analisi ha l obiettivo di verificare come sia cambiato il profilo delle aziende cattivi pagatori, cioè delle aziende verso le quali è stata effettuata

Dettagli

Il mercato mobiliare

Il mercato mobiliare Il mercato mobiliare E il luogo nel quale trovano esecuzione tutte le operazioni aventi per oggetto valori mobiliari, ossia strumenti finanziari così denominati per la loro attitudine a circolare facilmente

Dettagli

RENDICONTO FINANZIARIO

RENDICONTO FINANZIARIO RENDICONTO FINANZIARIO IN OTTICA BASILEA 2 1 Utilità del Rendiconto finanziario L utilità del rendiconto finanziario trae motivo dal fatto che non si ha, quasi mai, coincidenza fra gli andamenti economici

Dettagli

ANALISI PER FLUSSI. Dott. Fabio CIGNA

ANALISI PER FLUSSI. Dott. Fabio CIGNA ANALISI PER FLUSSI Dott. Fabio CIGNA IL CONCETTO DI EQUILIBRIO GENERALE E DI ANALISI FINANZIARIA 2 ANALISI PER FLUSSI IL CONCETTO DI EQUILIBRIO GENERALE E DI ANALISI FINANZIARIA L azienda deve operare

Dettagli

I pagamenti come motore della crescita: condivisione, processi e trend

I pagamenti come motore della crescita: condivisione, processi e trend I pagamenti come motore della crescita: condivisione, processi e trend Marco Preti Economic Outlook L Europa è l area geografica che crescerà meno nei prossimi anni. Allo stesso tempo nel 2013 l Europa

Dettagli

Temi speciali di bilancio

Temi speciali di bilancio Università degli Studi di Parma Temi speciali di bilancio Il rendiconto finanziario L analisi per flussi -Nuovi elementi per la valutazione dell assetto economico globale -Migliore interpretazione indici

Dettagli

Roma, 21 settembre 2015

Roma, 21 settembre 2015 Roma, 21 settembre 2015 CREDITO, SVIMEZ: CONFIDI AL SUD TROPPO PICCOLI E POVERI, EROGANO IL 25% RISPETTO A QUELLI DEL CENTRO-NORD La SVIMEZ: Servono interventi organici nell ambito del credito e dei Confidi

Dettagli

Commenti ABI al Position Paper CONSOB in materia di Aumenti di Capitale con rilevante effetto diluitivo

Commenti ABI al Position Paper CONSOB in materia di Aumenti di Capitale con rilevante effetto diluitivo Commenti ABI al Position Paper CONSOB in materia di Aumenti di Capitale con rilevante effetto diluitivo 03/06/2010 POSITION PAPER Premessa La tematica della gestione degli aumenti di capitale con rilevante

Dettagli

Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società IV trimestre 2010

Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società IV trimestre 2010 8 aprile 2011 Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società IV trimestre 2010 Direzione centrale comunicazione ed editoria Tel. +39 06.4673.2243-2244 Centro di informazione statistica Tel.

Dettagli

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO A cura dell Ufficio Studi Confcommercio LE DINAMICHE ECONOMICHE DEL VENETO Negli ultimi anni l economia del Veneto è risultata tra le più

Dettagli

La diffusione della crisi e il credit crunch in Italia. Francesco Daveri

La diffusione della crisi e il credit crunch in Italia. Francesco Daveri La diffusione della crisi e il credit crunch in Italia Francesco Daveri 1 Le componenti del Pil nel 2008-09 (primo tempo della crisi).. (1) G ha svolto funzione anticiclica; (2) C diminuiti meno del Pil;

Dettagli

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI.

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI. I GRUPPI TRANSFRONTALIERI. 1. Premessa. Per effetto della globalizzazione dei mercati è sempre più frequente la creazione di gruppi transfrontalieri, di gruppi cioè in cui le diverse imprese sono localizzate

Dettagli

La congiuntura economica e finanziaria e il finanziamento delle piccole imprese

La congiuntura economica e finanziaria e il finanziamento delle piccole imprese La congiuntura economica e finanziaria e il finanziamento delle piccole imprese Valerio Vacca Banca d Italia Servizio Stabilità finanziaria Presentazione rapporto Fedart, 9 dicembre 2015 Vacca Congiuntura

Dettagli

Il sistema monetario

Il sistema monetario Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti

Dettagli

intervento del Direttore Regionale Ing. Adriano Maestri Giovedì 20 settembre ore 09.00 Convento S.Domenico Sala Bolognini - Bologna

intervento del Direttore Regionale Ing. Adriano Maestri Giovedì 20 settembre ore 09.00 Convento S.Domenico Sala Bolognini - Bologna INSIEME PER LA RIPRESA LO STATO DELL ECONOMIA REGIONALE intervento del Direttore Regionale Ing. Adriano Maestri Giovedì 20 settembre ore 09.00 Convento S.Domenico Sala Bolognini - Bologna 1 La congiuntura

Dettagli

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE ai sensi dell art.5 del Regolamento Consob n.17221 del 12 marzo 2010 e successivamente modificato con delibera n.17389

Dettagli

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE ai sensi dell art. 5 del Regolamento Consob n. 17221 del 12 marzo 2010 e successivamente modificato con delibera n.17389

Dettagli

DEPOSITI E PRESTITI BANCARI PROVINCIA DI BRESCIA

DEPOSITI E PRESTITI BANCARI PROVINCIA DI BRESCIA DEPOSITI E PRESTITI BANCARI PROVINCIA DI BRESCIA Dal 31/12/2007 al 30/6/20 QUADERNI DI APPROFONDIMENTO N. 8/20 Ottobre 20 Fonte dati Banca d'italia Elaborazioni Ufficio Studi ed Informazione Statistica

Dettagli

IL CREDITO ARTIGIANO NELLA PROVINCIA DI VENEZIA

IL CREDITO ARTIGIANO NELLA PROVINCIA DI VENEZIA IL CREDITO ARTIGIANO NELLA PROVINCIA DI VENEZIA - report gennaio-giugno 2009 - Anche nella prima metà del 2009 Cofidi Veneziano si conferma la struttura di garanzia del credito più importante nella provincia

Dettagli

INFORMATIVA RELATIVA ALL ISTITUZIONE DELLA COMMISIONE DI ISTRUTTORIA VELOCE (CD CIV) Ai sensi art.6 bis D.L.6.12.2011 n. 201 conv. L.

