IL CORPO FORESTALE DELLO STATO PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ

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1 IL CORPO FORESTALE DELLO STATO PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ Introduzione 1. LE 130 RISERVE GESTITE DAL CORPO FORESTALE 2. GLI UFFICI PER LA BIODIVERSITÀ 3 I COORDINAMENTI TERRITORIALI PER L AMBIENTE 3. STUDIARE E CONSERVARE LA BIODIVERSITÀ FORESTALE 4. ECOSISTEMI FORESTALI SOTTO CONTROLLO 5. QUANTO CARBONIO C E NELLE NOSTRE FORESTE? 6. I LUPI DI POPOLI 7. TORNA IL GRIFONE NELL APPENNINO CENTRALE 8. SALVIAMO L ORSO BRUNO MARSICANO 9. PREVENIRE I REATI ATTRAVERSO L EDUCAZIONE 10. PERCORSI NATURALISTICI PER I DIVERSAMENTE ABILI 1

2 INTRODUZIONE Il Corpo forestale dello Stato è da sempre impegnato per la salvaguardia, il mantenimento, e l incremento della biodiversità. Questo attraverso la vigilanza e la gestione delle 130 riserve naturali dello Stato che rappresentano la spina dorsale verde d Italia, che custodisce i gioielli naturalistici più preziosi del Paese. Il valore di queste aree protette è di assoluta rilevanza nazionale e internazionale non solo dal punto di vista faunistico per la presenza di mammiferi come l orso, il lupo, la lontra, lo stambecco e la lince, ma anche dal punto di vista floristico ospitando quasi il 20% delle specie vegetali considerate a rischio di conservazione in Italia. Per quanto riguarda l avifauna, poi, basti pensare che delle 88 specie considerate più a rischio in Italia ben 61, ovvero il 70%, nidificano all interno di queste aree. La gestione delle Riserve Naturali è affidata all Ufficio per la Biodiversità del Corpo forestale dello Stato che coordina una serie di attività ed interventi mirati e proporzionati alle caratteristiche naturali e sociali dei territori protetti anche attraverso la promozione di nuove forme di utilizzazione delle risorse naturali fondate sulla sostenibilità e sulla rinnovabilità. Tra queste azioni assumono particolare importanza quelle relative all attuazione di progetti di conservazione di habitat e specie minacciate finanziati attraverso il Regolamento Comunitario LIFE Natura. In particolare si segnalano il progetto Bosco Fontana per la conservazione degli habitat dei vecchi alberi cavi e delle faune saproxiliche (invertebrati che vivono nel legno morto); il progetto Bosco della Mesola con attività di tutela degli ecosistemi e delle specie presenti nel sito Natura 2000, il progetto Orso per la conservazione dell orso bruno nell Appennino centrale, il progetto di reintroduzione del grifone nell Appennino centrale. Attività di conservazione delle risorse genetiche su specie ed ecotipi vegetali autoctoni e/o minacciati vengono condotte nelle strutture per la raccolta e la conservazione dei semi di Dogana di Peri e Pieve Santo Stefano riconosciuti come Centri Nazionali per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale, mentre il genoma di specie animali selvatiche e razze domestiche a rischio di estinzione viene conservato in Riserve naturali di popolamento animale e in altri territori destinati a tali attività. Un terzo Centro Nazionale per la Conservazione della biodiversità è quello di Bosco Fontana ove, attraverso studi finalizzati alla conoscenza degli invertebrati saproxilici, sono stati sperimentati metodi per la valutazione dei livelli di diversità biologica degli ecosistemi attraverso l utilizzo dei suddetti invertebrati come bioindicatori. Il Corpo forestale dello Stato promuove azioni di polizia correlate alla prevenzione e repressione dei reati ambientali che possono incidere significativamente sulla conservazione delle risorse naturali (incendi boschivi, bracconaggio, inquinamento, abusivismo edilizio, cave, discariche, ecc.). Dal 1980, inoltre, il Corpo è incaricato di dare applicazione in Italia alla Convenzione di Washington (Cites) sul commercio delle specie di fauna e flora in estinzione, effettuando ogni anno anche sequestri di animali esotici vivi importati illegalmente, molti dei quali trovano ospitalità nei CRASE (Centri Recupero Animali Selvatici Esotici) gestiti dal WWF. La ricerca e il monitoraggio ambientale vengono condotte soprattutto attraverso la redazione del secondo Inventario Forestale Nazionale e l attuazione del progetto CONECOFOR dedicato ai controlli degli effetti dell inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi forestali. Tramite i Centri per la Conservazione della Biodiversità Forestale, il Corpo forestale dello Stato svolge anche compiti di informazione e di educazione ambientale sul territorio. 2

