Lo stato di salute del Molise

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1 Lo stato di salute del Molise Giugno 2013 Sommario Lo stato di salute del Molise... 1 Il contesto territoriale del Molise...2 Analisi della Mortalità in Molise Le principali cause di ricovero ospedaliero nel Screening del Colonretto: diagnosi precoce delle neoplasie del colon-retto Screening della Mammella: diagnosi precoce delle neoplasie della mammella Il Benessere La percezione dello stato di salute Sintomi di depressione Malattie infettive L Alzheimer Salute materno -infantile Parti con Taglio Cesareo Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG)

2 Il contesto territoriale del Molise L ASReM, coincide con il territorio della regione Molise, una delle regioni dell'italia Centrale esistente dal 1963 come distaccamento dalla regione Abruzzo. Il territorio è montuoso per il 55,3% e collinare per la restante parte ad eccezione di una piccolissima zona costiera. Il Molise con una superficie di Kmq è la seconda regione più piccola d'italia e anche la meno abitata (dopo la Valle d'aosta). Confina ad est con il Mare Adriatico e la provincia di Foggia, a ovest con la provincia di Frosinone, a nord con le provincie di Chieti e L Aquila e a sud con le provincie di Beneveto e Caserta. L ASReM ha una popolazione (ISTAT 1/1/2012) di abitanti, pari allo 0,5 per cento della popolazione italiana, suddivisa per l assistenza sanitaria in 7 Distretti Sanitari, per complessivi 136 comuni. Contesto territoriale Distretto Maschi Femmine Totale AGNONE ISERNIA VENAFRO CAMPOBASSO BOJANO TERMOLI LARINO TOTALE Pagina 2 di 125

3 Il distretto di Campobasso - Bojano, con una superficie di Kmq, 51 comuni e una popolazione (al 1 gennaio 2012 fonte dati ISTAT) di abitanti, è il Distretto socio sanitario più grande della ASReM. Seguono il distretto di Termoli Larino con ab., Isernia Venafro ab. e infine quello di Agnone ab. Nel 2011 migliorano le condizioni di sopravvivenza della popolazione e si registra un ulteriore aumento della speranza di vita alla nascita. In Italia gli uomini raggiungono 79,4 anni (+0,3 rispetto al 2010), le donne 84,5 anni (+0,2). Se consideriamo la speranza di vita a 65 anni è stimata in 18,4 per gli uomini e 21,9 per le donne. REGIONI Stima di vita alla nascita per il Molise e per area geografica. Anno M F M F M F M F M F Molise* 78,5 84,4 78,8 84,5 78,7 84,5 79,0 84,6 79,2 84,9 ITALIA 78,4 84,0 78,7 84,0 78,8 84,1 79,0 84,1 79,4 84,5 Nord 78,6 84,3 78,9 84,4 79,0 84,3 79,3 84,5 79,7 84,7 Centro 78,8 84,2 79,1 84,4 79,2 84,3 79,4 84,4 79,6 84,8 *Il valore della speranza di vita è relativo all'insieme di Abruzzo e Molise Fonte dati Istat La popolazione molisana si caratterizza per una elevata speranza di vita alla nascita (79,2 anni per gli uomini e 84,9 anni per le donne, al primo posto c è la prov. di Bolzano (figura 4). Mentre se consideriamo la speranza di vita a 65 anni è stimata in 18,4 per gli uomini e 22,2 per le donne, anno 2011 stima; La popolazione Molisana sta progressivamente invecchiando con conseguente aumento del carico sociale e sanitario connesso alla disabilità ed alla non autosufficienza. Pagina 3 di 125

4 Piramide dell età popolazione Molisana al 1/01/2012 (fonte dati ISTAT) Maschi Femmine La piramide dell età, mette in relazione la numerosità con gli anni di età per sesso e mostra il tipico aspetto di una popolazione che tende al progressivo invecchiamento, con una base stretta ed un segmento mediamo allargato. Nella parte superiore della piramide si evidenzia come il fenomeno dell invecchiamento sia più marcato per la popolazione femminile rispetto a quella maschile. Struttura della popolazione Molisana al 1/01/2012 (fonte dati ISTAT) La popolazione straniera residente al 31/12/2010 risulta del persone (circa il 3% dei residenti) con un evidente incremento rispetto al 31/12/2005 dove la popolazione straniera residente risultava di persone. In tabella si riporta la cittadinanza dei cittadini stranieri nel Molise. Pagina 4 di 125

5 Cittadini stranieri Popolazione residente per sesso. Regione Molise al 31/12/2010 Cittadinanza M F TOT Romania Marocco Albania India Polonia Cina Ucraina Macedonia Tunisia Bulgaria Argentina Kosovo Stati Uniti Francia Moldova Brasile Senegal Venezuela ALTRI TOTALE Fonte dati Istat: focus sulla cittadinanza Pagina 5 di 125

6 Indicatori demografici Si riportano di seguito i principali indicatori demografici, calcolati per le due provincie della Regione Molise per gli anni Indicatori demografici. Regione Molise, anni Indicatore tasso di natalità (per mille abitanti) 7,4 7,8 7,6 tasso di mortalità (per mille abitanti) 10,8 10,8 11 saldo migratorio totale (per mille abitanti) 1,7 1,6 3,6 crescita naturale (per mille abitanti) -3,4-3 -3,4 tasso di crescita totale (per mille abitanti) -1,7-1,4 0,2 indice di dipendenza strutturale (%) - al 1 gennaio indice di dipendenza degli anziani (%) - al 1 gennaio indice di vecchiaia (%) - al 1 gennaio Fonte dati Istat (anno 2011: dato stimato I dati che descrivono la struttura per età della popolazione hanno forti analogie con il dato nazionale, seppure con una tendenza ad un maggiore invecchiamento: REGIONI Struttura per età della popolazione al 1 gennaio Anni (%) 0-14 anni * anni 65 anni e oltre 0-14 anni anni 65 anni e oltre 0-14 anni anni 65 anni e oltre Molise 12,6 65,5 21,9 12,5 65,7 21,9 12,3 65,6 22,1 ITALIA 14,1 65,7 20,2 14,0 65,7 20,3 14,0 65,3 20,6 Nord 13,6 65,0 21,3 13,7 65,0 21,3 13,8 64,6 21,7 Centro 13,4 65,2 21,5 13,4 65,1 21,5 13,5 64,8 21,8 Sud 15,2 67,0 17,8 15,1 67,0 18,0 14,9 66,7 18,4 Fonte dati ISTAT *Dato Stimato. Si rileva infatti il 22.1% di anziani, contro il 20.6% nazionale e con una popolazione con più di 75 anni pari 12% Particolare attenzione va data all indice di vecchiaia che per l ASReM nel periodo 2000/2012 è passato dal 140 al 179 contro i 125 e 147 nazionale e un indice di dipendenza strutturale con un valore medio nel periodo pari al 53, a testimonianza di un maggiore peso della popolazione in età non produttiva, e con un peso in crescendo soprattutto della popolazione anziana di età superiore o uguale a 65 anni (Indice di dipendenza degli anziani 34). Pagina 6 di 125

7 Indicatori di struttura della popolazione al 1 gennaio - Anni REGIONI Indice di dipendenza strutturale Indice di dipendenza anziani * Indice di vecchiaia Età media Indice di dipendenza strutturale Indice di dipendenza anziani Indice di vecchiaia Età media Indice di dipendenza strutturale Indice di dipendenza anziani Indice di vecchiaia Molise ITALIA Nord Centro Sud Fonte dati ISTAT *Dato Stimato. Nei grafici che seguono sono rappresentati alcuni degli indici strutturali relativi alla popolazione anziana: Età media Indice di dipendenza strutturale:rapporto tra popolazione in età non attiva (0-14 aa e 65 aa e più) e popolazione in età attiva (15-64 aa), moltiplicato per 100. Indice di dipendenza anziani: rapporto tra popolazione di 65 aa e più e popolazione in età attiva (15-64 aa), moltiplicato per 100 Indice di vecchiaia: rapporto tra popolazione di 65 aa e più e popolazione di età 0-14 aa e moltiplicato per 100. della Regione Molise e delle due province (Campobasso e Isernia) fonte dati.istat Pagina 7 di 125

8 fonte dati.istat Analizzando i dati separatamente per i sette Distretti, nel dato puntale del 2012, i valori più sfavorevoli si osservano nel distretto di Agnone, seguito a distanza dal distretto di Bojano e Larino, Isernia e Campobasso che sostanzialmente presentano valori sovrapponibili, mentre il distretto di Termoli presenta i valori più favorevoli. 300,0 Indicatori strutturali della popolazione distrettuale. Anno ,0 200,0 150,0 100,0 50,0 0,0 AGNONE ISERNIA VENAFRO CAMPOBASSO BOJANO TERMOLI LARINO indice di vecchiaia indice di dipendenza strutturale indice di dipendenza degli anziani Ancora più interessante è l analisi della popolazione a livello di circoscrizione comunale, in quanto con essa è possibile mettere in evidenza la disomogeneità nella distribuzione dei valori e le aree particolarmente svantaggiate. L analisi dei tre principali indicatori strutturali (Vecchiaia, dipendenza strutturale e dipendenza anziani) a livello di circoscrizione comunale, mette infatti in evidenza nei sette distretti ben definite aree con indicatori sfavorevoli rispetto alle altre. Pagina 8 di 125

9 Carico Sociale Distretti Valori % N W E S Indice di Vecchiaia Distretti Valori % N W E S Carico sociale degli anziani Distretti Valori % N W E S Pagina 9 di 125

10 Il contesto socio economico del Molise Riguardo ai livelli di istruzione, si osserva che: l indice di non conseguimento della scuola dell obbligo (9,67%) è leggermente inferiore al dato medio nazionale (10,44%); l indice di possesso del diploma di scuola media superiore (33,33%) è leggermente superiore al dato medio nazionale (33,02%). Peraltro, limitando l analisi alla sola componente della popolazione di età compresa tra i 19 ed i 34 anni, tale indice passa al 59,57%, ben superiore al dato medio nazionale 53,97%. Ciò significa che, mediamente, le classi più giovani presentano livelli d istruzione mediamente elevati rispetto allo scenario nazionale; un dato interessante riguarda anche la percentuale di diplomati iscritti all università: 89,1%, il più alto in Italia; nel complesso, il numero di iscritti negli atenei molisani (9.885 individui) rappresenta lo 0,5% del totale della popolazione universitaria nazionale. Tuttavia, riferendo il dato al numero di iscritti per la prima volta al primo anno (anno accademico ) tale quota passa allo 0,7%, segnale di una buona dinamicità e crescita delle strutture regionali. L analisi del mercato del lavoro mostra segnali poco incoraggianti, rappresentati da una situazione occupazionale che riflette la storica incapacità del sistema produttivo regionale di assorbire manodopera ed offrire occasioni di lavoro ai residenti, alla quale si sovrappongono elementi congiunturali rappresentati dai rallentamenti dell economia reale, che determinano ricadute anche a livello sociale ed economico. In tale contesto, il grado di inclusione delle donne nel mondo del lavoro e dell imprenditoria è ancora molto distante dalla media nazionale. In sintesi: il tasso di attività, il cui valore è del 56,8% (contro una media nazionale del 62,4%) è particolarmente basso, sopratutto se si concentra l analisi alla sola componente femminile (42,4%, contro il 50,4% registrato su scala nazionale); il tasso di occupazione (persone occupate di età tra i 15 ed i 64 anni, calcolate come percentuale della popolazione economicamente attiva)è pari al 51,2%, ben lontano dal dato nazionale (57,6%). Anche in questo caso, concentrando l attenzione sul dato femminile, il gap con il dato nazionale (36,2% contro il 45,3%) è ancora più evidente. Va inoltre sottolineato che nel corso degli ultimi anni il tasso di occupazione è leggermente aumentato, ma in misura minore rispetto a quanto rilevato su scala nazionale e nelle macroregioni Centro e Sud; il tasso di disoccupazione (% SULLA POPOLAZIONE ATTIVA) è pari al 10,1%, dunque superiore al dato medio nazionale (7,7%). Va tuttavia segnalato che in Molise si registra una lieve diminuzione della disoccupazione (in misura più marcata rispetto al trend nazionale), contro il tendenziale aumento fatto registrare nella UE a 25; Pagina 10 di 125

11 il tasso di disoccupazione femminile è sensibilmente più elevato rispetto a quello maschile (13,2% contro l 8,2%). Va inoltre aggiunto che tale forbice è ben più ampia rispetto al dato medio nazionale (5 punti percentuali di differenza, in Molise, rispetto ai 3,9 punti su scala nazionale). Forze di lavoro in complesso e tasso di attività anni (dati in migliaia e in percentuale) Anno 2005 Aree territoriali Forze di Lavoro Tasso di attività anni Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Molise ,1 42,4 56,8 Italia ,4 50,4 62,4 Fonte: Istat Occupati e tassi di occupazione anni (dati in migliaia e in percentuale) Anno 2005 Occupati Tasso di occupazione anni Aree territoriali Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Molise ,2 36,7 51,2 Italia ,7 45,3 57,6 Fonte: Istat Il settore industriale occupa circa addetti, pari al 28% del totale regionale. Si tratta di un dato in linea rispetto alla media nazionale e che al suo interno occorre analizzare più in dettaglio. Difatti, gli occupati dell Industria in senso stretto sono appena , mentre le restanti unità sono impegnate prevalentemente nel settore delle costruzioni. In altre parole, appena il 68,6% degli addetti al settore secondario è impegnato in attività industriali in senso stretto (la media nazionale è pari al 72,3%). Un ulteriore osservazione riguarda la posizione nella professione degli addetti al settore industriale: i dipendenti sono circa , ossia circa il 79,3% degli addetti. Gli indipendenti sono circa Infine, la percentuale di occupati nel settore agricolo è pari al 10,1%. Depurando tale dato dalla componente afferente al settore della pesca, piscicoltura e servizi connessi, l agricoltura assorbe circa il 9,9% degli addetti totali. Si tratta di un dato di gran lunga superiore alla media nazionale (nel complesso, 5,4% del totale, riconducibile al 5,2% al netto del settore ittico. La percentuale di lavoratori dipendenti sul totale è piuttosto bassa (14,2%, contro una media nazionale pari al 36,8%), a testimonianza di una struttura piuttosto fragile, piuttosto frammentata e fondata prevalentemente sul lavoro dell imprenditore agricolo e dei suoi familiari. Il quadro socio-economico che emerge dall analisi degli indicatori statistici mostra come il Molise evidenzia ancora alcune caratteristiche tipiche delle aree del Mezzogiorno. Il Prodotto Interno Lordo, al 2005, è risultato pari a circa milioni di euro, ovvero lo 0,4% del Pil nazionale. Nel corso degli ultimi 5 anni tale indicatore ha registrato un andamento altalenante, conseguenza della fase di stagnazione macroeconomica che ha colpito l intero Paese. Tuttavia, i dati riferiti alla regione Molise appaiono ben più negativi rispetto al quadro nazionale, come dimostra il grafico di seguito riportato. Pagina 11 di 125

