Convegno Il valore dei valori

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1 CENTRO INTERUNIVERSITARIO PER LA RICERCA SULLA GENESI E SULLO SVILUPPO DELLE MOTIVAZIONI PROSOCIALI E ANTISOCIALI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA UNIVERSITÀ KORE DI ENNA FONDAZIONE CRISTINA MAZZOTTI Convegno Il valore dei valori 7-8 ottobre 2005 Catania Enna SESSIONE POSTER Coordinamento: AnnaSilvia Bombi - Università di Roma La Sapienza

2 1. Il ruolo dei valori e degli obiettivi di vita nel promozione del benessere della persona Alessandra Anconetti, Lisa Giacometti, Patrizia Steca - Università di Milano Bicocca Introduzione L interesse scientifico per il benessere soggettivo, quale esperienza individuale e soggettiva del vissuto dello star bene, ha registrato un forte incremento negli ultimi venti anni in varie discipline che spaziano da quelle filosofiche e psicologiche, a quelle mediche, fino a quelle a carattere propriamente sociologico ed economico. Tale interesse ha promosso un profondo cambiamento nella disciplina psicologica, nella quale da più parti si reclama l esigenza di metodi conoscitivi e di intervento maggiormente orientati alla scoperta e alla promozione delle potenzialità (Steca, 2005) ed è certamente sostenuto dal profondo spostamento valoriale registrato negli ultimi anni nelle società post-materialistiche, come la nostra, nelle quali i bisogni materiali di base sono ormai soddisfatti per la maggior parte della popolazione e le persone sono maggiormente orientate alla soddisfazione di bisogni più elevati, come la realizzazione e la soddisfazione personale. Nello studio del benessere soggettivo un contributo di particolare rilievo è stato fornito da Ed Diener (1984, 1994, 2000), che ha distinto due componenti primarie del costrutto: una componente cognitiva, corrispondente da un generale giudizio di soddisfazione di vita, ed una componente affettiva, corrispondente alla prevalenza di stati emotivi positivi rispetto a stati emotivi negativi nella vita quotidiana della persona. La componente cognitiva del benessere soggettiva è stata recentemente ampliata nell ambito di studi italiani con l inclusione di due indicatori centrali di benessere individuale, l autostima e l ottimismo, che condividono con la soddisfazione di vita un comune modo di valutare e di porsi positivamente nei confronti di vari aspetti del proprio sé, della vita e del futuro, cui è stato attribuito il nome di pensiero positivo (Caprara, Delle Fratte e Steca, 2002). Il ruolo rivestito dal possesso e dal perseguimento di obiettivi altamente valorizzati rispetto alla promozione del benessere individuale è stato evidenziato in numerosi studi (Brunstein, 1993; Emmons, 2003), anche se ancora poco chiara risulta l influenza di diverse tipologie di obiettivi rispetto allo star bene della persona e quasi inesistente è la letteratura sul ruolo del sistema valoriale personale. Obiettivo del presente contributo empirico è quello di indagare in quale misura differenti tipologie di obiettivi e di sistemi valoriali siano connesse al benessere soggettivo della persona, con particolare attenzione ad eventuali differenze connesse al sesso e all età. Metodo Soggetti Hanno partecipato alla ricerca 221 soggetti, di cui 76 maschi (34,4%) e 145 femmine (65,6%). L età è compresa tra i 18 e i 55 anni, con una media di 32,51 anni e una deviazione standard di 10,10. In merito allo stato civile, il 49,8 % è celibe o nubile, il 37,1% è coniugato, il 5,4% è divorziato, il resto convivente o vedovo. Per quanto riguarda l occupazione, il 72,9% dei soggetti lavora, mentre il 26,2% è costituito da studenti, casalinghe o pensionati. Strumenti e procedura Ai soggetti è stata somministrata una batteria di questionari contenente i seguenti strumenti di autovalutazione: - la Satisfaction with Life Scale (Diener, Emmons, Larsen e Griffin, 1985) che valuta il grado generale di soddisfazione rispetto alle proprie condizioni di vita. - la Rosenberg Self-esteem Scale (Rosenberg, 1965), che valuta il senso generale di autoaccettazione, la percezione del proprio valore e la fiducia in se stessi. - il Life Orientation Test (Scheier e Carver, 1985), che valuta la tendenza ad aspettarsi occasioni positive ed eventi favorevoli dal futuro. - la Positive and Negative Affect Scale (PANAS) (Watson, Clark e Tellegen, 1988). La scala è costituita da 20 aggettivi, 10 finalizzati a misurare stati affettivi positivi e 10 stati affettivi negativi A ciascun soggetto è stato, inoltre, chiesto di indicare quali fossero gli obiettivi più importanti, quelli maggiormente valorizzati nel periodo della somministrazione; tali obiettivi sono stati successivamente valutati e categorizzati in base al loro contenuto. Nella parte finale della batteria è stato chiesto ai soggetti di mettere in ordine di importanza i dieci valori individuati nel modello teorico di Schwartz (1992): potere, successo, edonismo, stimolazione, auto-direzione, universalismo, benevolenza, tradizione, conformismo e sicurezza.

3 Risultati I risultati hanno messo in evidenza differenze significative ascrivibili al sesso e all età dei soggetti, sia rispetto alle variabili di benessere che rispetto ai valori e agli obiettivi maggiormente valorizzati. Sono emerse, inoltre, diverse configurazioni di obiettivi e valori cui si associano in vario grado i quattro indicatori di benessere soggettivo considerati. Conclusioni I risultati del presente contributo empirico hanno fornito numerose e originali informazioni sulle relazioni che intercorrono tra sistemi valoriali, perseguimento di obiettivi personali e vari indicatori del benessere della persona, ormai riconosciuti e ampiamente studiati dalla letteratura. Il perseguimento di taluni obiettivi e l adozione di particolari valori, soprattutto connessi al benessere e alla realizzazione personale, inoltre, si sono dimostrati particolarmente influenti nel favorire un elevato grado di benessere. Bibliografia Brunstein, J.C. (1993). Personal goals and subjective well-being: A longitudinal study. Journal of Personality and Social Psychology, 65, Caprara, G.V., Delle Fratte, A., e Steca, P. (2002). Determinanti personali del benessere nell adolescenza: indicatori e predittori. Psicologia Clinica dello Sviluppo, 2, Diener, E. (1994). Assessing subjective well-being: Progress and opportunities. Social Indicators Research, 31, Diener, E. (2000). Subjective well-being: the science of happiness, and a proposal for a national index. American Psychologist, 55, Diener, E., Emmons, R.A., Larsen, R.J. e Griffin, S. (1985). The Satisfaction With Life Scale. Journal of Personality Assessment, 49, Emmons, R.A. (2003). Personal goals, life meaning, and virtue: willsprings of a positive life, in L.M., Keyes e J., Haidt (2003) (a cura di), Flourishing: a positive psychology and the life well-lived (pp ). Washington DC: American Psychological Association. Rosenberg, M. (1965). Society and the adolescent self-image. Princeton, NJ: Princeton University Press. Scheier, M.F. e Carver, C.S. (1985). Optimism, coping, and health: Assessment and implications of generalized outcome expectancies. Health Psychology, 4, Schwartz, S. (1992). Universals in the content and structure of values: Theoretical advances and empirical tests in 20 countries. In Zanna, M.P. (a cura di), Advances in Experimental Social Psychology, vol. 25. Academic Press, New York, pp Steca, P. (2005). Il potenziamento delle risorse. Psicologia Contemporanea, 190, Watson, D., Clark, L., McIntyre, C., e Hamaker, S. (1992). Affect, personality, and social activity. Journal of Personality and Social Psychology, 63,

