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1 DIRETTIVA GENERALE PER L ATTIVITA AMMINISTRATIVA E LA GESTIONE (ai sensi degli articoli 4 e 14 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165) Anno 2015

2 Sommario 1.CONTESTO ISTITUZIONALE PRIORITÀ DELL AZIONE AMMINISTRATIVA E DELLA GESTIONE Prevenzione Politiche in materia di ricerca sanitaria Politiche sanitarie internazionali Promozione della qualità e dell appropriatezza dell assistenza sanitaria Costi e fabbisogni standard nel settore sanitario Riorganizzazione dell assistenza primaria e ospedaliera Qualità dei servizi sanitari e umanizzazione delle cure Il Piano sanitario nazionale Piano nazionale esiti (PNE) Iniziative in materia di personale del SSN Il Sistema informativo e statistico sanitario Il nuovo sistema informativo sanitario (NSIS) Iniziative in materia di sanità elettronica Dispositivi medici e farmaci Il settore dei dispositivi medici Promozione della salute pubblica veterinaria e sicurezza degli alimenti Sicurezza degli alimenti Sanità pubblica veterinaria Valutazione del rischio della catena alimentare Politiche per l efficienza gestionale Comunicazione Sintesi degli obiettivi strategici del Ministero della salute DESTINATARI DELLA DIRETTIVA E ATTRIBUZIONE DELLE RISORSE RISORSE FINANZIARIE, STRUMENTALI E UMANE SISTEMI MONITORAGGIO E VALUTAZIONE STATO DI REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI CONTENUTI NELLA DIRETTIVA GENERALE PER L ANNO DISPOSIZIONE FINALE

3 ALLEGATO 1 Quadro riassuntivo degli obiettivi ALLEGATO 2 Situazione del personale al 1 gennaio ALLEGATO 3 Modelli delle schede obiettivo

4 Il Ministro della Salute VISTO il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, recante Riforma dell organizzazione del Governo, a norma dell articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59 ; VISTA la legge 13 novembre 2009, n. 172, recante Istituzione del Ministero della salute e incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato ; VISTO il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, recante Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell attività svolta dalle amministrazioni pubbliche, a norma dell articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e in particolare l articolo 8, concernente la direttiva generale annuale dei Ministri sull attività amministrativa e sulla gestione; VISTO il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante Norme generali sull ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, e in particolare gli artt. 4 e 14 concernenti le funzioni di indirizzo politico-amministrativo; VISTO il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, recante Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni ; VISTO il decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, recante Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni ; VISTO il decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria ; VISTA la legge 5 maggio 2009, n. 42, recante "Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione"; VISTA la legge 31 dicembre 2009, n. 196 e ss.mm., recante Legge di contabilità e finanza pubblica"; VISTO il decreto legge 7 maggio 2012, n. 52, convertito con modificazioni dalla legge 6 luglio 2012, n. 94, recante Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica ; VISTO il decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, recante Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini ; 4

5 VISTO il decreto legge 8 aprile 2013, n. 35, convertito con modificazioni dalla legge 6 giugno 2013, n. 64, recante Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali ; VISTO il decreto legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito con modificazioni dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, recante Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della Salute ; VISTA la legge 6 novembre 2012, n. 190, recante Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione"; VISTA la legge 23 dicembre 2014, n. 190, recante Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2015) ; VISTA la legge 23 dicembre 2014, n. 191, recante Bilancio di previsione dello Stato per l anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio VISTO il decreto del Ministero dell economia e delle finanze del 29 dicembre Ripartizione in capitoli delle Unità di voto parlamentare relative al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e per il triennio ; VISTO il Documento di economia e finanza deliberato dal Consiglio dei Ministri in data 8 aprile 2014 e la relativa nota di aggiornamento deliberata in data 14 Ottobre 2014; VISTA la circolare del Ministero dell economia e delle finanze - Ragioneria generale dello Stato n. 16 del 12 maggio 2014, Assestamento del bilancio di previsione e Budget rivisto per l anno finanziario Previsioni di bilancio per l anno 2015 e per il triennio e Budget per il triennio ; VISTE le direttive del Presidente del Consiglio dei Ministri 15 novembre 2001, 8 novembre 2002, 27 dicembre 2004, 12 marzo 2007, 25 febbraio 2009, 16 aprile 2010 concernenti gli indirizzi per la predisposizione delle direttive generali dei Ministri per l attività amministrativa e la gestione e le allegate Linee guida del Comitato tecnico-scientifico per il controllo strategico nelle amministrazioni dello Stato; VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 17 settembre 2013, n. 138, recante Regolamento di organizzazione degli Uffici di diretta collaborazione del Ministro della salute ; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 febbraio 2014, n. 59, recante Regolamento di organizzazione del Ministero della salute ; VISTO il decreto del Ministro della salute 30 dicembre 2010, recante l adozione del Sistema della misurazione e valutazione della performance; VISTO l Atto di indirizzo ministeriale del 5 settembre 2014, concernente l individuazione delle priorità politiche per il 2015, con il quale è stato avviato il processo di pianificazione strategica; VISTE le proposte di obiettivi strategici avanzate dai titolari dei Centri di responsabilità amministrativa; 5

6 SENTITO l Organismo indipendente di valutazione in ordine alla coerenza interna del sistema degli obiettivi proposti e a quella esterna, avuto riguardo al programma di Governo; RITENUTO, sulla base delle suddette proposte, di definire gli obiettivi di cui sopra nonché gli indirizzi per l attività amministrativa e la gestione di questa Amministrazione per il 2015; CONSIDERATO che il complesso degli obiettivi definiti formano oggetto della valutazione della dirigenza di vertice per l anno 2015 EMANA la seguente direttiva generale e le relative linee programmatiche, obiettivi strategici e risultati attesi dall azione del Ministero della salute per l anno 2015, in coerenza con il programma di Governo e nel rispetto delle compatibilità finanziarie. 6

