Un giorno, in casa di amici, una bambina di tre anni mi fece vedere un suo disegno che era fatto così (vedi illustrazione)

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1 di Bruno Munari

2 GIOCHI DI COLORE Facciamo una prova: invece di usare i colori per rappresentare un paesaggio, una figura o qualunque altra cosa pensata prima di fare, proviamo a vedere se si può capire che cosa sono questi colori, chi sono, se hanno loro stessi una personalità che comunica qualcosa secondo come sono trattati. Vediamo cosa succede. Prima di tutto prepariamo il luogo dove faremo questo esercizio. Stendiamo sul tavolo un grande foglio di carta da pacchi, per non sporcare il tavolo. Prepariamo un recipiente, un vaso, un pentolino, un vecchio barattolo del miele, pieno di acqua pulita. Prepariamo un piatto per diluire i colori. Uno straccio per asciugare i pennelli. Un pacchetto di carta da giornale per pulire i pennelli. E in fine alcuni pezzi di carta da disegno bianca, liscia e ruvida, di varie misure. Se siete mancini mettete il vaso con l acqua a sinistra, se siete destri mettetelo a destra. Se siete maldestri state attenti a non rovesciare l acqua. La carta da giornale e lo straccio da una parte, la carta da disegno dall altra. Pronti? Via! Cominciamo con i tre colori di base. Il giallo limone. Ne spremiamo un poco (come un chicco di grano) e ne prendiamo un poco, toccandolo appena con la punta del pennello poi bagnamo il pennello e lo stendiamo così molto diluito, sulla carta. Poi Io proviamo a stendere meno diluito, poi denso. Proviamo col pennello a tamponare il colore, proviamo col pennello quasi secco. Proviamo a stendere il colore con un quadratino di cartoncino da usare come spatola, a piccoli tratti, paralleli o disordinati. Proviamo con le dita. Proviamo con una piccola spugna, con uno straccio, con carta accartocciata.

3 Facciamo tanti piccoli campioni di colore su tanti piccoli pezzi di carta. Ripetiamo l operazione col rosso magenta e col blu ciano. Avremo così un grande campionario di effetti di colore e scopriremo che Io stesso colore, secondo come è dato sulla carta dà effetti diversi. Guardiamoli bene questi colori così come li abbiamo messi sulla carta e facciamo un altro gioco: ognuno dica che cosa gli viene in mente guardando uno alla volta i campioni di colore. Ci sono dei colori così diluiti che sembrano acqua o aria o nuvole o vetri colorati. Altri colori densi fanno venire in mente un muro, un tessuto, un pavimento, una corteccia di albero, una foglia, eccetera. Alcuni colori sono leggeri, evanescenti, vaporosi, morbidi, liquidi... Altri colori sono duri, ruvidi, lisci, spugnosi, pesanti come le pietre, i mattoni. Non dobbiamo aver timore di parlare a bambini di tre anni di questi argomenti che per noi adulti sembrano astratti. I bambini sono abituati a giocare con la palla, la quale non rappresenta niente: è la palla, è l elasticità perché rimbalza, è il movimento perché rotola. Per i bambini tutto è reale, sia l elasticità di una palla che la morbidezza di un gattino. Dopo questo esercizio, la cui riuscita dipende molto dalla animazione fatta dall adulto, si può passare alla fase della progettazione di un disegno. Si propone: se questo colore fa venire in mente la morbidezza, che cosa possiamo rappresentare? un gatto, per esempio, un gomitolo di lana, il fiore del soffione, e via dicendo. Prendiamo quindi quel colore, dato in quel modo e con la stessa tecnica ognuno cerchi di rappresentare quello che vuole. Un giorno, in casa di amici, una bambina di tre anni mi fece vedere un suo disegno che era fatto così (vedi illustrazione)

4 e mi disse: questo è il mio gatto. Il disegno rappresentava una nuvoletta che sotto aveva delle punte. Non era l immagine del gatto con tutte le sue parti anatomiche come forse qualche adulto pretenderebbe, ma era la sensazione provata dalla bambina che aveva preso in braccio il gatto e ha sentito una massa morbida che però pungeva. Chi conosce i gatti sa che quando il gatto è contento, in braccio a qualcuno, spesso punge con le sue unghie. L esercizio va condotto con la massima naturalezza lasciando che i bambini facciano quello che vogliono, aiutandoli quando sono in difficoltà, lasciandoli stare quando non hanno voglia di fare, sorridendo ai loro sbagli e facendo ripetere il gioco in modo da non creare complessi. L importante è che i bambini memorizzino delle conoscenze che potranno risultare utili al momento in cui decideranno di esprimersi attraverso le forme e i colori. Conoscendo il modo di usare i colori sapranno trovare il linguaggio cromatico giusto per comunicare quello che desiderano. Questo non esclude, naturalmente, che si possano produrre delle immagini colorate con effetti casuali, come sperimentazione per rappresentare, supponiamo, due gatti, uno vivo e l altro di ceramica, assieme. Milano, marzo 1983 Bruno Munari