4 2. Sistema di valori in famiglie con figli disabili Serafino Buono, Giovanni Belfiore, Santina Città, Tommasa Zagaria, Marinella Zingale - IRCCS Oasi di Troina, Università di Catania La generatività è una dimensione essenziale della famiglia che permea il sistema di valori oltre che di relazioni, e la trasmissione di questi valori da una generazione all altra (Cigoli e al., 2000: Scabini e Cigoli, 2000). Lo studio che verrà presentato espone dei dati su questi aspetti della vita familiare in situazioni di crisi, che della stabilità e della flessibilità dell assetto valoriale costituisce un importante banco di prova. La crisi familiare studiata nella ricerca è legata al subentrare di un evento fortemente stressante, come la nascita di un figlio disabile. La letteratura sull argomento ha precisato che, se certamente la disabilità di un membro comporta uno sconvolgimento del sistema familiare, tale sconvolgimento non è necessariamente persistente e patologico, in quanto dipende dalle modalità di problem-solving adattivo che le famiglie mettono in atto (Dyson, 1993; Costigan e al., 1997). Anche fattori di desiderabilità sociale entrano in gioco nelle strategie di adattamento (Saviolo Negrin e Cristante, 1996), e si può ipotizzare che la struttura valoriale abbia un ruolo importante nel determinare le capacità della famiglia di fronteggiare lo stress (Stoneman, 1997; Valtolina, 2000). Nello studio presentato vengono analizzate le modalità di coping che la famiglia usa, connesse alle percezioni razionalizzate ed emotive - dell evento stesso, agli atteggiamenti verso il figlio, agli stili educativi, alle caratteristiche di coesione e flessibilità adattiva preesistenti nella famiglia, soprattutto alla struttura valoriale presente nella coppia genitoriale. I dati presentati aprono interessanti prospettive di conoscenza sugli squilibri e riequilibri del sistema familiare, dei suoi valori, dei significati della funzione generativa e di quella educativa, perturbati dall evento critico: il figlio diverso dalle aspettative tipiche della generatività immaginata e auspicata. I dati presentati sono stati raccolti sia con i consueti metodi quantitativi sia mediante approcci qualitativi, offrendo la possibilità di scoprire dimensioni nuove e significati non esplorabili con le tradizionali strategie di ricerca. Bibliografia Cigoli V., Marta E., Tamanza G. (2000) La valorizzazione della famiglia nello scambio tra le generazioni, in Cigoli V. (a cura di) Il vello d oro. Ricerche sul valore famiglia. CISF San Paolo, Cinisello Balsamo (pp ) Costigan C.L., Floyd F.J., Harter K.S.M., McClintock J.C. (1997) Family process and adaptation to children with mental retardation: Disruption and resilience in family problem-solving interactions. Journal of Family Psychology, 11, Dyson L. I. (1993) Responses to the presence of a child with disabilities: Parental stress and family functioning over time. American Journal on Mental Retardation, 98, Saviolo Negrin N., Cristante F. (1996) Resources and stress in parents with a mentally retarded child: a quantitative approach. In M. Cusinato (ed.) Research on family resources and needs across the world, LED, Milano (pp ) Scabini E., Cigoli V. (2000) Il famigliare, Legami, simboli e transizioni. Raffaello Cortina Editore, Milano.

5 3. I valori tra vita lavorativa e vita extralavorativa: uno studio pilota sui lavoratori manuali ed intellettuali. Michela Cortini, Amelia Manuti, Giancarlo Tanucci - Dipartimento di Psicologia, Università di Bari Introduzione La letteratura sulla conciliazione vita lavorativa vita extralavorativa ha messo in evidenza da tempo come la possibilità di un equilibrio sia legata alla consonanza tra valori attribuiti soggettivamente alle diverse sfere della vita individuale e richieste provenienti dal contesto lavorativo (per una rassegna, si veda Piccardo, Ghisleri, Colombo, 2004). Questo equilibrio è minacciato in quei profili professionali intellettuali facenti capo alla cosiddetta economia della conoscenza, in via di sviluppo sempre crescente, vista la difficoltà nel marcare la distinzione lavoro tempo libero (Cortini et al., 2005). La ricerca intende investigare le configurazioni valoriali nei lavoratori manuali e nei lavoratori intellettuali, valutando, in aggiunta, le diverse modalità con cui viene cercato e raggiunto l equilibrio vita lavorativa vita extralavorativa in queste due diverse popolazioni (Sarchielli, 2003). Metodo In una prima fase abbiamo intervisto 5 lavoratori intellettuali e 5 lavoratori manuali, seguendo i dettami dell intervista narrativa (Atkinson, 2002), al fine di cogliere le configurazioni valoriali che fungono da motore all azione ed i vissuti relativi al diverso significato attribuito all esperienza lavorativa ed extralavorativa, e all equilibrio tra queste due dimensioni. Abbiamo successivamente triangolato i primi risultati con uno studio dalla natura quantitativa. Sono stati interpellati 150 lavoratori, equamente distinti tra lavoratori intellettuali e lavoratori manuali, ai quali sono stati somministrati le scale sui valori di Schwartz (1992) ed il questionario sull equilibrio vita lavorativa vita extralavorativa (Eagle et al., 1997). Risultati Come ipotizzato, si riscontrano differenze nelle dimensioni indagate tra lavoratori intellettuali e lavoratori manuali, che verranno discusse nel poster. Bibliografia Atkinson, R. (2002) L Intervista Narrativa, Milano: Raffaello Cortina. Cortini, M., Tanucci, G., Ingusci, E. (2005) La tecnologia rende libere? Uno studio sulle donne telelavoratrici, poster presentato al V Incontro Annuale degli Psicologi del Lavoro e delle Organizzazioni, Torino, giugno. Eagle, B. W., Miles, E. W., & Icenogle, M. L. (1997). Inter-role conflicts and the permeability of work and family domains: Are there gender differences? Journal of Vocational Behaviour, 50, Piccardo, C. & Ghisleri, C., Colombo, L. (2004) L'équilibre dans la vie personnelle entre travail, famille et reste de la vie, XIII Congresso AIPTLF (Association Internationale de Psychologie du Travail de Langue Française), Bologna, agosto. Sarchielli, G. (2003) Psicologia del Lavoro, Bologna : Il Mulino. Schwartz, S. (1992). Universal in contents and structure of values: Theoretical advances and empirical tests in 20 countries. In Zanna, M.P. (a cura di). Advances in Experimental Social Psychology. Vol 25 (pp. 1-65). Academic Press: New York.