3 LE 130 RISERVE GESTITE DAL CORPO FORESTALE Attualmente al Corpo forestale dello Stato sono affidate 130 Riserve Naturali per una superficie totale di circa ettari, la spina dorsale verde d Italia, che custodisce i gioielli naturalistici più preziosi del Paese. Le Riserve inserite all interno di Parchi Nazionali sono 58 e rappresentano il vero cuore del Parco dove sono tutelate le maggiori emergenze naturalistiche. Le riserve sono rappresentative di habitat e territori distribuiti su tutto il territorio nazionale. Sulle Alpi, in aree come ad esempio la Riserva della Val Grande o le Riserve delle Dolomiti Bellunesi, la natura è stata risparmiata da quegli interventi distruttivi, in particolare collegati allo sviluppo turistico delle zone montane, che hanno manomesso purtroppo molte vallate e rilievi. Nell area della Valle Padana in particolare l agricoltura industriale e l antropizzazione con il loro capillare sfruttamento dei suoli e delle risorse hanno finito per relegare le aree naturali in territori residuali e marginali. Proprio tali zone rappresentano quindi testimonianze di fondamentale valore scientifico e conservazionistico. In tal senso le Riserve Naturali dello Stato della Val Padana costituiscono un patrimonio prezioso e insostituibile laddove hanno permesso la permanenza di entità animali e vegetali altrimenti destinate ad una sicura estinzione. Basta citare il caso del Bosco della Mesola e del Bosco Fontana. L ambiente appenninico è rappresentato da una rete di riserve di importanza naturalistica inestimabile con la presenza dei più bei boschi montani dell Italia peninsulare come le faggete di Sasso Fratino e dell Abetone o gli ecosistemi tutelati in Molise nelle Riserve di Collemeluccio e Colle di Mezzo che godono anche del riconoscimento di Riserva della Biosfera dell UNESCO. Nel sud d Italia, dove si è sviluppata una maggiore l attenzione verso le tematiche ambientali, le Riserve Naturali dello Stato costituiscono vere e proprie oasi naturali. A titolo di esempio possono essere citate le foreste del Gargano e i boschi di pino laricio e di abete bianco del Pollino, della Sila e dell Aspromonte, i pini loricati della Riserva di Orsomarso. Molte delle riserve presenti sull Appennino sono anche famose per la tutela che garantiscono agli ambienti rupestri. In proposito si ricordano quelle della Pania di Corfino e dell Orrido di Botri in Toscana, la riserva del Monte Velino e le riserve della Majella in Abruzzo, nonché quelle delle Gole del Raganello e della Valle del Fiume Argentino in Calabria. Si tratta di ambienti di basilare importanza per la conservazione delle specie animali e vegetali più rare d Italia con particolare riferimento alle specie endemiche relitte sopravvissute in tali habitat esclusivamente per la loro inaccessibilità garantita appunto da forme di gestione orientate prioritariamente alla conservazione. Particolare importanza hanno le Riserve Naturali dello Stato per la conservazione degli ambienti costieri e delle zone umide. Le zone litoranee sono tra quelle più minacciate in Italia a causa soprattutto dello sviluppo edilizio, in particolare turistico, e dell inquinamento. Alcune di queste riserve insistono su tratti di costa che sono stati salvaguardati grazie all assidua attività di vigilanza e tutela svolta, attività queste senza le quali oggi molti dei nuovi parchi italiani non potrebbero vantare le loro aree costiere più spettacolari e pregiate dal punto di vista naturalistico come quelle della Pineta di Ravenna nell Alto Adriatico, dei litorali rocciosi dell Isola di Montecristo e dell Isola di Caprera, del Lago di Lesina, dei Pantani dell Inferno sul litorale del Circeo, di Metaponto, ecc. In alcun casi va posto in evidenza come l opera di conservazione non sia stata passiva ma abbia comportato ingenti interventi di consolidamento delle dune. Le zone umide infine rappresentano senza dubbio uno degli habitat più rari e preziosi tutelati dalle Riserve. Delle 14 aree protette che possono classificarsi come zone umide 9 sono riconosciute d importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. 3

4 Va rilevato tuttavia che molte riserve prevalentemente forestali, come ad esempio il Bosco della Mesola o la Foresta di Sabaudia, presentano al loro interno ambienti umidi di inestimabile valore naturalistico in quanto relitti delle grandi paludi andate perdute nelle opere di bonifica ed antropizzazione delle pianure. Le zone umide propriamente dette sono costituite da tratti fluviali con i loro bacini di espansione (ad esempio le riserve di Foce Reno e di Frattarolo), da lagune salmastre costiere (come le Sacche di Bellocchio sul Mar Adriatico o i laghi Pontini sul Mar Tirreno), da saline (come Cervia, Tarquinia e Margherita di Savoia) o laghi interni (come Campotosto). Anche una sommaria lista degli animali e delle piante rare ed in via di estinzioni protette in questi ambienti sarebbe molto lunga. Per quanto riguarda l avifauna in queste aree sostano durante le migrazioni e durante il periodo invernale migliaia di uccelli. Nelle Saline di Margherita di Savoia, una delle aree di maggiore importanza per l avifauna a livello continentale, svernano fino a uccelli acquatici e nei laghi pontini più di Durante le migrazioni le presenze sono ancora maggiori. Anche dal punto di vista qualitativo sono da rilevare osservazioni delle specie più rare e minacciate non solo della fauna italiana ma anche della fauna mondiale. Grande rilievo hanno anche le specie nidificanti che in taluni casi come il Fenicottero risultano in aumento. Per comprendere l importanza delle aree protette amministrate dal Corpo forestale dello Stato nel contesto della conservazione della biodiversità nazionale al di là delle considerazioni generali sopra riportate possono essere riportati alcuni dati riguardanti le specie animali e vegetali presenti e tutelate. Dal punto di vista floristico rappresentano soltanto lo 0,33 % del territorio nazionale e circa il 3 % della superficie protetta. Ospitano quasi il 20% delle specie vegetali considerate a vari livelli a rischio di conservazione in Italia. Tale dato è di grande importanza soprattutto dal punto di vista qualitativo trattandosi in molti casi di entità di eccezionale valore scientifico per la peculiarità delle loro caratteristiche. Dal punto di vista faunistico il valore di queste aree protette è di assoluta rilevanza nazionale e comunitaria per la presenza di mammiferi come l orso, il lupo, la lontra, lo stambecco, la lince, ecc. Per quanto riguarda l avifauna basti pensare che delle 88 specie considerate più a rischio in Italia ben 61, ovvero il 70%, nidificano all interno delle riserve a fronte di una superficie del 5% rispetto a quella protetta nazionale. Dal punto di vista qualitativo si rileva che molti di questi uccelli, come ad esempio il lanario, il picchio rosso mezzano, la volpoca, la beccaccia di mare ed altri, sono considerati a livello di conservazione critico in Italia e alcuni come ad esempio il gabbiano corso, il tarabuso e la berta minore, sono minacciati anche a livello europeo. 4