7 1.CONTESTO ISTITUZIONALE Nell'ambito delle misure previste dalla spending review, è stata data attuazione all'articolo 2 del d.l. 95/2012, che ha previsto la revisione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche centrali. Per le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, sono state disposte, con il dpcm del 22 gennaio 2013, riduzioni degli uffici dirigenziali, di livello generale e di livello non generale e delle relative dotazioni organiche, in misura non inferiore, per entrambe le tipologie di uffici e per ciascuna dotazione, al 20 per cento di quelli esistenti, e delle dotazioni organiche del personale non dirigenziale, in misura non inferiore al 10 per cento della spesa complessiva relativa al numero dei posti di organico di tale personale. Come previsto dal citato art. 2 e dall art. 1, comma 6, del D.L. 30 dicembre 2013, n. 150, è stato adottato il DPCM 11 febbraio 2014 n. 59, contenente il Regolamento di organizzazione del Ministero della salute. Tale Regolamento prevede all art. 1 che l organizzazione del Dicastero è articolata in dodici Direzioni generali, coordinate da un Segretario generale, le quali assumono le seguenti denominazioni: a) Direzione generale della prevenzione sanitaria; b) Direzione generale della programmazione sanitaria; c) Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale; d) Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico; e) Direzione generale della ricerca e dell'innovazione in sanita'; f) Direzione generale della vigilanza sugli enti e della sicurezza delle cure; g) Direzione generale della sanita' animale e dei farmaci veterinari; h) Direzione generale per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione; i) Direzione generale della digitalizzazione, del sistema informativo sanitario e della statistica; l) Direzione generale degli organi collegiali per la tutela della salute; m) Direzione generale della comunicazione e dei rapporti europei e internazionali; n) Direzione generale del personale, dell'organizzazione e del bilancio. Il Segretario generale opera alle dirette dipendenze del Ministro, assicurando lo svolgimento delle funzioni di cui all articolo 6 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 ai fini del coordinamento delle attività del Ministero, della vigilanza sull efficienza ed il rendimento degli uffici, nonché del supporto all esercizio delle funzioni di indirizzo politico-amministrativo di cui all articolo 4 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n In particolare, Il Segretario generale provvede alle necessarie azioni di raccordo in caso di emergenze sanitarie internazionali e di informazione al Ministro in caso di interventi svolti dalle Direzioni generali conseguenti a stati di crisi, svolge le funzioni di capo dei servizi veterinari italiani (C.V.O.) nelle relazioni europee e internazionali, risolve gli eventuali conflitti di competenza tra le direzioni generali, assicura il coordinamento delle attività di formazione del personale sanitario, garantisce il raccordo con le direzioni generali ai fini della partecipazione del Ministero alle Conferenze di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n Come previsto dall art. 19 comma 2 del Regolamento, sono in fase di completamento le attività per gli ulteriori adempimenti di carattere organizzativo. Per la programmazione strategica per il periodo , si è tenuto conto delle manovre di contenimento della spesa pubblica attuate negli ultimi anni (si fa riferimento in particolare, fra gli altri, al D.L. 8 aprile 2013, n. 35 convertito nella legge 6 giugno 2013, n. 64, Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, al D.L. 15 ottobre 2013, n. 120 convertito con modificazioni dalla legge 13 dicembre 2013, n. 137, Misure urgenti di riequilibrio della finanza pubblica e al D.L. 24 aprile 2014 n. 66, convertito con modificazioni dalla L. 23 giugno 2014, n. 89, Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale) e tradottesi in considerevoli tagli alle disponibilità finanziarie dei ministeri, nonché della circolare n. 16 del 2014 della RGS recante le previsioni di bilancio per l anno 2015 e per il triennio

8 In termini più generali, con riguardo al funzionamento dell apparato amministrativo, saranno ulteriormente poste in essere azioni volte a perseguire le finalità del d.lgs. n. 150/2009, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza, integrità e trasparenza delle pubbliche amministrazioni. 2. PRIORITÀ DELL AZIONE AMMINISTRATIVA E DELLA GESTIONE Il Servizio sanitario nazionale (SSN), ispirato ai principi di universalità, uguaglianza e globalità, è ancora oggi considerato dall Organizzazione mondiale della sanità uno dei primi in Europa, e nel mondo, sulla base di tre indicatori fondamentali: il miglioramento dello stato complessivo della salute della popolazione, la risposta alle aspettative di salute e di assistenza sanitaria dei cittadini e l'assicurazione delle cure sanitarie a tutta la popolazione. L'impegno primario deve essere quello di mantenere e consolidare i risultati raggiunti. Oggi il SSN si confronta con altre grandi sfide assistenziali, tra cui quelle concernenti l assistenza socio-sanitaria connessa alla non autosufficienza, l'elevata presenza di anziani e grandi anziani nonché la disponibilità di terapie/diagnosi ad alto costo. L azione del Ministero nel corso del 2015 terrà conto anche dell avvenuta stipula del nuovo Patto per la salute per gli anni , l'accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l appropriatezza delle prestazioni e a garantire l unitarietà del sistema. Con l'accordo sottoscritto da Governo e Regioni sul nuovo Patto è stato messo in sicurezza il sistema sanitario italiano per le prossime generazioni e si sono gettate le basi per donare un nuovo volto alla nostra sanità. E' stato il mio obiettivo sin dal principio del mio mandato e, a distanza di un anno esatto dal mio insediamento, posso dire di averlo raggiunto. Nel Patto sono stati affrontati i grandi temi della sanità. Dalla programmazione triennale dei costi standard e dei fabbisogni regionali, che consente di avviare e implementare politiche di innovazione del SSN sul territorio, alla definizione degli standard relativi all'assistenza ospedaliera, che, unitamente all'assistenza sanitaria transfrontaliera, all'aggiornamento dei LEA ed alla reale promozione dell'assistenza territoriale, costituiscono i pilastri su cui fondare tutte le iniziative necessarie per garantire la tutela della salute a tutti i cittadini uniformemente sul territorio nazionale. Il tema degli investimenti in sanità è anch'esso centrale per garantire le condizioni di competitività, di qualità e di sicurezza delle strutture sanitarie. Tra le novità contenute nel Patto c'è anche la previsione di attivare un sistema di monitoraggio, analisi e controllo dell'andamento dei singoli Sistemi Sanitari Regionali, che consenta di rilevare in via preventiva, attraverso un apposito meccanismo di allerta, eventuali e significativi scostamenti delle performance delle Aziende sanitarie e dei Sistemi Sanitari Regionali, in termini di qualità, quantità, sicurezza, efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità dei servizi erogati. La possibilità di realizzare concretamente gli obiettivi fissati nel nuovo Patto per la salute è garantita non solo dai risparmi derivanti dall'applicazione delle 8

