ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA REGIONE SICILIA

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1 IL PRESIDENTE Dr. Paolo Bozzaro Palermo OGGETTO: Osservazioni e integrazioni alla Bozza del Piano Sanitario Regionale Alla cortese attenzione Dr.ssa Maria Grazia Furnari Coordinamento e verifica del Piano Sanitario Regionale Assessorato della Salute PALERMO Nell esprimere anzitutto un sincero apprezzamento per la pubblicizzazione data alla bozza e per la richiesta di eventuali osservazioni e integrazioni, come Ordine degli Psicologi intendiamo sostenere l azione di riordino e di rilancio della Sanità Siciliana, evidenziando l apporto che la nostra professione può dare in parecchi settori dell assistenza sanitaria. Condividiamo della Bozza di PSR l impianto generale (aver individuato i principali problemi e scelto di conseguenza gli interventi prioritari); la metodologia di costruzione dei percorsi assistenziali; la descrizione analitica delle aree prioritarie (parte III). Debole ci sembra la trattazione della dimensione organizzativo-funzionale che lascia molto spazio alle prerogative aziendali. Il rischio è che il Piano, una volta approvato, incroci assetti organizzativi, strutture operative, risorse di personale già definite e assegnate su altri parametri e altri obiettivi. Nello spirito comunque di una fattiva collaborazione indichiamo di seguito (in grassetto rispetto al testo della Bozza riportato) le proposte di modifica e/o integrazione che ci sembrano più pertinenti e appropriate, fidando in un loro recepimento.. BOZZA PIANO SANITARIO I Programmi regionali di prevenzione. Piano regionale di prevenzione degli incidenti stradali (vedi pag. 44) L obiettivo prioritario è lo sviluppo di un percorso sistematico ed integrato in tema di informazione sulla sicurezza stradale, sui fattori favorenti gli incidenti stradali con speciale riguardo per i comportamenti a rischio (utilizzo di alcool, sostanze d abuso, farmaci, mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza). Il percorso informativo ed educativo deve accompagnare la persona dall'età evolutiva all'età adulta, promuovendo attraverso interventi specifici l assunzione progressiva di atteggiamenti responsabili, basati sulla percezione reale dei rischi. Affinchè questo obiettivo possa essere raggiunto e ne sia assicurata la sostenibilità nel tempo, gli interventi non devono essere episodici, ma vanno articolati nel territorio ed attuati in modo sinergico tra le istituzioni coinvolte anche definendo specifici protocolli di intesa. 1

2 Gli interventi di prevenzione prevedono: Età prescolare: informazione ed educazione sanitaria rivolta ai genitori dei bambini in età prescolare allo scopo di informarli sui criteri di sicurezza per il bambino, attraverso corsi di preparazione alla nascita, i pediatri di base, gli operatori dei servizi vaccinali. Età scolare: informazione/educazione sanitaria rivolta ai soggetti in età scolare, con possibile inserimento di elementi sulla sicurezza stradale nelle attività scolastiche curriculari e rilevazione di opinioni, atteggiamenti e comportamenti nei teenager. Patentandi: informazione/educazione alla salute rivolta ai soggetti che frequentano le scuole guida per il conseguimento della patente e agli operatori delle scuole guida, in tema di sicurezza stradale (norme, comportamenti a rischio ecc.) anche attraverso valutazione formativa delle attitudini e degli atteggiamenti. Patentati: informazione/ educazione alla salute rivolta ai soggetti che accedono ai servizi di Igiene pubblica dei distretti sanitari per il rilascio/rinnovo della patente, mediante rilevazioni periodiche su opinioni, atteggiamenti e comportamenti in merito alla sicurezza stradale attraverso strumenti della ricerca psicosociale, opportunamente predisposti, e attraverso la divulgazione di materiale informativo. Particolare attenzione va riservata alla valutazione psicologica dei fattori cognitivi e di personalità, prima del rilascio/rinnovo della patente, per i soggetti che sono stati coinvolti in incidenti