5 GLI UFFICI TERRITORIALI PER LA BIODIVERSITÀ Lo Stato ha la competenza esclusiva in materia di tutela dell ambiente e dell ecosistema. La legge n.36 del 2004 stabilisce le funzioni e le attività del Corpo forestale dello Stato per la tutela di questi beni inestimabili. Tra queste figurano sia le azioni di polizia correlate alla prevenzione e alla repressione dei reati ambientali che possono incidere significativamente sulla conservazione della biodiversità (bracconaggio, inquinamento abusivismo edilizio, cave, discariche, ecc.) sia la vigilanza e la gestione delle Riserve Naturali dello Stato. Quest ultima importante funzione, viene affidata all Ufficio per la biodiversità, una struttura di recente istituzione deputata a: amministrazione, tutela e salvaguardia delle riserve naturali statali riconosciute di importanza nazionale o internazionale nonché degli altri beni destinati alla conservazione della biodiversità animale e vegetale; amministrazione di territori e strutture destinati alla salvaguardia della biodiversità o funzionali allo svolgimento di compiti istituzionali del Corpo forestale dello Stato; coordinamento delle attività di Centri nazionali per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale Dall Ufficio centrale per la biodiversità dipendono funzionalmente gli Uffici Territoriali per la Biodiversità che operano direttamente sulle aree protette e sugli altri beni amministrati. Le attività dei 28 Uffici per la biodiversità sono orientate alla conservazione e alla valorizzazione delle Riserve Naturali dello Stato e degli altri beni amministrati e gli interventi sono mirati e proporzionati alle caratteristiche naturali e sociali dei territori anche attraverso la promozione di nuove forme di utilizzazione delle risorse naturali fondate sulla sostenibilità e sulla rinnovabilità. Esse possono essere così sintetizzate: Interventi di conservazione e miglioramento naturalistico. Particolare rilievo in tal senso hanno le azioni sui siti d importanza comunitaria tramite azioni cofinanziate dalla Commissione Europea nell ambito dei Progetti LIFE. Le varie tipologie di interventi sono programmate con l obiettivo di massimizzare le potenzialità ambientali dei siti e basandosi su specifiche ricerche naturalistiche prevedono la redazione di piani di gestione, il miglioramento di zone umide, interventi di miglioramento su formazioni forestali, monitoraggi sulla fauna rara e minacciata, il ripristino di prati-pascoli, il restauro di habitat costieri degradati, ecc; Interventi di selvicoltura naturalistica e di sviluppo di metodi di gestione forestale sostenibile anche attraverso il supporto e le metodologie messe a punto negli ultimi anni nel laboratorio del Centro Nazionale per la Conservazione della Biodiversità Forestale di Verona-Bosco Fontana; Attività di conservazione delle risorse genetiche su specie ed ecotipi vegetali autoctoni e/o minacciati consistenti nella raccolta, coltivazione e diffusione di sementi, talee, tessuti in vitro e piante rappresentativi della variabilità genetica forestale nazionale. I centri di Peri e di Pieve Santo Stefano sono stati riconosciuti come Centri Nazionali per la Conservazione della Biodiversità Forestale. 5

6 Attività di ricerca e monitoraggio ambientale anche mediante l attivazione di numerosi accordi con Istituti di ricerca (Università, Istituti CRA, ISPRA, ecc.) che portano annualmente alla pubblicazione di numerosi articoli scientifici su prestigiosi riviste specializzate nei vari settori della ricerca naturalistica. Interventi di reintroduzione di specie a rischio di estinzione o per il ristabilimento di catene alimentari come ad esempio le reintroduzioni dell Avvoltoio Grifone e del Corvo Imperiale nella Riserva Monte Velino in Abruzzo e di cervi nelle riserve naturali della Majella, del Velino e nel Parco Nazionale della Calabria. Attività di conservazione su specie di particolare rilevanza naturalistica. Di particolare rilievo in tale contesto si inseriscono le azioni per la tutela e lo studio della lontra nelle Riserve Naturali della Majella, per la gestione in cattività di nuclei di lupo italiano (Centro di Popoli), per la tutela dell orso bruno in Abruzzo e per l orso e la lince a Tarvisio, per il monitoraggio sanitario della fauna selvatica. Interventi di selezione e di riequilibrio in habitat delicati come ad esempio quelli operati nel Bosco della Mesola con l obiettivo del recupero dell ultimo nucleo di cervo della Valle Padana e sull isola di Montecristo per la tutela della capra selvatica. Allevamento e conservazione del patrimonio genetico di specie di animali selvatici e razze domestiche a rischio d estinzione. Queste attività, abbandonata ogni funzione produttiva, sono oggi orientate esclusivamente alla tutela della biodiversità rappresentata da razze zootecniche reliquie in via di estinzione o all allevamento di specie selvatiche autoctone con rigidi criteri scientifici finalizzato al ripopolamento di aree protette (esempio starna e trota marmorata) Attività di educazione e divulgazione che hanno ricevuto negli ultimi anni un grande impulso nella consapevolezza che soltanto una seria e competente opera di informazione e di sensibilizzazione del pubblico ed in particolare delle popolazioni locali può portare al superamento dei conflitti e degli ostacoli che sorgono nella realizzazione e nell affermazione delle aree protette. In tale ambito si collocano anche gli interventi di adeguamento di strutture per la fruizione, l elaborazione di materiali informativi e la creazione di appositi circuiti educativi. 6

7 I COORDINAMENTI TERRITORIALI PER L AMBIENTE I Coordinamenti Territoriali per l'ambiente sono 18 e operano esclusivamente nei territori protetti dei parchi nazionali; ciascun CTA si avvale della collaborazione dei Comandi Stazione della Forestale, in numero che varia a seconda dell'ampiezza della superficie del parco e della geomorfologia del territorio. Oltre alle funzioni proprie del Corpo, ogni CTA deve provvedere allo svolgimento dei compiti di sorveglianza e cusodia del patrimonio naturale protetto, assicurando il rispetto del regolamento e dei piano del parco e svolgendo tutti quegli adempimenti connessi all'inosservanza delle misure di salvaguardia. Ciascun CTA deve assistere l'ente Parco nell'espletamento di tutte quelle attività necessarie alla conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale. Numerose sono pertanto le attività che vedono impegnati i Coordinamenti Territoriali: istruttorie per tagli boschivi e per vincoli idrogeologici, di antibracconaggio, antincendio boschivo, prevenzione e repressione dei reati ambientali, applicazione delle Direttive ComunitarIe o delle Convenzione Internazionali. Il personale dei CTA, circa 700 tra uomini e donne, è impegnato inoltre in servizi finalizzati al monitoraggio e ai censimenti faunistici di animali protetti come cervi, camosci, stambecchi, e caprioli. Per svolgere i servizi di sorveglianza all'interno dei territori protetti, recentemente gli uffici dei CTA sono stati dotati di reparti a cavallo che possono con più facilità e prontezza raggiungere zone accidentate e difficilmente raggiungibili con mezzi fuoristrada e inoltre non arrecano disturbo alla fauna selvatica e all'equilibrio dell'ambiente. Nei parchi dell'arcipelago Toscano e del Gargano, dove la sorveglianza viene effettuata anche nella zone costiere e nei tratti antistanti l'area protetta, i servizi di controllo vengono svolti con l'ausilio di mezzi nautici. I CTA sono particolarmente attenti nella sfera del controllo dei reati ambientali, in particolare nel settore dell'abusivismo edilizio, delle cave e delle discariche abusive. 7