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13 Analisi della Mortalità in Molise La mortalità pur rappresentando un indicatore parziale dello stato di salute di una popolazione ha comunque un ruolo preponderante nell analisi delle condizioni di salute di una comunità. Il tasso specifico di mortalità esprime il numero di decessi ogni residenti. Il tasso standardizzato esprime il tasso di mortalità calcolato mediante la standardizzazione (tecnica statistica) che annulla l effetto della diversa composizione (per età e sesso) della popolazione rendendo così confrontabili i dati relativi ai diversi contesti territoriali. In questo caso si è scelto di utilizzare la popolazione regionale come riferimento per la standardizzazione. La tabella che segue riporta, per ogni azienda sanitaria di residenza della persona al momento del decesso, il valore osservato che rappresenta il numero di decessi effettivamente avvenuti nell anno e il valore percentuale di decessi riferibili a quel determinato gruppo rispetto alla mortalità generale regionale- Passando all analisi delle cause di morte si ritiene opportuno precisare che molte malattie di grande diffusione ed impatto sociale (artrosi, diabete, ipertensione, ecc ), presentano bassi o addirittura trascurabili livelli di mortalità. Ad ogni modo dalle basi dati utilizzate emerge che le principali cause di morte sono le malattie del sistema cardiocircolatorio e i tumori. Negli anni presi in esame complessivamente oltre il 70% dei decessi è riconducibile a queste due tipologie. La regione Molise per quanto riguarda le cause di morte più frequenti che interessano la popolazione residente rispecchia fedelmente quanto accade nel resto d Italia, le malattie cardiovascolari, i tumori e le patologie dell apparato respiratorio, rappresentano le tre categorie che raccolgono il maggior numero di decessi. Il progressivo aumento della loro prevalenza è legato, essenzialmente, all aumento della sopravvivenza e quindi all invecchiamento della popolazione. La popolazione molisana anziana è pari al 22% della popolazione residente con un indice di vecchiaia pari a 176 (anno 2011), indici superiori alla media nazionale. Mortalità generale per grandi cause di morte-molise Patologia Anno 2006 Anno 2007 Decessi % Decessi % Malattie del sistema circolatorio ,0% ,6% Tumori totali ,6% ,1% Malattie del sistema respiratorio 203 6,2% 218 6,8% Malattie dell apparato digerente 181 5,5% 183 5,7% Cause esterne Traumatismi 179 5,5% 121 3,7% Diabete mellito 154 4,7% 147 4,6% Malattie del sistema nervoso e organi di senso 126 3,8% 127 3,9% Malattie dell apparato genitourinario 48 1,5% 69 2,1% Disturbi psichici e comportamentali 41 1,3% 38 1,2% Malattie infettive e parassitarie 26 0,8% 35 1,1% Malformazioni congenite 5 0,2% 8 0,2% Totale ,0% ,0% Pagina 13 di 125

14 Mortalità generale per grandi cause di morte-molise-anno 2006 Mortalità generale per grandi cause di morte-molise-anno 2007 (FONTE: ) Pagina 14 di 125

15 L assenza di un Registro di mortalità per causa della Regione Molise non ha permesso di fornire dati estremamente recenti per cui si è fatto ricorso alla banca dati Ufficio di Statistica dell'iss, in collaborazione con il Settore Informatico del SIDBAE dell'iss. Essa fornisce una descrizione della mortalità osservata in Italia nel periodo (ICD-10). Vengono presentati, in totale e separatamente per uomini e donne, sia il numero assoluto di decessi che la popolazione cui essi si riferiscono ed i corrispondenti tassi di mortalità specifici. I dati sui decessi sono ottenuti dalla rilevazione ISTAT sulle cause di morte che raccoglie, controlla e codifica le schede di certificazione di morte. I dati relativi alla popolazione derivano da stime effettuate in collaborazione tra l Ufficio di statistica dell ISS e l ISTAT. Le tabelle riportano separatamente per uomini, donne e totale, e per ciascuna combinazione selezionata delle altre variabili (età, anno, causa e regione) le seguenti informazioni: o numero di decessi osservato; o Popolazione media annua; o tasso di mortalità, calcolato come rapporto tra decessi e popolazione, per Nel 2007 i decessi registrati fra i residenti in Molise sono (pop.media annua ) (uomini , donne ) Su decessi complessivi registrati nel 2007 in Molise, fra le cause naturali il 45,6% è attribuito a malattie del sistema circolatorio (n.: 1.473), (cardiopatie ischemiche: 33%, malattie cerebrovascolari: 26%), il 25,1% a tumori (n.: 810) il 6,8% a malattie del sistema respiratorio (n.: 218) ed il 5.7% a malattie dell apparato digerente; un ulteriore 8,5% è attribuito a: malattie del sistema nervoso (3,9%), malattie dell apparato genitourinario (2,1%), disturbi psichici e comportamentali (1,2%), malattie infettive (1,1%), malformazioni congenite (0,2%). Le cause di morte esterne / traumatismi rappresentano il 3,7% del totale (n.: 121). La proporzione di eventi è simile nel 2006 (3.273). In maniera analoga al livello nazionale, le cause di morte più frequenti sono i tumori, le cardiopatie ischemiche e le patologie cerebrovascolari. CAUSA Mortalità per cause e genere in Molise. N. decessi e tassi specifico Per abitanti. Anni 2006 Uomini Donne n. decessi Tasso Molise Tasso Italia n. decessi Tasso Molise Tasso Italia Mortalità generale ,6 957, ,3 927,3 Tumori totali ,2 335, ,4 237,5 Malattie del sistema circolatorio ,7 334, ,9 406,6 Diabete mellito 58 37,1 27, ,4 37,3 Malattie del sistema respiratorio ,2 71, ,6 50,4 Malattie dell apparato digerente ,3 40, ,6 37,6 Malformazioni congenite 2 1,3 2,4 3 1,8 2,1 Malattie infettive e parassitarie 13 8,3 13,4 13 7,9 11,4 Malattie dell apparato genitourinario 25 16,0 15, ,0 15,6 Malattie del sistema nervoso e organi di senso 62 39,7 28, ,9 36,1 Disturbi psichici e comportamentali 20 12,8 10, ,8 19,1 Cause esterne Traumatismi ,0 48, ,2 31,0 Fonte dati: Pagina 15 di 125

16 Mortalità per cause e genere in Molise. N. decessi e tassi specifico. Per abitanti. Anni 2007 CAUSA Uomini Donne n. decessi Tasso Molise Tasso Italia n. decessi Tasso Molise Tasso Italia Mortalità generale , , , ,468 Tumori totali , , , ,397 Malattie del sistema circolatorio , , , ,355 Diabete mellito 59 37,808 28, ,527 37,942 Malattie del sistema respiratorio ,946 73, ,919 53,642 Malattie dell apparato digerente 99 63,44 39, ,094 38,103 Malformazioni congenite 5 3,204 2, ,825 2,01 Malattie infettive e parassitarie 20 12,816 14, ,124 12,092 Malattie dell apparato genitourinario 35 22,428 16, ,681 16,709 Malattie del sistema nervoso e organi di senso 57 36,526 30, ,578 39,236 Disturbi psichici e comportamentali 15 9,612 10, ,99 20,101 Cause esterne Traumatismi 56 35,885 48, ,537 31,269 Fonte dati: Pagina 16 di 125

17 A confronto con il tasso nazionale, nel 2007 il tasso std. di mortalità generale in Molise è maggiore del 4% per gli uomini (2006: 1%) e de7% nelle donne (2006 1,4%) in linea con la media nazionale (2007: 6 /4 rango; 2006: 10 /11 ) Rispetto al dato nazionale nel 2007 in Molise la mortalità per tumori totali è inferiore del 15% fra gli uomini e del 28% fra le donne (ranghi 3 /1 ) (nel 2006 il dato è sovrapponibile per gli uomini mentre per le donne la percentuale e del 15%); fra i gruppi specifici, per i tumori del polmone negli uomini si sono registrati tassi inferiori del 24% e del 28% rispetto al dato nazionale (ranghi 3 /1 ), mentre per il tumore alla mammella si rileva un 23% e 38% in meno (ranghi 4 /1 ). Per il tumore alla stomaco si è registrato un incremento dei tassi dal 2006 al 2007 negli uomini del 35% ( -18% -17 a-a ranghi 7 /17 ) e nella donna se pur con valori superiori al dato nazionale si registra una riduzione del 10% (23% e 13% a-a ranghi 19 /15 ). Rispetto al valore nazionale, i tassi per tumori ematologici sono inferiori del 9,8% e del 19,7 % nel 2007 negli uomini nelle donne invece è maggiore del 16% nell anno 2006 mentre nel 2007 del 4,5% (uomini ranghi 5 /2 ) (donne ranghi 21 /7 ) nel 2006 il tasso di mortalità per leucemie negli uomini è minore del 16% mentre nelle donne è maggiore del 25% nel 2007 invece nehìgli uomini è maggiore del 9%, nelle donne è sovrapponibile al dato nazionale (uomini ranghi 3 /14 ) (donne ranghi 21 /10 ) Nel 2006 e 2007 la mortalità per malattie del sistema circolatorio è maggiore rispetto al dato nazionale sia per gli uomini che per le donne (Uomini 2% e 3,5%, donne del 9% e 4%) (uomini ranghi 15 /17 ) (donne ranghi 17 /16 ); fra le cause specifiche, i tassi per le cardiopatie ischemiche oscillano per gli uomini fra 2% e 7%, maggiori rispetto al dato nazionale per le donne invece tra il 9% e il 3% (uomini ranghi 12 /17 ) (donne ranghi 16 /9 ). I tassi di mortalità per diabete mellito mostrano valori fra il livello di rischio medio ed elevato (uomini: 16 rango; donne 17 ). La mortalità per malattie del sistema respiratorio in Molise è in linea con il dato nazionale per gli uomini (ranghi 5 e 6 ) mentre è inferiore per le donne (ranghi 1 e 2 ). La mortalità per malattie dell apparato digerente mostra sia negli uomini che nelle donne un dato superiore al valore nazionale, per gli uomini rispettivamente del 62% e del 44% per le donne del 7% e del 29% (uomini ranghi 21 /21 ) (donne ranghi 9 /21 ). La mortalità per malattie dell apparato genitourinario registrano in entrambi i sessi un incremento dal 2006 al 2007 del 20% negli uomini e del 23% nelle donne ( -11%/+10%, -17%/+6%) (uomini ranghi 9 /17 ) (donne ranghi 5 /15 ). Tassi di mortalità tendenzialmente più elevati della media nazionale si registrano in entrambi i sessi per le malattie dell apparato genitourinario (16-14 rango), per le malattie del sistema nervoso (19-14 / ) e per i disturbi psichici e comportamentali (14-15 / ). Per le malattie infettive si registrano valori tendenzialmente più elevati nel 2007 (il dato va letto congiuntamente ad influenza e polmoniti, classificate nel respiratorio). Pagina 17 di 125

18 Relativamente alle cause di morte esterne (traumatismi), nel 2006 la mortalità in Molise è del 24% più elevata della media nazionale negli uomini (103 decessi) e del 25% nelle donne (76 decessi), ranghi: 19 e 17 ; la situazione migliora nel 2007 in entrambi i sessi con un decremento più marcato per gli uomini (+34%/-32%) (56 decessi) rispetto alle donne (+25%/+8%) (65 decessi) (uomini ranghi 19 /1 ) (donne ranghi 17 /14 ). CAUSA Mortalità per cause e genere in Molise. N. decessi e tassi stand. Per abitanti. Anni 2006 n. decessi Uomini Tasso std. Tasso Italia n. decessi Tasso std. Donne rango rango Mortalità generale , , , ,2 Tumori totali , , , ,8 Tumori maligni trachea, bronchi, polmone ,6 3 96,9 16 6,7 1 20,2 Tumori maligni della mammella, donne 49 24,9 3 32,3 Tumori maligni del colon-retto 59 37,3 7 38, , ,0 Tumori maligni dello stomaco 30 20,0 7 24, , ,4 Tumore maligno dell utero 13 6,4 5 7,6 Tumore maligno della prostata 43 28,7 3 31,6 Tumore maligno della vescica 22 15,2 5 16,8 5 1,8 2 2,9 Tumori m. del t. linfatico ed ematopoietico 39 25,0 5 27, , ,4 Leucemie 15 10,2 3 12,2 18 8,4 21 6,7 Malattie del sistema circolatorio , , , ,3 Cardiopatie ischemiche , , , ,3 Malattie cerebrovascolari , , , ,7 Diabete mellito 58 37, , , ,5 Malattie del sistema respiratorio ,3 5 88, ,1 1 35,0 Influenza 0 0,0 -- 0,5 3 1,1 20 0,4 Polmonite 13 8,0 5 14,2 12 4,9 5 7,8 Asma 3 1,8 19 0,9 2 1,1 19 0,7 Malattie dell apparato digerente , , ,6 9 28,5 Malattie epatiche croniche 47 29, ,0 16 7,8 7 9,6 Malformazioni congenite 2 1,2 2 2,4 3 1,5 3 2,1 Malattie infettive e parassitarie 13 7,8 1 14,6 13 6,2 2 8,9 Tubercolosi 1 0,6 6 0,9 0 0,0 2 0,5 AIDS 1 0,5 4 2,4 0 0,0 1 0,7 Malattie dell apparato genitourinario 25 16,9 9 19,1 23 9,2 5 11,1 Malattie del sistema nervoso e organi di senso 62 38, , , ,8 Disturbi psichici e comportamentali 20 13, ,3 21 7,0 2 12,7 Cause esterne Traumatismi , , , ,6 Accidenti da trasporto 32 21, ,4 4 2,3 2 3,9 Autolesione intenzionale (suicidi) 16 9,8 8 10,1 6 3,2 14 2,7 Tasso Italia Pagina 18 di 125

19 CAU Mortalità per cause e genere in Molise. N. decessi e tassi stand. Per abitanti. Anni 2007 n. decessi Uomini Tasso std. Tasso Italia n. decessi Tasso std. Donne rango rango Mortalità generale , , , ,8 Tumori totali , , , ,2 Tumori maligni trachea, bronchi, polmone ,8 1 94,8 16 8,0 1 20,7 Tumori maligni della mammella, donne 39 20,3 1 33,0 Tumori maligni del colon-retto 57 34,6 5 37, ,5 1 22,4 Tumori maligni dello stomaco 42 27, , , ,4 Tumore maligno dell utero 9 4,3 1 7,7 Tumore maligno della prostata 37 23,4 1 30,8 Tumore maligno della vescica 30 18, ,3 2 1,1 1 2,7 Tumori m. del t. linfatico ed ematopoietico 35 22,5 2 28, ,3 7 17,1 Leucemie 20 13, ,1 16 6,8 10 6,8 Malattie del sistema circolatorio , , , ,1 Cardiopatie ischemiche , , ,7 9 83,4 Malattie cerebrovascolari , , , ,8 Diabete mellito 59 36, , , ,3 Malattie del sistema respiratorio ,0 6 90, ,6 2 36,3 Influenza 2 1,0 19 0,6 2 0,6 11 0,6 Polmonite 18 10,5 6 14,4 23 7,6 10 7,9 Asma 0 0,0 -- 0,8 1 0,4 3 0,8 Malattie dell apparato digerente 99 64, , , ,3 Malattie epatiche croniche 44 28, , ,5 19 9,3 Malformazioni congenite 5 3,5 20 2,3 3 2,2 15 2,0 Malattie infettive e parassitarie 20 13,1 7 15,6 15 6,8 4 9,4 Tubercolosi 1 0,6 4 0,9 0 0,0 -- 0,4 AIDS 2 1,3 6 2,5 0 0,0 -- 0,6 Malattie dell apparato genitourinario 35 22, , , ,6 Malattie del sistema nervoso e organi di senso 57 35, , , ,5 Disturbi psichici e comportamentali 15 9,2 4 13,4 23 8,9 4 13,1 Cause esterne Traumatismi 56 35,9 1 53, , ,2 Accidenti da trasporto 17 11,1 4 15,5 5 2,7 6 3,4 Autolesione intenzionale (suicidi) 6 4,1 1 10,1 4 2,1 5 2,6 Tasso Italia Pagina 19 di 125