stradali Il Patto per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. (vedi pag. 52) Piano di Prevenzione per la salute e sicurezza degli operatori e dei pazienti nelle strutture sanitarie della regione siciliana Il Piano, al fine di promuovere la realizzazione e l attuazione del D.lgs. 81/08 e s.m.i., dovrà prevedere anche sopralluoghi mirati a verificare la presenza nelle strutture sanitarie di idonei sistemi di organizzazione aziendale della salute e sicurezza sul lavoro con particolare riferimento ai Servizi di Prevenzione e Protezione, di standard di igiene e sicurezza adeguati ad impedire eventi infortunistici le malattie professionali. Dovranno inoltre essere previste iniziative di informazione e formazione rivolte a tutti gli operatori della sanità per la diffusione della cultura della sicurezza nelle strutture sanitarie. I Servizi di Prevenzione e Protezione delle Aziende Sanitarie della Sicilia dovranno avere, oltre al responsabile del Servizio, un numero di addetti adeguato a quello dei lavoratori dell azienda, garantendo la necessaria interdisciplinarietà, al fine di poter pianificare con efficacia, oltre gli aspetti istituzionali, programmi ed attività mirati al benessere ed alla qualità della vita lavorativa ed alla riduzione degli infortuni sul lavoro, attenzionando in modo particolare le condizioni e gli eventi stress-lavoro correlati; La gestione delle cronicità e l integrazione ospedale-territorio in una prospettiva di presa in carico globale della persona (vedi pag. 56) Và altresì riconosciuto l elevato valore terapeutico della comunicazione nella gestione delle malattie croniche sia nell ambito medico-paziente e infermiere-paziente, sia in quello tra tutte le figure professionali che agiscono nel percorso di cura. Un corretto trasferimento delle informazioni a tutti i livelli è infatti condizione necessaria alla realizzazione della continuità assistenziale e concorre ad una migliore recettività alle cure ed ai consigli dei sanitari. La comunicazione (a partire dal momento critico della diagnosi e lungo tutto il complesso sviluppo dell iter assistenziale) rappresenta soltanto un primo tassello di un più vasto programma di umanizzazione e di sviluppo delle cosiddette clinical humanities, che deve essere preso in carico dai servizi, sia ospedalieri, sia territoriali, 2

3 riconoscendo anche al servizio sociale delle Aziende sanitarie il compito di promuovere lo sviluppo dei processi di umanizzazione sul quale la Regione Sicilia produrrà specifici indirizzi. L attenzione agli aspetti qualitativi della vita dell assistito con patologia cronica e la sua centralità come attore fondamentale della cura non è soltanto una scelta culturale ed etica, ma risponde ad una esigenza dei sistemi assistenziali, ormai ampiamente riconosciuta nella letteratura scientifica. L empowerment del paziente, reso cosciente ed esperto attraverso processi psico-educativi rivolti anche alla rete dei caregiver familiari, costituisce infatti la base dei programmi di autogestione della patologia (self care e self management), che si sono diffusamente affermati in campo internazionale e nazionale per le loro potenzialità di riduzione dei ricoveri e di uso dei servizi, oltre che per il miglioramento della qualità di vita dei pazienti. E soprattutto attraverso un sostegno psicologico ai caregiver familiari per affrontare il carico emotivo e relazionale che la cronicità comporta. Nel territorio devono trovare risposta anche le cronicità più gravi, per le quali la risposta monoprofessionale e frammentaria non è adeguata. Per queste, la strategia con la quale il territorio può fornire un significativo contributo, concorrendo alla prevenzione dell ospedalizzazione, è innanzitutto la Gestione Integrata MMG/PLSSpecialista-Infermiere-Assistente sociale e, per i casi più complessi, il Day Service Territoriale, il cui strumento operativo è il pacchetto di Prestazioni Assistenziali Complesse (PAC), ovvero un insieme di prestazioni multiprofessionali e multidisciplinari integrate più aderenti ai bisogni