8 STUDIARE E CONSERVARE LA BIODIVERSITÀ FORESTALE: OCCHI PUNTATI SULLA MICROFAUNA Sono tre i Centri per lo Studio e Conservazione della Biodiversità Forestale del Corpo forestale dello Stato che si occupano della tutela e valorizzazione della biodiversità - in campo e in laboratorio - attraverso programmi specifici. Il Centro di Bosco della Fontana (Verona) è specializzato in attività di monitoraggio degli invertebrati e degli organismi saproxilici (demolitori del legno) utilizzati come bioindicatori dei livelli di biodiversità e delle variazioni climatiche. I Centri di Pieve Santo Stefano (Arezzo) e Peri (Verona), in attività rispettivamente dal 1961 e dal 1974 sono specializzati nella conservazione del genoma forestale e contribuiscono alla salvaguardia di oltre 200 specie arboree ed arbustive presenti nei vari habitat del territorio nazionale, anche ai fini di interventi di recupero ambientale rispettosi dei criteri di salvaguardia della diversità genetica locale. In questi Centri sono attivi inoltre laboratori di analisi della qualità dei semi, micropropagazione e di biologia molecolare abilitati alle certificazioni del materiale forestale di propagazione previste dalla normativa vigente. A livello geografico l attività del Centro di Peri rivolta principalmente alla conservazione di specie rappresentative degli ambienti dell Italia centro settentrionale (Ecoregione Alpi), mentre quella di Pieve Santo Stefano assicura la raccolta e conservazione di materiale genetico forestale dell Italia centro meridionale (Ecoregione Mediterraneo centrale). BOSCO FONTANA Il Centro di Bosco della Fontana (Verona) dispone di due laboratori dove sono studiati gli insetti (sistematica, ecologia, biogeografia) con il coinvolgimento di una rete di collaborazioni a livello internazionale con circa 100 tassonomi specialisti nel riconoscimento degli insetti, sviluppatasi grazie al costante rapporto scientifico con Università ed i Musei naturalistici nazionali ed europei. Nel campo della conservazione il Centro effettua il monitoraggio scientifico degli interventi di incremento del legno morto negli ecosistemi forestali, ritenuti di grande importanza per mantenere una elevata biodiversità, per favorire la regolare evoluzione degli humus e per consentire un accumulo di carbonio che viene rilasciato molto lentamente nell atmosfera. Gli studi portati avanti nel Centro hanno permesso di accrescere le conoscenze sulla biodiversità con la descrizione di numerose specie nuove per la scienza. Nel solo Bosco Fontana, una delle ultime foreste della pianura padana, è stata accertata la presenza di oltre specie di insetti. Attraverso un protocollo di intesa stipulato con il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, il CNBF collabora in modo permanente allo sviluppo della Global Taxonomy Initiative (GTI) nell ambito della Convenzione Internazionale sulla Biodiversità (CBD). Per tale progetto il CNBF sta realizzando la Rete Nazionale Invertebrati (RIN) composta da sei laboratori (CORIN) che saranno allocati in altrettanti Uffici Territoriali per la Biodiversità a copertura del territorio nazionale. 8