20 CAUSA Ranghi Molise fra le Regioni d Italia - Tassi standardizzati di mortalità tendenzialmente bassi (posizioni 1-7), medi (8-14) e alti (15-21) - Anni Uomini Donne Mortalità generale Tumori totali Tumori maligni trachea, bronchi, polmone Tumori maligni della mammella, donne 3 1 Tumori maligni del colon-retto Tumori maligni dello stomaco Tumore maligno dell utero 5 1 Tumore maligno della prostata 3 1 Tumore maligno della vescica Tumori m. del t. linfatico ed ematopoietico Leucemie Malattie del sistema circolatorio Cardiopatie ischemiche Malattie cerebrovascolari Diabete mellito Malattie del sistema respiratorio Influenza Polmonite Asma Malattie dell apparato digerente Malattie epatiche croniche Malformazioni congenite Malattie infettive e parassitarie Tubercolosi AIDS Malattie dell apparato genitourinario Malattie del sistema nervoso e organi di senso Disturbi psichici e comportamentali Cause esterne Traumatismi Accidenti da trasporto Autolesione intenzionale (suicidi) Fonte dati: Rapporti ISTISAN 10/26-10/27 (2010) Dati ISTAT Anni Pagina 20 di 125

21 Mortalità per cause e genere in Molise. Popolazione 0-74 anni N. decessi e tassi standardizzati Anni Uomini Donne CAUSA n. decessi 2006 n. decessi 2007 Rango 2006 Rango 2007 n. decessi 2006 n. decessi 2007 Rango 2006 Rango 2007 Mortalità generale Tumori totali Malattie del sistema circolatorio Cause esterne Traumatismi Pagina 21 di 125

22 Le principali cause di ricovero ospedaliero nel 2011 In questo paragrafo si è proceduto ad una analisi utilizzando le informazioni fornite dalla banca dati SDO e della specialistica ambulatoriale per tracciare una mappa del bisogno di prestazioni sanitarie richieste al SSN dalla popolazione residente, limitatamente all anno ANDAMENTO DELL ATTIVITÀ OSPEDALIERA Dopo un iniziale trend positivo, a decorrere dal 2005 l andamento della ospedalizzazione nella ASReM ha visto una progressiva tendenza alla riduzione del numero dei ricoveri. Il tasso complessivo, è infatti passato dal del 2005 al del 2011, con evidenti riduzioni soprattutto dei ricoveri ordinari rispetto a quelli diurni che hanno subito un incremento di oltre 10 punti percentuali.. Tasso di Ospedalizzazione generale e per regime di ricovero (Valori grezzi Fonte dati - Flusso SDO Molise Dati) 300,00 250,00 200,00 150,00 100,00 50,00 0, Tasso ord. 188,54 189,76 188,36 185,01 179,72 169,33 158,20 153,87 140,29 Tasso dh 51,78 57,11 62,04 64,96 64,90 65,39 65,22 63,83 63,88 Tasso Generale 240,32 246,88 250,41 249,98 244,62 234,72 223,42 217,70 204,16 Pagina 22 di 125

23 Analizzando separatamente il tasso nei singoli distretti socio-sanitari, tuttavia, si evidenza che detta riduzione non ha interessato in maniere omogenea la ASReM. La riduzione del tasso di ospedalizazione ha interessato globalmente tutti le arree distrettuali con decrementi più mercati per gli ambiti di Isernia ed Agnone. Tasso di Ospedalizzazione ambito Distrettuale (valori grezzi fonte dati Molise Dati) 290,00 270,00 250,00 230,00 210,00 190,00 170,00 150, AGNONE 280,39 272,24 271,48 255,25 239,05 BOJANO 241,25 232,26 216,19 203,35 201,30 CAMPOBASSO 241,69 234,36 215,17 212,30 203,87 ISERNIA 235,84 230,67 222,93 217,60 198,13 LARINO 265,91 250,24 248,09 236,67 203,81 TERMOLI 250,19 235,92 224,37 222,87 207,60 VENAFRO 220,03 210,02 209,62 205,90 195,04 Nel 2011, la popolazione molisana ha complessivamente fruito di ricoveri per un totale di giornate di degenza. Pagina 23 di 125

24 Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. AGNONE ,19 4,60% 5,8 0,92 BOJANO ,47 13,30% 6,4 0,95 CAMPOBASSO ,03 26,60% 6 0,96 ISERNIA ,27 14,10% 6,8 0,95 LARINO ,97 9,40% 6,5 0,95 TERMOLI ,87 23,10% 5,6 0,94 VENAFRO ,82 8,80% 6,9 0, ,62 L analisi per tipologia di intervento, conferma i ricoveri per acuti al primo posto % ACUTI 96,05% % LUNGODEGENZA 0,80% % RIABILITAZONE 3,15% Soddisfatti per l 80% dalle strutture ospedaliere regionali infatti la mobilità passiva contribuisce solo per il 21% a soddisfare il bisogno regionale. Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Importo med. Peso M. PASSIVA ,95 20,93% 5, ,00 1,07 REGIONALE ,04 79,07% 6, ,64 0,92 Pagina 24 di 125

25 Dall analisi dei dati emerge che la migrazione è diretta soprattutto verso le regioni limitrofe ma, si tratta di attività a basso peso, patologie che non richiedono prestazioni complesse, quelle ad impegno maggiore si indirizzano verso le regioni settentrionali quali la Lombardia, l Emilia Romagna ed il Piemonte. Nella tabella che segue vengono presentati i primi 30 DRG per frequenza assoluta e dalla quale viene confermato il dato rispetto alla tipologia ed al peso del DRG che solo in rari casi e per una esigua percentuale superano l unità (17% dei DRG considerati): DRG Frequenza % Peso Chemioterapia non associata a diagnosi secondaria di leucemia acuta 327 2,40% 0,753 Sostituzione di articolazioni maggiori o reimpianto degli arti inferiori 274 2,00% 2,028 Neonato normale 265 1,90% 0,159 Interventi su utero e annessi non per neoplasie maligne senza CC 264 1,90% 0,978 Interventi sul piede 264 1,90% 0,882 Interventi sul ginocchio senza diagnosi principale di infezione 230 1,70% 0,922 Aborto con dilatazione e raschiamento, mediante aspirazione o isterotomia 216 1,60% 0,456 Altri fattori che influenzano lo stato di salute 186 1,40% 0,258 Edema polmonare e insufficienza respiratoria 179 1,30% 1,224 Altre diagnosi del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo 170 1,20% 0,622 Parto vaginale senza diagnosi complicanti 163 1,20% 0,443 Parto cesareo senza CC 159 1,20% 0,773 Insufficienza cardiaca e shock 148 1,10% 1,027 Malattie endocrine senza CC 141 1,00% 0,502 Altre diagnosi relative a rene e vie urinarie, età < 18 anni 132 1,00% 0,608 Interventi sulle strutture intraoculari eccetto retina, iride e cristallino 127 0,90% 0,844 Escissione locale e rimozione di mezzi di fissazione interna eccetto anca e femore senza CC 125 0,90% 0,941 Insufficienza renale 119 0,90% 1,150 Malattie del tessuto connettivo senza CC 117 0,90% 0,809 Miscellanea di interventi su orecchio, naso, bocca e gola 112 0,80% 0,819 Esofagite, gastroenterite e miscellanea di malattie dell'apparato digerente, età < 18 anni 111 0,80% 0,301 Disturbi della nutrizione e miscellanea di disturbi del metabolismo, età < 18 anni 110 0,80% 0,265 Interventi sul cristallino con o senza vitrectomia 109 0,80% 0,483 Pagina 25 di 125

26 Trapianti di pelle e/o sbrigliamenti eccetto per ulcere della pelle/cellulite senza CC 105 0,80% 0,966 Legatura e stripping di vene 103 0,80% 0,734 Psicosi 101 0,70% 0,766 Affezioni mediche del dorso 99 0,70% 0,683 Altre malattie del sistema nervoso senza CC 99 0,70% 0,680 Malattie degenerative del sistema nervoso 98 0,70% 0,910 Calcolosi urinaria con CC e/o litotripsia mediante ultrasuoni 94 0,70% 0,552 Interventi maggiori su spalla e gomito o altri interventi su arto superiore con CC 90 0,70% 1, Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Importo medio. Peso M. PASSIVA ,32 100,00% 5, ,00 ABRUZZO ,35 29,70% 5, ,09 1,06 LAZIO ,54 18,10% 7, ,82 1,1 PUGLIA ,10 9,80% 5, ,52 1,1 CAMPANIA ,95 9,50% 5, ,50 0,93 VATICANO ,43 7,90% 2, ,65 0,81 EMILIA ROM ,26 7,80% 6, ,10 1,22 LOMBARDIA ,14 4,60% 8, ,81 1,49 TOSCANA ,98 3,60% 4, ,95 1,01 MARCHE ,39 3,40% 7, ,13 1,17 UMBRIA ,92 1,90% 5, ,72 1 VENETO ,43 1,30% 5, ,50 1,18 PIEMONTE ,63 0,70% 7, ,10 1,35 LIGURIA ,72 0,50% ,73 1,08 BASILICATA ,11 0,20% 4, ,54 1,16 CALABRIA ,40 0,20% 3, ,73 0,78 SICILIA ,23 0,20% 5, ,45 0,79 FRIULI ,50 0,10% 5, ,64 0,86 Pagina 26 di 125

27 MOLISE ,37 0,10% 6, ,67 0,72 BOLZANO ,22 0,10% 3, ,28 0,59 TRENTO ,58 0,10% 14, ,48 0,8 SARDEGNA ,07 0,10% 3, ,93 0,7 Trattasi sostanzialmente di una mobilità a carattere prevalente di confine, con in testa l Abruzzo, seguito dal Lazio, dalla Campania e dall Università Cattolica di Roma. Dall anailisi dei tassi di ospedalizzazione emerge che mentre il tasso per mobilità passiva rimane costante nel periodo considerato, quello regionale subisce dapprima un incremento nella fase centrale per poi diminuire progressivamente nella seconda metà del periodo. Tasso di Ospedalizzazione ASReM per tipo di mobilità (valori grezzi fonte dati Molise Dati) 250,00 200,00 150,00 100,00 50,00 0, PASSIVA 53,29 55,40 57,11 57,03 54,40 49,31 45,44 43,61 43,25 42,67 REGIONALE 174,81 184,92 189,77 193,37 195,58 195,31 189,84 179,80 174,45 161,21 PASSIVA REGIONALE Pagina 27 di 125

28 L analisi a livello Distrettuale, vede fra i distretti maggiormente interessati quello di Termoli, seguito da Campobasso, Isernia e Venafro con direzione prevalente verso l Abruzzo e per ricoveri soprattutto di basso peso Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. AGNONE ,75 5,30% 6,4 1,06 BOJANO ,20 8,30% 6,2 1,07 CAMPOBASSO ,31 19,40% 5,9 1,1 ISERNIA ,23 14,20% 5,7 1,06 LARINO ,62 9,00% 6,5 1,11 TERMOLI ,19 30,00% 5,8 1,09 VENAFRO ,28 13,70% 5,7 1 LE CAUSE DI RICOVERO OSPEDALIERO Fra le richieste di ricovero, al primo posto con 8589 ricoveri, in regime per acuti, ed una percentuale sul totale del 13.40% ritroviamo le Malattie e disturbi dell apparato cardiocircolatorio, seguono in ordine di frequenza: Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Freq.Cum. 5 Malattie e disturbi dell'apparato cardiocircolatorio ,68 13,40% 6,4 1,19 13,40% 8 Malattie e disturbi dell'apparato muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo ,14 11,00% 5,4 1,12 24,40% 6 Malattie e disturbi dell apparato digerente ,67 8,80% 5,7 0,98 33,20% 1 Malattie e disturbi del sistema nervoso ,87 6,40% 6,3 1,03 39,60% 14 Gravidanza, parto e puerperio ,23 6,40% 3,7 0,53 46,00% Malattie e disturbi mieloproliferativi e neoplasie scarsamente 17 differenziate ,08 5,90% 5,4 1,02 51,90% 2 Malattie e disturbi dell'occhio ,64 5,60% 1,8 0,6 57,50% 4 Malattie e disturbi dell'apparato respiratorio ,72 4,90% 8,5 1,13 62,40% 3 Malattie e disturbi dell'orecchio, del naso, della bocca e della gola ,31 4,80% 3,4 0,66 67,20% Pagina 28 di 125

29 Malattie e disturbi del rene e delle 11 vie urinarie ,95 4,70% 6,6 0,93 71,90% 9 Malattie e disturbi della pelle, del tessuto sotto-cutaneo e della mammella ,64 4,20% 2,9 0,87 76,10% 7 Malattie e disturbi epatobiliari e del pancreas ,36 3,50% 8,2 1,25 79,60% 15 Malattie del periodo perinatale ,36 3,40% 4,6 0,5 83,00% Malattie e disturbi 10 nutrizionali e metabolici ,29 3,30% 4 0,75 86,30% ,54 endocrini, Altre MDC 100% MALATTIE E DISTURBI DELL APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Malattie e disturbi dell'apparato cardiocircolatorio ,68 13,40% 6,4 1,19 PASSIVA ,27 14,50% 5,9 1,57 REGIONALE ,41 85,50% 6,5 1,13 Con il 13,40% sul totale del 2011 costituiscono la principale causa di ricovero in ambiente ospedaliero, soddisfatta per circa l 85,50% dalle strutture regionali, hanno richiesto per il 73,50% dei casi un ricovero di tipo medico, ordinario nel 84,10% Come da attesa più del 63% dei ricoveri sono da riferire all età presenile e senile che con 3584 ricoveri detiene la prevalenza assoluta, seguono l età adulta e giovane-adulta,mentre bassa rimane il numero dei ricoveri nelle classi prescolare e adolescenziale, anche se in quest ultime, trattasi prevalentemente di interveti di tipo chirurgico ed ad alta complessità. Dimessi Degenza Malattie e disturbi cardiocircolatorio Importo Freq. Deg.M. Peso M. dell'apparato ,68 13,40% 6,4 1, ,98 2,20% 4,5 1, ,54 1,00% 6,1 1, ,44 1,10% 3 0, ,95 33,90% 4,6 1, ,27 11,30% 3,8 1, ,68 22,60% 5 1,21 up ,75 63,90% 7,5 1, ,75 21,70% 6,2 1,29 up ,00 42,20% 8,1 1,18 Pagina 29 di 125