globali e complessi e contemporaneamente più economiche per il sistema assistenziale. Per realizzare un Day Service Territoriale (DSAT) sarà necessario rifunzionalizzare strutture ambulatoriali che siano in grado di garantire: accesso facilitato, costituzione di un team di operatori esperti e dedicati a tali attività, con alto livello di integrazione organizzativa ed operativa che permetta l erogazione di pacchetti di prestazioni assistenziali complesse in luoghi e tempi concentrati. [Sarebbe opportuno indicare quali figure professionali devono far parte del team. Fra esse sicuramente anche lo psicologo] 4 L integrazione socio-sanitaria (vedi pag. 57) [Si condividono pienamente gli obiettivi indicati e gli interventi prioritari che si intendono assumere per quest area di confine fra servizi sanitari e servizi sociali, all interno tuttavia di una considerazione che riguarda, nello specifico, la quasi totale assenza di psicologi nei servizi sociali. Ciò comporta, di fatto, l attribuzione delle competenze psicologiche, anche relative a prestazioni che dovrebbero essere a carico degli Enti Locali, interamente agli psicologi della Sanità (ci riferiamo in particolare a quelli operanti all interno dei Consultori Familiari e delle UU.OO. di Neuropsichiatria Infantile). Prevedere approcci multidimensionali in servizi flessibili che attivino protocolli interistituzionali con un personale così contingentato diventa molto difficile.]. 9.5 L integrazione Ospedale-Territorio e i percorsi diagnostico terapeutici in pediatria Organizzazione delle cure intensive pediatriche (vedi pag. 103) Un bambino in condizioni critiche può essere assistito in maniera diversa, specie in fase iniziale, a seconda del centro di accoglienza. Le cure intensive possono infatti essere fornite da almeno quattro tipi di ospedale: 1) l ospedale provinciale con reparto di pediatria, che deve essere in grado di iniziare un trattamento intensivo; 2) il centro ospedaliero sede della terapia intensiva pediatrica di riferimento, che deve rispondere alla gran parte delle richieste assistenziali di livello intensivo, per il rispettivo bacino d utenza, fornendo consigli telefonici e possibilmente organizzando un sistema di trasporto dedicato. Tale centro dovrebbe inoltre organizzare una attività di formazione specifica e continua per le figure sanitarie operanti negli ospedali afferenti, garantendo anche assistenza psicologica e sociale al bambino e alla sua famiglia; 3

4 3) il centro ospedaliero per acuti, sede di Pronto Soccorso e di grossi reparti di terapia intensiva per l adulto, che relativamente spesso forniscono assistenza intensiva anche a pazienti pediatrici; 4) l ospedale ultraspecialistico, che può fornire terapia intensiva pediatrica nell ambito di particolari specialità (cardiochirurgia, neurochirurgia, centro ustioni). Presso ogni reparto di pediatria è assicurata la presenza di uno psicologo che offra assistenza ai bambini e ai genitori nell affrontare l esperienza dell ospedalizzazione (L.R. 31 luglio 2003, n.10. art. 13, c. 4) La riabilitazione in oncologia (vedi pag ) La riabilitazione della persona con patologia oncologica ha una forte connotazione sociale in considerazione dell aumentata sopravvivenza e degli esiti dei trattamenti. La riabilitazione in oncologia ha, infatti, come obiettivo la qualità di vita della persona in qualunque fase della malattia, aiutando la stessa e la sua famiglia a riprendere il più possibile condizioni di vita normali, limitando il deficit fisico, cognitivo e psicologico e potenziandone le capacità funzionali residue. Interventi prioritari potenziare la cultura della riabilitazione; determinare il fabbisogno al fine di una corretta programmazione delle risorse necessarie alla realizzazione di progetti dedicati ; potenziare e rendere accessibili i servizi di riabilitazione in una logica di integrazione funzionale ed operativa con la rete oncologica e radioterapica, la rete di assistenza palliativa e di terapia del dolore; predisporre percorsi riabilitativi dedicati ai pazienti oncologici; promuovere