6 4. Personalità, valori e motivi nelle condotte di aiuto: una ricerca su volontari e operatori del servizio di emergenza-urgenza 118 Claudio De Carli, Lisa Giacometti, Patrizia Steca - Università di Milano - Bicocca Introduzione 911 Squadra Emergenza, ER medici in prima linea, Chicago Hope : questi sono alcuni dei titoli che hanno portato agli occhi del grande pubblico la realtà delle equipes mediche d emergenza, che ogni giorno rischiano anche la loro vita per aiutare in modo tempestivo le persone in pericolo, nelle emergenze di tutti i giorni: incidenti stradali, rapine, stupri, incendi, sparatorie. Nonostante la popolarità che tali professioni stanno acquisendo agli occhi di tutti, piuttosto scarsa risulta l indagine scientifica su di esse e, ancora poco ci si è interrogati da un punto di vista psicologico sulle caratteristiche delle persone che vivono e operano in questi contesti. Maggiore sembra, invece, la conoscenza sulle caratteristiche personali e i processi motivazionali che regolano le attività di vontariato (si veda ad esempio Capanna, Steca, e Imbimbo, 2002); entrambe le attività, quella di operatore sanitario nei sistemi di emergenza/urgenza e quella di volontario, sono caratterizzate dalla necessità e dalla conseguente familiarità col prestare aiuto agli altri; nel primo caso, tuttavia, si esercita una professione e si riceve uno stipendio, nel secondo si aiuta a titolo gratuito. Quali caratteristiche personali, quali spinte, inducono a scegliere e perseguire l una o l altra attività? E possibile ipotizzare delle similarità o, al contrario, delle differenze? Scopo del presente contributo empirico è stato quello di confrontare un gruppo di operatori del sistema di emergenza/urgenza 118 con un gruppo di volontari sulla base delle loro dimensioni di personalità e dei loro sistemi motivazionali e valoriali. I due gruppi sono stati, inoltre, confrontati con i valori normativi provenienti da un ampio gruppo della popolazione italiana. Metodo Soggetti Hanno partecipato alla ricerca due gruppi di soggetti. Un primo gruppo era costituito da 101 soggetti, tutti dipendenti di vari S.S.U.E.m. 118 di Aziende Ospedaliere lombarde; il gruppo è costituito da 48 uomini e 52 donne, di età compresa tra i 22 e i 54 anni (età media=35,60, d.s.=5.64). Il secondo gruppo di soggetti era formato, invece, da 103 volontari, appartenenti a varie associazioni di Milano o dell interland della città; il gruppo è costituito da 44 uomini e 59, di età compresa tra 20 e 80 anni (età media=50,73, d.s.=18.30). Strumenti e procedura Ad entrambi i gruppi di soggetti è stata somministrata una batteria di questionari finalizzata ad indagare numerose variabili tra le quali sono di interesse per il presente contributo: a) I cinque grandi fattori di personalità (Big Five), misurati tramite una versione ridotta del Big Five Questionnaire(BFQ) (Caprara, Barbaranelli e Borgogni, 1996). La versione ridotta è composta da 60 item con modalità di risposta a 5 posizioni, finalizzati a valutare la personalità in relazione a cinque grandi dimensioni, ognuno delle quali si compone di due sottodimensioni: - Energia/Estroversione, composta da Dinamismo e Dominanza ; - Amicalità/Gradevolezza, costituita da Cooperatività e Cordialità ; - Coscienziosità, composta da Scrupolosità e Perseveranza ; - Stabilità Emotiva vs. Nevroticismo, costituita da Controllo delle emozioni e Controllo degli impulsi ; - Apertura mentale, formata da Apertura all esperienza e Apertura alla cultura. b) L orientamento valoriale, per la misurazione del quale è stato impiegato il Portrait Values Questionnaire (PVQ), nella sua versione italiana (Capanna, Vecchione e Schwartz, 2004); il questionario è stato sviluppato sulla base della Teoria dei Valori Personali di Base di Schwartz (1992) e validato a livello internazionale. Il PVQ è costituito da 40 affermazioni, con modalità di risposta a 6 posizioni, che tendono a descrivere le aspirazioni, gli obiettivi, gli assunti importanti nella vita delle persone, facendo riferimento ai valori della nostra società. Vengono valutati dieci valori personali di base: potere, successo, edonismo, stimolazione, autodirezione, universalismo, benevolenza, tradizione, conformismo e sicurezza, riconducibili a quattro