9 misure di razionalizzazione in esso previste, che rimarranno nella disponibilità delle Regioni per finalità esclusivamente sanitarie, ma anche da quelli conseguiti dalla revisione della spesa, che saranno utilizzati per migliorare i livelli qualitativi dell'intero sistema sanitario. Il tema della revisione del sistema di compartecipazione (ticket) e delle esenzioni sono trattati nel Patto in un'ottica di riforma, affinché si eviti che la compartecipazione rappresenti una barriera per l'accesso ai servizi sanitari e la principale causa dell'esodo dei cittadini dalle cure. In sintesi, il nuovo Patto per la salute mira ad un generale efficientamento del nostro SSN, proprio nell'ottica dell'appropriatezza. Tutte le previsioni in esso contenute sono state ispirate dai bisogni di salute dei cittadini e, allo stato attuale, costituisce il solo strumento per la costruzione di una sanità più vicina alle persone, più efficace ed efficiente, sicura, di qualità e competitiva in Europa. Nella cornice del nuovo Patto per la Salute, le scelte strategiche della politica sanitaria del prossimo triennio, in termini di opportunità e vincoli, andranno pertanto ad incidere sulle seguenti macroaree: 1. prevenzione; 2. politiche in materia di ricerca sanitaria; 3. politiche sanitarie internazionali; 4. promozione della qualità e dell appropriatezza dell assistenza sanitaria; 5. sistema informativo e statistico sanitario; 6. dispositivi medici e farmaci; 7. promozione della salute pubblica veterinaria e della sicurezza degli alimenti; 8. politiche per l efficienza gestionale; 9. comunicazione Prevenzione La promozione della salute e la tutela del benessere psicofisico della persona richiedono strategie intersettoriali e trasversali nelle quali siano coinvolte le istituzioni centrali e locali e la società civile. Ciò appare necessario per sviluppare politiche integrate e per agire sui principali determinanti di salute. Anche per il 2015 particolare attenzione dovrà porsi alla prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili, occorrendo favorire l adozione di stili di vita attivi e responsabili ( in armonia con gli obiettivi del programma strategico nazionale Guadagnare salute ). La salute va cioè considerata alla stregua di un vero e proprio bene collettivo, da conquistare e conservare attraverso le menzionate azioni integrate (delle istituzioni e della società civile), incentrate non solo su aspetti specificamente sanitari, ma anche su fattori sociali ed economici, in ossequio al principio cardine della Salute in tutte le politiche (Health in all policies). Dovrà poi proseguire l azione di tutela della salute umana in tutte le età della vita, attraverso interventi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria e secondo un approccio unitario al controllo dei fattori di rischio, anche ambientali, alla medicina 9

10 predittiva, ai programmi pubblici di screening e alla prevenzione delle recidive e delle complicanze di malattia. Occorrerà a tal fine proseguire l implementazione del nuovo Piano nazionale di prevenzione, con particolare attenzione al contrasto dei principali comportamenti a rischio (sedentarietà, alimentazione eccessiva, fumo, dipendenze o consumo di sostanze alcoliche), investendo sul benessere dei giovani, rafforzando e mettendo a sistema l attenzione a gruppi fragili delle fasce deboli della popolazione, e con un approccio life cycle. Una particolare attenzione verrà assegnata alla prevenzione e assistenza nel campo delle demenze, patologie in aumento anche per effetto dell aumentata durata di vita, attraverso l implementazione di uno specifico piano nazionale. Con riguardo alle malattie trasmissibili, vanno proseguiti gli interventi miranti a garantire la tutela della salute pubblica e alla prevenzione della diffusione di patologie infettive, attraverso controlli sui migranti, recuperati attraverso l operazione Mare Nostrum o in arrivo sulle coste italiane con mezzi diversi. Sarà, inoltre, necessario proseguire nel miglioramento, soprattutto in termini di efficienza e tempestività, della sorveglianza delle malattie infettive e delle attività vaccinali, considerata la frequenza degli spostamenti di persone e di merci, che favorisce la diffusione delle malattie trasmissibili a volte con carattere di vera emergenza. In tali ambiti il Ministero dovrà continuare a promuovere ogni forma di collaborazione con tutti gli attori interessati, anche in applicazione dei principi della Carta di Tallin, verificando lo stato di avanzamento dei piani regionali di prevenzione. Al contempo, soprattutto in considerazione dei risultati del semestre di Presidenza Italiana dell Unione europea, bisognerà affrontare le tematiche sopra descritte nell ottica di una collaborazione e armonizzazione delle politiche a livello comunitario Politiche in materia di ricerca sanitaria. Il sostegno pubblico all attività di ricerca mira a conseguire risultati immediatamente trasferibili alla pratica clinica, per incrementare la qualità del servizio fornito ai pazienti. Il miglioramento continuo delle cure e della qualità della vita dei malati resterà un obiettivo prioritario, da perseguire stimolando l innovazione e valorizzando i preziosi talenti presenti tra i nostri ricercatori, di cui si potrà contenere l esodo all estero consolidando le condizioni per un confronto paritario in ambito internazionale. Ciò pure con riguardo ai ricercatori non ancora inquadrati in specifici ruoli, per i quali andrà approfondita la possibilità dell istituzione, senza alcun onere per la finanza pubblica, di un ruolo dei ricercatori del SSN. La promozione di un vero e proprio cambiamento culturale tra gli operatori del settore, finalizzato a privilegiare la costante applicazione del metodo scientifico e la conseguente messa in discussione di qualsiasi procedura medica e organizzativa, favorirà la possibilità di raggiungere un medesimo risultato con meno risorse ovvero di ottenere, a parità di risorse, un incremento quantitativo o qualitativo. Ciò potrà garantire un SSN maggiormente efficiente e in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini, nel quale tendere all eliminazione di tutti gli sprechi, compresi quelli 10