9 ECOSISTEMI FORESTALI SOTTO CONTROLLO Come stanno le nostre foreste? E quelle del resto d Europa? L inquinamento atmosferico che in passato ha provocato tanti danni, minaccia ancora i nostri alberi? E i cambiamenti climatici, quale impatto hanno sui boschi, e soprattutto sulla biodiversità degli ecosistemi forestali? La Rete Nazionale per il Controllo degli Ecosistemi Forestali (CONECOFOR), istituita nel 1995 dal Corpo forestale dello Stato, risponde a queste, e ad altre domande, attraverso il monitoraggio delle interazioni ecologiche tra le componenti strutturali e funzionali degli ecosistemi forestali e i fattori di pressione e cambiamento su larga scala. Il Programma CONECOFOR, svolto nel quadro della Convenzione Internazionale UN/ECE sull'inquinamento Atmosferico Transfrontaliero a Lungo Raggio ed in attuazione del Regolamento Comunitario sul monitoraggio delle foreste e delle interazioni ambientali (Forest Focus), è il primo ed unico esperimento riuscito di Rete ecologica a lungo termine su scala nazionale che sia stato possibile costituire, mantenere e sviluppare per periodo di tempo così lungo. Sotto la lente degli esperti: condizione della vegetazione, delle chiome, contenuto chimico delle foglie e dei suoli, variazioni dell accrescimento degli alberi, deposizioni atmosferiche, clima e microclima, ozono e biodiversità. Insomma un vero e proprio chek-up che in quasi 15 anni ha permesso agli esperti del Servizio CONECOFOR della forestale di conoscere lo stato di salute dei nostri ecosistemi verdi. Le indagini sul livello di biodiversità degli ecosistemi forestali, che hanno preso in considerazione sette parametri (vegetazione, licheni epifiti, struttura forestale, legno morto, insetti, naturalità e diversità paesaggistica) si sono rivelate di grande efficacia per ottenere indicazioni sulla vitalità globale delle foreste. In particolar modo gli studi sugli insetti hanno riservato sorprese: sono state scoperte tre specie nuove per la scienza e 20 specie nuove o molto rare per il territorio italiano, e la presenza di determinate specie nelle zone osservate, ha permesso di stilare un preciso metodo di diagnosi dell ambiente forestale. Tra i risultati più significativi del Programma CONECOFOR: l Italia è il Paese con il livello più alto di diversità biologica in Europa, ma su un totale di circa specie di piante vascolari quasi sono considerate minacciate o in pericolo di estinzione, e su circa specie di animali presenti nel nostro Paese, ben il 70% di quelle di vertebrati è minacciato o in pericolo (cioè ben 340 sulle 500 note). l inquinamento atmosferico prodotto dal settore industriale è stato fortemente ridotto, grazie ai protocolli stipulati a livello internazionale nell ambito delle politiche della Commissione Economica per l Europa delle Nazioni Unite e dell Unione Europea; nonostante ciò, un certo numero di problemi resta irrisolto; tra di essi quello dell ozono e dell aumento dell accumulo di sostanze azotate nei suoli forestali; le concentrazioni di ozono troposferico raggiungono picchi preoccupanti, fino a parti per miliardo, specialmente nel periodo estivo, determinando forti danni alla vegetazione forestale e riducendo la biodiversità. Danni ai grandi alberi - il faggio, l abete rosso, il carpino bianco, gli aceri e i frassini -, ma anche al sottobosco dove i problemi maggiori li hanno avuti le piante più sensibili; le prime conferme di allarmanti sintomi di disgregazione del patrimonio forestale dovuti all effetto dei cambiamenti climatici, così come previsto dagli studi effettuati, si sono riscontrate nell estate del 2007, quando la soglia di danno alle foreste è stata raggiunta e superata, a causa delle temperature e della siccità record che hanno investito tutta l Italia Centro-Meridionale. Le specie più colpite sono state le querce caducifoglie (cerro e roverella) ed il faggio, i cui alberi hanno perso quest anno da un quarto a un terzo del fogliame, come mai era accaduto in Italia negli ultimi 20 anni. 9

10 QUANTO CARBONIO C E NELLE NOSTRE FORESTE? L Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi di Carbonio, è un progetto realizzato dal Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con la Direzione Generale per la Ricerca Ambientale e lo Sviluppo del Ministero dell Ambiente, per garantire la conservazione e l utilizzo delle foreste coerente con i principi della sostenibilità, e per conoscere l estensione forestale del nostro Paese. L Inventario Forestale Nazionale, realizzato con la consulenza scientifica dall ISAFA di Trento (Istituto Sperimentale per l'assestamento Forestale e per l'alpicoltura), è stato attuato secondo un preciso disegno statistico che nel corso della prima fase del lavoro, ha analizzato la presenza del bosco su oltre punti campione del territorio nazionale, visualizzati sulle foto aeree del Sistema Informativo della Montagna. Il progetto, che ha permesso di scoprire un Italia più verde, più ricca di boschi e foreste, che possono costituire un potente raccoglitore di anidride carbonica, e arginare le emissioni di sostanze gassose a effetto serra un ettaro di bosco può assorbire fino a 14 tonnellate di carbonio ogni anno, che viene fissato dalla fotosintesi nei tessuti delle piante nasce dagli impegni assunti dal nostro Paese a livello internazionale con il protocollo siglato nel 1997 a Kyoto nell ambito della Convenzione Internazionale sui Cambiamenti Climatici. Sempre a livello internazionale, l Italia si è impegnata alla conservazione della diversità biologica (Convenzione sulla diversità biologica, Rio de Janeiro 1992) e alla gestione sostenibile delle foreste (Processo di Helsinki), che costituiscono per eccellenza, oltre al serbatoio delle biodiversità animali e vegetali, un potente freno al dissesto idrogeologico. 10

11 I LUPI DI POPOLI Negli anni 70, i lupi in Italia erano ridotti a poche decine di esemplari. Parallelamente al declino numerico si erano ridotte anche le aree geografiche della loro presenza, e solo in Abruzzo e in Calabria venivano segnalate sporadiche apparizioni. La causa della quasi estinzione è ben nota: la persecuzione dell uomo che li decimava col bracconaggio e con i bocconi avvelenati. Da allora inizia una lenta ma continua crescita, fino a raggiungere le 300 unità attuali. Ma lo stato di allerta deve restare alto, ogni anno il 20 per cento della popolazione perde la vita a causa dell'uomo, che in realtà e molto più cattivo e spietato del lupo. Il Corpo forestale dello Stato lavora per la salvaguardia del lupo da quasi un ventennio; risale alla fine degli anni 80 infatti la il primo progetto (Banca Genetica del Lupo) realizzato a Popoli, in Abruzzo, in stretta collaborazione con l Università di Roma - Dipartimento di Biologia Animale e dell Uomo. Allora la situazione della specie sul territorio era ancora fortemente a rischio, tanto da giustificare la creazione ed il mantenimento di un gruppo di individui a garanzia della sua persistenza in caso di crolli drastici in natura. Nel tempo il lupo è gradatamente uscito dalla stretta emergenza per ragioni di diverso ordine, tra cui: le mutate politiche di gestione del territorio, una aumentata sensibilità ecologica in molti, leggi a favore della sua tutela in particolare e dell ambiente in generale. Di conseguenza sono state rimodulate le iniziative del Corpo forestale. Recuperare animali feriti e, ove possibile, restituirli alla vita selvatica; gestire una colonia in cattività in rete con le altre strutture presenti sul territorio italiano e grazie a questo garantirne il mantenimento della necessaria variabilità genetica, collaborare nelle attività di ricerca finalizzate all approfondimento di tutti quegli aspetti difficili da indagare in natura considerata l elusività della specie, educare e creare cultura nella convinzione che la conoscenza del lupo, oltre alle emozioni che ne derivano, è di fatto uno dei modi migliori per contribuire alla sua conservazione; tutto questo è oggi il Centro del Lupo di Popoli La struttura, localizzata nel Comune di Popoli (PE), è strutturata in 9 recinti per un area di circa mq., compreso il settore didattico, ed ospita 12 animali. A questa struttura vanno aggiunti altri 4 recinti (2.500 mq cadauno) siti in località Colle del Corvo, utilizzati solo per particolari esigenze. Oltre ai recinti, in cui si svolgono le attività descritte, in località Impianezza, presso il Centro Aziendale, è ubicato il Centro Visite del Lupo, un vero e proprio centro di educazione sulla specie. 11

