Facciamoci del bene! PREMESSA L INEE GUIDA P ER UN WELFA R E MUNICIPA LE G I US T O, EF F IC I E NT E, INNOVAT I VO

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1 Facciamoci del bene! L INEE GUIDA P ER UN WELFA R E MUNICIPA LE G I US T O, EF F IC I E NT E, INNOVAT I VO PREMESSA Sulla scorta delle linee guida elaborate dalla segreteria provinciale, in vista delle prossime amministrative, che porteranno al voto la maggior parte dei comuni bresciani, crediamo sia opportuno proporre un focus sul tema del welfare. Si percepisce una scarsa attenzione su scala nazionale (concentrata più su alcuni snodi quali lavoro e previdenza sociale) e anche livello locale una comunicazione deficitaria. L intenzione di questo documento è anche quello di stimolare un maggiore scambio di informazioni tra amministratori locali, consiglieri comunali di maggioranza, minoranza, semplici iscritti, cittadini. Un dato difficile da leggere è la rilevanza del comparto socio sanitario all interno delle scelte complessive delle varie amministrazioni comunali; non bastano i dati percentuali di spesa sociale sul totale del bilancio comunale (pur importanti) per capire se il sociale ha uno spazio residuale (come purtroppo nella maggior dei casi sembra essere) oppure se esso è adeguatamente valorizzato. A livello complessivo possiamo individuare alcuni macro-fattori di rischio per il benessere socio-economico: lavoro, abitazione, condizione di marginalità e povertà. Essi non sono presenti con uguale intensità e visibilità nei contesti territoriali. Molto spesso ci si trova a definire alcune problematiche come irrisolvibili, perché non riconducibili alle responsabilità dell ente locale. Di fatto, se vogliamo riprendere in mano le sorti di questo paese. E necessario che ogni istituzione abbia una visione complessiva della situazione e la affronti con un approccio circolare e non più verticale (stato-regione-provincia-ente locale), a fronte soprattutto delle razionalizzazioni imposte dalle scelte nazionali. In altre parole dobbiamo rispondere al deficit economico con un surplus di solidarietà, coesione, coraggio, spirito di iniziativa diffusa e un attenzione più forte all efficienza e all economicità degli interventi. Dobbiamo contagiare le coscienze ma soprattutto sperimentare nuove pratiche, in una visione più ampia, persino europea. Certo un compito arduo, ma forse è una delle poche eredità positive che questa crisi sociale ci ha posto di fronte, con rinnovato senso di responsabilità.

2 ANDARE OLT R E I LIVELLI ESS E N ZI A LI: SP UNTI E PROP OST E PREVENZIONE E ACCOMPAGNAMENTO SINERGIA Puntare sulla prevenzione attraverso azioni di formazione degli operatori e dei cittadini stessi. Dobbiamo fornire risposte non solo monetarie: Le situazioni più virtuose sembrano quelle in cui l intervento economico è integrato, coordinato e finalizzato ad un recupero delle competenze e delle responsabilità sociali degli utenti, attraverso impegni di restituzione (ad es. il prestito sull onore) o la fornitura di servizi/prestazioni in cambio di sussidi economici (es: lavori socialmente utili). Mettere in campo ogni sforzo per giungere ad una messa in rete di tutte le risorse umane e non presenti sul territorio di competenza; occorre passare dalle esperienze virtuose ad una virtuosità di sistema. Questo può essere un modo anche per fare cartello e rafforzare il proprio peso politico a fronte dei tagli imposta dall alto in un ottica di equa razionalizzazione. Secondo autorevoli studi di settore si sono verificati in questi anni dei tagli inopportuni in alcuni ambiti sensibili (es: il fondo di non autosufficienza) a favore di interventi non prioritari o fallimentari (social card, contributi alle giovani coppie etc ) reiterandoli per mere finalità propagandistiche o peggio populistiche. UN PAT TO DI COMUNITÀ Favorire veri e propri patti civici di comunità (un esempio sul versante educativo possono essere i vari patti per l educazione attivi in diversi comuni del bresciano) come modello di condivisione di idee e pratiche volte a rafforzare la coesione sociale: giovani, mondo adulto, anziani, stranieri. Questo approccio potrebbe aiutare ad affrontare in maniera più efficace le rispettive problematiche (marginalità, solitudine, razzismo etc..). Si possono promuovere progetti di cittadinanza attiva (anche a livello sovracomunale) ad esempio creando tavoli di confronto (vi sono alcune esperienze bresciane significative quali forum, tavoli etc ). Sempre in quest ottica inclusiva e sistemica, un attenzione particolare dev essere rivolta al mondo dell infanzia e adolescenza: si ribadisce l urgenza di investire nell'infanzia (in termini di servizi e pari opportunità) e prendersene carico a livello non solo istituzionale, ma anche culturale, tramite azioni di promozione, sviluppo e crescita. Infine, ma non per ultimo, inserire nell agenda politico/amministrativa anche la questione di genere, il ruolo della donna e la sua valorizzazione, e con esso il fenomeno della violenza. Strategico è il fattore preventivo promuovendo in tal senso forme di associazionismo femminile e maschile, agendo così sulle cause stesse del fenomeno. In un patto di comunità devono convergere tutte le marginalità, anche quelle