11 determinati dalla c.d. medicina difensiva mediante prescrizione di esami superflui, di ricoveri impropri e di terapie non sperimentate. Occorrerà poi incidere sulla percezione della ricerca da parte della collettività ed evidenziarne la funzione strategica, anche in rapporto alle significative riduzioni di spesa futura generate dai relativi investimenti. Basti pensare, in proposito, al ruolo di eventuali test predittivi nella prevenzione e nel controllo delle patologie sul territorio o, ancora, all enorme diminuzione dei costi indiretti prodotta dalle campagne di ricerca sulle malattie cardiovascolari e tumorali. Nel 2015, pertanto, il Ministero proseguirà nella riqualificazione della spesa destinata alla ricerca sanitaria, razionalizzando l utilizzo delle risorse assegnate e rafforzando il sistema di selezione meritocratica dei migliori progetti di ricerca presentati, nel quale, a garanzia della qualità e della trasparenza nell'assegnazione dei finanziamenti, è prevista non solo l adozione dei parametri di valutazione riconosciuti a livello internazionale, ma anche la partecipazione, in veste di valutatori indipendenti, dei ricercatori che lavorano per il National Institutes of Health - NIH del Dipartimento della salute statunitense. Verrà anche incentivato lo sviluppo di progetti di ricerca che prevedono la collaborazione di ricercatori italiani residenti all estero e il cofinanziamento pubblico privato, nonché, in generale, l elaborazione di un sistema per la valutazione degli investimenti in ricerca finanziati dal Ministero, dal quale trarre indicazioni per la programmazione e la diffusione dei risultati conseguiti. Allo scopo di attuare un equa distribuzione su tutto il territorio nazionale delle migliori pratiche cliniche e/o di prevenzione delle malattie, verrà poi proposta, supportata e monitorata la creazione di reti monotematiche per la cura delle patologie (ad esempio, in campo oncologico, neurologico, ecc.), in modo da consentire a tutti i cittadini una sorta di prossimità di accesso alle migliori procedure disponibili. In funzione di una strategia condivisa a livello di Paese, e considerato anche che la ricerca rientra tra le materie a legislazione concorrente da parte delle Regioni, potranno essere avanzate proposte utili a facilitare il coordinamento dei diversi attori pubblici impegnati nel settore, a vantaggio dell'efficienza nell uso delle risorse e della crescita degli investimenti in ricerca e sviluppo (R&S), per i quali risulta cruciale lo snellimento delle procedure burocratiche e la concentrazione degli investimenti stessi. Nell ambito dell attività di governance esercitata dal nostro Paese presso le istituzioni europee, inoltre, verrà agevolata la partecipazione della Rete della ricerca sanitaria italiana ai progetti finanziati con i fondi dell Unione (Progetto internazionalizzazione) e la partecipazione alle infrastrutture di ricerca europee. Nel contempo, si punterà al rafforzamento delle strutture di eccellenza presenti sul nostro territorio, preparando il SSN ad affrontare la competizione europea in materia di assistenza sanitaria transfrontaliera. In questa ottica, in particolare, occorrerà dare attuazione alle disposizioni che per gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) introducono, per un verso, criteri di classificazione sulla base di indicatori qualitativi e quantitativi di carattere scientifico di comprovato valore internazionale anche ai fini dell inserimento di tali soggetti nella rete di attività di ricerca e, per altro verso, prevedono l individuazione delle modalità attraverso cui realizzare l'attività di ricerca scientifica in materia sanitaria a livello internazionale al precipuo fine di garantire una visione unitaria delle attività di ricerca scientifica nel campo sanitario svolte dagli Irccs stessi (art. 14, co. 12, d.l. n. 158 del 2012). 11

12 2.3. Politiche sanitarie internazionali. In data 5 aprile 2014 è entrato in vigore il Decreto legislativo n. 38 del 4 marzo 2014 con il quale sono state recepite la Direttiva n. 2011/24/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2011, concernente l applicazione dei diritti dei pazienti relativi all assistenza sanitaria transfrontaliera, nonché la Direttiva di esecuzione 2012/52/UE della Commissione del 20 dicembre 2012, comportante misure destinate ad agevolare il riconoscimento delle ricette mediche emesse in un altro Stato membro 1. Nel corso del 2015 si dovranno affrontare, in particolare, le problematiche connesse alla istituzione del Punto di Contatto Nazionale (ex art. 6); rimborso e tariffe ( art. 7); autorizzazione preventiva e procedure amministrative (ex art.8 e 9); riconoscimento delle prescrizioni (ex art. 11); Reti di riferimento europee e Centri di eccellenza (ex art. 12). Infatti, il citato provvedimento impegna tutti i livelli del SSN ad uno sforzo di riorganizzazione delle competenze e delle procedure al fine di evitare che le cure transfrontaliere, tutelate dalla direttiva, possano creare uno sbilanciamento tra l attrazione delle offerte di prestazioni sanitarie provenienti da operatori pubblici e privati di altri Stati rispetto alla capacità attrattiva delle istituzioni sanitarie nazionali, ASL, Aziende ospedaliere, IRRCS, Istituzioni di eccellenza. Nel corso del 2015 sarà altresì necessario affrontare, congiuntamente alle Regioni, le problematiche poste dalla attuazione delle previsioni contenute nel decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 38. A tal riguardo si rappresenta che l articolo 2 del nuovo Patto per la salute titolato Mobilità transfrontaliera prevede, al fine di garantire una omogenea applicazione in tutte le Regioni del D.Lgs 4 marzo 2014 n. 38, di procedere ad una tempestiva adozione delle linee guida previste dall articolo 19, comma 3, del suddetto decreto, al fine di fornire tempestivamente le istruzioni più urgenti in fase di prima applicazione, riguardanti in particolare i criteri di autorizzazione e rimborso e le relative procedure amministrative, garantendo successivamente ulteriori indicazioni ed aggiornamenti anche in base alle problematiche rilevate dalla casistica trattata. Con il Patto è stato convenuto, altresì, di procedere all analisi sistematizzata, ai fini di una eventuale revisione e/o modificazione, e/o integrazione, delle norme che consentono il ricorso all assistenza sanitaria all estero, attesa la complessa applicazione delle stesse in modo omogeneo sul territorio nazionale, al fine di offrire le massime garanzie di tutela ai cittadini e realizzare nel contempo un costante monitoraggio della mobilità internazionale, per individuare e contenere fenomeni di ricorso inappropriato alle cure 2. In materia di costituzioni di reti di eccellenze in ambito UE, il decreto legislativo n. 38 ha previsto l istituzione di un organismo di coordinamento e monitoraggio, in armonia con quelli già esistenti in ambito comunitario, per rendere pienamente confrontabili i 1 Durante la definizione del testo, a cui hanno contribuito attivamente le Regioni e le Province autonome, l IIS, l AIFA, il progetto mattone internazionale e HONCAB, sono state approfondite le peculiarità e l impatto della disciplina sulla organizzazione del nostro Servizio sanitario nazionale. 2 A tale scopo, si è convenuto di istituire un apposito gruppo di lavoro Ministero della salute, Agenas e Regioni per l esame delle suddette norme. 12