12 TORNA IL GRIFONE NELL APPENNINO CENTRALE La reintroduzione del Grifone nell Appennino centrale rientra in una serie di iniziative attuate dal Corpo forestale dello Stato per la ricostituzione delle reti trofiche necessarie per il riequilibrio degli ecosistemi naturali. La specie si è estinta nell Appennino centrale prima del diciannovesimo secolo. Le cause sono da attribuirsi alle uccisioni dirette, al prelievo dei giovani dai nidi a scopo alimentare, alla scomparsa dei grandi ungulati selvatici, alla diminuzione del pascolo brado e comunque all attenta sorveglianza cui il bestiame pascolante era quasi sempre sottoposto, per cui gli animali morti erano difficilmente accessibili. In Italia la specie sopravvive oggi, allo stato naturale, solo nella Sardegna nord-occidentale con poco più di un centinaio di individui. Oltre all area dell Appennino abruzzese la specie è stata reintrodotta anche in una zona delle Prealpi orientali, in provincia di Udine. Gli animali liberati in Abruzzo sono quasi tutti esemplari prelevati nei centri specializzati di varie località della Spagna (soprattutto Extremadura, Catalogna, Navarra e Aragona, Castilla La Mancha). Il progetto grifone ha riguardato, il massiccio del Monte Velino in Abruzzo, dove vi sono ormai più di cento individui pienamente inseriti nell ambiente, come dimostrato anche dal buon successo riproduttivo (venti giovani involati nel 2008). Il successo della reintroduzione è testimoniato dalla creazione spontanea di quattro colonie, con interscambi di individui tra le colonie stesse. 12

13 SALVIAMO L ORSO BRUNO MARSICANO La popolazione di Orso dell'appennino appartiene ad una popolazione distinta e unica dell'italia centrale nota con il nome scientifico di Ursus arctos marsicanus, ovvero Orso bruno marsicano. Le ultime ricerche condotte dal Corpo forestale dello Stato realizzate nell ambito del progetto Life Natura Conservazione dell orso bruno nell Appennino centrale, indicano che sopravvivono in tutto l'appennino centrale solo poche decine di esemplari (40/60), concentrati soprattutto nell'area del Parco Nazionale d'abruzzo, Lazio e Molise. Bracconaggio e distruzione dell habitat costituiscono le principali minacce per questo animale simbolo di biodiversità. Il progetto, iniziato nel 99 come proseguimento di un analoga iniziativa svolta tra il 94 ed il 96, ha avuto come obiettivo la raccolta di dati scientifici sulla biologia e sull ecologia della specie, la tutela del suo habitat, nonché la definizione di aspetti connessi all uso del territorio dai quali derivare le linee di gestione per permettere la sua conservazione e salvaguardia. Nel 2000 è stato realizzato il primo censimento degli individui presenti nell area del progetto LIFE, mettendo a punto per l Appennino alcune metodologie impiegate con buon successo in Canada per censire l orso bruno e l orso nero. Il censimento della popolazione dell orso bruno dell Appennino centrale si è composto di due fasi: l analisi del DNA per lo studio di fattibilità e l individuazione di metodi di campionamento validi per il censimento. E stato necessario indagare il livello di variabilità genetica nella popolazione, ossia verificare se, attraverso l analisi del DNA di campioni biologici, quali i peli (radici) ed escrementi, fosse possibile distinguere i diversi individui con ragionevole sicurezza. La ricerca, svolta dall Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Castel di Sangro in collaborazione con il Parco, l INFS e l Università di Roma, ha fornito informazioni preziose su alcuni aspetti della biologia degli orsi nel territorio per mettere a punto strategie efficaci di conservazione. 13

14 PREVENIRE I REATI ATTRAVERSO L EDUCAZIONE Il Corpo forestale dello Stato affida alla prevenzione dei reati un valore prioritario. Prevenire, in campo ambientale, significa porre in essere tutte quelle azioni che consentono di evitare che l azione delittuosa contro l ambiente si manifesti. Tra le misure di prevenzione l educazione ambientale, ovvero l educazione alla gestione sostenibile delle risorse naturali. Si tutela l ambiente solo se all attività di controllo si associano iniziative di partecipazione ed educazione dei cittadini che garantiscano il diritto di tutti alla salute, alla sicurezza, alla fruizione consapevole delle risorse naturali e quindi a una migliore qualità della vita. All interno del Corpo forestale dello Stato numerosi sono gli uffici che, con compiti di polizia di prossimità, operano a vario titolo nel settore dell educazione ambientale: gli Uffici Territoriali per la Biodiversità coordinati dall Ufficio Centrale, la Scuola Forestale, i Coordinamenti Territoriali per l Ambiente, i Comandi Regionali e i Coordinamenti Provinciali. Alcuni uffici hanno strutturato uno specifico settore, altri hanno cercato di dare comunque una risposta a chi vede nel Corpo forestale dello Stato un punto di riferimento in materia ambientale. L educazione ambientale vede coinvolto in primo luogo il mondo della scuola, dall infanzia all università. Attività di educazione permanente sono poi rivolte sia alla formazione dei volontari delle associazioni ambientaliste, sia all aggiornamento degli insegnanti. Le attività sono in linea e con i programmi nazionali per la conservazione della biodiversità del Ministero dell'ambiente e con le direttive del Ministero della Pubblica Istruzione in materia di Educazione Ambientale nelle scuole. 14