7 macrodimensioni valoriali: Apertura al Cambiamento, Automiglioramento, Autotrascendenza e Conservatorismo. c) L orientamento motivazionale, valutato con il Test di Orientamento Motivazionale (Borgogni, Petitta e Barbaranelli, 2004); il questionario è costituito da 48 item, con formato di risposta a 7 posizioni, che mirano a valutare quattro dimensioni motivazionali: - l Orientamento alla Relazione/Affiliazione che si riferisce alla tendenza a preferire la collaborazione ed evitare ogni tipo di conflitto con le persone; - l Orientamento alla Leadership/Potere che concerne la tendenza ad assumere posizioni influenti e di controllo. - l Orientamento al Successo che riguarda la tendenza a scegliere attività sfidanti e che favoriscano la verifica delle proprie capacità; - l Orientamento all Innovazione che rispecchia la tendenza a mettersi in gioco e a preferire nuove situazioni rispetto a quelle conosciute. Risultati Dai confronti effettuati tra i due gruppi di volontari e operatori del servizio 118, e tra questi e i dati normativi disponibili per la popolazione italiana, sono emerse interessanti differenze significative, sia rispetto ai tratti personalità che rispetto alle dimensioni valoriali e motivazionali. Differenze particolarmente evidenti sono state riscontrate in merito ai tratti di Energia e Stabilità Emotiva, e rispetto alle dimensioni motivazionali e valoriali che maggiormente riflettono tendenze di tipo altruistico e prosociale. Conclusioni I risultati del presente contributo empirico hanno fornito numerose indicazioni sulle personalità, i valori e le motivazioni di volontari ed operatori sanitari italiani, che soprattutto in alcuni aspetti si dimostrano differenti da quelli caratteristici della popolazione generale, contribuendo in tal modo ad arricchire l ancora esiguo insieme di conoscenze su queste attività e professioni. Ci auguriamo che lavori futuri approfondiscano le tematiche affrontate, soprattutto a fronte della crescente esigenza di intervento e sostegno psicologico che recentemente si sta registrando da parte degli operatori sanitari. Bibliografia Borgogni, L., Petitta, L., Barbaranelli, C. (2004). Test di Orientamento Motivazionale. Firenze: Organizzazioni Speciali. Caprara, G.V., Barbaranelli, C., Borgogni, L. (1996). BFQ, Big Five Questionnaire, Manuale. Firenze: Organizzazioni Speciali. Capanna C., Steca, P., Imbimbo, A. (2002). Un indagine sulla motivazione al volontariato. Rassegna di Psicologia, 19, Capanna, C., Secchione, M., Schwartz, S. (2004). La misura dei valori. Validazione del Portrait Values Questionnaire su un campione italiano. Manoscritto in revisione.

8 5. Il posizionamento discorsivo nell ordine morale: Evidenze dall analisi dei resoconti di attività criminali Eugenio De Gregorio - Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione Università di Roma La Sapienza Introduzione L abstract che presentiamo è parte di una più ampia ricerca sulla costruzione narrativa dell azione deviante. In essa, una parte specifica è stata dedicata alla definizione di un modello narrativo sul resoconto d azione secondo i presupposti della Teoria del Posizionamento (Harré e van Langenhove, 1992; 1999). Secondo questo modello, proposto specificamente orientato allo studio delle ricostruzioni (operate in situazioni discorsive) del Sé, degli interlocutori e dei sistemi di relazione a cui l individuo appartiene l individuo si colloca, per mezzo di pratiche discorsive, in un sistema di coordinate costituito da 4 ordini: - morale: posiziona rispetto ai sistemi culturali e locali di doveri e diritti, obblighi e crediti; include le attribuzioni, le credenze, gli atteggiamenti, i valori; - sociale: posiziona rispetto al sistema degli interlocutori secondo le declinazioni di tipo sociologico-anagrafico, i ruoli agiti e vissuti, le collocazioni storiche e attuali; - spaziale: posiziona in un contesto reale delimitato da confini e caratterizzazioni definite; corrisponde alla localizzazione fisica dell evento narrato; - temporale: posiziona in un momento storicamente definito e ridefinibile narrativamente; corrisponde la collocazione in un duplice contesto: quello del momento in cui si sono svolti i fatti ( lì e allora ) e quello della rievocazione narrativa attuale ( qui e ora ). Obiettivi e metodo Una parte specifica dello studio complessivo è stata orientata alla rilevazione dei contenuti variamente riferibili alle dimensioni previste dal modello con particolare attenzione alle eventuali differenze per tipi di reati ed esperienza nel circuito della devianza: si supponeva cioè che le narrazione di gruppi diversi di intervistati contenessero indicatori di posizionamento differenti. La ricerca è stata svolta mediante la somministrazione di 34 interviste narrative ad altrettanti autori di reati (omicidi, rapine, spaccio, detenzione e traffico di stupefacenti, ricettazione). Le trascrizioni delle interviste sono state sottoposte ad analisi del contenuto di tipo interpretativo con l ausilio del software ATLAS.ti (De Gregorio e Mosiello, 2004; De Leo, Patrizi e De Gregorio, 2004). I risultati più importanti sono ascrivibili in particolare alla dimensione dell ordine morale e alla valenza positiva/negativa dell autocollocazione esemplificata da temi quali: la scelta di dedicarsi alle attività criminali, la deresponsabilizzazione e il disimpegno, il pentimento (versante negativo); il senso di autoefficacia; il senso di responsabilità; l autocolpevolizzazione, il rispetto per le vittime e per famiglia (versante positivo). Analogamente è stata rilevata la collocazione posizionale degli altri (famiglia, agenzie di controllo formale e informale, vittima, etc.). I risultati verranno esemplificati mediante l estrazione di network concettuali di ampie porzioni di testo tratte dalle interviste narrative. Conclusioni Il concetto di posizionamento discorsivo apre prospettive di ricerca e percorsi di riflessione che non sono stati precedente tenuti in considerazione nella ricerca classica sul Sé secondo gli approcci socio-cognitivi. Dalla prospettiva proposta infatti emerge un attore attivo costruttore di immagini di Sé con un ruolo tanto più attivo quanto più variegate e complesse sono le situazioni sociali che incontra (Patrizi, 2005): l ottica del posizionamento consente di superare la staticità delle letture precedenti in base alle quali il Sé era definibile con riferimento a uno schema cognitivo, a una struttura solo parzialmente variabile nel corso dell arco di vita, ma sostanzialmente stabile e coerente nelle diverse situazioni quotidiane. La teoria del posizionamento non dovrebbe essere ritenuta una teoria generale che richiede un applicazione deterministica a specifiche applicazioni. Non è come la teoria gravitazionale. Piuttosto, può essere considerata come un punto di partenza per riflettere su molti differenti aspetti della vita sociale (Harré e van Langenhove, 1999, pp. 9-10). Bibliografia De Gregorio E. e Mosiello F. (2004), Tecniche di ricerca qualitativa e di analisi delle informazioni con ATLAS.ti, Roma, Kappa. De Leo G., Patrizi P. e De Gregorio E. (2004), L analisi dell azione deviante. Bologna, Il Mulino.