3 rappresentate dai padri e madri separati, fenomeno sempre più in aumento e codificato anche a livello statistico/sociologico. ENTI NO PROFIT: RISORSA PREZIOSA E IMPRESCINDIBILE Riconoscere l importanza dell offerta privata e non profit (Rsa, fondazioni, cooperative sociali, imprese sociali etc..) non solo in senso di sussidiarietà, ma altresì di complementarietà, rimuovendo eventuali ostacoli economici per l accesso (gli strumenti possono essere diversi, dalla forma di convenzione alla compartecipazione nella spesa) RUOLO STRATEGICO DEL TERZO SETTORE E DEL VOLONTARIATO La ricchezza di presenze del terzo settore bresciano è cosa nota. Rafforzare quindi sempre più la disponibilità alla collaborazione (da parte sia dell attore pubblico che di quello di privato-sociale), attraverso condizioni normative capaci di promuovere e valorizzare il welfare plurale. Un azione interessante potrebbe essere quella di valorizzare, anche economicamente (come forza lavoro ), il peso del Volontariato. Questo consentirebbe di pianificare in maniera complessiva una strategia sensata e, a tal scopo, redigere bilanci realistici e rispettosi dell operato altrui. Incentivare la messa in rete del volontariato (ad esempio incentivando le sinergie dei trasporti, fare in modo che il volontario non sia solo risorsa per il proprio campanile ma per un territorio più ampio) PIANI SOCIALI DI ZONA Nella fase della loro costruzione e del loro aggiornamento, va dato reale spazio da parte dei Comuni ai soggetti del terzo settore e del no profit per la rilevazione congiunta dei bisogni della comunità, per l individuazione delle risposte e degli interventi da porre in essere, per l utilizzo delle risorse a disposizione. Tutto ciò nell ottica dei nuovi assetti normativi orientati sempre più verso gestioni associate dei servizi alla persona. RUOLO STRATEGICO DELLA FILANTROPIA Un obiettivo del welfare municipale potrebbe essere quello di sviluppare politiche volte alla promozione di raccolta fondi, sia in prima persona (accentuando la sottoscrizione del 5 per mille indicando obiettivi specifici) sia promuovendo campagne di sensibilizzazione ad hoc. E possibile favorire l accrescimento di competenze in chiave di fund raising, oppure ancora di crowd funding e altre forme di finanziamento. Questo vale sia per l ente locale, sia per il privato sociale attivo sul territorio.

4 AL BAND O I BAND I Favorire la creazione di bandi per servizi vari (adm, sad, etc..) in cui vi siano criteri di partecipazione stringenti e favorevoli allo sviluppo di realtà economiche significative che operino sul territorio, anche in prospettiva occupazionale, sempre restando nell alveo della normativa nazionale prevista per i bandi pubblici. A tale proposito, può essere utile lo strumento della co-progettazione, forma più evoluta dell appalto con l offerta economicamente più vantaggiosa. RETI FAMILIARI E DI COMUNITÀ: RISORSE DA NON SPRECARE Le famiglie sono ancora in grado di offrire risposte anche a problemi di difficile soluzione, per il pubblico ed il privato stesso. Da Favorire politiche ed azioni civiche in gradi di creare occasioni di solidarietà tra famiglie, rapporti solidali di vicinato, valorizzando ogni tipo di esperienza di auto-mutuo aiuto ( più o meno formalizzate); questo potrebbe contrastare le condizioni di marginalità sociale sempre più crescente nella nostra società. Un attenzione speciale è da riservare alle famiglie di nuova formazione promuovendo una circolazione puntuale di informazioni in merito a incentivi regionali statali e ove possibile promuovere progetti specifici locali. Sono altresì auspicabili le partecipazioni a progetti di conciliazione lavoro/famiglia, favorendo lo sviluppo e crescita personale, sociale ed economico dei singoli e della comunità intera. MISURE DI CONTRASTO E CRESCITA QUESTIONE ABITATIVA Favorire politiche di inserimento lavorativo di persone svantaggiate, con particolare attenzione ai giovani e agli adulti fuoriusciti dal mondo del lavoro: vi sono esperienze virtuose in questo senso che stanno prendendo piede in diverse realtà bresciane, grazie anche ad una rete cooperativistica specializzata in inserimenti lavorativi. Alcune amministrazioni comunali hanno intrapreso iniziative similari riuscendo in molti casi a risolvere situazioni famigliari difficoltose grazie alla creazione di fondi ad hoc. Anche in questo modo si combatte la povertà diffusa. E sempre più grave la situazione sul fronte abitazione. Le morosità incolpevoli aumentano le casistiche di sfratto. L ente locale si trova da solo ad affrontare questa delicata e sofferta situazione. Regione Lombardia eroga dei contributi di sostegno all affitto ma in misura crescente (soprattutto negli ultimi anni) è aumentata la parte di contribuzione da parte dell ente locale che non sempre è in grado di coprire tala capitolo di spesa. Si consiglia di destinare parte del bilancio alla compartecipazione al fondo regionale (ove possibile) e altresì creare fondi specifici per dare sollievo a queste situazioni (facendo incontrare le esigenze dei proprietari e quelle degli inquilini. Ciò potrebbe evitare soluzioni drastiche quali l inserimento delle famiglie sfrattate in comunità alloggio (dannosissime per i bilanci comunali). Tutto ciò non può solo che alleviare la gravità della situazione. Per tali motivi il mettersi in rete

5 (anche a livello di semplice scambio di informazioni/pratiche) consentirebbe una maggiore peso politico da spendere nelle opportune sedi istituzionali. Relativamente agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, di proprietà comunale o di Aler, importanti sono i controlli per individuare eventuali abusi (utilizzo da parte di famiglie che non posseggono più i requisiti e che non avrebbero quindi più bisogno dell alloggio popolare) o per accertare sprechi quali situazioni di marcato sotto-utilizzo, vale a dire famiglie di uno o due componenti che risiedono in alloggi di ampie dimensioni, alle quali offrire alloggi più piccoli.

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