30 Nella fascia 0-14 anni prevalgono le malattie cardiovascolari congenite, seguite da peri-, endo- e miocarditi, cardiomiopatie e disturbi della conduzione ed altre diagnosi di malattie maggiori dell apparato cardiocircolatorio, che hanno comportato un ricovero ordinario di tipo chirurgico. Nella fascia troviamo aterosclerosi coronarica e altre malattie ischemiche (391) seguita da varici agli arti inferiori (349), dalle aritmie cardiache (323), ipertensione essenziale (212) le coronaropatie con o senza infarto del miocardio (197), il dolore toracico e l insufficienza cardiaca non da ipertensione (135). Da segnalare 184 ricoveri per stripping delle vene (19,10%), 120 ricoveri per interventi sul sistema cardiocircolatorio per via percutanea con stent, 39 interventi di bay pass coronarico e 30 interventi di impianto e sostituzione di pacemaker. Nella fascia up65 anni il primo posto spetta all insufficienza cardiaca non da ipertensione arteriosa che con 1270 casi ed una frequenza assoluta superiore al 16% detiene il primato nel gruppo, seguita dai disturbi della conduzione con o senza impianto o sostituzione di pacemaker e da malattie vascolari periferiche. Abbastanza alto rimane il numero di baybass coronarico (60) con o senza cateterismo cardiaco. La distribuzione territoriale, vede al primo posto, in termini di prevalenza sulla popolazione residente il distretto di Agnone seguito a distanza da quello di Bojano e Campobasso, mentre bassa rimane nei distretti di Isernia, Larino,Termoli e Venafro Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Prevalenza Malattie e disturbi dell'apparato cardiocircolatorio ,68 13,40% 6,4 1,19 AGNONE ,65 4,90% 5 1,03 3,29% BOJANO ,78 14,80% 6,8 1,16 2,90% CAMPOBASSO ,60 28,00% 6,4 1,2 2,79% ISERNIA ,26 13,50% 7,1 1,2 2,47% LARINO ,43 8,90% 6,8 1,23 2,52% TERMOLI ,94 21,50% 5,9 1,17 2,50% VENAFRO ,00 8,40% 6,8 1,28 2,41% Pagina 30 di 125

31 MALATTIE E DISTURBI DELL APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO E DEL TESSUTO CONNETTIVO Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Malattie e disturbi dell'apparato muscoloscheletrico e del tessuto connettivo ,14 11,00% 5,4 1, ,83 5,30% 2,8 0, ,52 1,30% 2,8 0, ,31 3,90% 2,8 0, ,54 57,10% 4 1, ,68 33,60% 3,7 0, ,86 23,40% 4,4 1,06 up ,77 37,70% 7,7 1, ,00 15,90% 6,2 1,26 up ,77 21,80% 8,9 1,34 Per quanto attiene le patologie prevalenti, queste, pur con lievi diversificazioni in relazione alla fascia d età considerata, sono da riferire nella maggior parte dei casi ad eventi traumatici (fratture, lussazioni, stiramenti, distorsioni ecc) degli arti o della colonna, con o senza interessamento dei tessuti molli e dei muscoli, seguite nella fascia d età up44 da alterazioni degenerative dei dischi intersomatici e patologie della colonna. Da segnalare nella fascia up65 anni 480 interventi di sostituzione di articolazioni maggiori e 306 interventi su anca e femore. L analisi territoriale, vede al primo posto in termini di prevalenza il distretto di Agnone seguito a distanza da tutti gli altri distretti Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M ,14 11,00% 5,4 1,12 AGNONE ,98 5,10% 3,9 1,12 2,81% BOJANO ,56 12,30% 6 1,15 1,98% ,62 22,90% 5,3 1,1 1,87% ISERNIA ,96 14,30% 5 1,11 2,13% LARINO ,27 8,70% 6,2 1,14 2,00% TERMOLI ,11 27,00% 5,3 1,13 2,57% VENAFRO ,64 9,70% 5,3 1,05 2,29% Malattie e disturbi dell'apparato muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo CAMPOBASSO Prevalenza Pagina 31 di 125

32 MALATTIE E DISTURBI DELL APPARATO DIGERENTE Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Malattie e disturbi dell apparato digerente ,67 8,80% 5,7 0,98 PASSIVA ,41 14,10% 5,8 1,01 REGIONALE ,26 85,90% 5,7 0,97 Con il 8.80% dei ricoveri del 2011, le malattie e disturbi dell apparato digerente si collocano al terzo posto in termini di frequenza. Soddisfatte per circa 86% dei casi da ricoveri nelle struttura regionali, sono rappresentate per il 60,20% dei casi da ricoveri di tipo medico, ordinari nel 74,10% Nel 46,70% dei casi l età interessata è quella giovane adulta (15-64 anni), seguita da quella presenile e senile (up65 anni) mentre bassa rimane la frequenza nelle età prescolare e adolescenziale. Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Malattie e disturbi dell apparato digerente ,67 8,80% 5,7 0, ,32 12,50% 3,1 0, ,77 6,10% 3,4 0, ,55 6,40% 2,9 0, ,80 46,70% 4,5 0, ,83 26,80% 4,1 0, ,97 20,00% 5,2 1,05 up ,55 40,70% 7,8 1, ,39 16,30% 6,6 1,13 up ,16 24,40% 8,6 1,17 Per quanto attiene le patologie prevalenti, nella fascia d età 0-14 anni prevalgono i disturbi dello sfintere cardiale con esofagiti e miscellanea gastro-esofagea che con 430, seguiti da patologie minori come le gastriti ed altre malattie infiammatorie dell intestino. Nella fascia d età 15-64, oltre alle patologie già considerate per la fascia 0-14 ritroviamo patologia acute come la appendicite e ulcera peptica complicata, l ernia inguinale e femorale, patologie maggiori dell apparato digerente quali i tumori (136 casi). Da segnalare 385 ricoveri per ernia inguinale, patologia oggi trattabile in ambulatorio. Nella fascia d età up65 prevalgono le malattie cronico degenerative tra cui sono da segnalare 250 interventi per neoplasia maligna e 150 interventi per patologie maggiori su intestino tenue crasso e ano. La distribuzione territoriale vede al primo posto in termini di prevalenza il distretto di Agnone seguito a distanza da Bojano e tutti gli altri. Pagina 32 di 125

33 Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Prevalenza Malattie e disturbi dell apparato digerente ,67 8,80% 5,7 0,98 AGNONE ,68 4,90% 4,9 0,87 2,14% BOJANO ,09 15,20% 6,6 0,95 1,95% CAMPOBASSO ,70 27,20% 5,7 0,96 1,77% ISERNIA ,93 13,90% 5,4 1,01 1,65% LARINO ,19 9,20% 6 0,98 1,69% TERMOLI ,67 21,20% 5,5 1,03 1,61% VENAFRO ,41 8,40% 5,1 0,93 1,58% MALATTIE E DISTURBI DEL SISTEMA NEVOSO Malattie e disturbi del sistema nervoso PASSIVA REGIONALE Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M ,87 6,40% 6,3 1, ,37 20,50% 5,4 1, ,50 79,50% 6,6 0,99 Rappresentano il 6.40% di tutti i ricoveri del 2011, soddisfatti per circa l 80% dalle strutture regionali. Tipiche dell età adulta e senile 53,90%, sono ricoveri prevalentemente medici (79,40%) Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M ,87 6,40% 6,3 1, ,83 8,60% 4 0, ,51 4,10% 4,7 0, ,32 4,60% 3,3 0, ,62 37,50% 5,5 1, ,14 18,50% 4,8 0, ,48 19,00% 6,2 1,1 up ,42 53,90% 7,3 1, ,47 16,40% 6,9 1,14 up ,95 37,50% 7,5 1,05 Malattie e disturbi del sistema nervoso Per quanto attiene le patologie prevalenti, al primo posto in ordine di frequenza troviamo gli insulti vascolari acuti con o senza emoraggia o infarto cerebrale che con 1048 casi si attestano sul 26,10% del totale dei ricoveri. Seguono in ordine di frequenza le malattie dei nervi periferici e soprattutto la decompressione del tunnel carpale (oggi praticabile in ambulatorio) che con 380 casi rappresenta l 9,40% di tutti i ricoveri, le Pagina 33 di 125

34 convulsioni e le cefalee con 441 ricoveri, i traumatismi con o senza stato stuporoso, le malattie degenerative del sistema nervoso e le neoplasie del sistema nervoso con 118 casi. La distribuzione territoriale vede al primo posto i comuni del distretto di Agnone e Venafro, seguiti dal distretto di Isernia, Termoli e tutti gli altri. Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Prevalenza Malattie e disturbi del sistema nervoso ,87 6,40% 6,3 1,03 AGNONE ,41 5,70% 5,1 1,02 1,80% BOJANO ,30 12,90% 6,6 1,01 1,20% CAMPOBASSO ,99 24,30% 7,1 1,02 1,15% ISERNIA ,39 15,00% 6,6 1,02 1,30% LARINO ,48 8,10% 6 1,03 1,08% TERMOLI ,35 22,00% 5,7 1,06 1,22% VENAFRO ,38 12,00% 6,4 1,07 1,63% MALATTIE E DISTURBI DELL OCCHIO Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Malattie e disturbi dell'occhio ,64 5,60% 1,8 0,6 PASSIVA ,38 10,70% 1,9 0,71 REGIONALE ,26 89,30% 1,8 0,59 Rappresentano il 5.60% dei ricoveri 2011, soddisfatti per il 89,30% dalle strutture regionali. Nel 93,40% dei casi trattasi di ricoveri di tipo chirurgico, diurno nel 92%. Le classi d età interessate sono rappresentate nel 76,00% dei casi dall età senile che con il 47,40% nell età up75 detiene la prevalenza assoluta Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M ,64 5,60% 1,8 0, ,37 1,60% 2,3 0, ,18 1,00% 2,6 0, ,19 0,60% 1,9 0, ,25 22,40% 1,9 0, ,36 6,70% 2,1 0, ,89 15,70% 1,8 0,65 up ,02 76,00% 1,7 0, ,44 28,60% 1,8 0,6 up ,58 47,40% 1,7 0,57 Malattie e disturbi dell'occhio Pagina 34 di 125

35 Per quanto attiene le patologie prevalenti, nel 87,80% dei casi trattasi di interventi per cataratta (3102), seguita a distanza da altre patologie. La distribuzione territoriale, vede una prevalenza nei distretti di Larino e Termoli, seguiti da quello di Bojano mentre bassa rimane negli altri distretti. Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M ,64 5,60% 1,8 0,6 AGNONE ,46 3,10% 1,7 0,58 0,85% BOJANO ,32 14,20% 1,4 0,62 1,16% CAMPOBASSO ,49 21,40% 1,6 0,61 0,89% ISERNIA ,70 16,30% 1,3 0,57 1,23% LARINO ,56 12,00% 2,4 0,59 1,41% TERMOLI ,50 28,30% 2,2 0,61 1,37% VENAFRO ,5 0,61 0,57% Malattie e disturbi dell'occhio ,61 4,80% Prevalenza MALATTIE E DISTURBI DELL ORECCHIO NASO E GOLA Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Malattie e disturbi dell'orecchio, del naso, della bocca e della gola ,31 4,80% 3,4 0,66 PASSIVA ,68 21,50% 3 0,81 REGIONALE ,63 78,50% 3,5 0,62 Rappresentano il 4.80% di tutti ricoveri, soddisfatti per circa l 79% dei casi dalle strutture regionali. Le fasce di età maggiormente coinvolte sona la giovane adulta e l adulta (15-64) 41,40%, che nel 58,80% dei casi hanno richiesto un ricovero medico, diurno nel 54,80% Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Malattie e disturbi dell'orecchio, del naso, della bocca e della gola ,31 4,80% 3,4 0, ,60 22,40% 2,4 0, ,87 11,80% 2,5 0, ,73 10,50% 2,2 0, ,96 60,20% 3,3 0, ,00 41,40% 3 0, ,96 18,80% 4,1 0,75 up ,75 17,50% 5 0, ,68 9,60% 4,6 0,73 up ,07 7,80% 5,4 0,71 Pagina 35 di 125

36 Le patologia rappresentative del questo gruppo nella fascia 0-14 sono le malattie infiammatorie acute o croniche delle prime vie aeree o dell orecchio (tonsilliti, otiti, adenoiditi ecc), seguite nella fascia da alterazioni dell equilibrio ed altre sindromi vertiginose che costituiscono la causa predominante nell età presenile e senile. Bassa è la frequenza delle neoplasie, benigne o maligne che con 74 osservati sono appannaggio pressoché esclusivo della età adulta o senile. Da segnalare 303 casi di ricovero per carie dentali, non associate ad altre malattie della bocca o della mucosa orale, 129 casi di tonsillectomia e 79 casi di rinoplastica. Per quanto attiene la distribuzione territoriale non si evidenziano significative differenza nei distretti. Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M ,31 4,80% 3,4 0,66 AGNONE ,01 3,80% 2,4 0,63 0,92% BOJANO ,97 13,20% 4 0,67 0,92% CAMPOBASSO ,36 30,80% 3,4 0,65 1,09% ISERNIA ,01 14,20% 3,4 0,65 0,92% LARINO ,67 7,80% 3,1 0,67 0,79% TERMOLI ,56 22,70% 3,4 0,68 0,94% VENAFRO ,73 7,40% 3,2 0,67 0,76% Malattie e disturbi dell'orecchio, del naso, della bocca e della gola Prevalenza MALATTIE E DISTURBI DELL APPARATO RESPIRATORIO Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Malattie e disturbi dell'apparato respiratorio ,72 4,90% 8,5 1,13 PASSIVA ,33 22,60% 8,7 1,31 REGIONALE ,39 77,40% 8,5 1,08 Rappresentano il 4.90% dei ricoveri 2011, soddisfatti per circa l 78% dei casi dalle strutture regionali. Nel 95.10% dei casi hanno richiesto un ricovero di tipo medico, ordinario nel 89.20% Le fasce di età maggiormente coinvolte sono la presenile e senile (up65 anni) che con il 60.90% dei casi detengono la prevalenza assoluta. Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M ,72 4,90% 8,5 1, ,14 12,30% 6,2 0, ,79 8,90% 7,1 0, ,35 3,40% 3,7 0, ,64 26,80% 7,7 1, ,07 12,00% 6,6 1, ,57 14,80% 8,5 1,26 Malattie e disturbi dell'apparato respiratorio Pagina 36 di 125

37 up ,94 60,90% 9,4 1, ,44 17,70% 8,7 1,24 up ,50 43,10% 9,7 1,19 Pur con differenze nelle prevalenza in ragione della fascia d età considerate, al primo posto fra le patologie di questo gruppo troviamo le malattie polmonari (escluse quelle specifiche da tubercolosi) acute e croniche, e fra queste l edema polmonare con insufficienza respiratoria (606) seguiti dalla BPCO che con 360 casi, nell età adulta e senile detiene la prevalenza assoluta e dalle neoplasie maligne 326 casi. La distribuzione territoriale vede al primo posto il distretto di Agnone, seguito da quello di Isernia mentre abbastanza omogenea rimane la prevalenza negli altri distretti. Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Prevalenza Malattie e disturbi dell'apparato respiratorio ,72 4,90% 8,5 1,13 AGNONE ,77 5,60% 7,1 1,15 1,38% BOJANO ,30 13,10% 8,9 1,08 0,95% CAMPOBASSO ,71 26,10% 8,5 1,08 0,96% ISERNIA ,01 15,30% 9,5 1,21 1,03% LARINO ,75 9,50% 9,2 1,12 0,99% TERMOLI ,91 21,10% 7,7 1,12 0,91% VENAFRO ,27 9,30% 8,3 1,23 0,98% MALATTIE E DISTURBI DELLE VIE URINARIE Malattie e disturbi del rene e delle vie urinarie PASSIVA REGIONALE Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M ,95 4,70% 6,6 0, ,20 31,90% 4,3 0, ,75 68,10% 7,7 0,9 Rappresentano il 4.70% dei ricoveri del 2011, soddisfatti nel 68.10% dei casi dalle strutture regionali. Hanno richiesto un ricovero di tipo medico nel 71.80%, ordinario nel 67,70% Anche in questo caso la fasci d età maggiorante interessata è la presenile e senile (up65 anni) che con il 49.70% dei casi detengono la prevalenza maggiore, seguita dall età giovane adulta (15-64 anni) mentre bassa rimane la frequenza nella fascia 014 anni. Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M ,95 4,70% 6,6 0, ,19 11,30% 2,4 0, ,71 5,80% 2,7 0,66 Malattie e disturbi del rene e delle vie urinarie Pagina 37 di 125