l implementazione di attività di supporto psicologico attraverso interventi individualizzati da parte di personale professionalmente competente e specificamente dedicato; promuovere l integrazione tra il terzo settore e il servizio pubblico attraverso anche l attivazione di un sistema di certificazione/accreditamento per le organizzazioni no profit che intendono partecipare alla rete e integrarsi nei percorsi assistenziali La Riabilitazione cardiovascolare Le linee guida nazionali e internazionali definiscono la riabilitazione dei pazienti affetti da malattie cardiovascolari come la somma degli interventi richiesti per garantire le migliori condizioni fisiche, psicologiche e sociali in modo che i pazienti cardiopatici post acuti o cronici possano conservare e/o riprendere il proprio ruolo nella società. E necessario pertanto favorire la stabilità clinica dei pazienti attraverso l ottimizzazione dell intervento terapeutico, la riduzione dei sintomi legati alla malattia e il miglioramento della capacità funzionale. E altresì importante modificare il loro profilo di rischio nel tentativo di ridurre l incidenza di nuovi eventi cardiovascolari e di attuare così una valida prevenzione secondaria. Bisogna infine consentire il graduale processo di recupero e il reinserimento lavorativo di cardiopatici per migliorare in ultima analisi il più possibile le loro qualità di vita. Tali obiettivi si possono ottenere sviluppando e attuando specifici programmi riabilitativi, tra i quali gli interventi psicologici di ridefinizione cognitiva e di attivazione motivazionale, basati su: - stima del rischio cardiovascolare globale con valutazione clinica e indagini strumentali anche complesse; - identificazione di obiettivi specifici per ciascun fattore che influenza il rischio ( fumo, dislipidemia, ipertensione arteriosa ); 4

5 15.3 La Neuropsichiatria dell Infanzia e dell Adolescenza (NPIA) Risorse (vedi pag. 142) La periodica rilevazione delle risorse, effettuata da questo Assessorato, ha consentito di evidenziare profonde differenze di risorse dedicate alla NPIA nei vari ambiti provinciali, tali da configurare significative disuguaglianze nelle reali opportunità di cura di questa particolare categoria di utenti. Per superare le attuali discrepanze ed assicurare a tutta la popolazione minorile della nostra Regione pari diritti per quanto riguarda questo aspetto particolare di tutela della salute, le risorse umane da destinare all area assistenziale devono costituire un organico unico da utilizzare in maniera dinamica e razionale. La presa in carico multiprofessionale del paziente è assicurata dal lavoro équipe composte dalle seguenti figure professionali esperte nel campo dell età evolutiva: neuropsichiatri infantili, psicologi clinici per l età evolutiva, [dizione non corretta in quanto non esiste al momento una specializzazione con tale definizione; dizione corretta: psicologi] assistenti sociali,terapisti della neuropsicomotricità dell età evolutiva, terapisti della riabilitazione psichiatrica, logopedisti, pedagogisti/educatori professionali, infermieri, tecnici. Modello organizzativo Le competenze della NPIA attengono tradizionalmente alla prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei disturbi neurologici, psicopatologici e neuropsicologici [=sostituire con: psicologici]. [La ridondanza del termine neuro rischia di non dare visibilità a tutti quei disturbi psicologici, che scaturiscono dall interazione con l ambiente o da assetti emotivi particolari o da condizioni evolutive, non necessariamente correlati a disfunzioni o danni neurologici] dei soggetti in età evolutiva. L ambito di azione della Disciplina e dei relativi servizi, oltre alla salute mentale, comprende quindi importanti aspetti di salute fisica, di disabilità psico-fisica e di tutela sociale che, in questa fase della vita, appaiono quasi sempre profondamente intrecciati tra di loro. Rinnovando l augurio di un buon lavoro, si inviano distinti saluti IL PRESIDENTE 5

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