9 Harré R. e Moghaddam F.M. (2003), Introduction: The Self and Others in Traditional Psychology and in Positioning Theory, in R. Harré e F.M. Moghaddam (eds.), The Self and Others. Positioning Individuals and Groups in Personal, Political, and Cultural Contexts, Westport, Praeger, pp Harré R. e van Langenhove L. (1992), Varieties of Positioning. Journal for the Theory of Social Behaviour, 21 (4), pp Harré R. e van Langenhove L. (1999) (eds.), Positioning Theory. Moral Contexts of Intentional Action, Oxford, Blackwell Publishers. Patrizi P. (2005), Deviant Action and Self-Narration: A Qualitative Survey through ATLAS.ti. Journal for the Theory of Social Behavior, 35(2), pp

10 6. Valori e relazioni familiari in tarda adolescenza Laura Di Giunta, Marinella Paciello, Maria Gerbino - Centro Interuniversitario per la ricerca sulla Genesi e sullo Sviluppo delle Motivazione Prosociali e Antisociali- Unità di Roma La Sapienza Le persone portano nelle relazioni con gli altri i propri valori, le proprie convinzioni e le proprie norme. I valori possono essere intesi come il risultato dell eredità sociale comune trasmessa a tutti gli individui di una determinata società attraverso molteplici agenzie di socializzazione e, a livello individuale, come insieme di convinzioni e di standard che generalmente costituiscono una filosofia di vita personale (Brewster Smith, 1963). In questo contributo ci siamo interrogati sul ruolo dei valori nella famiglia, quale importante contesto di socializzazione. La famiglia è un istituzione sociale investita della funzione di riprodurre una società e di promuovere lo sviluppo dei suoi membri (Gecas, 1990; Hess, 1995). Nella maggior parte delle famiglie i conflitti sono più frequenti nel corso dell adolescenza ma tendono a diminuire nel corso del tempo mano a mano che i figli crescono e i genitori ne riconoscono la maturità (Laursen et al., 1998; Paikoff, Brooks-Gunn, 1991). Le relazioni tra genitori e figli sono continuamente rinegoziate lungo i due assi principali del controllo e dell affetto. Uno sviluppo ottimale si raggiunge laddove si realizzi un buon adattamento tra stadio di crescita e ambiente, tra bisogni degli individui in fase di sviluppo e le opportunità offerte dai loro ambienti sociali (Eccles et al., 1993, p.28). I genitori e gli adolescenti devono sentirsi in grado di comunicare gli uni con gli altri. I genitori devono aver fiducia nelle proprie capacità di combinare disciplina e accettazione interpersonale; gli adolescenti devono saper trarre beneficio dalla consapevolezza di poter resistere alle pressioni trasgressive dei pari e di parlare francamente delle proprie esperienze con i genitori. Questo studio intende esaminare le relazioni tra i valori degli adolescenti e la qualità delle loro relazioni familiari. Su un campione di 553 soggetti (238 maschi e 315 femmine) di età compresa tra 19 e i 26 anni (m. 21,65 d.s. 1,53 per i maschi; m.21,55 e d.s. 2,24 per le femmine) sono stati misurati i valori e alcuni indicatori familiari. I valori sono stati misurati con il Portrait Values Questionnaire nella sua versione italiana (Schwartz, 1992; Capanna, Vecchione e Schwartz, in stampa). La scala valuta dieci categorie valoriali distinte e valide in diverse culture: la riuscita, il potere, la sicurezza, la conformità, la tradizione, la benevolenza, l universalità, la direzione personale, la stimolazione e l edonismo. L insieme dei dieci valori può essere rappresentato all interno di uno spazi bidimensionale le cui dimensioni principali sono l apertura al cambiamento vs. il mantenimento della condizione attuale, e l autoaccrescimento vs. l autotrascendenza. Per quanto riguarda gli indicatori familiari abbiamo utilizzato le seguenti misure: la scala di autoefficacia percepita filiale (Caprara et al., 2005) misura quanto i soggetti si sentano efficaci come figli: dal sentirsi in grado di discutere con i propri genitori di problemi personali anche in circostanze difficili, al sentirsi capaci di esprimere sentimenti positivi e gestire le reazioni emotive negative verso di loro, dalla sensazione di essere in grado di far comprendere il proprio punto di vista in una discussione, a sentirsi efficaci nel gestire lo stress derivato da un eventuale litigio tra i genitori,o la loro intrusività; la scala del Monitoring (Capaldi e Patterson, 1989) misura se e in quale modo si esplica la funzione del controllo genitoriale sulla condotta dei ragazzi, focalizzandosi specialmente su come e se gli adolescenti tengono informati i propri genitori circa le proprie attività e le compagnie frequentate; la scala del Supporto Genitoriale (Scabini e Cigoli, 1992) fa riferimento all affidabilità del legame tra genitori e figli, a quanto i genitori sostengono in termini psicologici il loro figlio. L'adolescente ha completato due versioni: la prima riferita al padre, la seconda alla madre; la scala della Comunicazione Aperta (Barnes e Olson, 1982) misura se e come i soggetti si sentono liberi di discutere dei propri problemi con i genitori e come essi rispondono, se in modo comprensivo e supportivo, separatamente per padre e madre; la scala dell Esito del Conflitto (Zani, Cicognani, 1999) nella quale viene chiesto agli adolescenti di descrivere le modalità con cui si conclude il conflitto all interno della famiglia, tre sono gli esiti possibili: 1) Escalation; 2) Frustrazione; 3) Intimità; la scala di Prosocialità (Caprara, Pastorelli, 1993; Caprara, Steca, Zelli, & Capanna, 2005) misura la propensione degli adolescenti a fornire aiuto agli altri, a prendersi cura degli altri, a condividere le proprie cose con gli altri; sono rilevate inoltre le capacità cognitivo-affettive che consentono agli individui di porsi nella prospettiva dell altro, di comprendere le richiesta di aiuto, di empatia; la scala della Soddisfazione Familiare (Olson, Wilson, 1982) fa riferimento alla valutazione complessiva di soddisfazione sperimentata in relazione al legame con i diversi componenti della famiglia e ai livelli di coesione e adattabilità presenti nella vita della famiglia.