13 risultati già raggiunti e individuare modelli orientati alla valorizzazione delle eccellenze nelle strutture sanitarie italiane, anche in vista della loro partecipazione alle ERN. Sempre in materia di mobilità sanitaria internazionale, occorrerà poi fare riferimento anche all applicazione dei vigenti regolamenti comunitari di sicurezza sociale (regg. CE nn. 883/2004 e 987/2009). Al fine di consentire e agevolare il miglior coordinamento possibile delle istituzioni coinvolte (Ministero, Regioni e ASL) andranno adottate tutte le iniziative necessarie a portare a compimento, anche con la collaborazione del Ministero dell economia e delle finanze, la complessiva riforma prevista dalle leggi di stabilità 2013 e Nel corso del 2015 dovrà essere garantita una costante e attiva partecipazione alla fase ascendente del diritto europeo, anche attraverso la partecipazione ai piani pluriennali e alle iniziative collaborative da questi previste ( quali calls, joint actions, joint initiatives), assumendone la guida (quando possibile e compatibilmente con le risorse a disposizione. Sarà, inoltre, opportuno, nell ottica delle relazioni bilaterali, proseguire l opera di diffusione delle informazioni e di sostegno diretta ai progetti di gemellaggio e di assistenza tecnica finanziati dall Unione Europea, che vedono nei preesistenti rapporti bilaterali e memorandum di Intesa (MoU) un rilevante strumento di facilitazione. Sotto altro profilo, la partecipazione del Ministero alle attività delle maggiori Organizzazioni internazionali, quali l Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e le altre Agenzie delle Nazioni Unite, dovrà declinarsi anche attraverso il contributo tecnico alle convenzioni, ai programmi e ai progetti più significativi. Si porterà a conclusione, in collaborazione con l Ufficio Regionale Europeo dell OMS, il progetto diretto alla tutela della salute delle popolazioni migranti denominato Public health Aspects of Migration in Europe, che mira al rafforzamento della capacità di risposta degli Stati membri della regione europea dell OMS a emergenze sanitarie legate ad aumentati flussi migratori. Merita, inoltre, di essere rafforzato il ruolo propulsivo dell Italia nelle politiche del Mediterraneo, anche attraverso la partecipazione a iniziative dell Unione per il Mediterraneo, alla luce di quanto emerso nel corso del semestre di presidenza italiana del Consiglio UE. I positivi risultati sin qui conseguiti dai progetti di partenariato promossi e finanziati dal Ministero della salute costituiscono un patrimonio da non disperdere e, anzi, da valorizzare ed ampliare. La rilevanza del fenomeno migratorio che interessa l Italia richiede interventi strutturali ed integrati, attualmente oggetto di confronto e condivisione con l Unione Europea. Nell ambito delle politiche sanitarie correlate al fenomeno, assume rilevanza la garanzia dell accesso all assistenza sanitaria nei confronti dei migranti. In tale contesto, con specifico riferimento ai beneficiari di protezione internazionale, al Ministero della salute spetta l adozione di linee guida per la programmazione degli interventi di assistenza e riabilitazione nonché per il trattamento dei disturbi psichici dei titolari dello status di rifugiato e dello status di protezione sussidiaria, che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale. Più in generale la risposta alla 3 L art. 1, comma 82 e ss., l. n. 228 del 2012 ridisegna le competenze in materia tra Stato e regioni, in particolar modo per quanto concerne i connessi oneri economici (a decorrere dall l imputazione economica delle relative spese non va più riferita al bilancio dello Stato ma a quello dell ASL di residenza dell assistito). L art. 1 comma 222 legge 147/2013 proroga al 31 dicembre 2014 la definizione delle modalità attuative del trasferimento dallo Stato alle Regioni e Province autonome. 13

14 domanda di salute dei migranti richiede la predisposizione e il coordinamento di una rete di servizi socio-sanitari in grado di soddisfare i bisogni di salute anche non esplicitati con funzione di promozione della salute, prevenzione e diagnosi precoce delle patologie a più alta morbilità e mortalità. Inoltre, per governare le iniziative di accoglienza gestite dalle ONG a favore dei minori affetti da gravi patologie provenienti da zone di guerra, il Ministero avvierà un coordinamento nazionale per consentire un ottimale programmazione dei ricoveri sul territorio nazionale pianificando le risorse finanziarie da assegnare. 14

15 2.4. Promozione della qualità e dell appropriatezza dell assistenza sanitaria Costi e fabbisogni standard nel settore sanitario. In materia di costi e fabbisogni standard, le attività del Ministero della salute proseguiranno e saranno finalizzate, in ossequio alle vigenti disposizioni normative 4, a rivedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica e nel rispetto degli obblighi assunti dall Italia in sede comunitaria, i criteri di riparto delle risorse destinate al finanziamento del SSN, tenendo conto del trend di miglioramento per il raggiungimento degli standard di qualità e attraverso nuove modalità di pesature, secondo i criteri già indicati dall articolo 1, comma 34, della legge n. 662/1996. Al riguardo, si rappresenta che il nuovo Patto per la salute , all articolo 1, comma 8 prevede che Il Ministro della salute, in attuazione dell articolo 30 del decreto legislativo n. 68 del 2011, presenta alla Conferenza Stato-Regioni, per la prevista Intesa, entro il 31 dicembre 2014, un documento di proposte per implementare un sistema adeguato di valutazione della qualità delle cure e dell uniformità dell assistenza sul territorio nazionale ai fini del monitoraggio costante dell efficacia e dell efficienza dei servizi, nonché degli adempimenti di cui dall articolo 27, comma 11 del decreto legislativo n. 68/2011. A tal fine, il Ministero dovrà dotarsi dei dati necessari per la costruzione degli strumenti di monitoraggio sistematico dei livelli essenziali di assistenza (LEA) attraverso una lettura integrata delle prestazioni erogate ai cittadini nell ambito dei diversi livelli assistenziali, a partire da quelli ospedaliero e territoriale, con particolare riferimento all assistenza residenziale, semiresidenziale e domiciliare e con l aggiunta di quelle prestazioni erogate in ambiti assistenziali a cavallo tra ospedale e territorio (emergenzaurgenza). Il patrimonio informativo sviluppato dal Nuovo sistema informativo sanitario (NSIS) potrà contribuire a fornire le informazioni necessarie per realizzare appropriati modelli di analisi dei costi e fabbisogni standard e per costruire adeguati e dinamici indicatori dell effettivo bisogno di salute della popolazione 6. 4 Ai sensi del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, sul c.d. federalismo fiscale: - il fabbisogno sanitario standard, determinato ai sensi dell'articolo 26, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica e degli obblighi assunti dall'italia in sede comunitaria, costituisce l'ammontare di risorse necessarie ad assicurare i livelli essenziali di assistenza in condizioni di efficienza ed appropriatezza (art. 25, co. 2); - a decorrere dall'anno 2013 il fabbisogno sanitario nazionale standard è determinato, in coerenza con il quadro macroeconomico complessivo e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e degli obblighi assunti dall'italia in sede comunitaria, tramite intesa, coerentemente con il fabbisogno derivante dalla determinazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) erogati in condizioni di efficienza ed appropriatezza. [ ] (art. 26, co. 1); - in prima applicazione, il fabbisogno sanitario standard delle singole regioni a statuto ordinario, cumulativamente pari al livello del fabbisogno sanitario nazionale standard, sia determinato a decorrere dall'anno 2013, applicando a tutte le regioni i valori di costo rilevati nelle regioni di riferimento (art. 27, comma 4). Sancisce in particolare l art. 29 che in coerenza con il processo di convergenza di cui all'articolo 20, comma 1, lettera b), della citata legge n. 42 del 2009, a valere dal 2014, al fine di garantire continuità ed efficacia al processo di efficientamento dei servizi sanitari regionali, i criteri di cui all'articolo 27 del presente decreto sono rideterminati, con cadenza biennale, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, ai sensi dell'articolo 3 del citato decreto legislativo n. 281 del 1997, comunque nel rispetto del livello di fabbisogno standard nazionale come definito all'articolo Patto per la salute , su cui è stata espressa l Intesa della Conferenza Stato-Regioni il 10 luglio Già attualmente il Comitato paritetico permanente per la verifica e l erogazione dei LEA - istituito dall Intesa Statoregioni del 23 marzo 2005 presso il Ministero della salute (Direzione generale della programmazione sanitaria) con il compito di verificare l'erogazione dei LEA stessi in condizioni di appropriatezza e di efficienza nell'utilizzo delle risorse e la congruità tra le prestazioni da erogare e le risorse messe a disposizione, anche con specifico riferimento all analisi di coerenza tra quanto erogato e i costi sostenuti dal livello regionale e locale - si avvale dei dati dell NSIS. In tale prospettiva, detto Comitato assicurerà il supporto alle attività di coordinamento del monitoraggio dei LEA 15