38 ,48 5,50% 2,1 0, ,09 39,00% 5,5 0, ,75 19,60% 4,6 0, ,34 19,40% 6,3 1 up ,67 49,70% 8,5 1, ,16 18,70% 7,6 0,97 up ,51 31,00% 9,1 1,05 Al primo posto per frequenza ritroviamo l insufficienza renale (647 casi), seguita dalla calcolosi urinaria (518 casi) con o senza complicazioni e da patologie infiammatorie ed infettive delle vie urinarie. Da segnalare 130 casi di neoplasie del rene e delle vie urinarie che hanno richiesto un intervento chirurgico e/o chemioterapico e 7 di Trapianto Renale La distribuzione territoriale vede al primo posto il distretto di Campobasso Bojano seguito da quello di Agnone, mentre abbastanza bassa rimane la prevalenza nei restanti distretti. Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Malattie e disturbi del rene e delle vie urinarie ,95 4,70% 6,6 0,93 AGNONE ,90 4,50% 4,5 0,85 1,04% BOJANO ,19 14,00% 8,7 0,98 0,95% CAMPOBASSO ,23 31,00% 6,9 0,96 1,07% ISERNIA ,25 10,80% 6,4 0,85 0,68% LARINO ,81 9,30% 7,3 0,97 0,91% TERMOLI ,91 23,60% 5,6 0,9 0,95% VENAFRO ,7 0,95 0,67% ,20 6,80% Prevalenza MALATTIE E DISTURBI ENDOCRINI E METABOLICI Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M ,29 3,30% 4 0,75 PASSIVA ,87 26,50% 3,4 0,7 REGIONALE ,42 73,50% 4,2 0,77 Malattie e disturbi nutrizionali e metabolici endocrini, Rappresentano il 3.30% dei casi di ricovero 2011, soddisfatti per circa l 74% dalle strutture regionali, che hanno richiesto un intervento di tipo medico nell 81,80%, diurno nel 65.30%. La fascia d età maggiormente interessata è la giovane adulta (15-64 anni) seguita da quella presenile e senile (up65 anni), non trascurabile rimane la frequenza nell età 0-14 anni che mantiene stabilmente la frequenza sul 13.70% Pagina 38 di 125

39 Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Malattie e disturbi endocrini, nutrizionali e metabolici ,29 3,30% 4 0, ,69 13,70% 2,2 0, ,63 6,60% 2,9 0, ,06 7,20% 1,6 0, ,16 58,30% 3,6 0, ,02 29,20% 3,3 0, ,14 29,10% 3,9 0,83 up ,44 27,90% 5,7 0, ,90 13,50% 4,4 0,84 up ,54 14,50% 6,9 0,82 La patologia in assoluto prevalente è il Diabete mellito con 425 casi ed una frequenza relativa del 20,50%, seguito dalle malattie di altre ghiandole endocrine, e fra questa la ghiandola tiroidea con 300. Non trascurabile sono i casi di ricovero per altri disordini endocrini e nutrizionali, circa 625 casi di cui 35 dovuti ad obesità. La distribuzione territoriale è abbastanza omogenea nei distretti. Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M. Prevalenza Malattie e disturbi endocrini, nutrizionali e metabolici ,29 3,30% 4 0,75 AGNONE ,86 5,50% 3 0,74 0,91% BOJANO ,10 12,40% 4,9 0,82 0,60% CAMPOBASSO ,87 25,60% 4,5 0,77 0,62% ISERNIA ,53 14,50% 4 0,72 0,64% LARINO ,65 9,20% 3,1 0,7 0,63% TERMOLI ,35 23,40% 3,4 0,75 0,67% VENAFRO ,32 9,30% 4,4 0,72 0,66% MALATTIE E DISTURBI MIELOPROLIFERATIVI E NEOPLASIE SCARSAMENTE DIFFERENZIATE Malattie e disturbi mieloproliferativi e neoplasie scarsamente differenziate PASSIVA REGIONALE Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M ,08 5,90% 5,4 1, ,27 19,90% 5,7 1, ,81 80,10% 5,4 0,99 Rappresentate da trattamenti per patologie neoplastiche, sono soddisfatte per l 80.10% da ricoveri presso le strutture regionali. Pagina 39 di 125

40 Ad eccezioni di un numero limitato di ricoveri nella fascia 0-14 anni le età prevalentemente interessate sono l adulta e la senile Dimessi Degenza Importo Freq. Deg.M. Peso M ,08 5,90% 5,4 1, ,73 2,90% 4,1 1, ,78 0,80% 4,4 1, ,95 2,00% 4 1, ,22 46,70% 5, ,97 19,50% 5,1 1, ,25 27,20% 5,4 0,93 up ,13 50,40% 5,7 1, ,63 25,90% 5,4 0,98 up ,50 24,50% 5,9 1,08 Malattie e disturbi mieloproliferativi e neoplasie scarsamente differenziate Per quanto attiene le modalità di trattamento, al primo posto con circa il 55% dei ricoveri troviamo la chemioterapia non associata a diagnosi secondaria di leucemia acuta, trattamento questo ormai da riservare all ambito territoriale. I trattamenti e i tumori maggiormente rappresentati in questo gruppo sono: Dimessi Degenza Deg.M. Peso M ,9 0,75 Radioterapia ,89 8,40% 3 0,88 Anamnesi di neoplasia maligna senza endoscopia ,91 7,50% 2,7 0,48 Linfoma e leucemia non acuta senza CC ,84 6,80% 4,4 1,1 Linfoma e leucemia non acuta con CC ,48 5,20% 6,9 1, ,11 4,00% 2,6 1,49 Chemioterapia associata a diagnosi secondaria di leucemia acuta o con uso ,45 2,50% 6 1,49 Leucemia acuta senza interventi chirurgici maggiori, età > 17 anni ,77 2,10% 14,1 4,21 Linfoma e leucemia non acuta con altri interventi chirurgici senza CC ,20 1,40% 3,7 1,41 Leucemia acuta senza interventi chirurgici maggiori, età < 18 anni ,21 1,10% 5,4 2,95 Anamnesi di neoplasia maligna con endoscopia ,00 1,10% 2,7 0, ,64 0,70% 9,6 3,01 Chemioterapia non associata a diagnosi secondaria di leucemia acuta Alterazioni mieloproliferative differenziate con altri o neoplasie Importo Freq ,33 56,60% poco Linfoma e leucemia non acuta con altri interventi chirurgici Pagina 40 di 125

41 con CC Altre alterazioni mieloproliferative e neoplasie poco differenziate senza CC ,06 0,70% 6 0,97 Linfoma e leucemia con interventi chirurgici maggiori senza CC ,24 0,60% 6,2 1,55 Alterazioni mieloproliferative o neoplasie poco differenziate con interventi ,98 0,40% 14,1 2,92 Altre alterazioni mieloproliferative e neoplasie poco differenziate con CC ,64 0,40% 11,3 1,49 Alterazioni mieloproliferative o neoplasie poco differenziate con interventi ,59 0,30% 5,9 1,9 Linfoma e leucemia con interventi chirurgici maggiori con CC ,74 0,30% 10,5 3,49 Le patologie oncologiche in Molise Nella regione Molise non esiste un sistema di rilevamento sistematico dei dati in oncologia e per tale ragione è difficile reperire dati strutturati e certi su cui fare affidamento per programmare una corretta politica sanitaria nel settore. Una valutazione effettuata sui sistemi di registrazione delle varie strutture territoriali pur non avendo la pretesa di un adeguata correttezza formale da un punto di vista statistico, consente però di avere un quadro di massima, almeno per le strutture pubbliche del sistema sanitario della regione Molise. Per le patologie più frequenti, almeno nell ambito della UOC di Campobasso, i dati delle prime diagnosi rispettano il ranking delle patologie neoplastiche a livello nazionale, in particolare la mammella, il colonretto, il polmone, lo stomaco, la prostata. I tumori della pelle, ad eccezione dei melanomi, raramente vengono visti in oncologia poiché seguiti prevalentemente dalle dermatologie, mentre i dati della prostata sembrano molto più bassi rispetto a quelli osservati, poiché nelle fasi iniziali di malattia, i pazienti vengono solitamente seguiti dai colleghi urologi. Anche nell ambito delle patologie ematologiche viene rispettato la normale graduatoria in ordine di frequenza. Presso la UOC di Campobasso la impossibilità a trattare pazienti con patologie leucemiche acute in età giovane e/o adulta, determinata da problemi strutturali quali la mancanza di una camera sterile e ci ha indotto ad utilizzare una precisa politica etica di affidare tali pazienti a strutture extraregionali. Come detto in premessa, la mancanza di un sistema di rilevamento dei dati ci obbliga a utilizzare i dati reperiti da ISTAT o da siti specializzati quali quello dell AIRTUM (Associazione italiana dei registri tumori) che forniscono, nel nostro caso, dati calcolati e non osservati. La mortalità nella regione Molise, secondo i dati ISTAT relativi alla mortalità del 2010, fa registrare, su una popolazione di abitanti, 439 uomini deceduti per tumore maligno (tasso standardizzato di 177,86/ ) e 220 femmine (tasso standardizzato di 98,26/ ) con una mortalità complessiva di 659 persone (tasso standardizzato di 122,96/ ) Per quanto riguarda l incidenza stimata, il numero di nuovi casi nel 2010 è stato stimato in 733 casi complessivi fra gli uomini (tasso standardizzato di 316,86/ ) e 512 casi complessivi fra le donne (tasso standardizzato di 202,42/ ), per un totale di casi complessivi per tutte le patologie neoplastiche maligne (tasso standardizzato 254,90/ ) Pagina 41 di 125

42 Tassi di mortalità e incidenza delle patologie oncologiche in Molise dal 2001 al 2010 (elaborazione su dati ISTAT) Prevalenza stimata: il tasso grezzo di prevalenza misura la frequenza reale dei tumori ed è l informazione necessaria per capire l aumento o la riduzione della domanda sanitaria in campo oncologico. Nella realtà molisana la prevalenza grezza nel 2010 è stata di 3711 maschi e 4071 donne per un totale di 7782 (tab. 2) Stima della prevalenza grezza per tutti i tumori in Molise dal 2001 al 2010 per sesso (elaborazione su dati ISTAT) Dall analisi delle tabelle emerge una sostanziale sovrapponibilità delle stime regionali rispetto ai dati nazionali, infatti i tassi di mortalità e incidenza delle patologie oncologiche in Molise si evidenzia una costanza dei valori nel tempo analoga al dato nazionale. Per quanto riguarda la stima della prevalenza grezza per tutti i tumori in Molise dal 2001 al 2010 per sesso si nota un graduale aumento del valore nell ultimo decennio per entrambi i sessi. Incidenza in termini assoluti di tutti i tumori in Molise e in Italia dal 2001 al 2010 (elaborazione su dati ISTAT) Pagina 42 di 125

43 Tassi standardizzati di incidenza di tutti i tumori in Molise e in Italia dal 2001 al 2010 (elaborazione su dati ISTAT) Di seguito sono disponibili i grafici per i principali tumori maligni (colon-retto, mammella, polmone, prostata, stomaco) Incidenza assoluta dei tumori del colon retto in Molise e in Italia dal 2001 al 2010 (elaborazione su dati ISTAT) Tassi standardizzati di incidenza e mortalità dei tumori del colon retto in Molise e in Italia dal 2001 al 2010 (elaborazione su dati ISTAT) L analisi dei dati evidenzia un lento ma graduale aumento dell incidenza dei tumori del colon retto sia a livello regionale che nazionale ma nel frattempo vede ridursi progressivamente il dato di mortalità e questo potrebbe significare da un lato una maggiore facilità nella diagnosi per effetto di programmi di screening Pagina 43 di 125

44 efficaci e di conseguenza, per quanto attiene alla mortalità, una riduzione dei casi in relazione alla precocità della diagnosi, sempre per effetto degli screening ed un miglioramento dell approccio terapeutico. Incidenza assoluta del tumore alla mammella in Molise e in Italia dal 2001 al 2010 (elaborazione su dati ISTAT) Tassi standardizzati di incidenza e mortalità dei tumori del tumore alla mammella in Molise e in Italia dal 2001 al 2010 (elaborazione su dati ISTAT) Analogamente a quanto rilevato in relazione alle neoplasie del colon retto si verifica per il tumore della mammella anche se se con delle differenze più marcate tra il dato regionale e quello nazionale. Infatti in entrambi i casi si rileva un aumento dell incidenza più marcato, però, in regione rispetto al dato nazionale. Mentre per ciò che concerne la mortalità, i valori sono pressoché sovrapponibili e presentano una graduale diminuzione dei valori. Incidenza assoluta del tumore al polmone in Molise e in Italia dal 2001 al 2010 (elaborazione su dati ISTAT) Pagina 44 di 125

45 Tassi standardizzati di incidenza e mortalità del tumore al polmone in Molise e in Italia dal 2001 al 2010 (elaborazione su dati ISTAT) Per quanto riguarda le neoplasie polmonari non si rilevano scostamenti tra i due dati, nazionale e locale, infatti in entrambi i casi si evidenzia una progressiva diminuzione dei dati di incidenza e mortalità. Incidenza assoluta del tumore alla prostata in Molise e in Italia dal 2001 al 2010 (elaborazione su dati ISTAT) Tassi standardizzati di incidenza e mortalità del tumore alla prostata in Molise e in Italia dal 2001 al 2010 (elaborazione su dati ISTAT) Pagina 45 di 125

46 L'incidenza del tumore alla prostata è aumentata del 53 per cento negli ultimi dieci anni (dal 2002 al 2012), una neoplasia che nel solo 2012 si stima sia stata diagnosticata a circa 36 mila italiani. Nel 2002 i nuovi casi di cancro alla prostata erano , si è quindi registrato un notevole incremento che porta questa forma di tumore ad essere la neoplasia più diffusa nei maschi. La diagnosi precoce permette però di mantenere pressoché costante i tassi di mortalità. Incidenza assoluta del tumore allo stomaco in Molise e in Italia dal 2001 al 2010 (elaborazione su dati ISTAT) Tassi standardizzati di incidenza e mortalità del tumore allo stomaco in Molise e in Italia dal 2001 al 2010 (elaborazione su dati ISTAT) Pagina 46 di 125