11 I risultati principali evidenziano che maschi e femmine presentano pattern di correlazioni non del tutto sovrapponibili. Conformismo e benevolenza sembrano i valori che maggiormente pesano su quegli indicatori che incidono di più sulla qualità delle relazioni familiari in tarda adolescenza. Bibliografia Barnes, H. L., & Olson, D. H. (1982). Parent-adolescent communication scale. In D. H. Olson (Eds.), Family inventories: Inventories used in a national survey of families across the family life cycle (pp ). St. Paul: Family Social Science, University of Minnesota. Brewster Smith, M. (1963). Personal values in the study of lives. In White, R. (acura di), The Study of Lives. Athert Press, New York, pp Capaldi, D. & Patterson, G.R. (1989). Psychometric properties of fifteen latent constructs from the coercion model. New York: Springer Verlag. Capanna, C., Vecchione, M., Schwartz, S.H. (in stampa) La misura dei valori: un contributo alla validazione del Portrait Values Questionnaire su un campione italiano. Bollettino di Psicologia Applicata. Caprara G.V. & Pastorelli C. (1993) Early Emotional Instability, Prosocial Behavior and Aggression: Some methodological aspects. European Journal of Personality, 7, Caprara, G.V., Pastorelli, C., Regalia, C., Scabini, E., Banura, A. (2005). Impact of Adolescents' Filial Self- Efficacy on Quality of Family Functioning and Satisfaction. Journal of Research on Adolescence. Vol. 15,1,71 Caprara, G.V., Steca, P. Zelli, A. & Capanna, C. (2005), A new scale for measuring adults prosocialness. European Journal of Psychological Assessment, 21,2, Eccles, J., Midgley, C., Buchanan, C., Wigfield, A., Reuman, D., MacIver, D. (1993). Development During Adolescence: The Impact of Stage/Environment Fit on Young Adolescents' Experiences in Schools and Families. American Psychologist, 48(2), Gecas, V. (1990). Contexts of socialization. In R. Rosenberg & R. H. Turner (Eds.), Social psychology: Sociological perspectives (pp ). New York: Basic Books. Hess, L. (1995). Changing family patterns in Western Europe: opportunity and risk factors for adolescent development. In rutter, M., Smith, D. (a cura di), Psychological disorders in Young People. John Wiley & Sons, Chichester, UK, pp Laursen, B., Coy, K. C., & Collins, W. A. (1998). Reconsidering changes in parent-child conflict across adolescence: A meta-analysis. Child Development, 69(3), Olson, D., & Wilson, R. (1982). Family satisfaction scale. In D. H. Olson, H. I. McCubbin, H. Barnes, A. Larsen, M. Muxen, & M. Wilson (Eds.), Family inventories (pp ). Minnesota: University of Minnesota. Paikoff, R. L., & Brooks-Gunn, J. (1991). Do parent-child relationships change during puberty? Psychological Bulletin, 110, Scabini, E., Cigoli, V. (1992), PASS: Parent Adolescent Support Scale, manoscritto non pubblicato. Schwartz, S. (1992). Universals in the content and structure of values: Theoretical advances and empirical tests in 20 countries. In Zanna, M.P. (a cura di), Advances in Experimental Social Psychology, vol. 25. Academic Press, New York, pp Zani, B., & Cicognani, E. (1999). La gestione del conflitto nelle famiglie con adolescenti: Le prospettive di genitori e figli (Conflict management in families with adolescents: The perspectives of parents and children). Giornale Italiano di Psicologia, 26,

12 7. Le relazioni tra autoritarismo di destra, orientamento alla dominanza sociale e struttura psicologica universale dei valori di Schwartz. Giovanni Di Stefano, Giorgio Falgares - Dipartimento di Psicologia, Università di Palermo Introduzione Il presente studio si propone di identificare le relazioni tra dimensioni valoriali, l autoritarismo di destra (RWA) e l orientamento alla dominanza sociale (SDO), il primo riferito alla covariazione dell aggressività autoritaria, della sottomissione autoritaria e del convenzionalismo (Altemeyer, 1981; 1998), il secondo espressione di una predilezione per un sistema sociale nel quale le relazioni tra i gruppi che vi appartengono sono strutturate gerarchicamente (Sidanius & Pratto, 1999). Rispetto alle relazioni tra RWA e SDO, in letteratura sono state evidenziate numerose differenze riconducibili alle variabili di personalità, credenze sul mondo, dimensioni di natura ideologica e sociopolitica (Duckitt, Wagner, Du Plessis, & Birum, 2002; Duriez & Van Hiel, 2002; Ekehammar, Akrami, Gylje, & Zakrisson, 2004; Heaven & Bucci, 2001). Nella comprensione delle similarità e delle differenze tra RWA e SDO, di grande utilità pare il modello dei valori descritto da Schwartz (1992; Schwartz, Melech, Lehmann, Burgess, & Harris, 2001) sull esistenza di dieci tipi motivazionali (Potere, Successo, Stimolazione, Edonismo, Autodirezione, Universalismo, Benevolenza, Tradizione, Conformismo, Sicurezza). Ci si attende, da un lato, una relazione negativa tra RWA ed Edonismo, Stimolazione ed Autodirezione e una relazione positiva tra RWA e Tradizione, Conformismo e Sicurezza e, dall altro, una relazione negativa tra SDO Universalismo, Benevolenza e Tradizione e una relazione positiva tra SDO e Potere, Successo, Edonismo e Stimolazione. Inoltre, ci si attende di potere discriminare soggetti autoritari e persone orientate alla dominanza rispetto agli individui democratici ed egalitari in funzione dei differenti orientamenti valoriali. Metodo A circa 200 adulti siciliani è stato somministrato un questionario comprendente un adattamento italiano delle scale RWA (Giampaglia & Roccato, 2002), SDO (Di Stefano & Roccato, 2005), del Portrait Values Questionnaire di Schwartz (Capanna, Vecchione, & Schwartz, 2005), una versione breve della scala di desiderabilità sociale di Marlowe e Crowne (Manganelli Rattazzi, Canova, & Marcolin, 2000), una scala di collocazione politica e di importanza accordata alla religione. Sui punteggi ponderati delle scale sono stati calcolati coefficienti di correlazione bivariati e parziali e applicate analisi discriminante e test ANOVA. Risultati I risultati ottenuti corroborano parzialmente le ipotesi. RWA correla negativamente con l Autodirezione e la Stimolazione, ma anche con la Benevolenza e l Universalismo, mentre correla positivamente con il Conformismo e la Tradizione ma non con la Sicurezza; SDO correla negativamente con la Benevolenza e positivamente con il Potere. L analisi discriminante, applicata ai soggetti distinti in sottogruppi in funzione dei punteggi ottenuti congiuntamente su RWA e SDO, fa emergere due funzioni discriminanti significative, definite, rispettivamente, dai valori Conformismo e Sicurezza e da quelli di Edonismo, Potere e Universalismo. L applicazione dell ANOVA sui punteggi discriminanti calcolati mostra che i Democratici (bassi punteggi in RWA e in SDO) e i Dominanti (alti punteggi in SDO ma non in RWA) si distinguono significativamente dagli Autoritari (alti punteggi in RWA ma non in SDO) e dai Double Highs (alti punteggi in RWA e in SDO: cfr. Altemeyer, 2004) rispetto alla prima funzione discriminante estratta, e che i Democratici si distinguono dai Dominanti rispetto alla seconda funzione. Conclusioni I risultati, per molti aspetti in linea con quelli ottenuti in studi analoghi (Altemeyer, 1998; Duriez & Van Hiel, 2002; Heaven & Connors, 2001) evidenziano nondimeno la necessità di approfondire le relazioni, le similarità e le differenze tra RWA e SDO a partire dai rispettivi orientamenti valoriali e dalle specificità dei contesti sociopolitici di indagine. Bibliografia Altemeyer, B. (1981). Right-wing authoritarianism. Winnipeg, Canada: University of Manitoba Press. Altemeyer, B. (1998). The other authoritarian personality. In M. P. Zanna (Ed.), Advances in Experimental Social Psychology (Vol. 30, pp ). San Diego, CA: Academic Press.