16 Riorganizzazione dell assistenza primaria e ospedaliera Nel 2015 occorrerà dare ulteriore impulso all azione di riorganizzazione dell assistenza primaria secondo una logica di rete, in modo da consentire la presa in carico globale del paziente, costantemente nel tempo, da parte di un team con competenze diversificate. Nell'ambito di questo obiettivo strategico andranno consolidati i legami tra ospedale e territorio, anche attraverso l'accelerazione dell'attuazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e delle Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) da parte delle regioni, per garantire l'assistenza primaria in un'ottica di complementarietà con le strutture ospedaliere e per l'accrescimento della capacità di presa in carico del cittadino assistito dal SSN 7. Per gli assistiti che vengono dimessi dall'ospedale e presi in carico sul territorio la continuità delle cure deve essere garantita già durante il ricovero da un'attività di valutazione multidimensionale, che prenda in esame le condizioni cliniche e socioassistenziali del paziente al fine di definire, in accordo con il medico di medicina generale e durante il ricovero stesso, il percorso assistenziale più idoneo, in coerenza con la rete dei servizi sociali e distrettuali esistente. Tutto ciò richiede la riorganizzazione del servizio territoriale, in modo da garantire mediante modelli organizzativi adattabili ai diversi contesti territoriali la continuità assistenziale durante le 24 ore e per 7 giorni alla settimana, con l ulteriore effetto di limitare il ricorso ai servizi d urgenza e d emergenza. Uno strumento utile alla realizzazione di tali finalità è sicuramente l integrazione del servizio di Continuità Assistenziale(CA) con il Sistema territoriale di Emergenza 118, che consentirebbe di intercettare preventivamente, laddove possibile, i codici Bianchi e Verdi. Altro strumento efficace a realizzare la continuità assistenziale è il coinvolgimento diretto non solo dei livelli preventivi, ospedaliero e territoriale, ma anche delle diverse professionalità coinvolte, alla cui interazione potrà dare un impulso decisivo l uso della telematica, ad esempio attraverso progetti di telemedicina. Importante è la verifica di efficacia del sistema attraverso la ricognizione dei risultati mediante adeguati strumenti di monitoraggio e valutazione dell erogazione dell assistenza primaria in termini di qualità ed equità su tutto il territorio italiano. affidati al Ministro della salute dall art. 30 del d.lgs. n. 68/2011 cit. Si evidenzia altresì che la normativa vigente per l anno 2013 l art. 27 d.lgs. n. 68/2011 ha previsto che il fabbisogno sanitario nazionale standard sia determinato, in coerenza con il quadro macroeconomico complessivo e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e degli obblighi assunti dall'italia in sede comunitaria, coerentemente con il fabbisogno derivante dalla determinazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea) erogati in condizioni di efficienza e appropriatezza, d intesa con la Conferenza Statoregioni. Ai fini della determinazione dei costi e fabbisogni standard regionali, detto fabbisogno è determinato applicando a tutte le Regioni i valori di costo rilevati nelle Regioni di riferimento. Al riguardo, mediante un azione sinergica con il Ministero dell economia e delle finanze, si è provveduto, utilizzando il calcolo dell indicatore di qualità e di efficienza (IQE), all elaborazione della graduatoria delle Regioni eligibili e all individuazione delle 5 Regioni benchmark, in ossequio al disposto dell articolo 27, comma 5, cit. 7 Tra gli strumenti per realizzare la continuità delle cure e l'integrazione tra i servizi e i professionisti, si ribadiscono quelli, peraltro già noti, dei percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) per specifiche patologie, delle reti cliniche integrate per la gestione della cronicità, delle modalità finalizzate a evitare il ricovero ospedaliero (AD ed ADI), delle strutture sanitarie residenziali per l'erogazione delle "cure intermedie", delle reti informatiche e di telemedicina per realizzare efficienti modalità di comunicazione fra servizi e operatori. 16