47 il tumore dello stomaco è quello che ha recentemente mostrato la più forte riduzione in media per entrambi i sessi oltre il 2% tra i periodi Il carcinoma dello stomaco presenta un gradiente d incidenza Centro-Nord-Sud caratteristico, con una maggiore incidenza al Centro sia nelle donne che negli uomini rispetto al Nord. Tale andamento è in parte correlato alle diverse abitudini dietetiche di alcune aree del Centro, in particolare della zona appenninica. Anche in questo caso l andamento dell incidenza e della mortalità in Molise è sovrapponibile ai dati nazionali. Gli screening Sin dal 1996 la regione Molise ha iniziato l iter per la progettazione di uno screening sull intero territorio regionale. Il progetto fu presentato al Ministero della Salute e finanziato nel 1999; la disponibilità dei fondi fu resa possibile nel 2000 e nel 2002 fu avviata la struttura dello screening per la neoplasia della mammella e della cervice uterina nell ambito del cosiddetto Progetto Mimosa. Nel 2005 venne sostanzialmente ridefinita la forma organizzativa attuale e nel 2008 si avviò anche il 3 screening, quello del colon-retto. I dati delle survey nazionali indicano come la Regione Molise, assieme alla Basilicata, è l unica regione del Sud Italia ad aver attivato tutti e tre gli screening per i quali, attualmente, sono disponibili solide evidenze scientifiche di efficacia. I dati relativi all estensione territoriale sono del 100% con buoni dati di partecipazione per tutti gli screening. Nello specifico lo screening per la neoplasia di mammella ha una popolazione bersaglio fra i 50 e i 69 anni di circa donne da invitare ogni 2 anni; l adesione sfiora il 60% (esclusi gli anni in cui motivi tecnici tendono a rallentare gli inviti). Lo screening per il tumore della cervice uterina ha una popolazione bersaglio di circa donne fra i 25 e i 64 anni con una cadenza di esecuzione del test di screening ogni 3 anni. Il test attualmente in uso è il pap-test, anche se è in corso uno switch verso l utilizzo del test per l HPV eseguito con tecniche di biologia molecolare. Infine lo screening dei tumori del colon-retto si avvale del test del SOF (Sangue occulto nelle feci) a cui segue, eventualmente, una pancolonscopia; la popolazione bersaglio è tra i 50 e i 69 anni con circa persone (fra uomini e donne). Anche questi due screening, pur soffrendo di qualche criticità in più, hanno comunque ottime performance. In assenza di un registro un altra informazione sull incidenza delle neoplasie sono state tratte dall analisi dell attività dell Unità Operativa di oncologia del Molise Il numero di pazienti valutati presso ogni UO sono stati, nel 2012, rispettivamente a Campobasso 395 su un bacino di popolazione di abitanti, 260 a Isernia su una popolazione di abitanti e a Termoli/Larino 330, a fronte di una popolazione di abitanti. Questi pazienti sono esclusivamente coloro i quali iniziano un percorso di diagnosi e cura presso le UO di oncologia. Da questo computo mancano quasi completamente i dati di pazienti con patologie neoplastiche come quelle del S.N.C, i tumori della pelle (basaliomi, carcinomi spinocellulari e melanomi in stadio precoce che vengono gestiti dai Pagina 47 di 125

48 dermatologi) i tumori della prostata non avanzati che vengono gestiti con terapie ormonali dagli urologi; i tumori dell età pediatrica. Resta sostanzialmente invariato, ed in linea con i dati italiani, il numero dei tumori più frequentemente osservati nelle UO di Oncologia nella regione Molise. Di seguito la tabella riporta il rango delle principali neoplasie maligne osservate nelle UO di Oncologia. Rango delle principali neoplasie registrate nelle UO di Oncologia del Molise per territorio- anno 2012 (dati interni ASReM) Rango Campobasso Mammella Colon-retto Polmone LNH Stomaco Pancreas Isernia Mammella Colon-retto Polmone Stomaco LNH SNC Larino/Termoli Mammella Colon-retto Polmone Melanoma Stomaco Prostata Estremamente interessante è il dato relativo ai pazienti affetti da patologie ematologiche seguiti presso l UOC di Campobasso nell ultimo triennio. Alcuni di questi sono stati trattati con chemioterapie aggressive per il condizionamento del midollo e preparati per essere successivamente trapiantati. I trattamenti trapiantologici attualmente non sono possibili nella nostra UO per la mancanza di una camera sterile a bassa carica microbica, la quale era già stata progettata, valutata e supportata da una associazione di volontariato, ancora oggi disposta e finanziare il progetto, ma che non è stata, a suo tempo, accettata dall ASReM. Ogni anno almeno 15 pazienti vengono preparati per un trapianto di midollo osseo e successivamente avviati ai centri di riferimento (generalmente l Ematologia di Pescara) dove, dopo essere sottoposti a procedura di aferesi, vengono successivamente trapiantati. Pazienti affetti da patologie oncologiche seguiti dall UO di Campobasso dal 2010 al 2012 (dati interni ASReM) Patologia LNH Mieloma multiplo Leucosi LLC LH Linfoadenomegalie LMC TOTALE Le malattie cronico degenerative Le malattie non infettive o cronico - degenerative rappresentano la parte prevalente della patologia esistente nella nostra popolazione, sia in termini di diffusione che di gravità. Il loro esito risulta essere spesso letale in tempi più o meno brevi e comunque sempre invalidante. Esse sono rappresentate da numerose malattie: Tumori; Malattie cardiovascolari; Broncopneumopatie croniche; Malattie dismetaboliche; Malattie mentali ecc. Questo gruppo di malattie riconosce nella sua genesi, fattori di rischio di tipo ambientale e comportamentale. Per essi valgono le indicazioni generali: incoraggiare gli interventi mirati alla modifica Pagina 48 di 125

49 dello stile di vita riguardo all'alimentazione ed all'attività fisica. Non ci si deve comunque attendere una sostanziale modifica a breve termine del trend di incidenza. Le malattie cronico degenerative sono il frutto della così detta transizione epidemiologica [Omran, 1971] che consiste nel passaggio dalla prevalenza delle patologie infettive, tipiche ancora della fase protoindustriale (TBC, colera, difterite, dissenteria, vaiolo, ecc.) alla prevalenza di patologie tipiche delle società industriali: le cosiddette patologie della modernità, legate sia al mutamento della struttura demografica della popolazione conseguente al suo forte invecchiamento, sia al peggioramento dell habitat ambientale e sociale, con forti effetti di stress sugli individui. Ciò detto appare evidente che l analisi delle patologie cronico degenerative non si può limitare al dato epidemiologico in senso stretto, ma deve riguardare anche gli aspetti socio-ambientali, sociali (come gli stili di vita) e, ovviamente, gli aspetti relativi alla prevenzione del rischio di insorgenza. Infatti, l arma di lotta più efficace disponibile nei confronti di queste patologie, per il momento di difficile guarigione, è rappresentata dalla prevenzione primaria agendo sulla: Rimuovere le cause; Eliminare i fattori di rischio; Proteggere dagli effetti dei fattori di rischio gli individui ed i gruppi di popolazione esposti.. La diagnosi precoce si realizza generalmente tramite screening della popolazione a rischio quando si ha disponibilità di un test accurato ad alta sensibilità e specificità per la malattia in stadio precoce, quando si ha disponibilità di un intervento sanitario ad efficacia riconosciuta scientificamente, quando, infine, sono soddisfatti i principi etici ed economici del sistema. In ogni caso, si delineano due attività epidemiologiche attualmente ritenute di estrema rilevanza: 1) la raccolta di dati e informazioni sulla frequenza e sull assistenza necessaria a queste malattie; 2) la valutazione degli esiti delle cure. In mancanza di registrazioni o di una raccolta sistematica di dati di morbosità, informazioni sulla frequenza delle malattie non infettive possono essere tratte dai dati di mortalità elaborati e pubblicati annualmente dall ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica); essi possono fornire indicazioni di una certa utilità sull andamento epidemiologico generale seppure con un ritardo che varia tra i tre ed i cinque anni. Necessità di un registro regionale L istituzione di un Registro delle Patologie Cronico Degenerative e per la Valutazione degli Esiti, alimentato da basi di dati informatizzati, risponde alle indicazioni contenute nel Piano Sanitario Nazionale e nel Piano Sanitario Regionale vigenti, esso costituisce uno strumento informativo utile sia per la ricerca, sia per la programmazione degli interventi preventivi, sia per il miglioramento dell assistenza ai malati. Ha il pregio della rapidità di risposta e della economicità gestionale, inoltre la standardizzazione delle procedure adottate ed il confronto con informazioni provenienti dai Registri Tumori, da Registri degli Eventi Cardiovascolari e Cerebrovascolari, da studi di Outcome e altre indagini ad hoc può consentire di misurare i margini di precisione e validità al fine di ottenere una qualità controllata delle informazioni prodotte. Una delle maggiori criticità della Regione Molise riguarda proprio la mancanza di sistemi di Registrazione sia per quanto riguarda le patologie cronico -degenretaive, sia per quanto riguarda la patologia tumorale. L attivazione dei suddetti registri costituisce una delle priorità che si è posta la Direzione Strategica Aziendale., infatti la diffusione più capillare dei registri darebbe un contributo essenziale alla comprensione di una malattia tra le più complesse, sia dal punto di vista delle cause, sia da quello della prevenzione e della cura. Pagina 49 di 125

50 I dati disponibili per il Molise Dalla rilevazione multiscopo annuale dell ISTAT emerge che la diffusione delle patologie cronico-degenerative costituisce un importante indicatore di salute, in particolare nei paesi che, come l Italia ed il Molise, sono caratterizzati da un elevato tasso di invecchiamento della popolazione. Molte di queste malattie non sono suscettibili di guarigione e, una volta insorte, condizionano in modo permanente la qualità della vita degli individui che ne sono affetti, compromettendo il loro livello di autonomia e accrescendo la necessità di assistenza e cura. Le malattie croniche più diffuse tra la popolazione, rilevate nell ambito di una lista di 24 patologie, sono: l artrosi/artrite (18,3%) l ipertensione arteriosa (13,6%), le malattie allergiche (10,7%) per le quali si osservano tassi molto elevati fin dall'infanzia; ne sono infatti, affetti almeno il 10,9% dei bambini e l 8,2% delle bambine fino a 14 anni. Le malattie croniche con netta prevalenza femminile sono: l artrosi/artrite (21,8% contro 14,6%), l osteoporosi (9,2% contro l 1,1%) e la cefalea (10,5% contro il 4,7%). Uno svantaggio maggiore per gli uomini si osserva invece per la bronchite cronica/enfisema (4,8% contro 4,2%) e per l infarto (2,4% contro 1,1%). Per quanto riguarda la bronchite cronica/enfisema, lo svantaggio maschile è soprattutto nelle età anziane: nella classe di età anni ne soffrono l 11,8% contro l 8,6% fra le donne e la differenza aumenta tra gli ultraottantenni. Per l infarto invece le differenze tendono a diminuire dopo i 65 anni. La quota di persone che vive in famiglia colpite da Alzheimer-demenze senili è pari allo 0,5% della popolazione, più alta tra le donne (0,6%) di quanto non avvenga tra gli uomini (0,3%). Quasi per tutte le malattie croniche si osserva un incremento all avanzare dell età. Fanno eccezione alcune patologie quali la cefalea o l emicrania ricorrente, e soprattutto le malattie allergiche che sono più diffuse nelle età giovanili. Rispetto a quanto rilevato nell indagine del , si osserva, soprattutto per la popolazione ultra sessantacinquenne, un incremento per alcune malattie croniche. Tra gli anziani la percentuale passa dal 12,5% al 14,5% per il diabete, dal 36,5% al 40,5%, per l ipertensione arteriosa, dal 4% al 6,3% per l infarto del miocardio, dal 52,5% al 56,4% per l artrosi-artrite e dal 17,5% al 18,8% per l osteoporosi. Sempre tra gli ultrasessantacinquenni è in flessione invece la percentuale di chi dichiara angina pectoris (3,4% contro 2,5%) e altre malattie del cuore (12,5% contro 11,3%). Per tutta la popolazione rimane invece stabile la quota colpita da tumore maligno (1%), mentre aumenta negli ultimi 5 anni la percentuale di quanti dichiarano di esserne stati affetti in passato (da 0,4% all 1,2%). Diminuisce per tutta la popolazione la prevalenza dell ulcera (dal 3,0% al 2,3%) soprattutto nella popolazione anziana (dal 7,3% al 5,3%). Sono il 13% le persone con malattie croniche gravi. Per individuare il segmento di popolazione in peggiori condizioni di salute sono stati costruiti due indicatori: persone affette da almeno una malattia cronica grave e persone con tre o più malattie croniche. Il primo indicatore è stato definito aggregando nella categoria gravi nove gruppi di patologie selezionate in base all ipotesi che la presenza di queste patologie implichi cattive condizioni di salute e un elevato livello di limitazioni. Le malattie croniche gravi individuate sono: diabete; infarto del miocardio; angina pectoris; altre malattie del cuore; ictus, emorragia cerebrale; bronchite cronica, enfisema; cirrosi epatica; tumore maligno (inclusi linfoma/leucemia); parkinsonismo; Alzheimer, demenze senili. Il secondo indicatore, si riferisce invece indistintamente a tutte le patologie ed è costruito nell'ipotesi che la multicronicità sia associata a condizioni di salute difficili e limitanti e ad un peggioramento della qualità della vita. Complessivamente il 13,1% delle persone dichiara di soffrire di almeno una malattia grave e il 13,8% di tre o più patologie croniche. Le donne presentano, per tutte le classi di età, tassi di multicronicità Pagina 50 di 125

51 significativamente più alti (17,2% contro 10,3% per gli uomini) ma nell età anziana sono meno colpite degli uomini da patologie croniche gravi (38,9% contro 45,5%) (Grafico 1). La disabilità Le persone con disabilità sono 2 milioni e 600 mila nel 2005 (ISTAT) La presenza di disabilità può condizionare in modo rilevante la qualità della vita, limitando in misura più o meno grave l autonomia della persona. È un fenomeno prevalentemente diffuso tra i molto anziani, età in cui le patologie cronicodegerative di tipo invalidante si cumulano al normale processo di invecchiamento dell individuo. Una persona è definita disabile se presenta gravi difficoltà in almeno una delle seguenti dimensioni: confinamento a letto, su una sedia o in casa; difficoltà di movimento, difficoltà nelle funzioni quotidiane, difficoltà nella comunicazione (vista, udito e parola). Nel rilevare il fenomeno della disabilità l Istat ha fatto sempre riferimento al questionario predisposto negli anni 80 da un gruppo di lavoro dell OCSE sulla base della classificazione OMS (ICIDH - International Classification of Impairment, Desease, Disability and Handicap -1980). Sebbene siano noti i limiti di tale strumento, non è a tutt oggi disponibile una operazionalizzazione della nuova classificazione ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health), approvata dall OMS nel 2001 e condivisa a livello internazionale. Cfr. Nota metodologica. Il tasso è stato standardizzato per classi età quinquennali con la popolazione del Censimento La procedura consente di tenere sotto controllo l effetto della diversa struttura per età della popolazione negli anni 1994, e Dai risultati dell indagine, che rappresenta la principale fonte per stimare il fenomeno della disabilità in Italia, si calcola siano oltre 2 milioni e 600 mila le persone con disabilità, di cui 2 milioni tra gli anziani. Tale stima non include le persone istituzionalizzate, in quanto l universo di riferimento dell indagine campionaria sono le persone residenti in famiglia in Italia. Non sono inoltre incluse le persone disabili minori di 6 anni, e occorre evidenziare che lo strumento di rilevazione utilizzato, essendo stato costruito per studiare le limitazioni fisiche sul funzionamento della persona, ha il limite di sottostimare le persone con disabilità di tipo mentale. La disabilità è un problema che coinvolge soprattutto gli anziani, infatti, quasi la metà delle persone con disabilità, un milione e 200 mila, ha più di ottanta anni. Persone con disabilità di 6 anni e più che vivono in famiglia per classe di età, sesso e tipologia di disabilità Anni (tassi per 100 persone con le stesse caratteristiche) e più Totale Maschi Difficoltà in vista, udito e parola Difficoltà nel movimento Disabilità nelle funzioni Due difficoltà Tre difficoltà Difficoltà in vista, udito e parola Difficoltà nel movimento Disabilità nelle funzioni Due difficoltà Tre difficoltà Difficoltà in vista, udito e parola Difficoltà nel movimento Disabilità nelle funzioni Due difficoltà 0,17 0,21 0,15 0,14 1,02 0,10 0,22 0,07 0,04 0,08 Femmine 0,10 0,20 0,07 0,22 0,06 0,24 0,17 0,08 0,38 0,09 0,19 0,55 0,15 0,43 0,04 0,49 0,69 0,20 0,67 0,16 0,45 1,09 0,51 1,79 0,44 0,82 1,98 1,04 3,37 0,45 1,18 3,41 1,74 5,91 1,16 2,72 8,27 5,52 13,72 5,61 0,39 0,83 0,52 1,23 0,35 0,15 0,05 0,08 0,12 1,21 0,11 0,15 0,26 0,04 0,04 Totale 0,10 0,14 0,07 0,14 0,11 0,26 0,21 0,08 0,28 0,04 0,25 0,44 0,08 0,47 0,04 0,25 1,11 0,30 0,91 0,14 0,30 3,25 0,61 1,96 0,35 1,29 4,24 1,19 3,74 0,95 1,50 6,78 2,48 8,19 1,86 1,48 10,35 6,77 22,75 7,52 0,40 1,70 0,85 2,47 0,70 0,16 0,12 1,11 0,19 0,10 0,17 0,07 0,18 0,25 0,19 0,08 0,33 0,22 0,50 0,11 0,45 0,37 0,90 0,25 0,79 0,37 2,24 0,56 1,88 1,08 3,22 1,12 3,57 1,37 5,39 2,18 7,25 1,90 9,65 6,35 19,71 0,40 1,28 0,69 1,87 0,13 0,13 0,11 0,16 Pagina 51 di 125