13 Altemeyer, B. (2004). Highly dominating, highly authoritarian personalities. Journal of Social Psychology, 144, Capanna, C., Vecchione, M., & Schwartz, S. (2005). La misura dei valori: Validazione del Portrait Values Questionnaire su un campione italiano. Paper submitted for publication. Di Stefano, G., & Roccato, M. (2005). Una banca di item per misurare l orientamento alla dominanza sociale in Italia. TPM, 12, Duckitt, J., Wagner, C., du Plessis, I., & Birum, I. (2002). The psychological bases of ideology and prejudice: Testing a dual process model. Journal of Personality and Social Psychology, 83, Duriez, B., & Van Hiel, A. (2002). The march of modern fascism: A comparison of social dominance orientation and authoritarianism. Personality and Individual Differences, 32, Ekehammar, B., Akrami, N., Gylje, M., & Zakrisson, I. (2004). What matters most to prejudice: Big Five personality, social dominance orientation, or right-wing authoritarianism? European Journal of Personality, 18, Giampaglia, G., & Roccato, M. (2002). La scala di autoritarismo di destra di Altemeyer: Un analisi con il modello di Rasch per la costruzione di una versione italiana. TPM, 9, Heaven, P. C. L., & Bucci, S. (2001). Right-wing authoritarianism, social dominance orientation and personality: An analysis using the IPIP measure. European Journal of Personality, 15, Heaven, P. C. L., & Connors, J. R. (2001). A note on the value correlates of social dominance orientation and right-wing authoritarianism. Personality and Individual Differences, 31, Manganelli Rattazzi, A. M., Canova, L., & Marcorin, R. (2000). La desiderabilità sociale: Un analisi di forme brevi della scala di Marlowe e Crowne. TPM, 7, Schwartz, S. H. (1992). Universals in the content and structure of values: Theoretical advances and empirical tests in 20 countries. In M. P. Zanna (Ed.), Advances in Experimental Social Psychology, (Vol. 25, pp. 1-65). New York, NY: Academic Press. Schwartz, S. H., Melech, G., Lehmann, A., Burgess, S., & Harris, M. (2001). Extending the cross-cultural validity of the theory of basic human values with a different method of measurement. Journal of Cross-Cultural Psychology, 32, Sidanius, J., & Pratto, F. (1999). Social dominance. An intergroup theory of social hierarchy and oppression. Cambridge, England: Cambridge University Press. Il gruppo di ricerca coordinato da Franco Di Maria si avvale anche della collaborazione di Chiara Hoffmann e Lucrezia Lorito, Giuseppa La Tona, Corinna Gugliotta.

14 8. Il valore dell altro culturale: come le coppie immigrate incontrano la coppia italiana. Marialuisa Gennari, Filippo Aschieri, Ilaria Montanari - Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Salvatore Nuccio Leotta - Università Statale di Milano Introduzione I risultati del presente contributo si configurano come parte di una più ampia ricerca multimetodologica e multifocale sulle coppie di differente etnia immigrate in Italia. Il lavoro qui presentato si basa sull analisi delle narrazioni che coppie di differente etnia (Marocco, Filippine, Pakistan) forniscono a immagini-stimolo che raffigurano coppie italiane in vari aspetti della loro vita di coppia. Metodo La serie degli stimoli è composta da 11 immagini (dimensioni 20x15) tratte da quadri e da fotografie che propongono la coppia occidentale in diversi contesti e situazioni quotidiane. I contenuti tematici proposti dagli stimoli sono: il matrimonio, l intimità, la seduzione, la coppia nella vita famigliare, la tenerezza, la sessualità, il conflitto, la sofferenza, la vecchiaia, la coppia nel contesto comunitario e i ruoli di genere. Di fronte a ciascuna immagine le coppie sono state chiamate a raccontare una storia e a fornire indicazioni sui vissuti e le emozioni dei partecipanti, nonché a produrre un quadro degli antecedenti e degli sviluppi connessi a tali situazioni. Di fronte a ciascuno stimolo i partecipanti sono stati inoltre invitati ad identificare, prima separatamente (mariti e mogli) e in seguito congiuntamente, le tre immagini più e meno apprezzate riguardo alla coppia. La ricerca ha coinvolto 10 coppie per ciascuna etnia considerata. I dati raccolti sono stati sottoposti ad un analisi del contenuto narrativo e del processo interattivo attraverso una griglia appositamente predisposta. Risultati I risultati possono essere suddivisi in due focus: 1. lo specifico processo comunicativo e interattivo che porta i membri della coppia intervistata alla costruzione dei commenti sulle singole immagini-stimolo; 2. le narrazioni/valutazioni che i partners costruiscono rispetto ai contenuti proposti da ogni stimolo. Questi focus possono essere indagati a seconda delle richieste effettuate dal ricercatore: in primis la costruzione della storia a partire dall immagine e infine la scelta, in positivo e in negativo, di 3 immagini stimolo. Tra i risultati emerge l influenza delle differenze di genere, del contenuto dello stimolo e dell etnia considerata per quanto concerne la presenza e la qualità delle narrazioni. Emerge anche uno specifico processo di attribuzione di valore/disvalore rispetto alla coppia italiana che viene messo in luce attraverso la scelta delle immagini selezionate come positive e come negative dal campione.