5 Esercizio n. 1 Usare il colore con la spatola (la spatola può anche essere un cacciavite, uno stecco tagliato, una striscia di plastica rigida o di legno) prendendo il colore con la spatola e poi stendendolo sulla carta, a caso, senza voler rappresentare nulla. L immagine verrà poi dall analisi di quello che si è fatto. Si può anche stendere il colore denso col pennello e poi, prima che asciughi passargli sopra la spatola o il legnetto o la striscietta di plastica rigida. Si può anche provare a fare dei disegni semplici con la spatola.

6 Esercizio n. 2 Si intinge il pennello nel colore denso e invece di stenderlo sulla carta strisciando il pennello, si prova a metterlo sulla carta tamponando. Quando il pennello è pieno di colore, questo risulta più intenso, quando il pennello ha poco colore, risulta più rado e più chiaro. Le due pennellate rosso magenta sono date col pennello quasi secco in modo disordinato. L arancione è dato col pennello molto pieno, l immagine di sotto a questa risulta molto rarefatta ed è data col pennello quasi secco, come per pulirlo.

7 Esercizio n. 3 Si tocca il colore liquido con la punta di un dito e si pulisce il dito sulla carta, girando il dito o facendolo andare in vari sensi. Appoggiando il polpastrello come se fosse un timbro, vengono sulla carta queste impronte. Appoggiando il polpastrello sporco di turchese e ripetendo la timbratura fin che c è colore sul dito, vengono fuori queste impronte una più evanescente dell altra fino all ultima che è un piccolo puntino.

8 Esercizio n. 4 Si mette col pennello un poco dì colore sulla carta e poi, subito prima che asciughi, lo si copre con un foglietto di carta. Si preme un poco con la mano e si toglie subito il foglietto che avrà così l impronta riportata come stampata. Se il colore è liquido viene la prima macchia, se è più secco o se ce n è meno, viene come la seconda macchia. Si possono fare grandi macchie e poi tagliarle nella zona che interessa, che si ritiene più bella.

9 Esercizio n. 5 Si usa una piccola spugna, la si intinge (solo in parte) nel colore e si timbra. Se il colore è pastoso viene come la prima immagine, se è molto liquido viene come le altre che sono arancio-rosa. Se si timbra più volte si può estendere il colore fino anche a grandi superfici, se si timbra una volta sola viene come la seconda immagine azzurra, se si striscia la spugnetta, viene come la terza immagine.

10 Esercizio n. 6 Supponiamo di aver riempito un foglio di colore azzurro molto diluito, dato con la spugna. Quando sarà secco potremo fargli sopra un altro effetto col colore dato con la spatola. Oppure, come si vede nella seconda immagine, possiamo mettere delle pennellatine rosse, a caso, piccole, con poca pressione, toccando la carta col pennello e tirandolo via subito. Oppure possiamo dare col pennello quasi secco del colore azzurro, a caso, in ordine sparso e poi, quando sarà asciutto coprirlo con tanti puntini rossi fatti con un piccolo pennello col colore denso. Altra variante ottenuta stendendo il celeste con la spugna e mettendo il verde col pennello. In fine ecco un altro effetto facendo il fondo giallo diluito con la spugna e mettendo gli sopra, a tampone col pennello quasi secco, del rosso.

11 Esercizio n. 7 Proviamo a fare degli scarabocchi col pennello quasi secco intinto nel nero e poi gli faremo sopra, per esempio, delle righe di colore. Oppure facciamo un fondo rosso e un fondo giallo e poi sopra al rosso mettiamo dei punti gialli e sopra al giallo dei punti rossi. È sempre giallo più rosso ma come cambia! Facciamo un fondo grigio con sopra una macchia rossa e un fondo blu con una macchia nera. Lo stesso tipo di macchia fatta col pennello nero quasi secco, quando è sulla carta bianca sembra una cosa (?) e quando è sul fondo azzurro sembra un altra cosa (?).