INFORMATIVA RELATIVA ALL ISTITUZIONE DELLA COMMISIONE DI ISTRUTTORIA VELOCE (CD CIV) Ai sensi art.6 bis D.L.6.12.2011 n. 201 conv. L. INFORMATIVA RELATIVA ALL ISTITUZIONE DELLA COMMISIONE DI ISTRUTTORIA VELOCE (CD CIV) Ai sensi art.6 bis D.L.6.12.2011 n. 201 conv. L.214/2011 L art. 6 Bis del Decreto Legge 6.12.2011 n. 201, convertito

Dettagli

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Gian Carlo Sangalli Presidente Camera di Commercio di Bologna IL SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO BOLOGNESE E E IN UNA FASE

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO AMBITO DI APPLICAZIONE TITOLO I PRINCIPI GENERALI Finalità del processo di gestione del patrimonio Fondo stabilizzazione

Dettagli

GLI INDICI DI BILANCIO PER LE ANALISI FINANZIARIE

GLI INDICI DI BILANCIO PER LE ANALISI FINANZIARIE GLI INDICI DI BILANCIO PER LE ANALISI FINANZIARIE GLI INDICI DI BILANCIO Gli indici sono rapporti tra grandezze economiche, patrimoniali e finanziarie contenute nello stato patrimoniale e nel conto economico

Dettagli

VALUTARE GLI EQUILIBRI DELL IMPRESA

VALUTARE GLI EQUILIBRI DELL IMPRESA VALUTARE GLI EQUILIBRI DELL IMPRESA Quattro valori fondamentali per valutare una impresa sono: 1. Il Capitale Operativo Investito, che è dato dal Capitale Fisso (Costi pluriennali a lenta rotazione) +

Dettagli

DL n. 91 del 24.06.2014 entrato in vigore dal 25 giugno

DL n. 91 del 24.06.2014 entrato in vigore dal 25 giugno Con il DL n. 91 del 24.06.2014 pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.144 del 24 giugno 2014 ed entrato in vigore dal 25 giugno è stata prevista un agevolazione per i soggetti che effettuano investimenti in

Dettagli

IL SETTORE. COSTRUZIONI in provincia di Trento

IL SETTORE. COSTRUZIONI in provincia di Trento 26 marzo 2013 IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI in provincia di Trento il contesto economico Nel 2012 l area dell euro è nuovamente in recessione, con una riduzione del Pil pari allo 0,6%; si stima che permanga

Dettagli

PRINCIPALI ASPETTI ECONOMICO-FINANZIARI DEI BILANCI CONSUNTIVI RELATIVI ALL ANNO 2003

PRINCIPALI ASPETTI ECONOMICO-FINANZIARI DEI BILANCI CONSUNTIVI RELATIVI ALL ANNO 2003 NOTA METODOLOGICA I dati elaborati per la presente pubblicazione sono quelli riportati nell allegato D ed F al rendiconto finanziario, rilevati dall Istat non più con un suo proprio modello ma a partire

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI GENERALI Art. 1 Finalità del processo di gestione del patrimonio

Dettagli

Prestito Obbligazionario Banca di Imola SpA 185^ Emissione 02/04/2007-02/04/2010 TV% Media Mensile (Codice ISIN IT0004219223)

Prestito Obbligazionario Banca di Imola SpA 185^ Emissione 02/04/2007-02/04/2010 TV% Media Mensile (Codice ISIN IT0004219223) MODELLO DI CONDIZIONI DEFINITIVE relative alla Nota Informativa sul Programma di Offerta di Prestiti Obbligazionari denominati Obbligazioni Banca di Imola SPA a Tasso Variabile Media Mensile Il seguente

Dettagli

8. Dati finanziari e bancari

8. Dati finanziari e bancari 8. Dati finanziari e bancari Roma rappresenta dopo Milano il principale Centro finanziario del Paese con 46 Istituti creditizi, 1.988 sportelli bancari, 91 miliardi di euro depositati in banca (pari al

Dettagli

4 Punto. Assemblea ordinaria e straordinaria degli Azionisti Unica convocazione: 11 giugno 2014 ore 11,00. Parte ordinaria

4 Punto. Assemblea ordinaria e straordinaria degli Azionisti Unica convocazione: 11 giugno 2014 ore 11,00. Parte ordinaria Assemblea ordinaria e straordinaria degli Azionisti Unica convocazione: 11 giugno 2014 ore 11,00 Parte ordinaria 4 Punto Autorizzazione all acquisto e disposizione di azioni proprie, ai sensi del combinato

Dettagli

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE ai sensi dell art. 5 del Regolamento Consob n. 17221 del 12 marzo 2010 e successivamente modificato con delibera n.

Dettagli

Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese L. 662/96 L. 266/97

Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese L. 662/96 L. 266/97 Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese L. 662/96 L. 266/97 GARANZIA DIRETTA (Banca) Oggetto e finalità Favorire l accesso alle fonti finanziarie delle PMI mediante la concessione di una garanzia

Dettagli