17 Per tale finalità si ritiene che dovranno essere definiti modelli di interrogazione, integrazione e interconnessione delle fonti informative, necessari per costruire idonei e validi sistemi di indicatori Per la riorganizzazione dell assistenza ospedaliera, in attuazione dell articolo 15, comma 13, lett. c) del D.L. n. 95/2012 convertito, con modificazioni, dalla L. n. 135/2012, nella prospettiva derivante dal regolamento recante Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all assistenza ospedaliera, sul quale è stata raggiunta l Intesa della Conferenza Stato Regioni nella seduta del 5 agosto 2014, così come previsto dall articolo 3 comma 1 del Patto della salute, il Ministero della salute dovrà realizzare gli adempimenti previsti, in coordinamento con Regioni e Agenas, sia in relazione alla definizione di linee guida per i criteri di ammissione ai trattamenti ospedalieri, che per la definizione dei valori soglia per volumi di attività specifici, correlati agli esiti migliori e soglie per rischi di esito, con aggiornamento del decreto ministeriale sulle alte specialità, nonché per la individuazione di linee di indirizzo e profili organizzativi relativi agli standard della clinical governance. In tal senso, allo scopo di completare il potenziamento del ruolo delle farmacie convenzionate nell erogazione dei servizi sanitari sul territorio dovranno essere elaborate azioni specifiche per la compiuta attuazione della c.d. Farmacia dei servizi Qualità dei servizi sanitari e umanizzazione delle cure L'azione dell amministrazione dovrà incentrarsi sulla definizione di strumenti che favoriscano efficienza, appropriatezza e qualità degli interventi sanitari, garantendone l appropriata valutazione, soprattutto in relazione all assistenza primaria, alla pediatria di base, alla psichiatria, alla gestione degli anziani e dei disabili nel territorio, alla terapia del dolore e alle cure palliative, alla creazione di percorsi preferenziali per l'oncologia e per il trattamento della patologia cardiovascolare, al diabete e alle malattie metaboliche, anche tramite la messa in atto di un Programma nazionale per la promozione della qualità e della sicurezza delle cure. Ciò anche in coerenza con quanto previsto nelle conclusioni del Consiglio europeo. In tal senso sarà necessario procedere alla compiuta attuazione dell Intesa Stato-Regioni del 20 dicembre 2012 recante Disciplinare sulla revisione della normativa dell Accreditamento. Tali azioni richiederanno un rinnovato impegno per armonizzare gli indirizzi delle politiche sanitarie rivolte a garantire sicurezza e qualità delle cure erogate ai pazienti, così come previsto nelle proposte elaborate dal nostro Paese nelle conclusioni del Consiglio dell Unione Europea sul tema. In questo senso, nelle azioni programmatorie previste dovranno essere integrati i processi di valutazione delle tecnologie sanitarie, per consentire l allineamento coerente tra le esigenze dell efficienza con quelle prioritarie di efficacia, qualità, sicurezza e appropriatezza. Solo un deciso intervento volto a favorire lo spostamento sul territorio del trattamento socio-sanitario delle principali patologie croniche consentirà che il processo di miglioramento della qualità dell assistenza si sviluppi in coerenza con l esigenza di contenimento e di razionalizzazione della spesa sanitaria, particolarmente forte nelle regioni sottoposte a programmi di riorganizzazione, riqualificazione e rafforzamento dei servizi sanitari regionali (cd. piani di rientro ). 17

18 Per queste ultime, dovranno essere rafforzate le azioni di affiancamento e sostegno al perseguimento degli obiettivi di efficientamento, ferma restando la garanzia uniforme e adeguata dei LEA 8. In questo ambito, occorrerà proseguire nell azione di monitoraggio, con conseguente verifica, degli obiettivi assunti con i Piani di riqualificazione ( programmi operativi ), anche nei confronti delle regioni non impegnate nei processi di riqualificazione, ma sottoposte puntualmente alla verifica degli adempimenti disposti dalla legislazione corrente e pattizia. Come concordato in sede di Patto per la salute si intende promuovere una metodologia che renda più efficace in termini di qualità, appropriatezza ed efficienza il sistema di verifica degli adempimenti di competenza del comitato LEA ai quali sono sottoposte annualmente le regioni per l accesso al finanziamento integrativo. Andrà promossa la trasparenza quale strumento per la comunicazione con il cittadino (oltre che per il controllo di legalità). Occorrerà quindi sottoporre a verifica le attività, le funzioni, la struttura, la regolamentazione interna e le modalità attraverso cui si svolgono i processi organizzativi, anche sul presupposto che l inappropriatezza degli interventi clinici e assistenziali costituisce l indicatore della presenza di un difetto di organizzazione. In questo contesto, vista la complessità delle scelte che riguardano la gestione della sanità, occorrerà investire specifiche risorse per curare una formazione di elevata qualità per i policy maker e i manager, in considerazione delle crescenti responsabilità correlate al ruolo ricoperto Sotto altro profilo, si dovrà proseguire nel percorso di umanizzazione delle cure, attraverso una compiuta analisi dei reali bisogni delle persone, dei contesti, delle relazioni tra persone e ambienti, dei processi cognitivi ed emotivi individuali e di gruppo, in modo da individuare i bisogni latenti e di contestualizzare le richieste esplicite. A tale riguardo, si rappresenta che per la prima volta anche il nuovo Patto per la salute , all articolo 4, contiene una previsione specifica al riguardo. Infatti, l umanizzazione nella organizzazione sanitaria garantisce il recupero della centralità del paziente facendosi carico non solo degli aspetti fisici della malattia, ma anche di quelli psicologici relazionali e sociali. Il concetto di centralità del paziente nei servizi sanitari è stato, infatti, più volte affermato in questi anni nella normativa internazionale, nazionale, regionale e i diritti dei pazienti sono la meta prioritaria dei singoli paesi e delle associazioni di pazienti. Pertanto, nel nuovo Patto è previsto che, alla luce di quanto già stabilito con Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sulle linee progettuali per l utilizzo da parte delle Regioni delle risorse vincolate ai sensi dell articolo 1, commi 34 e 34 bis, della legge 23 dicembre 1996 n. 662 per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilevo nazionale, a decorrere dal 2013 e per tutta la vigenza del nuovo Patto, il Ministero della salute propone un documento contenente gli ambiti prioritari di intervento al fine di dare attuazione 8 Al riguardo, si evidenzia come tali programmi di riorganizzazione e di riqualificazione del servizio sanitario regionale sui disavanzi sanitari richiedono una rivisitazione, ricordando che di fronte a grandi indebitamenti la prima reazione è pretendere un inversione di marcia, ma anche che questa, per potersi consolidare, deve potere incidere strutturalmente sull assetto organizzativo e funzionale dei sistemi regionali, rischiando altrimenti di risultare vana o comunque esclusivamente e temporaneamente idonea a regolare i conti. 18