15 9. I valori fra le variabili dell'orientamento scolastico-professionale: confronti fra diversi livelli di età. Paola Magnano, Stefania Scaffidi - Facoltà di Scienze della Formazione, Università degli Studi di Catania La possibilità di effettuare scelte di studio consapevoli e fondate soprattutto sulla conoscenza di sé e dei propri interessi e valori rappresenta così come confermato dai dati della ricerca-intervento realizzata all interno al Progetto Orientamento dell Università di Catania dal 1998 al 2005 un predittore del successo formativo per gli studenti universitari. Gli studi di Donald Super (1974, 1981), e poi di numerosi altri autori (cfr. Trentini, 1995, 1999; Castelli, 1996; Bellotto 1997) sottolineano in particolare l importanza dei valori professionali ed il ruolo prioritario che essi giocano nell interazione dell individuo con il contesto sociale in cui è inserito; essi possono facilitare o rendere più difficili i processi di socializzazione e di inserimento lavorativo. Tali riflessioni hanno mosso un ulteriore ampliamento della ricerca originaria al fine di verificare se la congruenza tra diverse dimensioni della personalità (valori ma anche bisogni, interessi, competenze e immagine di sé) possa collegarsi anche con scelte formative e lavorative soddisfacenti, con un adattamento armonico con l ambiente esterno e con un più generale benessere personale. In particolare, questo studio prende in considerazione l analisi delle aspettative verso il lavoro, dei significati ad esso attribuiti e dei valori sottesi, verificandone la relazione con altre variabili della scelta e differenziando le matrici di correlazioni per le diverse fasce d'età. Lo studio ha previsto, infatti, il coinvolgimento di gruppi di studenti di fasce d età differenti ma tutti in prossimità di una scelta scolastica e/o professionale (terza media, diploma, laurea) e l analisi delle suddette dimensioni attraverso il Questionario di Orientamento messo a punto dalla cattedra di Psicologia dell Orientamento Scolastico e Professionale e dal Centro di Orientamento e Formazione dell Università di Catania (cfr. Di Nuovo, 2003) e ampiamente utilizzato nell arco di diversi anni. I risultati forniscono una mappa articolata dei cambiamenti nella posizione dei valori all interno delle dinamiche che influenzano le scelte scolastiche e professionali nelle varie fasi del ciclo di sviluppo. Bibliografia Bellotto M. (a cura di) (1997) Valori e lavoro. Dimensioni psicosociali dello sviluppo personale. F. Angeli, Milano. Castelli C. (1996) L approccio psicometrico: attitudini, interessi e valori. In: C. Castelli, L. Venini (Eds.) Psicologia dell orientamento scolastico e professionale, Franco Angeli, Milano, pp Di Nuovo S. (a cura di) (2003) Orientamento e formazione. Giunti-O.S., Firenze. Super D.E. (1974) Measuring Vocational Maturity for Counseling and Evaluation. American Personnel and Guidance Association, Washington. Super D.E. (1981), La percezione dell importanza del lavoro, Psicologia Italiana, 3, pp Trentini G. (1995) Valori e giovani: un confronto fra culture. Il Cardo, Venezia. Trentini G., Bellotto M., Bolla M.C. (1999). WIS/SVP Scala dei valori professionali. O.S. Organizzazioni Speciali, Firenze.

16 10. Valori e potenziale personale degli studenti universitari. I questionari Individuazione del Potenziale Personale (IPP) per l orientamento intra e post-universitario e Portrait Values Questionnaire (PVQ) per la misura dei valori basilari in relazione al successo accademico Manuela Morricone, Francesca Cardinali, Michele Vecchione - Centro Interuniversitario per la Ricerca sulla Genesi e lo Sviluppo delle Motivazioni Prosociali e Antisociali della Facoltà di Psicologia 2 dell Università La Sapienza di Roma Introduzione Il Centro Interuniversitario (C.I.R.G.M.P.A.) di Roma promuove, già da alcuni anni, un articolato programma di orientamento pre-, intra- e post-universitario (Programma CentrOrienta). Ciò ha dato l impulso a numerose attività di ricerca-intervento (Cardinali, Morricone, 2002): dalla realizzazione di strumenti per la misura di variabili fortemente coinvolte nella scelta del percorso accademico, agli studi di tipo predittivo in cui emerge che la Competenza accademica capacità percepita dagli studenti di organizzare in maniera ottimale il proprio tempo e le proprie energie per riuscire bene nelle diverse materie e impegnarsi costantemente nello studio e la Self-regulation capacità di darsi degli obiettivi, pianificare l azione, monitorare in corso d opera e valutare i risultati predicono alcuni importanti indicatori di successo scolastico ed accademico. Avendo rilevato, inoltre, che ogni specifico contesto universitario, con i suoi valori predominanti, può contribuire ad influenzare il concetto di sé, le aspettative e gli obiettivi degli studenti, nello scorso anno accademico è stata avviata una ricerca per indagare la rispettiva incidenza di variabili riconducibili rispettivamente, a Caratteristiche di personalità, Convinzioni di efficacia specifiche e Valori, rispetto agli indicatori di successo accademico, e le loro le reciproche relazioni. I valori, infatti, trasmessi tramite i processi di socializzazione, risultano rintracciabili negli standard personali interiorizzati dall individuo, i quali costituiscono dei meccanismi chiave nell ambito dei processi di autoregolazione delle azioni per il perseguimento degli scopi (Bandura, 1986; 1999). I valori sono rappresentazioni cognitive di ciò che viene ritenuto importante e giusto dall individuo e, in questa accezione, si sovrappongono alla nozione di standard di prestazione (Schwartz, 1992). Ne deriva, pertanto, che la consapevolezza delle proprie capacità e potenzialità può assumere implicazioni personali diverse all interno di sistemi educativi che incoraggiano o meno l affermazione individuale (Caprara & Cervone, 2003). Metodo Soggetti Il campione è composto da 329 studenti di età compresa tra i 18 e i 33 anni provenienti prevalentemente dalla facoltà di Scienze Politiche (50,6%) ma anche dalle altre due facoltà della Libera Università Luiss Guido Carli di Roma (il 26,6% di Economia e l 11,4% di Giurisprudenza). Sono in buona parte iscritti al quarto (42,7%) e al terzo anno di corso (27,2%). Strumenti Individuazione del Potenziale Personale (IPP) - (Caprara, Barbaranelli, Cardinali, Morricone, 2000) Il questionario di autovalutazione IPP è stato realizzato con lo scopo di focalizzare l attenzione sui processi e le strategie di self-management fondamentali per la riuscita accademica e per il futuro inserimento professionale (Cardinali, Morricone, 2002). Il questionario mira ad orientare e sostenere lo studente durante il percorso formativo, consentendogli di indagare i meccanismi mentali che sorreggono le proprie strategie personali di relazione con l'ambiente accademico. Il presupposto è che, mediante tale conoscenza, la persona sia in grado di cimentarsi nella scoperta e lo sviluppo del proprio potenziale e nella conseguente messa in atto di prestazioni di successo. Il questionario misura dieci dimensioni articolate a loro volta in sottodimensioni: Self Management (impression management, autostima, self-monitoring); Agency (social-efficacy, leadership); Disponibilità al Rapporto Interpersonale (amicalità, fiducia interpersonale, prosocialità); Self Regulation (accountabitity/accuratezza/tenacia, action-task orientation, action-regulation, attività/resistenza); Emotional Intelligence (gestione delle emozioni negative, resiliency, equilibrio emotivo, gestione dello stress); Innovation (apertura mentale, sperimentazione/creatività); Machiavellismo; Conservatorismo; Decisionalità; Competenze Accademiche. Portrait Values Questionnaire (PVQ) (versione riadattata Capanna, Vecchione, 2003)

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