12 Esercizio n. 8 Sulla stessa macchia nera, o su una simile, mettiamo dei puntini rossi. O meglio proviamo a coprire delle superfici o delle forme delimitate da segni a matita, solo con puntini, con puntini giallo limone e turchese, visto da lontano sembrerà verde, con puntini turchese e rosso magenta sembrerà viola. Facciamoci fare dalla mamma un bel golfino di lana con i colori dell ultima prova rosso, blu, nero e... bianco.

13 Esercizio n. 9 I colori sulla carta bagnata. Con una spugna un poco inzuppata di acqua pulita, si bagna la carta e poi, prima che l acqua evapori tutta, mettiamo delle punte di colore come si vuole. Il colore resterà denso in centro e sfumerà attorno alle pennellate. Secondo 11 grado di umidità della carta gli effetti cambiano. Secondo la densità del colore e la traccia del pennello (punti o linee o disegni elementari) l effetto cambierà ancora.

14 Esercizio n. 10 Si gioca solo con le righe: verticali inclinate, parallele, incrociate, sovrapposte, intrecciate, grosse, sottili, mescolate, chiare, scure, opache, dense, trasparenti, leggere, pesanti, nere come il catrame, azzurre come le nuvole...

15 Esercizio n. 11 Quando avremo prodotto tanti esempi sufficienti, potremo fare un esercizio che tende a sviluppare l immaginazione e, di conseguenza la creatività nella comunicazione visiva. Si prende uno alla volta qualche campione fatto dai bambini durante gli esercizi precedenti e si comincia a domandare a loro, che cosa può far venire in mente un segno, uno scarabocchio, un colore molto diluito o un colore molto denso, un gruppo di puntini, una macchia, eccetera. L immaginazione va guidata non solo sulle cose: il sole, la mela, una pietra, ecc., ma anche sulle sensazioni (ammettendo che il bambino le conosca già per nome). Si scoprirà così che un colore dato in un certo modo dà una sensazione di aria o di peso o di freddo o di... Di conseguenza, riprendendo in mano i campioni fatti nei precedenti esercizi si potrà così divertirci a completarli con qualche piccolo segno. In questo modo i bambini potranno memorizzare che con la tecnica si possono esprimere anche delle sensazioni e non solamente ciò che si vede. La bambina che aveva disegnato il gatto con le unghie, aveva disegnato una sua sensazione e in questo senso il disegno diventa valido. Non lo è più se noi pretendiamo che il disegno rappresenti una realtà visibile e non una sensazione altrettanto reale. Si veda come esempio uno scarabocchio turchese, fatto col pennello quasi asciutto che può far venir in mente la testa di un gatto. Una pennellatina rossa può far venire in mente un piccolo pesce. Un segno giallo fatto col dito può ricordare...

16 I primi giochi di colore per cominciare a dipingere creativamente, conoscere il materiale, il supporto, le tante, semplici tecniche, per partire dal gioco, insomma! Senza pensare a Raffaello. Bruno Munari ( ) è inventore di qualcosa che prima non c era. Trova rose nell insalata e incontra Cappuccetto Verde di persona. Un suo libro del 1963 è stato pubblicato per la prima volta in Italia nel 2002, in aprile, dall Editore Corraini a Mantova e si intitola ZOO. Comincia così: AVVISO. Vietato dare da mangiare agli animali: non date gli uccelli alla volpe, la volpe al leone, il pappagallo alla tigre. Non disturbate le farfalle Nei libri in foglio si trovano descrizioni di laboratori di pittura, tatto, segno, scrittura, film con esercizi e tecniche utili a sperimentare percorsi didattici o semplicemente a movimentare creativamente il disegno del fuoco, della pioggia, delle parole. I titoli: IL MIO PRIMO LABORATORIO DEL COLORE / GLI INCHIOSTRI / TOCCA CHE TI TOCCO / DISEGNARE IL FUOCO / PAROLE GIOCATE / OPERE COLLETTIVE / FILM DI RICERCA / COPY ART / UN SEGNO I SEGNI / PROGETTI DI SCRITTURA / LA CUCINA DEI BAMBINI / PIOVE / IL LABORATORIO ESTIVO / DIDATTICA DI 4 LABO- RATORI / I SUPPORTI Per informazioni sulla collana I libri in foglio e richiesta di copie: Roberto Pittarello La Scuola del Fare / / info@lascuoladelfare.it DTP Sergio Trentin - Castelfranco Veneto - settembre 2002

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