52 Tre difficoltà 0,04 0,06 0,08 0,06 0,04 0,15 0,39 0,73 1,57 6,87 0,53 Fonte dati: Istat, Indagine multiscopo "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari - Anni La stima si basa su un criterio molto restrittivo di disabilità, quello secondo cui vengono considerate persone con disabilità le persone che nel corso dell intervista hanno riferito una totale mancanza di autonomia per almeno una funzione essenziale della vita quotidiana. Se consideriamo in generale le persone che hanno manifestato una apprezzabile difficoltà nello svolgimento di queste funzioni la stima allora sale al 13% della popolazione di 6 anni e più che vive in famiglia, dato vicino a quello dei principali paesi industrializzati. Sfuggono tuttavia le persone che, soffrendo di una qualche forma di disabilità non fisica ma mentale, sono in grado di svolgere tali attività essenziali. Per quanto riguarda la stima delle persone con disabilità che vivono in residenze e non in famiglia, i primi risultati provvisori della rilevazione sui presidi socio-assistenziali indica la presenza di circa persone con disabilità o anziani non autosufficienti ospiti nei presidi socio-assistenziali. Considerando quindi le persone con disabilità in famiglia e le persone con disabilità nei presidi si giunge ad una stima complessiva di circa 2 milioni 800 mila persone con disabilità. E bene chiarire ancora che si tratta di stime, che presumibilmente distorcono verso il basso il reale numero di persone con disabilità in Italia. Poiché, infatti, le persone con disabilità in famiglia vengono rilevati tramite indagine campionaria col metodo dell intervista (direttamente al disabile o a un suo familiare), non si può escludere che vi sia una sottostima, dipendente dal tipo di disabilità, dovuta alla mancata dichiarazione della presenza di persone con disabilità in famiglia. Analizzando i dati nel dettaglio, si evidenzia come la presenza di disabilità sia correlata all età: tra le persone di 65 anni o più la quota di popolazione con disabilità è del 19,3%, e raggiunge il 47,7% (38,7% per gli uomini e 52% per le donne) tra le persone di 80 anni e più. I tassi di disabilità evidenziano una differenza di genere a svantaggio di quello femminile: le donne rappresentano infatti il 66% delle persone disabili e gli uomini solo il 34%, e in rapporto al totale della popolazione le donne hanno un tasso di disabilità del 6,2% mentre gli uomini del 3,4%. Tale fenomeno è determinato in buona parte dall evoluzione demografica, che ha causato un forte invecchiamento della popolazione, caratterizzato da una crescita della speranza di vita alla nascita per tutta la popolazione, ma in misura maggiore per le donne. Nell analisi della distribuzione territoriale emerge un differenziale tra l Italia settentrionale e quella meridionale ed insulare. In particolare si osserva un tasso di disabilità del 5.7% nell Italia insulare e del 5,2% nell Italia Meridionale, mentre tale tasso scende al 4,4% nell Italia Nord-Orientale e al 4,3% nell Italia Nord-Occidentale e si attesta al 5.5% per il Molise. Dall indagine è anche possibile identificare 4 tipologie di disabilità: 1. confinamento individuale (costrizione a letto, su una sedia non a rotelle o in casa); 2. disabilità nelle funzioni (difficoltà nel vestirsi, nel lavarsi, nel fare il bagno, nel mangiare); 3. disabilità nel movimento (difficoltà nel camminare, nel salire le scale, nel chinarsi, nel coricarsi, nel sedersi); 4. disabilità sensoriali (difficoltà a sentire, vedere o parlare). Pagina 52 di 125

53 Persone di 6 anni e più disabili per tipo di disabilità, regione, ripartizione geografica. Anni (per persone della stessa zona) Tipo di Disabilità Disabilità nelle Difficoltà nel funzioni movimento 30,7 24,6 18,4 22,1 22,1 17,7 19,8 16,1 Piemonte Valle d'aosta Lombardia Trentino-Alto Adige 48,1 39,4 40,2 35 Confinamento individuale 22,6 17,5 19,8 14,3 Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria 39,8 42,3 47,3 16,9 20,3 22,4 21,9 22,7 28,3 18,4 19,1 23 9, ,8 Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche 50, ,6 21,1 20,6 25,6 30,4 35,7 34, , ,4 21,9 14,4 9,9 14,5 16,3 Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia 41,6 54,1 55,1 45,8 53,9 16, ,1 18,6 26,3 22,6 35,2 32,5 27, ,5 24,9 31,5 20,2 23,2 10,9 14,3 15,5 9,6 11,7 Basilicata Calabria Sicilia 54,8 62,8 62,8 22,8 23,1 29,1 32,8 36,8 37,7 24,4 33,7 31,3 14,5 13,3 12,8 Regioni Sardegna Italia Disabili Difficoltà vista udito e parola 8,7 8 8,6 9, ,6 34,4 22,2 13,6 48,5 21,4 28,8 22,3 11,1 Fonte dati: Istat, Indagine multiscopo "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari - Anni Percentuale di disabili per tipologia di disabilità in Molise - stima basata su dati ISTAT anno 2000 per persone di 6 anni e più Fonte dati ISTAT 2000 Difficoltà vista udito e parola; 15,5 Difficoltà nel movimento; 31,5 Confinamento individuale; 23,1 Disabilità nelle funzioni; 32,5 Considerando i diversi livelli di disabilità, quello più grave è rappresentato dal confinamento, che implica la costrizione permanente in un letto, o su una sedia, con livelli di autonomia nel movimento pressoché nulli, nonché il confinamento in casa per impedimento fisico o psichico. Risulta confinato il 2,1% della popolazione di 6 anni e più e tra le persone di 80 anni e più la quota raggiunge circa il 25% (19% maschi e 28% femmine). Pagina 53 di 125

54 In merito alle altre tipologie di disabilità, si rileva che il 2,2% delle persone di 6 anni e più presenta disabilità nel movimento, con quote significative dopo i 75 anni: nelle persone di 80 anni e più il tasso raggiunge il 22,5% (con uno scarto di circa 7 punti percentuali tra maschi e femmine, a svantaggio di queste ultime: 17,6% per i maschi contro 24,8% per le femmine). Circa il 3% della popolazione di 6 anni e più presenta invece difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane, cioè ha difficoltà ad espletare le principali attività di cura della propria persona (quali il vestirsi o spogliarsi; il lavarsi mani, viso, o il corpo; tagliare e mangiare il cibo, ecc.). Le persone che presentano questo tipo di limitazione e che quindi necessitano dell aiuto di qualcuno per far fronte a queste elementari esigenze è tra i 75 ed i 79 anni circa il 12% mentre sale al 35.34% in quelle di 80 e più anni.. Le difficoltà nella sfera della comunicazione, quali l incapacità di vedere, sentire o parlare, coinvolgono circa l 1% della popolazione di 6 anni e più e sale al 12,89% in quelle di 80 e più anni. Ben il 33% delle persone con disabilità è portatore di almeno due disabilità contemporaneamente fra disabilità nelle funzioni, disabilità nel movimento e disabilità sensoriali, per cui la somma dei disabili secondo il tipo di disabilità è superiore al numero complessivo di disabili. Di questi il 33% è rappresentato dal sesso maschile e il restante 67% da quello femminile. Questa differenza è ancora spiegata in gran parte dalla differente distribuzione della popolazione maschile e femminile per età: più dell 80% delle persone con più tipologie di disabilità ha infatti un età superiore ai 65 anni. Ipotizzando un trend costante nel tempo dell andamento della prevalenza di disabilità nella popolazione di 6 anni e più, e che i tassi rilevati per la Regione Molise siano applicabili ai dati di popolazione, che come abbiamo visto nell analisi demografica, hanno un andamento molto simile a quello nazionale, si stima che nel Molise il numero di disabili, diviso per tipologia di invalidità, sia il seguente: Stima del numero di disabili per TIPO di disabilità in soggetti di 6 e più anni nella Regione Molise (stima elaborata su dati ISTAT 2000) Anno Confinamento individuale Difficoltà nel movimento Difficoltà nelle funzioni Difficoltà vista udito, parola Totale , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,51 Stime elaborate su base dati ISTAT anno 2000 Dal momento che ben il 33% delle persone con disabilità è portatore di almeno due disabilità contemporaneamente fra disabilità nelle funzioni, disabilità nel movimento e disabilità sensoriali, la somma dei disabili secondo il tipo di disabilità è superiore al numero complessivo di disabili. Dall analisi dei dati, nel prossimo decennio il numero dei disabili nella Regione Molise si attesterà tra il 5,8 e il 6,3% della popolazione totale, con una numerosità di circa 31mila disabili per anno. La classe di disabilità più numerosa sarà rappresentata dai disabili con difficoltà nel movimento e nelle funzioni (9 mila e 500 unità), seguita dai disabili con problemi di confinamento ( 7 mila unità), mentre a distanza ritroviamo le disabilità sensoriali ( 4 mila e 600 unità). Pagina 54 di 125

55 Tuttavia, se si analizza la popolazione disabile per le fasce d età, emerge che i disabili di 80 anni e più aumenteranno progressivamente negli anni passando dal 40.00% del 2000 al 68.57% del 2015, con un incremento percentuale di circa 30 punti, di cui si dovrà tenere conto soprattutto nella programmazione delle cure domiciliari, trattandosi infatti di pazienti fragili e spesso con più di una disabilità. Stima della disabilità per fasce di età in Molise per gli anni (elaborazione su dati ISTAT 200) Pe rcen tuale % Disabili up ,37 44,72 46,91 48,76 50,39 52,36 54,6 56,88 58,53 60,26 62,83 64,51 65,64 67,28 68,57 % Disabili > 6 anni e < 80 anni 60 57,63 55,28 53,09 51,24 49,61 47,64 45,4 43,12 41,47 39,74 37,17 35,49 34,36 32,72 31,43 Anno % Disabili up80 % Disabili > 6 anni e < 80 anni Pagina 55 di 125

56 I fattori di rischio I dati dell Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) parlano chiaro: dei 58 milioni totali di decessi registrati nel 2005, circa 35 (pari al 60%) sono attribuibili a malattie croniche, principale causa di morte fra gli adulti in quasi tutti i Paesi. Si prevede che nei prossimi dieci anni questa cifra aumenterà del 17%. Nello stesso tempo cresce a livello mondiale l incidenza di malattie croniche quali sovrappeso, obesità infantile e diabete di tipo 2. È una situazione preoccupante, non solo per la salute pubblica ma anche dal punto di vista sociale ed economico: l impatto di queste malattie si traduce infatti, sostanzialmente, in una condizione di convivenza con patologie che non guariscono e che, quando non provocano mortalità prematura, condizionano fortemente un ampio tratto, e non solo la fase finale, della vita di molti individui, e quindi esigono una risposta adeguata dai sistemi sanitari e dalla società. I principali fattori di rischio per queste malattie sono noti e, per di più, modificabili con strumenti di prevenzione e di controllo la cui efficacia è anch essa in gran parte conosciuta e sperimentata. La vera sfida, quella che oggi l Italia e molti altri Paesi stanno giocando, è far convergere questi strumenti in politiche globali che, con l obiettivo di ridurre l impatto delle malattie croniche portando a livelli accettabili qualità e aspettative di vita, agiscano trasversalmente sui diversi fattori di rischio e sulle condizioni sociali e ambientali che li generano e/o li favoriscono. Gaining health, la strategia dell OMS contro le malattie croniche, è la madre di queste politiche. Approvata nel settembre 2006 a Copenaghen dal Comitato Regionale per l Europa, essa fornisce una cornice entro la quale possono collocarsi tutti gli interventi che fanno propri alcuni principi chiave dell azione: 1. la prevenzione è un arma efficace contro le malattie croniche e un investimento per la salute; 2. i Governi devono impegnarsi a creare le condizioni che rendono facili e preferibili le scelte salutari, tenendo conto che i comportamenti nocivi (es. fumo, sedentarietà, dieta scorretta, abuso di alcol) favoriscono l insorgenza di malattie che pesano sui sistemi sanitario e sociale, ma i cui determinanti si trovano spesso al di fuori di questi ultimi; 3. le persone devono essere messe al centro dell agire essere stimolate, affinché ognuno possa diventare un partner attivo e consapevole della promozione della salute; 4. il diritto alla salute è universale e l obiettivo, imprescindibile, dell equità si raggiunge rendendo a tutti possibile l accesso alla prevenzione e all assistenza. Parlando di malattie cronico degenerative i maggiori fattori di rischio che NON si possono modificare sono l ereditarietà, il Sesso e l Età. I maggiori fattori di rischio che possono essere cambiati o controllati sono il fumo, l ipercolesterolemia, l ipertensione arteriosa e lo Stress. In particolare le malattie cardiovascolari comprendono un ventaglio di patologie gravi e diffuse (le più frequenti sono infarto miocardico e ictus cerebrale), che rappresentano la prima causa di morte nel mondo occidentale. In Italia provocano oltre il 40% di tutti i decessi e hanno anche un notevole impatto in termini di disabilità, risultando responsabili di circa un sesto dei Dalys (Disability Adjusted Life Years), indicatore che misura il carico complessivo di malattia nella popolazione. I fattori di rischio modificabili per le malattie cardiovascolari sono numerosi: ipertensione arteriosa, fumo di tabacco, ipercolesterolemia, diabete, sovrappeso/obesità, sedentarietà, dieta. Riguardo all'alimentazione va sottolineato che diverse sue componenti influiscono sul rischio cardiovascolare (in modo positivo: consumo di frutta, verdura e pesce; in modo negativo: eccessivo contenuto di sale, grassi saturi, idrogenati, ecc). Oltre agli stili di vita, rivestono un ruolo rilevante nella genesi delle malattie cardiovascolari altri fattori come depressione, basso livello socioeconomico, condizioni di stress cronico legate a marginalità e isolamento sociale. Pagina 56 di 125