15 PERCORSI NATURALISTICI PER I DIVERSAMENTE ABILI Nel tempo sono cresciute nel numero e nella qualità le iniziative per poter rendere fruibile la bellezza della natura nelle aree protette anche a chi convive con un handicap. Ecco dunque sentieri percorribili con la carrozzina o percorsi didattici per ipovedenti. Tutto quanto possa servire per abbattere le barriere architettoniche e liberare lo spettacolo della natura. EMILIA ROMAGNA SENTIERO BOSCO DELLA MESOLA Riserva Naturale Statale Bosco della Mesola - Comune di Mesola (FE) aperto tutti i giorni 8 alle 16 Informazioni 0533/ / Gli ambienti naturali del Bosco della Mesola, così diversi tra loro - dalle dune ricoperte dai lecci, alle bassure ricche di farnie, pioppi e frassini, agli acquitrini dalla tipica vegetazione palustre sono l occasione per incontrare un territorio antico, geologicamente risalente al quaternario, vera eccezione nel panorama della pianura Padana, non certo ricca di presenze boschive. Qui, da marzo a ottobre è aperto un sentiero dedicato ai disabili motori e non vedenti, articolato su 1.5 chilometri, attrezzati con segnaletica tradizionale e braille, stazioni di sosta tematiche, staccionata con corrimano e ausili didattici per non vedenti. Il fondo in sabbia battuta è percorribile agevolmente con le carrozzine e i dislivelli da superare sono minimi. L autunno può riservare una sorpresa ai visitatori: l incontro con il Cervo della Mesola, unica popolazione autoctona di cervi dell Italia peninsulare, che in questa stagione entrano in amore e si rendono riconoscibili con potenti bramiti. TOSCANA NATURALMENTE ACCESSIBILE: IL PARCO DELL ORECCHIELLA Riserva Naturale dell Orecchiella - San Romano Garfagnana (LU) orari: da novembre a pasqua: a richiesta /nei mesi di giugno e settembre: / 1 luglio-15settembre: Informazioni 0583/ Tre percorsi facilitati questa la definizione scelta per indicare nella segnaletica i percorsi per diversamente abili attraversano la Riserva Naturale dell Orecchiella in Garfagnana e si intersecano tra loro in poli di attrazione comuni a tutti i turisti: il centro visitatori, i recinti faunistici, il recinto degli Orsi. Il sentiero del Fontanone lungo circa 450 metri con una pendenza media del 6% si sviluppa in un bosco di conifere ed è consigliato in modo particolare ai non vedenti per la ricchezza di suoni (uccelli, fronde, acque) e profumi. Un corrimano in legno rende sicuro il percorso sul lato valle. Con una lunghezza di 1020 metri il Sentiero degli Orsi permette di avvicinare i plantigradi - separati dai visitatori da una robusta struttura in un ambiente naturale e con una vista splendida sulle Alpi Apuane. La vegetazione è unicamente arbustiva (ginestre, felci e rose canine) e i pascoli recano le tracce del passaggio dei cinghiali e dei cervi. Poco distante ha inizio il Sentiero dei Cervi, una delle aree più visitate del parco, dove, sulla distanza di 320 metri si trovano recinti faunistici che ospitano cervi, mufloni, galli forcelli e caprioli. TOSCANA Sentiero SONIA Riserva Statale di Badia Prataglia Poppi (AR) aperto tutti i giorni Informazioni 0575/ A poca distanza dall eremo di Camaldoli, nella Riserva Statale di Badia Prataglia - nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi tredici anni fa il Corpo forestale dello Stato ha realizzato un percorso dedicato ai portatori di disabilità motorie e visive. Il sentiero, tracciato in lieve pendenza a mille metri di quota, si snoda tra abeti bianchi e faggi, continuamente arricchito, ospita da poco tempo un area umida dedicata agli anfibi di foresta come rane e tritoni. I non vedenti hanno a disposizione lungo la staccionata delle riproduzioni in resina per familiarizzare con le forme degli anfibi, oltre che tavole in braille per conoscere l ecosistema palustre. 15