19 all umanizzazione delle cure, da sancire con Accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, ai sensi dell articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997 n Il nuovo Patto prevede anche la predisposizione di un programma annuale di umanizzazione delle cure, che comprenda la definizione di almeno una attività progettuale in tema di formazione del personale ed una attività progettuale in tema di cambiamento organizzativo, indirizzato prioritariamente alle seguenti aree assistenziali: Area critica, Pediatria, Comunicazione, Oncologia, Assistenza domiciliare. Il tema, così come proposto nel position paper concordato con le regioni e sottoposto all attenzione dei Paesi membri dell UE durante il Semestre europeo, continuerà ad essere promosso anche attraverso l attivazione di una rete informativa che monitori e documenti le attività dei Paesi dell UE relativamente alla terapia del dolore ed alle cure palliative del paziente anziano Appare centrale, infine, la prosecuzione del programma pluriennale di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie previsto dall art. 20 della 11 marzo 1988, n. 67, al fine di garantire nel tempo il mantenimento e il rinnovo del patrimonio nazionale delle strutture sanitarie Il Piano sanitario nazionale. Il Piano sanitario nazionale (PSN) è il principale strumento di programmazione sanitaria attraverso cui, in un dato arco temporale, vengono definiti gli obiettivi da raggiungere attraverso l individuazione di azioni e di strategie strumentali alla realizzazione delle prestazioni istituzionali del SSN. Esso rappresenta quindi il primo punto di riferimento per ogni riforma e iniziativa riguardante il sistema sanitario, sia a livello centrale sia a livello locale 9. Al riguardo, dovrà essere predisposta una nuova proposta di PSN che, in continuità con il precedente, ne proietti in avanti gli obiettivi e le azioni per rendere il SSN coerente - in termini di qualità, efficienza e corretto utilizzo delle risorse, nel rispetto delle competenze istituzionali, dei vincoli programmatici di finanza pubblica - alle aspettative e ai bisogni di una società in continua evoluzione. In tal senso il nuovo schema di Piano Sanitario Nazionale dovrà: - porre l enfasi sugli aspetti della prevenzione e della valutazione dell impatto sulla salute, ribadendo la necessità di politiche intersettoriali 10 ; - insistere sulla concretezza delle azioni da porre in essere per la ristrutturazione delle reti assistenziali nel senso di una rimodulazione dell offerta verso un rafforzamento della risposta territoriale rispetto all ospedaliera, in un rinnovato patto con il cittadino attore informato e partecipe delle scelte in tema di salute; - riconoscere la necessità di lavorare in termini di miglioramento dell appropriatezza sia nell utilizzo sia nell introduzione di nuove procedure, farmaci, dispositivi medici; ciò al fine di coniugare la qualità alla sostenibilità delle cure (in tale prospettiva, è essenziale il ricorso all ICT, che può tra l altro facilitare la scelta di soluzioni alternative al ricovero o alla residenzialità, accrescendo il gradimento dei cittadini); 9 È attraverso il PSN che lo Stato stabilisce le linee generali di indirizzo del SSN, nell osservanza degli obiettivi e dei vincoli posti dalla programmazione economico-finanziaria nazionale, in materia di prevenzione, cura e riabilitazione, nonché di assistenza sanitaria da applicare conformemente e secondo criteri di uniformità su tutto il territorio nazionale. 10 La concertazione delle politiche è lo strumento facilitatore dell incontro delle responsabilità e delle risorse, secondo il principio dei finanziamenti convergenti e complementari sui medesimi obiettivi. 19

20 - affrontare gli snodi strategici del sistema, tra i quali in primo luogo l effettiva erogazione dei LEA e il loro monitoraggio e valutazione, nel rispetto dell appropriatezza, dei tempi di attesa, del governo clinico; - porre particolare accento su alcune priorità clinico-assistenziali, quali in particolare il percorso nascita e gli interventi da realizzare per la tutela dell età senile Piano nazionale esiti (PNE)11. Il PNE andrà potenziato in modo da enfatizzarne il ruolo di strumento a disposizione di aziende e operatori per il miglioramento delle performance e per l analisi dei profili critici. Allo scopo di incrementare il tasso di trasparenza nei confronti dei cittadini, occorrerà sviluppare un programma di comunicazione attraverso la realizzazione di un portale web dedicato, inizialmente focalizzato sull assistenza ospedaliera, contenente informazioni descrittive dettagliate dell offerta di servizi di ciascun ospedale e valutazioni sulla qualità delle cure erogate, presentate in forme e linguaggi adatti alla comunicazione orientata ai cittadini Iniziative in materia di personale del SSN Valorizzazione ed integrazione delle competenze professionali. Nell anno 2015 proseguiranno le attività volte alla realizzazione dell obiettivo della valorizzazione delle competenze dei professionisti, ponendo particolare attenzione alla esigenza della loro integrazione funzionale finalizzata all incremento dell efficacia e della qualità delle prestazioni sanitarie. Considerato che in ambito sanitario operano una pluralità di professionisti, in buona parte provenienti da percorsi formativi diversi e con autonome competenze professionali (medici, infermieri, fisioterapisti, tecnici sanitari, ecc.), si ritiene necessario sviluppare le problematiche derivanti dalla interdipendenza dei rapporti interprofessionali e d équipe. Tale attività dovrà essere sviluppata tenendo conto della esistenza di situazioni estremamente diversificate sul territorio nazionale e della essenzialità del lavoro interdisciplinare e multi-professionale, sia all interno delle attività clinico assistenziali dirette alla tutela della salute degli individui e della collettività, sia all interno della molteplicità dei modelli organizzativi adottati ai diversi livelli istituzionali Mobilità del personale, turn over e precariato. Le stringenti disposizioni che a legislazione vigente comportano limitazioni alle disponibilità finanziarie pongono l esigenza di una razionale ridistribuzione delle risorse umane. In proposito, soprattutto alle Regioni, è data la possibilità di porre in essere processi di mobilità del personale dipendente dalle Asl di competenza. Il problema è ulteriormente acuito dal blocco del turn over del personale sanitario, che, pur rispondendo a condivisibili esigenze di finanza pubblica, può tuttavia comportare in 11 Il PNE è lo strumento finalizzato all analisi e valutazione dell offerta sanitaria in termini di qualità delle cure erogate nell ambito ospedaliero (lato offerta ). Esso si avvale di un set di indicatori finalizzati ad analizzare e valutare in modo strutturato e omogeneo la qualità delle cure erogate, in particolare, nell assistenza ospedaliera e permette di disporre con trasparenza di informazioni oggettive in merito alle performance delle strutture ospedaliere del SSN 20