57 Il sistema di sorveglianza PASSI monitora molti di questi fattori, nonché le pratiche adottate per contrastarli, consentendo di valutare le associazioni tra le diverse condizioni. In questa sezione viene descritta la situazione relativa a ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia e diabete, nonché all utilizzo da parte dei medici della carta e del punteggio individuale per calcolare il rischio cardiovascolare dei propri assistiti. Viene infine presentato in forma sintetica il quadro complessivo dei dati sui fattori di rischio rilevati da PASSI. Il fumo - L attitudine al fumo Dai dati del sistema di sorveglianza PASSI 2011, per quel che riguarda l abitudine al fumo di sigaretta, in Molise il 28% degli adulti tra i 18 e i 69 anni fuma sigarette. Il 17% è invece è un ex fumatore, ma solo il 55% non ha mai fumato1. In Molise, nel 2011 la percentuale di fumatori è leggermente inferiore rispetto a quella nel pool di Asl Passi (29%). Abitudine al fumo Regione Molise Pool ASL 2011 L abitudine al fumo è più diffusa negli uomini che nelle donne (rispettivamente 32% e 24%), nei 18-24enni (31%) e nei 35-49enni (30%), nelle persone con una scolarità media-inferiore (40%) e in quelle con molte difficoltà economiche riferite (44%). Analizzando assieme tutte queste caratteristiche con un modello logistico, si confermano come significative le associazioni tra l abitudine al fumo e l età, il sesso, l istruzione e le difficoltà economiche. Il numero di sigarette fumate in media al giorno è pari a 14. Tra i fumatori, il 9% è un forte fumatore (più di un pacchetto di sigarette al giorno). prevalenza di fumatori in Molise per categorie (sesso, età, istruzione, situazione economica e cittadinanza), sigarette medie e percentuali di forti fumatori (PASSI 2011 Molise) Prevalenza di fumatori - Regione Molise nei due sessi nelle classi di età nei diversi livelli di istruzione nelle diverse situazioni economiche cittadinanza Uomini Donne anni anni anni anni Nessuna/elementare Media inferiore Media superiore Laurea Molte difficoltà Qualche difficoltà Nessuna difficoltà Italiana Straniera Quanto si fuma - Regione Molise Sigarette fumate in media al giorno Fumatori che fumano 20 o più sigarette al giorno 32% 24% 31% 29% 30% 24% 37% 40% 25% 21% 44% 21% 26% 28% --% 14 9% 1 Il fumatore è una persona che ha fumato più di 100 sigarette nella sua vita e che fuma tuttora o che ha smesso di fumare da meno di sei mesi (fumatore in astensione, pari all 1%); ex fumatore è il soggetto che, attualmente, non fuma e che ha smesso da oltre 6 mesi; il non fumatore è il soggetto che dichiara di non aver mai fumato o di aver fumato meno di 100 sigarette nella sua vita e che attualmente non fuma. Pagina 57 di 125

58 Per quanto riguarda l atteggiamento degli operatori sanitari, tra gli intervistati che negli ultimi 12 mesi hanno avuto un contatto con un operatore sanitario, al 36% è stato chiesto se fumano e tra i fumatori al 62% ha ricevuto il consiglio di smettere. Nella maggior parte dei casi il consiglio è stato dato a scopo preventivo (30%). Coerentemente per la propensione a smettere di fumare, la ricerca riporta che tra chi fumava nei 12 mesi precedenti l intervista, il 43% ha tentato di smettere e di questi, l 86% ha fallito (fumava al momento dell intervista), il 9% stava ancora tentando di smettere (non fumava al momento dell intervista, ma aveva smesso da meno di 6 mesi), mentre il 5% è riuscito a smettere (non fumava al momento dell intervista e aveva smesso da oltre 6 mesi e meno di un anno). Tra le persone che hanno tentato di smettere di fumare nell ultimo anno, indipendentemente dall esito del tentativo, il 96% l ha fatto da solo. Esito del tentativo di smettere di fumare nei 12 mesi precedenti l intervista fumatori che hanno tentato di smettere di fumare dato Regione Molise e Pool ASL 2011 Dai dati 2010 dello studio Health Behavior in School-aged Children (HSBC) si desume che il numero di fumatori tende a crescere all aumentare dell età dei ragazzi ed è maggiore nel genere maschile. Nella fascia di età dei quindicenni, i valori regionali, per entrambi i generi, sono superiori a quelli nazionale (femmine 26% vs 20%; maschi 29% vs 19%) ed il Molise si colloca tra le regioni a più largo consumo di tabacco. In particolare, la propensione al fumo dei ragazzi Molisani è particolarmente elevata nella fascia dei 15enni con un tasso del 57% di ragazzi che hanno provato il fumo di sigaretta a fronte di una media nazionale del 19%, similarmente per le ragazze che si attestano al 56% a fronte di una media nazionale del 49%. Il fumo di tabacco costituisce uno dei principali fattori di rischio per l insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, soprattutto a carico dell apparato respiratorio e cardiovascolare. Rappresenta inoltre il maggior fattore di rischio evitabile di morte precoce, a cui gli esperti attribuiscono circa il 12% degli anni di vita in buona salute persi a causa di morte precoce e disabilità (DALY). Dall indagine PASSI d Argento 2010 si registra che in Molise gli ultra 64enni che hanno riferito di fumare sono il 6%. Il 31% ha detto di aver fumato almeno cento sigarette, ma di aver smesso e il 63% di non avere mai fumato. Pagina 58 di 125

59 Abitudine al fumo (%) - Indagine PASSI d Argento - Molise aprile - giugno (n =286 ) * Fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella sua vita e di fumare al momento ** Ex fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella sua vita e di non fumare al momento *** Non fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato meno di 100 sigarette nella sua vita e non fuma al momento Riferendo la nostra osservazione alla popolazione Molisana, gli ultra 64enni che hanno riferito di fumare sono il 6%. Tra questi il 76% ha riferito di aver ricevuto il consiglio di smettere di fumare da parte di un medico o di un operatore sanitario. L abitudine al fumo è risultata più alta nella classe d età anni (9% contro 4% degli oltre 75 anni), quindi negli uomini (il 12% contro il 2% delle donne ) e nei soggetti che hanno molte difficoltà economiche (il 10% contro il 6% di quelli che non hanno nessuna difficoltà economica). I fumatori rappresentano il 4% degli ultra 64enni in buona salute e a basso rischio di malattia, il 10% di quelli in buona salute ma a rischio di malattia, il 10% delle persone con segni di fragilità e nessuno in quelle persone con disabilità. L ipercolesterolemia L ipercolesterolemia, come l ipertensione, rappresenta uno dei principali fattori di rischio per le cardiopatie ischemiche e le malattie cerebrovascolari sul quale è possibile intervenire con efficacia. L eccesso di rischio dovuto all ipercolesterolemia aumenta in presenza di altri fattori di rischio, quali ad esempio fumo e ipertensione. In Molise, l 88% degli intervistati ha riferito di aver effettuato almeno una volta nella vita la misurazione della colesterolemia: il 61% nel corso dell ultimo anno, il 16% tra 1 e 2 anni precedenti l intervista, il 11% da oltre 2 anni. Il 12% non ricorda o non ha mai effettuato la misurazione della colesterolemia. La misurazione del colesterolo varia con il crescere dell età (dal 78% della fascia anni al 93% di quella anni). Analizzando, separatamente per genere, attraverso un analisi multivariata, tutte queste caratteristiche insieme, le variabili che rimangono associate in maniera statisticamente significativa alla sedentarietà sono per gli uomini, l età giovane e non avere difficoltà economiche; per le donne rimane significativo anche il livello di istruzione medio-alto. Si stima che una riduzione del 10% della colesterolemia totale possa ridurre la probabilità di morire di una malattia cardiovascolare del 20% e che un abbassamento del 25% dimezzi il rischio di infarto miocardio. E possibile intervenire per ridurre la colesterolemia attraverso un alimentazione a basso contenuto di grassi di origine animale, povera di sodio e ricca di fibre (verdura, frutta, legumi). Propensione alla misurazione della ipercolesterolemia. A livello nazionale, considerando solo le ASL che hanno partecipato alla rilevazione continuativamente dal 2008 al 2011 (pool omogeneo nazionale) non si osservano variazioni dell indicatore negli anni. Nel Pool di ASL PASSI la percentuale di persone che hanno misurato la colesterolemia almeno una volta nella vita è dell 80%. Si osservano differenze statisticamente significative nel confronto tra le Regioni. Il range varia dal 68% della P.A. di Bolzano all 88% Pagina 59 di 125

60 del Molise. Considerando il periodo dal 2008 al 2011 (pool omogeneo regionale) si può osservare come l indicatore sia in lieve aumento. Passando al tasso di ipercolesterolemia, in Molise il 25% degli intervistati (ai quali è stato misurato il colesterolo) ha riferito di aver avuto diagnosi di ipercolesterolemia. In particolare l ipercolesterolemia riferita risulta una condizione più diffusa nelle classi d età più avanzate, nelle persone con basso livello di istruzione e nelle persone con difficoltà economiche. Persone con diagnosi riferita di ipercolesterolemia - Prevalenze per caratteristiche socio-demografiche Regione Molise In Molise il 26% delle persone con elevati livelli di colesterolo nel sangue ha riferito di essere in trattamento farmacologico. Indipendentemente dall assunzione di farmaci, le persone con ipercolesterolemia hanno riferito di aver ricevuto da parte dal medico i consigli riportati nel grafico seguente: Trattamenti consigliati dal medico Regione Molise PASSI (n=277) Nel periodo nel pool di ASL PASSI, la percentuale di persone con colesterolo alto in trattamento è risultata del 29%. Si stima che in Molise, nella fascia d età anni, circa una persona su quattro abbia valori elevati di colesterolemia, fino a salire a oltre una persona su tre sopra ai 50 anni. In conclusione, l identificazione precoce delle persone con ipercolesterolemia grazie a controlli regolari (specie sopra ai 40 anni) costituisce un intervento efficace di prevenzione individuale e di comunità: circa una persona su otto non è mai stata sottoposta alla misurazione del livello di colesterolo nel sangue. Un ruolo determinante per individuare precocemente e trattare adeguatamente i soggetti ipercolesterolemici può essere svolto dai Medici di Medicina Generale. Pagina 60 di 125

61 Tra le persone con diagnosi di ipercolesterolemia circa una su quattro ha riferito di effettuare una terapia farmacologia; questa non deve comunque essere considerata sostitutiva dell adozione di stili di vita corretti: in molti casi i valori di colesterolo nel sangue possono essere controllati semplicemente svolgendo attività fisica regolare e/o seguendo una dieta appropriata. Ad una proporzione di persone con ipercolesterolemia stimata tra il l 81 e 87% è stato consigliato da un medico di adottare misure dietetiche e comportamentali; variabilità rilevata relativa ai consigli suggerisce l opportunità di ricorrere ad un approccio di consiglio maggiormente strutturato. L ipertensione arteriosa L ipertensione arteriosa è uno dei principali fattori di rischio di malattie gravi e invalidanti come ictus, infarto del miocardio, scompenso cardiaco, insufficienza renale. L ipertensione è associata a fattori modificabili, come il contenuto di sale della dieta, l obesità e l inattività fisica. La sua insorgenza è pertanto prevenibile con interventi a livello individuale e di popolazione. In ogni caso è importante diagnosticare precocemente l'ipertensione mediante controlli medici e contrastarne gli effetti con il trattamento farmacologico e appropriate modifiche degli stili di vita. Dai dati dell indagine PASSI 2011 si vede che in Molise, l 86% degli intervistati ha riferito almeno una misurazione della pressione arteriosa negli ultimi 2 anni, il 7% più di 2 anni fa ed il restante 7% non l ha mai controllata o non ricorda a quando risale l ultima misurazione. In particolare la misurazione della pressione negli ultimi 2 anni è più diffusa nelle fasce d età più avanzate, nelle persone con livello istruzione molto basso, nelle donne. Nel pool PASSI , la percentuale di persone che riferiscono una diagnosi di ipertensione è pari al 21%. In Molise, il 22% degli intervistati ai quali è stata misurata la pressione arteriosa negli ultimi due anni ha riferito di aver avuto diagnosi di ipertensione. In particolare l ipertensione riferita risulta più diffusa al crescere dell età (42% nella fascia anni), nelle persone con livello istruzione molto basso, nelle persone con difficoltà economiche, nelle persone con eccesso ponderale. Persone con diagnosi riferita di ipertensione arteriosa Prevalenze per caratteristiche sociodemografiche Regione Molise Di queste, In Molise il 75% degli ipertesi ha riferito di essere trattato con farmaci antipertensivi. Nelle ASL partecipanti al sistema PASSI a livello nazionale, la percentuale di ipertesi in trattamento farmacologico è pari al 76%. Indipendentemente dall assunzione dei farmaci, gli ipertesi hanno dichiarato di aver ricevuto Pagina 61 di 125

62 dal medico il consiglio di ridurre il consumo di sale (91%), ridurre o mantenere il peso corporeo (81%) oppure di svolgere regolare attività fisica (82%). Trattamenti consigliati dal medico - Regione Molise PASSI (n=257) In conclusione, si stima che in Molise, nella fascia d età anni, una persona su cinque sia ipertesa; questa proporzione aumenta fino al 42% nelle persone al di sopra dei 50 anni. L identificazione precoce delle persone ipertese, grazie a controlli regolari dei valori della pressione arteriosa (specie sopra ai 35 anni), costituisce un intervento efficace di prevenzione individuale e di comunità. Le linee guida internazionali raccomandano la misurazione della pressione arteriosa al di sopra dei 18 anni con periodicità non superiore a due anni nei soggetti normotesi e ad un anno in quelli con valori borderline (pressione sistolica di mmhg e/o diastolica di 80-90). In Molise si stima che circa una persona su sette non sia stata sottoposta a misurazione della pressione arteriosa negli ultimi due anni. Il 7% ha misurato la PA più di 2 anni fa e un ulteriore 7% non l ha mai misurata. Un ruolo determinante per individuare precocemente e trattare adeguatamente i soggetti ipertesi può essere svolto dai Medici di Medicina Generale. L attenzione al consumo di sale, la perdita di peso nelle persone con eccesso ponderale e l attività fisica costante rappresentano misure efficaci per ridurre i valori pressori, indipendentemente dalla necessità anche di un trattamento farmacologico. Il consiglio di adottare misure comportamentali e dietetiche per ridurre la pressione negli ipertesi viene fornito a circa tre ipertesi su quattro. Pagina 62 di 125

63 Il diabete L importante peso clinico e sociale della malattia diabetica si traduce in un altrettanto notevole impatto economico. Il paziente con diabete incide sui costi del SSN in misura doppia rispetto alla media nazionale, soprattutto per i ricoveri e le procedure legate alle complicanze croniche. Dato pari a 1 l esborso economico di un diabetico senza complicanze, il costo quadruplica in presenza di una complicanza, diventa pari a 9 in presenza di tre complicanze e raggiunge il valore di 20 con quattro complicanze. Relazione tra rischio di contrarre malattie cardiovascolari e tipo di diabete E evidente la necessità non solo etica, ma anche economica, oltre la prevenzione, di una diagnosi precoce e di un controllo stretto della malattia per evitare e/o ritardare l insorgere di complicanze. Le proiezioni dei dati epidemiologici pongono il diabete fra le grandi emergenze sanitarie dei prossimi anni. In assenza di iniziative volte a ottimizzare l assistenza ai cittadini con diabete, le risorse disponibili, umane ed economiche, potrebbero non essere, nel brevissimo periodo, più sufficienti a garantire le cure adeguate. Andamento della prevalenza del diabete in Italia ( ) (dati ARNO Diabete 2011) Pagina 63 di 125

64 Prevalenza del diabete nelle regioni italiane (dati ARNO Diabete 2011) Prevalenza del diabete per caratteristiche socio-demografiche Dati PASSI Pool di ASL Pagina 64 di 125

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