16 Sempre incentrata sull elemento liquido, un area di sosta tematica in riva a un ruscello permette di avvicinare i visitatori a un tema molto importante alla base della prevenzione dei dissesti idrogeologici: le opere di sistemazione idraulico-forestali. Qui, ingegneri naturalistici coadiuvati dall abilità manuale dei boscaioli, hanno realizzato delle opere di contenimento dell erosione del terreno unicamente con l utilizzo di legname e pietre reperiti nel bosco, metodo economico, rispettoso delle caratteristiche dell ambiente e ecologicamente compatibile. Cervi, caprioli e cinghiali non mancano, ma sono difficili da vedere, a differenza dei picchi e delle loro tane che con un po di allenamento si possono riconoscere sui tronchi di abete bianco. TOSCANA Sentiero NATURA Riserva Forestale di Protezione Duna Feniglia - Comune di Orbetello (GR) aperto tutto l anno Informazioni 0564/ Il sentiero Natura, a poca distanza dal mare e in vista del promontorio dell Argentario, si snoda per 700 metri all interno delle Riserva Forestale di Protezione della Duna Feniglia. La Riserva, istituita nel 1971 per tutelare la vegetazione del Tombolo che all inizio del 900 appariva completamente denudato, è stata oggetto di continui rimboschimenti e rinaturalizzazioni curate dal Corpo Forestale dello Stato, e oggi ospita un ecosistema ricco di presenze vegetali anche se la nota dominante è quella del Pino domestico. Il percorso per non vedenti progettato per consentire il contatto diretto con l ambiente circostante - è articolato in tredici stazioni congiunte da un corrimano nelle quali è possibile percepire i differenti aspetti della riserva, una palestra verde per acuire i sensi e per conoscere la natura prescindendo dalla vista. E così, dalle impronte dei diversi abitanti della pineta, alla forma delle piante, dalla differente consistenza della corteccia arborea ai profili delle foglie, i visitatori imparano a conoscere un essenza verde toccandola o annusandola, come chi è pratico del bosco riesce a riconoscere un animale ascoltandone il rumore o il verso, anche senza vederlo. ABRUZZO PROGETTO ASTORE Riserva Lama Bianca - Comune di Caramanico Terme (PE) aperto tutti i giorni dalle 9 alle 13 Informazioni 085/ Prenotazioni 085/72303 Confinante con la riserva della valle dell Orfento e istituita nel 1987, la Riserva Nazionale Lama Bianca si estende su ettari e ospita in un paesaggio montano due percorsi dedicati ai disabili lunghi rispettivamente 2.5 chilometri e 350 metri, inaugurati nel 1988 e caratterizzati da dislivelli minimi e ottima accessibilità. La pavimentazione dei percorsi è realizzata in materiali inerti rullati, agevolmente percorribili dai disabili, e robuste staccionate limitano il sentiero dalla faggeta. Nei prati: gigli martagoni, gigli rossi, peonie e nelle quote più elevate, non toccate dal percorso, stelle alpine. Con un po di fortuna è possibile incontrare caprioli e cervi o avvistare tracce di orsi e lupi appenninici. Materiale informativo è reperibile al Centro visite di Caramanico Terme. LAZIO Sentiero ORTO BOTANICO DI FOGLIANO Parco Nazionale del Circeo - Latina aperto tutti i giorni dalle 8 alle 13 e il pomeriggio concordando l orario con il personale - Informazioni 0773/ Il percorso per disabili motori e non vedenti inaugurato nel 1986, si snoda per due chilometri senza dislivello all interno di un orto botanico, ormai naturalizzato, abbandonato agli inizi del I sentieri sono strutturati per sfruttare appieno le prerogative del territorio, connotato da presenze botaniche e naturalistiche molte diverse tra loro, dalle sequoie alle araucarie legate dalla presenza della macchia mediterranea. Piccole stazioni in legno punteggiano il percorso e offrono l occasione ai visitatori non vedenti di sperimentare la differenza al tatto tra la liscia corteccia di un eucaliptus e quella ruvida della quercia o della palma, o dei vari tipi di pigne o di semi. Non solo il tatto viene stimolato, ma anche l olfatto e l udito, soprattutto in riva al laghetto nel cuore dell orto botanico dove è possibile percepire la nota salmastra dell acqua portata dal vento o i richiami degli uccelli unito al frangersi delle onde. Tutte le informazioni sono affidate a cartellonistica tradizionale e in braille e una corda delimita il tracciato. Il sentiero è visitabile tutto l anno, l ingresso è gratuito ed è possibile prenotare la visita in compagnia degli esperti del Corpo forestale dello Stato. Biblioteca, area museale e sala polifunzionale, oltre alla struttura informativa di San Felice Circeo, tutte accessibili ai disabili, completano il panorama. 16

17 MOLISE Sentiero COLLE SAN BIAGIO Riserva di Montedimezzo - Comune di Vastogirardi (IS) aperto tutti i giorni dalle 9 alle 16 Informazioni 0865/ Il percorso didattico autoguidato Colle San Biagio, realizzato nel 2003 dal Corpo forestale dello Stato, attraversa la Riserva di Montedimezzo, una delle foreste demaniali italiane più ricche di storia, censita dall UNESCO tra i Patrimoni dell Umanità. Le varietà di flora, di tipologie forestali e la ricchezza della fauna che si incontrano lungo i 2060 metri del sentiero attrezzato, lo rendono una vera e propria palestra per addestrare il tatto, l olfatto e la vista di quanti lo percorrono. Per familiarizzare con le forme della natura, sono state realizzate 32 stazioni tematiche, dove i non vedenti possono tattilmente interagire con le diverse varietà botaniche - conoscendole per differenza - oppure apprendere da cartelloni in braille notizie geologiche, storiche e naturalistiche inerenti il territorio. Gli areali che si incontrano lungo il percorso, che non supera mai il 5% di pendenza, vanno dai cerreti alle faggete pure, con vegetazione di passaggio mista: frassino maggiore, acero campestre e opalo, ciliegio selvatico e noccioli. Frequenti gli incontri con gli scoiattoli neri e con le poiane, più difficili quelli con le aquile reali e i lupi dell Appennino. A disposizione dei visitatori non vedenti la guida audio-tattile del percorso e riproduttori di cd rom con audio guida, oltre a due elettroscooter dedicati ai portatori di handicap motori. A 300 metri dall ingresso della Riserva, le tre sale del Centro visitatori, accolgono gli ospiti senza barriere architettoniche in un ambiente museale comunicativo e accessibile. CALABRIA Sentiero ORTO BOTANICO DI CUPONE Comune Spezzano della Sila (CS) aperto tutti i giorni Informazioni 0984/76760 Dedicato agli ipovedenti e ai non vedenti il percorso didattico dell Orto Botanico di Cupone corre per i 350 metri del suo sviluppo su traversine di legno delimitate da una staccionata con corrimano. Il paesaggio è quello montano della Sila e le presenze vegetali con le quali interagire sono 115 specie autoctone della flora montana calabrese dalla Potentilla all Astragalo calabro disposte in terra o in vaschette a seconda delle dimensioni e del genere. Tutte le piante sono accompagnate da schede in braille e con caratteri marcati per gli ipovedenti. Sono presenti inoltre, totalmente o parzialmente percorribili da diversamente abili: VENETO Sentiero PERCORSO NATURALISTICO Riserva Naturale Orientata Somadida - Auronzo (BL) aperto tutti i giorni - Informazioni 0435/99738 VENETO Sentiero PERCORSI NATURALISTICI - PROGETTO LIFE Riserva Naturale Orientata Boscofontana - Marmirolo (MN) Informazioni 0458/ EMILIA-ROMAGNA Sentiero PINETA DI RAVENNA Riserva Naturale Pineta di Ravenna - Ravenna (RA) Informazioni 0533/ PUGLIA Sentiero PERCORSO NATURALISTICO Riserva Naturale Biogenetica dello Stato Foresta Umbra - Foresta Umbra (FG) Informazioni 0884/ TOSCANA Sentiero VILLAGGIO UMBRA - BARACCONI Riserva Naturale Statale di Tocchi - Monticiano (SI) Informazioni 0577/ CALABRIA Sentiero PERCORSI NATURALISTICI Riserva Naturale Biogenetica Poverella- Villaggio Mancuso - Taverna (CZ) - Informazioni 0961/

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